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EPICA ANTICO-INGLESE

[SÆCC BRUNNANBURH]

[LA BATTAGLIA DI BRUNANBURH]
► EPICA ANTICO-INGLESE
Sæcc Mǣldūnes
► Sæcc Brunanburh
Dēor
Avviso e dedica
Schema
[SÆCC BRUNNANBURH]- Saggio
[SÆCC BRUNNANBURH]- Testo
Note
Bibliografia

Titolo (informale)

Sæcc Brunnanburh
«La battaglia di Brunanburh»

Genere Poema storico
Lingua Antico inglese
Epoca
Composizione:
Redazione:
  tra 937 e 955
955

Manoscritti

[A] Cambridge, Corpus Christ College, The Parker Chronicle, ms. 173 ff. 1-32
[B] London, British Library, The Abingdon Chronicle I, Cotton Tiberius A, iv
[C] London, British Library, The Abingdon Chronicle II, Cotton Tiberius B, i
[D] London, British Library, The Worcester Chronicle, Cotton Tiberius B, iv
[E] Oxford, Bodleian Library, The Peterborough (o Laud) Chronicle, ms. Laud misc. 636
[E] London, British Library, The Canterbury Bilingual Epitome, Cotton Domitian A, viii

EPICA ANTICO-INGLESE

[SÆCC BRUNNANBURH]

[LA BATTAGLIA DI BRUNANBURH]
Il poema
La traduzione

IL POEMA

Quando sentiamo parlare di poesia antico-inglese, generalmente ci viene naturale pensare al Bēoƿulf, celebre poema di difficile datazione (tra 700 e 1000) e grande opera di erudizione e arte poetico-linguistica, che più di una difficoltà ha presentato per i numerosi studiosi che vi si sono approcciati (tra i quali lo stesso J.R.R. Tolkien).

Sarebbe difficile, pertanto, immaginarci di trovare altri validi esempi di poesia in quello che, forse, dopo il Bēoƿulf è il più importante prodotto letterario antico-inglese, ovvero la Cronaca Anglosassone, commissionata da Ælfrēd micela (Alfredo il Grande, ♔ 871-899), alla fine del sec. IX, la cui stesura si sarebbe protratta per lungo tempo (l’ultimo aggiornamento è datato 1154 n.e.), tanto più se teniamo conto del fatto che quest'ultima è un'opera storiografica, annalistica. Nonostante questo, in alcuni dei sette manoscritti che la conservano, essa presenta, sotto l'anno specifico, alcuni carmi celebrativi, ognuno per un particolare evento storico: La conquista delle cinque province (942), L'incoronazione di Ēadgar (973), La morte di Ēadgar (975), La morte di Ælfrēd (1036) e La morte di Ēadward (1065). Quello però che interessa a noi è il primo e più importante: La battaglia di Brunanburh (937). E si tratta di uno dei rari casi in cui possiamo collocare la datazione in uno spazio relativamente breve di circa 20 anni, poiché il carme, sicuramente successivo al 937, è presente nella versione Parker della Cronaca, copiata nel 955.

Questo poemetto di 73 versi lunghi allitteranti, ispirato a una battaglia combattuta alla fine dell'estate 937 in un luogo non ancora definito (ma con ogni probabilità nella parte centro-settentrionale dell'isola) è un'apologia di re Æþelstān I di Wessex e di suo fratello Ēadmund, i quali riportarono una schiacciante vittoria su una coalizione di scozzesi, gallesi dello Strathclyde e vichinghi irlandesi, rispettivamente sotto il comando di Causantín [Costontinos] ii, Oỽain ap Dyfnỽal e Óláfr [Anlāf] Guðrøðsson di Dublino. Per la cronaca, la battaglia è citata anche in fonti scandinave, come nella Egils saga Skallagrímssonar. Il poema ha peraltro subìto, dal Medioevo a oggi, circa sessanta riscritture, tra cui una particolarmente riuscita di Jorge Luís Borges.

Il poemetto risulta interessante per diversi motivi: innanzitutto per una serie di convenzioni poetiche e artifici stilistici che richiamano da vicino la tradizione poetica scaldica scandinava, e in secondo luogo per la sua difficile collocazione all'interno di un canone letterario ben definito. Infatti, se da un lato il poeta (anonimo) fa largo uso di metafore e scene riconducibili alla tradizione eroica (su tutte, la presenza di animali necrofagi dopo la battaglia, tipica anche della poesia scaldica), dall'altro alcune scelte stilistiche da lui operate pongono Brunanburh ben lontano dai tradizionali poemi epico-eroici. L'impietoso dileggio e disprezzo dei vinti, la sfacciata esultanza per la vittoria e un più che evidente patriottismo nulla hanno a che vedere con gli stilemi tradizionali.

Sempre sul piano stilistico, Marusca Francini sottolinea come il carattere storiografico del carme sia scandito fin dall'apertura dall'avverbio hēr (qui in funzione temporale, «in quest’anno»), incipit formulare tipico di ogni annale, mentre l'intento di celebrare la stirpe regia del Wessex è evidente dagli appellativi riservati al re (cyning, «sovrano», «re», eorla dryhten, «signore dei nobili», beorna beahgifa, «donatore di anelli ai guerrieri») (Battaglia 2017). D'altro canto, la dura sconfitta della fazione avversaria è enfatizzata dal ripetersi per ben tre volte della formula ne þurfan, «non aver motivo di», in unione con tre diversi verbi (hreman, gylpan, «vantarsi». e hliehhan, «ridere»).
 

LA TRADUZIONE

La seguente traduzione della Battaglia di Brunaburh è stata realizzata da Giorgio Lucarelli, il quale ha cercato di offrire una resa il più letterale possibile (salvo due casi di endiadi non rispettata evidenziati nelle note), pur tenendo in considerazione alcune traduzioni ufficiali, in particolare quelle proposte da Michael Livingston nel suo libro (Livingston 2011).

Per quanto riguarda lo studio sulla lingua, il traduttore si è affidato all'ottimo manuale (A guide to Old English) di Bruce Mitchell e Fred C. Robinson, completo di una dettagliata introduzione alla linguistica anglosassone, di una selezione di brani celebri e di un utile glossario (Mitchell ~ Robinson 2012). Per maggiori dettagli sul lessico, si consiglia caldamente di consultare il dizionario online Bosworth-Toller, <http://bosworth.ff.cuni.cz/>.

EPICA ANTICO-INGLESE
[SÆCC BRUNNANBURH]
[LA BATTAGLIA DI BRUNANBURH]
Lezione dal ms. del Parker Chronicle
[Sæcc Brunnanburh], testo antico inglese
[La battaglia di Brunnanburh], traduzione italiana
Note
Lezione dal ms. del Parker Chronicle
Parker Chronicle
ms. 173, folium 26,
Cambridge, Corpus Christ College
ΛN ꝺccccꟲꟲꟲvꟍꟍ     Ꟍꟁꞃ æþe꟒ꞅꞇancꟳninᵹ‧ Ꟁoꞃ꟒aꝺꞃꟳhꞇꟁn‧ bꟁoꞃn
behᵹꟍf‧ ⁊ hꟍꞅbꞃoþoꞃec‧ ꟁꝺmunꝺ æþe꟒ꟍnᵹ‧ ꟁ꟒ꝺoꞃ ꟒nᵹne ꞇꟍ́ꞃ.
ᵹꟁꞅ꟒oᵹon æꞇꞅæccꟁ. ſƿꟁoꞃꝺ ꟁcᵹum.ꟳ̇mbꟁ-bꞃunnnbuꞃh. boꞃꝺ
ƿꟁ꟒ c꟒ufn hꟁoƿn hꟁþo꟒ꟍnꝺꟁ. hmoꞃ ꟒fn‧fꞃn ꟁꝺ
ƿꟁꞃꝺꟁꞅ‧ ſƿhꟍ̄ ᵹꟁæþꟁ꟒ꟁ ƿæꞅ. ꝼꞃōcnꟁomæᵹū‧ ꝥ hꟍæꞇ cmpꟁ oꝼꞇ
ƿꟍþ ꟒þꞃ ᵹꟁhƿænꟁ. ꟒nꝺ ꟁ꟒ᵹoꝺon‧ hoꞃꝺ ⁊ h́mꞅ. hꟁꞇ‧ ꞇꟁnꝺ
cꞃunᵹun‧ ꞅcꟁoꞇꞇ ꟒ꟁoꝺ ⁊ꞅcꟍpꝼ꟒oꞇn ꝼæᵹꟁ ꝼꟁo꟒꟒n‧ ꝼꟁ꟒ꝺ ꝺænnꟁꝺꟁ



 
ꞅꟁcᵹꞅ hƿꞇꟁ‧ ꞅꟍðþn ꞅunnꟁúp.on moꞃᵹꟁnꞇꟍꝺ‧ mæꞃꟁ ꞇunᵹo꟒‧ ᵹ꟒ꝺ oꝼꟁꞃ
ᵹꞃunꝺꞅ‧ᵹoꝺꟁꞅ‧ conꝺꟁ꟒ bꟁoꞃhꞇ‧ꟁcꟁꞅ ꝺꞃꟍhꞇnꟁꞅ‧ oðſꟍo æþꟁ꟒ꟁ ᵹꟁ ꞅcꟁꝼꞇ.
ꞅhꞇoꞅꟁꞇ꟒ꟁ. þæꞃ ꟒æᵹ ꞅꟁcᵹ mænꟍᵹ ᵹꞃū ᵹꟁꞇꟁꝺ‧ ᵹum noꞃþꟁꞃn
oꝼꟁꞃ ꞅcꟍ꟒ꝺ ꞅcoꞇꟁn‧ ſƿꟍ꟒cꟁ ſcꟍꞇꞇꟍꞅc ꟁ́c‧ ƿꟁꞃꟍᵹ ƿꟍ́ᵹꟁꞅ ꞅæꝺ. ƿꟁꞅꞅꟁꟲꟁ ꝼoꞃð
onꝺ꟒onᵹnꟁꝺæᵹ.ꟁoꞃoꝺcꟍꞅꞇum.on꟒ſꞇ ꟒ꟁᵹꝺun꟒þum þꟁoꝺum‧hꟁoƿn
hꟁꞃꟁꝼ꟒ꟁmn.hꟍnꝺn þꟁꞃ꟒ꟁ.mꟁcum mꟳ̇꟒ꟁn ꞅcꟁꞃpn.mꟳꞃcꟁ
nꟁƿꟳ̇ꞃnꝺon‧ hꟁꟁꞃꝺꟁꞅ‧ honꝺ p꟒ꟁᵹn‧ hæ꟒ꟁþ nnum þæmꟍꝺ n꟒ꝼꟁ
oꝼꟁꞃ æꞃ ᵹꟁb꟒nꝺ‧ on꟒ꟍꝺꟁꞅ boꞅmꟁ. ꟒nꝺ ᵹꟁ ꞅohꞇun. ꝼæᵹꟁ ꞇo ᵹꟁ-
ꝼꟁohꞇꟁ. ꝼꟍꝼꟁ ꟒æᵹun onþm cꞸmpꞅꞇꟁꝺꟁ. cꟳ̇nꟍnᵹꟁꞅ ᵹꟍunᵹꟁ. ꞅƿꟁoꞃꝺū
ꞅƿꟁꝼꟁꝺꟁ. ſƿꟍ꟒cꟁ ſꟁoꝼꟁnꟁ ꟁc‧ ꟁoꞃ꟒ꞅ n꟒ꝼꟁꞅ‧ unꞃꟍm hꟁꞃꟍᵹꟁꞅ.
ꝼ꟒oꞇn ⁊ ꞅcꟁoꞇꞇ. þæꞃ ᵹꟁꝼ꟒ꟁmꟁꝺ ƿꟁꞃð. noꞃðmnn bꞃꟁᵹu‧
nꟁꝺꟁ ᵹꟁbꟁꝺꟁꝺ‧ ꞇo꟒ꟍꝺꟁꞅ ſꞇꟁꝼnꟁ. ꟒ꟍꞇ꟒ꟁ ƿꟁoꞃoꝺꟁ. cꞃꟁꝺ cnꟁꞃꟁn ꝼ꟒oꞇ‧
cꟳ̇nꟍnᵹ uꞇ ᵹꟁƿꞇ‧  onꝼꟁ꟒ꟁnꟁ ꝼ꟒oꝺ. ꝼꟁoꞃh ᵹꟁnꟁꞃꟁꝺꟁ. ſƿꟍ ꟒cꟁ þæꞃ
ꟁc ꞅꟁꝼꞃoꝺ. mꟍꝺꝼ꟒ꟁmꟁ cō. onhꟍꞅ cꟳþþꟁ noꞃð‧coſꞇonꞇꟍnuꞅ.
h́ꞃ hꟍ꟒ꝺꟁꞃꟍnᵹ. hꞃꟁmn nꟁþoꞃꝼꞇꟁ. mæcn ᵹꟁmnn‧ hꟁ‧ ƿæꞅ‧
hꟍꞅ mæᵹ ſcꟁꞃꝺ. ꝼꞃꟁonꝺ ᵹꟁꝼꟳ꟒꟒ꟁꝺ onꝼo꟒cꞅꞇꟁꝺꟁ. bꟁꞅ꟒ᵹꟁn
æꞇꞅæccꟁ. ⁊ hꟍꞅ ꞅunu ꝼoꞃ꟒ꟁꞇ. onƿæ꟒ſꞇoƿꟁ. ƿunꝺun ꝼꟁꞃᵹꞃunꝺꟁn.
ᵹꟍunᵹnꟁ‧  æꞇᵹuðꟁ. ᵹꟁ꟒pnnꟁþoꞃꝼꞇꟁ. bꟁoꞃn b꟒nꝺꟁnꝼꟁꟲ bꟍ꟒
ᵹꟁꞅ꟒ꟁhꞇꟁꞅ. ꟁ꟒ꝺ ꟍnƿꟍꝺꝺ. nꟁn꟒ꝼ þꟳm.  mꟍꝺhꟁoꞃ hꟁꞃꟁ꟒ꝼū
h꟒ꟁhhn nꟁþoꞃꝼꞇun.  hꟁo bꟁꝺuƿꟁoꞃc. bꟁꞇꟁꞃn ƿuꞃꝺun.
on cmpꞅꞇꟁꝺꟁ cu꟒ boꝺ ᵹꟁhnꝺꟁꞅ. ᵹꞃmꟍꞇꞇꟍnᵹꟁ. ᵹumꟁn ᵹꟁ-
moꞇꟁꞅ. ƿæpꟁnᵹꟁƿꞃꟍꟲ꟒ꟁꞅ. þæꞅ hꟍ onƿæ꟒ꝼꟁ꟒ꝺ. ƿꟍþꟁꝺƿꟁꞃꝺꟁꞅ‧
ꝼꞃn p꟒ꟁᵹoꝺn ᵹꟁƿꟍꞇn hꟍm þꞸnoꞃþmꟁn. næᵹ꟒ꟁꝺ cnꟁꞃꞃū‧
ꝺꞃꟁoꞃꟍᵹ ꝺꞃð꟒ꝼ‧ onꝺꟍnᵹꟁꞅ. mꟁꞃꟁ. oꝼꟁꞃꝺꟁop ƿæꞇꟁꞃ ꝺꟍꝼꟁ꟒
ꟍn ꞅꟁcn‧ ꟁꝼꞇ hꟍꞃ꟒nꝺ. æƿꟍ ꞅcmoꝺꟁ. ſƿꟍlcꟁ þᵹꟁbꞃoþꟁꞃ.
Parker Chronicle
ms. 173, folium 26,
Cambridge, Corpus Christ College
 

bꟁᵹꟁn æꞇꞅmnꟁ cꟳnꟍnᵹ ⁊ æþꟁ꟒ꟍnᵹ‧ cꟳþþꟁ ꞅohꞇon ƿꟁꞅꞅꟁ ꟲꟁn ꟒nꝺ
ƿꟍᵹꟁꞅ hꞃꟁmꟍᵹꟁ. ꟒ꟁꞇnhꟍm bꟁhꟍnꝺn hꞃæƿ bꞃ ꟳꞇꞇꟍnꞅ꟒uƿꟍᵹ
pꝺn‧ þonꟁ ꞅƿꟁꞃꞇn hꞃæꝼn‧ hꟳꞃnꟁꝺ nꟁbbn‧ ⁊þnꟁ hꞅꟁƿn
pꝺn‧ ꟁꞃn æꝼꞇn hƿꟍꞇ‧ æꞅꟁꞅ bꞃucn‧ ᵹꞃæꝺꟍᵹnꟁ‧ ᵹuð hꝼoc‧
⁊þæꞇ ᵹꞃæᵹꟁ ꝺꟁoꞃ‧ ƿu꟒ꝼ onƿꟁ꟒ꝺꟁ. nꟁ ƿꟁꞃð ƿæ꟒ mꞃꟁ. onþꟍſ
ꟁꟍᵹ꟒nꝺꟁ. æꝼꟁꞃ ᵹꟍꟁꞇ. ꝼo꟒cꟁſᵹꟁꝼꟳ꟒꟒ꟁꝺ. bꟁꝼoꞃn þꟍꞅꞅū. ꞅƿꟁoꞃꝺꟁ ꞅ
ꟁcᵹum. þæꞅ þꟁuꞅ ꞅꟁcᵹð bꟁc‧ ꟁ꟒ꝺꟁuðƿꟍꞇn‧ ſꟍþþn ꟁꞅꞇn hꟍꝺꟁꞃ
ꟁnᵹ꟒ꟁ ⁊ꞅꟁꟲꟁ upbꟁcomn‧ oꝼꟁꞃ bꞃꝺbꞃꟍmu‧ bꞃꟳꞇꟁnꟁ‧ ꞅohꞇn‧
ƿ꟒ncꟁ ƿꟍᵹſmꟍþꞅ‧ ƿꟁꟁ꟒꟒ꟁꞅ oꝼꟁꞃ comn‧ ꟁoꞃ꟒ꞅ ꞃhƿꞇꟁ. ꟁꞃꝺ
bꟁᵹꟁꞇ

Parker Chronicle
ms. 173, folium 27
Cambridge, Corpus Christ College
   
 [SÆCC BRUNNANBURH] [LA BATTAGLIA DI BRUNABURH]  
    
1 Her Æþelstan cyning, eorla dryhten, In quest'anno, re Æþelstān, signore dei nobili, Nota
2 beorna beahgifa, ⁊ his broþor eac, donatore di anelli ai guerrieri, e anche suo fratello,  
3 Eadmund æþeling, ealdorlangne tir il principe Ēadmund, gloria imperitura, Nota
4 geslogon æt sæcce sƿeorda ecgum si conquistarono in battaglia con le punte delle spade  
5 ymbe Brunnanburh. Bordƿeal clufan, nei pressi di Brunanburh; abbatterono il muro di scudi,  
6 heoƿan heaþolinde hamora lafan, spaccarono i tigli di guerra
con i resti [del lavoro] dei martelli,
Nota
7 afaran Eadƿeardes, sƿa him geæþele ƿæs i figli di Ēadƿard. Era per loro come ereditato dagli Nota
8 from cneomægum, þæt hi æt campe oft antenati che in battaglia spesso  
9 ƿiþ laþra gehƿæne land ealgodon, contro ognuno dei nemici difendessero la terra,  
10 hord ⁊ hamas. Hettend crungun, il tesoro e le case. Perirono i nemici,  
11 Sceotta leoda ⁊ scipflotan gli uomini degli scoti e i marinai  
12 fæge feollan, feld dænnede caddero i destinati [a morire]; il campo divenne scivoloso Nota
13 secgas hƿate, siðþan sunne up per il sangue degli uomini, da quando il sole in alto  
14 on morgentid, mære tungol, al mattino, stella gloriosa,  
15 glad ofer grundas, godes condel beorht, passò sopra la terra, raggiante candela di Dio,  
16 eces Drihtnes, oð sio æþele gesceaft Signore eterno, fino a che la nobile creatura  
17 sah to setle. þær læg secg mænig scese verso la [sua] sede. Là giacevano molti  
18 garum ageted, guma norþerna distrutti dalle lance, uomini del nord,  
19 ofer scild scoten, sƿilce Scittisc eac, colpiti sopra lo scudo, così pure gli scoti,  
20 ƿerig, ƿiges sæd. Ƿesseaxe forð esausti, sazi di guerra. I sassoni dell'ovest ancora  
21 ondlongne dæg eorodcistum per tutto il giorno in schiere scelte  
22 on last legdun laþum þeodum, attaccarono da dietro il popolo ostile,  
23 heoƿan herefleman hindan þearle abbatterono i fuggitivi da dietro duramente  
24 mecum mylenscearpan. Myrce ne ƿyrndon con lame affilate; i merciani non rifiutarono  
25 heeardes hondplegan hæleþa nanum il duro gioco di mani a nessun uomo  
26 þæ mid Anlafe ofer æra gebland di quelli che con Anlāf, sopra il tumulto dell'onda Nota
27 on lides bosme land gesohtun, nel grembo della nave, invasero la terra,  
28 fæge to gefeohte. Fife lægun condannati a morire in battaglia. Cinque giacevano  
29 on þam campstede cyninges giunge, sul campo di battaglia, giovani re  
30 sƿeordum asƿefede, sƿilce seofene eac portati a morte con le spade, così anche sette  
31 eorlas Anlafes, unrim heriges, nobili di Anlāf, sconfinato esercito  
32 flotan ⁊ Sceotta. þær geflemed ƿearð di pirati e scoti. Là fu messo in fuga  
33 Norðmanna bregu, nede gebeded, il capo dei normanni, costretto, Nota
34 to lides stefne litle ƿeorode; verso la prua della nave, con una piccola compagnia;  
35 cread cnear on flot, cyning ut geƿat la nave premette sul mare, il re se ne andò al largo  
36 on fealene flod, feorh generede. sulla scura superficie del mare, si salvò la vita.  
37 Sƿilce þær eac se froda mid fleame com Così là anche il vecchio giunse in fuga  
38 on his cyþþe norð, Costontinus, alla sua patria a nord, Costontinus, Nota
39 har hildering, hreman ne þorfte guerriero dai capelli grigi, non aveva motivo di vantarsi  
40 mæcan gemanan; he ƿæs his mæga sceard, della compagnia di uomini, lui [che] fu mutilato dei parenti,  
41 freonda gefylled on folcstede, privato degli amici sul campo di battaglia,  
42 beslagen æt sæcce, ⁊ his sunu forlet abbattuto nello scontro, lasciava suo figlio  
43 on ƿælstoƿe ƿundun fergrunden, sul campo dei morti, consumato dalle ferite,  
44 giungne æt guðe. Gelpan ne þorfte giovane in guerra. Non ebbe motivo di vantarsi  
45 beorn blandenfeax bilgeslehtes, il guerriero canuto dello scontro di spade, Nota
46 eald inƿidda, ne Anlaf þy ma; il vecchio odiato, né Anlāf tanto più;  
47 mid heora herelafum hlehhan ne þorftun con ciò che rimaneva del loro esercito
non avevano motivo di ridere
 
48 þæt heo beaduƿeorca beteran ƿurdun [dicendo] di essere i migliori nell'opera di guerra  
49 on campstede culbodgehnadtes, sul campo di battaglia, nella collisione di stendardi, Nota
50 garmittinge, gumena gemotes, nell'incontro di lance, nell'assemblea di uomini,  
51 ƿæpengeƿrixles, þæs hi on ƿælfelda nello scambio d'armi che sul campo del massacro  
52 ƿiþ Eadƿeardes afaran plegodan. giocarono con i figli di Ēadƿard.  
53 Geƿitan him þa Norþmen nægledcnearrum, Partirono i normanni con le navi chiodate,  
54 dreorig daraða laf, on Dinges mere gli avviliti sopravvissuti alle lance sul Dingesmere Nota
55 ofer deop ƿæter Difelin secan, procedettero sul mare profondo verso Difelin, Nota
56 ⁊ eft Hiraland, æƿiscmode. cercando Hiraland, disonorati. Nota
57 Sƿilce þa gebroþer begen ætsamne, Così anche i fratelli, insieme, Nota
58 cyning ⁊ æþeling, cyþþe sohton, il re e il principe raggiunsero la patria,  
59 Ƿesseaxena land, ƿiges hremige. il Ƿessex, esultanti per la battaglia.  
60 Letan him behindan hræƿ bryttian Lasciarono dietro di sé, a spartirsi i cadaveri,  
61 saluƿigpadan, þone sƿeartan hræfn, il corvo nero vestito di scuro,  
62 hyrnednebban, ⁊ þane haseƿanpadan, e dal becco di corno, e l'aquila dallo scuro manto  
63 earn æftan hƿit, æses brucan, e bianca dietro a godersi le carogne,  
64 grædigne guðhafoc ⁊ þæt græge deor, il falco affamato e il grigio animale,  
65 ƿulf on ƿealde. Ne ƿearð ƿæl mare il lupo nel bosco. Non vi fu mai un massacro maggiore  
66 on þis eiglande æfer gieta su quest'isola prima di questo,  
67 folces gefylled beforan þissum di gente abbattuta  
68 sƿeordes ecgum, þæs þe us secgað bec, con le punte delle spade, come ci dicono i libri,  
69 ealde uðƿitan, siþþan eastan hider i saggi antichi, dopo che da est  
70 Engle ⁊ Seaxe up becoman, gli angli e i sassoni giunsero qui,  
71 ofer brad brimu Brytene sohtan, sopra il vasto mare invasero Brytene,  
72 ƿlance ƿigsmiþas, Ƿeealas ofercoman, splendidi fabbri di guerra sopraffecero i gallesi, Nota
73 eorlas arhƿate eard begeatan. guerrieri gloriosi acquisirono una terra.  
   
 
  

NOTE
 

1 — Il nome Æþelstān è composto da æþel (oeþel) < *oþtilan/*oþalan (norreno óðal), termine che indica una proprietà di valore, e stān, «pietra»; dunque, Æþelstān significa «gioiello». Torna al testo

3 — Il nome Ēadmund (> Edmund) è composto da ead < *auđaz, «ricchezza», «fortuna di origine divina» (gotico audahafts, «benedetto dal Signore»), e mund, che indica possesso e responsabilità giuridica; dunque Ēadmund significa «custode di ricchezze». Si veda anche n. 7. Torna al testo

6Hamora lafan, «resti dei martelli», nel senso del «risultato della lavorazione dei martelli», è qui una metafora per indicare le «spade». Torna al testo

7 — Ēadƿard cyning (871-924) era il primo maschio di Ælfrēd micela e fu re del Wessex dall'899 fino alla sua morte. Il nome Ēadƿard (> Edward) è composto da ead (v. nota 3) e ƿeard, «guardiano»; dunque, come Ēadmund, anche Ēadƿard significa «custode di ricchezze». Torna al testo

12 — Campbell emenda dænnede in dunnade e traduce con «si fece scuro». Nei ms. B e C leggiamo <dennade> col significato simile a quello da noi proposto di «inumidirsi». Torna al testo

26 — Il nome Anlāf è antico inglese per norreno Óláfr, composto da *anô, «antenato», e *laibō (< *liƀan, «rimanere», cfr. ted. bleiben), «resto»; dunque Anlāf significa «discendente». Il personaggio di cui qui si tratta è Óláfr Guðrøðsson († 941), re di Dublino dal 934 al 939 e di Northumbria dal 939 al 941 (della morte di Æþelstān alla propria morte).Torna al testo

33 Letteralmente «costretto dalla necessità». Si è qui scelto di non rispettare l’endiadi. Vedi anche nota al v. 57. Torna al testo

38 Costontinus, gaelico Causantín ii mac Áeda (879-952), fu re di Scozia dal 900 al 943, anno in cui abdicò e si dedicò alla vita monastica. Fu genero di Óláfr Guðrøðsson. Torna al testo

45 — Tipica metafora della poesia scaldica per «battaglia». Torna al testo

49-51 — Sono tutte metafore per «battaglia» Torna al testo

54 — Letteralmente «ciò che restava [dell’opera] delle lance». Torna al testo

55 Difelin: Dublino. Torna al testo

56 Hiraland: l'Irlanda. Torna al testo

57 — Letteralmente «entrambi insieme». Torna al testo

72 — I gallesi dello Strathclyde erano guidati da Oỽain i, brenhin Ystrad Clud (gaelico Eógan, Srath Chluaid). Probabile figlio di Dyỽnwal i († 908~915), lo si ricorda principalmente per la sconfitta subita a Brunanburh, dove, con ogni probabilità, morì. Torna al testo

Bibliografia

  • BATTAGLIA 2016. Marco Battaglia, Medioevo volgare germanico, Pisa University Press, Pisa 2016.
  • BATTAGLIA 2017. Le civiltà letterarie del Medioevo germanico, a cura di Marco Battaglia, Carocci, Roma 2017.
  • LIVINGSTON 2011. Michael Livingston, The Battle of Brunanburh. A Casebook, Liverpool University Press, Liverpool 2011.
  • MITCHELL ~ ROBINSON 2012. Bruce Mitchell, Fred C. Robinson, A guide to Old English (8th Edition), Wiley-Blackwell, Hoboken 2012.
BIBLIOGRAFIA
Archivio: Biblioteca - Guglielmo da Baskerville
Sezione: Fonti - Nabū-kudurri-uṣur
Area: Germanica - Brynhilldr
Introduzione, traduzione e note di Giorgio Lucarelli.
Creazione pagina: 08.01.2018
Ultima modifica: 25.12.2018
 
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