ETIMOLOGIA La parola ginnungahiminn
andrebbe tradotta con «cielo primordiale» o «cielo
abissale».
- Ginnunga- | Per il discusso termine ginnunga-, dal significato di «spalancato,
vuoto, abissale» (o usato come suffisso di intensità), si veda la
discussione al termine [Ginnungagap]►
- -himinn | Dal sostantivo norreno, himinn (rar.
hifinn) «cielo». La parola deriva da un
protogermanico *hemina- e nei vari esiti la
consonante radicale varia tra m e f (v);
la finale tra n e l (cfr. gotico himins;
anglosassone heofon, inglese heaven; antico
sassone heƀans, antico alto tedesco himila,
olandese hemel, tedesco Himmel; danese e
svedese himmel).
|
LETTERATURA Il
termine Ginnungahiminn è citato in un'unica
occorrenza, da Snorri, laddove si parla della creazione
delle stelle nel cielo, da parte dei figli di
Borr cioè Óðinn, Víli e Vé.
Þá tóku þeir síur ok gneista þá er
lausir fóru ok kastat hafði ór
Muspellsheimi, ok settu á miðjan
Ginnungahimin, bæði ofan ok neðan
til at lýsa himin ok jǫrð. Þeir
gáfu staðar ǫllum eldingum, sumum
á himni, sumar fóru lausar undir
himni, ok settu þó þeim stað ok
skǫpuðu gǫngu þeim. |
Poi [i figli di Borr]
presero scintille e fiammelle, che correvano libere,
e furono lanciate fuori dal
Múspellsheimr, e le posero nel
mezzo del
Ginnungahiminn, sia in alto che in basso, affinché illuminassero cielo e
terra. Diedero un posto a tutte le luci, ad alcune
nel cielo, mentre altre correvano libere sotto di
esso, e anche a queste diedero un posto dando forma
al loro percorso. |
Snorri Sturluson:
Prose Edda
>
Gylfaginning
[8] |
Il contesto della scena viene
posto subito dopo l'uccisione di Ymir
e la creazione del mondo a partire dal suo corpo smembrato
e, in particolare, subito dopo l'imposizione della volta del
cielo, tratta dal cranio del gigante primordiale. Per
quanto, in analogia col concetto di
Ginnungagap, sembra di poter
dedurre che il termine Ginnungahiminn indichi il
cielo abissale, sembra anche ovvio constatare, a partire da
questa scena, che le stelle, tratte dalle fiammelle e
scintille del
Múspellsheimr, siano state disposte
all'interno del cranio-cielo, in modo da poter essere
visibili dalla terra. Il termine, dunque, è qui
probabilmente utilizzato nel senso astronomico di
«firmamento», «spazio», «cielo notturno». Si noti
tuttavia che, dei quattro manoscritti dell'Edda
di Snorri, soltanto il Codex Regius [Rs] riporta riporta la
lezione sopra presentata, secondo lui il corpo di Ymir
venne posto «nel mezzo del
Ginnungahiminn» [á miðjan
Ginnungahimin]. Il Codex Trajectinus [T] e il Codex
Uppsaliensis [U] scrivono invece: «nel mezzo del
Ginnungagap, nel cielo» [í mitt Ginnungagap á
himin]. Il Codex Wormianus [W] scrive semplicemente: «nel cielo» [á
himin], senza citare né il
Ginnungahiminn, né il Ginnungagap.
Dunque, la parola
Ginnungahiminn è presente soltanto nel Codex Regius. È possibile che si tratti, se non di un errore, almeno di
un neologismo. |