Sentì chiasso dal villaggio,
un rumor da dietro i laghi,
ghiaccio strider sotto i passi,
dalla landa fischiar slitte;

Torse il labbro, voltò il capo,
arricciò la nera barba;
ed il sangue incollerito
scese giù dalle sue guance.
Lasciò tosto l'aratura,
del podere i solchi a mezzo;

Quando a casa fu arrivato
fece udir queste parole:
«Madre mia, vecchietta cara!
Presto il cibo mi prepara
perché mangi l'affamato,
si satolli chi ne ha voglia!

Ritornò poi nella stanza,
pronunziò queste parole:

E la madre a domandare,
la vecchietta a interrogare:
«Dove vai, figliuolo mio?
Forse a caccia della lince

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:
«O mia cara genitrice!
Non vo a caccia della lince
né dell'alce sulle tracce
né scoiattoli a colpire;
vo alle nozze di Pohjola
di nascosto celebrate.

Ed il vispo Lemminkäinen
pronunziò queste parole:

Pur la madre ancor tentava
di vietargli la partenza:
«Non andar, povero figlio,
alle nozze di Pohjola!

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:
«Han le vecchie sempre in mente
e la morte e la rovina;
ma l'eroe di ciò non teme,
non se ne sgomenta punto.

non secondo il desiderio.
Ti dirò la prima morte,
dei pericoli il primiero:

dopo fatto un po' di strada,
dopo un giorno di cammino,
ecco, innanzi ti si para
un torrente tutto fuoco
e di fuoco una cascata:
v'è una rupe in mezzo, accesa,
è di fuoco la sua vetta:
ed un'aquila di fuoco:
nella notte i denti arruota
e gli artigli affila il giorno,

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:
«Questa è morte per le donne,
non già morte per l'eroe;
facilmente trovo un mezzo,
buon rimedio a questa cosa:
Un caval canto d'ontano
e d'ontano un cavaliere:

Così disse allor la madre:
«Questa è la seconda morte:

dopo fatto un po' di strada,
proprio nel secondo giorno,
ecco, innanzi ti si para
un abisso tutto fuoco,
infinito verso oriente,
sterminato ad occidente,
pieno di pietre infocate
e di rocce fiammeggianti.
Cento son colà caduti,
mille a morte son piombati,

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:
«Non è d'uomo questa morte,
non è fin per un eroe.
Mi ricordo a ciò un ripiego,
mi ricordo, trovo un mezzo:
canto un uomo dalla neve,
un eroe dal duro ghiaccio:

in balìa lo dò del fuoco,
e lo getto nella fiamma
perché faccia un bagno caldo,
sia frustato con il ferro;

E la madre allora disse:
«Questa morte è terza morte:
dopo un altro po' di viaggio,
dopo un giorno di cammino,
di Pohjola sulle soglie,
là dov'è la via più stretta,
ecco, un lupo ti s'avventa,
ti si scaglia contro un orso
sulle soglie di Pohjola
nell'angusto viottoletto.

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:
«Una pecora si mangia,
si fa a pezzi e sbrana viva,
non già l'uomo anche il peggiore,
non l'eroe meno valente!

«So un rimedio contro il lupo,
un ripiego contro l'orso:
alla bocca museruola
io gli canto, e ferrei ceppi,

E la madre allora disse:
«Non ancor sei giunto al fine:
questi tre che ti ho descritti
sono mostri per la via,
gran pericoli per strada,
son per l'uomo tre rovine;

ma ti aspettano più gravi
mostri al termine del viaggio.
Dopo un po' di strada, giunto
al recinto di Pohjola,
s'erge là di ferro siepe
e d'acciaio una barriera,
dalla terra fino al cielo
e dal ciel fino alla terra:
le traverse sono lance,
i bastoni son serpenti

«Altri vermi son sul suolo,
altre vipere e serpenti
fischian con la lingua in alto,
guizzan basso con le code.

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:

un terren pieno di serpi?
Ho vangato, a mani nude
fra le vipere e le zolle.

E la madre disse allora:
«Non andar, povero figlio,
di Pohjola nelle stanze,
di Sariola alle dimore!

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:

E la madre disse allora:
«Oh mio misero figliuolo!
Del passato ti ricordi,
vanti quello che facesti?
Altra volta, è ver, tu fosti
nelle stanze di Pohjola:
hai nuotato per i laghi
stretti qual lingua di cane,
per fiumane vorticose,
per cascate fragorose,

«Pensa a quello che ti dico!
Quando a Pohjola tu giunga:
tu vedrai che la collina
è di pali tutta piena,
ogni palo, un capo d'uomo;
un sol palo è senza capo:

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:
«Un meschin ci può pensare,
un codardo calcolare
se sian cinque, se sian sei
oppur sette anni di guerra!
Non a questo un forte bada,
un eroe nemmen ci pensa.

La sua tunica guerriera
ebbe, e la vecchia armatura,

di suo padre il brando fido,
il compagno di sue guerre.
Piegò a terra egli la lama,
la pigiò sul pavimento:
si curvò la nobil spada
quale visciolo fronzuto,
qual ginepro germogliante:
disse il vispo Lemminkäinen:
«Non è facil che qualcuno
a Pohjola senta voglia

Poi staccò dal muro l'arco,
dall'arpione il forte arnese.
Pronunziò queste parole,
la sua voce fece udire:
«Quegli un uomo stimerei,
un eroe lo chiamerei
che piegar sappia quest'arco,
sappia tenderne la corda

Quindi il vispo Lemminkäinen,
il leggiadro Kaukomieli
indossò quell'armatura,
quella tunica guerriera.
Al suo servo si rivolse,
pronunziò queste parole:
«O mio servo che ho comprato,
lavorante mercenario!

E quel docil servo allora
andò tosto nel cortile:
il destriero ben bardato
alla slitta ebbe aggiogato.
Disse quindi al suo padrone:
«Ho già l'ordine compito:

Ma la madre il consigliava,
l'ammoniva la vecchietta,

sulla soglia, sotto il trave,
dove stanno le caldaie:
«O mio unico figliuolo,
figlio mio, sostegno mio!
Se tu vai dove si beve,
o in qualunque luogo sia,
a metà vuota il bicchiere,
bevi solo fino al mezzo;
ad un altro porgi il resto,
a un peggior la peggior parte:

Consigliava ancora il figlio,
ammoniva il suo ragazzo,
sull'estremo orlo del campo,
sopra l'ultimo confine:
«Se tu vai dove si beve,
o in qualunque luogo sia,
prendi sol mezzo sedile,
va' con mezzo passo innanzi,

Con la slitta Lemminkäinen,
s'avviò per il suo viaggio;

Andò innanzi un pochettino,
fe' di strada un pezzettino;

Ed il vispo Lemminkäinen,
il leggiadro Kaukomieli
si levò su dalla slitta
e si sporse per guardare:
era come aveva detto
la sua mamma, ed ammonito!
Si stendea di fuoco un fiume
attraverso della via.

Scorse Kauko già da lungi,
da lontano Lemminkäinen:

Le rispose Lemminkäinen,
disse il vago Kaukomieli:
«Alle nozze vo di Pohja,
al banchetto lor segreto:
in disparte fatti un poco,
dalla strada un po' ti scansa,
al viandante la via lascia,
soprattutto a Lemminkäinen:

Ma quell'aquila di fuoco
gli rispose sibilando:
«Al viator lascio la via,
soprattutto a Lemminkäinen;
dalla bocca il fo passare,
la mia gola traversare:
ti conduce questa via
come a te piace d'andare,

Non ci bada Lemminkäinen,
non se ne sgomenta molto.
Cerca dentro la sua tasca,
fruga nella borsettina,
prende dei fagian le penne;
e ne fa pallottoline
fra le palme, fra le mani,
fra lo spazio delle dita:

Il destriero frustò forte
col frustin di perle adorno.

Si levò su dalla slitta
e si sporse per guardare:
era come aveva detto
la vecchietta, ed ammonito!

Non ci bada Lemminkäinen,
alza ad Ukko una preghiera:
«Ukko! Ukko, dio supremo,
padre che nel cielo stai!

Ukko allora, dio supremo,
il celeste antico padre,
spinse un nuvol da maestro
ed un altro da ponente,
da levante un terzo spinse,
mosse un altro da grecale:
tutti insieme li raccolse,
tutti gli orli ne congiunse.
Piovve neve alta un bastone,
una stanga alto il nevischio

Ed il vispo Lemminkäinen
fuor si sporse per guardare:

Ed il vispo Lemminkäinen,
il leggiadro Kaukomieli
cercò dentro la sua tasca,
frugò nella borsettina;
tirò fuori fiocchi di lana
e ne fe' pallottoline

Fe' di strada un pezzettino,
di Pohja giunse al recinto:
s'erge là di ferro siepe
e d'acciaro una barriera,
cento tese in terra fonda,
verso il ciel va mille tese;
le traverse sono lance,
i bastoni son serpenti
con le vipere fissati,
con lucertole intrecciati:

E quel vispo Lemminkäinen
cominciò così a pensare:
«È come la mamma disse,
lamentò la genitrice:
c'è una siepe poderosa
dalla terra al ciel piantata!

Non ci bada Lemminkäinen,
non se ne sgomenta molto:
il coltel dalla guaina
leva, la terribil lama:
sulla siepe con quel picchia,
taglia in pezzi l'intrecciata;

Sulla via si torce un serpe,
sta a traverso della porta,
lungo più d'un trave lungo,
e più grosso d'un pilastro.

Disse il vispo Lemminkäinen,
il leggiadro Kaukomieli:
«Verme nero di sotterra,
larva coi color di Tuoni,
tu che strisci sopra l'erba,
sotto le foglie di Lempo,
che t'appiatti fra le zolle
ed in fondo alle radici!
Chi chiamò te dalle stoppie,
ti levò di fondo all'erta

«Bocca chiusa! capo chino!
Giù la lingua biforcuta!
Stringi, stringi le tue spire,
quel gomitolo t'avvolgi,
fammi posto, un mezzo posto,
al viandante lascia il passo!
Oppur fuggi dalla strada,
va', malvagio, fra gli sterpi,
a strisciare fra i cespugli,
ruzzolare sotto i muschi,

Ed il vispo Lemminkäinen
ricordò quegli scongiuri,
quegli antichi versi che la
mamma sua gli avea insegnato.

«Syöjätär sputò nell'acque,
buttò bava in mezzo all'onde.
E cullò la bava il vento,
l'agitò dell'acqua il soffio,
per sei anni fu cullata,
sette estati fu agitata

«Venner tre di Luonto figlie
sulla riva risuonante,
sulla spiaggia spumeggiante.
Vider quella sulla riva;

«Donde prese esso la vita?
Vita, d'Hiisi dai carboni.

«Donde son venuti gli occhi?
Son di Lempo granellini.

«Serpe nero di sotterra,
larva coi color di Tuoni,