ETIMOLOGIA L'etimologia del toponimo
Fólkvang(a)r è abbastanza trasparente: «campo/campi del
popolo» o «dell'esercito».
- fólk- | Il sostantivo neutro fólk (o folk) ha per
significato principale «popolo», ma significa anche «schiera,
esercito» (Cleasby ~ Vigfússon 1874). Da un
protogermanico *folkom. Cfr. antico alto tedesco folk > tedesco
Volk; olandese volk; antico frisone folk; anglosassone
folc
> inglese folk e scoto folk/fowk; norreno fólk/folk >
danese, svedese e norvegese folk. Il termine deriva un proto-indoeuropeo
PHGO.
- -vang(a)r | Il sostantivo maschile vangr vuol dire «campo, giardino». Cfr.
anglosassone wang/wong «campo, suolo» > inglese wong «campo»
(termine obsoleto, sopravvissuto soltanto nei toponimi); antico sassone wang;
antico alto tedesco -wang; danese vang, svedese vång
(obsoleti). Ulfila rende con il gotico waggs il greco parádeisos
«giardino,
paradiso». Si noti che il Codex Regius [R] della
Ljóða Edda
riporta il termine al singolare -vangr; mentre, dei quattro manoscritti
della Prose Edda,
il Codex Regius [Rs] e il Codex Trajectinus [T],
lo riportano al plurale -vangar, pur conservando il singolare nella
citazione dal
Grímnismál. Questo spiega l'alternanza
singolare/plurale nella traduzione del nome. In questa sede utilizziamo la
lezione singolare della
Ljóða Edda.
L'interpretazione quale «campo/campi dell'esercito» è giustificata non
soltanto dal significato accessorio del sostantivo fólk, ma anche dal
contesto di
Grímnismál [14],
dov'è scritto che in Fólkvangr
Freyja stabiliva i posti a tavola per i
caduti in battaglia.
Sessrúmnir vuol dire invece «spazio per i seggi».
- sess- | Il sostantivo maschile sess è «seggio, sedile», corradicale col verbo sitja «sedersi». Questo
proviene da un protogermanico
*sitjan. Cfr.
antico alto tedesco sizzan > tedesco sitzen; olandese zitten; antico frisone
sitta; anglosassone sittan > inglese to sit;
antico sassone sittian; norreno sitja > danese sidde,
svedese sitta, norvegese sitte. Ulfila rende con il gotico sitan il greco
káthemai «sedere». A sua volta, da un indoeuropeo *SED-.
Ⓐ
- -rúmnir | Derivato dell'aggettivo rúmr «ampio, spazioso».
Cfr. gotico rums, termine col quale Ulfila traduce il
greco eurúchōros «ampio, spazioso».
Si noti che il Codex Regius [Rs] riporta la lezione
Sessrýmnir, da un verbo rýma «sgombrare, fare spazio», che non cambia
di molto il significato complessivo del termine. Probabilmente per un refuso, il
Codex Uppsaliensis [U] riporta invece la lezione Sessvarnir
che sembra significare qualcosa come «attenzione ai sedili».
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LETTERATURA Di Fólkvangr, dimora di
Freyja, tratta
innanzitutto il
Grímnismál, dov'è detto essere il nono
dei dodici – in realtà tredici – regni celesti ① che compongono il mondo degli
Æsir:
Fólkvangr er inn níundi,
en þar Freyja ræðr
sessa kostom i sal;
halfan val
hon kýss hverjan dag
en hálfan Óðinn á. |
Fólkvangr è la nona [dimora],
là dove
Freyja stabilisce
i posti al banchetto.
La metà dei caduti
ella sceglie ogni giorno;
l'altra metà spetta a
Óðinn. |
Ljóða Edda
>
Grímnismál [14] |
A un'occhiata frettolosa, questi versi sembrano
configurare Fólkvangr come una sala, affine perdipiù alla
Valhǫll, visto che
Freyja vi accoglie la sua parte di caduti
in battaglia e stabilisce dove debbano sedersi, non diversamente da
Óðinn. L'etimologia del termine, però, ci
indirizza piuttosto verso l'idea di un campo o forse di un giardino (sono questi
i significati di -vangr). Alla luce di queste considerazioni, è dunque
probabile che Fólkvangr sia piuttosto il territorio dove
Freyja accoglie i caduti, i quali vengono
poi indirizzati a una sua specifica corte.
Snorri non ci è molto d'aiuto. Nella sua
Prose Edda, si limita a citare la strofa summenzionata del
Grímnismál
e a farne una parafrasi in prosa:
En Freyja er ágætust
af ásynjum, hon á þann bǿ á himni
er Fólkvangar heita, ok hvar sem
hon ríðr til vígs, þá á hon hálfan
val, en hálfan Óðin. |
Freyja invece è la più illustre delle
ásynjur. Ella ha quella dimora in cielo che si chiama Fólkvangr e ovunque
lei cavalchi in battaglia, riceve metà dei caduti, mentre l'altra è di
Óðinn. |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Gylfaginning [24] |
Per definire qui Fólkvangr, Snorri usa la parola bú, che si può
tradurre sia con «dimora» che con «proprietà», lasciandoci ancora una volta in
dubbio se si tratti di un edificio o di un territorio. Un possibile dettaglio
viene fornito da Snorri nel passaggio successivo, dove scrive:
Salr hennar, Sessrýmnir, hann er
mikill ok fagr... |
La sua sala, Sessrúmnir, è grande e bella... |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Gylfaginning [24] |
Tenendo conto della particolare architettura delle case vichinghe, la «sala»
a volte si identifica con l'intero edificio, di cui costituiva la stanza
principale, quando non addirittura l'unico locale, Sessrúmnir potrebbe in
effetti essere il nome della dimora di
Freyja. In effetti, nel capitolo in cui Snorri elenca le kenningar
dedicate alla bella dea, la definisce:
È probabile che Sessrúmnir sia dove ella dispone i caduti in battaglia che ha scelto
al loro arrivo a Fólkvangr. Il nome, «spazio per i sedili», indica
evidentemente un salone per ricevimenti e banchetti.
Mantenendo dunque una certa prudenza e lavorando sull'etimologie delle
parole, sembra sensato interpretare Fólkvangr come il territorio
appartenente a
Freyja e Sessrúmnir con la sua corte principale.
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