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GERMANI
Scandinavi

MITI GERMANICI
Svaðilfǿri
SVAÐILFǾRI
Stallone e cavallo a tiro, aiutò il gigante suo padrone a innalzare le mura dell'Ásgarðr, trascinando ogni notte una gran quantità di pietre. Accoppiatosi con Loki, trasformato in giumenta, generò Sleipnir.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • È l'unico aiuto che gli Æsir concedono al gigante che si è impegnato a innalzare le mura dell'Ásgarðr nel giro di un inverno.
  • Ogni notte trascina una gran quantità di massi verso il cantiere, facendo da solo metà del lavoro.
  • Loki, trasformato in giumenta, lo attira lontano, facendo perdere la scommessa al suo padrone.
  • Genera con Loki il destriero Sleipnir, cavalcatura di Óðinn.
RELAZIONI
Padrone:
Partner:
Figlio:
Un gigante delle montagne
Loki (trasformato in giumenta)
Sleipnir
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

FONTI

Norreno

SvaþilfariSvaðilfari
SvaþilfǫriSvaðilfǿri (Svaðilfœri)

Svaþilfǫri
Svaþilfori
Svadilføri
Svaðilfari
Prose Edda

ETIMOLOGIA

Svaðilfǿri, terionimo.
All'incirca «[colui che] avanza su un terreno infido».

  1. Svaðil- | Da un aggettivo debole svaði «pericoloso, scivoloso», da cui il sostantivo svaðill «luogo poco sicuro» (fara svaðil fyrir «avventurarsi su un terreno infido», per es. sul ghiaccio).
     
  2. -fǿri | La seconda parte del nome, che i vari manoscritti restituiscono nelle forme -fari/-fǫri/-fǿri, presenta le stesse difficoltà già viste per il nome di Mundilfǿri, al quale rimandiamo per un discorso più articolato. Il suffisso è da connettere al verbo fara «navigare, viaggiare», oppure a un aggettivo fǿri «capace, efficace, abile», a sua volta connesso al verbo fǿra, una forma causativa formatasi appunto da fara e che ha assunto il significato di «muovere, portare, offrire» (Cleasby ~ Vigfússon 1874).

NB. La grafia Svaðilfœri, spesso fornita nella letteratura moderna, altro non è che una diversa traslitterazione della grafia qui fornita Svaðilfǿri. Nelle normalizzazioni moderne, la lettera œ è spesso utilizzata come versione «lunga» della lettera ø [ø] in luogo di un più coerente ǿ [ø:].

LETTERATURA

Del cavallo Svaðilfǿri narra Snorri nella Gylfaginning. Un gigante delle montagne si presenta presso gli Æsir nell'aspetto di un artigiano e si offre di innalzare, nel giro di un solo inverno, le mura dell'Ásgarðr. In cambio del suo lavoro, egli pretende la dea Freyja e, per di più, il sole e la luna. Gli Æsir chiedono però che il gigante esegua da solo il lavoro, senza l'aiuto di alcuno.

Ok er þeir sǫgðu honum þessa kosti, þá beiddisk hann at þeir skyldu lofa at hann hefði lið af hesti sínum er Svaðilfǿri heitir. En því réð Loki er þat var til lagt við hann.  Quando gli proposero queste condizioni, [l'artigiano] chiese allora il permesso di poter essere aiutato dal suo cavallo, che si chiamava Svaðilfǿri, e siccome Loki acconsentì, gli fu concesso.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [42]

Si noti che del gigante non si fa il nome, ma del cavallo sì...

Ora, Svaðilfǿri è in grado di trascinare un'enorme quantità di pietre e, soprattutto per merito suo, la fortificazione cresce quasi a vista d'occhio. Ben presto, è evidente che, contrariamente a tutte le aspettative, l'artigiano potrebbe terminare il lavoro nel tempo previsto. Gli dèi si adirano con Loki, il quale deve far sì che il gigante non rispetti i termini del contratto. Così si trasforma in una giumenta e...

Ok it sama kveld er smiðrinn ók út eptir grjótinu með hestinn Svaðilfǿra, þá hljóp ór skóginum nǫkkvorum merr at hestinum ok hrein við. En er hestrinn kendi hvat hrossi þetta var, þá ǿddisk hann ok sleit sundr reipin ok hljóp til merarinnar, en hon undan til skógar ok smiðrinn eptir ok vill taka hestinn. En þessi hross hlaupa alla nótt ok dvelsk smíðin þá nótt. Ok eptir um daginn varð ekki svá smíðat sem fyrr hafði orðit. Quella sera stessa, mentre l'artigiano trasportava delle pietre con Svaðilfǿri, uscì fuori da un bosco una giumenta che corse verso il cavallo nitrendo. Quando lo stallone riconobbe che era una cavalla, s'imbizzarrì, strappò le redini e corse dalla giumenta e scappò con essa dentro al bosco, e l'artigiano dietro per riprendersi il cavallo. I due cavalli però corsero tutta la notte e l'artigiano trascorse là la notte e il giorno dopo il lavoro non fu fatto com'era stato fatto prima.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [42]

Così il gigante non riesce a terminare la costruzione in tempo e, invece di prendersi la dea Freyja, e il sole e la luna, viene ucciso da Þórr. In quanto a Loki...

En Loki hafði þá ferð haft til Svaðilfǿra at nǫkkvoru síðar bar hann fyl. Þat var grátt ok hafði átta fǿtr, ok er sá hestr beztr með goðum ok mǫnnum. Nel frattempo Loki aveva giaciuto con Svaðilfǿri e in seguito diede alla luce un puledro. Esso era grigio, aveva otto zampe ed è il miglior cavallo fra gli dèi e gli uomini.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [42]

Si tratta ovviamente di Sleipnir, il demoniaco destriero di Óðinn.

Oltre che nella Gylfaginning, Svaðilfǿri è citato soltanto in un verso dell'Hyndluljóð, dove tuttavia non si aggiunge nulla a quanto già sappiamo:

Ól úlf Loki
vid Angurbodu,
en Sleipni gat
vid Svaðilfara;
eitt þótti skass
allra feiknast,
það var bródur frá
Býleistri komit.
Il lupo generò Loki
con Angrboða
e Sleipnir partorì
con Svaðilfǿri.
Il peggior mostro
parve quello
che dal fratello
venne di Býleistr.
Ljóða Edda > Hyndluljóð [39]
FONTI

Ljóða Edda > Hyndluljóð [39]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [42]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
IMMAGINI
   
Svaðilfǿri
Dorothy Hardy
(1909)
Bíl e Hjúki
Maria Klugh
(1909)
Svaðilfǿri imbizzarrito
Giovanni Caselli
(1978)
   
PAGINE
Le mura dell'Ásgarðr - Una scommessa pericolosa

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 17.05.2012

 
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