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Snorri Sturluson

PROSE EDDA

GYLFAGINNING

L'INGANNO DI GYLFI

▼ Snorri Sturluson, PROSE EDDA
Prose Edda. Edda in prosa
Fyrirs�gn ok Form�li, Rubrica e prologo
Gylfaginning, L'inganno di Gylfi
 Sk�ldskaparm�l, Discorso sull'arte scaldica
Avviso
GYLFAGINNING - Testo
Note
Bibliografia
PROSE EDDA
GYLFAGINNING
L'INGANNO DI GYLFI
  1. Di re Gylfi e Gefjun
  2. Qui si racconta dell'inganno di Gylfi
  3. Delle domande di Gangleri
  4. Qui si narra di M�spellsheimr e di Surtr
  5. Qui si narra di quando gli d�i diedero forma al gigante Ymir
  6. Di quando sorse la vacca Au�humla
  7. Di quando i figli di Borr uccisero Ymir
  8. I figli di Borr formano la terra e il cielo
  9. I figli di Borr formano Askr ed Embla
  10. Del gigante Nǫrfi e di N�tt, sua figlia
  11. Del Sole e della Luna
  12. Il tormento di S�l
  13. Qui si narra di Bifrǫst
  14. La dimora degli d�i e la nascita dei nani
  15. Qui si narra del Santuario degli d�i
  16. Sul frassino Yggdrasill
  17. Qui si narra di �lfheimr
  18. L'origine del vento
  19. La differenza tra estate e inverno
  20. Qui si narra dei nomi di ��inn e del suo potere
  21. Qui si narra di ��rr, del suo potere, e di Bilsk�rnir
  22. Di Baldr
  23. Di Njǫr�r e Ska�i
  24. Dei figli di Njǫr�r
  25. Di T�r
  26. Di Bragi e I�unn
  27. Di Heimdallr
  28. Di Hǫ�r
  29. Di V��arr
  30. Di V�li
  31. Di Ullr
  32. Di Forseti
  33. Qui si narra dell'�ss Loki
  34. Dei figli di Loki e la cattura del lupo Fenrir
  35. Delle �synjur
  36. Delle valchirie
  37. Freyr conquista Ger�r
  38. Del mangiare e del bere presso gli �sir
  39. Della bevanda degli Einherjar
  40. L'imponenza di Valhǫll
  41. Il passatempo degli Einherjar
  42. Di quando Loki concep� Sleipnir insieme con Sva�ilfǿri
  43. Sk��bla�nir
  44. Qui interviene �ri�i [?]
    Qui inizia la saga di ��rr e �tgar�aloki
  45. L'incontro fra ��rr e Skr�mir
  46. Le imprese di ��rr e dei suoi compagni
  47. La separazione di ��rr e �tgar�aloki
  48. Qui si narra di quando ��rr and� a pescare il Mi�gar�sormr
  49. Della dipartita di Baldr e del viaggio di Herm��r nel regno di Hel
  50. Loki imprigionato
  51. Di fimbulvetr e di ragnar�kr
  52. Le dimore dopo il ragnar�kr
  53. Chi sopravvive al ragnar�kr
  54. Gangleri
    Epilogo

GYLFAGINNING

L'INGANNO DI GYLFI

       
1 [Fr� Gylfa konungi ok Gefjuni] [Di re Gylfi e Gefjun] NOTA
1a Gylfi konungr r�� �ar lǫndum er n� heitir Sv��j��. Fr� honum er �at sagt at hann gaf einni farandi konu at launum skemtunar sinnar eitt pl�gsland � r�ki s�nu �at er fj�rir �xn drǿgi upp dag ok n�tt. En s� kona var ein at �sa �tt, hon er nefnd Gefjun. Hon t�k fj�ra �xn nor�an �r Jǫtunheimum, en �at v�ru synir jǫtuns ok hennar, ok setti �� fyrir pl�g. En pl�grinn gekk sv� hart ok dj�pt at upp leysti landit, ok dr�gu �xninir �at land �t � hafit ok vestr, ok n�mu sta�ar � sundi nǫkkvoru. �ar setti Gefjun landit ok gaf nafn ok kalla�i Selund. Ok �ar sem landit haf�i upp gengit, var �ar eptir vatn. �at er n� Lǫgrinn kalla�r � Sv��j��, ok liggja sv� v�kr � Leginum sem nes � Selundi.

Re Gylfi regnava su quelle terre che oggi si chiamano Sv��j��. Di lui si narra che diede a una girovaga, quale compenso per averlo intrattenuto, tanta terra nel suo regno quanta ne potessero arare quattro buoi in un giorno e una notte. Questa donna per� era della stirpe degli �sir e aveva nome Gefjun. Ella port� da Jǫtunheimr, nel nord, quattro buoi che erano figli suoi e di uno jǫtunn. Li aggiog� tutti e quattro a un aratro, ma il vomere penetr� nel suolo con tanta forza e a tale profondit� che la terra si stacc� e i buoi la trascinarono a occidente sul mare, arrestandosi in uno stretto. L� si ferm� Gefjun, diede un nome a quella terra e la chiam� Selund. E dove la terra era stata strappata, l'acqua form� in seguito quel lago che oggi � detto Lǫgrinn in Sv��j��; ci sono infatti tante baie nel Lǫgrinn quanti promontori in Selund.

NOTA
1b Sv� segir Bragi sk�ld gamli:

Come dice il vecchio scaldo Bragi:

{1}

Gefjun dr� fr� Gylfa
glǫ� dj�prǫ�ul ǫ�la
sv� at af rennirauknum
rauk, Danmarkar auka.
B�ru �xn ok �tta
ennitungl �ar er gengu
fyrir vineyjar v��ri
valrauf, fjǫgur hǫfu�.

Gefjun trasse da Gylfi
lieta un sole profondo,
che per affanno di soma
crescesse la Danimarca.
In fronte avevano i buoi
otto lune quando fecero
di bell'isola ampio bottino:
quattro eran le teste.

NOTA
       
2 H�r hefr Gylva ginning fr� �v� er Gylfi s�tti heim Allfǫ�r � �sgar� me� fjǫlkyngi, ok fr� villu �sa, ok fr� spurningu Gylva. Qui si racconta dell'inganno di Gylfi, di quando Gylfi raggiunse la casa di Allfǫ�r in �sgar�r con la magia, degli �sir ingannevoli e delle domande di Gylfi. NOTA
2a Gylfi konungr var ma�r vitr ok fjǫlkunnigr. Hann undra�isk �at mjǫk er �saf�lk var sv� kunnigt at allir hlutir gengu at vilja �eira. �at hugsa�i hann hv�rt �at mundi vera af e�li sj�lfra �eira, e�a mundi �v� valda go�mǫgn �au er �eir bl�tu�u. Hann byrja�i fer� s�na til �sgar�s ok f�r me� laun ok br� � sik gamals manns l�ki ok dul�isk sv�. En �sir v�ru �v� v�sari at �eir hǫf�u sp�d�m, ok s� �eir fer� hans fyrr en hann kom ok ger�u � m�ti honum sj�nhverfingar. En er hann kom inn � borgina, �� s� hann �ar h�va hǫll, sv� at varla m�tti hann sj� yfir hana. �ak hennar var lagt gyltum skjǫldum sv� sem sp�n�ak.

Re Gylfi era un uomo sapiente ed esperto di magia. Si stupiva molto che il popolo degli �sir avesse una tale abilit� che riuscisse a far accadere tutto secondo il proprio volere. Si chiese se questo fosse dovuto alla loro natura o se dipendesse dal potere degli d�i a cui tributavano sacrifici. Si mise in cammino verso �sgar�r e viaggi� in incognito, camuffato da vecchio cos� da non farsi riconoscere. Ma gli �sir erano pi� saggi, in quanto avevano il dono della preveggenza: si accorsero che si era messo in viaggio prima che arrivasse, e lanciarono sj�nhverfingar su di lui. Quando Gylfi entr� nella rocca, vide una hǫll talmente alta che a stento ne scorgeva la sommit�. Il tetto era ricoperto di scudi dorati disposti come tegole.

NOTA
2b Sv� segir �j���lfr inn hvinverski at Valhǫll var skjǫldum �ǫk�: Cos� dice �j���lfr di Hv�nn che Valhǫll era coperta di scudi:

{2}

�� baki l�tu bl�kja,
bar�ir v�ru grj�ti,
Sv�fnis saln�frar
seggir hyggjandi�.

�Sul dorso facevano splendere,
mentr'eran da pietra colpiti,
i coppi della sala di Sv�fnir,
credendo di essere astuti�.

NOTA
2c Gylfi s� mann � hallardurum, ok l�k at handsǫxum ok haf�i t�lf senn � lopti. S� spur�i hann fyrr at nafni. Hann nefndisk Gangleri ok kominn af refilstigum ok beiddisk at sǿkja til n�ttsta�ar, ok spur�i hverr hǫllina �tti. Gylfi vide un uomo sulla porta che giostrava con dei pugnali e ne teneva sette in aria tutti insieme. Questi gli chiese innanzitutto il suo nome. Gylfi disse di chiamarsi Gangleri e di essere giunto per sentieri misteriosi; chiese ospitalit� per la notte e domand� di chi fosse la hǫll. NOTA
2d Hann svarar at �at var konungr �eira, �en ek m� fylgja ��r at segja hann. Skaltu �� sj�lfr spyrja hann nafns,� ok snerisk s� ma�r fyrir honum inn � hǫllina. En hann gekk eptir, en �egar lauksk hur�in � h�la honum. L'uomo rispose che era del loro re. �Posso condurti a vederlo e potrai chiedergli tu stesso il suo nome.� E subito quell'uomo entr� nella sala. Gylfi lo segu� e la porta si chiuse alle loro spalle.
2e �ar s� hann mǫrg g�lf ok margt f�lk, sumt me� leikum, sumir drukku, sumir me� v�pnum ok bǫr�usk. �� lita�isk hann um ok ��ttu margir hlutir �tr�ligir �eir er hann s�.

L� egli vide molte stanze e una gran folla di gente; alcuni giocavano, altri bevevano, altri, armati, si battevano. Gylfi si guardava intorno e molto di quel che vedeva gli sembrava incredibile.

2f �� m�lti hann: Disse quindi:
{3}

�G�ttir allar
��r gangi fram
um skygnask skyli,
�v�at �v�st er at vita
hvar �vinir
sitja � fleti fyrir�.

�Tutte le porte
prima di varcarle
vanno scrutate,
ch� dubbio sovviene
se nemici siedano
nella sala [che ti sta] davanti�.

NOTA

2g

Hann s� �rj� h�s�ti ok hvert upp fr� ǫ�ru, ok s�tu �r�r menn, sinn � hverju. �� spur�i hann hvert nafn hǫf�ingja �eira v�ri. S� svarar er hann leiddi inn, at s� er � inu nezta h�s�ti sat var konungr ok heitir H�r, en �ar n�st s� er heitir Jafnh�r, en s� ofarst er �ri�i heitir. �� spyrr H�r komandann hv�rt fleira er eyrindi hans, en heimill er matr ok drykkr honum sem ǫllum �ar � H�va hǫll. Hann segir at fyrst vil hann spyrja ef nǫkkvorr er fr��r ma�r inni. H�r segir at hann komi eigi heill �t nema hann s� fr��ari, Vide tre troni, l'uno sopra l'altro, e su ciascuno sedeva un uomo. Allora domand� che nome avessero quei signori. Colui che lo aveva condotto fin l� gli rispose che quello seduto sul trono pi� basso era il re e si chiamava H�r, quello vicino Jafnh�r e quello pi� in alto �ri�i. Allora H�r domand� al nuovo venuto che cosa desiderasse e gli disse che poteva mangiare e bere come tutti gli altri nella hǫll di H�r. Egli rispose che per prima cosa voleva sapere se fosse presente qualche erudito. H�r gli rispose che non se ne sarebbe andato sano di l� se non fosse divenuto pi� sapiente,
{4}

ok stattu frammi
me�an �� fregnar,
sitja skal s� er segir.

e resta in piedi
mentre domandi;
sieder� colui che parla.

       

3

Fr� spurningu Ganglera

Delle domande di Gangleri  
3a

Gangleri h�f sv� m�l sitt: �Hverr er ǿztr e�a elztr allra go�a?�

Gangleri inizi� quindi a dire: �Chi � il sommo o il pi� antico di tutti gli d�i?�
3b H�r segir: �S� heitir Allfǫ�r at v�ru m�li, en � �sgar�i inum forna �tti hann t�lf nǫfn. Eitt er Allfǫ�r, annat er Herran e�a Herjan, �ri�ja er Nikarr e�a Hnikarr, fj�r�a er Nikuz e�a Hniku�r, fimta Fjǫlnir, s�tta �ski, sjaunda �mi, �tta Bifli�i e�a Biflindi, n�unda Svi�arr, t�unda Svi�rir, ellipta Vi�rir, t�lfta J�lg e�a J�lkr�. H�r disse: �Egli � chiamato Allfǫ�r nella nostra lingua, ma anticamente in �sgar�r aveva dodici nomi. Il primo � Allfǫ�r, il secondo Herran o Herjan, il terzo Nikarr o Hnikarr, il quarto Niku�r o Hniku�r, il quinto Fjǫlnir, il sesto �ski, il settimo �mi, l'ottavo Bifli�i o Biflindi, il nono Svi�urr, il decimo Svi�rir, l'undicesimo Vi�rir, il dodicesimo J�lg o J�lkr�.
3c �� spyrr Gangleri: �Hvar er s� gu�, e�a hvat m� hann, e�a hvat hefir hann unnit framaverka?�

Allora chiese Gangleri: �Dov'� questo dio? Qual � il suo potere? Quali grandi opere ha compiuto?�

3d

H�r segir: �Lifir hann of allar aldir ok stj�rnar ǫllu r�ki s�nu ok r��r ǫllum hlutum, st�rum ok sm�m�.

H�r disse: �Egli vive in tutti i tempi e regge tutto il suo regno e governa tutte le cose, grandi e piccole�.
3e

�� m�lti Jafnh�r: �Hann sm��a�i himin ok jǫr� ok loptin ok alla eign �eira�.

Allora parl� Jafnh�r: �Egli ha forgiato il cielo e la terra e l'aria e tutto quanto vi si trova�.
3f �� m�lti �ri�i: �Hitt er mest, er hann ger�i manninn ok gaf honum ǫnd �� er lifa skal ok aldri t�nask, ��tt l�kaminn f�ni at moldu e�a brenni at ǫsku. Ok skulu allir menn lifa �eir er r�tt eru si�a�ir ok vera me� honum sj�lfum �ar sem heitir Giml� e�a Ving�lf, en v�ndir menn fara til Heljar ok �a�an � Niflhel, �at er ni�r � inn n�unda heim�.

Allora parl� �ri�i: �Ma quel che di pi� grande egli ha compiuto � stata la creazione dell'uomo a cui ha donato il respiro affinch� viva e mai muoia, bench� il corpo si dissolva in polvere o bruci fino a diventare cenere. Tutti gli uomini giusti vivranno e abiteranno insieme a lui in quel luogo che � chiamato Giml� o Ving�lf. Gli uomini malvagi andranno invece da Hel e da l� nel Niflhel, che si trova in basso, gi�, nel nono mondo�.

3g �� m�lti Gangleri: �Hvat haf�isk hann ��r at en himinn ok jǫr� v�ri gǫr?� Allora disse Gangleri: �Che cosa faceva egli prima che il cielo e la terra venissero creati?�
3h �� svarar H�r: ��� var hann me� hr�m�ussum�. H�r rispose: �In quel tempo egli si trovava con i hr�m�ursar, i giganti di brina�.
       

4

H�r segir fr� Muspells heimi, ok fr� Surti

Qui si narra di M�spellsheimr e di Surtr  
4a Gangleri m�lti: �Hvat var upphaf e�a hversu h�fsk, e�a hvat var ��r?�

Gangleri disse: �Come fu il principio? Che cosa avvenne e cosa c'era prima?�

4b H�r svarar: �Sv� sem segir � Vǫlusp�: H�r rispose: �Cos� come � detto nella Vǫlusp�:
{5}

�r var alda
�at er ekki var.
Vara sandr n� s�r
n� svalar unnir.
Jǫr� fannsk eigi
n� upphiminn,
gap var ginnunga,
en gras ekki�.

Al principio era il tempo,
quando nulla esisteva.
Non c'era sabbia n� mare
n� gelide onde.
Non c'era terra
n� cielo in alto:
un vuoto si spalancava
ma nulla cresceva�.

NOTA
4c �� m�lti Jafnh�r: �Fyrr var �at mǫrgum ǫldum en jǫr� var skǫpu�, er Niflheimr var gǫrr, ok � honum mi�jum liggr bru�r s� er Hvergelmir heitir, ok �a�an af falla ��r �r er sv� heita: Svǫl, Gunn�r�, Fjǫrm, Fimbul, �ul, Sl��r ok Hr��, Sylgr ok Ylgr, V��, Leiptr, Gjǫll er n�st Helgrindum�.

Allora disse Jafnh�r: �Erano quei tempi antichi, prima che la terra venisse foggiata, quando venne fatto il Niflheimr, al cui centro stava la sorgente chiamata Hvergelmir; da l� sgorgavano i fiumi che cos� si chiamano: Svǫl, Gunn�r�, Fjǫrm, Fimbul�ul, Sl��r e Hr��, Sylgr e Ylgr, V��, Leiptr e Gjǫll, che � il pi� prossimo ai cancelli di Hel�.

4d �� m�lti �ri�i: �Fyrst var �� s� heimr � su�rh�lfu er Muspell heitir. Hann er lj�ss ok heitr. S� �tt er logandi ok brennandi, er hann ok �fǿrr �eim er �ar eru �tlendir ok eigi eigu �ar ��ul.

Allora disse �ri�i: �Ma prima di ogni cosa vi fu quel mondo, a sud, chiamato M�spell. � luminoso e caldo, questo paese che arde e divampa, impervio agli stranieri e a coloro che non vi sono nati.

4e S� er Surtr nefndr er �ar sitr � lands enda til landvarnar. Hann hefir loganda sver�, ok � enda veraldar mun hann fara ok herja ok sigra ǫll go�in ok brenna allan heim me� eldi. Surtr � il nome di colui che risiede ai confini di quella terra, di cui � il guardiano. Egli impugna una spada fiammeggiante e alla fine dei tempi giunger�, combatter�, vincer� tutti gli d�i e brucer� il mondo intero con il fuoco.
4f Sv� segir � Vǫlusp�: Cos� infatti � detto nella Vǫlusp�:
 
{6}

Surtr ferr sunnan
me� sviga l�vi.
Sk�nn af sver�i
s�l valt�va.
Grj�tbjǫrg gnata
en g�fr rata.
Tro�a halir helveg
en himinn klofnar�.

Surtr viene da sud
col veleno dei rami.
Splende la spada,
sole degli d�i caduti.
Le rocce si frangono,
crollano gigantesse;
gli uomini vanno ad Hel,
il cielo si schianta�.

NOTA
       

5

H�r segir er gu�in skǫpu�u Ymi jǫtun

Qui si narra di quando gli d�i diedero forma al gigante Ymir  
5a Gangleri m�lti: �Hversu skipa�ist, ��r en �ttirnar yr�i e�a auka�ist mannf�lkit?�

Gangleri disse: �Che cosa avvenne prima che si formassero le varie stirpi e che il genere umano prosperasse?�

5b �� m�lti H�r: ��r ��r er kalla�ar eru �liv�gar, �� er ��r v�ru sv� langt komnar fr� uppsprettunni at eitrkvikja s� er �ar fylg�i har�na�i sv� sem sindr �at er renn �r eldinum, �� var� �at �ss, ok �� er s� �ss gaf sta�ar ok rann eigi, �� h�ldi yfir �annig �r �at er af st�� eitrinu ok fraus at hr�mi, ok j�k hr�mit hvert yfir annat allt � Ginnungagap�.

Allora parl� H�r: �Accadde che quei fiumi che sono chiamati �liv�gar arrivarono cos� lontano dalla loro sorgente che la schiuma velenosa da loro recata s'indur� come la scoria che scappa dal fuoco, divenendo ghiaccio. E l� dove quel ghiaccio si arrest� e non and� oltre, i vapori levatisi dal veleno gelarono in brina, e la brina si stese sopra ogni altra cosa nel Ginnungagap�.

5c �� m�lti Jafnh�r: �Ginnungagap, �at er vissi til nor�rs �ttar, fyltisk me� �unga ok hǫfugleik �ss ok hr�ms ok inn � fr� �r ok gustr. En hinn sy�ri hlutr Ginnungagaps l�ttisk m�ti gneistum ok s�um �eim er flugu �r Muspellsheimi�.

Allora disse Jafnh�r: �Ginnungagap, nella parte che volge verso il nord, si ricopr� di strati di ghiaccio e di brina, e da esso si levavano bruma e vento, mentre la parte a sud del Ginnungagap ne fu preservata dalla lava e dalle scintille che scaturivano da M�spellsheimr�.

NOTA
5d �� m�lti �ri�i: �Sv� sem kalt st�� af Niflheimi ok allir hlutir grimmir, sv� var �at er vissi n�munda Muspelli heitt ok lj�st, en Ginnungagap var sv� hl�tt sem lopt vindlaust. Ok �� er mǿttisk hr�min ok bl�r hitans, sv� at br��na�i ok draup, ok af �eim kvikudropum kvikna�i me� krapti �ess er til sendi hitann ok var� manns l�kandi ok var s� nefndr Ymir. En hr�m�ussar kalla hann Aurgelmi, ok eru �a�an komnar �ttir hr�m�ussa, sv� sem segir � Vǫlusp� hinni skǫmmu:

Allora disse �ri�i: �Cos� come il freddo proveniva da Niflheimr insieme a tutto ci� che � temibile, quanto si volgeva verso M�spell era caldo e luminoso e Ginnungagap era mite come aria priva di vento. Quando la brina fu investita dal vento caldo, si sciolse e gocciol�, e in quelle gocce, grazie alla forza di colui che aveva mandato il calore, nacque la vita ed essa assunse forma d'uomo. Costui fu detto Ymir, ma i hr�m�ursar  lo chiamano Aurgelmir ed � da lui che discende la loro stirpe di giganti, come dice la Vǫlusp� inni skǫmmu:

NOTA
{7}

Eru vǫlur allar
fr� Vi��lfi,
vitkar allir
fr� Vilmei�i,
en sei�berendr
fr� Svarthǫf�a,
allir jǫtnar
fr� Ymi komnir

Le veggenti tutte
da Vi�olfr,
i maghi tutti
da Vilmei�r,
gli stregoni
da Svarthǫf�i,
gli jǫtnar tutti
da Ymir discendono.

NOTA
5e En h�r segir sv� Vaf�r��nir jǫtunn: E qui dice cos� il gigante Vaf�r��nir:
{8}

Hva�an Aurgelmir kom
me� jǫtna sonum
fyrst inn fr��i jǫtunn:
�r �liv�gum
stukku eitrdropar
ok �x unz var� �r jǫtunn,
�ar �rar �ttir
komu allar saman,
�v� er �at allt e�a atalt�.

Da dove Aurgelmir venne
tra i figli degli jǫtnar
per primo, il sapiente gigante?�
Dagli �liv�gar
scatur� in gocce il veleno
e crebbe finch� nacque un gigante.
Da l� le nostre stirpi
vennero tutte insieme,
per cui sempre feroci saranno�.

NOTA
5f �� m�lti Gangleri: �Hvernig �xu �ttir �a�an e�a skapa�isk sv� at fleiri menn ur�u? E�a tr�ir �� �ann gu� er n� sag�ir �� fr�?�

Allora disse Gangleri: �Ma come fecero a nascere da lui le stirpi e come accadde che nacquero tanti uomini? Ritieni che fosse un dio, colui di cui mi hai ora parlato?�

5g �� svarar H�r: �Fyr �ngan mun j�tum v�r hann gu�. Hann var illr ok allir hans �ttmenn, �� kǫllum v�r hr�m�ursa. En sv� er sagt at �� er hann svaf fekk hann sveita. �� �x undir vinstri hendi honum ma�r ok kona, ok annarr f�tr hans gat son vi� ǫ�rum. En �a�an af k�mu �ttir, �at eru hr�m�ursar. Hinn gamli hr�m�urs, hann kǫllum v�r Ymi�. Allora disse H�r: �Non lo riteniamo affatto un dio. Egli era malvagio e lo era tutta la sua progenie, che noi chiamiamo dei hr�m�ursar. Cos� si racconta, che mentre egli dormiva si mise a sudare. Sotto la sua mano sinistra crebbero un uomo e una donna, e un piede concep� un figlio con l'altro e da qui discesero le stirpi che divennero i giganti di brina. Quell'antico hr�m�urs noi lo chiamiamo Ymir�.  
       

6

Fr� �v� er skǫpu� var k�rin Au�umla

Di quando prese forma la vacca Au�humla  
6a �� m�lti Gangleri: �Hvar bygg�i Ymir, e�a vi� hvat lif�i hann?�

Allora disse Gangleri: �Dove dimorava Ymir? di che cosa viveva?�

6b H�r svarar: �N�st var �at �� er hr�mit draup at �ar var� af k�r s� er Au�humla h�t, en fj�rar mj�lk�r runnu �r spenum hennar, ok fǿddi h�n Ymi�.

H�r rispose: �Non appena la brina si sciolse, da essa prese forma una vacca, chiamata Au�humla; quattro fiumi di latte sgorgavano dalle sue mammelle e in questo modo essa nutr� Ymir�.

NOTA
6c �� m�lti Gangleri: �Vi� hvat fǿddisk k�rin?�

Allora disse Gangleri: �Di che cosa si nutriva la vacca?�

6d H�r svarar: �Hon sleikti hr�msteina �� er saltir v�ru. Ok hinn fyrsta steinanna er hon sleikti, kom �r steininum at kveldi manns h�r, annan dag manns hǫfu�, �ri�ja dag var �at allr ma�r. S� er nefndr B�ri. Hann var fagr �litum, mikill ok m�ttigr. Hann gat son �ann er Borr er nefndr. Hann fekk �eirar konu er Bettla h�t, d�ttir Bǫl�orns jǫtuns, ok fengu �au �rj� sonu. H�t einn ��inn, annarr Vili, �ri�i V�. Ok �at er m�n tr�a at s� ��inn ok hans brǿ�r munu vera st�randi himins ok jar�ar. �at �tlum v�r at hann muni sv� heita, sv� heitir s� ma�r er v�r vitum mestan ok �g�ztan, ok vel megu ��r hann l�ta sv� heita�. H�r rispose: �Leccava le rocce brinate, che erano salate, e nel primo giorno in cui essa le lecc�, da quelle pietre spuntarono a sera i capelli di un uomo, il giorno dopo la testa e il terzo giorno vi fu l'uomo intero. Il suo nome era B�ri. Era di bell'aspetto, grande e possente. Gener� un figlio chiamato Borr; questi prese in moglie quella donna che si chiamava Bestla, figlia del gigante Bǫl�orn ed ebbero tre figli. Il primo si chiamava ��inn, il secondo Vili, il terzo V�, e io so per verit�, che ��inn e i suoi fratelli saranno i signori del cielo e della terra. Noi questo crediamo, che cos� debba chiamarsi colui che sappiamo essere il maggiore e il supremo, e anche voi potete chiamarlo cos�. NOTA
       
7

Fr� �v� er synir Burs dr�pu Ymi

Di quando i figli di Borr uccisero Ymir  
7a

�� m�lti Gangleri: �Hvat var� �� um �eira s�tt, e�a hv�rir v�ru r�kari?�

Allora disse Gangleri: �Ci fu un patto fra loro? Quali furono i pi� potenti?�
7b �� svarar H�r: �Synir Bors dr�pu Ymi jǫtun, en er hann fell, �� hlj�p sv� mikit bl�� �r s�rum hans at me�r �v� drek�u �eir allri �tt hr�m�ursa, nema einn komsk undan me� s�nu h�ski. �ann kalla jǫtnar Bergelmi. Hann f�r upp � l��r sinn ok kona hans ok helzk �ar, ok eru af �eim komnar hr�m�ursa �ttir, sv� sem h�r segir: H�r rispose: �I figli di Borr uccisero il gigante Ymir, ma quando egli cadde dalle sue ferite usc� tanto sangue, che in esso affogarono tutta la stirpe dei hr�m�ursar, tranne uno che fugg� con la sua famiglia. Costui gli jǫtnar lo chiamano Bergelmir. Si arrampic� sul suo mulino, sua moglie con lui, e cos� si salvarono. Da loro sono discese le stirpi dei hr�m�ursar, come cos� � detto: NOTA
{9}

Ǫr�fi vetra
��r v�ri jǫr� of skǫpu�,
�� var Bergelmir borinn.
�at ek fyrst of man
er s� hinn fr��i jǫtunn
var � l��r of lagi�r�.

Innumerevoli inverni,
prima che la terra avesse forma,
Bergelmir era gi� nato.
Questo per primo ricordo:
vidi quel saggio jǫtunn
ch'era steso su un mulino�.

NOTA
       
8

[Borssynir sk�pu iǫr� ok himinn]

[I figli di Borr formano la terra e il cielo]  
8a �� segir Gangleri: �Hvat hǫf�usk �� at Bors synir, ef �� tr�ir at �eir s� gu�?�

Quindi disse Gangleri: �Cosa fecero dunque i figli di Borr, se tu credi che siano d�i?�

8b H�r segir: �Eigi er �ar l�tit af at segja. �eir t�ku Ymi ok fluttu � mitt Ginnungagap ok ger�u af honum jǫr�ina, af bl��i hans s�inn ok vǫtnin. Jǫr�in var gǫr af holdinu, en bjǫrgin af beinunum. Grj�t ok ur�ir ger�u �eir af tǫnnum ok jǫxlum ok af �eim beinum er brotin v�ru�.

H�r disse: �Su questo non c'� poco da raccontare. Essi presero Ymir e lo posero nel mezzo del Ginnungagap e da lui trassero la terra, dal suo sangue il mare e le acque. La terra era fatta della sua carne, le rocce delle sue ossa. I sassi e le pietre le crearono dai suoi denti, dai molari, e dalle ossa che erano spezzate�.

8c �� m�lti Jafnh�r: �Af �v� bl��i er �r s�rum rann ok laust f�r, �ar af ger�u �eir sj� �ann er �eir ger�u ok festu saman jǫr�ina ok lǫg�u �ann sj� � hring �tan um hana, ok mun �at flestum manni �fǿra �ykkja at komask �ar yfir�.

Quindi parl� Jafnh�r: �Dal sangue che, corso dalle sue ferite, sgorgava fuori, essi fecero il mare. E quando ebbero formato e saldato insieme la terra, vi disposero intorno il mare come un anello; ed esso sembrer� impossibile da attraversare alla maggior parte degli uomini�.

8d �� m�lti �ri�i: �T�ku �eir ok haus hans ok ger�u �ar af himin ok settu hann upp yfir jǫr�ina me� fj�rum skautum, ok undir hvert horn settu �eir dverg. �eir heita sv�: Austri, Vestri, Nor�ri, Su�ri. �� t�ku �eir s�ur ok gneista �� er lausir f�ru ok kastat haf�i �r Muspellsheimi, ok settu � mi�jan Ginnungahimin, b��i ofan ok ne�an til at l�sa himin ok jǫr�. �eir g�fu sta�ar ǫllum eldingum, sumum � himni, sumar f�ru lausar undir himni, ok settu �� �eim sta� ok skǫpu�u gǫngu �eim. Sv� er sagt � fornum v�sindum at �a�an af v�ru dǿgr greind ok �ratal.

Quindi parl� �ri�i: �Presero anche il suo cranio, ne fecero il cielo e lo posero sopra la terra con quattro angoli, e sotto ciascun angolo posero un nano. I nani si chiamano cos�: Austri, Vestri, Nor�ri, Su�ri. Poi presero le scintille e le fiammelle che correvano libere, spruzzate fuori dal M�spellsheimr, e le posero nel mezzo del Ginnungahiminn, sia in alto che in basso, affinch� illuminassero cielo e terra. Diedero un posto a tutti gli astri: ad alcuni fisso nel cielo, mentre ad altri, che correvano liberi sotto la volta celeste, stabilirono un luogo, dando forma al loro percorso. Nelle antiche testimonianze � detto che da allora furono contati i giorni e il numero degli anni.

NOTA
8e Sv� sem segir � Vǫlusp�: Cos� dice la Vǫlusp�:
 
{10}

S�l �at ne vissi
hvar hon sali �tti.
M�ni �at ne vissi
hvat hann megins �tti.
Stjǫrnur �at ne vissu
hvar ��r sta�i �ttu.

Il sole non sapeva
dov'era la sua casa;
la luna non sapeva
qual era il suo potere;
le stelle non sapevano
di avere una dimora.

NOTA
8f V� var ��r en �etta v�ri of jǫr�.

Questo accadeva prima che esistesse la terra�.

8g

�� m�lti Gangleri: ��etta eru mikil t��indi er n� heyri ek. Fur�u mikil sm�� er �at ok hagliga gert. Hvernig var jǫr�in h�ttu�?�

Quindi disse Gangleri: �Sono grandi eventi quelli di cui ora odo. Questa � un'opera mirabile e abilmente realizzata. Quale forma fu data alla terra?�

8h �� svarar H�r: �Hon er kringl�tt �tan, ok �ar �tan um liggr hinn dj�pi sj�r, ok me� �eiri sj�varstrǫndu g�fu �eir lǫnd til byg�ar jǫtna �ttum. En fyrir innan � jǫr�unni ger�u �eir borg umhverfis heim fyrir �fri�i jǫtna, en til �eirar borgar hǫf�u �eir br�r Ymis jǫtuns ok kǫllu�u �� borg Mi�gar�. �eir t�ku ok heila hans ok kǫstu�u � lopt ok ger�u af sk�in, sv� sem h�r segir:

Quindi rispose H�r: �Essa � circolare all'esterno e tutt'attorno c'� un mare profondo. Lungo le rive di quel mare [i figli di Borr] diedero dimora alle stirpi degli jǫtnar perch� vi abitassero. Ma nell'entroterra, innalzarono un bastione a circondare il mondo, contro l'ostilit� degli jǫtnar. Usarono, per il loro recinto, le ciglia del gigante Ymir, e chiamarono quella fortezza Mi�gar�r. Presero anche il suo cervello, lo lanciarono in cielo e ne fecero le nuvole, cos� come � qui detto:

8i
{11}

�r Ymis holdi
var jǫr� of skǫpu�,
en �r sveita sj�r,
bjǫrg �r beinum,
ba�mr �r h�ri,
en �r hausi himinn

Dalla carne di Ymir
fu la terra formata,
dal sangue i mari,
montagne dalle ossa,
alberi dai capelli
e dal cranio il cielo.

NOTA
{12}

En �r hans br�m
ger�u bl�� regin
Mi�gar� manna sonum,
en �r hans heila
v�ru �au hin har�m��gu
sk� ǫll of skǫpu�.

Con le sue ciglia
fecero gli d�i gentili
Mi�gar�r per i figli degli uomini;
e dal suo cervello
furono le impetuose
nuvole tutte create.

       

9

[Borssynir sk�pu Ask ok Emblu]

[I figli di Borr formano Askr ed Embla]  
9a

�� m�lti Gangleri: �Mikit ��tti m�r �eir hafa �� sn�it til lei�ar er jǫr� ok himinn var gert ok s�l ok himintungl v�ru sett ok skipt dǿgrum. Ok hva�an k�mu menninir �eir er heim byggja?�

Quindi parl� Gangleri: Grandi cose mi sembra che essi abbiano compiuto, quando terra e cielo furono creati, ebbero il loro posto il sole e gli astri, e inizi� il conto dei giorni. Ma da dove giunsero gli uomini che abitano il mondo?

9b �� svarar H�r: ��� er �eir Bors synir gengu me� s�varstrǫndu, fundu �eir tr� tvau, ok t�ku upp tr�in ok skǫpu�u af menn. Gaf hinn fyrsti ǫnd ok l�f, annarr vit ok hrǿring, �ri�i �sj�nu, m�lit ok heyrn ok sj�n; g�fu �eim kl��i ok nǫfn. H�t karlma�rinn Askr en konan Embla, ok �lusk �a�an af mannkindin, �eim er byg�in var gefin undir Mi�gar�i. Rispose H�r: �Mentre i figli di Borr andavano lungo la riva del mare trovarono due alberi, li raccolsero e li mutarono in uomini. Il primo diede loro respiro e vita, il secondo ragione e movimento, il terzo aspetto, parola, udito e vista. Diedero poi loro vesti e nomi. Il maschio si chiam� Askr, la femmina Embla; da loro nacque l'umanit�, a cui fu data dimora entro Mi�gar�r.  
9c �ar n�st ger�u �eir s�r borg � mi�jum heimi er kalla�r er �sgar�r. �at kǫllum v�r Troja. �ar byg�u gu�in ok �ttir �eira ok ger�usk �a�an af mǫrg t��indi ok greinir b��i � jǫr�u ok � lopti. �ar er einn sta�r er Hli�skj�lf heitir, ok �� er ��inn settisk �ar � h�s�ti, �� s� hann of alla heima ok hvers manns athǿfi ok vissi alla hluti �� er hann s�. Kona hans h�t Frigg Fjǫrgvinsd�ttir, ok af �eira �tt er s� kynsl�� komin er v�r kǫllum �sa �ttir, er bygt hafa �sgar� hinn forna ok �au r�ki er �ar liggja til, ok er �at allt go�kunnig �tt. Ok fyrir �v� m� hann heita Allfǫ�r at hann er fa�ir allra go�anna ok manna ok alls �ess er af honum ok hans krapti var fullt gert. Jǫr�in var d�ttir hans ok kona hans. Af henni ger�i hann hinn fyrsta soninn, en �at er �sa��rr. Honum fylg�i afl ok sterkleikr, �ar af sigrar hann ǫll kvikvendi. Poi [i figli di Borr] costruirono per s� stessi, nel centro del mondo, una rocca che fu chiamata �sgar�r, sebbene noi la chiamiamo Troja. L� abitano gli d�i e le loro stirpi e da allora molti avvenimenti e vicissitudini sono accaduti sia in cielo che in terra. L� c'� un posto chiamato Hli�skj�lf e, quando ��inn si insediava l� nell'alto seggio, osservava tutto il mondo e le azioni di ogni uomo, e comprendeva tutto ci� che vedeva. Sua moglie si chiamava Frigg figlia di Fjǫrgynn e dalla loro discendenza proviene la stirpe degli �sir, che ha popolato l'antica �sgar�r e quei regni che le appartengono. Per questo egli deve essere chiamato Allfǫ�r, perch� � padre di tutti gli d�i, degli uomini e di tutto ci� che � stato compiuto grazie a lui e alla sua potenza. Jǫr� fu sua figlia e sposa. Da essa ebbe il primo figlio, che � �sa��rr: lo accompagnano virt� e forza, e per questo egli sopravanza tutti gli altri esseri viventi. NOTA
       
10

Fr� N�ra jǫtni ok N�tt, d�ttur hans

Del gigante Nǫrfi e di N�tt, sua figlia  
10a

�Nǫrfi e�a Narfi h�t jǫtunn er byg�i � Jǫtunheimum. Hann �tti d�ttur er N�tt h�t. Hon var svǫrt ok d�kk sem hon �tti �tt til. Hon var gipt �eim manni er Naglfari h�t. �eira sonr h�t U�r. �v� n�st var hon gipt �eim er Annarr h�t. Jǫr� h�t �eira d�ttir. S��arst �tti hana Dellingr, var hann �sa �ttar. Var �eira sonr Dagr. Var hann lj�ss ok fagr eptir fa�erni s�nu. �� t�k Allfǫ�r N�tt ok Dag, son hennar, ok gaf �eim tv� hesta ok tv�r kerrur ok setti �au upp � himin, at �au skulu r��a � hverjum tveim dǿgrum umhverfis jǫr�ina. R��r N�tt fyrri �eim hesti er kalla�r er Hr�mfaxi, ok at morni hverjum d�ggvir hann jǫr�ina af m�ldropum s�num. S� hestr er Dagr � heitir Skinfaxi, ok l�sir allt lopt ok jǫr�ina af faxi hans�.

Nǫrfi o Narfi si chiamava uno jǫtunn che abitava in Jǫtunheimr. Egli aveva una figlia di nome N�tt, la quale era scura di carnagione e nera di capelli, come si addiceva alla sua stirpe. Ella era moglie di un uomo chiamato Naglfari. Loro figlio fu Au�r. In seguito fu sposata a uno che si chiamava �nnarr. Loro figlia si chiam� Jǫr�. Infine ebbe Dellingr, che era della stirpe degli �sir. Loro figlio fu Dagr. Questi era luminoso e bello come suo padre. Quindi Allfǫ�r prese N�tt e Dagr, figlio di lei, diede loro due cavalli e due carri e li mand� su in cielo, affinch� cavalcassero ogni dodici ore attorno alla terra. N�tt corre per prima su quel cavallo che si chiama Hr�mfaxi e ogni mattino esso bagna la terra con la schiuma del suo morso. Il cavallo che possiede Dagr si chiama Skinfaxi perch� col suo manto illumina tutto il cielo e la terra�. NOTA
       
11

[Fr� S�l ok M�na]

[Del Sole e della Luna]  
11a �� m�lti Gangleri: �Hversu st�rir hann gang s�lar ok tungls?�

Quindi parl� Gangleri: �In che modo egli governa il corso del sole e della luna?�

11b

H�r segir: �S� ma�r er nefndr Mundilfǿri er �tti tvau bǫrn. �au v�ru sv� fǫgr ok fr�� at hann kalla�i annat M�na en d�ttur s�na S�l, ok gipti hana �eim manni er Glenr h�t. En gu�in reiddusk �essu ofdrambi ok t�ku �au systkin ok settu upp � himin, l�tu S�l keyra �� hesta er dr�gu kerru s�larinnar, �eirar er gu�in hǫf�u skapat til at l�sa heimana af �eiri s�u er flaug �r Muspellsheimi. �eir hestar heita sv�: �rvakr ok Alsvi�r. En undir b�gum hestanna settu gu�in tv� vindbelgi at kǿla ��, en � sumum frǿ�um er �at kallat �sarnkol.

H�r disse: �Un uomo che si chiamava Mundilfǿri aveva due figli. Erano cos� belli e gentili che egli chiam� suo figlio M�ni e sua figlia S�l, e diede questa in sposa all'uomo chiamato Glenr. Ma gli d�i si adirarono per questa insolenza, presero i due fratelli e li posero in cielo, costringendo S�l a cavalcare i cavalli che tirano il carro del sole, creato dagli d�i per illuminare il mondo con una favilla sfuggita dal M�spellsheimr. Quei cavalli si chiamano �rvakr e Alsvi�r: sotto le loro spalle gli d�i misero, per rinfrescarli, due otri di vento, detti negli antichi poemi �sarnkol. NOTA
11c M�ni st�rir gǫngu tungls ok r��r n�jum ok ni�um. Hann t�k tvau bǫrn af jǫr�unni er sv� heita: Bil ok Hj�ki, er �au gengu fr� brunni �eim er Byrgir heitir ok b�ru � ǫxlum s�r s� er heitir Sǿgr, en stǫngin S�mul. Vi�finnr er nefndr fa�ir �eira. �essi bǫrn fylgja M�na, sv� sem sj� m� af jǫr�u�. M�ni dirige il corso della luna e governa le sue fasi. Egli prese dalla terra due fanciulli, chiamati Bil e Hj�ki, mentre si allontanavano dalla fonte chiamata Byrgir e portavano sulle loro spalle il secchio detto Sǿgr e il bastone S�mul. Vi�finnr si chiama loro padre. Questi fanciulli seguono M�ni, come si pu� vedere dalla terra�.  
       
12

[Fr� �lfakreppu S�lar]

[Del tormento di S�l]  
12a �� m�lti Gangleri: �Skj�tt ferr s�lin ok n�r sv� sem hon s� hr�dd, ok eigi mundi hon �� meir hvata gǫngunni at hon hr�ddisk bana sinn�.

Quindi parl� Gangleri: �Il sole viaggia veloce, quasi come se S�l avesse paura, e non potrebbe andare pi� in fretta se temesse la propria morte�.

12b

�� svarar H�r: �Eigi er �at undarligt at hon fari �kafliga. N�r gengr s� er hana sǿkir, ok �ngan �tveg � hon nema renna undan�.

Rispose H�r: �Non c'� da stupirsi che corra precipitosamente. Il suo inseguitore le � vicino ed ella non ha altro scampo se non fuggire�.

12c

�� m�lti Gangleri: �Hverr er s� er henni gerir �ann �maka?�

Quindi parl� Gangleri: �Chi � colui che le procura questo affanno?�

12d

H�r segir: ��at eru tveir �lfar, ok heitir s� er eptir henni ferr Skǫll. Hann hr��isk hon, ok hann mun taka hana. En s� heitir Hati Hr��vitnisson er fyrir henni hleypr, ok vill hann taka tunglit, ok sv� mun ver�a�.

Disse H�r: �Ci sono due lupi: quello che corre dietro di lei si chiama Skoll. Egli la spaventa e alla fine la raggiunger�. Si chiama invece Hati figlio di Hr��vitnir quello che corre davanti a lei, il quale vuole prendere la luna, e anche questo accadr��.

12e

�� m�lti Gangleri: �Hverr er �tt �lfanna?�

Quindi disse Gangleri: �Da dove deriva la stirpe dei lupi?�

12f

H�r segir: �G�gr ein b�r fyrir austan Mi�gar� � �eim sk�gi er J�rnvi�r heitir. � �eim sk�gi byggja ��r trǫllkonur er J�rnvi�jur heita. In gamla g�gr fǿ�ir at sonum marga jǫtna ok alla � vargs l�kjum, ok �a�an af eru komnir �essir �lfar. Ok sv� er sagt at af �ttinni ver�r s� einn m�tkastr er kalla�r er M�nagarmr. Hann fyllisk me� fjǫrvi allra �eira manna er deyja, ok hann gleypir tungl ok st�kkvir bl��i himin ok lopt ǫll. �a�an t�nir s�l skini s�nu, ok vindar eru �� �kyrrir ok gn�ja he�an ok handan.

Rispose H�r: �Una strega abita a est di Mi�gar�r, nella foresta che si chiama J�rnvi�r. In quella foresta abitano le femmine trǫll dette J�rnvi�jur. La vecchia strega ha partorito molti giganti, tutti in forma di lupo, e da qui sono giunti questi [due] lupi. Si dice che da questa stirpe ne ne verr� uno pi� forte di tutti, detto M�nagarmr. Si nutrir� della carne di tutti gli uomini che muoiono, inghiottir� la luna, imbratter� di sangue il cielo e tutta l'aria. Allora il sole perder� la sua luce, i venti saranno inquieti ed echeggeranno avanti e indietro.

NOTA
12g Sv� segir � Vǫlusp�: Cos� dice la Vǫlusp�:
 
{13}

Austr b�r in aldna
� J�rnvi�i
ok fǿ�ir �ar
Fenris kindir.
Ver�r �r �eim ǫllum
einna nǫkkurr
tungls tj�gari
� trǫlls hami.

A oriente la vecchia
vive in J�rnvi�r
e ivi partorisce
la prole di Fenrir.
Verr� fra tutti loro
l'unico e solo
divoratore della luna
in aspetto di trǫll.

NOTA
{14}

Fyllisk fjǫrvi
feigra manna,
r��r ragna sjǫt
rau�um dreyra.
Svǫrt ver�a s�lskin
of sumur eptir,
ve�r ǫll v�lynd.
Vitu� �r enn e�a hvat?�

Sazio della vita
dei condannati,
arrossa i seggi divini
con sangue scarlatto.
Si oscura la luce del sole
nelle estati venture:
il tempo minaccia.
Volete saperne ancora?�

       
13

H�r segir fr� Bifrǫst

Qui si narra di Bifrǫst  
13a �� m�lti Gangleri: �Hver er lei� til himins af jǫr�u?�

Quindi parl� Gangleri: �Cos'� che porta dalla terra al cielo?�

13b

�� svarar H�r ok hl� vi�: �Eigi er n� fr��liga spurt. Er ��r eigi sagt �at at gu�in ger�u br� til himins af jǫr�u, ok heitir Bifrǫst? Hana muntu s�t hafa, kann vera at �at kallir �� regnboga. Hon er me� �rim litum ok mjǫk sterk ok ger me� list ok kunn�ttu meiri en a�rar sm��ir. Ok sv� sem hon er sterk, �� mun hon brotna �� er Muspells megir fara ok r��a hana, ok svima hestar �eira yfir st�rar �r. Sv� koma �eir fram�.

Rispose allora H�r, ridendo forte: �La tua domanda non � saggia. Non ti � stato detto che gli d�i hanno costruito un ponte dalla terra al cielo, chiamato Bifrǫst? Dovresti averlo visto, e forse lo chiami arcobaleno. � di tre colori, � molto robusto ed � fatto con pi� arte e sapienza di qualunque altra opera. Ma resistente com'�, nondimeno si romper� quando i figli di M�spell lo attraverseranno cavalcando e guadando i grandi fiumi coi loro cavalli. Cos� essi avanzeranno�.

NOTA
13c

�� m�lti Gangleri: �Eigi ��tti m�r go�in gera af tr�na�i br�na, er hon skal brotna mega, er �au megu gera sem �au vilja�.

Allora Gangleri disse: �Non mi sembra che gli d�i siano stati onesti, costruendo un ponte che potr� crollare, quando potevano farne uno come volevano�.

13d �� m�lti H�r: �Eigi eru go�in hallm�lis ver� fyrir �essa sm��. G�� br� er Bifrǫst, en engi hlutr er s� � �essum heimi er s�r megi treystask �� er Muspells synir herja�. Rispose allora H�r: �Non sono da biasimare gli d�i per quest'opera. Bifrǫst � un buon ponte, ma niente � abbastanza sicuro in questo mondo da poter reggere alla devastazione dei figli di M�spell�.
       

14

[Um b�sta�i go�a ok upphaf dverga]

[La dimora degli d�i e la nascita dei nani]  
14a �� m�lti Gangleri: �Hvat haf�isk Allfǫ�r �� at er gǫrr var �sgar�r?�

Quindi parl� Gangleri: �Cosa fece Allfǫ�r quando �sgar�r fu costruita?�

14b H�r segir: �� upphafi setti hann stj�rnarmenn � s�ti ok beiddi �� at dǿma me� s�r �rlǫg manna ok r��a um skipun borgarinnar. �at var �ar sem heitir I�avǫllr � mi�ri borginni. Var �at hit fyrsta �eira verk at gǫra hof �at er s�ti �eira standa �, t�lf ǫnnur en h�s�tit �at Allfǫ�r �. �at h�s er bezt gǫrt � jǫr�u ok mest, allt er �at innan ok �tan sv� sem gull eitt. � �eim sta� kalla menn Gla�sheim. Annan sal gǫr�u �eir, �at var hǫrgr er gy�jurnar �ttu, ok var hann allfagrt h�s. Hann kalla menn Ving�lf. �ar n�st ger�u �eir �at at �eir l�g�u afla, ok �ar til ger�u hamar ok tǫng ok ste�ja ok �a�an af ǫll t�l ǫnnur, ok �v� n�st sm��u�u �eir m�lmstein ok tr� ok sv� gn�gliga �ann m�lm er gull heitir, at ǫll b�sgǫgn ok ǫll rei�igǫgn hǫf�u �eir af gulli, ok er s� ǫld kǫllu� gullaldr, ��r en spiltisk af tilkv�mu kvennanna. ��r k�mu �r Jǫtunheimum. �ar n�st settusk gu�in upp � s�ti s�n ok r�ttu d�ma s�na ok mintusk hva�an dvergar hǫf�u kviknat � moldunni ok ni�ri � jǫr�unni sv� sem ma�kar � holdi. Dvergarnir hǫf�u skipazk fyrst ok tekit kviknan � holdi Ymis ok v�ru �� ma�kar, en af atkv��i gu�anna ur�u �eir vitandi mannvits ok hǫf�u manns l�ki, ok b�a �� � jǫr�u ok � steinum. M��sognir var ǿztr ok annarr Durinn.

Disse H�r: �Per prima cosa, egli stabil� dei governatori sui seggi e ordin� loro di con lui il destino degli uomini e di deliberare sulle disposizioni della fortezza. Questo accadde nel campo chiamato I�avǫllr, al centro della cittadella. La loro prima opera fu la costruzione di quella corte in cui porre i loro seggi, dodici insieme all'alto trono che appartiene ad Allfǫ�r. Questo edificio � il migliore costruito sulla terra e il pi� grande. Qui tutto, dentro e fuori, � d'oro puro. Questo luogo gli uomini lo chiamano Gla�sheimr. Essi costruirono [poi] un'altra sala: il santuario delle dee, meraviglioso; gli uomini lo chiamano Ving�lf. In seguito costruirono un edificio ove posero delle fucine, poi fecero martelli, tenaglie, incudini e tutti gli altri utensili. Quindi lavorarono il metallo, la pietra e il legno, e v'era tale abbondanza di quel metallo che si chiama oro che tutti i loro arnesi e le loro suppellettili erano d'oro. Quel tempo fu chiamato et� dell'oro, prima che fosse rovinato dall'avvento delle donne giunte da Jǫtunheimr. Poi gli d�i s'insediarono sui loro troni, si riunirono in consiglio e ricordarono in che modo i dvergar avessero preso vita nel fango e sotto terra, come i vermi nella carne. Dapprima i dvergar si erano formati e avevano presa vita nella carne di Ymir, ed erano proprio vermi, ma per decisione degli d�i avevano ricevuto la conoscenza del sapere umano e l'aspetto degli uomini; nondimeno abitavano nella terra e nelle rocce. Móðsognir fu il primo e il secondo Durinn.

NOTA
14c Sv� segir � Vǫlusp�: Cos� dice la Vǫlusp�:
{15}

�� gengu regin ǫll
� rǫkst�la,
ginnheilug go�,
ok um �at g�ttusk,
at skyldi dverga
dr�tt of skepja
�r Brimis bl��i
ok �r Bl�ins leggjum

Allora andarono tutti i potenti
ai seggi del giudizio,
gli altissimi d�i,
e tennero consiglio:
chi dovesse dei dvergar
le stirpi foggiare
dal sangue di Brimir
e dalle ossa di Bl�inn.

NOTA
{16}

�ar mannl�kun
mǫrg of gǫr�usk,
dvergar � jǫr�u
sem Durinn sag�i.

Allora in forma d'uomo
ne nacquero molti,
dvergar nella terra,
come disse Durinn.

14d

Ok �essi segir hon nǫfn �eira:

E questi, disse [la vǫlva], erano i loro nomi:

{17}

N�i, Ni�i,
Nor�ri, Su�ri,
Austri, Vestri,
Al�j�lfr, Dvalinn,
N�r, N�inn,
Nipingr, D�inn,
Bifurr, B�furr,
Bǫmburr, N�ri,
�rinn, �narr,
�inn, Mjǫ�vitnir.

N�i, N��i,
Nor�ri, Suðri,
Austri, Vestri,
Al�j�fr, Dvalinn,
N�r, N�inn,
N�pingr, D�inn,
B�furr, B�furr,
Bǫmburr, N�ri,
[�rinn], �narr,
�inn, Mjǫ�vitnir.

NOTA
{18}

Vigr ok Gand�lfr,
Vind�lfr, �orinn,
Fili, Kili,
Fundinn, Vali,
�r�r, �r�inn,
��ttr, Litr, Vitr,
N�r, N�r��r,
Rekkr, R��svi�r.

Vigr e Gand�lfr,
Vind�lfr, �orinn,
Fili, Kili,
Fundinn, V�li,
�r�r, Þróinn,
�ekkr, Litr, Vitr,
N�r, Nýráðr,
Rekkr, Ráðsviðr.

14e

En �essir eru ok dvergar ok b�a � steinum, en inir fyrri � moldu:

Anche questi erano nani e abitavano nelle rocce; mentre i primi, invece, nel fango:

{19}

Draupnir, Dolg�vari,
Haur, Hugstari,
Hle�iolfr, Gl�inn,
D�ri, �ri,
D�fr, Andvari,
Heftifili,
H�r, Sv�arr.

Draupnir, D�lg�vari,
Hǫrr, Hugstari,
Hleðjólfr, Gl�inn,
D�ri, �ri,
D�fr, Andvari,
Heptifili,
H�rr, Sv�arr.

NOTA
14f En �essir k�mu fr� Svarinshaugi til Aurvanga � Jǫruvǫllu, ok eru komnir �a�an Lofarr. �essi eru nǫfn �eira:

E questi invece vennero da Svarinshaugr fino ad Aurvangar, nello Jǫruvellir, e da questi giunsero i Lovarr. Questi erano i loro nomi:

{20}

Skirfir, Virfir,
Sk�fi�r, �i,
Alfr, Yngvi,
Eikinskialdi,
Falr, Frosti,
Fi�r, Ginnarr�.

Skirfir, Virvir,
Sk�fi�r, i,
Alfr
, Ingi,
Eikinskjaldi,
Falr, Frosti,
Fi�r, Ginnarr�.

NOTA
       

15

H�r segir fr� helgista� gu�anna

Qui si narra del santuario degli d�i  
15a �� m�lti Gangleri: �Hvar er hǫfu�sta�rinn e�a helgista�r gu�anna?�

Quindi parl� Gangleri: �Dove si trova la residenza principale o il luogo pi� sacro degli d�i? �

15b H�r segir: ��at er at aski Yggdrasils. �ar skulu gu�in eiga d�ma s�na hvern dag�.

Rispose H�r: �Si trova presso il frassino Yggdrasill. L� gli d�i devono tenere il loro consiglio ogni giorno�.

NOTA
15c �� m�lir Gangleri: �Hvat er at segja fr� �eim sta�?�

Quindi parl� Gangleri: �Cosa c'� da dire di questo luogo?�

15d �� segir Jafnh�r: �Askrinn er allra trj� mestr ok beztr. Limar hans dreifask yfir heim allan ok standa yfir himni. �rj�r rǿtr tr�sins halda �v� upp ok standa afar breitt. Ein er me� �sum, ǫnnur me� hr�m�ursum, �ar sem for�um var Ginnungagap. In �ri�ja stendr yfir Niflheimi, ok undir �eiri r�t er Hvergelmir, en N��hangr nagar ne�an r�tina. En undir �eiri r�t er til hr�m�ursa horfir, �ar er M�misbrunnr, er spek� ok mannvit er � f�lgit, ok heitir s� M�mir er � brunninn. Hann er fullr af v�sindum, fyrir �v� at hann drekkr af brunninum af horninu Gjallarhorni. �ar kom Allfǫ�r ok beiddisk eins drykkjar af brunninum, en hann fekk eigi fyrr en hann lag�i auga sitt at ve�i.

Allora disse Jafnh�r: �Il frassino � di tutti gli alberi il pi� imponente e il migliore; i suoi rami si estendono su tutto il mondo e sovrastano il cielo. Tre radici sostengono l'albero e si protendono per vasti spazi: una va fra gli �sir; un'altra fra i Hr�m�ursar, l� dove un tempo c'era il Ginnungagap. La terza si stende sopra Niflheimr; sotto questa radice si trova Hvergelmir e N��hǫggr la rosicchia dal basso. Sotto la radice che si dirige verso i Hr�m�ursar c'� M�misbrunnr, ove sono conservate saggezza e intelligenza. Si chiama M�mir colui che possiede la fonte: egli � pieno di sapienza, poich� beve alla sorgente con il corno Gjallarhorn. L� and� Allfǫ�r e chiese di bere dalla fonte, ma non gli fu concesso prima di aver lasciato in pegno un suo occhio.

NOTA
15e Sv� segir � Vǫlusp�: Cos� dice la Vǫlusp�:
{21}

Allt veit ek ��inn
hvar �� auga falt
� hinum m�ra
M�mis brunni.
Drekkr mjǫ� M�mir
morgin hverjan
af ve�i Valfǫ�rs.
Vitu ��r enn e�a hvat?

Tutto so io, ��inn,
dove un occhio celasti
l�, nella famosa
M�misbrunnr!�
Beve M�mir l'idromele
ogni mattino
sopra il pegno di Valfǫ�r.
Volete saperne ancora?

NOTA
15f �ri�ja r�t asksins stendr � himni, ok undir �eiri r�t er s� brunnr er mjǫk er heilagr ok heitir Ur�arbrunnr. �ar eigu gu�in d�msta� sinn. Hvern dag r��a �sir �angat upp um Bifrǫst, hon er kǫllu� �sbr�. Hestar �sanna heita sv�: Sleifnir er beztr, hann � ��inn, hann hefir �tta fǿtr. Annarr er Gla�r, �ri�i Gyllir, fj�r�i Glenr, fimti Skei�brimir, s�tti Silfrintoppr, sjaundi Sinir, �tti Gils, n�undi Falh�fnir, t�undi Gulltoppr, ellipti L�ttfeti. Baldrs hestr var brendr me� honum. En ��rr gengr til d�msins ok ve�r �r ��r er sv� heita:

La terza radice del frassino si protende nel cielo e sotto di essa si trova quella sorgente, sommamente sacra, che si chiama Ur�arbrunnr; l� gli d�i tengono il loro consiglio. Ogni giorno gli �sir vi giungono a cavallo attraverso Bifrǫst, che perci� � detto anche �sbr�. I cavalli degli �sir si chiamano cos�: Sleipnir � il migliore, appartiene a ��inn e possiede otto zampe. Il secondo � Gla�r, il terzo Gyllir, il quarto Glenr , il quinto Skei�brimir, il sesto Silfrintoppr, il settimo Sinir, l'ottavo Gils, il nono Falh�fnir, il decimo Gulltoppr, l'undicesimo L�ttfeti. Il cavallo di Baldr fu bruciato insieme al padrone. ��rr invece si reca al consiglio guadando quei fiumi che cos� si chiamano:

NOTA
{22}

Kǫrmt ok Ǫrmt
ok Kerlaugar tv�r,
��r skal ��rr va�a
dag hvern
er hann dǿma ferr
at aski Yggdrasils,
�v�at �sbr�
brennr ǫll loga,
heilug vǫtn hl�a�.

Kǫrmt e Ǫrmt
e i due Kerlaugar,
questi deve ��rr guadare
ogni giorno,
quando in consiglio si reca
al frassino Yggdrasill,
poich� �sbr�
arde tutto di fiamme,
ribollono le sacre acque�.

15g �� m�lti Gangleri: �Brenn eldr yfir Bifrǫst?�

Quindi parl� Gangleri: �Arde dunque un fuoco su Bifrǫst?�

15h H�r segir: ��at er �� s�r rautt � boganum er eldr brennandi. Upp � himin mundu ganga hr�m�ursar ok bergrisar ef ǫllum v�ri fǿrt � Bifrǫst �eim er fara vilja. Margir sta�ir eru � himni fagrir, ok eru �ar allt gu�leg vǫtn fyrir. �ar stendr salr einn fagr undir askinum vi� brunninn, ok �r �eim sal koma �rj�r meyjar ��r er sv� heita: Ur�r, Ver�andi, Skuld. �essar meyjar skapa mǫnnum aldr, ��r kǫllum v�r nornir. Enn eru fleiri nornir, ��r er koma til hvers manns er borinn er at skapa aldr, ok eru �essar go�kunnigar, en a�rar �lfa �ttar, en inar �ri�ju dverga �ttar, sv� sem h�r segir:

Disse H�r: �Quel rosso che vedi nell'arco � fuoco che arde. Su in cielo arriverebbero i hr�m�ursar e i bergrisar, se la via fosse aperta a tutti coloro che vogliono passare. Molti meravigliosi posti si trovano in cielo e ciascuno � sotto la protezione divina. L�, sotto al frassino, davanti alla fonte, si trova una bellissima sala. Da essa vengono tre fanciulle che si chiamano Ur�r, Ver�andi e Skuld. Queste fanciulle assegnano la vita agli uomini e noi le chiamiamo Nornir. Esistono per� altre nornir, le quali giungono presso ogni bambino che nasce per stabilirne la vita e queste sono di discendenza divina; altre sono della stirpe degli �lfar, e altre ancora sono della stirpe dei dvergar, cos� come qui si dice:

NOTA
{23}

Sundrbornar mjǫk
hygg ek at nornir s�,
eigut ��r �tt saman.
Sumar eru �skunnigar,
sumar �lfkunnigar,
sumar dǿtr Dvalins�.

Di molte origini
ti dico sono le Nornir
e non di stirpe comune.
Alcune dagli �sir,
alcune dagli �lfar,
alcune figlie di Dvalinn�.

15i �� m�lti Gangleri: �Ef nornir r��a �rlǫgum manna, �� skipta ��r geysi �jafnt, er sumir hafa gott l�f ok r�kuligt en sumir hafa l�tit l�n e�a lof, sumir langt l�f, sumir skamt�.

Quindi parl� Gangleri: �Se le Nornir governano le fortune degli uomini, allora esse le dividono troppo inegualmente, poich� alcuni hanno una vita bella e ricca, mentre altri ricevono pochi beni e poca gloria; alcuni hanno lunga vita, altri breve�.

15j H�r segir: �G��ar nornir ok vel �tta�ar skapa g��an aldr. En �eir menn er fyrir �skǫpum ver�a, �� valda �v� illar nornir�. Disse H�r: �Le Nornir benevole, di buona stirpe, donano una buona vita. Ma quegli uomini a cui tocca la malasorte, lo devono alle Nornir malvagie�.
       

16

Fr� aski Yggdrasill

Sul frassino Yggdrasill  
16a �� m�lti Gangleri: �Hvat er fleira at segja st�rmerkja fr� askinum?� Quindi parl� Gangleri: �Cosa c'� ancora da dire intorno alle meraviglie del frassino?�
16b H�r segir: �Mart er �ar af at segja. Ǫrn einn sitr � limum asksins, ok er hann margs vitandi, en � milli augna honum sitr haukr s� er heitir Ve�rfǫlnir. �korni s� er heitir Ratatoskr renn upp ok ni�r eptir askinum, ok berr ǫfundaror� milli arnarins ok N��hǫggs. En fj�rir hirtir renna � limum asksins ok b�ta barr, �eir heita sv�: D�inn, Dvalinn, Duneyrr, Dura�r�r. En sv� margir ormar eru � Hvergelmi me� N��hǫgg at engi tunga m� telja.

Disse H�r: �C'� molto da dire. Un'aquila siede sui rami del frassino; essa conosce molte cose e in mezzo ai suoi occhi sta quel falco che si chiama Ve�rfǫlnir. Lo scoiattolo chiamato Ratatoskr corre su e gi� per il frassino e riporta le calunnie fra l'aquila e N��hǫggr, mentre quattro cervi corrono per i rami del frassino e ne brucano gli aghi. Essi si chiamano D�inn, Dvalinn, Duneyrr, Dura�r�r. Ci sono poi in Hvergelmir cos� tanti serpenti, insieme a N��hǫggr, che nessuna lingua pu� contarli.

NOTA
16c Sv� segir h�r Cos� qui si dice:
{24}

Askr Yggdrasils
dr�gir erfi�i
meira en menn um viti.
Hjǫrtr b�tr ne�an,
en � hli�u f�nar,
sker�ir N��hǫggr ne�an

Il frassino di Yggdrasill
deve patire
pi� di quanto gli uomini sappiano:
il cervo lo bruca in alto,
da un lato marcisce,
lo rode N��hǫggr da sotto.

NOTA
16d

Sv� er enn sagt:

Cos� ancora si dice:

{25}

Ormar fleiri
liggja und aski Yggdrasils
en �at of hyggi hverr �svi�ra afa.
G�inn ok M�inn,
�eir eru Grafvitnis synir,
Gr�bakr ok Grafvǫllu�r,
�fnir ok Sv�fnir
hygg ek at � muni
mei�s kvistum m�.

Pi� serpenti
stanno sotto il frassino Yggdrasill,
di quanto credino gli insavi;
G�inn e M�inn
(sono figli di Grafvitnir),
Gr�bakr e Grafvǫllu�r,
Ofnir e Svafnir
io credo che per sempre
ne roderanno le fronde.

NOTA
16e Enn er �at sagt, at nornir ��r er byggja vi� Ur�arbrunn taka hvern dag vatn � brunninum ok me� aurinn �ann er liggr um brunninn, ok ausa upp yfir askinn til �ess at eigi skulu limar hans tr�na e�a f�na. En �at vatn er sv� heilagt at allir hlutir �eir er �ar koma � brunninn ver�a sv� hv�tir sem hinna s� er skjall heitir, er innan liggr vi� eggskurn, sv� sem h�r segir:

Si dice inoltre che quelle Nornir che abitano a Ur�arbrunnr ogni giorno attingono l'acqua dalla sorgente e vi irrorano il frassino, insieme all'argilla che si trova intorno alla fonte, affinch� i suoi rami non secchino o marciscano. Quell'acqua � cos� sacra che tutte le cose immerse l� nella fonte diventano bianche come la membrana detta skjall, che si trova sotto il guscio dell'uovo, cos� come qui si dice:

{26}

Ask veit ek ausinn,
heitir Yggdrasill,
h�rr ba�mr heilagr,
hv�ta auri,
�a�an koma dǫggvar,
er � dali falla;
stendr hann � yfir gr�nn
Ur�arbrunni.

Un frassino conosco
chiamato Yggdrasill,
alto e sacro albero,
di bianca argilla asperso.
Di l� viene la rugiada
che cade nella valle,
si erge sempre verde
sopra Ur�arbrunnr.

NOTA
16f S� dǫgg er �a�an af fellr � jǫr�ina, �at kalla menn hunangfall, ok �ar af fǿ�ask bl�flugur. Fuglar tveir fǿ�ask � Ur�arbrunni, �eir heita svanir, ok af �eim fuglum hefir komit �at fugla kyn er sv� heitir�. Quella rugiada che da l� cade sulla terra gli uomini la chiamano hunangfall e di essa si nutrono le api. Due uccelli si rifocillano a Ur�arbrunnr, si chiamano cigni e da essi � venuta quella specie di volatili che porta questo nome�. NOTA
       

17

H�r segir fr� �lfheimum

Qui si narra di �lfhemir  
17a �� m�lti Gangleri: �Mikil t��indi kanntu at segja af himninum. Hvat er �ar fleira hǫfu�sta�a en at Ur�arbrunni?� Quindi parl� Gangleri: �Tu sai dire molte cose sul cielo. Quali altri mirabili luoghi si trovano oltre Ur�arbrunnr?�
17b

H�r segir: �Margir sta�ir eru �ar gǫfugligir. S� er einn sta�r �ar er kalla�r er �lfheimr. �ar byggir f�lk �at er Lj�s�lfar heita, en D�kk�lfar b�a ni�ri � jǫr�u, ok eru �eir �l�kir s�num ok miklu �l�kari reyndum. Lj�s�lfar eru fegri en s�l s�num, en D�kk�lfar eru svartari biki. �ar er enn s� sta�r er Brei�ablik er kalla�r, ok er engi �ar fegri sta�r. �ar er ok s� sta�r er Glitnir heitir ok eru veggir hans ok sto�ir allar ok st�lpar af rau�u gulli, en �ak hans af silfri. �ar er enn s� sta�r er Himinbjǫrg heita. S� stendr � himins enda vi� br�arspor�, �ar er Bifrǫst kemr til himins. �ar er enn mikill sta�r er Valaskj�lf heitir. �ann sta� � ��inn, �ann gǫr�u gu�in ok �ǫk�u sk�ru silfri, ok �ar er Hli�skj�lfin � �essum sal, �at h�s�ti er sv� heitir. Ok �� Allfǫ�r sitr � �v� s�ti, �� s�r hann um alla heima. � sunnanver�um himins enda er s� salr er allra er fegrstr ok bjartari en s�lin, er Gimli heitir. Hann skal standa �� er b��i himinn ok jǫr� hefir farisk, ok byggja �ann sta� g��ir menn ok r�ttl�tir of allar aldir.

Disse H�r: �Vi sono molti luoghi grandiosi. Vi � un luogo chiamato �lfheimr, dove abita quel popolo detto dei Lj�s�lfar; sotto terra abitano invece i D�kk�lfar, che sono dissimili dai primi nell'apparenza, ma ancor pi� nella realt�. I Lj�s�lfar sono d'aspetto pi� belli del sole, mentre i D�kk�lfar sono pi� neri della pece. C'� inoltre un posto chiamato Brei�ablik e non esiste luogo pi� radioso. Poi ancora c'� Glitnir, i cui muri, stipiti e colonne sono d'oro rosso, mentre il suo tetto � d'argento. C'� anche quel luogo chiamato Himinbjǫrg, che si trova al limite del cielo, sulla soglia del ponte, l� dove Bifrǫst giunge nel firmamento. C'� poi un grande posto che si chiama Valaskj�lf, [dimora] che appartiene a ��inn. La costruirono gli d�i e la ricoprirono di argento puro; in quella sala si trova Hli�skj�lf, l'alto seggio, cos� come � chiamato, e quando Allfǫ�r siede su quel trono, vede tutto il mondo. Nella parte meridionale del cielo c'� quella sala, pi� bella e pi� splendente del sole, che si chiama Giml�. Essa resister� quando cielo e terra saranno entrambi crollati e vi abiteranno gli uomini buoni e giusti di tutte le epoche. NOTA
17c Sv� segir � Vǫlusp�: Cos� dice la Vǫlusp�:
{27}

Sal veit ek standa
s�lu fegra,
gulli betra
� Giml�.
�ar skulu dyggvar
dr�ttir byggja
ok of aldrdaga
yn�is nj�ta�.

Una corte so ergersi
pi� bella del sole,
d'oro ricoperta,
in Giml�.
L� abiteranno
schiere di giusti
e per sempre
vivranno felici�.

NOTA
17d �� m�lti Gangleri: �Hvat g�tir �ess sta�ar �� er Surtalogi brennir himin ok jǫr�?� Quindi parl� Gangleri: �Cosa difender� questo posto quando la fiamma di Surtr brucer� il cielo e la terra?�
17e H�r segir: �Sv� er sagt at annarr himinn s� su�r ok upp fr� �essum himni, ok heitir s� himinn Andlangr, en hinn �ri�i himinn s� enn upp fr� �eim, ok heitir s� V��bl�inn, ok � �eim himni hyggjum v�r �enna sta� vera. En Lj�s�lfar einir hyggjum v�r at n� byggvi �� sta�i�. H�r disse: �� detto che un altro cielo si trovi a sud, al di sopra di questo, chiamato Andlangr; ma ancora sopra c'� il terzo cielo, detto V��bl�inn, e in questo cielo noi crediamo che si trovi tale dimora. Ma pensiamo che ora vi abitino solo i Lj�s�lfar�. NOTA
       

18

[Um uppruna vindsins]

[L'origine del vento]  
18a �� m�lti Gangleri: �Hva�an kemr vindr? Hann er sterkr sv� at hann hrǿrir st�r hǫf, ok hann ǿsir eld, en sv� sterkr sem hann er, �� m� eigi sj� hann. �v� er hann undarliga skapa�r�. Quindi parl� Gangleri: �Da dove viene il vento? Esso � tanto forte da agitare vasti mari e da suscitare il fuoco. Tuttavia, forte com'�, nessuno pu� vederlo perch� � di natura prodigiosa�.
18b

�� segir H�r: ��at kann ek vel segja ��r. � nor�anver�um himins enda sitr jǫtunn s� er Hr�svelgr heitir. Hann hefir arnarham, en er hann beinir flug, �� standa vindar undan v�ngum honum.

Disse H�r: �Questo posso ben dirtelo. Al confine settentrionale del cielo siede invero uno jǫtunn chiamato Hr�svelgr. Ha l'aspetto di un'aquila e quando si alza in volo allora sorgono i venti sotto le sue ali.

18c H�r segir sv�: Qui cos� si dice:
{28}

Hr�svelgr heitir,
er sitr � himins enda,
jǫtunn � arnarham.
Af hans v�ngjum
kve�a vind koma
alla menn yfir�.

Hr�svelgr si chiama
chi siede alla fine del cielo,
jǫtunn in forma d'aquila:
dalle sue ali,
dicono, giunga il vento
sopra tutti gli uomini�.

NOTA
       

19

[Um mismun Sumars ok Vetrar]

[La differenza fra estate e inverno]  
19a �� m�lti Gangleri: �Hv� skilr sv� mikit at sumar skal vera heitt en vetr kaldr?�

Quindi parl� Gangleri: �Perch� c'� tanta differenza fra l'estate, cos� calda e l'inverno, cos� freddo?�

19b H�r segir: �Eigi mundi sv� fr��r ma�r spyrja, �v�at �etta vitu allir at segja. En ef �� ert einn or�inn sv� f�v�ss at eigi hefir �etta heyrt, �� vil ek �� �at vel vir�a at heldr spyrir �� eitt sinn �fr��liga en �� gangir lengr duli�r �ess er skylt er at vita. Sv�su�r heitir s� er fa�ir Sumars er, ok er hann s�ll�fr, sv� at af hans heiti er �at kallat sv�sligt er bl�tt er. En fa�ir Vetrar er �mist kalla�r Vindl�ni e�a Vindsvalr. Hann er V�sa�arson, ok v�ru �eir �ttungar grimmir ok svalbrj�sta�ir, ok hefir Vetr �eira skaplyndi�. Disse H�r: �Questo non dovrebbe chiederlo un uomo cos� saggio, poich� tutti conoscono la risposta. Ma se tu sei l'unico talmente disinformato da non averla mai sentita, allora voglio concederti l'opportunit� di fare una domanda stupida per una volta, piuttosto che tu rimanga ancora ignorante su una cosa che si dovrebbe sapere. Sv�su�r si chiama il padre di Sumar ed egli � cos� gioioso che dal suo nome viene chiamato sv�sligt tutto ci� che � piacevole. Invece il padre di Vetr � alternativamente chiamato Vindl�ni o Vindsvalr. Egli � figlio di V�sa�r; sono una famiglia crudele e dal cuore gelido, e Vetr possiede il loro stesso temperamento�. NOTA
       

20

H�r segir fr� nǫfnum ��ins ok r�ki

Qui si narra dei nomi di ��inn e del suo potere  
20a �� m�lti Gangleri: �Hverir eru �sir �eir er mǫnnum er skylt at tr�a �?� Quindi parl� Gangleri: �Quali sono gli �sir a cui gli uomini dovrebbero credere?�
20b

H�r segir: �T�lf eru �sir go�kunnigir�.

Disse H�r: �Dodici sono i divini �sir�.
20c

�� m�lti Jafnh�r: �Eigi eru �synjurnar �helgari, ok eigi megu ��r minna�.

Quindi parl� Jafnh�r: �Non sono meno sacre le �synjur, e il loro potere non � inferiore�.
20d

�� m�lti �ri�i: ���inn er ǿztr ok elztr �sanna. Hann r��r ǫllum hlutum, ok sv� sem ǫnnur gu�in eru m�ttug, �� �j�na honum ǫll sv� sem bǫrn fǫ�ur. En Frigg er kona hans, ok veit hon �rlǫg manna ��tt hon segi eigi sp�r, sv� sem h�r er sagt at ��inn m�lti sj�lfr vi� �ann �s er Loki heitir:

Quindi parl� �ri�i: ���inn � il pi� eccelso e il pi� antico degli �sir. Egli governa tutte le cose e, bench� anche gli altri d�i siano potenti, tutti lo servono come i figli [fanno] con padre. Frigg � sua moglie ed ella conosce tutte le sorti degli uomini, sebbene ella non emetta mai profezie, cos� come qui � detto, quando lo stesso ��inn parl� all'�ss di nome Loki:
{29}

ǿrr ertu, Loki,
ok �rviti,
hv� ne legska�u, Loptr?
Ǫrlǫg Frigg
hygg ek at ǫll viti,
��tt hon sj�lfgi segi.

Folle sei Loki,
e dissennato
perch� non la smetti, Loptr?
Il fato Frigg
io credo tutto conosca
sebbene lei stessa non dica.

NOTA
20e ��inn heitir Allfǫ�r, �v�at hann er fa�ir allra go�a. Hann heitir ok Valfǫ�r, �v�at hans �skasynir eru allir �eir er � val falla. �eim skipar hann Valhǫll ok Ving�lf, ok heita �eir �� Einherjar. Hann heitir ok Hangagu� ok Haptagu�, Farmagu�, ok enn hefir hann nefnzk � fleiri vega �� er hann var kominn til Geirr��ar konungs: ��inn si chiama Allfǫ�r, perch� � il padre di tutti gli d�i. Egli si chiama anche Valfǫ�r perch� sono suoi figli adottivi tutti coloro che cadono in battaglia. A loro assegna Valhǫll e Ving�lf e l� essi si chiamano Einherjar. Egli si chiama anche Hangagu�, Haptagu� e Farmagu�: e fu chiamato in molti modi ancora, quando giunse presso re Geirr��r: NOTA
{30}

H�tumsk Gr�mr
ok Gangleri,
Herjan, Hj�lmberi,
�ekkr, �ri�i,
�u�r, U�r,
Helblindi, H�r,
Sa�r, Svipall,
Sanngetall,
Herteitr, Hnikarr,
Bileygr, B�leygr,
Bǫlverkr, Fjǫlnir,
Gr�mnir, Glapsvi�r, Fjǫlsvi�r,
S��hǫttr, S��skeggr,
Sigfǫ�r, Hniku�r,
Alfǫ�r, Atr��r, Farmat�r,
�ski, �mi,
Jafnh�r, Biflindi,
Gǫndlir, H�rbar�r,
Svi�urr, Svi�rir,
J�lkr, Kjalarr, Vi�urr,
�r�r, Yggr, �undr,
Vakr, Skilfingr,
V�fu�r, Hroptat�r,
Gautr, Verat�r�.

Fui chiamato Gr�mr,
e Gangleri,
Herjan, Hj�lmberi,
�ekkr, �ri�i,
�u�r, U�r,
Helblindi, H�r,
Sa�r, Svipall
Sanngetall,
Herteitr, Hnikarr,
Bileygr, B�leygr,
Bǫlverkr, Fjǫlnir,
Gr�mnir, Glapsvi�r, Fjǫlsvi�r,
S��hǫttr, S��skeggr,
Sigfǫ�r, Hniku�r,
Allfǫ�r, Atr��r, Farmat�r,
�ski, �mi,
Jafnh�r, Biflindi,
Gǫndlir, H�rbar�r,
Svi�urr, Svi�rir,
J�lkr, Kjalarr, Vi�urr,
�r�r, Yggr, �undr,
Vakr, Skilfingr,
V�fu�r, Hroptat�r,
Gautr, Verat�r�.

NOTA
20f �� m�lti Gangleri: �Geysimǫrg heiti hafi ��r gefit honum! Ok �at veit tr�a m�n at �at mun vera mikill fr��leikr s� er hann kann skyn ok dǿmi hverir atbur�ir hafa or�it s�r til hvers �essa nafns!� Quindi parl� Gangleri: �Straordinario � il numero di appellativi che gli avete dato! In fede mia, dev'essere una grande sapienza quella che riesca a comprendere e discernere tutti gli eventi che hanno portato a ciascuno di questi nomi!�
20g �� segir H�r: �Mikil skynsemi er at rifja vandliga �at upp. En �� er ��r �at skj�tast at segja at flest heiti hafa verit gefin af �eim atbur� at sv� margar sem eru greinir tungnanna � verǫldunni, �� �ykkjask allar �j��ir �urfa at breyta nafni hans til sinnar tungu til �kalls ok b�na fyrir sj�lfum s�r. En sumir atbur�ir til �essa heita hafa gerzk � fer�um hans, ok er �at fǿrt � fr�sagnir, ok muntu eigi mega fr��r ma�r heita, ef �� skalt eigi kunna segja fr� �eim st�rt��indum�.

Quindi disse H�r: �Occorre in effetti una grande intelligenza per comprenderli correttamente. Tuttavia in breve ti dico che molti nomi gli furono dati perch� al mondo vi sono diverse lingue e tutti i popoli pensarono che occorresse tradurre il suo nome nella propria lingua per poterlo invocare e pregare essi stessi. Alcuni di questi nomi hanno tuttavia origine dai suoi viaggi, che sono tramandati nelle cronache, e non puoi essere chiamato saggio se non sei capace di raccontare questi grandi eventi�.

       

21

H�r segir fr� ��r ok r�ki hans ok Bilsk�rni

Qui si narra di ��rr, del suo potere, e di Bilsk�rnir  
21a �� m�lti Gangleri: �Hver eru nǫfn �sanna annarra, e�a hvat skulu �eir at hafask, e�a hvat hafa �eir gǫrt til frama?� Quindi parl� Gangleri: �Quali sono i nomi degli altri �sir? Qual � il loro ruolo e cos'hanno compiuto di importante?�
21b

H�r segir: ���rr er �eira framast, s� er kalla�r er �sa��rr e�a Ǫku��rr. Hann er sterkastr allra gu�anna ok manna. Hann � �ar r�ki er �r��vangar heita, en hǫll hans heitir Bilsk�rnir. � �eim sal eru fimm hundra� g�lfa ok fj�rir tigir, �at er h�s mest sv� at menn hafa gert.

Disse H�r: ���rr � tra loro il pi� importante, ed � detto �sa��rr o Ǫku��rr. Egli � pi� forte fra tutti gli d�i e gli uomini. Suo � quel regno chiamato �r��vangar e la sua hǫll si chiama Bilsk�rnir. In quella corte ci sono cinquecento e quaranta stanze, ed � la casa pi� grande che gli abbiano innalzato. NOTA
21c Sv� segir � Gr�mnism�lum: Cos� si dice nel Gr�mnism�l:
{31}

Fimm hundru� g�lfa
ok um fj�rum tigum,
sv� hygg ek Bilsk�rni me� bugum.
Ranna �eira
er ek rept vita
m�ns veit ek mest magar.

Cinquecento stanze
e ancora quaranta
credo vi siano in Bilsk�rnir, ricca d'archi.
Fra quelle case
che io so avere un tetto
quella di mio figlio � la pi� grande.

NOTA
21d ��rr � hafra tv� er sv� heita: Tanngnj�str ok Tanngrisnir, ok rei� �� er hann ekr, en hafrarnir draga rei�na. �v� er hann kalla�r Ǫku��rr. Hann � ok �rj� kostgripi. Einn �eira er hamarrinn Mjǫlnir, er hr�m�ursar ok bergrisar kenna �� er hann kemr � lopt, ok er �at eigi undarligt: hann hefir lamit margan haus � fe�rum e�a fr�ndum �eira. Annan grip � hann beztan, megingjar�ar, ok er hann spennir �eim um sik, �� vex honum �smegin h�lfu. Inn �ri�ja hlut � hann, �ann er mikill gripr er �, �at eru j�rngl�far. �eira m� hann eigi missa vi� hamarsskaptit. En engi er sv� fr��r at telja kunni ǫll st�rvirki hans. En segja kann ek ��r sv� mǫrg t��indi fr� honum at dveljask munu stundirnar ��r en sagt er allt �at er ek veit�.

��rr ha due caproni che si chiamano Tanngnj�str e Tanngrisnir e il carro su cui viaggia � tirato dai due caproni. Per questo viene chiamato Ǫku��rr. [��rr] possiede altri tre tesori di grande valore. Uno � il martello Mjǫllnir che i hr�m�ursar e i bergrisar ben conoscono quando � sollevato in aria, e non c'� da sorprendersene: esso ha frantumato molte teste fra i loro padri e congiunti. Egli possiede anche un secondo tesoro, ancora migliore, la cintura Megingjar�ar. Quando si cinge i fianchi con essa, il suo �smegin cresce della met�. Ed egli possiede ancora un terzo oggetto, in cui risiede una grande virt�: i suoi guanti di ferro; [��rr] non pu� farne a meno quando afferra il manico del martello. Nessuno � tanto saggio da poter narrare tutte le sue grandi imprese. Io potrei raccontarti di lui tante cose che occorrerebbe molto tempo prima di dire tutto quello che so�.

NOTA
       

22

[Fr� Baldri]

[Di Baldr]  
22a

�� m�lti Gangleri: �Spyrja vil ek t��inda af fleirum �sunum�.

Quindi parl� Gangleri: �Voglio sapere di pi� riguardo ad altri �sir�.

22b H�r segir: �Annarr son ��ins er Baldr, ok er fr� honum gott at segja. Hann er beztr, ok hann lofa allir. Hann er sv� fagr �litum ok bjartr sv� at l�sir af honum, ok eitt gras er sv� hv�tt at jafnat er til Baldrs br�r. �at er allra grasa hv�tast, ok �ar eptir m�t�u marka hans fegr� b��i � h�r ok � l�ki. Hann er vitrastr �sanna ok fegrst tala�r ok l�knsamastr. En s� n�tt�ra fylgir honum at engi m� haldask d�mr hans. Hann b�r �ar sem heitir Brei�ablik, �at er � himni. � �eim sta� m� ekki vera �hreint, sv� sem h�r segir: Rispose H�r: �Il secondo figlio di ��inn Baldr, e di lui si deve davvero parlar bene. � il pi� buono e tutti lo elogiano. � cos� bello d'aspetto, e cos� lucente, da irradiare splendore. C'� un fiore cos� bianco da essere paragonato alle sopracciglia di Baldr. Esso � fra tutti i fiori il pi� candido e da questo puoi intuire la bellezza di Baldr, sia dei capelli che del sembiante. Egli � il pi� saggio degli �sir, il pi� raffinato nel parlare e il pi� gentile. Possiede questa virt� naturale: che nessuno pu� opporsi al suo giudizio. Egli abita a Brei�ablik, che si trova in cielo. In quel posto non pu� esistere nulla di impuro, come qui si dice: NOTA
{32}

Brei�ablik heita
�ar er Baldr hefir
s�r of gerva sali,
� �v� landi
er ek liggja veit
f�sta feiknstafi.

Brei�ablik si chiama
l� dove Baldr ha
per s� innalzato una corte.
In quella terra
dove io so che si trovano
poche rune funeste.

NOTA
       

23

[Fr� Njǫr�i ok Ska�a]

[Di Njǫr�r e Ska�i]  
23a

�Hinn �ri�i �ss er s� er kalla�r er Njǫr�r, hann b�r � himni �ar sem heitir N�at�n. Hann r��r fyrir gǫngu vinds ok stillir sj� ok eld. � hann skal heita til s�fara ok til vei�a. Hann er sv� au�igr ok f�s�ll at hann m� gefa �eim au� landa e�a lausafj�r er � hann heita til �ess. Eigi er Njǫr�r �sa �ttar. Hann var upp fǿddr � Vanaheimum, en vanir g�slu�u hann go�unum ok t�ku � m�t at �sa g�slingu �ann er Hǿnir heitir. Hann var� at s�tt me� go�unum ok vǫnum. Njǫr�r � �� konu er Ska�i heitir, d�ttir �jaza jǫtuns. Ska�i vill hafa b�sta� �ann er �tt haf�i fa�ir hennar, �at er � fjǫllum nǫkkvorum �ar sem heitir �rymheimr, en Njǫr�r vill vera n�r s�. �au s�ttusk � �at at �au skyldu vera n�u vetr � �rymheimi, en �� a�ra n�u at N�at�num. En er Njǫr�r kom aptr til N�at�na af fjallinu, �� kva� hann �etta:

�Il terzo �ss � chiamato Njǫr�r. Egli abita in cielo, nel luogo chiamato N�at�n. Governa il corso dei venti e placa il mare e il fuoco. � lui che si deve invocare per navigare e per cacciare. Egli � cos� opulento e prospero che pu� generosamente donare terre e armenti, ed � per questo che lo si invoca. Njǫr�r non � della stirpe degli �sir. � stato allevato nel Vanaheimr, ma i Vanir lo diedero in ostaggio agli d�i e presero in cambio in ostaggio colui che si chiama Hǿnir. Egli fu il simbolo di riconciliazione fra gli d�i e i Vanir. Njǫr�r ha in moglie la donna chiamata Ska�i, figlia del gigante �jazi. Ska�i vuole abitare nella dimora che ricevette da suo padre, che si trova fra certe montagne, nel luogo chiamato �rymheimr, ma Njǫr�r vuole stare vicino al mare. Essi stabilirono che sarebbero stati per nove notti a �rymheimr e altre nove in N�at�n. Ma quando Njǫr�r torn� a N�at�n dai monti, allora cant� queste strofe:

23b
{33}

Lei� erumk fjǫll,
varka ek lengi �:
n�tr einar n�u.
�lfa �ytr
m�r ��tti illr vera
hj� sǫngvi svana.

Sgraditi mi sono i monti
non vi rimasi a lungo:
nove sole notti.
L'ululare dei lupi
soave non mi parve
come il canto dei cigni.

NOTA
23c

�� kva� Ska�i �etta:

Quindi Ska�i cant�:

{34}

Sofa ek ne m�ttak
s�var be�jum �
fugls jarmi fyrir.
S� mik vekr
er af v��i k�mr
morgun hverjan m�r.

Dormire non posso
su guanciali di mare
per lo stridor d'uccelli;
sveglia mi tiene
chi da lungi vola
il gabbiano ogni mattino.

23d

�� f�r Ska�i upp � fjallit ok byg�i � �rymheimi, ok ferr hon mjǫk � sk��um ok me� boga ok sk�tr d�r. Hon heitir Ǫndurgu� e�a Ǫndurd�s. Sv� er sagt:

In seguito Ska�i torn� ad abitare sui monti, in �rymheimr, dove scia per la maggior parte del tempo e abbatte le fiere. Ella si chiama Ǫndurgo� o Ǫndurd�s. Cos� � detto:

NOTA
{35}

�rymheimr heitir
er �jazi bj�,
s� hinn �m�tki jǫtunn,
en n� Ska�i byggvir
sk�r br��r gu�a
fornar toptir fǫ�ur.

�rymheimr si chiama
dove �jazi abitava,
quel tremendo jǫtunn.
Ma ora Ska�i vi dimora,
pura sposa degli d�i,
nell'antica dimora del padre.

NOTA
       
24

Fr� bǫrnum Njar�ar

Dei figli di Njǫr�r  
24a

�Njǫr�r � N�at�num gat s��an tvau bǫrn, h�t sonr Freyr en d�ttir Freyja. �au v�ru fǫgr �litum ok m�ttug. Freyr er hinn �g�tasti af �sum. Hann r��r fyrir regni ok skini s�lar, ok �ar me� �vexti jar�ar, ok � hann er gott at heita til �rs ok fri�ar. Hann r��r ok f�s�lu manna. En Freyja er �g�tust af �synjum, hon � �ann bǿ � himni er F�lkvangar heita, ok hvar sem hon r��r til v�gs, �� � hon h�lfan val, en h�lfan ��inn, sv� sem h�r segir:

Njǫr�r a N�at�n gener� in seguito due figli. Il maschio si chiam� Freyr, la femmina Freyja. Erano belli d'aspetto e potenti. Freyr � il pi� illustre fra gli �sir: governa la pioggia e la luce del sole e quindi anche i frutti della terra. � il dio che bisogna invocare per l'abbondanza e la pace. Egli governa anche la prosperit� degli uomini. Freyja invece � la pi� illustre delle �synjur. Possiede quella residenza in cielo che si chiama F�lkvangr e, dovunque lei cavalchi in battaglia, riceve met� dei caduti, mentre l'altra � di ��inn, come qui � detto:

{36}

F�lkvangr heitir,
en �ar Freyja r��r
sessa kostum � sal.
H�lfan val
hon k�ss hverjan dag,
en h�lfan ��inn �.

F�lkvangr ha nome
l� dove ordina Freyja
i seggi al banchetto.
Lei met� dei caduti
sceglie ogni giorno,
e met� prende ��inn.

NOTA
24b Salr hennar, Sessr�mnir, hann er mikill ok fagr. En er hon ferr, �� ekr hon kǫttum tveim ok sitr � rei�. Hon er n�kv�must mǫnnum til � at heita, ok af hennar nafni er �at tignar nafn er r�kiskonur eru kalla�ar freyjur. Henni l�ka�i vel mansǫngr. � hana er gott at heita til �sta�. La sua sala, Sessr�mnir, � grande e bella. Quando viaggia, ella siede su un carro tirato da due gatti. � molto premurosa verso gli uomini che la invocano e dal suo nome deriva l'onorevole titolo con cui le nobildonne sono chiamate: freyjur. A [Freyja] sono gradite le canzoni d'amore ed � buona cosa rivolgersi a lei per le questioni dicuore�. NOTA
       

Hversu bi�ja skal �sinn, ok fr� Braga ok Heimdall

Come si debbano pregare gli d�i, di Bragi e di Heimdallr

25

[Fr� T�]

[Di T�r]  
25a

�� m�lti Gangleri: �Miklir �ykkja m�r �essir fyrir s�r �sirnir, ok eigi er undarligt at mikill kraptr fylgi y�r, er ��r skulu� kunna skyn go�anna ok vita hvert bi�ja skal hverrar bǿnarinnar. E�a eru fleiri enn go�in?�

Quindi parl� Gangleri: �Grandiosi mi sembrano questi �sir e non stupisce che abbiate un grande potere anche voi, che avete avuto in sorte di conoscere a fondo gli d�i e sapete quali di essi debbano essere invocati a seconda del bisogno. Esistono altri d�i ancora?�

25b

H�r segir: �S� er enn �ss er T�r heitir. Hann er djarfastr ok bezt huga�r, ok hann r��r mjǫk sigri � orrostum. � hann er gott at heita hreystimǫnnum. �at er or�tak at s� er t�hraustr, er um fram er a�ra menn ok ekki s�sk fyrir. Hann var vitr sv� at �at er m�lt at s� er t�spakr er vitr er. �at er eitt mark um djarfleik hans, �� er �sir lokku�u Fenris�lf til �ess at leggja fjǫturinn � hann, Gleipni, �� tr��i hann �eim eigi at �eir mundu leysa hann, fyrr en �eir lǫg�u honum at ve�i hǫnd T�rs � munn �lfsins. En �� er �sir vildu eigi leysa hann, �� beit hann hǫndina af, �ar er n� heitir �lfli�r, ok er hann einhendr ok ekki kalla�r s�ttir manna.

Disse H�r: �Vi � ancora quell'�ss chiamato T�r. Egli � il pi� ardito e coraggioso e possiede il grande potere di ottenere la vittoria in battaglia. A lui � bene che si rivolgano i guerrieri. C'� un detto secondo cui viene chiamato t�rhraustr colui che si mostra superiore agli altri uomini e non teme nulla. Egli � anche sapiente, difatti � detto t�spakr chi si rivela essere il pi� saggio. Questa fu una prova del suo coraggio: quando gli �sir persuasero il lupo Fenrir a farsi legare con il laccio Gleipnir, l'animale non si fid� [della promessa] che poi lo avrebbero liberato, finch� T�r non gli mise la mano in bocca come pegno. Quando per� gli �sir decisero di non liberare il lupo, questi strapp� con un morso la mano nel punto che ora � detto �lfli�r. Per questo T�r ha una mano sola e non pu� certo dirsi un riconciliatore per gli uomini. NOTA
       

26

[Fr� Braga ok I�unni]

[Di Bragi e I�unn]  
26a

�Bragi heitir einn, hann er �g�tr at speki ok mest at m�lsnild ok or�fimi. Hann kann mest af sk�ldskap, ok af honum er bragr kalla�r sk�ldskapr, ok af hans nafni er s� kalla�r bragr karla e�a kvenna er or�snild hefir framar en a�rir, kona e�a karlma�r. Kona hans er I�unn, hon var�veitir � eski s�nu epli �au er go�in skulu � b�ta �� er �au eldask, ok ver�a �� allir ungir, ok sv� mun vera allt til ragnar�krs�.

Bragi si chiama un dio, famoso per la sua saggezza, ma soprattutto per la sua eloquenza e abilit� con le parole. Conosce benissimo l'arte poetica, che da lui � chiamata bragr e dal suo nome viene infatti chiamato bragr karl, se uomo, o bragr kvenna, se donna, chi possieda un'eloquenza superiore agli altri. Sua moglie � I�unn, che conserva nel suo scrigno di frassino le mele che gli d�i, quando invecchiano, devono mangiare per poter tornare tutti giovani, e cos� sar� sempre, fino al ragnar�kkr�.

NOTA
26b

�� m�lir Gangleri: �Allmikit �ykki m�r gu�in eiga undir g�zlu e�a tr�na�i I�unnar�.

Quindi parl� Gangleri: �Io penso che gli d�i abbiano affidato alla custodia e alla buona fede di I�unn una cosa di grande valore�.

26c �� m�lir H�r ok hl� vi�: �N�r lag�i �at �fǿru einu sinni. Kunna mun ek �ar af at segja, en �� skaltu n� fyrst heyra fleiri nǫfn �sanna. Quindi parl� H�r, ridendo forte: �Una volta si corse un grave rischio. Te lo potr� raccontare in seguito, ma prima devi prima ascoltare il nome degli altri  �sir.
       

27

[Fr� Heimdalli]

[Di Heimdallr]  
27a

�Heimdallr heitir einn, hann er kalla�r hv�ti �ss, hann er mikill ok heilagr. Hann b�ru at syni meyjar n�u ok allar systr. Hann heitir ok Hallinsk��i ok Gulltanni, tenn hans v�ru af gulli. Hestr hans heitir Gulltoppr. Hann b�r �ar er heita Himinbjǫrg vi� Bifrǫst. Hann er vǫr�r gu�a ok settr �ar vi� himins enda at g�ta br�arinnar fyrir bergrisum. Hann �arf minna svefn en fugl. Hann s�r jafnt n�tt sem dag hundra� rasta fr� s�r. Hann heyrir ok �at er gras vex � jǫr�u e�r ull � sau�um ok allt �at er h�ra l�tr. Hann hefir l��r �ann er Gjallarhorn heitir, ok heyrir bl�str hans � alla heima. Heimdalar sver� er kallat hǫfu� manns.

�Un altro dio si chiama Heimdallr. � chiamato il bianco �ss; � grande e venerabile. Lo misero alla luce nove fanciulle, tutte sorelle. � anche detto  Hallinsk��i e Gullintanni, poich� i suoi denti erano d'oro. Il suo destriero si chiama Gulltoppr. Abita presso Bifrǫst, in quel posto chiamato Himinbjǫrg, presso Bifrǫst. � il guardiano degli d�i: risiede lass�, al limite del cielo, a guardia del ponte perch� non vi arrivino i bergrisar. Necessita di meno sonno di un uccello e vede ugualmente bene tanto di notte quanto di giorno, fino a cento leghe di distanza. Ode l'erba crescere sulla terra e la lana sul dorso pecore, e tutto ci� che ha suono pi� alto. Possiede quel corno che si chiama Gjallarhorn, il cui squillo si ode in tutti i mondi. La spada di Heimdallr � chiamata �testa umana�.

NOTA
27b Sv� segir h�r: Cos� qui � detto:
{37}

Himinbjǫrg heita,
en �ar Heimdall
kve�a valda v�um.
�ar vǫr�r gu�a
drekkr � v�ru ranni
gla�r hinn g��a mjǫ�.

Himinbjǫrg si chiama
l� dove Heimdallr
dicono governi i templi.
L� il divino custode
beve nella comoda dimora,
felice, il buon mjǫ�r.

NOTA
27c

Ok enn segir hann sj�lfr � Heimdallargaldri:

E ancora dice lui stesso nell'Heimdallargaldr:

{38}

N�u em ek mǿ�ra mǫgr,
n�u em ek systra.

Da nove madri io sono nato,
di nove sorelle io sono il figlio.

NOTA
       

28

[Fr� He�i]

[Di Hǫ�r]  
28a �Hǫ�r heitir einn �ssinn, hann er blindr. Ǿrit er hann sterkr, en vilja mundu gu�in at �enna �s �yrfti eigi at nefna, �v�at hans handaverk munu lengi vera hǫf� at minnum me� gu�um ok mǫnnum.

�Un �ss si chiama Hǫ�r. � cieco, la sua forza � straordinaria, ma gli d�i vorrebbero che questo �ss non fosse neppure nominato, poich� il suo intervento rimarr� a lungo impresso nella memoria degli d�i e degli uomini.

NOTA
       

29

[Fr� V��ari]

[Di V��arr]  
29a �V��arr heitir inn �ǫgli �ss. Hann hefir sk� �ykkan. Hann er sterkr n�st �v� sem ��rr. Af honum hafa gu�in mikit traust � allar �rautir.

V��arr si chiama l'�ss silenzioso. Calza una scarpa pesante. � forte quasi come ��rr e di lui gli d�i hanno grande fiducia per tutte le imprese pi� ardue.

NOTA
       

30

[Fr� V�la]

[Di V�li]  
30a ��li e�a V�li heitir einn, sonr ��ins ok Rindar. Hann er djarfr � orrostum ok mjǫk happskeytr.

�li o V�li si chiama un �ss figlio di ��inn e di Rindr. � coraggioso in battaglia e un esperto tiratore.

       

31

[Fr� Ulli]

[Di Ullr]  
31a �Ullr heitir einn, sonr Sifjar, stj�psonr ��rs. Hann er bogma�r sv� g��r ok sk��fǿrr sv� at engi m� vi� hann keppask. Hann er ok fagr �litum ok hefir hermanns atgervi. � hann er ok gott at heita � einv�gi.

Ullr si chiama un �ss, figlio di Sif e figliastro di ��rr. � un arciere cos� capace, ed � cos� abile ad andare sugli sci, che nessuno pu� contendere con lui. � anche bello d'aspetto e ha il valore di un guerriero. � bene invocarlo nei duelli.

       
32

[Fr� Forseta]

[Di Forseti]  
32a

�Forseti heitir sonr Baldrs ok Nǫnnu Nepsd�ttur. Hann � �ann sal � himni er Glitnir heitir, en allir er til hans koma me� sakarvandr��i, �� fara allir s�ttir � braut. S� er d�msta�r beztr me� gu�um ok mǫnnum.

Forseti si chiama il figlio di Baldr e di Nanna figlia di Nepr. Sua � quella corte in cielo che si chiama Glitnir. Tutti coloro che da lui si recano per risolvere controversie, fanno ritorno riconciliati. Quel luogo � il miglior tribunale fra gli d�i e gli uomini.

 
32b Sv� segir h�r: Cos� qui � detto:
{39}

Glitnir heitir salr,
hann er gulli studdr
ok silfri �ak�r it sama,
en �ar Forseti
byggir flestan dag
ok sv�fir allar sakar.

Glitnir si chiama la sala
incolonnata d'oro
e ricoperta d'argento
Proprio l� Forseti
abita l'intero giorno
e appiana ogni contesa.

NOTA
       

33

H�r segi fr� �si Loka

Qui si narra dell'�ss Loki  
33a �S� er enn tal�r me� �sum er sumir kalla r�gbera �sanna ok frumkve�a fl�r�anna ok vǫmm allra gu�a ok manna. S� er nefndr Loki e�a Loptr, son F�rbauta jǫtuns. M��ir hans heitir Laufey e�a N�l, brǿ�r hans eru �eir B�leistr ok Helblindi. Loki er fr��r ok fagr s�num, illr � skaplyndi, mjǫk fjǫlbreytinn at h�ttum. Hann haf�i �� speki umfram a�ra menn er slǿg� heitir ok v�lar til allra hluta. Hann kom �sum jafnan � fullt vandr��i ok opt leysti hann �� me� v�lr��um. Kona hans heitir Sigyn, son �eira Nari e�a Narfi �Si annovera ancora fra gli �sir colui che taluni chiamano il calunniatore degli �sir, origine degli inganni, e disgrazia di tutti, d�i e uomini. Questi � chiamato Loki o Loptr, figlio del gigante F�rbauti. Sua madre � Laufey o N�l, suoi fratelli sono B�leistr ed Helblindi. Loki � bello e avvenente alla vista, malvagio nell'animo e molto volubile nel temperamento. Ricevette pi� di ogni altro quella capacit� che si chiama astuzia e ordisce inganni in tutte le occasioni. Mise ripetutamente gli �sir in gravi difficolt�, anche se poi spesso li soccorse con i suoi inganni. Sua moglie si chiama Sigyn e loro figlio � Nari o Narfi.
       

34

[Fr� bǫrnum Loka ok bundinn Fenris�lfr]

[Dei figli di Loki e la cattura del lupo Fenrir]  
34a

�Enn �tti Loki fleiri bǫrn. Angrbo�a heitir g�gr � Jǫtunheimum. Vi� henni gat Loki �rj� bǫrn. Eitt var Fenris�lfr, annat Jǫrmungandr (�at er Mi�gar�sormr), �ri�ja er Hel.

�Ma Loki ebbe ancora altri figli. Angrbo�a si chiama una gigantessa dello Jǫtunheimr. Da lei Loki ebbe tre figli. Uno fu il lupo Fenrir, il secondo Jǫrmungandr (che � il Mi�gar�sormr), la terza � Hel.

NOTA
34b

En er go�in vissu til at �essi �rj� systkin fǿddusk upp � Jǫtunheimum ok go�in rǫk�u til sp�d�ma at af systkinum �essum mundi �eim mikit mein ok �happ standa, ok ��tti ǫllum mikils ills af v�ni, fyrst af m��erni ok enn verra af fa�erni. �� sendi Allfǫ�r til gu�in at taka bǫrnin ok fǿra s�r. Ok er �au k�mu til hans, �� kasta�i hann orminum � inn dj�pa s�, er liggr um lǫnd ǫll, ok �x s� ormr sv� at hann liggr � mi�ju hafinu of lǫnd ǫll ok b�tr � spor� s�r. Hel kasta�i hann � Niflheim ok gaf henni vald yfir n�u heimum, at hon skyldi skipta ǫllum vistum me� �eim er til hennar v�ru sendir, en �at eru s�ttdau�ir menn ok ellidau�ir. Hon � �ar mikla b�lsta�i ok eru gar�ar hennar forkunnar h�vir ok grindr st�rar. �lj��nir heitir salr hennar, Hungr diskr hennar, Sultr kn�fr hennar, Ganglati �r�llinn, Ganglǫt amb�tt, Fallandafora� �reskǫldr hennar er inn gengr, Kǫr s�ing, Bl�kjandabǫl �rsali hennar. Hon er bl� h�lf en h�lf me� hǫrundarlit, �v� er hon au�kend ok heldr gn�pleit ok grimmlig.

Gli d�i seppero per� che questi tre fratelli venivano allevati nello Jǫtunheimr e scoprirono, grazie a un vaticinio, che da essi sarebbero arrivati gravi danni e sventure. A tutti sembrava si annunciasse un grande male, per prima dalla madre, ma ancora peggio dal padre. Allora Allfǫ�r invi� gli d�i a prendere i fanciulli e condurli da lui. Quando arrivarono al suo cospetto, egli scagli� il serpente nelle profondit� dell'oceano che circonda tutte le terre; questo serpente crebbe cos� tanto che ora giace in mezzo al mare, avvolge tutte le terre e morde la sua stessa coda. Gett� quindi Hel nel Niflheimr e le diede potere sopra i Nove Mondi, affinch� dividesse il cibo fra coloro che le venivano mandati, gli uomini morti per malattia o di vecchiaia. Laggi� ella dispone di un vasto territorio, dalle mura altissime e gli enormi cancelli. �lj��nir si chiama la sua corte, Hungr il suo piatto, Sultr il suo coltello, Ganglati il suo servo, Ganglǫt la sua serva, Fallandafora� la sua soglia di ingresso, Kǫr � il suo letto, Bl�kjandabǫl il suo ornamento. Il suo colorito � per met� di livido e per met� color carne, per cui ha un aspetto ben riconoscibile, severo e terribile.

NOTA
34c

�lfinn fǿddu �sir heima ok haf�i T�r einn djarfleik til at ganga at �lfnum ok gefa honum mat. En er gu�in s� hversu mikit hann �x hvern dag, ok allar sp�r sǫg�u at hann mundi vera lag�r til ska�a �eim, �� fengu �sir �at r�� at �eir ger�u fjǫtur allsterkan er �eir kǫllu�u Lǿ�ing, ok b�ru hann til �lfsins ok b��u hann reyna afl sitt vi� fjǫturinn. En �lfinum ��tti s�r �at ekki ofrefli ok l�t �� fara me� sem �eir vildu. It fyrsta sinn er �lfrinn spyrndi vi�, brotna�i s� fjǫturr. Sv� leystisk hann �r Lǿ�ingi.

Gli �sir portarono il lupo nella loro dimora e solo T�r aveva il coraggio di avvicinarlo e di nutrirlo. Quando per� gli d�i lo videro crescere ogni giorno, e considerando che tutte le profezie lo indicavano destinato a distruggerli, attuarono uno stratagemma. Realizzarono una catena resistentissima, che chiamarono Lǿ�ingr, la portarono al lupo e gli chiesero di provare con essa la sua forza. Al lupo non sembr� che la cosa fosse al di l� delle proprie forze e quindi li lasci� fare quello che volevano. Al primo sforzo, il lupo spezz� la catena e fu cos� libero da Lǿ�ingr.

34d �v� n�st ger�u �sirnir annan fjǫtur h�lfu sterkara er �eir kǫllu�u Dr�ma, ok b��u enn �lfinn reyna �ann fjǫtur ok tǫl�u hann ver�a mundu �g�tan mjǫk at afli, ef sl�k st�rsm��i m�tti eigi halda honum. En �lfrinn hugsa�i at �essi fjǫturr var sterkr mjǫk, ok �at me� at honum haf�i afl vaxit s��an er hann braut Ley�ing. Kom �at � hug at hann mundi ver�a at leggja sik � h�ttu ef hann skyldi fr�gr ver�a, ok l�t leggja � sik fjǫturinn. Ok er �sir tǫl�usk b�nir, �� hristi �lfrinn sik ok laust fjǫtrinum � jǫr�ina ok kn��isk fast at, spyrndi vi�, braut fjǫturinn sv� at fjarri flugu brotin. Sv� drap hann sik �r Dr�ma. �at er s��an haft fyrir or�tak at leysi �r Ley�ingi e�a drepi �r Dr�ma, �� er einnhverr hlutr er �kafliga s�ttr. Allora gli �sir fecero un'altra catena, di met� pi� forte, che chiamarono Dr�mi, e chiesero al lupo di provare anche quella, dicendogli che sarebbe diventato molto famoso per la sua forza, se una catena fatta con tale maestria non fosse stata in grado di trattenerlo. Il lupo pens� che questa catena fosse piuttosto resistente, ma anche che la sua forza era cresciuta da quando aveva spezzato Lǿ�ingr. Concluse quindi che, se voleva diventare famoso, doveva esporsi al pericolo e si lasci� incatenare. Quando gli �sir si dissero pronti, allora il lupo si scosse, sbatt� la catena per terra, la agit� con forza, scalci� e la ruppe, scagliando i frammenti lontano, e cos� sfugg� da Dr�mi. � da allora che esiste il detto �liberarsi di Lǿ�ingr� o �sfuggire da Dr�mi� per indicare chi ottenga qualcosa con grande energia.
34e Eptir �at �ttu�usk �sirnir at �eir mundu eigi f� bundit �lfinn. �� sendi Allfǫ�r �ann er Sk�rnir er nefndr, sendima�r Freys, ofan � Svart�lfaheim til dverga nǫkkurra ok l�t gera fjǫtur �ann er Gleipnir heitir. Hann var gjǫrr af sex hlutum: af dyn kattarins ok af skeggi konunnar ok af r�tum bjargsins ok af sinum bjarnarins ok af anda fisk[s]ins ok af fogls hr�ka. Dopo di ci�, gli �sir temettero di non poter legare il lupo. Allfǫ�r mand� il messaggero di Freyr, che si chiama Sk�rnir, gi� nello Svart�lfaheimr, presso certi nani, perch� forgiassero il laccio detto Gleipnir. Questo era fatto di sei cose: rumore di gatto, barba di donna, radice di roccia, tendini d'orso, respiro di pesce e saliva di uccello.
34f Ok ��ttu vitir eigi ��r �essi t��indi, �� m�ttu n� finna skj�tt h�r sǫnn d�mi at eigi er logit at ��r: s�t munt�� [hafa] at konan hefir ekki skegg ok engi dynr ver�r af hlaupi kattarins ok eigi eru rǿtr undir bjarginu. Ok �at veit tr�a m�n at jafnsatt er �at allt er ek hefi sagt ��r, ��tt �eir s� sumir hlutir er �� m�tt eigi reyna�. E sebbene prima d'ora tu non sapessi queste cose, potrai subito avere la prova che nessuna menzogna ti � stata raccontata: avrai visto che le donne non hanno la barba, che privo di suono � il balzo del gatto e che non v'� radice sotto la roccia. E, in fede mia, ugualmente vero � tutto ci� che ti ho detto, anche se di tali cose non puoi avere alcuna esperienza�.
34g

�� m�lti Gangleri: ��etta m� ek at v�su skilja at satt er. �essa hluti m� ek sj� er �� hefir n� til dǿma tekit. En hvernig var� fjǫturrinn sm��a�r?�

Quindi parl� Gangleri: �Posso comprendere che tutto questo sia per certo vero. Lo capisco anche dagli argomenti che hai portato come prova. Ma in che modo venne forgiato il laccio?�

34h

H�r segir: ��at kann ek ��r vel segja. Fjǫturrinn var� sl�ttr ok blautr sem silkirǿma en sv� traustr ok sterkr sem n� skaltu heyra. �� er fjǫturrinn var fǿr�r �sunum, �ǫkku�u �eir vel sendimanni sitt eyrindi. �� f�ru �sirnir �t � vatn �at er �msvartnir heitir, � h�lm �ann er Lyngvi er kalla�r, ok kǫllu�u me� s�r �lfinn, s�ndu honum silkibandit ok b��u hann sl�ta ok kv��u vera nǫkkvoru traustara en l�kindi �ǿtti � fyrir digrleiks sakar, ok seldi hverr ǫ�rum ok treysti me� handa afli, ok slitna�i eigi. En �� kv��u �eir �lfinn sl�ta mundu.

Disse H�r: �Questo te lo posso ben dire. Il laccio era leggero e morbido come un nastro di seta, ma solido e resistente, come ora puoi udire. Quando fu portato agli �sir, essi ringraziarono di cuore il messaggero per il suo servigio. Poi se ne andarono presso quel lago chiamato �msvartnir, sull'isola detta Lyngvi e, chiamato il lupo, gli mostrarono la striscia di seta e gli chiesero di spezzarla, avvertendolo che era un po' pi� resistente di quanto non apparisse dal suo spessore. Se la passarono l'un l'altro provandola con la forza delle mani ed essa non si strappava. Dissero per� che il lupo avrebbe potuto romperla.

34i

�� svarar �lfrinn: �Sv� l�zk m�r � �enna dregil sem �nga fr�g� munak af hlj�ta ��tt ek sl�ta � sundr sv� mj�tt band. En ef �at er gǫrt me� list ok v�l, ��tt �at s�nisk l�tit, �� kemr �at band eigi � m�na fǿtr�.

Il lupo rispose: �Io credo che non otterr� alcuna gloria facendo a pezzi un nastro cos� sottile. Se per� � stato fatto con inganni e artifizi, allora quel nastro, sebbene appaia sottile, non legher� mai le mie zampe�.

34j

�� sǫg�u �sirnir at hann mundi skj�tt sundr sl�ta mj�tt silkiband, er hann haf�i fyrr brotit st�ra j�rnfjǫtra, �en ef �� f�r eigi �etta band slitit, �� muntu ekki hr��a mega go�in, enda skulum v�r �� leysa �ik�.

Ma gli �sir risposero che avrebbe potuto facilmente strappare quel sottile nastro di seta, lui che gi� era riuscito a infrangere robuste catene di ferro, �ma se non sei capace di spezzare questa striscia, non farai pi� alcuna paura agli d�i, e quindi ti libereremo�.

34k

�lfrinn segir: �Ef ��r bindi� mik sv� at ek f�k eigi leyst mig, �� skollit ��r sv� at m�r mun seint ver�a at taka af y�r hj�lp. �f�ss em ek at l�ta �etta band � mik leggja. En heldr en ��r fr�i� m�r hugar, �� leggi einnhverr hǫnd s�na � munn m�r at ve�i at �etta s� falslaust gert�.

Disse il lupo: �Se mi legate in modo che io non riesca pi� a liberarmi, passer� molto tempo prima di ricevere il vostro aiuto. Io non voglio essere legato con questo nastro. Ma invece di sfidare il mio coraggio, qualcuno di voi metta piuttosto la propria mano nella mia bocca come pegno della vostra buona fede�.

34l

En hverr �sanna s� til annars ok ��tti n� vera tvau vandr��i, ok vildi engi s�na hǫnd fram selja fyrr en T�r l�t fram hǫnd s�na hǿgri ok leggr � munn �lfinum. En er �lfrinn spyrnir, �� har�na�i bandit, ok �v� har�ara er hann brauzk um, �v� skarpara var bandit. �� hl�gu allir nema T�r. Hann l�t hǫnd s�na.

Gli �sir si guardarono l'un l'altro e a ciascuno parve che le difficolt� fossero raddoppiate. Nessuno voleva offrire la propria mano, finch� T�r stese la destra e la mise nella bocca del lupo. Quando il lupo prese a scalciare, il nastro si tese, e pi� forte egli tirava, pi� il nastro si stringeva. Allora tutti risero, tranne T�r: egli aveva perso la mano.

34m

�� er �sirnir s� at �lfrinn var bundinn at fullu, �� t�ku �eir festina er �r var fjǫtrinum, er Gelgja heitir, ok dr�gu hana gǫgnum hellu mikla, s� heitir Gjǫll, ok festu helluna langt � jǫr� ni�r. �� t�ku �eir mikinn stein ok skutu enn lengra � jǫr�ina, s� heitir �viti, ok hǫf�u �ann stein fyrir festarh�linn. �lfrinn gap�i �kafliga ok feksk um mjǫk ok vildi b�ta ��. �eir skutu � munn honum sver�i nǫkkvoru. Nema hjǫltin vi� ne�ra g�mi, en efra g�mi bl��refill. �at er g�msparri hans. Hann grenjar illiliga ok slefa renn �r munni hans, �at er � s� er V�n heitir. �ar liggr hann til ragnar�krs�.

Quando gli �sir videro che il lupo era saldamente legato, presero la fune che spuntava dal nastro, detta Gelgja, e la legarono attorno a un enorme macigno, chiamato Gjǫll, il quale fu fissato in profondit� nella terra. Poi presero una grossa pietra, chiamata �viti, e la conficcarono ancora pi� profondamente nel terreno, come fosse un piolo. Il lupo spalancava orribilmente le fauci, dava zampate tutto intorno e tentava di azzannarli. Gli �sir gli infilarono in bocca una certa spada, la cui elsa premeva sulla mascella e la punta sul palato, che quindi divenne il suo g�msparri. Da allora il lupo ulula paurosamente e dalla sua bocca esce una bava che forma quel fiume chiamato V�n. Egli rester� cos� fino al ragnar�kkr�.

34n

�� m�lti Gangleri: �Fur�u illa barnaeign gat Loki, en ǫll �essi systkin eru mikil fyrir s�r. En fyrir hv� dr�pu �sir eigi �lfinn er �eim er ills v�n af honum?�

Quindi parl� Gangleri: �Loki ha generato dei figli straordinariamente malvagi, e i fratelli sono tutti molto potenti. Perch� gli �sir non hanno subito ucciso il lupo, se da esso non avevano previsto che male?�

34o H�r svarar: �Sv� mikils vir�u go�in v� s�n ok gri�asta�i at eigi vildu �au saurga �� me� bl��i �lfsins, ��tt sv� segi sp�rnar at hann muni ver�a at bana ��ni�. Rispose H�r: �Tanto rispetto avevano gli d�i per la loro dimora e santuario, che mai avrebbero voluto lordarla col sangue del lupo, bench� le profezie dicessero che sarebbe divenuto l'uccisore di ��inn�.
       

35

Fr� �synjum

Delle �synjur  
35a �� m�lti Gangleri: �Hveriar eru �syniurnar?� Quindi parl� Gangleri: �Quali sono le �synjur?�
35b H�r segir: �Frigg er ǿzt, hon � �ann bǿ er Fensalir heita ok er hann allvegligr. Disse H�r: �Frigg � la principale e possiede quella magnificente dimora che si chiama Fensalir.
35c Ǫnnur er S�ga, hon b�r � S�kkvabekk ok er �at mikill sta�r. La seconda � S�ga, che abita a S�kkvabekkr, un grande luogo. NOTA
35d �ri�ja er Eir, hon er l�knir beztr. La terza � Eir, la migliore guaritrice.
35e Fj�r�a er Gefjun, hon er m�r, ok henni �j�na ��r er meyjar andask. La quarta � Gefjun. � vergine, e divengono sue servitrici coloro che muoiono vergini. NOTA
35f Fimta er Fulla, hon er enn m�r ok ferr laush�r ok gullband um hǫfu�. Hon berr eski Friggjar ok g�tir sk�kl��a hennar ok veit launr�� me� henni. La quinta � Fulla. Anch'ella � vergine, porta i capelli sciolti e un nastro dorato attorno al capo. Porta lo scrigno di frassino di Frigg, si prende cura dei suoi calzari e conosce i suoi segreti.
35g Freyja er tignust me� Frigg, hon giptisk �eim manni er ��r heitir. D�ttir �eira heitir Hnoss, hon er sv� fǫgr at af hennar nafni eru hnossir kalla�ar �at er fagrt er ok gersemligt. ��r f�r � braut langar lei�ir, en Freyja gr�tr eptir, en t�r hennar er gull rautt. Freyja � mǫrg nǫfn, en s� er sǫk til �ess at hon gaf s�r �mis heiti er hon f�r me� �kunnum �j��um at leita ��s. Hon heitir Mardǫll ok Hǫrn, Gefn, S�r. Freyja �tti Br�singamen. Hon er kǫllu� Vanad�s. Freyja � insieme a Frigg la pi� venerata. Ha sposato l'uomo chiamato ��r. Loro figlia si chiama Hnoss, ed � talmente bella che dal suo nome viene chiamato hnossir tutto ci� che � bello e prezioso. ��r andava via per viaggi lontani e Freyja piangeva per lui lacrime d'oro rosso. Freyja possiede svariati nomi e lei stessa se ne diede molti mentre viaggiava fra genti sconosciute in cerca di ��r. Si chiama Mardǫll, Hǫrn, Gefn, S�r. Freyja possiede la collana Br�singamen ed � anche chiamata Vanad�s. NOTA
35h Sjaunda Sjǫfn, hon g�tir mjǫk til at sn�a hugum manna til �sta, kvenna ok karla. Af hennar nafni er elskuginn kalla�r sjafni. La settima � Sjǫfn, la quale si occupa principalmente di indurre l'animo delle persone all'amore, sia uomini che donne, e dal suo nome il sentimento amoroso � chiamato sjafni. NOTA
35i �tta Lofn, hon er sv� mild ok g�� til �heita at hon f�r leyfi af Alfǫ�r e�a Frigg til manna samgangs, kvenna ok karla, ��tt ��r s� bannat e�a �vertekit. Fyrir �v� er af hennar nafni lof kallat, ok sv� �at er lofu� er mjǫk af mǫnnum. L'ottava � Lofn; lei � cos� gentile e buona verso chi la invoca, che ottenne il permesso da Allfǫ�r e da Frigg di unire uomini e donne in matrimonio, anche quando questo sia loro proibito o interdetto. � dal suo nome che tale concessione si chiama lof e per ottenerla gli uomini la pregano molto. NOTA
35j N�unda V�r, hon hl��ir � ei�a manna ok einkam�l er veita s�n � milli konur ok karlar. �v� heita �au m�l v�rar. Hon hefnir ok �eim er brig�a. La nona � V�r, che ode le promesse e gli accordi che stringono fra loro donne e uomini. Per questo tali accordi sono detti v�rar. Ella punisce inoltre chi non li rispetta. NOTA
35k T�unda Vǫr, hon er ok vitr ok spurul sv� at engi hlut m� hana leyna. �at er or�tak at kona ver�i vǫr �ess er hon ver�r v�s. La decima � Vǫr; � saggia e indagatrice, e non le si pu� nascondere nulla. C'� un'espressione secondo cui una donna viene detta vǫr quando diventa consapevole di qualcosa. NOTA
35l Ellipta Syn, hon g�tir dura � hǫllinni ok l�kr fyrir �eim er eigi skulu inn ganga, ok hon er sett til varnar � �ingum fyrir �au m�l er hon vill �sanna. �v� er �at or�tak at syn s� fyrir sett �� er hann neitar. L'undicesima � Syn, che sta di guardia alle porte della hǫll e le chiude davanti a coloro che non devono entrare. In assemblea, ella si leva contro le accuse che si vogliono respingere. Da qui il detto che si pone una smentita [syn] quando si nega [un'accusa]. NOTA
35m T�lfta Hl�n, hon er sett til g�zlu yfir �eim mǫnnum er Frigg vill for�a vi� h�ska nǫkkvorum. �a�an af er �at or�tak at s� er for�ask hleinir. La dodicesima � Hl�n; ella custodisce coloro che Frigg desidera salvare da qualche pericolo, da cui si chiama hleinir colui che si salva. NOTA
35n

�rett�nda Snotra, hon er vitr ok l�tpr��. Af hennar heiti er kallat snotr kona e�a karlma�r s� er vitr ma�r er.

La tredicesima � Snotra, che � saggia e di modi gentili. Dal suo nome viene detto snotr l'uomo o la donna di mite temperamento. NOTA
35o Fj�rt�nda Gn�, hana sendir Frigg � �msa heima at eyrindum s�num. Hon � �ann hest, er renn lopt ok lǫg, er heitir H�fvarpnir. �at var eitt sinn er hon rei� at vanir nǫkkvorir s� rei� hennar � loptinu. La quattordicesima � Gn�, che viene mandata da Frigg in contrade lontane per le proprie ambasciate. Ella va su quel destriero che galoppa nell'aria e sul mare, chiamato H�fvarpnir. Una volta mentre cavalcava, uno dei Vanir vide la sua corsa attraverso l'aria. NOTA
35p �� m�lti einn: Allora disse cos�:
{40}

Hvat �ar fl�gr?
Hvat �ar ferr
e�a at lopti l��r?

Chi vola in alto?
Cos'� che corre
e in aria sfreccia?

35q

Hon svarar:

Ella rispose:

{41}

Ne ek fl�g,
�� ek fer
ok at lopti l��k
� H�fvarpni
�eim er Hamskerpir
gat vi� Gar�rofu.

Non volo in alto
sebbene corra
e in aria sfrecci
su H�fvarpnir
che Hamskerpir
ebbe con Gar�rofa.

35r Af Gn�r nafni er sv� kallat at �at gnefar er h�tt ferr. Dal nome di Gn� deriva il verbo gn�fa, �volare in alto�.
35s S�l ok Bil eru tal�ar me� �synjum, en sagt er fyrri e�li �eira. S�l e Bil sono annoverate fra le �synjur, ma di loro si � gi� detto prima. NOTA
       

36

[Fr� valkyrium]

[Delle valkyrjur]  
36a

�Enn eru ��r a�rar er �j�na skulu � Valhǫll, bera drykkju ok g�ta bor�b�na�ar ok ǫlgagna.

Ci sono ancora altre [dee] che si occupano di servire nella Valhǫll, portando da bere, occupandosi delle portate e dei boccali da birra.

36b Sv� eru ��r nefndar � Gr�mnism�lum: Cos� esse vengono nominate nel Gr�mnism�l:
{42}

Hrist ok Mist
vil ek at m�r horn beri,
Skeggjǫld ok Skǫgul,
Hildr ok �r��r,
Hlǫkk ok Herfjǫtur,
Gǫll ok Geirahǫ�,
Randgr�� ok R��gr��
ok Reginleif;
��r bera einherjum ǫl.

Hrist e Mist,
voglio che mi portino il corno,
Skeggjǫld e Skǫgul,
Hildr e �r��r,
Hlǫkk e Herfjǫtur,
Gǫll e Geirahǫ�.
Randgr��r e R��gr��r,
e Reginleif,
agli Einherjar portano birra.

NOTA
36c �essar heita valkyrjor, ��r sendir ��inn til hverrar orrostu. ��r kj�sa feig� � menn ok r��a sigri. Gu�r, R�ta ok norn in yngsta, er Skuld heitir, r��a jafnan at kj�sa val ok r��a v�gum. Esse si chiamano valkyrjur e ��inn le invia a ogni battaglia. Esse scelgono coloro che dovranno morire e assegnano [a chi spetti] la vittoria. Gu�r, Rota e la pi� giovane delle nornir, chiamata Skuld, accorrono sempre per scegliere i caduti e decidere le battaglie. NOTA
36d Jǫr�, m��ir ��rs, ok Rindr, m��ir V�la, eru tal�ar me� �synjum. Jǫr�, madre di ��rr, e Rindr, la madre di V�li, sono annoverate fra le �syniur.
       
37

Freyr fekk Ger�ar

Freyr conquista Ger�r  
37a

�Gymir h�t ma�r en kona hans Aurbo�a, hon var bergrisa �ttar. D�ttir �eira er Ger�r, er allra kvenna er fegrst. �at var einn dag er Freyr haf�i gengit � Hli�skj�lf ok s� of heima alla. En er hann leit � nor�r�tt, �� s� hann � einum bǿ mikit h�s ok fagrt, ok til �ess h�ss gekk kona, ok er hon t�k upp hǫndum ok lauk hur� fyrir s�r �� l�sti af hǫndum hennar b��i � lopt ok � lǫg, ok allir heimar birtusk af henni. Ok sv� hefndi honum �at mikla mikill�ti er hann haf�i sezk � �at helga s�ti at hann gekk � braut fullr af harmi. Ok er hann kom heim, m�lti hann ekki, hv�rki svaf hann n� drakk. Engi �or�i ok krefja hann or�a.

Un tale si chiamava Gymir e sua moglie Aurbo�a, la quale era della stirpe dei bergrisar. Loro figlia era Ger�r, la pi� bella fra tutte le donne. Un giorno Freyr si era assiso su Hli�skj�lf e osservava tutto il mondo. Guardando verso nord, vide in una fattoria una casa grande e bella verso cui avanzava una donna. E quando ella sollev� le braccia e apr� la porta davanti a s�, dalle sue mani eman� una luce che si diffuse nell'aria e sul mare, e tutti i mondi ne furono illuminati. La grande presunzione di Freyr, di essersi seduto su quel sacro seggio, gli si rivolt� contro, ed egli se ne and� via pieno di dolore. Quando torn� a casa non parl�, non mangi� e non bevve. Nessuno si attent� a rivolgergli una parola.

37b �� l�t Njǫr�r kalla til s�n Sk�rni, sk�svein Freys, ok ba� hann ganga til Freys ok bei�a hann or�a ok spyrja hverjum hann v�ri sv� rei�r at hann m�lti ekki vi� menn. En Sk�rnir kvazk ganga mundu, ok eigi f�ss, ok kva� illra svara vera v�n af honum. En er hann kom til Freys, �� spur�i hann hv� Freyr var sv� hnipinn ok m�lti ekki vi� menn. �� svarar Freyr ok sag�i at hann haf�i s�t konu fagra, ok fyrir hennar sakar var hann sv� harmsfullr at eigi mundi hann lengi lifa ef hann skyldi eigi n� henni. �Ok n� skaltu fara ok bi�ja hennar m�r til handa ok hafa hana heim hingat hv�rt er fa�ir hennar vill e�a eigi, ok skal ek �at vel launa ��r�. Njǫr�r fece quindi chiamare Sk�rnir, servitore di Freyr, e gli disse di andare da lui e chiedergli udienza, domandandogli perch� fosse tanto adirato da non parlare pi� con nessuno. Sk�rnir disse che sarebbe andato, ma non volentieri, e aggiunse che da Freyr c'erano da aspettarsi brutte risposte. Quando arriv� da Freyr, gli chiese perch� fosse cos� avvilito da non parlare con nessuno. Allora Freyr rispose e disse di aver visto una bellissima donna; a causa sua era cos� triste che non sarebbe vissuto a lungo se non l'avesse posseduta. �E ora dovrai andare e corteggiarla da parte mia e condurla qui, che suo padre voglia o no. Ti ricompenser� bene�.
37c �� svarar Sk�rnir, sag�i sv� at hann skal fara sendifer� en Freyr skal f� honum sver� sitt. �at var sv� gott sver� at sj�lft v�sk. En Freyr l�t eigi �at til skorta ok gaf honum sver�it. Sk�rnir rispose che sarebbe andato a compiere il suo incarico, ma Freyr avrebbe dovuto donargli la sua spada. Essa era una spada cos� valida che combatteva da sola. Freyr non volle negargliela e gli consegn� la spada.
37d �� f�r Sk�rnir ok ba� honum konunnar ok fekk heitit hennar, ok n�u n�ttum s��ar skyldi hon �ar koma er Barrey heitir ok ganga �� at brullaupinu me� Frey. En er Sk�rnir sag�i Frey sitt eyrindi, �� kva� hann �etta: Sk�rnir quindi part�, corteggi� la donna per Freyr e ottenne da lei una promessa: nove notti dopo ella si sarebbe recata nel luogo chiamato Barrey e avrebbe celebrato le nozze con Freyr. Quando per� Sk�rnir rifer� la sua missione a Freyr, lui recit� queste strofe: NOTA
{43}

Lǫng er n�tt,
lǫng er ǫnnur,
hv� mega ek �reyja �rj�r?
Opt m�r m�na�r
minni ��tti
en sj� hǫlf h�n�tt.

Lunga � una notte,
lunga � una seconda,
come potr� patirne una terza?
Spesso un mese
mi � parso pi� breve
di questa mezza notte di attesa.

37e

�essi sǫk er til er Freyr var sv� v�pnlauss er hann bar�isk vi� Belja ok drap hann me� hjartarhorni�.

Questa fu la ragione per cui Freyr era disarmato quando combatt� contro Beli e lo uccise con un corno di cervo�.

NOTA
37f

�� m�lti Gangleri: �Undr mikit er �v�l�kr hǫf�ingi sem Freyr er vildi gefa sver� sv� at hann �tti eigi annat jafngott. Geysimikit mein var honum �at �� er hann bar�isk vi� �ann er Beli heitir. �at veit tr�a m�n at �eirar gjafar mundi hann �� i�rask�.

Quindi parl� Gangleri: �� un grande disonore che un condottiero come Freyr abbia voluto cedere la propria spada senza averne un'altra di pari fattura. Fu un enorme svantaggio per lui, mentre combatteva contro colui che si chiama Beli. In fede mia, dev'essersi pentito di aver fatto quel dono�.

37g �� svarar H�r: �L�tit mark var �� at er �eir Beli hittusk. Drepa m�tti Freyr hann me� hendi sinni. Ver�a mun �at er Frey mun �ykkja verr vi� koma er hann missir sver�sins �� er Muspellssynir fara ok herja�. Rispose quindi H�r: �Fu poca cosa quando lui e Beli si scontrarono. Freyr avrebbe potuto vincerlo con una mano sola. Ma capiter� a Freyr un momento che gli parr� assai peggiore, quando gli mancher� la spada nel giorno in cui giungeranno, furiosi, i figli di M�spell�.
       
38

Fr� vist ok drykk me� �sum

Del mangiare e del bere presso gli �sir  
[Fr� vist Einherja ok ��ins] [Del cibo degli Einherjar e di ��inn]
38a

�� m�lti Gangleri: ��at segir �� at allir �eir menn er � orrostu hafa fallit fr� upphafi heims eru n� komnir til ��ins � Valhǫll. Hvat hefir hann at f� �eim at vistum? Ek hug�a at �ar skyldi vera allmikit fjǫlmenni�.

Quindi disse Gangleri: �Tu dici che tutti gli uomini caduti in battaglia dall'inizio del mondo sono ora giunti nella Valhǫll, da ��inn. Cos'ha egli da offrire loro per sostentarli? Immagino che l� vi sia una folla immensa�.

38b �� svarar H�r: �Satt er �at er �� segir, allmikit fjǫlmenni er �ar, en miklu fleira skal enn ver�a, ok mun �� ofl�tit �ykkja �� er �lfrinn kemr. En aldri er sv� mikill mannfjǫl�i � Valhǫll at eigi m� �eim endask flesk galtar �ess er S�hr�mnir heitir. Hann er so�inn hvern dag ok heill at aptni. En �essi spurning er n� spyrr ��, �ykki m�r l�kara at f�ir muni sv� v�sir vera at h�r kunni satt af at segja. Andhr�mnir heitir steikarinn, en Eldhr�mnir ketillinn. Rispose quindi H�r: �Ci� che dici � vero. Una grande folla si trova l� e diverr� sempre pi� grande, ma sembrer� comunque troppo piccola quando arriver� il Lupo. Mai per� la moltitudine di Valhǫll sar� grande abbastanza da finire la carne del cinghiale detto S�hr�mnir. Esso viene cotto ogni giorno, ma alla sera � di nuovo intero. Riguardo a ci� che ora domandi, credo proprio che pochi siano abbastanza sapienti da rispondere correttamente. Andhr�mnir si chiama il cuoco ed Eldhr�mnir il calderone.
38c Sv� er h�r sagt: Cos� qui � detto:
{44}

Andhr�mnir l�tr
� Eldhr�mni
S�hr�mni so�inn,
fleska bazt,
at �at f�ir vitu
vi� hvat einherjar alask�.

Fa Andhr�mnir
in Eldhr�mnir
S�hr�mnir bollire,
la carne migliore.
Pochi per� sanno,
di cosa gli Einherjar si nutrano.

NOTA
38d �� m�lti Gangleri: �Hv�rt hefir ��inn �at sama bor�hald sem einherjar?� Quindi parl� Gangleri: ���inn consuma lo stesso pasto degli Einherjar?�
38e H�r segir: ��� vist er � hans bor�i stendr gefr hann tveim �lfum er hann �, er sv� heita: Geri ok Freki, ok �nga vist �arf hann: v�n er honum b��i drykkr ok matr. Disse H�r: �Il cibo sul suo tavolo egli lo d� ai due lupi che possiede, i quali si chiamano Geri e Freki. Non ha bisogno di mangiare: il vino per lui � sia bevanda che cibo.
38f Sv� segir h�r: Cos� qui � detto:
{45}

Gera ok Freka
se�r gunntami�r
hr��igr Herjafǫ�r,
en vi� v�n eitt
v�pngafigr
��inn � lifir.

Geri e Freki
li sazia, avvezzo alla guerra,
Herjafǫ�r glorioso.
Ma di solo vino
in armi splendente,
��inn vive per sempre.

NOTA
38g

Hrafnar tveir sitja � ǫxlum honum ok segja � eyru honum ǫll t��indi �au er �eir sj� e�a heyra, �eir heita sv�: Huginn ok Muninn. �� sendir hann � dagan at flj�ga um allan heim ok koma �eir aptr at dǫgur�arm�li. �ar af ver�r hann margra t��inda v�ss. �v� kalla menn hann hrafnagu�, sv� sem sagt er:

Due corvi stanno sulle sue spalle e nell'orecchio gli raccontano tutte le le cose che vedono e odono. Si chiamano Huginn e Muninn. Durante il giorno, [��inn] li manda a volare per tutto il mondo ed [essi] tornano al dǫgur�arm�li. In questo modo egli � al corrente di molte cose. Perci� gli uomini lo chiamano Hrafnagu�, cos� come qui � detto:

NOTA
{46}

Huginn ok Muninn
flj�ga hverjan dag
jǫrmungrund yfir.
�ttumk ek Hugin
at hann aptr komi,
�� sj�mk ek meir um Munin�.

Huginn e Muninn
volano ogni giorno
sopra la vasta terra.
Paura ho che Huginn
indietro non ritorni,
sebbene ancor pi� tema per Muninn�.

NOTA
       

39

[Fr� drykk Einherja]

[Della bevanda degli Einherjar]  
39a

�� m�lti Gangleri: �Hvat hafa einherjar at drykk �at er �eim endisk jafngn�gliga sem vistin, e�a er �ar vatn drukkit?�

Quindi chiese Gangleri: �Per gli Einherjar c'� qualcosa da bere che possa bastare per accompagnare il cibo, oppure l� si beve acqua?�

39b �� segir H�r: �Undarliga spyr�u n�, at Allfǫ�r mun bj��a til s�n konungum e�a jǫrlum e�a ǫ�rum r�kismǫnnum ok muni gefa �eim vatn at drekka, ok �at veit tr�a m�n at margr kemr s� til Valhallar er d�rt mundi �ykkjask kaupa vatnsdrykkinn ef eigi v�ri betra fagna�ar �angat at vitja, s� er ��r �olir s�r ok svi�a til banans. Disse quindi H�r: �� strano che tu chieda se Allfǫ�r possa invitare a s� regnanti, j�rlar e altri uomini di rango e dar loro da bere dell'acqua! E in fede mia, tanti giungerebbero nella Valhǫll pensando di aver pagato a caro prezzo quel sorso d'acqua, se non fosse un miglior desco per chi ha sofferto atroci dolori nel momento del trapasso.
39c Annat kann ek ��r �a�an segja. Geit s� er Hei�r�n heitir stendr uppi � Valhǫll ok b�tr barr af limum tr�s �ess er mjǫk er nafnfr�gt, er L�ra�r heitir, en �r spenum hennar rennr mjǫ�r s� er hon fyllir skapker hvern dag. �at er sv� mikit at allir einherjar ver�a fulldruknir af�. Posso raccontarti ancora una cosa. Quella capra che si chiama Hei�r�n sta nella parte alta di Valhǫll e bruca le foglie dai rami di quel famosissimo albero chiamato L�ra�r. Dalle sue mammelle l'idromele scorre copioso, tanto che ogni giorno ne riempie un barile. Questo � cos� capiente da ubriacare tutti gli Einherjar�. NOTA
39d �� m�lti Gangleri: ��at er �eim geysihaglig geit. Forkunnar g��r vi�r mun �at vera er hon b�tr af!� Quindi parl� Gangleri: �� proprio una capra utile! Dev'essere poi prodigioso l'albero da cui bruca�.
39e �� m�lti H�r: �Enn er meira mark at of hjǫrtinn Eir�yrni, er stendr � Valhǫll ok b�tr af limum �ess tr�s, en af hornum hans ver�r sv� mikill dropi at ni�r kemr � Hvergelmi, en �a�an af falla �r ��r er sv� heita: S��, V��, Sekin, Ekin, Svǫl, Gunn�r�, Fjǫrm, Fimbul�ul, Gipul, Gǫpul, Gǫmul, Geirvimul, �essar falla um �sabyg�ir. �essar eru enn nefndar: �yn, Vin, �ǫll, Bǫll, Gr��, Gunn�r�in, N�t, Nǫt, Nǫnn, Hrǫnn, V�na, Veg, Svinn, �j��numa�. Quindi disse H�r: �Ancora pi� notevole � il cervo Eik�yrnir: anche lui si trova in Valhǫll e bruca i rami dell'albero [L�ra�r]. Dalle sue corna stillano tantissime gocce che cadono in Hvergelmir e da qui originano i fiumi che cos� si chiamano: S��, V��, Sekin, Ekin, Svǫl, Gunn�r�, Fjǫrm, Fimbul�ul, Gipul, Gǫpul, Gǫmul, Geirvimul. Questi ultimi scorrono attorno alla dimora degli �sir. E si annoverano ancora questi: �yn, Vin, �ǫll, Hǫll, Gr��, Gunn�r�in, N�t, Nǫt, Nǫnn, Hrǫnn, V�na, Vegsvinn, �j��numa�.
       
40

[Um stǿr� Valhallar]

[L'imponenza di Valhǫll]  
40a

�� m�lti Gangleri: ��etta eru undarlig t��indi er n� sag�ir ��. Geysimikit h�s mun Valhǫll vera, all�rǫngt mun �ar opt vera fyrir durum�.

Quindi disse Gangleri: �Mi racconti cose straordinarie. Valhǫll dev'essere un meraviglioso edificio e dev'esservi spesso una gran folla davanti alle sue porte�.

40b �� svarar H�r: �Hv� spyrr �� eigi �ess hversu margar dyrr eru � Valhǫll e�a hversu st�rar? Ef �� heyrir �at sagt �� muntu segja at hitt er undarligt ef eigi m� ganga �t ok inn hverr er vill. En �at er me� sǫnnu at segja at eigi er �r�ngra at skipa hana en ganga � hana. Rispose quindi H�r: �Perch� non chiedi piuttosto quante porte ci siano a Valhǫll o quanto grandi? Se tu lo udissi, diresti che sarebbe sorprendente se non potesse entrare e uscire chiunque lo voglia. Tuttavia si pu� rettamente dire che non vi sia pi� affollamento nel trovar posto di quanto ve ne sia nell'entrare.
40c H�r m�ttu heyra � Gr�mnism�lum: Puoi sentir dire nel Gr�mnism�l:
{47}

Fimm hundru� dura
ok of fj�rum tugum,
sv� hygg ek Valhǫll vera.
�tta hundru� einherja
ganga senn �r einum durum
�� er �eir fara me� vitni at vega�.

Cinquecento porte
e ancora quaranta
credo vi siano nella Valhǫll.
Ottocento Einherjar
da ciascuna porta usciranno insieme
quando andranno a battersi col lupo�.

NOTA
       
41

[Fr� skemtan Einherja]

[Il passatempo degli Einherjar]  
41a

�� m�lti Gangleri: �Allmikill mannfjǫl�i er � Valhǫll, sv� nj�ta tr� minnar at allmikill hǫf�ingi er ��inn er hann st�rir sv� miklum her. E�a hvat er skemtun einherjanna �� er �eir drekka eigi?�

Quindi parl� Gangleri: �Un'enorme folla si trova nella Valhǫll. E per quanto posso comprendere, ��inn � un grandissimo condottiero, lui che comanda un esercito cos� grande. Ma qual � il passatempo degli Einherjar quando non bevono?�

41b H�r segir: �Hvern dag �� er �eir hafa kl�zk, �� herv��a �eir sik ok ganga �t � gar�inn ok berjask ok fellr hverr � annan. �at er leikr �eira. Ok er l��r at dǫgur�arm�li, �� r��a �eir heim til Valhallar ok setjask til drykkju, sv� sem h�r segir: Disse H�r: �Ogni giorno, dopo essersi vestiti, si armano ed escono nel cortile, dove lottano e si abbattono l'un l'altro. Questo � il loro svago. Quando si avvicina l'ora del dagver�r, allora tornano alla Valhǫll, la loro casa, e siedono a bere, cos� come qui si dice:
{48}

Allir einherjar
��ins t�num �
hǫggvask hverjan dag.
Val �eir kj�sa
ok r��a v�gi fr�,
sitja meir um s�ttir saman.

Tutti gli Einherjar
alla corte di ��inn
si battono ogni giorno.
Scelgono i caduti,
poi dalla battaglia cavalcano via
e in concordia siedono insieme

NOTA
41c En satt er �at er �� sag�ir: mikill er ��inn fyrir s�r. Mǫrg dǿmi finnask til �ess. Sv� er h�r sagt � or�um sj�lfra �sanna: Ci� che dici comunque � vero: ��inn � assai potente e molti segni vi sono a prova di questo. Cos� � detto nelle parole degli stessi �sir:
{49}

Askr Yggdrasils
hann er ǿztr vi�a,
en Sk��bla�nir skipa,
��inn �sa,
en j�a Sleipnir,
Bifrǫst br�a,
en Bragi sk�lda,
H�br�k hauka,
en hunda Garmr�.

Il frassino Yggdrasill
� il migliore degli alberi
e Sk��bla�nir delle navi,
��inn degli �sir,
e dei cavalli Sleipnir,
Bifrǫst dei ponti
e Bragi degli scaldi,
H�br�k dei falchi,
e dei cani Garmr.

NOTA
       
42

Fr� �v� er er Loki gat Sleipni vi� Sva�ilfǿra

Di quando Loki concep� Sleipnir insieme con Sva�ilfǿri  
42a �� m�lti Gangleri: �Hverr � �ann hest Sleipni? E�a hvat er fr� honum at segja?�

Quindi parl� Gangleri: �Chi possiede quel cavallo, Sleipnir, e cosa c'� da dire su di esso?�

42b H�r segir: �Eigi kanntu deili � Sleipni ok eigi veiztu atbur�i af hverju hann kom, en �at mun ��r �ykkja fr�sagnar vert. Disse H�r: �Tu non puoi conoscere le abilit� di Sleipnir e le circostanze della sua nascita, ma la cosa ti parr� degna di esser narrata.
42c �at var snimma � ǫndver�a byg� go�anna, �� er go�in hǫf�u sett Mi�gar� ok gert Valhǫll, �� kom �ar smi�r nǫkkvorr ok bau� at gera �eim borg � �rim misserum sv� g��a at tr� ok �rugg v�ri fyrir bergrisum ok hr�m�ursum ��tt �eir komi inn um Mi�gar�. En hann m�lti s�r �at til kaups at hann skyldi eignask Freyju, ok hafa vildi hann s�l ok m�na. �� gengu �sirnir � tal ok r��u r��um s�num, ok var �at kaup gert vi� smi�inn at hann skyldi eignask �at er hann m�lti til ef hann fengi gert borgina � einum vetri. En hinn fyrsta sumarsdag, ef nǫkkvorr hlutr v�ri �gjǫrr at borginni, �� skyldi hann af kaupinu. Skyldi hann af �ngum manni li� �iggja til verksins. Ok er �eir sǫg�u honum �essa kosti, �� beiddisk hann at �eir skyldu lofa at hann hef�i li� af hesti s�num er Sva�ilfǿri heitir. En �v� r�� Loki er �at var til lagt vi� hann. Si era agli inizi, nei primi tempi in cui gli d�i si erano insediati nella loro dimora, quando avevano appena stabilito Mi�gar�r e costruito la Valhǫll. Un giorno giunse un artigiano che offr� loro di costruire in tre misseri una cittadella cos� ben fatta da essere solida e sicura contro i bergrisar e i hr�m�ursar, anche qualora fossero penetrati nel Mi�gar�r. Egli chiese per�, quale ricompensa, di poter avere Freyja e di prendersi anche il sole e la luna. Gli �sir si riunirono in assemblea e fu pattuito con l'artigiano che avrebbe avuto ci� che chiedeva se avesse costruito la cittadella in un solo inverno; se per� il primo giorno d'estate qualche parte [della fortificazione] fosse rimasta incompiuta, avrebbe perso la ricompensa. Inoltre, nessuno avrebbe dovuto aiutarlo nel suo lavoro. Quando gli proposero queste condizioni, [l'artigiano] chiese il permesso di poter essere aiutato dal suo cavallo, che si chiamava Sva�ilfǿri, e dietro consiglio di Loki, gli fu concesso. NOTA
42d Hann t�k til hinn fyrsta vetrardag at gera borgina, en of n�tr dr� hann til grj�t � hestinum. En �at ��tti �sunum mikit undr hversu st�r bjǫrg s� hestr dr�, ok h�lfu meira �rekvirki g[er]�i hestrinn en smi�rinn. En at kaupi �eira v�ru sterk vitni ok mǫrg sǿri, fyrir �v� at jǫtnum ��tti ekki trygt at vera me� �sum gri�alaust ef ��rr kv�mi heim, en �� var hann farinn � austrveg at berja trǫll. En er � lei� vetrinn, �� s�ttisk mjǫk borgarger�in ok var hon sv� h� ok sterk at eigi m�tti � �at leita. En �� er �r�r dagar v�ru til sumars, �� var komit mjǫk at borghli�i. Egli inizi� a costruire la cittadella il primo giorno d'inverno, e durante la notte trasportava le pietre con il cavallo. Agli �sir parve tuttavia straordinario quanto grandi fossero le pietre trainate dal cavallo, il quale svolgeva pi� di met� del lavoro dell'artigiano. Il loro accordo per� era stato stretto con testimonianze inoppugnabili e numerosi giuramenti, dal momento che gli jǫtnar non si sentivano al sicuro quando si trovavano fra gli �sir senza garanzie, soprattutto se fosse tornato a casa ��rr, che quei giorni era andato a est a combattere i trǫll. Cos�, mentre l'inverno volgeva al termine, l'edificazione della fortezza procedeva, ed essa era divenuta talmente alta e solida da risultare inespugnabile. Quando mancavano tre giorni all'estate, i cancelli della citt� erano quasi terminati.
42e �� settusk gu�in � d�mst�la s�na ok leitu�u r��a, ok spur�i hverr annan hverr �v� hef�i r��it at gipta Freyju � Jǫtunheima e�a spilla loptinu ok himninum sv� at taka �a�an s�l ok tungl ok gefa jǫtnum. En �at kom �samt me� ǫllum at �essu mundi r��it hafa s� er flestu illu r��r, Loki Laufeyjarson, ok kv��u hann ver�an ills dau�a ef eigi hitti hann r�� til at smi�rinn v�ri af kaupinu, ok veittu Loka atgǫngu. En er hann var� hr�ddr �� svar�i hann ei�a at hann skyldi sv� til haga at smi�rinn skyldi af kaupinu, hvat sem hann kosta�i til. Gli d�i allora si sedettero in assemblea e si chiesero l'un l'altro chi avesse consigliato di consegnare Freyja al Jǫtunheimr o di mandare in rovina aria e cielo privandoli del sole e della luna per consegnarli agli jǫtnar. Convennero che dovesse averlo suggerito colui che sempre malconsiglia, Loki figlio di Laufey, e decretarono di condannarlo a una morte orribile se non avesse fatto in modo che l'artigiano rinunciasse al proprio compenso. Loki fu quindi aggredito e, siccome ebbe una gran paura, giur� che avrebbe fatto in modo, a qualunque costo, che l'artigiano non adempisse all'impegno preso.
42f Ok it sama kveld er smi�rinn �k �t eptir grj�tinu me� hestinn Sva�ilfǿra, �� hlj�p �r sk�ginum nǫkkvorum merr at hestinum ok hrein vi�. En er hestrinn kendi hvat hrossi �etta var, �� ǿddisk hann ok sleit sundr reipin ok hlj�p til merarinnar, en hon undan til sk�gar ok smi�rinn eptir ok vill taka hestinn. En �essi hross hlaupa alla n�tt ok dvelsk sm��in �� n�tt. Ok eptir um daginn var� ekki sv� sm��at sem fyrr haf�i or�it. Ok �� er smi�rinn s�r at eigi mun lokit ver�a verkinu, �� fǿrisk smi�rinn � jǫtunm��. En er �sirnir s� �at til v�ss at �ar var bergrisi kominn, �� var� eigi �yrmt ei�unum, ok kǫllu�u �eir � ��r, ok jafnskj�tt kom hann, ok �v� n�st f�r � lopt hamarrinn Mjǫlnir, galt �� sm��arkaupit ok eigi s�l ok tungl, heldr synja�i hann honum at byggva � Jǫtunheimum ok laust �at hit fyrsta hǫgg er haussinn brotna�i � sm�n mola ok sendi hann ni�r undir Niflhel. Quella stessa sera, mentre l'artigiano trasportava delle pietre con Sva�ilfǿri, usc� fuori dal bosco una giumenta che corse nitrendo verso il cavallo. Quando lo stallone si avvide che era una cavalla, s'imbizzarr�, strapp� le redini, corse dalla giumenta e scapp� con essa nel bosco, e l'artigiano dietro per riprendersi il cavallo. I due cavalli per� galopparono tutta la notte e tutta la notte l'artigiano dovette fermarsi. Cos� il giorno dopo il lavoro non procedette come prima. Quando l'artigiano vide che il lavoro non poteva essere completato, fu preso dallo jǫtunm��r. Quando gli �sir si avvidero chiaramente che era un bergrisi, non onorarono la loro promessa e chiamarono ��rr, il quale giunse immediatamente vibrando in aria il martello Mjǫllnir. In questo modo pag� il compenso dell'artigiano: non col sole o la luna, e non gli concesse nemmeno di abitare nello Jǫtunheimr: col primo colpo gli frantum� la testa in mille schegge e lo sprofond� gi� oltre il Niflheimr. NOTA
42g En Loki haf�i �� fer� haft til Sva�ilfǿra at nǫkkvoru s��ar bar hann fyl. �at var gr�tt ok haf�i �tta fǿtr, ok er s� hestr beztr me� go�um ok mǫnnum. Nel frattempo Loki si era accoppiato con Sva�ilfǿri e in seguito diede alla luce un puledro. Era grigio e aveva otto zampe: ed � il miglior cavallo fra gli d�i e gli uomini.
42h Sv� segir � Vǫlusp�: Cos� dice la Vǫlusp�:

{50}

�� gengu regin ǫll
� rǫkst�la,
ginnheilug go�,
ok of �at g�ttusk,
hverr hef�i lopt allt
l�vi blandit
e�a �tt jǫtuns
��s mey gefna.

Andarono allora tutti i potenti
ai seggi del giudizio,
gli altissimi d�i,
e tennero consiglio:
chi avesse l'aria tutta
avvolta di sventura
e alla stirpe degli jǫtunn
dato la fanciulla di ��r.

NOTA
{51}

� gengusk ei�ar,
or� ok sǿri,
m�l ǫll meginlig
er � me�al f�ru.
��rr einn �at vann,
�runginn m��i,
hann sjaldan sitr
er hann sl�kt of fregn�.

Si ruppero i patti,
la parole e i voti,
tutti i giuramenti
fra loro stabiliti.
Solo ��rr si lev�
terribile nell'ira:
non pazient� un istante
quando apprese tali fatti�.

       

43

[Fr� Sk��bla�ni]

[Sk��bla�nir]  
43a �� m�lti Gangleri: �Hvat er at segja fr� Sk��bla�ni er hann er beztr skipa? Hv�rt er ekki skip jafngott sem hann er e�a jafnmikit?� Quindi parl� Gangleri: �Cosa c'� da dire di Sk��bla�nir, che � la migliore delle navi? C'� qualche altra nave che la eguagli in grandezza?�
43b H�r segir: �Sk��bla�nir er beztr skipanna ok me� mestum hagleik gerr, en Naglfari er mest skip, �at er � Muspell. Dvergar nǫkkvorir, synir �valda, ger�u Sk��bla�ni ok g�fu Frey skipit. Hann er sv� mikill at allir �sir megu skipa hann me� v�pnum ok herb�na�i, ok hefir hann byr �egar er segl er dregit, hvert er fara skal. En �� er eigi skal fara me� hann � s�, �� er hann gǫrr af sv� mǫrgum hlutum ok me� sv� mikilli list at hann m� vefja saman sem d�k ok hafa � pung s�num�. Disse H�r: �Sk��bla�nir � la migliore delle navi ed � costruita con grande arte, ma � Naglfar la nave pi� grande, che sta in M�spell. Alcuni nani, figli di �valdi, costruirono Sk��bla�nir e la diedero a Freyr. Essa era cos� grande che tutti gli �sir potevano salirvi con armi e armature; e quando la vela � issata, ha sempre vento propizio, ovunque debba andare. Essa � fatta con materiali cos� portentosi e con tale ingegno che, quando non c'� bisogno di viaggiare per mare, la si pu� ripiegare come un panno e metterla in una borsa�.
      NOTA

44

H�r �egir �ri�i Qui �ri�i tace
44a �� m�lti Gangleri: �Gott skip er Sk��bla�nir en allmikil fjǫlkyngi mun vi� vera hǫf� ��r sv� f�i gert. Hv�rt hefir ��rr hvergi sv� farit at hann hafi hitt fyrir s�r sv� r�kt e�a ramt at honum hafi ofrefli � verit fyrir afls sakar e�a fjǫlkyngi?� Quindi parl� Gangleri: �Sk��bla�nir � una buona nave, e una grande magia dev'essere stata impiegata per conferirle tali propriet�. � mai capitato a ��rr di trovarsi davanti a qualcosa di cos� potente e forte da sovrastarlo per forza o magia?�  
44b �� m�lti H�r: �F�r ma�r v�ttir mik at fr� �v� kunni segja, en margt hefir honum har�fǿrt ��tt. En ��tt sv� hafi verit at nǫkkvorr hlutr hafi sv� verit ramr e�a sterkr at ��rr hafi eigi sigr fengit � unnit, �� er eigi skylt at segja fr�, fyrir �v� at mǫrg dǿmi eru til �ess ok �v� eru allir skyldir at tr�a at ��rr er m�tkastr�. Quindi parl� H�r: �Bench� credo siano pochi in grado di dirlo, egli ha incontrato molti ostacoli ardui da superare. Ma se vi fosse stato qualcosa di talmente potente e forte che nemmeno ��rr sia riuscito a vincerlo, non sarebbe necessario parlarne, poich� vi sono molte prove a conforto del fatto che sia ��rr il pi� potente, ed � questo che tutti sono tenuti a credere�.  
44c �� m�lti Gangleri: �Sv� l�zk m�r sem �ess hlutar mun ek y�r spurt hafa er engi er til fǿrr at segja�. Quindi parl� Gangleri: �Mi pare di avervi chiesto qualcosa di cui nessuno sia capace di parlare�.  
44d �� m�lti Jafnh�r: �Heyrt hǫfum v�r sagt fr� �eim atbur�um er oss �ykkja �tr�ligir at sannir muni vera. En h�r mun sj� sitja n�r er vita mun sǫnn t��indi af at segja, ok muntu �v� tr�a at hann mun eigi lj�ga n� it fyrsta sinn er aldri laug fyrr�. Quindi parl� Jafnh�r: �Abbiamo udito narrare di eventi che riteniamo incredibili, ma che potrebbero tuttavia essere veri. Qui accanto siede per� chi sapr� raccontare la verit� e tu potrai ben credere che non mentir� ora, per la prima volta, chi non ha mai mentito in precedenza�.  
44e �� m�lti Gangleri: �H�r mun ek standa ok hl��a ef nǫkkvor �rlausn f�r �essa m�ls, en at ǫ�rum kosti kalla ek y�r vera yfirkomna ef ��r kunni� eigi at segja �at er ek spyr�. Quindi disse Gangleri: �Star� qui e ascolter� i vostri discorsi, se mai riceva qualche risposta. Ma se invece non potrete replicare a ci� che vi chiedo, vi dichiarer� sconfitti�.  
       
H�r hefr sǫgu ��rs ok �tgar�aloka Qui inizia la saga di ��rr e �tgar�aloki  
44f �� m�lti �ri�i: �Au�s�nt er n� at hann vill �essi t��indi vita ��tt oss �ykki eigi fagrt at segja. En ��r er at �egja. �at er upphaf �essa m�ls at Ǫku��rr f�r me� hafra s�na ok rei�, ok me� honum s� �ss er Loki er kalla�r. Koma �eir at kveldi til eins b�anda ok f� �eir n�ttsta�. En um kveldit t�k ��rr hafra s�na ok skar b��a, eptir �at v�ru �eir flegnir ok bornir til ketils. En er so�it var, �� settisk ��rr til n�ttver�ar ok �eir lagsmenn. ��rr bau� til matar me� s�r b�andanum ok konu hans ok bǫrnum �eira. Sonr b�a h�t �j�lfi, en Rǫskva d�ttir. �� lag�i ��rr hafrstǫkurnar �tar fr� eldinum ok m�lti at b�andi ok heimamenn hans skyldu kasta � hafrstǫkurnar beinunum. �j�lfi, son b�anda, helt � l�rlegg hafrsins ok spretti � kn�fi s�num ok braut til mergjar. ��rr dval�isk �ar of n�ttina, en � �ttu fyrir dag st�� hann upp ok kl�ddi sik, t�k hamarinn Mjǫlni ok br� upp ok v�g�i hafrstǫkurnar. St��u �� upp hafrarnir ok var �� annarr haltr eptra fǿti. �at fann ��rr ok tal�i at b�andinn e�a hans hj�n mundi eigi skynsamliga hafa farit me� beinum hafrsins. Kennir hann at brotinn var l�rleggrinn. Allora parl� �ri�i: �Ora � chiaro che costui vuole conoscere questa vicenda, nonostante sia sgradita da raccontare. Ora per� dovrai tacere. Questa storia inizi� quando Ǫku��rr part� con i suoi caproni e il suo carro, e insieme a lui c'era l'�ss chiamato Loki. All'imbrunire essi giunsero alla casa di un fattore e ricevettero alloggio per la notte. Nel corso della serata, ��rr prese i suoi caproni e li uccise entrambi, dopodich� vennero scuoiati e arrostiti nel calderone. Quando furono cotti, ��rr sedette a cena con i compagni e invit� a mangiare anche il fattore, sua moglie e i loro figli. Il figlio del fattore si chiamava �j�lfi, e la figlia Rǫskva. ��rr mise le pelli dei caproni lontani dal fuoco e disse al fattore e ai suoi servi di gettarvi sopra le ossa. �j�lfi, figlio del fattore, si tenne per� il femore di uno dei caproni, che incise col suo coltello e spezz� per estrarne il midollo. ��rr si ferm� l� per la notte, ma quando giunse �tta, prima del giorno, si alz�, si vest� e prese il martello Mjǫllnir, lo fece roteare e benedisse le pelli dei caproni. Gli animali allora si alzarono, ma uno di essi era zoppo a una delle zampe posteriori. ��rr lo not� e disse che il fattore o un suo servo non erano stati attenti con le ossa del caprone. Se ne accorgeva poich� l'osso della coscia era rotto. NOTA
44g

Eigi �arf langt fr� �v� at segja, vita megu �at allir hversu hr�ddr b�andinn mundi vera er hann s� at ��rr l�t s�ga br�nnar ofan fyrir augun, en �at er s� augnanna, �� hug�isk hann falla mundu fyrir sj�ninni einni samt. Hann her�i hendrnar at hamarskaptinu sv� at hv�tnu�u kn�arnir, en b�andinn ger�i sem v�n var ok ǫll hj�nin, kǫllu�u �kafliga, b��u s�r fri�ar, bu�u at fyrir kv�mi allt �at er �au �ttu. En er hann s� hr�zlu �eira, �� gekk af honum m��rinn ok sefa�isk hann ok t�k af �eim � s�tt bǫrn �eira, �j�lfa ok Rǫsku, ok ger�usk �au �� skyldir �j�nustumenn ��rs ok fylgja �au honum jafnan s��an.

Non occorre parlarne a lungo: tutti possono immaginare quanto spaventato potesse essere il fattore quando vide che ��rr aggrottava le sopracciglia sopra gli occhi e, quando intravide quegli occhi, riusc� solamente a cadere bocconi davanti al suo sguardo. ��rr serr� le mani attorno al martello con tanta forza che le nocche imbiancarono. Il fattore e tutto il suo seguito fecero allora ci� che c'era da aspettarsi: implorarono misericordia a gran voce, e offrirono come ricompensa tutto quello che avevano. Quando ��rr vide il loro terrore, la furia lo abbandon�; si plac� e come compenso prese con s� i figli [del fattore], �jalfi e Rǫskva, i quali divennero i suoi servitori e da allora lo seguono sempre.  
       
45 [Fr� skiptum ��rs ok Skr�mis] [L'incontro fra ��rr e Skr�mir]  
45a �L�t hann �ar eptir hafra ok byrja�i fer�ina austr � Jǫtunheima ok allt til hafsins, ok �� f�r hann �t yfir hafit �at it dj�pa. En er hann kom til lands, �� gekk hann upp ok me� honum Loki ok �j�lfi ok Rǫskva. ��rr si lasci� i caproni alle spalle e cominci� il suo viaggio a est, verso lo Jǫtunnheimr e dritto fino al mare, del quale attravers� le profondit�. Giunto a terra, con lui approdarono Loki, �jalfi e Rǫskva.  
45b �� er �au hǫf�u l�tla hr�� gengit, var� fyrir �eim mǫrk st�r. Gengu �au �ann dag allan til myrkrs. �j�lfi var allra manna f�thvatastr. Hann bar k�l ��rs, en til vista var eigi gott. Dopo che ebbero camminato per un poco, si trovarono davanti una grande foresta e proseguirono per tutto il giorno fino all'imbrunire. �jalfi di tutti gli uomini era il pi� lesto. Egli portava la borsa di ��rr, ma dentro non c'era nulla di buono da mangiare.  
45c �� er myrkt var or�it, leitu�u �eir s�r til n�ttsta�ar ok fundu fyrir s�r sk�la nǫkkvorn mjǫk mikinn. V�ru dyrr � enda ok jafnbrei�ar sk�lanum. �ar leitu�u �eir s�r n�ttb�ls. En of mi�ja n�tt var� landskj�lpti mikill, gekk jǫr�in undir �eim skykkjum ok skalf h�sit. �� st�� ��rr upp ok h�t � lagsmenn s�na ok leitu�usk fyrir ok fundu afh�s til hǿgri handar � mi�jum sk�lanum ok gengu �anneg. Settisk ��rr � dyrnar, en ǫnnur �au v�ru innar fr� honum ok v�ru �au hr�dd, en ��rr helt hamarskaptinu ok hug�i at verja sik. �� heyr�u �au ym mikinn ok gn�. Quando arriv� il buio, cercarono un riparo per la notte e si trovarono davanti a un rifugio piuttosto grande. Vi era una porta a un'estremit�, larga quanto l'intera costruzione, e l� essi stabilirono il loro alloggio notturno. Attorno a mezzanotte vi fu per� un gran terremoto. La terra sotto di loro trem� con violenza e la casa si scosse. ��rr allora si lev� in piedi e chiam� i suoi compagni. Avanzarono nel buio e, in mezzo al salone, sulla destra, trovarono una camera laterale, dove entrarono. ��rr ristette sulla porta, mentre gli altri si rifugiarono all'interno, dietro di lui. Erano terrorizzati, ma ��rr impugnava il martello, pronto a difendersi. Allora udirono un forte gemito, quindi un frastuono.  
45d En er kom at dagan, �� gekk ��rr �t ok s�r hvar l� ma�r skamt fr� honum � sk�ginum, ok var s� eigi l�till. Hann svaf ok hraut sterkliga. �� ��ttisk ��rr skilja hvat l�tum verit haf�i of n�ttina. Hann spennir sik megingjǫr�um ok �x honum �smegin, en � �v� vaknar s� ma�r ok st�� skj�tt upp. En �� er sagt at ��r var� bilt einu sinni at sl� hann me� hamrinum, ok spur�i hann at nafni, en s� nefndisk Skr�mir, �en eigi �arf ek�, sag�i hann, �at spyrja �ik at nafni. Kenni ek at �� ert �sa��rr. En hv�rt hefir �� dregit � braut hanzka minn?� Quando si fece giorno, ��rr and� fuori e vide che nella foresta, non molto lontano, c'era un uomo, non certo piccolo, che dormiva e russava sonoramente. ��rr quindi pot� comprendere quale fosse il rumore che avevano udito durante la notte. Si cinse la cintura della forza e crebbe in lui l'�smegin. In quel mentre l'uomo si dest� e si alz� subito in piedi. Fu allora, si dice, che per la prima volta a ��rr manc� il coraggio di colpire col martello. Gli chiese dunque il suo nome e quello disse di chiamarsi Skr�mir. �Io invece non ho bisogno,� disse, �di chiedere il tuo. So che tu sei �sa��rr. Ma perch� hai portato via il mio guanto?� NOTA
45e Seildisk �� Skr�mir til ok t�k upp hanzka sinn. S�r ��rr �� at �at haf�i hann haft of n�ttina fyrir sk�la, en afh�sit, �at var �umlungrinn hanzkans. Skr�mir allung� la mano e si riprese il guanto. ��rr si accorse allora che cosa avesse usato come rifugio durante la notte: la stanza laterale era il pollice del guanto.  
45f Skr�mir spur�i ef ��rr vildi hafa fǫruneyti hans, en ��rr j�tti �v�. �� t�k Skr�mir ok leysti nest bagga sinn ok bj�sk til at eta dǫgur�, en ��rr � ǫ�rum sta� ok hans f�lagar. Skr�mir bau� �� at �eir leg�i mǫtuneyti sitt, en ��rr j�tti �v�. �� batt Skr�mir nest �eira allt � einn bagga ok lag�i � bak s�r. Hann gekk fyrir of daginn ok steig heldr st�rum. En s��an at kveldi leita�i Skr�mir �eim n�ttsta�ar undir eik nǫkkvorri mikilli. �� m�lti Skr�mir til ��rs at hann vill leggjask ni�r at sofna, �en ��r taki� nestbaggann ok b�i� til n�ttur�ar y�r�. Skr�mir chiese se ��rr desiderasse la sua compagnia, e ��rr disse di s�. Skr�mir prese allora il proprio tascapane, lo apr� e si apprest� a fare colazione, mentre ��rr si post� altrove insieme ai suoi compagni. Skr�mir propose quindi di condividere le provviste e ��rr acconsent�. Allora Skr�mir mise insieme tutto il cibo in un'unica borsa e se lo caric� in spalla. S'incammin� davanti a loro e procedette per tutto il giorno a grandi passi. Quando fu tarda sera, Skr�mir trov� un riparo per la notte sotto una grande quercia e disse a ��rr che intendeva sdraiarsi e dormire, �ma voi prendete il tascapane e preparatevi la cena�.  
45g �v� n�st sofnar Skr�mir ok hraut fast, en ��rr t�k nestbaggann ok skal leysa. En sv� er at segja, sem �tr�ligt mun �ykkja, at engi kn�t fekk hann leyst ok engi �larendann hreyft sv� at �� v�ri lausari en ��r. Ok er hann s�r at �etta verk m� eigi n�task �� var� hann rei�r, greip �� hamarinn Mjǫlni tveim hǫndum ok steig fram ǫ�rum fǿti at �ar er Skr�mir l� ok l�str � hǫfu� honum. En Skr�mir vaknar ok spyrr hv�rt laufsbla� nakkvat felli � hǫfu� honum, e�a hv�rt �eir hef�i �� matazk ok s� b�nir til rekna. ��rr segir at �eir munu �� sofa ganga. Ganga �au �� undir a�ra eik. Er �at ��r satt at segja at ekki var �� �ttalaust at sofa. Skr�mir si mise a dormire e a russare forte, mentre ��rr prendeva il tascapane e faceva per aprirlo. E sembrer� una cosa incredibile da raccontarsi: [��rr] non riusc� a sciogliere alcun nodo, n� ad allentare, seppur di poco, i capi delle corde. Quando vide che i suoi sforzi erano inutili, divenne furioso, afferr� a due mani il martello Mjǫllnir, and� a grandi passi nel posto dove giaceva Skr�mir e lo colp� al capo. Skr�mir si svegli� e domand� se una foglia gli fosse caduta sulla testa, poi chiese loro se avessero mangiato e fossero pronti per riposare. ��rr rispose che stavano giusto per andare a dormire. Essi andarono sotto un'altra quercia ed � giusto dirti che tutti erano troppo spaventati per dormire.  
45h En at mi�ri n�tt �� heyrir ��rr at Skr�mir hr�tr ok sefr fast, sv� at dunar � sk�ginum. �� stendr hann upp ok gengr til hans, rei�ir hamarinn t�tt ok hart ok l�str ofan � mi�jan hvirfil honum. Hann kennir at hamarsmu�rinn s�kkr dj�pt � hǫfu�it. En � �v� bili vaknar Skr�mir ok m�lti: �Hvat er n�, fell akarn nǫkkvot � hǫfu� m�r? E�a hvat er t�tt um �ik, ��rr?� A mezzanotte ��rr ud� che Skr�mir russava e dormiva profondamente, facendo rintronare la foresta. Allora si alz�, si rec� da lui, sollev� in alto il martello e lo abbatt� con forza nel mezzo del suo cranio, vedendolo affondare profondamente nella testa. In quel momento Skr�mir si svegli� e chiese: �E ora cosa c'�? Mi � caduta una ghianda sulla testa? Cosa succede, ��rr?�  
45i En ��rr gekk aptr skyndiliga ok svarar at hann var �� n�vakna�r, sag�i at �� var mi� n�tt ok enn v�ri m�l at sofa. �� hugsa�i ��rr �at ef hann kv�mi sv� � fǿri at sl� hann it �ri�ja hǫgg, at aldri skyldi hann sj� sik s��an; liggr n� ok g�tir ef Skr�mir sofna�i fast. ��rr arretr� rapidamente; rispose che si era appena svegliato, disse che era mezzanotte e che era tempo di dormire. ��rr pensava che se fosse riuscito a sferrare al gigante un terzo colpo, quello non si sarebbe mai pi� visto; quindi sedette, attento che Skr�mir riprendesse a dormire profondamente.  
45j

En litlu fyrir dagan, hann heyrir �� at Skr�mir mun sofnat hafa, stendr �� upp ok hleypr at honum, rei�ir �� hamarinn af ǫllu afli ok l�str � �unnvangann �ann er upp vissi. S�kkr �� hamarrinn upp at skaptinu, en Skr�mir settisk upp ok strauk of vangann ok m�lti: �Hv�rt munu foglar nǫkkvorir sitja � tr�nu yfir m�r? Mik grunar er ek vakna�a at tros nǫkkvot af kvistunum felli � hǫfu� m�r. Hv�rt vakir ��, ��rr? M�l mun vera upp at standa ok kl��ask, en ekki eigu� ��r n� langa lei� fram til borgarinnar er kallat er �tgar�r. Heyrt hefi ek at ��r hafi� kvisat � milli y�var at ek v�ra ekki l�till ma�r vexti, en sj� skulu� ��r �ar stǿrri menn ef ��r komi� � �tgar�. N� mun ek r��a y�r heilr��i: l�ti� ��r eigi st�rliga yfir y�r. Ekki munu hir�menn �tgar�aloka vel �ola �v�l�kum kǫgursveinum kǫpuryr�i. En at ǫ�rum kosti hverfi� aptr, ok �ann �tla ek y�r betra af at taka. En ef ��r vili� fram fara, �� stefni� ��r � austr, en ek � n� nor�r lei� til fjalla �essa er n� munu� ��r sj� mega�.

Poco prima del giorno sent� che Skr�mir si era addormentato, quindi si alz�, balz� su di lui, sollev� il martello e con tutta la forza colp� la tempia rivolta verso l'alto. Questa volta il martello sprofond� fino al manico, ma Skr�mir si alz� e si sfreg� le guance chiedendo: �Qualche uccello era per caso appollaiato sull'albero sopra di me? Mi � parso, mentre mi svegliavo, che qualche frasca mi cadesse in testa. Tu sei sveglio, ��rr? � ora di di alzarsi e di vestirsi. Non vi resta ancora molto per arrivare alla rocca chiamata �tgar�r. Vi ho sentito mormorare tra voi che io non sarei un uomo di piccola levatura, ma se arriverete a �tgar�r, vedrete uomini ancora pi� grandi. E ora vi do un consiglio assennato: non comportatevi in modo arrogante, poich� gli hir�menn di �tgar�aloki non accettano facilmente le beffe di piccoletti come voi. Oppure tornate indietro e penso che sarebbe la cosa migliore da fare. Se per� volete andare avanti, allora dirigetevi a est. Io invece ora vado a nord, verso i monti che potete scorgere laggi��. NOTA
45k Tekr Skr�mir nestbaggann ok kastar � bak s�r ok sn�r �vers � braut � sk�ginn fr� �eim, ok eigi er �ess getit at �sirnir b��i �� heila hittask. Skr�mir prese il tascapane, se lo gett� sulla schiena, andandosene via per la foresta e si suppone che in quel momento gli �sir non gli augurassero certo buona fortuna. NOTA
       
46 Fr� ��r�ttum ��rs ok f�laga hans [Le imprese di ��rr e dei suoi compagni]  
46a ���rr f�r fram � lei� ok �eir f�lagar ok gekk fram til mi�s dags. �� s� �eir borg standa � vǫllum nǫkkvorum ok settu hnakkann � bak s�r aptr ��r �eir fengu s�t yfir upp, ganga til borgarinnar ok var grind fyrir borghli�inu ok lokin aptr. ��rr gekk � grindina ok fekk eigi upp lokit, en er �eir �reyttu at komask � borgina �� smugu �eir milli spalanna ok k�mu sv� inn, s� �� hǫll mikla ok gengu �annig. Var hur�in opin. �� gengu �eir inn ok s� �ar marga menn � tv� bekki ok flesta ǿrit st�ra. �v� n�st koma �eir fyrir konunginn, �tgar�aloka, ok kvǫddu hann, en hann leit seint til �eira ok glotti um tǫnn ok m�lti: �Seint er um langan veg at spyrja t��inda. E�a er annan veg en ek hygg, at �essi sveinstauli s� Ǫku��rr? En meiri muntu vera en m�r l�zk ��. E�a hvat ��r�tta er �at er ��r f�lagar �ykkisk vera vi� b�nir? Engi skal h�r vera me� oss s� er eigi kunni nǫkkurs konar list e�a kunnandi um fram flesta menn�. ��rr prese la sua strada coi compagni e prosegu� fino a mezzogiorno. Allora essi videro una rocca che sorgeva in mezzo a una pianura e dovettero inarcare il collo fino alla schiena prima di riuscire a scorgerne la sommit�. Giunsero fino alla rocca, davanti alle porte, che erano chiuse da un cancello. ��rr and� al cancello ma non riusc� ad aprirlo. Decisi a penetrare nella rocca, essi strisciarono fra le sbarre e cos� riuscirono a passare. Trovarono allora una grande hǫll, dove entrarono, poich� la porta era aperta. Si addentrarono e videro molti uomini seduti su due panche, molti dei quali erano davvero enormi. Giunsero infine davanti al re �tgar�aloki e lo salutarono. Egli volse lentamente lo sguardo su di loro, sogghign� mostrando i denti e disse: �� tardi per chiedere notizie a chi ha percorso una lunga via. Ma mi sbaglio o questo giovanotto � Ǫku��rr? Immagino tu sia migliore di quanto non mi sembri. Per quali prove tu e i tuoi compagni pensate di esser pronti? Non rester� in mezzo a noi chi non conosce un'arte di qualche tipo o sia pi� abile della maggioranza degli uomini�.  
46b

�� segir s� er s��arst gekk, er Loki heitir: �Kann ek �� ��r�tt er ek em alb�inn at reyna, at engi er h�r s� inni er skj�tara skal eta mat sinn en ek�.

Quindi parl� quello che veniva per ultimo, che si chiamava Loki: �Io posseggo quest'abilit�, che sono disposto a mettere alla prova: nessuno qui pu� mangiare cibo pi� velocemente di me�.  
46c �� svarar �tgar�aloki: ���r�tt er �at ef �� efnir, ok freista skal �� �essar ��r�ttar,� kalla�i �tar � bekkinn at s� er Logi heitir skal ganga � g�lf fram ok freista s�n � m�ti Loka. Rispose �tgar�aloki: �Sar� un'abilit� se riuscirai a dimostrarla, mettendola alla prova�. Chiam� dall'altra estremit� della panca un tale chiamato Logi, affinch� avanzasse nella sala e si misurasse con Loki.  
46d �� var tekit trog eitt ok borit inn � hallarg�lfit ok fyllt af sl�tri. Settisk Loki at ǫ�rum enda en Logi at ǫ�rum, ok �t hv�rtveggi sem t��ast ok mǿttusk � mi�ju troginu. Haf�i �� Loki etit sl�tr allt af beinum, en Logi haf�i ok etit sl�tr allt ok beinin me� ok sv� trogit, ok s�ndisk n� ǫllum sem Loki hef�i l�tit leikinn. Venne allora preso un trogolo, fu posto sul pavimento della sala e riempito di carne. Loki sedette a un capo e Logi all'altro; ciascuno mangi� pi� veloce che poteva e s'incontrarono nel mezzo del trogolo. Mentre per� Loki aveva mangiato tutta la carne fino alle ossa, Logi aveva mangiato la carne e anche le ossa e perfino il trogolo. Parve quindi a tutti che Loki avesse perso la sfida.  
46e �� spyrr �tgar�aloki hvat s� hinn ungi ma�r kunni leika, en �j�lfi segir at hann mun freista at renna skei� nǫkkvor vi� einhvern �ann er �tgar�aloki f�r til. Hann segir, �tgar�aloki, at �etta er g�� ��r�tt ok kallar �ess meiri v�n at hann s� vel at s�r b�inn of skj�tleikinn ef hann skal �essa ��r�tt inna, en �� l�tr hann skj�tt �essa skulu freista. Stendr �� upp �tgar�aloki ok gengr �t, ok var �ar gott skei� at renna eptir sl�ttum velli. �� kallar �tgar�aloki til s�n sveinstaula nǫkkvorn, er nefndr er Hugi, ok ba� hann renna � kǫpp vi� �j�lfa. �� taka �eir it fyrsta skei�, ok er Hugi �v� framar at hann sn�sk aptr � m�ti honum at skei�senda. �tgar�aloki chiese allora cosa fosse in grado di fare il giovane e �j�lfi disse che si sarebbe impegnato a gareggiare nella corsa con chiunque �tgar�aloki avesse scelto. Allora �tgar�aloki disse che si trattava di una bella idea e che da lui si aspettava che fosse dotato di una buona velocit�, sempre che fosse in grado di dimostrarlo, e volle subito predisporre la prova. Perci� �tgar�aloki si alz� e usc�. Fuori c'era un buon posto per correre, lungo una zona pianeggiante. Chiam� allora un giovane chiamato Hugi e gli chiese di gareggiare con �j�lfi. Essi fecero la prima corsa e Hugi era cos� avanti che, giunto al traguardo, si volt� indietro, in direzione [di �j�lfi].  
46f �� m�lti �tgar�aloki: ��urfa muntu, �j�lfi, at leggja �ik meir fram ef �� skalt vinna leikinn, en �� er �at satt at ekki hafa h�r komit �eir menn er m�r �ykkir f�thvatari en sv�. Quindi parl� �tgar�aloki: �Bisogner�, �j�lfi, che ti sforzi maggiormente se vuoi vincere la gara. � tuttavia vero che qui non � mai giunto nessuno che corresse pi� veloce di cos�.  
46g �� taka �eir aptr annat skei�, ok �� er Hugi er kominn til skei�senda ok hann sn�sk aptr, �� var langt k�lfskot til �j�lfa. Fecero un'altra gara e quando Hugi era arrivato al traguardo e si era voltato indietro, lo separava ancora un lungo tiro d'arco da �j�lfi.  
46h �� m�lti �tgar�aloki: �Vel �ykki m�r �j�lfi renna skei�it, en eigi tr�i ek honum n� at hann vinni leikinn. En n� mun reyna er �eir renna it �ri�ja skei�it�. Parl� quindi �tgar�aloki: �Mi sembra che �j�lfi abbia corso bene, ma non credo abbia vinto la gara. Questo per� verr� deciso ora, correndo il terzo giro�.  
46i �� taka �eir enn skei�, en er Hugi er kominn til skei�senda ok sn�sk aptr, ok er �j�lfi eigi �� kominn � mitt skei�it. �� segja allir at reynt er um �enna leik. Fecero quindi una terza gara, ma quando Hugi arriv� al traguardo e si volt�, �j�lfi non era ancora giunto a met� del percorso. Tutti dissero quindi che la gara aveva avuto il suo esito.  
46j �� spyrr �tgar�aloki ��r hvat �eira ��r�tta mun vera er hann muni vilja birta fyrir �eim, sv� miklar sǫgur sem menn hafa gǫrt um st�rvirki hans. �� m�lti ��rr at helzt vill hann �at taka til at �reyta drykkju vi� einhvern mann. �tgar�aloki chiese dunque a ��rr in quali prove avesse voluto misurarsi davanti a loro, dato che gli uomini avevano narrato grandi saghe sulla sua potenza. ��rr disse che pi� di tutto gli sarebbe piaciuto cimentarsi in una gara di bevute con chiunque.  
46k �tgar�aloki segir at �at m� vel vera ok gengr inn � hǫllina ok kallar skutilsvein sinn, bi�r at hann taki v�tishorn �at er hir�menn eru vanir at drekka af. �v� n�st kemr fram skutilsveinn me� horninu ok f�r ��r � hǫnd. �tgar�aloki disse che poteva farlo senza problemi. Si rec� nella hǫll, chiam� il suo coppiere e gli ordin� di prendere il v�tishorn da cui solitamente bevevano i suoi hir�menn. Il coppiere torn� subito dopo col corno e lo diede in mano a ��rr. NOTA
46l �� m�lti �tgar�aloki: �Af horni �essu �ykkir �� vel drukkit ef � einum drykk gengr af, en sumir menn drekka af � tveim drykkjum. En engi er sv� l�till drykkjuma�r at eigi gangi af � �rimr�. Disse quindi �tgar�aloki: �Riteniamo che una buona bevuta da questo corno significhi vuotarlo in un sol sorso. Ad alcuni occorrono due sorsi, ma nessun bevitore � cos� scarso da seccarlo in tre�.  
46m ��rr l�tr � hornit ok s�nisk ekki mikit, ok er �� heldr langt. En hann er mjǫk �yrstr, tekr at drekka ok svelgr allst�rum ok hyggr at eigi skal �urfa at l�ta optar at sinni � hornit. En er hann �raut eyrindit ok hann laut �r horninu ok s�r hvat lei� drykkinum, ok l�zk honum sv� sem alll�till munr mun vera at n� s� l�gra � horninu en ��r. ��rr guard� il corno: non gli parve grande, anche se era piuttosto lungo. Aveva molta sete, quindi si mise a bere con gran foga e pens� che non avrebbe avuto bisogno di calare il corno a s� pi� di una volta. Quando per� il fiato gli venne meno, abbass� il corno e guard� quanto avesse bevuto: gli parve che il  livello fosse calato pochissimo rispetto a prima.  
46n �� m�lti �tgar�aloki: �Vel er drukkit ok eigi til mikit. Eigi mundak tr�a ef m�r v�ri sagt fr� at �sa��rr mundi eigi meira drykk drekka, en �� veit ek at �� munt vilja drekka af � ǫ�rum drykk�. Allora disse �tgar�aloki: �Una buona bevuta, ma non certo sostanziosa. Non avrei mai creduto, se me l'avessero detto, che �sa��rr non potesse tracannare un sorso pi� lungo. So tuttavia che vorrai vuotare [il corno] con una seconda bevuta�.  
46o ��rr svarar �ngu, setr hornit � munn s�r ok hyggr n� at hann skal drekka meira drykk ok �reytir � drykkjuna sem honum vansk til eyrindi, ok s�r enn at stikillinn hornsins vill ekki upp sv� mjǫk sem honum l�kar. Ok er hann t�k hornit af munni s�r ok s�r �, l�zk honum n� sv� sem minna hafi �orrit en � inu fyrra sinni. Er n� gott berandi bor� � horninu. ��rr non rispose, port� il corno alla bocca; pens� di dover tracannare un'abbondante sorsata e si sforz� di bere finch� non gli manc� il respiro. Si accorse per� che la punta del corno non si sollevava tanto quanto egli credeva. Quando stacc� il corno dalle labbra e vi guard� dentro, gli parve che il liquido fosse sceso ancor meno della prima volta, ma abbastanza da poter agitare [il corno] senza spanderlo.  
46p �� m�lti �tgar�aloki: �Hvat er n�, ��rr? Muntu n� eigi sparask til eins drykkjar meira en ��r mun hagr � vera? Sv� l�zk m�r, ef �� skalt n� drekka af horninu hinn �ri�ja drykkinn sem �essi mun mestr �tla�r. En ekki muntu mega h�r me� oss heita sv� mikill ma�r sem �sir kalla �ik, ef �� gerir eigi meira af ��r um a�ra leika en m�r l�zk sem um �enna mun vera�. Quindi disse �tgar�aloki: �Che c'� ora, ��rr? Non vorrai risparmiarti per un'unica grande bevuta di cui pensi di essere capace? Se berrai un terzo sorso, credo converrai che dovr� essere il pi� profondo. Ma non potrai essere chiamato da noi un uomo valente, cos� come ti ritengono gli �sir, se non darai miglior prova di te stesso in altre imprese pi� di quanto non risulti da questa�.  
46q �� var� ��rr rei�r, setr hornit � munn s�r ok drekkr sem �kafligast m� hann ok �r�tr sem lengst at drykknum. En er hann s� � hornit, �� haf�i n� helzt nǫkkut munr � fengizk. Ok �� b��r hann upp hornit ok vill eigi drekka meira. ��rr allora divenne furioso, port� il corno alla bocca e bevve quanto pi� smisuratamente pot�, sostenendo la bevuta per tantissimo tempo. Quando guard� dentro il corno, vide che almeno era riuscito a ottenere una certa differenza. Allontan� quindi il corno e non volle pi� bere.  
46r �� m�lti �tgar�aloki: �Au�s�t er n� at m�ttr �inn er ekki sv� mikill sem v�r hug�um. En viltu freista um fleiri leika? Sj� m� n� at ekki n�tir �� h�r af�. Disse quindi �tgar�aloki: �� ora piuttosto evidente che la tua forza non � cos� grande come pensavamo. Vuoi affrontare qualche altra prova? Sembra chiaro che non ne otterrai alcun vantaggio�.  
46s ��rr svarar: �Freista m� ek enn of nǫkkura leika. En undarliga mundi m�r �ykkja, �� er ek var heima me� �sum, ef �v�l�kir drykkir v�ri sv� litlir kalla�ir. En hvat leik vili� ��r n� bj��a m�r?� Rispose ��rr: �Io posso affrontare grandi sfide. Avrei comunque trovato strano, quand'ero a casa con gli �sir, se simili bevute fossero ritenute piccole. Quale prova vuoi ora propormi?�  
46t �� m�lti �tgar�aloki: ��at gera h�r ungir sveinar, er l�tit mark mun at �ykkja, at hefja upp af jǫr�u kǫtt minn. En eigi mundak kunna at m�la �v�l�kt vi� �sa��r ef ek hef�a eigi s�t fyrr at �� ert miklu minni fyrir ��r en ek hug�a�. Disse �tgar�aloki: �Una cosa che qui fanno i giovani e che sembrer� di ben poco conto: sollevare da terra il mio gatto. Non avrei certo proposto una cosa simile ad �sa��rr, se prima non avessi visto che vali molto meno di quanto pensassi�.  
46u �v� n�st hlj�p fram kǫttr einn gr�r � hallarg�lfit ok heldr mikill, en ��rr gekk til ok t�k hendi sinni ni�r undir mi�jan kvi�inn ok lypti upp, en kǫttrinn beyg�i kenginn sv� sem ��rr r�tti upp hǫndina. En er ��rr seildisk sv� langt upp sem hann m�tti lengst, �� l�tti kǫttrinn einum fǿti, ok f�r ��rr eigi framit �enna leik. Allora balz� in mezzo alla sala un gatto grigio, piuttosto grosso. ��rr gli and� vicino, gli mise la mano sotto la pancia e lo sollev�. Ma tanto ��rr sollevava la mano, tanto il gatto inarcava la schiena. E quando ��rr ebbe rizzato il braccio pi� in alto che poteva, il gatto aveva alzato solo una zampa e ��rr non riusc� a ottenere un maggiore successo in questa prova.  
46v �� m�lti �tgar�aloki: �Sv� f�r �essi leikr sem mik var�i. Kǫttrinn er heldr mikill, en ��rr er l�gr ok l�till hj� st�rmenni �v� sem h�r er me� oss�. Quindi parl� �tgar�aloki: �Questa prova � andata come avevo previsto. Il gatto � piuttosto grosso, mentre ��rr � debole e piccolo in confronto ai grandi uomini che sono qui con noi�.  
46w �� m�lti ��rr: �Sv� l�tinn sem ��r kalli� mik, �� gangi n� til einnhverr ok f�isk vi� mik! N� em ek rei�r!� Quindi disse ��rr: �Per quanto tu mi chiami piccolo, venga avanti qualcuno e combatta con me! Ora sono furioso!�  
46x �� svarar �tgar�aloki ok litask um � bekkina ok m�lti: �Eigi s� ek �ann mann h�r inni er eigi mun l�tilr��i � �ykkja at f�sk vi� �ik�. Ok enn m�lti hann: �Sj�m fyrst. Kalli m�r hingat kerlinguna f�stru m�na, Elli, ok f�isk ��rr vi� hana ef hann vill. Fellt hefir hon �� menn er m�r hafa litizk eigi �sterkligri en ��rr er�. �tgar�aloki guard� fra le panche e comment�: �Non vedo qui chi non possa ritenere cosa da nulla un combattimento con te�. Disse ancora: �Ma vediamo; chiamate Elli, la mia vecchia levatrice, e ��rr combatta con lei, se vuole. Ella ha abbattuto uomini che non mi sono sembrati meno forti di quanto sia ��rr�.  
46y �v� n�st gekk � hǫllina kerling ein gǫmul. �� m�lti �tgar�aloki at hon skal taka fang vi� �sa��r. Ekki er langt um at gera. Sv� f�r fang �at at �v� har�ara er ��rr kn��isk at fanginu, �v� fastara st�� hon. �� t�k kerling at leita til brag�a, ok var� ��rr �� lauss � f�tum, ok v�ru ��r sviptingar allhar�ar ok eigi lengi ��r en ��rr fell � kn� ǫ�rum fǿti. Entr� quindi nella sala una vecchia donna. �tgar�aloki le disse che doveva battersi con �sa��rr. Non c'� bisogno di dilungarsi: nello scontro, quanta pi� forza usava ��rr, tanto pi� ella resisteva. Poi la vecchia cominci� a reagire, ��rr perse l'equilibrio e la lotta si fece violenta. Dopo non molto ��rr cadde su un ginocchio.  
46z �� gekk til �tgar�aloki, ba� �au h�tta fanginu ok sag�i sv� at ��rr mundi eigi �urfa at bj��a fleirum mǫnnum fang � hans hǫll. Var �� ok li�it � n�tt. V�sa�i �tgar�aloki ��r ok �eim f�lǫgum til s�tis ok dveljask �ar n�ttlangt � g��um fagna�i. Si fece allora avanti �tgar�aloki; impose loro di cessare lo scontro e disse che ��rr non avrebbe pi� dovuto sforzarsi di combattere contro altri uomini della sua hǫll. Cos� fu e giunse la notte. �tgar�aloki offr� a ��rr e ai suoi compagni un posto e trascorsero la notte con gran tranquillit�.  
       
47

Skilna�r ��rs ok �tgar�a-Loka

[La separazione di ��rr e �tgar�aloki]  
47a En at morgni �egar daga�i stendr ��rr upp ok �eir f�lagar, kl��a sik ok eru b�nir braut at ganga. �� kom �ar �tgar�aloki ok l�t setja �eim bor�. Skorti �� eigi g��an fagna�, mat ok drykk. En er �eir hafa matazk, �� sn�ask �eir til fer�ar. �tgar�aloki fylgir �eim �t, gengr me� �eim braut �r borginni. En at skilna�i �� m�lti �tgar�aloki til ��rs ok spyrr hvernig honum �ykkir fer� s�n or�in e�a hv�rt hann hefir hitt r�kara mann nǫkkvorn en sik. ��rr segir at eigi mun hann �at segja at eigi hafi hann mikla �sǿm� farit � �eira vi�skiptum, �en �� veit ek at ��r munu� kalla mik l�tinn mann fyrir m�r, ok uni ek �v� illa�. Il mattino seguente, mentre albeggiava, ��rr si alz� insieme ai suoi compagni, si vestirono e si prepararono a partire. Venne allora �tgar�aloki e fece imbandire per loro un tavolo. Non mancarono buona ospitalit�, cibo e bevande, ma quando ebbero mangiato, si misero comunque in viaggio. �tgar�aloki li accompagn� fuori, seguendoli a lungo fuori della fortezza e, al momento di separarsi, si rivolse a ��rr e gli chiese come pensasse fosse andato il suo viaggio e se avesse incontrato qualcuno pi� forte di lui. ��rr rispose che non poteva negare di aver subito un grande disonore durante il loro incontro. �So che dirai che sono uomo di poco conto e me ne dispiaccio�.  
47b �� m�lti �tgar�aloki: �N� skal segja ��r it sanna er �� ert �t kominn �r borginni, at ef ek lifi ok megak r��a �� skaltu aldri optar � hana koma. Ok �at veit tr�a m�n at aldri hef�ir �� � hana komit, ef ek hef�a vitat ��r at �� hef�ir sv� mikinn krapt me� ��r, ok �� haf�ir sv� n�r haft oss mikilli �fǿru. Parl� quindi �tgar�aloki: �Ti dir� la verit�, ora che sei uscito dalla fortezza, e se vivr� e vi avr� potere, tu non dovrai pi� entrarvi. In fede mia, non ci saresti mai entrato, se io avessi saputo prima che fossi dotato di tanta forza e che avresti potuto metterci in cos� grave pericolo.  
47c �En sj�nhverfingar hefi ek gert ��r, sv� at fyrsta sinn er ek fann �ik � sk�ginum, kom ek til fundar vi� y�r. Ok �� er �� skyldir leysa nestbaggann, �� haf�ak bundit me� gr�sj�rni, en �� fant eigi hvar upp skyldi l�ka. En �v� n�st laust �� mik me� hamrinum �rj� hǫgg, ok var it fyrsta minzt, ok var �� sv� mikit at m�r mundi endask til bana ef � hef�i komit. En �ar er �� s�tt hj� hǫll minni setberg ok �ar s�ttu ofan � �rj� dali ferskeytta ok einn dj�pastan, �ar v�ru hamarspor ��n. Setberginu br� ek fyrir hǫggin, en eigi s�tt �� �at. �Sappi che ti ho illuso con sj�nhverfingar fin dal primo incontro nella foresta, allorch� giunsi a ricevervi. Quando tu facesti per aprire il tascapane, io l'avevo legato con un fil di ferro incantato e tu non trovasti il capo per slegarlo. Poi mi hai sferrato tre colpi col martello e il primo, il pi� debole, era comunque talmente possente che avrebbe potuto uccidermi, se fosse arrivato a segno. Quando hai visto vicino alla mia hǫll un monte appiattito, con tre valli quadrate in cima, una delle quali assai profonda, ebbene, quelli erano i segni del tuo martello. Ho spostato io il monte piatto per parare il colpo, ma tu non te ne sei accorto. NOTA
47d �Sv� var ok of leikana er �reyttu� vi� hir�menn m�na. �� var �at it fyrsta er Loki ger�i, hann var mjǫk soltinn ok �t t�tt. En s� er Logi heitir, �at var villieldr, ok brenndi hann eigi seinna trogit en sl�trit. �Cos� � stato anche per le prove che hai sostenuto contro i miei hir�menn. Il primo a gareggiare � stato Loki. Era molto affamato e ha mangiato voracemente, ma colui che si chiama Logi era vilieldr, [il fuoco selvaggio], e ha bruciato il trogolo non pi� lentamente della carne. NOTA
47e �En er �j�lfi �reytti r�sina vi� �ann er Hugi h�t, �at var hugr minn, ok var �j�lfa eigi v�nt at �reyta skj�tfǿri hans. �Quando �jalfi ha gareggiato con colui che si chiama Hugi, quello era il mio hugr, il pensiero, e non potevamo certo aspettarci che �jalfi potesse misurarsi in velocit� con esso. NOTA
47f �En er �� drakt af horninu ok ��tti ��r seint l��a, en �at veit tr�a m�n at �� var� �at undr er ek munda eigi tr�a at vera m�tti. Annarr endir hornsins var �t � hafi, en �at s�ttu eigi. En n� er �� kemr til sj�varins, �� muntu sj� mega hvern �ur� �� hefir drukkit � s�num. �Quando poi tu hai bevuto dal corno e ti sembrava di progredire lentamente, in fede mia, quello � stato un prodigio che non avrei mai creduto potesse accadere. L'estremit� del corno arrivava fino all'oceano, ma tu non te n'eri accorto. Quando arriverai al mare potrai vedere quanto l'hai abbassato bevendolo�.  
47g ��at eru n� fjǫrur kalla�ar�. E questo � ci� che ora viene chiamato bassa marea. NOTA
47h Ok enn m�lti hann: �Eigi ��tti m�r hitt minna vera vert er �� lyptir upp kettinum, ok ��r satt at segja �� hr�ddusk allir �eir er s� er �� lyptir af jǫr�u einum fǿtinum. En s� kǫttr var eigi sem ��r s�ndisk: �at var Mi�gar�sormr, er liggr um lǫnd ǫll, ok vansk honum varliga leng�in til at jǫr�ina tǿki spor�r ok hǫfu�, ok sv� langt seildisk �� upp at skamt var �� til himins. Disse egli ancora: �N� mi � sembrato meno stupefacente quando hai sollevato il gatto, e invero ti dico che tutti si sono spaventati quando gli hai fatto staccare una zampa da terra. Quel gatto non era ci� che appariva: era il Mi�gar�sormr, che circonda tutto il mondo, ma la sua lunghezza basta appena per tenergli a terra la coda e la testa; e tu hai allungato tanto il braccio che poco mancava al cielo.  
47i �En hitt var ok mikit undr um fangit er �� st�tt sv� lengi vi� ok felt eigi meir en � kn� ǫ�rum fǿti er �� fekzk vi� Elli, fyrir �v� at engi hefir s� or�it ok engi mun ver�a ef sv� gamall er at elli b��r, at eigi komi ellin ǫllum til falls. �� stato un grande prodigio anche la lotta che tu hai sostenuto tanto a lungo, senza cedere se non con un solo ginocchio, quando hai combattuto contro Elli, poich� nessuno � mai riuscito e mai riuscir� a non crollare quando giunge la vecchiaia, se diviene abbastanza anziano da incontrarla. NOTA
47j �Ok er n� �at satt at segja at v�r munum skiljask, ok mun �� betr hv�rratveggju handar at ��r komi� eigi optar mik at hitta. Ek mun enn annat sinn verja borg m�na me� �v�l�kum v�lum e�a ǫ�rum, sv� at ekki vald munu� ��r � m�r f�. �E ora bisogna proprio dire che dobbiamo separarci e sar� meglio per entrambe le parti che tu non venga ancora a cercarmi. La prossima volta difender� la mia fortezza con questi o altri artifici, in modo tale che non possiate avere potere su di me�.  
47k En er ��rr heyr�i �essa tǫlu greip hann til hamarsins ok breg�r � lopt, en er hann skal fram rei�a �� s�r hann �ar hvergi �tgar�aloka. Ok �� sn�sk hann aptr til borgarinnar ok �tlask �� fyrir at brj�ta borgina. �� s�r hann �ar vǫllu v��a ok fagra en �nga borg. Sn�sk hann �� aptr ok f[er]r lei� s�na til �ess er hann kom aptr � �r��vanga. En �at er satt at segja at �� haf�i hann r��it fyrir s�r at leita til ef saman m�tti bera fundi �eira Mi�gar�sorms, sem s��an var�. All'udire queste parole, ��rr afferr� il martello e lo sollev� in aria, ma quando fece per lanciarlo non vide pi� �tgar�aloki. Torn� alla fortezza, deciso a ridurla in pezzi, ma al suo posto vide solo una vasta e bella pianura e nessuna cittadella. Si volt� dunque indietro e se ne and� per la sua strada, fino a quando non torn� a �r��vangar. A dire il vero egli decise in cuor suo di affrontare ancora il Mi�gar�sormr, e cos� in seguito avvenne.  
  N� �tla ek engan kunna ��r sannara at segja fr� �essi fer� ��rs�. Io ritengo che nessuno possa ora raccontarti pi� fedelmente questo viaggio di ��rr�.  
       
48 H�r segir fr� �v� er ��rr f�r at draga Mi�gar�sorminn Qui si narra di quando ��rr and� a pescare il Mi�gar�sormr  
48a �� m�lti Gangleri: �Allmikill er fyrir s�r �tgar�aloki, en me� v�lum ok fjǫlkyngi ferr hann mjǫk. En �at m� sj� at hann er mikill fyrir s�r at hann �tti hir�menn �� er mikinn m�tt hafa. E�a hv�rt hefir ��rr ekki �essa hefnt?� Quindi parl� Gangleri: ��tgar�aloki � davvero potente ed � molto versato in astuzia e magia. La sua grandezza si pu� vedere dal fatto che abbia degli hir�menn di siffatta potenza. Ma si � mai vendicato ��rr per questo?�  
48b H�r svarar: �Eigi er �at �kunnigt, ��tt eigi s� frǿ�imenn, at ��rr lei�r�tti �essa fer�ina er n� var fr� sagt, ok dval�isk ekki lengi heima ��r hann bj�sk sv� skyndiliga til fer�arinnar at hann haf�i eigi rei� ok eigi hafrana ok ekki fǫruneyti. Gekk hann �t of Mi�gar� sv� sem ungr drengr ok kom einn aptan at kveldi til jǫtuns nǫkkurs, s� er Ymir nefndr. ��rr dval�isk �ar at gistingu of n�ttina. Rispose H�r: �� risaputo, anche presso chi non � dotto, che ��rr rimedi� a questo viaggio di cui si � ora parlato e non rimase a casa molto a lungo; si prepar� cos� precipitosamente da partire senza carro, capri n� scorta. Egli usc� da Mi�gar�r camuffato come un robusto giovanotto e una sera giunse presso uno jǫtunn che aveva nome Hymir, presso cui venne ospitato per la notte. NOTA
48c En � dagan st�� Ymir upp ok kl�ddisk ok bj�sk at r�a � s� til fiskjar. En ��rr spratt upp ok var skj�tt b�inn ok ba� at Ymir skyldi hann l�ta r�a � s� me� s�r, en Ymir sag�i at l�til li�sem� mundi at honum vera, er hann var l�till ok ungmenni eitt, �ok mun �ik kala ef ek sit sv� lengi ok �tarliga sem ek em vanr�. Quando fu giorno, Hymir si alz�, si vest� e si prepar� per andare a pesca in barca. ��rr balz� in piedi, fu subito pronto e chiese a Hymir di portarlo sul mare con lui. Hymir disse che gli sarebbe stato di scarso aiuto, poich� era un uomo assai piccolo e giovane, �e gelerai�, disse, �se mi tratterr� al largo com'� mia intenzione�.  
48d En ��rr sag�i at hann mundi r�a mega fyrir �v� fr� landi at eigi var v�st hv�rt hann mundi fyrr bei�ask at r�a �tan, ok reiddisk ��rr jǫtninum sv� at �� var b�it at hann mundi �egar l�ta hamarinn skjalla honum, en hann l�t �at vi� berask, �v� at hann hug�isk �� at reyna afl sitt � ǫ�rum sta�. Hann spur�i Ymi hvat �eir skyldu hafa at beitum, en Ymir ba� hann f� s�r sj�lfan beitur. �� snerisk ��rr � braut �angat er hann s� �xnaflokk nǫkkvorn er Ymir �tti. Hann t�k hinn mesta uxann, er Himinhrj�tr h�t, ok sleit af hǫfu�it ok f�r me� til sj�var. Haf�i �� Ymir �t skotit nǫkkvanum. ��rr gekk � skipit ok settisk � austrr�m, t�k tv�r �rar ok r�ri, ok ��tti Ymi skri�r ver�a af r��ri hans. ��rr rispose [a Hymir] che avrebbe remato tanto a lungo e lontano dalla riva, che non sapeva se sarebbe stato lui il primo a chiedere di tornare indietro, ed era cos� furioso con lo jǫtunn che stava per scagliargli addosso il martello, ma si trattenne poich� aveva intenzione di provare altrove la sua forza. Chiese dunque a Hymir che cosa avrebbero usato come esca, e Hymir gli disse di procurarsi da solo la sua. ��rr si allontan� e si rec� dove aveva visto la mandria di buoi che apparteneva a Hymir. Prese il bue pi� grande, chiamato Himinhrj�tr, gli mozz� la testa e la port� con s� verso il mare. Hymir aveva gi� spinto in acqua il nǫkkvi. ��rr sal� in barca e si sedette a poppa, prese due remi e cominci� a remare. A Hymir parve che le sue vogate producessero una buona velocit�. NOTA
48e

Hymir reri � h�lsinum fram ok s�ttisk skj�tt r��rinn. Sag�i �� Hymir at �eir v�ru komnir � ��r vaztir er hann var vanr at sitja ok draga flata fiska. En ��rr kvezk vilja r�a miklu lengra, ok t�ku �eir enn snertir��r. Sag�i Ymir �� at �eir v�ru komnir sv� langt �t at h�tt var at sitja �tar fyrir Mi�gar�sormi. En ��rr kvezk mundu r�a eina hr��, ok sv� ger�i, en Hymir var �� all�k�tr.

Hymir remava a prua e la navigazione procedeva spedita. A un certo punto Hymir disse che erano giunti nelle acque dove intendeva fermarsi a pescare sogliole, ma ��rr disse che voleva spingersi ancora pi� al largo e fecero un altro breve sforzo. Osserv� allora Hymir che erano giunti cos� lontano che sarebbe stato pericoloso spingersi oltre per via del Mi�gar�sormr, ma ��rr rispose che intendeva andare avanti ancora un poco, e procedette. Hymir era molto turbato.  
48f En �� er ��rr lag�i upp �rarnar, greiddi hann til va� heldr sterkjan, ok eigi var ǫngullinn minni e�a �ramligri. �ar l�t ��rr koma � ǫngulinn oxahǫfu�it ok kasta�i fyrir bor�, ok f�r ǫngullinn til grunns. Ok er �� sv� satt at segja at engu ginti �� ��rr mi�r Mi�gar�sorm en �tgar�aloki haf�i spottat ��r, �� er hann h�f orminn upp � hendi s�r. Quando ��rr ebbe tirato i remi in barca, prepar� una lenza molto resistente, con un amo non meno grande e robusto. Quindi ��rr infil� la testa del bue nell'amo e la lanci� fuori bordo. L'amo giunse fino al fondale. E devo dirti che ��rr ingann� il Mi�gar�sormr non meno di quanto �tgar�aloki avesse beffato ��rr, quando egli aveva sollevato il serpente con la propria mano.  
48g Mi�gar�sormr gein yfir oxahǫfu�it en ǫngullinn v� � g�minn orminum. En er ormrinn kendi �ess, br� hann vi� sv� hart at b��ir hnefar ��rs skullu �t � bor�inu. �� var� ��rr rei�r ok fǿr�isk � �smegin, spyrndi vi� sv� fast at hann hlj�p b��um f�tum gǫgnum skipit ok spyrndi vi� grunni, dr� �� orminn upp at bor�i. En �at m� segja at engi hefir s� s�t �gurligar sj�nir, er eigi m�tti �at sj� er ��rr hvesti augun � orminn en ormrinn star�i ne�an � m�t ok bl�s eitrinu. Il Mi�gar�sormr ingoi� la testa del bue, ma l'amo si conficc� nelle fauci del serpente. Quando il serpente se ne accorse, tir� con tanta forza che entrambi i pugni di ��rr urtarono contro la frisata. ��rr era furioso, crebbe nel suo �smegin e si piant� con tanta forza che sfond� la barca con entrambi i piedi e colp� il fondale del mare e tir� quindi il serpente su a bordo. Si pu� ben dire che non abbia mai assistito a scene terribili chi non vide con quali occhi ��rr guardava il serpente, che lo fissava dal basso, stillando veleno.  
48h �� er sagt at jǫtunninn Hymir ger�isk litverpr, fǫlna�i ok hr�ddisk er hann s� orminn ok �at er s�rinn fell �t ok inn of nǫkkvann. Ok � �v� bili er ��rr greip hamarinn ok fǿr�i � lopt, �� f�lma�i jǫtunninn til agnsaxinu ok hj� va� ��rs af bor�i, en ormrinn s�ktisk � s�inn. En ��rr kasta�i hamrinum eptir honum, ok segja menn at hann lysti af honum hǫfu�it vi� grunninum, en ek hygg hitt vera ��r satt at segja at Mi�gar�sormr lifir enn ok liggr � umsj�. En ��rr reiddi til hnefann ok setr vi� eyra Ymi, sv� at hann steyptisk fyrir bor� ok s�r � iljar honum. En ��rr �� til lands�. Si dice che lo jǫtunn  Hymir divenne pallido, livido, e fu preso dal terrore quando vide il serpente, mentre l'acqua di mare si scaraventava dentro e fuori il nǫkkvi. Proprio quando ��rr afferr� il martello e lo sollev� in aria, il gigante prese il suo coltello da pesca e tagli� la lenza di ��rr dal capo di banda, cos� il serpente sprofond� di nuovo nel mare. ��rr gli scagli� dietro il martello e alcuni dicono che gli abbia staccato la testa sotto le onde, ma io penso invece che il Mi�gar�sormr sia ancora vivo e giaccia sul fondo del mare che circonda la terra. ��rr rote� quindi il pugno e lo affibbi� all'orecchio di Hymir, tanto da farlo volare fuori dalla barca e vedere le piante dei suoi piedi. Poi ��rr guad� fino a terra�.  
       
49 Fr� l�fl�ti Baldrs ok fǫr Herm��s til Heljar Della dipartita di Baldr e del viaggio di Herm��r nel regno di Hel NOTA
49a �� m�lti Gangleri: �Hafa nǫkkvor meiri t��indi or�it me� �sunum? Allmikit �rekvirki vann ��rr � �essi fer�. Quindi parl� Gangleri: �Tra gli �sir sono capitati altri mirabili avvenimenti? ��rr ha dato prova di grande valore durante questo viaggio�.  
49b H�r svarar: �Vera mun at segja fr� �eim t��indum er meira ��tti vert �sunum. En �at er upphaf �essar sǫgu at Baldr inn g��a dreym�i drauma st�ra ok h�ttliga um l�f sitt. En er hann sag�i �sunum draumana, �� b�ru �eir saman r�� s�n, ok var �at gert at bei�a gri�a Baldri fyrir alls konar h�ska. Ok Frigg t�k svardaga til �ess at eira skyldu Baldri eldr ok vatn, j�rn ok alls konar m�lmr, steinar, jǫr�in, vi�irnir, s�ttirnar, d�rin, fuglarnir, eitr, ormar. Rispose H�r: �Ci sono da raccontare fatti che parvero agli �sir ben pi� gravi. Questa storia ebbe inizio quando Baldr il buono fece terribili sogni premonitori che riguardavano la sua vita. Egli raccont� questi sogni agli �sir, quindi essi si riunirono in consiglio e fu deciso di proteggere Baldr da ogni tipo di pericolo. Frigg si fece giurare dal fuoco, dall'acqua, dal ferro e da ogni specie di metallo, pietre, terra, alberi, malanni, belve, uccelli, veleno e serpenti, che non avrebbero fatto alcun male a Baldr.  
49c En er �etta var gert ok vitat, �� var �at skemtun Baldrs ok �sanna at hann skyldi standa upp � �ingum, en allir a�rir skyldu sumir skj�ta � hann, sumir hǫggva til, sumir berja grj�ti. En hvat sem at var gert, saka�i hann ekki, ok ��tti �etta ǫllum mikill frami. Quando ci� fu stabilito e garantito, Baldr e gli �sir si misero a fare un gioco nel quale lui stava in piedi al centro del ing, mentre tutti gli altri dovevano colpirlo, trafiggerlo [con armi] o lanciargli pietre. Ma qualunque cosa gli si facesse, [Baldr] non veniva ferito, e questo parve a tutti un grande vantaggio. NOTA
49d En er �etta s� Loki Laufeyjarson, �� l�ka�i honum illa er Baldr saka�i ekki. Hann gekk til Fensalar til Friggjar ok br� s�r � konu l�ki. �� spyrr Frigg ef s� kona vissi hvat �sir hǫf�usk at � �inginu. Hon sag�i at allir skutu at Baldri, ok �at at hann saka�i ekki. Quando per� Loki figlio di Laufey se ne accorse, si indispett� del fatto che nulla potesse ferire Baldr. Si rec� dunque da Frigg, a Fensalir, in sembianze femminili. Quando vide la donna, Frigg le domand� se sapesse cosa gli �sir facessero nel ing. Ella rispose che tutti colpivano Baldr e che egli non riceveva alcun danno.  
49e �� m�lti Frigg: �Eigi munu v�pn e�a vi�ir granda Baldri. Ei�a hefi ek �egit af ǫllum �eim�. Disse allora Frigg: �Nessun'arma o legno feriranno Baldr, me l'hanno giurato tutti�. NOTA
49f �� spyrr konan: �Hafa allir hlutir ei�a unnit at eira Baldri?� Chiese quindi la donna: �Tutte le cose hanno prestato giuramento di risparmiare Baldr?�  
49g �� svarar Frigg: �Vex vi�arteinungr einn fyrir vestan Valhǫll, s� er mistilteinn kalla�r. S� ��tti m�r ungr at krefja ei�sins�. Rispose Frigg: �A ovest di Valhǫll cresce, solo, un virgulto d'albero chiamato vischio. Mi parve troppo giovane per pretendere da esso un giuramento�.  
49h �v� n�st hvarf konan � brut. Subito dopo la donna se ne and� via.  
49i En Loki t�k mistiltein ok sleit upp ok gekk til �ings. En Hǫ�r st�� �tarliga � mannhringinum, �v�at hann var blindr. �� m�lti Loki vi� hann: �Hv� sk�tr �� ekki at Baldri?� Loki prese il vischio, lo estirp� e si rec� al �ing. Qui Hǫ�r se ne stava fuori dalla cerchia di persone, poich� era cieco. Loki gli chiese: �Perch� tu non colpisci Baldr?�  
49j Hann svarar: ��v�at ek s� eigi hvar Baldr er, ok �at annat at ek em v�pnlauss�. Rispose lui: �Perch� non vedo dove sia Baldr e anche perch� sono senza un'arma�.  
49k �� m�lti Loki: �Ger�u �� � l�king annarra manna ok veit Baldri sǿm� sem a�rir menn. Ek mun v�sa ��r til hvar hann stendr. Skj�t at honum vendi �essum�. Disse quindi Loki: �Comportati come gli altri e rendi onore a Baldr insieme a loro. Ti indicher� io dov'�. Tu colpiscilo con questo ramoscello�.  
49l Hǫ�r t�k mistiltein ok skaut at Baldri at tilv�sun Loka. Flaug skotit � gǫgnum hann ok fell hann dau�r til jar�ar. Ok hefir �at mest �happ verit unnit me� go�um ok mǫnnum. Hǫ�r prese il vischio e, al segnale di Loki, lo lanci� contro Baldr. Il colpo lo trafisse ed egli cadde morto a terra. Si verificava allora  la maggiore sciagura mai accaduta fra d�i e uomini.  
49m �� er Baldr var fallinn, �� fellusk ǫllum �sum or�tǫk ok sv� hendr at taka til hans, ok s� hverr til annars ok v�ru allir me� einum hug til �ess er unnit haf�i verkit. En engi m�tti hefna, �ar var sv� mikill gri�asta�r. En �� er �sirnir freistu�u at m�la, �� var hitt �� fyrr at gr�trinn kom upp, sv� at engi m�tti ǫ�rum segja me� or�unum fr� s�num harmi. En ��inn bar �eim mun verst �enna ska�a sem hann kunni mesta skyn hversu mikil aftaka ok missa �sunum var � fr�falli Baldrs. Quando Baldr fu caduto, a tutti gli �sir mancarono le parole e non avevano nelle mani la forza per sollevarlo. Si guardarono l'un l'altro e avevano un unico pensiero: chi avesse potuto ordire un tale misfatto. Ma nessuno pot� vendicarsi poich� si trovavano in un luogo assai sacro. Quando poi gli �sir provarono a parlare, venne loro soltanto da piangere, cosicch� nessuno pot� esprimere agli altri il proprio dolore. Ma ��inn sofferse questa disgrazia pi� d'ogni altro, poich� era ben cosciente quale grande sventura e perdita fosse per gli �sir la dipartita di Baldr.  
49n En er go�in vitku�usk, �� m�lti Frigg ok spur�i hverr s� v�ri me� �sum er eignask vildi allar �stir hennar ok hylli, ok vili hann r��a � Helveg ok freista ef hann f�i fundit Baldr ok bj��a Helju �tlausn, ef hon vill l�ta fara Baldr heim � �sgar�. En s� er nefndr Herm��r inn hvati, sveinn ��ins, er til �eirar farar var�. �� var tekinn Sleipnir, hestr ��ins, ok leiddr fram, ok steig Herm��r � �ann hest ok hleypti braut. Quando gli d�i si riebbero, prese la parola Frigg e domand� se fra gli �sir vi fosse chi volesse ottenere tutto il suo amore e il suo favore, accettando di percorrere il sentiero di Hel alla ricerca di Baldr e offrire a Hel un riscatto per lasciarlo tornare a casa, nell'�sgar�r. Fu Herm��r l'audace, figlio di ��inn, colui che si offr� di intraprendere questo viaggio. Venne dunque preso Sleipnir, il cavallo di ��inn, fu condotto l�, quindi  Herm��r mont� in groppa e galopp� lontano.  
49o En �sirnir t�ku l�k Baldrs ok fluttu til s�var. Hringhorni h�t skip Baldrs. Hann var allra skipa mestr, hann vildu go�in fram setja ok gera �ar � b�lfǫr Baldrs. En skipit gekk hvergi fram. �� var sent � Jǫtunheima eptir g�gi �eiri er Hyrrokkin h�t, en er hon kom ok rei� vargi ok haf�i hǫggorm at taumum, �� hlj�p hon af hestinum, en ��inn kalla�i til berserki fj�ra at g�ta hestsins, ok fengu �eir eigi haldit nema �eir feldi hann. �� gekk Hyrrokkin � framstafn nǫkkvans ok hratt fram � fyrsta vi�brag�i, sv� at eldr hraut �r hlunnunum ok lǫnd ǫll skulfu. �� var� ��rr rei�r ok greip hamarinn ok myndi �� brj�ta hǫfu� hennar, ��r en go�in ǫll b��u henni fri�ar. Poi gli �sir presero il corpo di Baldr e lo condussero al mare. Hringhorni si chiamava la nave di Baldr e di tutte era la pi� grande. Gli d�i vollero portarla avanti ed erigervi la pira di Baldr, ma la nave non si muoveva. Allora fu mandata a chiamare in Jǫtunheimr la gigantessa chiamata Hyrrokkin, la quale giunse in groppa a un lupo, usando una vipera per briglia. Ella scese dalla sua cavalcatura e ��inn chiam� quattro berserkir per badare [al lupo], ma essi non riuscirono a tenerlo fermo finch� non lo abbatterono. Quindi Hyrrokkin and� alla prua del nǫkkvi e al primo urto lo smosse, tanto che il fuoco si sprigion� dai tronchi di traino e tutta la terra trem�. Allora ��rr si infuri�, afferr� il martello e avrebbe spaccato la testa [alla gigantessa], se tutti gli d�i non l'avessero implorato di risparmiarla.  
49p �� var borit �t � skipit l�k Baldrs, ok er �at s� kona hans, Nanna Nepsd�ttir, �� sprakk hon af harmi ok d�. Var hon borin � b�lit ok slegit � eldi. �� st�� ��rr at ok v�g�i b�lit me� Mjǫlni, en fyrir f�tum hans rann dvergr nǫkkurr, s� er Litr nefndr, en ��rr spyrndi fǿti s�num � hann ok hratt honum � eldinn, ok brann hann. At �essi brennu s�tti margs konar �j��: fyrst at segja fr� ��ni, at me� honum f�r Frigg ok valkyrjur ok hrafnar hans. En Freyr �k � kerru me� gelti �eim er Gullinbursti heitir e�a Sl��rugtanni. En Heimdallr rei� hesti �eim er Gulltoppr heitir, en Freyja kǫttum s�num. �ar k�mr ok mikit f�lk hr�m�ursa ok bergrisar. ��inn lag�i � b�lit gullhring �ann er Draupnir heitir. Honum fylg�i s��an s� n�tt�ra at hina n�undu hverja n�tt drupu af honum �tta gullhringar jafnhǫfgir. Hestr Baldrs var leiddr � b�lit me� ǫllu rei�i. Venne allora posto sulla nave il corpo di Baldr e quando sua moglie, Nanna figlia di Nepr, lo vide, il cuore le cedette per il dolore, e mor�. Fu deposta anche lei sulla pira e venne appiccato il fuoco. ��rr si rec� alla pira e la consacr� con Mjǫllnir, ma davanti ai suoi piedi corse un nano chiamato Litr. ��rr gli diede un calcio, scagliandolo nel fuoco, e questi bruci�. Il rogo fu visitato da genti di ogni stirpe: il primo da menzionare � ��inn, con cui andarono Frigg, le Valkyrjur e i suoi corvi. Freyr vi arriv� sul carro trainato dal cinghiale Gullinbursti o Sl��rugtanni; Heimdallr cavalcando il destriero chiamato Gulltoppr, e Freyja [sul carro tirato] dai suoi gatti. Giunsero inoltre molti hr�m�ursar e bergrisar. ��inn pose sulla pira l'anello d'oro chiamato Draupnir, il quale � di natura tale che ogni nove notti gocciolano da esso otto anelli d'oro di uguale peso. Il cavallo di Baldr fu infine deposto sulla pira con tutte le bardature.  
49q En �at er at segja fr� Herm��i at hann rei� n�u n�tr d�kkva dala ok dj�pa sv� at hann s� ekki fyrr en hann kom til �rinnar Gjallar ok rei� � Gjallarbr�na. Hon er �ǫkt l�sigulli. Ma c'� da raccontare di Herm��r, il quale cavalc� nove notti per valli oscure e profonde, tanto che non vedeva nulla, finch� non giunse al fiume Gjǫll e cavalc� sul Gjallarbr�, il ponte ricoperto d'oro splendente. NOTA
49r M��gu�r er nefnd m�r s� er g�tir br�arinnar. Hon spur�i hann at nafni e�a �tt ok sag�i at hinn fyrra dag ri�u um br�na fimm fylki dau�ra manna, �en eigi dynr br�in jafnmjǫk undir einum ��r, ok eigi hefir �� lit dau�ra manna. Hv� r��r �� h�r � Helveg?� M��gu�r si chiama la fanciulla che sta a guardia del ponte. Essa gli chiese il suo nome e la sua stirpe e disse che il giorno prima erano passati a cavallo cinque eserciti di uomini morti, �ma il ponte non vibra di meno sotto te soltanto, e tu non hai l'aspetto dei morti. Perch� stai andando sul sentiero di Hel?�  
49s Hann svarar at �ek skal r��a til Heljar at leita Baldrs. E�a hv�rt hefir �� nakkvat s�t Baldr � Helvegi?� Egli rispose: �Io devo recarmi da Hel per trovare Baldr. Non hai visto Baldr sul sentiero di Hel?�  
49t En hon sag�i at Baldr haf�i �ar ri�it um Gjallarbr�, �en ni�r ok nor�r liggr Helvegr�. Ella disse che Baldr era passato sul Gjallarbr�, �e in basso e verso nord si snoda il sentiero di Hel�.  
49u �� rei� Herm��r �ar til er hann kom at Helgrindum. �� st� hann af hestinum ok gyr�i hann fast, steig upp ok keyr�i hann sporum, en hestrinn hlj�p sv� hart ok yfir grindina at hann kom hvergi n�r. �� rei� Herm��r heim til hallarinnar ok steig af hesti, gekk inn � hǫllina, s� �ar sitja � ǫndugi Baldr br��ur sinn, ok dval�isk Herm��r �ar um n�ttina. En at morni �� beiddisk Herm��r af Helju at Baldr skyldi r��a heim me� honum, ok sag�i hversu mikill gr�tr var me� �sum. En Hel sag�i at �at skyldi sv� reyna hv�rt Baldr var sv� �sts�ll sem sagt er, �ok ef allir hlutir � heiminum, kykvir ok dau�ir, gr�ta hann �� skal hann fara til �sa aptr, en haldask me� Helju ef nakkvarr m�lir vi� e�a vill eigi gr�ta�. Herm��r cavalc� fino a quando non giunse ai cancelli di Hel. Smont� da cavallo, strinse le cinghie, rimont� in sella e diede di sprone. Il destriero salt� oltre i cancelli con tale impeto che nemmeno li sfior�. Herm��r cavalc� verso un edificio, scese da cavallo ed entr� nella hǫll. Qui vide, seduto sul trono, suo fratello Baldr, e qui trascorse la notte. Al mattino, Herm��r preg� Hel di lasciar tornare Baldr a casa con lui, e raccont� quale grande lutto vi fosse tra gli �sir. Hel per� disse che si doveva prima dimostrare se Baldr fosse tanto amato come si diceva, �e se tutti gli esseri del mondo, vivi o morti, lo piangeranno, allora egli potr� tornare fra gli �sir; ma rimarr� con Hel se qualcuno si opporr� o se non vorr� piangerlo�.  
49v �� st�� Herm��r upp, en Baldr lei�ir hann �t �r hǫllinni ok t�k hringinn Draupni ok sendi ��ni til minja, en Nanna sendi Frigg ripti ok enn fleiri gjafar, Fullu fingrgull. �� rei� Herm��r aptr lei� s�na ok kom � �sgar� ok sag�i ǫll t��indi �au er hann haf�i s�t ok heyrt. Herm��r dunque si alz� e Baldr lo accompagn� fuori della hǫll. Preso l'anello Draupnir, lo invi� a ��inn come ricordo, mentre Nanna mand� a Frigg della stoffa e altri doni. A Fulla mand� invece un anello d'oro. Quindi Herm��r riprese la sua strada, giunse ad �sgar�r e raccont� tutte le cose che aveva visto e udito.  
49w �v� n�st sendu �sir um allan heim �rindreka at bi�ja at Baldr v�ri gr�tinn �r Helju. En allir ger�u �at, menninir ok kykvendin ok jǫr�in ok steinarnir ok tr� ok allr m�lmr, sv� sem �� munt s�t hafa at �essir hlutir gr�ta �� er �eir koma �r frosti ok � hita. Gli �sir subito mandarono messaggeri per tutto il mondo a pregare che Baldr fosse pianto affinch� [si potesse] liberarlo da Hel. Tutti lo fecero: gli uomini e gli animali, la terra, le pietre, gli alberi e tutti i metalli, questi nel modo in cui li avrai visti gemere quando passano dal gelo al calore.  
49x �� er sendimenn f�ru heim ok hǫf�u vel rekit s�n eyrindi, finna �eir � helli nǫkkvorum hvar g�gr sat, hon nefndisk �ǫkk. �eir bi�ja hana gr�ta Baldr �r Helju. Quando poi gli ambasciatori tornarono a casa, dopo aver ben divulgato il loro messaggio, trovarono in una certa grotta una g�gr chiamata �ǫkk, che si rifiut� di piangere Baldr e liberarlo da Hel.  
49y Hon segir: Disse:  
 
{52}

�ǫkk mun gr�ta
�urrum t�rum
Baldrs b�lfarar.
Kyks n� dau�s
nautka ek karls sonar:
haldi Hel �v� er hefir.

Aride lacrime
�ǫkk pianger�
sulla pira di Baldr.
N� vivo n� morto
amai il figlio del karl:
tenga Hel quello che ha.

NOTA
49z En �ess geta menn at �ar hafi verit Loki Laufeyjarson, er flest hefir illt gert me� �sum�. Si dice che ella fosse in realt� Loki figlio di Laufey, che molti danni arrec� agli �sir�.  
       
50 [Loki bundin] [Loki imprigionato]  
50a �� m�lti Gangleri: �Allmiklu kom Loki � lei� er hann olli fyrst �v� er Baldr var veginn, ok sv� �v� er hann var� eigi leystr fr� Helju. E�a hv�rt var� honum �essa nakkvat hefnt?� Disse allora Gangleri: �Un atto gravissimo comp� Loki, innanzitutto poich� fu la causa dell'uccisione di Baldr e poi perch� fece s� che questi non potesse essere liberato da Hel. Fu punito in qualche modo?�  
50b H�r segir: �Goldit var honum �etta sv� at hann mun lengi kennask. �� er gu�in v�ru or�in honum sv� rei� sem v�n var, hlj�p hann � braut ok fal sik � fjalli nǫkkvoru, ger�i �ar h�s ok fj�rar dyrr at hann m�tti sj� �r h�sinu � allar �ttir. En opt um daga br� hann s�r � lax l�ki, ok falsk �� �ar sem heitir Fr�nangrsfors. �� hugsa�i hann fyrir s�r hverja v�l �sir mundu til finna at taka hann � forsinum. En er hann sat � h�sinu, t�k hann l�ngarn ok rei� � r�xna, sv� sem net er s��an, en eldr brann fyrir honum. �� s� hann at �sir �ttu skamt til hans, ok haf�i ��inn s�t �r Hli�skj�lfinni hvar hann var. Hann hlj�p �egar upp ok �t � �na ok kasta�i netinu fram � eldinn. Disse H�r: �Fu punito per questi misfatti in modo che se ne ricorder� a lungo. Quando gli d�i divennero furibondi con lui, come ci si aspettava, [Loki] fugg� lontano, si nascose su un monte e vi costru� una casa con quattro porte, in modo da poter guardare fuori in tutte le direzioni. Spesso, durante il giorno, egli si tramutava in salmone e si nascondeva nella cascata detta Fr�nangrsfors. Egli pensava a come gli �sir avrebbero potuto catturarlo in quelle cascate. Un giorno, mentre sedeva in casa, con il fuoco che gli scoppiettava davanti, prese un filo di lino e lo intrecci� ottenendone un tessuto a maglie, cos� come da allora si fanno le reti. A un tratto si accorse che gli �sir gli erano vicini, poich� ��inn, dal [trono di] Hli�skj�lf, aveva visto dove si trovava. Immediatamente si alz� e fugg� al fiume, gettando la rete nel fuoco.  
50c En er �sir koma til h�ssins �� gekk s� fyrst inn er allra var vitrastr, er Kvasir heitir, ok er hann s� � eldinum fǫlskann er netit haf�i brunnit, �� skil�i hann at �at mundi v�l vera til at taka fiska, ok sag�i �sunum. �v� n�st t�ku �eir ok ger�u s�r net eptir �v� sem �eir s� � fǫlska at Loki haf�i gert. Ok er b�it var netit, �� fara �sir til �rinnar ok kasta neti � forsinn. Helt ��rr enda ǫ�rum ok ǫ�rum heldu allir �sir, ok dr�gu netit. En Loki f�r fyrir ok legsk ni�r � milli steina tveggja. Dr�gu �eir netit yfir hann ok kendu at kykt var fyrir, ok fara � annat sinn upp til forsins ok kasta �t netinu ok binda vi� sv� �ungt at eigi skyli undir mega fara. Ferr �� Loki fyrir netinu, en er hann s�r at skamt var til s�var, �� hleypr hann upp yfir �inulinn ok rennir upp � forsinn. N� s� �sirnir hvar hann f�r, fara enn upp til forsins ok skipta li�inu � tv� sta�i, en ��rr ve�r �� eptir mi�ri �nni, ok fara sv� til s�var. En er Loki s�r tv� kosti, var �at l�fsh�ski at hlaupa � s�inn, en hitt var annarr at hlaupa enn yfir netit, ok �at ger�i hann, hlj�p sem snarast yfir net�inulinn. ��rr greip eptir honum ok t�k um hann, ok rendi hann � hendi honum sv� at sta�ar nam hǫndin vi� spor�inn. Ok er fyrir �� sǫk laxinn aptrmj�r. Quando gli �sir giunsero alla casa, vi entr� per primo il pi� saggio, chiamato Kvasir, il quale vide vicino al fuoco la bianca cenere, dov'era bruciata la rete. Comprese che quella poteva essere usata per prendere i pesci e lo disse agli �sir. [Questi] si misero subito al lavoro e annodarono una rete come quella che avevano visto incenerita, fatta da Loki. Quando la rete fu pronta, gli �sir si recarono al fiume e la lanciarono nelle cascate. ��rr teneva un'estremit� e tutti gli altri �sir tenevano l'altra. La rete fu trascinata, ma Loki la precedette e si nascose sul fondo, fra due pietre. Essi tirarono allora la rete sopra di lui e si accorsero che qualcosa guizzava davanti a essa. Tornarono quindi un'altra volta alle cascate, lanciarono la rete ma vi legarono dei pesi tali che nulla poteva passarvi sotto. Loki nuotava davanti alla rete, ma quando vide che era poco lontano dal mare, salt� in alto, sopra il bordo della rete, e fugg� indietro, verso le cascate. Gli �sir videro per� dove era andato. Tornarono alle cascate e si divisero in due gruppi: mentre ��rr guadava in mezzo al fiume, [gli altri] andarono fino al mare. Allora Loki vide due possibilit�: rischiare la vita precipitandosi in mare, oppure saltare oltre la rete. E cos� egli fece: balz� sopra il bordo della rete, pi� in alto che pot�. ��rr lo raggiunse e lo prese, ma gli scivol� di mano, tanto che dovette afferrarlo per la coda ed � per questa ragione che il salmone ha il dorso affusolato.  
50d N� var Loki tekinn gri�alauss ok farit me� hann � helli nǫkkvorn. �� t�ku �eir �rj�r hellur ok settu � egg ok lustu rauf � hellunni hverri. �� v�ru teknir synir Loka, V�li ok Nari e�a Narfi. Brug�u �sir V�la � vargsl�ki ok reif hann � sundr Narfa, br��ur sinn. �� t�ku �sir �arma hans ok bundu Loka me� yfir �� �rj� eggsteina, einn undir her�um, annarr undir lendum, �ri�i undir kn�sf�tum, ok ur�u �au bǫnd at j�rni. �� t�k Ska�i eitrorm ok festi upp yfir hann sv� at eitrit skyldi drj�pa �r orminum � andlit honum. En Sigyn kona hans stendr hj� honum ok heldr mundlaugu undir eitrdropa, en �� er full er munnlaugin, �� gengr hon ok sl�r �t eitrinu, en me�an dr�pr eitrit � andlit honum. �� kippisk hann sv� hart vi� at jǫr� ǫll skelfr. �at kalli� ��r landskj�lpta. �ar liggr hann � bǫndum til ragnar�krs�. Ormai imprigionato senza scampo, Loki e fu portato in una caverna. Qui gli �sir presero tre lastre di pietra, le appoggiarono su un lato e fecero un foro su ciascuna. Furono quindi presi i portati di Loki, V�li e Nari o Narfi. Gli �sir tramutarono in lupo V�li, il quale strazi� immediatamente Narfi, suo fratello. Ne presero poi le budella e le usarono per legare Loki sulle tre lastre: una sotto le sue spalle, la seconda sotto i reni e la terza sotto le caviglie; e quelle corde divennero di ferro. Ska�i, poi, prese un serpente velenoso e lo fiss� sopra di lui, in modo che il veleno gocciolasse dal serpente e gli cadesse sul volto. Sigyn, moglie di Loki, gli sta vicino e tiene una bacinella sotto la pioggia velenosa. Quando la bacinella � piena, ella si alza per vuotarla, ma nel frattempo il veleno cade sulla faccia di Loki, il quale si agita cos� violentemente che tutta la terra ne trema. Questi scuotimenti voi li chiamate terremoti. Laggi� Loki rester� legato fino al ragnar�kr�.  
       
51 Fr� fimbulvetri og ragnar�kkrum Di fimbulvetr e di ragnar�kr  
51a �� m�lti Gangleri: �Hver t��indi eru at segja fr� um ragnar�kr? �ess hefi ek eigi fyrr heyrt getit�. Quindi parl� Gangleri: �Quali avvenimenti ci sono da raccontare riguardo al ragnar�kr? Non ne ho mai sentito parlare prima�. NOTA
51b H�r segir: �Mikil t��indi eru �a�an at segja ok mǫrg. �au in fyrstu at vetr s� kemr er kalla�r er Fimbulvetr. �� dr�fr sn�r �r ǫllum �ttum, frost eru �� mikil ok vindar hvassir. Ekki n�tr s�lar. �eir vetr fara �r�r saman ok ekki sumar milli. En ��r ganga sv� a�rir �r�r vetr at �� er um alla verǫld orrostur miklar, �� drepask brǿ�r fyrir �girni sakar, ok engi �yrmir fǫ�ur e�a syni � manndr�pum e�a sifjasliti. Disse H�r: �Grandi avvenimenti ci sono da raccontare in proposito, e importanti. Innanzitutto, giunger� quell'inverno chiamato fimbulvetr, durante il quale la neve arriver� da tutte le direzioni, il ghiaccio sar� spesso e i venti taglienti. Il sole non recher� alcun conforto. Quest'inverno durer� per tre stagioni di seguito, senza l'estate in mezzo, ma prima ci saranno altri tre inverni in cui tutto il mondo sar� scosso da grandi battaglie. Allora i fratelli si uccideranno l'un l'altro per avidit� e nessuno risparmier� il padre o il figlio dall'omicidio e dall'incesto. NOTA
51c Sv� segir � Vǫlusp�: Cos� dice la Vǫlusp�:  
 
{53}

Brǿ�r munu berjask
ok at bǫnum ver�ask,
munu systrungar
sifjum spilla.
Hart er me� hǫl�um,
h�rd�mr mikill,
skeggjǫld, sk�lmǫld,
skildir klofnir,
vindǫld, vargǫld,
��r verǫld steypisk.

I fratelli si aggrediranno
e alla morte giungeranno,
tradiranno i cugini
i vincoli di stirpe,
prova dura per gli uomini,
immane l'adulterio.
Tempo di asce, tempo di spade
s'infrangeranno scudi,
tempo di venti, tempo di lupi,
prima che il mondo crolli.

NOTA
51d �� ver�r �at er mikil t��indi �ykkja at �lfrinn gleypir s�lna, ok �ykkir mǫnnum �at mikit mein. �� tekr annarr �lfrinn tunglit, ok gerir s� ok mikit �gagn. Stjǫrnurnar hverfa af himninum. �� er ok �at til t��inda at sv� skelfr jǫr� ǫll ok bjǫrg at vi�ir losna �r jǫr�u upp, en bjǫrgin hrynja, en fjǫtrar allir ok bǫnd brotna ok slitna. �� ver�r Fenris�lfr lauss. �� geysisk hafit � lǫndin fyrir �v� at �� sn�sk Mi�gar�sormr � jǫtunm�� ok sǿkir upp � landit. Accadr� in seguito una cosa che sembrer� spaventosa: il lupo inghiottir� il sole e questo per gli uomini sar� un'immensa sciagura. Il secondo lupo prender� la luna, suscitando grande rovina. Le stelle cadranno dal cielo. Accadr� poi che la terra tutta tremer� e cos� i monti, finch� i boschi si sradicheranno dalla terra, le montagne crolleranno, mentre tutte le catene e tutti i vincoli si scioglieranno e si spezzeranno. Ecco che il lupo Fenrir sar� libero. Il mare dilagher� sulla terraferma, poich� in esso il Mi�gar�sormr si agiter� in preda allo jǫtunm��r e assalir� la terra.  
51e �� ver�r ok �at at Naglfar losnar, skip �at er sv� heitir. �at er gert af nǫglum dau�ra manna, ok er �at fyrir �v� varnanar vert ef ma�r deyr me� �skornum nǫglum at s� ma�r eykr mikit efni til skipsins Naglfars, er go�in ok menn vildi seint at gert yr�i. En � �essum s�vargang fl�tr Naglfar. Hrymr heitir jǫtunn er st�rir Naglfara. En Fenris�lfr ferr me� gapanda munn ok er hinn efri kjǫptr vi� himni en hinn ne�ri vi� jǫr�u, gapa myndi hann meira ef r�m v�ri til. Eldar brenna �r augum hans ok nǫsum. Mi�gar�sormr bl�ss sv� eitrinu at hann dreifir lopt ǫll ok lǫg, ok er hann all�gurligr, ok er hann � a�ra hli� �lfinum. Avverr� anche che Naglfar, la nave che cos� si chiama, salper� libera. Essa � costruita con le unghie dei morti e per questo occorre tenere a mente che, se un uomo muore con le unghie non tagliate, apporta molto materiale alla nave Naglfar, la cui costruzione gli d�i e gli uomini vogliono ritardare il pi� possibile. Su queste immani onde Naglfar inesorabilmente navigher�. Hrymr si chiama il gigante che governer� la nave, mentre il lupo Fenrir avanzer� con la bocca spalancata: avr� la mascella inferiore contro la terra e quella superiore contro il cielo, ma la aprirebbe anche di pi� se vi fosse ancora spazio. Dai suoi occhi e dalla sue narici baleneranno fiamme. Il Mi�gar�sormr stiller� cos� tanto veleno che ammorber� tutta l'aria e le acque. Esso sar� tremendo e sar� a fianco del lupo.  
51f � �essum gn� klofnar himinninn ok r��a �a�an Muspellssynir. Surtr r��r fyrst, ok fyrir honum ok eptir b��i eldr brennandi. Sver� hans er gott mjǫk, af �v� sk�nn bjartara en af s�lu. En er �eir r��a Bifrǫst �� brotnar hon, sem fyrr er sagt. Muspellsmegir sǿkja fram � �ingvǫll er V�gr��r heitir, �ar kemr ok �� Fenris�lfr ok Mi�gar�sormr. �ar er ok �� Loki kominn ok Hrymr ok me� honum allir hr�m�ursar, en Loka fylgja allir Heljar sinnar. En Muspellssynir hafa yfir s�r fylking, er s� bjǫrt mjǫk. Vǫllrinn V�gr��r er hundra� rasta v��r � hvern veg. In questo frastuono il cielo si fender� e avanzeranno allora i M�spelssynir. Surtr cavalcher� per primo, con un fuoco ardente davanti e dietro di lui; la sua spada � formidabile, da essa emana un chiarore pi� brillante del sole. Quando cavalcheranno su Bifrǫst, essi lo demoliranno, com'� stato detto in precedenza. Le schiere di M�spell avanzeranno fino al campo chiamato V�gr��r, ove arriveranno anche il lupo Fenrir e il Mi�gar�sormr. Anche Loki giunger� insieme a Hrymr e con lui tutti i hr�m�ursar, ma sar� a Loki che tutti i seguaci di Hel si uniranno. I M�spelssynir formeranno invece una legione separata e sar� molto luminosa. Il campo di V�gr��r � largo cento rastir in ogni direzione.  
51g En er �essi t��indi ver�a, �� stendr upp Heimdallr ok bl�ss �kafliga � Gjallarhorn ok vekr upp ǫll gu�in ok eiga �au �ing saman. �� rei� ��inn til M�misbrunns ok tekr r�� af M�mi fyrir s�r ok s�nu li�i. �� skelfr askr Yggdrasils ok engi hlutr er �� �ttalauss � himni e�a jǫr�u. �sir herv��a sik, ok allir einherjar, ok sǿkja fram � vǫlluna. Quando si verificheranno questi avvenimenti, Heimdallr si erger� e suoner� vigorosamente il Gjallarhorn. Tutti gli d�i si desteranno e si aduneranno in consulta. ��inn cavalcher� fino a M�misbrunnr e si consiglier� con M�mir per s� e il suo seguito. Allora il frassino di Yggdrasill tremer� e nulla, in cielo o in terra, sar� libero dal terrore. Gli �sir si armeranno insieme a tutti gli einherjar e avanzeranno sul campo.  
51h R��r fyrstr ��inn me� gullhj�lm ok fagra brynju ok geir sinn er Gungnir heitir. Stefnir hann m�ti Fenris�lf, en ��rr fram � a�ra hli� honum, ok m� hann ekki duga honum, �v�at hann hefir fullt fang at berjask vi� Mi�gar�sorm. Per primo cavalcher� ��inn con l'elmo dorato, una bellissima cotta di maglia e la sua lancia, che si chiama Gungnir. Egli avanzer� contro il lupo Fenrir, mentre ��rr combatter� al suo fianco, ma non potr� aiutarlo poich� sar� completamente impegnato ad affrontare il Mi�gar�sormr.  
51i Freyr bersk m�ti Surti ok ver�r har�r samgangr ��r Freyr fellr. �at ver�r hans bani er hann missir �ess hins g��a sver�s er hann gaf Sk�rni. Freyr sfider� Surtr e un arduo duello avr� luogo prima che Freyr cada. Egli morir� poich� sar� privo della sua buona spada, che aveva dato a Sk�rnir.  
51j �� er ok lauss or�inn hundrinn Garmr er bundinn er fyrir Gnipahelli, hann er it mesta fora�. Hann � v�g m�ti T� ok ver�r hv�rr ǫ�rum at bana. Sar� libero anche il cane Garmr, che � legato davanti a Gnipahellir: � il pi� grande dei mostri. Esso combatter� contro T�r e ciascuno uccider� l'altro. NOTA
51k ��rr berr banaor� af Mi�gar�sormi ok st�gr �a�an braut n�u fet, �� fellr hann dau�r til jar�ar fyrir eitri �v� er ormrinn bl�ss � hann. ��rr sconfigger� il Mi�gar�sormr, ma quando vi si allontaner� di nove passi cadr� morto a terra a causa del veleno che il serpente gli avr� soffiato addosso.  
51l �lfrinn gleypir ��in, ver�r �at hans bani. En �egar eptir sn�sk fram V��arr ok st�gr ǫ�rum fǿti � ne�ra keypt �lfsins. Il lupo inghiottir� ��inn e questa sar� la sua fine. Subito dopo arriver� V��arr che metter� un piede sulla mascella inferiore del lupo.  
51m [� �eim fǿti hefir hann �ann sk� er allan aldr hefir verit til samnat, �at eru bj�rar �eir er menn sn��a �r sk�m s�num fyrir t�m e�a h�l. �v� skal �eim bj�rum braut kasta s� ma�r er at �v� vill hyggja at koma �sunum at li�i.] [A quel piede egli porta quella scarpa che � stata fabbricata nel corso di tutte epoche coi brani di pelle che gli uomini tagliano dalla punta o dal tacco; perci� deve gettar via quei ritagli chi vorr� essere d'aiuto agli �sir.]  
51n Annarri hendi tekr hann inn efra keypt �lfsins ok r�fr sundr gin hans, ok ver�r �at �lfsins bani. Loki � orrostu vi� Heimdall, ok ver�r hv�rr annars bani. �v� n�st slyngr Surtr eldi yfir jǫr�ina ok brennir allan heim. Con l'altra mano, [V��arr] prender� la mascella superiore del lupo e gli spaccher� la gola: questa sar� la fine del lupo. Loki combatter� contro Heimdallr e ciascuno diverr� l'uccisore dell'altro. Poi Surtr appiccher� fuoco alla terra e tutto il mondo brucer�.  
51o Sv� er sagt � Vǫlusp�: Cos� � detto nella Vǫlusp�: NOTA
 
{54}

H�tt bl�ss Heimdallr,
horn er � lopti;
m�lir ��inn
vi� M�ms hǫfu�.
Skelfr Yggdrasils
askr standandi,
ymr it aldna tr�,
en jǫtunn losnar.

Forte soffia Heimdallr,
il corno � nell'aria.
Discorre ��inn
con la testa di M�mir.
Trema di Yggdrasill,
il frassino eretto,
geme l'antico albero,
lo jǫtunn � libero.
 
 
{55}

Hvat er me� �sum?
Hvat er me� �lfum?
Ymr allr Jǫtunheimr,
�sir ro � �ingi.
Stynja dvergar
fyrir steindurum,
veggbergs v�sir.
Vitu� �r enn e�a hvat?

Che ne � degli �sir?
Che ne � degli �lfar?
Risuona tutto Jǫtunheimr,
gli �sir sono a consiglio.
Gemono i dvergar
alle soglie di pietra,
delle rupi esperti.
Volete saperne ancora?
 
 
{56}

Hrymr ekr austan,
hefisk lind fyrir,
sn�sk Jǫrmungandr
� jǫtunm��i.
Ormr kn�r unnir,
ǫrn mun hlakka,
sl�tr n�i ni�fǫlr,
Naglfar losnar.

Da est viene Hrymr,
con lo scudo innanzi;
si attorce Jǫrmungandr
nello jǫtunm��r.
Il serpente flagella le onde;
fiera stride l'aquila:
dilania i cadaveri, pallida.
Naglfar salpa.
 
 
{57}

Kj�ll ferr austan,
koma munu Muspells
of lǫg l��ir,
en Loki st�rir.
�ar ro f�flmegir
me� freka allir,
�eim er br��ir
B�leists � fǫr.

Da est avanza una chiglia:
verranno di M�spell
sul mare le genti,
e Loki tiene il timone.
Mostruosi figli
tutti insieme con il lupo.
Con loro � il fratello
di B�leistr in viaggio.
NOTA
 
{58}

Surtr ferr sunnan
me� sviga l�vi.
sk�nn af sver�i
s�l valt�va.
Grj�tbjǫrg gnata,
en g�fr rata,
tro�a halir Helveg,
en himinn klofnar.

Surtr viene da sud
col veleno dei rami.
Splende la spada,
sole degli d�i caduti.
Le rocce si frangono,
crollano gigantesse;
gli uomini vanno ad Hel,
il cielo si schianta.
 
 
{59}

�� k�mr Hl�nar
harmr annarr fram,
er ��inn ferr
vi� �lf vega,
en bani Belja
bjartr at Surti.
�ar mun Friggjar
falla angan.

Ecco viene a Hl�n
un secondo lutto,
quando ��inn va
a combattere il lupo,
e l'uccisore di Beli
affronta, fulgido, Surtr.
Ecco di Frigg
abbattuta la gioia.
 
 
{60}

Gengr ��ins son
vi� �lf vega,
V��arr of veg
at vald�ri.
L�tr hann megi Hve�rungs
mund of standa
hjǫr til hjarta.
�� er hefnt fǫ�ur.

Va il figlio di ��inn
a combattere col lupo,
V��arr combatte
la bestia dei morti.
Al figlio di Hve�rungr
di sua mano la spada
conficca fino al cuore.
Cos� il padre � vendicato.
 
 
{61}

Gengr inn m�ri
mǫgr Hlǫ�ynjar
nepr at na�ri
n��s �kv��num.
Munu halir allir
heimstǫ� ry�ja,
er af m��i drepr
Mi�gar�s v�orr.

Va il famoso
figlio di Hlǫ�yn,
stremato, contro il serpe,
che disonore non merita.
Tutti gli uomini dovranno
sgombrare il mondo
quando infuriato colpisce
il difensore di Mi�gar�r.
 
 
{62}

S�l mun sortna,
s�kkr fold � mar,
hverfa af himni
hei�ar stjǫrnur.
Geisar eimi
ok aldrnari,
leikr h�r hiti
vi� himin sj�lfan.

Il sole si oscura
la terra sprofonda nel mare,
cadono dal cielo
le stelle lucenti.
Erompe il vapore
e chi nutre la vita;
gioca alta la vampa
con il cielo stesso.
 
51p H�r segir enn sv�: Qui ancora si dice:  
 
{63}

V�gr��r heitir vǫllr
er finnask v�gi at
Surtr ok in sv�su gu�.
Hundra� rasta
hann er � hverjan veg,
s� er �eim vǫllr vita�r�.

V�gr��r si chiama il campo
dove si daranno battaglia
Surtr e gli d�i soavi.
Cento rastar
misura da ogni lato
il campo a loro destinato�.

NOTA
       
52 [Vistaverur eftir ragnar�kr] [Le dimore dopo il ragnar�kr]  
52a �� m�lti Gangleri: �Hvat ver�r �� eptir er brendr er himinn ok jǫr� ok heimr allr ok dau� go�in ǫll ok allir einherjar ok allt mannf�lk? Ok hafit ��r ��r sagt at hverr ma�r skal lifa � nǫkkvorum heimi um allar aldir?� Disse quindi Gangleri: �Cosa succeder� in seguito, quando il fuoco avr� bruciato il cielo, la terra e tutto il mondo, e morti saranno tutti gli d�i, gli einherjar e l'umanit� intera? Non avete detto prima che vi sar� un mondo in cui ogni uomo vivr� per sempre?�  
52b �� svarar �ri�i: �Margar eru �� vistir g��ar ok margar illar. Bazt er �� at vera � Giml� � himni, ok allgott er til g��s drykkjar �eim er �at �ykkir gaman � �eim sal er Brimir heitir, hann stendr ok � himni [� �k�lni]. S� er ok g��r salr er stendr � Ni�afjǫllum, gǫrr af rau�u gulli, s� heitir Sindri. � �essum sǫlum skulu byggja g��ir menn ok si�l�tir. Rispose allora �r��i: �Molte saranno allora le dimore buone e molte quelle cattive. La cosa migliore sar� trovarsi a Giml�, nel cielo; l� ci sar� abbondanza di buone bevande per coloro che ne vorranno, nella sala chiamata Brimir, anch'essa nel cielo [in �k�lnir]. C'� un'altra buona sala che si trova sui Ni�afjǫll, fatta di oro rosso, chiamata Sindri. In queste sale dimoreranno gli uomini buoni e giusti. NOTA
52c � N�strǫndum er mikill salr ok illr, ok horfa � nor�r dyrr, hann er ok ofinn allr ormahryggjum sem vandah�s, en ormahǫfu� ǫll vitu inn � h�sit ok bl�sa eitri, sv� at eptir salnum renna eitr�r, ok va�a ��r �r ei�rofar ok mor�vargar, sv� sem h�r segir: A N�strandir c'� una sala grande e orribile, le cui porte guardano a nord. Essa � interamente fatta di dorsi di serpenti, intrecciati come le canne di una capanna. Le teste dei serpenti guardano tutte all'interno della casa e stillano veleno, per cui lungo la sala scorrono fiumi velenosi. Guadano quei fiumi gli spergiuri e gli assassini, come qui � detto: NOTA
52d
{64}

Sal veit ek standa
s�lu fjarri
N�strǫndu �,
nor�r horfa dyrr.
Falla eitrdropar
inn of lj�ra.
S� er undinn salr
orma hryggjum.

Una sala so ergersi
lontana dal sole
in N�strandir,
le porte rivolte a nord.
Gocce di veleno cadono
dentro, dal tetto:
questa sala � un intreccio
di dorsi di serpenti.
NOTA
 
{65}

Skulu �ar va�a
�unga strauma
menn meinsvara
ok mor�vargar.

L� guaderanno
difficili correnti
uomini spergiuri
ed assassini.
 
52e En � Hvergelmi er verst: Ma in Hvergelmir � peggio:  
 
{66}

�ar kvelr N��hǫggr
n�i framgengna�.

L� succhia N��hǫggr
i corpi dei trapassati�.

NOTA
       
53 [Hverir lifa af ragnarǫkr] [Chi sopravvive al ragnar�kr]  
53a �� m�lti Gangleri: �Hv�rt lifa nǫkkvor go�in ��, e�a er �� nǫkkvor jǫr� e�a himinn?� Quindi parl� Gangleri: �Ma qualche dio sopravvivr� e in seguito ci saranno [ancora] una terra e un cielo?�  
53b H�r segir: �Upp sk�tr jǫr�unni �� �r s�num ok er �� grǿn ok fǫgr, vaxa �� akrar �s�nir. V��arr ok V�li lifa, sv� at eigi hefir s�rinn ok Surtalogi grandat �eim, ok byggja �eir � I�avelli, �ar sem fyrr var �sgar�r, ok �ar koma �� synir ��rs, M��i ok Magni, ok hafa �ar Mjǫlni. �v� n�st koma �ar Baldr ok Hǫ�r fr� Heljar, setjask �� allir samt ok talask vi� ok minnask � r�nar s�nar ok rǿ�a of t��indi �au er fyrrum hǫf�u verit, of Mi�gar�sorm ok um Fenris�lf. �� finna �eir � grasinu gulltǫflur ��r er �sirnir hǫf�u �tt. Disse H�r: �a terr� emerger� dal mare e sar� allora verde e bella. I campi cresceranno senza esser stati seminati. V��arr e V�li vivranno poich� n� il mare n� la fiamma di Surtr avranno arrecato loro danno e abiteranno a I�avǫllr, l� dove prima sorgeva �sgar�r. Giungeranno poi i figli di ��rr, M��i e Magni, e avranno con loro Mjǫllnir. Ritorneranno anche Baldr e Hǫ�r da Hel, allora tutti siederanno insieme e converseranno, ricorderanno la loro rune e parleranno degli avvenimenti passati, del Mi�gar�sormr e del lupo Fenrir. Troveranno poi nell'erba le pedine dorate che erano appartenute agli �sir. NOTA
53c Sv� er sagt: Cos� � detto:  
 
{67}

V��arr ok V�li
byggja v� go�a
�� er sortnar Surtalogi.
M��i ok Magni
skulu Mjǫlni hafa
Vingnis at v�g�roti.

V��arr e V�li
abiteranno i santuari degli d�i
quando si spegner� il fuoco di Surtr.
M��i e Magni
possederanno Mjǫllnir
di Vingnir, alla fine delle battaglie

NOTA
53d En �ar sem heitir Hoddm�misholt leynask menn tveir � Surtaloga er sv� heita: L�f ok Leif�rasir, ok hafa morgindǫggvar fyrir mat. En af �essum mǫnnum kemr sv� mikil kynsl�� at byggvisk heimr allr, sv� sem h�r segir: Nel bosco detto di Hoddm�mir, due persone si nasconderanno dalla fiamma di Surtr. Cos� si chiameranno: L�f e Leif�rasir. Essi avranno la rugiada del mattino come cibo e da loro verr� una progenie cos� grande che popoler� tutto il mondo, come qui � detto: NOTA
53e
{68}

L�f ok Leif�rasir,
en �au leynask munu
� holti Hoddm�mis.
Morgindǫggvar
�au s�r at mat hafa,
en �a�an af aldir alask.

L�f e Leif�rasir,
si nasconderanno
nel bosco di Hoddm�mir.
Le rugiade del mattino
avranno come cibo;
da qui torneranno a sorgere le stirpi.

NOTA
53f Ok hitt mun ��r undarligt �ykkja er s�lin hefir getit d�ttur eigi �fegri en hon er, ok ferr s� �� stigu m��ur sinnar, sem h�r segir: E ti sembrer� straordinario che il sole abbia partorito una figlia non meno bella di lei; ed ella seguir� lo stesso corso della madre, come qui si dice: NOTA
53g
{69}

Eina d�ttur
berr �lfrǫ�ul
��r hana Fenrir fari.
S� skal r��a
er regin deyja
m��ur brautir m�r.

Una sola figlia
genera �lfrǫ�ull,
prima che Fenrir la divori;
Cavalcher�
quando i potenti morranno,
i sentieri della madre, la fanciulla�.

NOTA
53h En n�, ef �� kant lengra fram at spyrja, �� veit ek eigi hva�an ��r kemr �at, fyrir �v� at �ngan mann heyr�a ek lengra segja fram aldarfarit. Ok nj�ttu n� sem �� namt�. E adesso, se tu volessi fare altre domande, io non saprei davvero come potresti, dacch� nessun uomo ud� mai narrare pi� a lungo dei fati del mondo. Fai ora buon uso di ci� che hai appreso�.  
       
54 [Fr� Ganglera] [Gangleri]  
54a �v� n�st heyr�i Gangleri dyni mikla hvern veg fr� s�r ok leit �t � hli� s�r, ok �� er hann s�sk meir um �� stendr hann �ti � sl�ttum velli, s�r �� �nga hǫll ok �nga borg. Gengr hann �� lei� s�na braut ok kemr heim � r�ki sitt ok segir �au t��indi er hann hefir s�t ok heyrt. Ok eptir honum sag�i hverr ma�r ǫ�rum �essar sǫgur. Subito dopo, Gangleri ud� un grande rombo da ogni parte, tutto intorno a s�, si guard� in-torno e, quando vide meglio, si ritrov� in una vasta pianura e non vide pi� n� una hǫll n� una fortezza. Allora part� per la propria strada e torn� a casa, nel suo regno, e raccont� quanto aveva visto e udito. E dopo di lui, ogni uomo tramand� ad altri queste saghe  
       
[Eptim�li]  [Epilogo]  
Ep En �sir setjask �� � tal ok r��a r��um s�num ok minnask � �essar fr�sagnir allar er honum v�ru sag�ar, ok gefa nǫfn �essi hin sǫmu, er ��r eru nefnd, mǫnnum ok stǫ�um �eim er �ar v�ru, til �ess at �� er langar stundir li�i, at menn skyldu ekki ifask � at allir v�ri einir, �eir �sir er n� var fr� sagt ok �essir er �� v�ru �au sǫmu nǫfn gefin. �ar var �� ��rr kalla�r, ok er s� �sa��rr hinn gamli, s� er Ǫku��rr, ok honum eru kend �au st�rvirki er ��rr, er Ector, ger�i � Troju. En �at hyggja menn at Tyrkir hafi sagt fr� Ulixes ok hafi �eir hann kallat Loka, �v�at Tyrkir v�ru hans hinir mestu �vinir. Gli �sir sedettero allora a discutere, tennero consiglio e ricordarono tutte le storie che erano state raccontate a Gylfi e quegli stessi nomi che prima furono menzionati li diedero a persone e a luoghi esistenti, affinch� quando fosse trascorso molto tempo gli uomini non dubitassero che quegli �sir di cui si � narrato e coloro a cui furono dati quegli stessi nomi fossero gli stessi. Venne dunque dato il nome di ��rr a colui che in effetti era l'antico �sa��rr, o anche Ǫku��rr, e a lui sono attribuite quelle grandi imprese che ��rr, o Ettore, comp� a Troia. Ma gli uomini ritengono che i Turchi abbiano raccontato di Ulisse e che lo chiamassero Loki, poich� i Turchi erano i suoi pi� grandi nemici.  
       

NOTE

Gylfaginning

1 ― Questo primo capitolo non sembra avere particolari relazioni con il resto dell'Edda ed � forse stato aggiunto successivamente al termine dell'opera (Dolfini 1975). Sembra infatti ripreso dal capitolo V della Ynglinga saga.

1a ― L'inganno con cui Gefjun porta via a Gylfi una parte considerevole del suo territorio ricorda l'analoga impresa compiuta dalla regina Dido, narrata nell'�neis. Giunta con i suoi uomini sulle coste dell'Africa, nel territorio della futura Cartagine, Dido chiese a Iarbas, re dei Getuli, un tratto di terra per potervi costruire la sua sede. Il re, in segno di scherno, gliene concesse tanta quanta ne poteva contenere una pelle di bue. Dido allora tagli� la pelle in strisce sottilissime che, congiunte insieme, circondarono un zona di territorio abbastanza ampia perch� ella potesse fondarvi la citt� di Byrsa (�pelle�), la futura Cartagine ①. Notava Isidorus Hispalensis: �Il territorium � stato cos� chiamato quasi a dire tauritorium, in quanto calpestato [tritum] dai buoi e dall'aratro: gli antichi infatti delimitavano i territori e i possedimenti tracciando un solco� [Territorium autem vocatum quasi tauritorium, tritum bubus et aratro. Antiqui enim sulco ducto et possessionum et territoriorum limites designabant] (Etymologi� [XIV: v: 22]). Al proposito, Ludovica Koch ricorda che la legge islandese prevedeva che alle vedove andasse assegnato un campo che fosse possibile arare in un sol giorno (Koch 1984). ― I buoi di Gefjun sono quattro nella redazione del Codex Regius [s] e in quella del Codex Wormianus []; sono per� sette nel Codex Trajectinus []. ― Sv��j��: la Svezia, da Sv�ar e �j��, �popolo degli Svei�. Questi sono attestati in Tacitus come Suiones: �Proprio nell'Oceano abitano le trib� dei Suioni, potenti, oltre che per gli uomini e le armi, per la loro flotta. La forma delle loro navi differisce dalle altre perch� presentano una prua sulle due estremit�, con la fronte sempre pronta all'approdo� [Suionum hinc civitates ipso in Oceano praeter viros armaque classibus valent. Forma navium eo differt, quod utrimque prora paratam semper adpulsui frontem agit] (Germania [44]). Gi� in epoca romana, dunque, le navi scandinave presentavano forme anfidrome, come i dreki vichinghi di mille anni dopo. ― Sjǫland/Seland: l'attuale isola di Sj�lland (Zelanda) in Danimarca. ― Lǫgrinn: letteralmente �il mare�, ma anche termine generico per uno specchio d'acqua. Sicuramente si tratta dell'odierno lago M�lar in Svezia, che confluisce nel mar Baltico.

1b {1} Questi versi, citati da Snorri sia qui che nella Ynglinga saga [5], sono dello scaldo Bragi Boddason (XI sec.) e appartengono alla Ragnarsdr�pa. In esso Bragi descrive le immagini di d�i ed eroi raffigurate su uno scudo a lui dato da un certo Ragnarr Sigur�sson. Il testo, lambiccato e concettuoso come quasi tutta la poesia scaldica, � di difficile interpretazione. ― {1b} La parola dj�prǫ�ul � stata variamente intesa dai traduttori. Elias Wess�n intende �sole degli abissi�, da cui la resa poetica �sole del mare� (Wess�n 1964, Isnardi 1975); Anne Holtsmark traduce �profonda ruota�, intendendo l'aratro che penetra nei solchi della terra (Holtsmark 1970), interpretazione seguita da Ludovica Koch nella sua traduzione del poema (Koch 1984). Pi� particolarmente, il sostantivo rǫ�ull indica l'aureola o la gloria regale, ma viene anche usato nei costrutti poetici col significato di �sole� (Vigf�sson-Cleasby 1874). Si tratta di un concetto-chiave del pensiero indoeuropeo col quale viene intesa l'aura di maest� che ammantava i legittimi sovrani; ne troviamo un perfetto parallelo in antico persiano, dove questo concetto veniva indicata col termine xvarənāh, a cui corrispondeva il termine xvarə- �sole�. Poich� dj�pr vuol dire �profondo� (cfr. inglese deep), ci si pu� interrogare su quale tipo di profondit� faccia riferimento il testo, se gli abissi marini da cui sorge il sole (come intendono Wess�n e la Isnardi) o la profondit� della terra scavata dall'aratro (come interpretano la Holtsmark e la Koch). La nostra interpretazione � che dj�prǫ�ul �gloria profonda� o �sole profondo� sia probabilmente una kenning per �oro�, a sua volta riferita a ǫ�la �dono, premio�. ― {1f} Le otto �lune in fronte� sono forse gli occhi dei quattro buoi, o pi� verosimilmente le loro corna (cfr. l'immagine delle vacche dalle �corna lunate� evocata da Omero).

2 ― Questo sembra essere l'effettivo capitolo originario dell'opera, quando appunto inizia l'inganno di Gylfi perpetrato dagli �sir.

2a Sj�nhverfingar: letteralmente �visioni ingannevoli�, l'inganno magico a cui fa appunto riferimento il titolo, dell'opera: Gylfaginning. In islandese moderno la parola si � mantenuta inalterata col significato di �illusioni ottiche�. ― Hǫll: �sala�, edificio principale dell'abitazione nordica in cui si ricevevano gli ospiti e si svolgevano pasti e festeggiamenti.

2b {2} Cfr. Hrafnsm�l [11a-d]. Questa strofa, che Snorri erroneamente attribuisce a �j���lfr �r Hv�ni (ca. 860-935), � tratta, in realt�, dal Hrafnsm�l, �Discorso del corvo� di �orbjǫrn Hornklofi (ca. 855-920). Il componimento tratta della battaglia di Hafrsfjǫr�r (885?), vinta da Haral�r H�rfagri (Aroldo Bellachioma) contro una coalizione dei sovrani delle province norvegesi meridionali. Il brano citato da Snorri si riferisce ai guerrieri che lasciano la nave e fuggono con gli scudi sul dorso. ― Sv�fnir: epiteto di ��inn.

2cGangleri �stanco del cammino�: l'epiteto usato qui da re Gylfi � un altro dei molti nomi di ��inn, citato in Gr�mnism�l [45b]. Quindi H�r, Jafnh�r, �ri�i e Gangleri sono le �apparenze continuamente mentite di un dio, le dramatis person� del suo pensiero immutabile [...] e rappresentano la memoria degli d�i� (Dolfini 1975) ①.

2f {3} Cfr. H�vam�l [1], mancante del terzo semiverso. � significativo che Gangleri pronunci qui proprio questi versi, attribuiti allo stesso ��inn.

4b {5} Cfr. Vǫlusp� [3]. La strofa riportata da Snorri presenta delle interessanti variazioni rispetto a quella contenuta nel poema tramandato dal Codex Regius. Ad esempio, i primi due semiversi nel testo eddico suonano: �Al principio era il tempo | Ymir vi dimorava� [�r vas alda | �ars Ymir bygg�i] (Vǫlusp� [3a-3b]), mentre cos� Snorri li riporta: �Al principio era il tempo | quando nulla esisteva� [�r var alda | �at er ekki var] (Gylfaginning [4c {5a-5b}]). Citando frammenti di poemi eddici, come spesso fa nel corso della sua Edda, non di rado Snorri riporta delle interessanti variazioni dei testi rispetto a quelle tramandate dagli altri codici. Talvolta tali variazioni testimoniano redazioni pi� antiche di quelle a noi tramandate; in un caso tramandano alcuni versi del Vaf�r��nism�l non altrimenti conservati (cfr. Gylfaginning [5g]) [infra]▼. � anche possibile che in certi punti le variazioni siano opera dello stesso Snorri, che pu� aver adattato il testo dei poemi eddici alle esigenze del suo racconto.

4f {6} Cfr. Vǫlusp� [52]. Questa strofa � ripetuta in [51o: {58}]Sviga l�vi �rovina dei rami�: kenning per fuoco.― Sk�nn af sver�i | s�l valt�va: questi due versi vengono resi da altri traduttori intendendo s�l soggetto di sk�nn, ovvero: �splende sulla spada | il sole degli d�i caduti�. Va per� detto che la locuzione sk�na af � spesso impersonale e il costrutto poetico sembra effettivamente confermare tale uso. Secondo la nostra interpretazione s�l quindi � un dativo ed � predicato di sver�i, mentre l'espressione s�l valt�va � una kenning per la spada di Surtr. (S�l valt�va: letteralmente �il sole degli d�i caduti� o anche �il sole degli d�i dei caduti�. Il riferimento � ovviamente all'ultimo giorno, quando gli d�i scendono in battaglia.)

5c M�spell e M�spellsheimr sono termini di non facile interpretazione. Sembrano indicare l'incendio universale, la distruzione del mondo per mezzo del fuoco. In antico sassone si trova la forma mūtspelli (Hēliand [2591 | 4358]) e in antico alto tedesco � attestato mūspilli (Mūspilli [113]) nel significato di �incendio universale, ecpirosi, fine del mondo�. Mūspilli � anche il titolo assegnato dai filologi a un poemetto bavarese sulla fine del mondo ①. I M�spells megir o M�spells synir, �figli di M�spell�, sono giganti che devasteranno l'universo guidati da Surtr. Schedario: [M�spell]►

Biblioteca: [Mūspilli]

5dSchedario: [Ymir]► ― Vǫlusp� inni skǫmmu, �Breve profezia della Veggente� � il titolo che Snorri attribuisce all'Hyndlulj��, poema mitologico escluso dalla collezione del Codex Regius. ― {7} Cfr. Hyndlulj�� [33].

5e {8} Cfr. Vaf�r��nism�l [30-31]. Questa citazione del poema eddico � preziosissima in quanto gli ultimi quattro semiversi, qui riportati da Snorri, mancano nel testo della versione del poema riportata dal Codex Regius. La provvidenziale citazione di Snorri ci permette dunque di colmare una lacuna del codice originale. ― Schedario: [Aurgelmir]►

6bAu�humla: forse da intendere �mucca prosperosa, fortunata�. Schedario: [Au�humla]►

6d��inn: da un protonorreno *WōđinaR, a sua volta dal protogermanico *Wōđanaz o *Wōđinaz. Anglosassone Wōden, antico alto tedesco Wodan o Wotan, longobardo Godan. Probabilmente da identificare col regnator omnium deus che, secondo Tacito, i Semnoni veneravano in un boschetto sacro (Germania [39]). Lo stesso Tacito lo descrive come un Mercurio germanico, a cui venivano tributati sacrifici umani (Germania [9]). ①

7b L��r � una parola problematica, di difficile interpretazione. Pu� innanzitutto indicare un antico strumento musicale a fiato, un corno simile al Gjallarhorn di Heimdallr, ma pu� essere anche la cassa di una macina o di un mulino, significato che il termine conserva tuttora nella zona sudorientale dell'Islanda, dove indica la macina o il mulino stesso. La traduzione �canonica� secondo la quale Bergelmir sia fuggito con una barca � un fraintendimento che risale al XVII secolo. Preferiamo interpretare il passo nel senso che Bergelmir si sarebbe salvato dal diluvio di sangue arrampicandosi sul suo mulino, anche sulla linea interpretativa di Giorgio De Santillana ed Hertha Von Dechend (De Santillana ~ Von Dechend 1969). Schedario: [Bergelmir]►. ― {9} Cfr. Vaf�r��nism�l [35].

8d ― I nomi dei nani, Austri, Vestri, Nor�ri, Su�ri sono quelli dei quattro punti cardinali: est, ovest, nord e sud.

8e {10} Cfr. Vǫlusp� [5]. Nel poema eddico, gli ultimi due versi sono invertiti tra loro.

8i {11-12} Cfr. Gr�mnism�l [40-41].

9c �sa��rr: altro nome di ��rr, letteralmente ���rr degli �sir�.

10a N�tt: �notte�. Au�r: �fortunato�. Jǫr�: �terra�. Dellingr: probabilmente da *deglingr e dagr �giorno�, quindi �diurno, luminoso�, personificazione della luce. Hr�mfaxi: �brina-manto�. Skinfaxi: �brilla-manto�.

11bM�ni: �luna�. S�l: �sole�. Glenr: �splendore�. �rvakr: �subito desto� (nel senso di �mattiniero�). Alsvi�r: �tutto fiamme� (forse �ben temprato�). ― Vindbelgr, letteralmente �otre [belgr] del vento [vindr]�. Diversi traduttori preferiscono intenderlo come �mantice� (Isnardi 1975), nonostante il fatto che il testo non citi nessuno preposto ad azionare tali mantici sotto le spalle dei cavalli. Preferiamo �otre�, sulla reminescenza classica del dio Eolo che racchiudeva i venti nei suoi sacchi di pelle (cfr. inglese windbag, il �sacco di pelle� delle cornamuse). ― �sarnkol, letteralmente: �ferro freddo�: espressione che pu� nascere dall'osservazione che i metalli, come il ferro, solitamente sono freddi al tatto. Zo�ga, indubbiamente facendo riferimento a questo episodio e al precedente termine vinbelgr, riferisce anche il significato di �mantice� [bellows] (Zo�ga 1910). Nelle traduzioni della Isnardi e di Dolfini si presume che il vinbelgr fosse un mantice di ferro (Isnardi 1975, Dolfini 1975), ma l'etimologia del termine resta ancora insoluta. Secondo lo Zo�ga, �sarnkol deriva da �sarn �ferro�, che pi� spesso si trova nella forma contratta j�rn, e da kol, che sarebbe una forma di kaldr �freddo� (Zo�ga 1910). Questa interpretazione si giustificherebbe in riferimento al mantice come un �ferro da freddo�, ossia un utensile che produce aria. Tuttavia pi� di un dubbio sorge non solo circa la ricostruzione appena vista, ma anche sul fatto che una poema alto-medievale come l'Edda potesse citare uno strumento cos� specifico, tanto pi� che i mantici nell'antichit� non erano fatti con parti di ferro: pare che fossero veri e propri otri o bisacce di pelle. Non � un caso che persino il termine italiano �mantice� derivi dal latino medievale manticum, ovvero �borsa, bisaccia�.

12f J�rnvi�r: �bosco di ferro�. M�nagarmr: �cane della luna�.

12g {13-14} Cfr. Vǫlusp� [40-41]. ― Tungl significa letteralmente �luminare� (cfr. latino sidus), indicando indifferentemente il sole o la luna, e i vari traduttori hanno proposto via via l'una o l'altra delle interpretazioni. Mario Polia traduce �sole� segnalando in nota l'ambiguit� del termine (Polia 1983). Piergiuseppe Scardigli e Marcello Meli traducono �astro� segnalando in nota che si tratta del sole (Scardigli ~ Meli 1982). Gianna Chiesa Isnardi traduce invece �luna� (Isnardi 1975), cos� come Giorgio Dolfini (Dolfini 1975). Se preferiamo qui intendere tungl con �sole� per la semplice ragione che alcuni versi pi� sotto si parla del lupo destinato a divorare il sole, il significato di �luna� � quello maggiormente attestato nella letteratura islandese, dove il termine ha spesso sostituito il pi� poetico m�ni �luna� (Cleasby ~ Vigf�sson 1874).

13b Bifrǫst: �tremula via�, da bifast �tremare�. Il termine � attestato nella Lj��a Edda nella lezione Bilrǫst (Gr�mnism�l [44] | F�fnism�l [15]). Snorri identifica Bifrǫst con l'arcobaleno, interpretazione meno chiara nella Lj��a Edda. Secondo altre ipotesi, si tratterebbe della Via Lattea (De Santillana ~ Von Dechend 1969).

14b I�avǫllr: �campo del vortice�, campo al centro di �sgar�r dove gli d�i decisero per la prima volta l'ordinamento del loro regno e, dunque, di tutto l'universo. Qui si riuniranno di nuovo gli �sir sopravvissuti al ragnar�kkr all'inizio del ciclo che verr�, per stabilire il nuovo ordine cosmico. Il riferimento al �vortice�, simbolo di inizio e di fine, oltre che metafora astronomica della rotazione del cielo, insieme al fatto che I�avǫllr sia l'unica parte di �sgar�r che non verr� distrutta, ne suggeriscono l'identificazione con il nord celeste o con una proiezione terrestre di esso. La stella polare � infatti il punto del cielo che, pur cambiando posizione a causa della precessione degli equinozi, rappresenta in ogni epoca il centro della rotazione celeste, dunque il �vortice� che emana il movimento e d� ordine al cosmo. ― Gla�sheimr � la �casa della gioia�; Ving�lf � la �stanza degli amici�. ― Le donne che giunsero dallo Jǫtunheimr sono sicuramente da identificare con le �fanciulle dei giganti� [�ursa meyjar] della Vǫlusp� [8]. Non si pu� tuttavia dir molto sulla loro identit�. Karl M�llenhoff ritiene siano le tre Nornir, di cui si parla nel � 15 (M�llenhoff 1908), seguito in questo da Giorgio Dolfini, che commenta in tal senso la sua traduzione (Dolfini 1975), ma senza una reale certezza. Si tratta del rimasuglio di un mito perduto, probabilmente non chiaro allo stesso Snorri.

14c {15-16} Cfr. Vǫlusp� [9-10]. ― Brimir: da brim �onda�. Bl�inn: �scuro� da bl�r �blu, livido, nero�. Solo nel Codex Wormianus [W] si trova il nome Bl�inn, negli altri tre codici si trova invece Bl�m, che tuttavia pare una cacografia (m al posto di in � un lapsus calami piuttosto comune nei codici medievali, in cui non usava mettere ancora il puntino sulla �i�).

14d {17-18} Cfr. Vǫlusp� [11-12].

14e {19} Cfr. Vǫlusp� [15], con varie differenze rispetto all'originale. ― Draupnir: curioso che il nome di questo nano sia lo stesso � probabilmente per un trasferimento � dell'anello di ��inn, per l'appunto fabbricato dai nani.

14f {20} Cfr. Vǫlusp� [15-16], citazione ottenuta da Snorri congiungendo la seconda parte della strofa [15] della Vǫlusp� con la prima parte della [16]. Potrebbe essersi trattato tanto di una scelta dello stesso Snorri, quanto del fatto che egli avesse sottomano una redazione diversa del poema.

15b Yggdrasill, letteralmente �destriero di Yggr�, dove Yggr � uno dei nomi di ��inn secondo varie fonti (Vaf�r��nism�l [5] | Gr�mnism�l [53-54]). Il consiglio che gli d�i devono tenere presso l'albero rappresenta probabilmente la difesa dell'ordine cosmico.

15dHvergelmir: �caldaia ribollente�, sorgente situata nel Niflheimr, dal cui fonte fuoriescono gli undici fiumi detti �liv�gar. ― N��hǫggr: �colpo d'ingiuria�, mostruoso serpente o drago che si annida alle radici del frassino Yggdrasill. ― Gjallarhorn: il �corno risonante�, qui concepito come corno per bere, mentre in [27] lo stesso nome viene dato al corno di Heimdallr.

15e {21} Cfr. Vǫlusp� [28].

15fUr�arbrunnr, �fonte del fato�. ― I nomi dei cavalli degli �sir risultano nell'ordine: Sleipnir �scivolante�, Gla�r �gioioso� o �splendente�, Gyllir �dorato�, Glenr �colui che fissa�, Skei�brimir �corsiero veloce�, Silfrintoppr �dorso d'argento�, Sinir �raggio� o �strale�, Gils �prezioso� o �luminoso�, Falh�fnir �zoccolo crinito�, Gulltoppr �dorso dorato�, L�ttfeti �passo leggero�. ― {22} Cfr. Gr�mnism�l [29]. ― �sbr�: �ponte degli �sir�, cio� il ponte Bifrǫst.

15hUr�r �fato�, Ver�andi �presente�, Skuld �futuro�. ― {23} Cfr. F�fnism�l [13]

16bRatatoskr: �dente che viaggia� o �dente che perfora�, da rati �viaggiatore� (nel senso di �colui che trova la via�), e toskr �zanna, dente lungo�. Rati � anche il nome del trapano usato da ��inn per perforare la montagna di Suttungr.

16c {24} Cfr. Gr�mnism�l [35].

16d {25} Cfr. Gr�mnism�l [34].

16e {26} Cfr. Vǫlusp� [19]. Questi versi sono una variante rispetto a quanto si legge nel poema eddico, che riporta: �So che un frassino s'erge | chiamato Yggdrasill, | alto albero asperso | di bianca argilla� [Ask veit ek standa | heitir Yggdrasill, | h�r ba�mr ausinn | hv�ta auri].

16f Hunangfall: �pioggia di miele�.

17b Lj�s�lfar: gli elfi luminosi. D�kk�lfar: gli elfi scuri. Pi� di un indizio sembra indicare che quest'ultimo sia un altro nome dato ai Dvergar, ma Snorri non fornisce indicazioni precise. ― Brei�ablik �aperto splendore�. Glitnir �scintillante� (probabilmente da glita �luccicare, splendere�). Himinbjǫrg �rocca del cielo�. ― Giml�: da associare allo stesso significato di Gla�sheim e Ving�lf, le �dimore della gioia�; probabilmente � corradicale di gim �gemma, gioiello�.

17c {27} Cfr. Vǫlusp� [64].

17eAndlangr �esteso, ampio�. V��bl�inn �grande blu� o �grande oscurit�.

18c {28} Cfr. Vaf�r��nism�l [37].

19bSumar �estate�. Vetr �inverno�. Vindl�ni �ventoso�. Vindsvalr �vento freddo�. V�sa�r �bagnato, umido�.

20d {29} Questa strofa risulta essere una combinazione tra tre diverse strofe del Lokasenna. Pi� precisamente: {29a} corrisponde a Lokasenna [21a | 29a]; {29b-29c} � tratto da Lokasenna [47b-47c]; e {29d-29f} viene da Lokasenna [29d-29f]. ― Loptr � altro nome di Loki.

20e Allfǫ�r �padre di tutti�. Valfǫ�r �padre dei caduti�. ― Einherjar: i guerrieri caduti, prescelti per la battaglia finale. ― Hangagu�, Haptagu� e Farmagu�: rispettivamente �dio degli impiccati�, �dio degli d�i�, �dio dei mercanti navigatori�. ― {30} Questi versi derivano dall'elenco dei nomi di ��inn, meno le parti discorsive, in Gr�mnism�l [46-50 | 54].

21b��rr: letteralmente �tuono�, dal proto-germanico *�ūnraz; runico *�ūnrar; anglosassone: �unor; antico alto tedesco Donar. ― Ǫku��rr: probabilmente ���rr del carro� o ���rr la guida�. Ǫku potrebbe essere il genitivo del sostantivo *aka �guida, carro� di cui per� non si hanno notizie, anche se in due codici, il Trajectinus [] e il Wormianus [], si trova anche la grafia Aka��rr. Secondo Snorri il termine deriverebbe dal verbo �ka �guidare�. Il dizionario Cleasby-Vigf�sson ipotizza che tale parola derivi invece da Ukko, dio dei finni, che per alcune popolazioni, come i Čudi, era anche dio del tuono (Cleasby-Vigf�sson 1864). Quest'ipotesi risulta tuttavia debole, in quanto se da un lato un'influenza finnica nella mitologia nordica sia abbastanza plausibile, dall'altro le due forme fonologiche non sembrano corrispondere (Gordon 1927). ― �r��vangar �campi della forza�; toponimo che cmopare anche nella forma �r��heimr �casa della forza� (Gr�mnism�l [4]). Bilsk�rnir �lampo di luce�.

21c {31} Cfr. Gr�mnism�l [23]. ― La difficolt� del calcolo del numero delle stanze di Bilsk�rnir � che h�ndru� in norreno significava originariamente �centoventi� e solo in seguito questa parola venne usata per �cento�. Dunque, se si intende l'h�ndru� di �centoventi�, seicentoquaranta sono le porte di Bilsk�rnir; se si intende l'h�ndru� di �cento�, le porte diventano cinquecentoquaranta. Si veda al riguardo il conto del numero delle porte della sala di Valhǫll citate nella strofa successiva del poema eddico (Gr�mnism�l [24]), di cui Snorri tratta invece molto pi� avanti, quando racconta del ragnar�kkr (Gylfaginning [40]).

21dTanngnj�str e Tanngrisnir �digrigna-denti� e �trita-denti�. ― Mjǫllnir: probabile derivazione da mala o mola �frantumare�, o anche dal gotico milhma �nuvola�; cfr. svedese mol, danese mulm (Cleasby-Vigf�sson 1864). ― Megingjar�ar: cintura del potere.

22b ― La pianta cui si fa qui riferimento � la Matricaria perforata, oppure la Anthemis cotula, erbacee dai fiori bianchi molto simili alle margherite comuni, ancor oggi detta Baldrsbr� in Islanda o Baldeyebrow in Inghilterra. ― {32} Cfr. Gr�mnism�l [12].

23b-23c {33-34} Questo scambio di battute tra Njǫr�r e Ska�i, dove il primo afferma di non sopportare le montagne tanto care alla sua sposa e la seconda di detestare la vita marinaresca del marito, appartengono evidentemente a un carme andato perduto, di cui sono rimaste soltanto queste due strofe, citate da Snorri ①. Per quanto null'altro sia sopravvissuto di questa composizione, ne ritroviamo l'identico motivo in due strofe citate da Saxo Grammaticus nella sua opera, dove i due coniugi sono l'eroe danese Hadingus, amante del mare e delle imprese marinaresche, e la sua sposa Rognilda, innamorata delle montagne:

Cumque sublato iam �mulo complures annos per summam armorum desuetudinem rerum agitatione vacuus exegisset, tandem diutinum ruris cultum nimiamque maritimarum rerum abstinentiam causatus et quasi bellum pace iucundius ratus talibus se ipsum culpare desidi� modis aggreditur:

Hadingus, una volta ucciso il rivale, trascorse molti anni nell'inazione pi� completa, lontano dalla pratica militare. Fin� per darne la colpa al molto tempo dedicato alla coltivazione della terra e alla troppo lunga rinuncia alle imprese marinaresche; e, come se la guerra fosse per lui pi� piacevole della pace, se la prese con s� stesso per quest'ozio, dicendo cos�:

Quid moror in latebris opacis,
collibus implicitus scruposis,
nec mare more sequor priori?
Eripit ex oculis quietem
agminis increpitans lupini
stridor et usque polum levatus
questus inutilium ferarum
impatiensque rigor leonum.
Tristia sunt iuga vastitasque
pectoribus truciora fisis.
Officiunt scopuli rigentes
difficilisque situs locorum
mentibus �quor amare suetis.
Nam freta remigiis probare,
mercibus ac spoliis ovare,
�ra aliena sequi locello,
�quoreis inhiare lucris
officii potioris esset
quam salebras nemorumque flexus
et steriles habitare saltus.

Perch� m'attardo in queste tane buie,
stretto in mezzo a montagne aspre, e non seguo pi�,
come ho sempre fatto, il mare? Agli occhi
mi strappa, minaccioso, ogni riposo
l'urlo dei lupi in branco, e fino al cielo
s'alza feroce il grido delle belve,
la crudele impazienza dei leoni.
Tristi sono i deserti delle vette,
e pi� orribili a cuori risoluti.
Rocce dure, paesaggi ostili affliggono
le menti innamorate dell'oceano.
Sperimentare con i remi i flutti,
esultare dei frutti del saccheggio,
inseguire per s� il denaro d'altri,
smaniare per guadagni tolti al mare
sarebbe una missione pi� attraente
che abitare meandri e precipizi
delle foreste, e sterili montagne.

Cuius uxor ruralis vit� studio maritimarum avium matutinos pert�sa concentus, quantum in silvestrium locorum usu voluptatis reponeret, hac voce detexit:

Sua moglie [Rognilda], che amava la vita rurale, era infastidita dal canto mattutino degli uccelli marini. Con questi versi rivel� il suo piacere nel frequentare le foreste:

Me canorus angit ales immorantem litori
et soporis indigentem garriendo concitat.
Hinc sonorus �stuosa motionis impetus
ex ocello dormientis mite demit otium,
nec sinit pausare noctu mergus alte garrulus,
auribus fastidiosa delicatis inserens,
nec volentem decubare recreari sustinet,
tristiore flexione dir� vocis obstrepens.
Tutius silvis fruendum dulciusque censeo.
Quis minor quietis usus luce, nocte carpitur
quam marinis immorari fluctuando motibus?

Gli uccelli, cantando, mi straziano ogni volta che vivo sul mare,
mi scuote il loro garrito, se appena provo a dormire.
La furia, e l'urlo violento della marea che si frange
strappano il dolce abbandono agli occhi assonnati, e il gabbiano
a forza di grida incessanti la notte mi toglie la pace
trafiggendo di odioso fracasso le orecchie sensibili,
e appena mi stendo sul letto non lascia che trovi riposo
l'orribile voce che strepita in toni sempre pi� lugubri.
Di giorno e di notte, chi coglie una messe di pace pi� scarsa
di chi sia costretto ad abitare il riflusso dei moti marini?

Saxo Grammaticus: Gesta Danorum [I: viii: 18-19]

Georges Dum�zil, che ha dedicato ad Hadingus un lungo studio, mostra molti punti di contatto tra Hadingus e Njǫr�r e, analogamente tra Rognilda e Ska�i, e conclude che si tratta di due esiti diversi degli stessi personaggi (Dum�zil 1970). Snorri si sarebbe affidato, per il ritratto che qui fa alle due divinit�, a un poema perduto (di cui forse una parafrasi in prosa � presente nello Sk�ldskaparm�l). Saxo Grammaticus avrebbe invece usato in maniera massiccia il metodo evemeristico �cucendo� le gesta delle antiche divinit� addosso a re ed eroi danesi.

23dǪndurgo� o ǫndurd�s: �dea degli sci� o �fanciulla degli sci�. ― {35} Cfr. Gr�mnism�l [11].

24a {36} Cfr. Gr�mnism�l [14].

24b F�lkvangr: �campo della battaglia�. Sessr�mnir: �spazio per i seggi�. ― Freyjur: �signore�, da freyja (cfr. tedesco Frau e Fr�ulein e islandese fr�). Il Codex Traiectinus [T] riporta la forma freyjur, che abbiamo preferito per coerenza col nome della dea, mentre gli altri manoscritti riportano fr�vur [Rs] o fr�r [W | U], che comunque sono varianti contratte di freyja, attestate sin dai tempi antichi (Cleasby ~ Vigf�sson 1874).

25bT�rhraust: �intrepido come T�r�. T�spakr: �saggio come T�r�. ― �lfli�r: �giuntura del lupo�; �polso� in islandese.

26aBragr karla e bragr kvinna: bragr significa �poesia�, ma anche �il migliore�, �il pi� importante�. Quindi questi appellativi valgono sia �poeta� o �poetessa�, che �il migliore� o �la migliore�.

27aHallinsk��i: �palo [sk��i] inclinato [hallin]�, che sarebbe una kenning per �ariete�, di cui il nome Heimdallr � un sinonimo (Cleasby ~ Vigf�sson 1874 | De Santillana ~ Von Dechend 1969). Secondo un'interpretazione astronomica, l'�ss bianco sarebbe una divinit� dell'asse celeste, rappresentato come un palo inclinato, che sorveglia e misura il �punto vernale�, ovvero l'intersezione fra eclittica ed equatore celeste all'equinozio di primavera, che difatti � noto anche come �punto d'Ariete� (punto che nella nostra epoca si trova in corrispondenza dei Pesci, per effetto della precessione degli equinozi). ― Le �nove madri� di Heimdallr rimandano alle nove fanciulle, figlie di �gir e di R�n e personificazione delle onde, che macinano la �farina di Aml��i�, ovvero la sabbia del mare. ― Gullintanni: �denti d'oro�.

27b {37} Cfr. Gr�mnism�l [13].

27c {38} L'Heimdallargaldr, l'�Incantesimo di Heimdallr�, � andato perduto, tranne i due versi qui citati da Snorri insieme al titolo.

28a ― L'intervento funesto cui si fa cenno a proposito di Hǫ�r � la sua inconsapevole uccisione di Baldr a causa di un inganno perpetrato da Loki, in [� 49].

29a ― La scarpa di V��arr � pesante perch� viene fabbricata nel corso di tutte le epoche con i ritagli di pelle che i calzolai tagliano dalla punta o dal tacco. Grazie a questa scarpa V��arr potr� uccidere il lupo Fenrir e vendicare ��inn durante il ragnar�kkr. Cfr. [� 51].

32b {39} Cfr. Gr�mnism�l [15].

34a Il termine Fenris�lfr originariamente significava �il lupo disceso da Fenrir(Gordon, 1927), come viene attestato nell'Helgakvi�a Hundingsbana in fyrri [42].

Fa�ir varattu
fenris�lfa
ǫllum ellri,
sv� at ek muna,
s�z �ik geldu
fyr Gn�palundi
�ursa meyjar
� ��rsnesi.
Padre non fosti
dei lupi di Fenrir
di tutti pi� antico,
questo io ricordo:
tu fosti evirato
avanti Gn�palundr
dalle gigantesse
presso ��rsnes.

Lj��a Edda > Helgakvi�a Hundingsbana in fyrri [42]

In seguito, scaldi come Eyvindr Skaldaspillir e altri iniziarono a usare Fenris�lfr come nome proprio significante �lupo Fenrir�; anche Snorri adott� questa accezione dell'antico appellativo del lupo.

34b�lj��nir: �bagnato dalla pioggia�. Hungr: �fame�. Sultr: �carestia�. Ganglati: �pigro�. Ganglǫt: �pigra� o �trasandata�. Fallandafora�: �passo traballante�. Kǫr: �lettiga, letto di malattia�. Bl�kiandabǫl: �luminosa sventura�. V�n: �speranza�.

35cS�kkvabekkr: �panche sommerse� (cfr. Gr�mnism�l [7]) ①.

S�kkvabekr heitir enn fj�r�i,
en �ar svalar knego
unnir yfir glymja;
�ar �au ��inn ok S�ga
drekka um alla daga
glǫ� or gullnom kerom.
S�kkvabekkr si chiama la quarta,
l� dove possono gelide
onde sopra scrosciare.
L� ��inn e S�ga
bevono tutti i giorni,
lieti, in coppe d'oro.
Lj��a Edda > Gr�mnism�l [7]

35e ― Non � sicuro che la Gefjun apparsa in [1] sia da identificare con la dea qui citata, nonostante anche della prima era detto fosse �della stirpe degli �sir� [var ein af �sa �tt]. Giorgio Dolfini sostiene che questa Gefjun nulla abbia a che fare con quella del primo capitolo (Dolfini 1975).

35g ― Difficile trovare un'interpretazione per i quattro epiteti di Freyja qui citati, anche se se ne intuisce l'associazione con la fecondit� e la sensualit�: Mardǫll � qualcosa di associato al mare, forse �splendore del mare� (Isnardi 1991); Hǫrn forse �velo� (?); Gefn pu� derivare dal verbo gefa �dare, donare�, quindi �dono�, ma pu� anche essere una forma poetica per �donna�, soprattutto nel composto hǫrgefn; quindi da associare al precedente Hǫrn; S�r: �scrofa�. ― Hnoss: �preziosa�. ― La misteriosa collana dei Br�singar [Br�singamen] e la sua importanza per Freyja vengono riportati anche nel �rymskvi�a [53].

Rei� var� �� Freyja
ok fnasa�i,
allr �sa salr
undir bif�isk,
stǫkk �at it mikla
men Br�singa.
Furiosa divenne Freyja
ansava per la rabbia,
la sala tutta degli �sir
da sotto rimbombava:
nel nulla era sparita
dei Br�singar la collana.
Lj��a Edda > �rymskvi�a [53]

E.V. Gordon fa notare che i Br�singar, che fabbricarono la collana, dovevano essere nani o elfi del fuoco. Una traccia del loro nome associato al fuoco rimarrebbe anche nel termine antico norvegese br�singr �fuoco� e dal norvegese moderno brising �fiamma� (Gordon 1927). Nel Sǫrla ��ttr si racconta che un giorno Freyja giunse presso una grande pietra dove abitavano quattro nani chiamati �lfrigg, Dvalinn, Berlingr e Gr�rr. L'entrata era aperta e cos� vide che stavano fabbricando una meravigliosa collana, mentre, dal canto loro, i nani si invaghirono subito della dea. Quando Freyja offr� loro ori e altre ricchezze per comprare il gioiello, i nani risposero che avrebbero acconsentito a cedergliela solo se lei avesse giaciuto per una notte con ciascuno di essi. Pur di ottenere la collana, la dea acconsent�. Il Br�singamen si associa dunque fin dagli inizi come simbolo di vita sensuale e di fecondit�, aspetti dell'esistenza che pertengono a Freyja. Il prezioso monile verr� in seguito rubato dal nemico dell'ordine naturale Loki, come racconta lo scaldo Ulfr Uggasson nella H�sdr�pa, e sar� restituito da Heimdallr, il guardiano cosmico, dopo che i due si saranno affrontati a Singasteinn in un duello in cui assumono la forma di foche. Anche nel Bēowulf il monile di Freyja viene chiamato Brōsinga mene, nominato quando l'eroe Hama (Heimir in norreno) lo sottrae a Eormenric (norreno Jǫrmunrekr). La storia di Hama/Heimir potrebbe essere una traslazione successiva del pi� antico episodio di Heimdallr e Loki.

35hSjǫfn: il nome di questa dea dell'amore viene citato una sola volta nella Prose Edda di Snorri, mentre non si trova mai nella Lj��a Edda. Nella poesia scaldica si trova in rarissime occasioni come generico epiteto di dea o di donna, forse derivato da sefi �affetto, amore�. Potrebbe anche trattarsi di un ulteriore nome di Freyja, sconosciuto a Snorri.

35i ― Nel testo islandese c'� un sottile gioco di parole, difficile da rendere in italiano, fra il nome della dea Lofn, il sostantivo lof �permesso, concessione� (ma anche �preghiera�) e il participio lofu�, �pregata, lodata�.

35j V�rar: �voti, giuramenti�.

35k Vǫr: �cosciente� (cfr. antico inglese w�r �patto, accordo� e inglese ware �consapevole�).

35l Syn: �rifiuto, protesta, smentita�.

35mHleinir: da hleina �proteggersi�.

35nSnotr: �saggio�.

35oH�fvarpnir: �lancia-zoccoli�.

35sS�l e Bil: si veda [11].

36b {42} Cfr. Gr�mnism�l [36].

36cValkirja: lett. �colei che sceglie i caduti�, da valr, �caduto, ucciso� e kj�sa, �scegliere�.

37d Barrey: il nome di questo luogo sembra indicare l'isola di Barra, nelle Ebridi, da una precedente forma Barra-ey �isola di Barra� (cfr. aggettivo Barreyskr �dell'isola di Barra�), anche se nello Sk�rnism�l lo stesso nome, nella grafia alternativa di Barri, viene dato a un boschetto:

Barri heitir,
er vit b��i vitom,
lundr lognfara;
en ept n�tr n�o
�ar mun Njar�ar syni
Ger�r unna gamans.
Barri si chiama
quel che noi due conosciamo,
bosco di silenti sentieri.
E fra nove notti
l� col figlio di Njǫr�r,
Ger�r scambier� passione d'amore.
Lj��a Edda > Sk�rnism�l [39]

{43} Cfr. Sk�rnism�l [42].

37e ― Beli: non si hanno molte notizie di questo personaggio n� del mito dell'uccisione di Beli. Sopravvive solo un riferimento nella kenning �uccisore di Beli� riferita a Freyr. Si � detto si tratti del fratello di Ger�r, la quale afferma, nel momento che Sk�rnir arriva alla sua porta, di temere per la morte del fratello (Sk�rnism�l [16]). L'interpretazione crea alcune difficolt�: � Sk�rnir fuori della porta e non Freyr. Inoltre la morte di Beli non � ancora avvenuta, in quanto Freyr ha appena ceduto la sua spada.

Inn bi� �� hann ganga
� okkarn sal
ok drekka inn m�ra mjǫd;
�� ek hitt �umk
at h�r �ti s�
minn br��urbani.
Dunque pregalo di entrare
nella nostra sala
e di bere il miglior idromele;
anche se ho timore
che qui fuori attenda
l'assassino di mio fratello.
Lj��a Edda > Sk�rnism�l [16]

38c {44} Cfr. Gr�mnism�l [18]. S�hr�mnir, Andhr�mnir ed Eldhr�mnir sono composti di hr�mnir, derivato da hr�m �fuliggine�, quindi possono valere rispettivamente: �bestia fuligginosa�, �[colui che �] esposto alla fuliggine� e �fuligginoso [a causa del] fuoco�. ― Einherjar: sono i guerrieri caduti che formano l'esercito di ��inn e che combatteranno al suo fianco durante il ragnar�kkr. Dubbia � l'etimologia di questo nome, che pu� significare �unico esercito�, in riferimento alla battaglia finale.

38f {45} Cfr. Gr�mnism�l [19]. Geri: �predone�. Freki: �goloso�. Herjafǫ�r: �padre degli eserciti�, epiteto di ��inn.

38g Dǫgur�arm�li: lett. �ora del pasto diurno�, il momento della colazione, che veniva consumata al dagm�l, ovvero alle nove del mattino. Probabilmente era il pasto principale della giornata (Zo�ga, 1910). Hrafnagu�: �dio dei corvi�, epiteto di ��inn. Huginn: �pensiero�. Muninn: �memoria�. ― {46} Cfr. Gr�mnism�l [20].

39c L�ra�r: Giorgio Dolfini riporta che secondo alcuni commentatori non � un albero a s�, ma la parte superiore di Yggdrasill (Dolfini 1975).

40c {47} Cfr. Gr�mnism�l [23].

41b {48} Cfr. Vaf�r��nism�l [41].

41c {49} Cfr. Gr�mnism�l [44].

42c � �rim misserum: in tre stagioni. Si noti che presso i Germani l'anno era diviso in due stagioni semestrali o misseri: inverno ed estate. Le tre stagioni di cui qui si parla corrispondono dunque a un anno e mezzo. Fyrsta vetrardag: il primo giorno d'inverno, solitamente un sabato [laugardagr], che cadeva fra il 10 e il 16 ottobre e dava inizio al primo mese invernale, detto gorm�na�r.

42h {50-51} Cfr. Vǫlusp� [25-26].

42f Jǫtunm��r �furia dei giganti�, stato di furore incontrollabile e devastante cui vanno soggetti i giganti e altri esseri soprannaturali.

44 H�r �egir �ri�i: non � chiaro a cosa si riferisca questo titoletto o glossa che si trova, come gli altri, sul Codex Uppsaliensis [U] Traducendo alla lettera, significa �qui �ri�i tace�, poich� il verbo �egja �tacere, mantenere il silenzio, essere silenzioso�, sembra essere esclusivamente intransitivo. La frase si riferisce forse al fatto che nella versione del Codex Uppsaliensis di questo capitolo d�nno risposta a Gangleri solo H�r e Jafnh�r, ma non �ri�i, il quale comunque nei capitoli successivi riprender� ancora la parola. Negli altri tre manoscritti, invece, � proprio �ri�i che risponde per ultimo a Gangleri e inizia a raccontare la saga di ��rr e �tgar�aloki, non prima di averlo ammonito con queste parole: �ora per� dovrai tacere� [En ��r er at �egja], per cui abbiamo preferito tradurre il titoletto �Qui interviene �ri�i�, interpretando pi� liberamente il titolo e adattandolo al contesto.

44f �j�lfi e Rǫskva: i due figli del fattore probabilmente appartenevano in origine al mondo divino o soprannaturale. Il nome �j�lfi, che contiene infatti la radice �lf- �elfo�, pu� valere �elfo ladro�; nel capitolo successivo viene infatti detto �il pi� veloce fra gli uomini�. Il nome di Rǫskva pu� essere corradicale del verbo rǫskvast �crescere, svilupparsi�, quindi poteva essere una figura legata alla fertilit� e alla fecondit�. �tta: l'ultima parte della notte.

45d Skr�mir: corradicale di skr�� �ornamento, addobbo�, quindi �l'adorno�, nell'accezione di �travestito, sotto mentite spoglie�, come risulter� pi� chiaro in seguito.

45j �tgar�aloki �Loki di �tgar�r�, diverso dal Loki degli �sir che accompagna ��rr. Forse in origine chi accompagnava ��rr in questo episodio era un altro personaggio, che poi successivamente � stato identificato con lo stesso Loki, per cui assistiamo in qui a uno sdoppiamento della personificazione e della funzione di Loki: da un lato l'aspetto malvagio e ingannatore che si fa beffe degli �sir nella forma di �tgar�aloki, dall'altro il Loki esperto di stratagemmi, ma salvifico, amico e alleato di ��rr.

45k ― �...gli �sir non gli augurassero buona fortuna� [eigi er �ess getit at �sirnir b��i �� heila hittask]: questa allusione diverr� pi� chiara in seguito, quando verr� svelata la relazione fra Skr�mir e �tgar�aloki.

46kV�tishorn: letteralmente �corno della punizione�. Quando gli appartenenti alla dr�tt, la corte di un sovrano nordico, non rispettavano le leggi o le consuetudini del gruppo, potevano subire punizioni di vario tipo, fra cui c'era anche quella della bevuta tutta d'un fiato da un corno che solitamente veniva riservato per tale scopo, detto per l'appunto v�tishorn.

47cGr�sj�rn: parola dal dubbio significato, ma che probabilmente si riferisce a un oggetto di ferro con propriet� magiche. Dei due termini che la compongono, si ritiene che il primo sia un prestito dall'antico irlandese gr�s �arte, opera d'arte�, mentre j�rn � la parola norrena per �ferro�, da cui la scelta di tradurre �fil di ferro incantato�, condivisa anche da altri traduttori come Antony Faulkes e Giorgio Dolfini (Dolfini 1975 | Faulkes 2005). Altri studiosi fra cui Vigf�sson, Brodeur e Anderson rimangono pi� generici, traducendo semplicemente con �ferro� o �filo di ferro�.

47d ― I nomi propri dei personaggi chiamati da �tgar�aloki creano un immediato gioco semantico con le facolt� di cui sono dotati. In particolare Logi significa �fiamma� e infatti viene descritto come vilieldr �fuoco selvaggio�.

47e ― Hugi � sinonimo di hugr �mente, pensiero�.

47g ― Questo inciso eziologico non fa parte del discorso di �tgar�aloki. Sono parole di �ri�i, o anche di Snorri, che interrompono per un attimo la tensione drammatica della narrazione.

47i ― Elli significa infine �vecchiaia�.

48b ― Questo Hymir non � lo stesso Ymir descritto nei primi capitoli del Gylfaginning, anche se la grafia nel testo nordico � identica. Dei quattro manoscritti, l'unico che differenzi seppur di poco il nome di questo gigante da quello del macroantropo Ymir � il Codex Uppsaliensis [U] dove viene chiamato Eymir. Nel testo nordico abbiamo preferito lasciare la grafia pi� frequente, ovvero Ymir, ma per maggiore chiarezza nella traduzione utilizziamo la forma Hymir, che generalmente � quella pi� usata per questo personaggio, in analogia anche con l'Hymiskvi�a, l'H�rbar�slj� e il Lokasenna, in cui viene nominato questo gigante. Anche la normalizzazione del Gylfaginning di Anthony Faulkes adotta questo principio (Faulkes 2005).

48d ― Himinhrj��r: �muggito celeste�? (Brodeur 1916). ― Nǫkkvi: una piccola imbarcazione a remi.

49 ― In questo capitolo vengono illustrati alcuni dettagli del funerale nordico: il morto veniva posto sulla propria nave, su cui veniva allestita una pira per il rogo funebre. Insieme al defunto venivano poste una o pi� fanciulle (serve che si offrivano volontarie) e i suoi beni pi� preziosi, fra cui il suo cavallo. Fra gli astanti, chi voleva aggiungeva alla pira un proprio tributo: spesso un monile prezioso, armi, cibo o altri beni. Il rito del funerale nordico viene riportato in maniera molto simile dal viaggiatore arabo Ahmad ibn Faḍlān nel suo Kitāb ilā malik al-Saqāliba, �Libro sul re dei Saqāliba�, in cui narra del proprio incontro con i Variaghi o Rus', popolazione scandinava stanziata lungo il corso del Dnepr e del Volga (P�rtner 1972).

49c�ing: assemblea degli uomini liberi e, per estensione, qualunque forma di assemblea riunita per motivi politici, giudiziari o consultivi. In Islanda, in epoca vichinga, fu costituita un'assemblea generale di tutta l'isola, l'Al�ing, che pu� essere considerata la prima forma di parlamento democratico in Europa.

49eV�pn e�a vi�ir: letteralmente �arma o albero�. Qui si � preferito rendere �arma o legno�, nel senso di armi da taglio e da lancio, che solitamente erano di legno. In questo caso per� vi�ir � volutamente ambiguo in quanto anticipa il ruolo che un ramo di vischio avr� in seguito per la morte di Baldr.

49qGjallarbr�: ponte sul fiume Gjǫll.

49y {52} Karls sonar: �figlio del karl�. Karl in norreno sta per �uomo libero, proprietario terriero, brav'uomo�. Poich� si parla di Baldr, sembra evidente che karl sia riferito a ��inn, anche se questa classe sociale � generalmente associata a ��rr. Probabilmente, questa strofa pronunciata da �ǫkk, attestata solamente in Snorri, apparteneva a un antico poema perduto sulla morte di Baldr.

51aRagnar�k[k]r � la forma utilizzata nell'Edda di Snorri e significa letteralmente �crepuscolo degli d�i�. Il termine regin in poesia come in prosa spesso assume il significato di �poteri, potenti� per indicare gli d�i, i quali a loro volta rappresentano le forze che sorreggono e ordinano l'universo. Per estensione, regin arriva talvolta a designare tutto il mondo, per cui � anche corretta l'interpretazione pi� popolare di ragnar�kr come �fine del mondo�. R�k[k]r significa infatti �crepuscolo, fine�. Nella Lj��a Edda si ritrova invece la forma ragnarǫk, di analoga grafia ma, almeno in origine, di diverso significato: il secondo termine del composto, rǫk, vuol dire principalmente �origine, ragione�, ma pu� anche essere inteso come �segno, portento, cosa o fatto meraviglioso�. L'espressione ragnarǫk aveva dunque probabilmente il significato originale di �storia degli d�i e del mondo� (Cleasby ~ Vigf�sson 1874), forse inteso come totalit� della sapienza mitologica, anche se il termine si specializz� assai presto in senso escatologico, in riferimento alla fine del mondo. L'espressione utilizzata da Snorri, ragnar�kr, � ormai specifica in quest'ultima sfera di significato.

51bFimbulvetr: �inverno prodigioso�. Secondo alcuni, il mito dell'inverno innaturalmente lungo e maligno potrebbe essere un lontano ricordo, estremizzato e amplificato, di una stagione particolarmente rigida, magari una fase climatica fredda o una vera e propria glaciazione. In effetti l'ultima glaciazione, quella di W�rm, termin� attorno all'anno 8200 a.C. e in seguito a essa si ebbero altri periodi di raffreddamento globale del pianeta. Tuttavia si parla di un inverno escatologico anche in altre culture indoeuropee, come nella tradizione iraniana. ― Come spiegato alla nota 42c, le stagioni [misseri] del calendario nordico erano semestrali; dunque �tre stagioni� [�r�r saman] corrispondono a un anno e mezzo, che inizia con un inverno, si chiude con un inverno, e al centro non ha estate.

51c {53} Cfr. Vǫlusp� [45]. ― Hart er me� hǫl�um: il quinto verso � identico in tutti i manoscritti, a eccezione del Codex Uppsaliensis [] ove si ritrova la variante [har]t er � heimi, ovvero �dura prova per il mondo� anzich� �per gli uomini�. Il termine hǫl�r � riportato nelle fonti pi� antiche anche come harl�r, da cui si evince che la � inflessiva e non radicale. Questa parola ha in realt� un'accezione specifica in campo amministrativo e legale: indicava infatti una classe di proprietari terrieri dotati di speciali diritti. In poesia hǫl�r diviene sinonimo di �uomo�.

51j Gnipahellir, �caverna della vetta�, � il luogo dove � legato il cane Garmr, come affermato nel cupo ritornello che si ripete per ben quattro volte in Vǫlusp� [44 | 49 | 54 | 58]. Il toponimo viene riportato in questa forma in tre dei quattro codici dell'Edda di Snorri [s | | ], i quali riportano che Garmr legato �davanti a Gnipahellir� [fyrir Gnipahelli]. Il Codex Uppsaliensis [] scrive invece �in Gnipalundr� [fr� Gnipalundi]. Il toponimo Gnipalundr, �bosco della vetta�, � attestato in un poema eddico come il luogo dello sbarco della flotta dell'eroe Helgi (Helgakvi�a Hundingsbana in fyrri [30 | 34 | 40 | 50), e sembra trattarsi di un luogo geograficamente situato sulle coste del Baltico, per quanto non identificabile con certezza. Al contrario, Gnipahellir pare appartenere alla geografia mitica. Ci si pu� dunque chiedere per quale motivo il codice [] sostituisca Gnipahellir con Gnipalundr: si tratta di una confusione tra due toponimi col nome affine, oppure c'� una relazione di qualche tipo?

51o {54-62} Cfr. Vǫlusp� [45-57]. ― {57} B�leistr: fratello di Loki, cfr. [33]. ― {58} Questa strofa era gi� stata citata da Snorri in [4f: vi]. {59} Hl�n: qui sembrano confondersi le figure di Hl�n e Frigg, oppure Hl�n in questo caso � da intendersi come epiteto di Frigg: il �secondo lutto� � infatti la morte di ��inn, mentre il primo � probabilmente la morte di Baldr. ― {60} Hve�rungr: apparentemente un altro nome di Loki (ma l'epiteto � anche attribuito a ��inn). ― {61} Hlǫ�yn (o Hl��yn): nome di Jǫr�, madre di ��rr.

51p {63} Cfr. Vaf�r��nism�l [18].

52b Brimir: nome dal significato incerto, ma probabilmente �spumosa�, in riferimento alla buone bevande (come la birra) che qui i giusti troveranno. Pi� che il nome della sala, potrebbe anche essere quello del suo possessore, in particolare potrebbe trattarsi di un altro dei nomi di Ymir. Effettivamente, nella Vǫlusp� viene espressamente ricordata una...

...bj�rsalr jǫtuns,
en s� Brimir heitir.

...sala da birra del gigante
che � chiamato Brimir.

Lj��a Edda > Vǫlusp� [37]

Nel Codex Uppsaliensis [] la sala viene chiamata Briml�, in probabile analogia con Giml�. Nel Codex Wormianus, inoltre, al posto della frase hann stendr ok � himni �anch'essa sta in cielo�, si trova hann stendr � �k�lni �essa si trova in �k�lnir�, nome di luogo non meglio precisato, che significa �mai freddo� e che viene citato anche in Vǫlusp� [37]. ― Ni�afjǫll: letteralmente �monti della luna calante�; da ni� �luna calante� e fjǫll �monti�. ― Sindri: nello Sk�ldskaparm�l il nome di un nano, mentre in Vǫlusp� [37] � il nome dell'antenato degli abitanti della sala.

52c N�strandir: �spiagge dei cadaveri�, da n�r �cadavere� e strǫnd �spiaggia�.

52d {64-65} Cfr. Vǫlusp� [38-39].

52e {66} Cfr. Vǫlusp� [39].

53bR�nar s�nar, �le loro rune�. Il termine r�n significava in origine �segreto� o �mistero� (cfr. norreno r�na �fare discorsi segreti�, tedesco raunen �sussurrare�), e quindi, per estensione �sapienza magica�. Solo successivamente il termine si � spostato dal mondo dell'oralit� a quello della parola scritta, indicando quindi i segni dell'alfabeto runico [fu�ark], ai quali venne peraltro attribuito un carattere magico, com'� evidente dalle iscrizioni rimaste su amuleti, pietre, armi e ossa. ― Le pedine dorate [gulltǫflur]: pezzi di un gioco da tavolo come la dama o gli scacchi. Nella Vǫlusp� si racconta che gli d�i durante l'�et� dell'oro�, caratterizzata da abbondanza e spensieratezza, passavano il loro tempo alla scacchiera e compare il verbo tefla �giocare al tavolo� oppure �giocare a scacchi�.

Tefl�u � t�ni,
teitir v�ru...

Nel cortile giocavano a scacchi;
erano ricchi...

Lj��a Edda > Vǫlusp� [8]

Il ritrovamento da parte degli d�i sopravvissuti delle pedine d'oro simboleggia l'inizio di una nuova et� dell'oro, poich� il cosmo ha ritrovato un nuovo ordine. Seguendo l'interpretazione astronomica di De Santillana, lo si pu� interpretare come l'inizio di un nuovo ciclo cosmico che viene segnato dallo spostamento del centro di rotazione celeste a seguito della precessione degli equinozi. Le pedine dorate potrebbe quindi essere una metafora per indicare le stelle, �ritrovate� perch� disposte in un nuovo ordinamento celeste. (De Santillana ~ Von Dechend 1969) Sicuramente il gioco a cui qui si fa riferimento era qualcosa di diverso dai nostri scacchi. Un frammento di una scacchiera, rinvenuto a Wimose (Danimarca) in una tomba risalente al 400 d.C., rivela un tavoliere di diciotto caselle per lato, senza distinzione di colore. I pezzi erano simili a quelli della dama e sembra si muovessero sulle intersezione tra le linee. Il gioco consisteva in una sorta di assedio: le pedine bianche, schierate sul perimetro della scacchiera, dovevano conquistare il re, inizialmente posto al centro della tavola e difeso dalle pedine nere. Forse si faceva uso anche di un dado. Nella gara di sapienza fra Gestumblindi (��inn) e re Hei�rekr si accenna per ben tre volte a questo gioco, che viene chiamato Hnettafl o Hnefatafl (Hervǫrs saga [10]). La parola tafl (cfr. latino tabula) indica il tavolo, il piano di gioco, la scacchiera in s�, e quindi, come verbo, il �giocare� generico. Hnefi era il pezzo principale della scacchiera, che aveva pi� o meno un'analoga funzione al re negli scacchi moderni. Gli scacchi come li conosciamo noi arrivarono in Scandinavia in epoca pi� tarda e soppiantarono il Hnefatafl solo intorno al XVI secolo.

53c {67} Cfr. Vaf�r��nism�l [51]Vingnir: nome che si ritrova per indicare sia ��rr che ��inn in diverse fonti. In questo caso, dato il contesto, � un nome di ��rr. Tuttavia in Sk�ldskaparm�l [11] lo stesso ��rr viene detto f�stri Vingnis, ovvero �figlio adottivo di Vingnir�, per cui il medesimo nome sembra riferirsi ad ��inn. �j���lfr �r Hv�ni nel suo Haustlǫng riportato in Sk�ldskaparm�l [25], usa Vingnir per riferirsi a un gigante, che per� potrebbe essere sempre ��rr. Se ne noti inoltre l'analogia col nome Ving��rr.

53d ― Hoddm�mir: probabilmente � il nome di un gigante della prosperit� (da hodd �tesoro�), oppure � un nome alternativo del gigante M�mir (Faulkes 2005). Potrebbe anche trattarsi di un semplice toponimo che allude a prosperit� e abbondanza. ― L�f e Leif�rasir: rispettivamente �vita� e �ostinazione di vita�.

53e {68} Cfr. Vaf�r��nism�l [45].

53fHon �lei� e m��ur sinnar �sua madre� sono riferiti al sole, che nel nordico come nelle altre lingue germaniche � di genere femminile. Nella nostra traduzione si � preferito lasciare i riferimenti femminili del sole, anche per non perdere il nesso con i versi successivi.

53g {69} Cfr. Vaf�r��nism�l [47]. ― �lfrǫ�ul: composto di rǫ�ull, �aura, gloria� e, in poesia, �sole� (cfr. nota 1b). Si tratta di un altro nome poetico del sole, letteralmente �luce degli elfi�.

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BIBLIOGRAFIA
Archivio: Biblioteca - Guglielmo da Baskerville
Area: Germanica - Brynhilldr
Traduzione e note di Stefano Mazza.
Creazione pagina: 21.10.2006
Ultima modifica: 23.04.2015
 
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