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GERMANI
Scandinavi

MITI GERMANICI
Sleipnir
SLEIPNIR
Destriero di Óðinn. Ha otto zampe, è velocissimo, galoppa nell'aria e sull'acqua, ed è il miglior cavallo che vi sia mai stato tra gli dèi e gli uomini. Venne usato come cavalcatura da Hermóðr nel suo viaggio negli inferi.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • Figlio del cavallo Svaðilfǿri e di Loki, opportunamente trasformato in giumenta.
  • Cavalcatura di Óðinn, è il miglior destriero tra gli dèi e gli uomini.
  • Ha otto zampe, ed è in grado di galoppare nell'aria e nell'acqua.
  • Ha rune incise sui denti.
  • In sella a Sleipnir, Óðinn vinse una gara di corsa contro Hrungnir e il suo destriero Gullfaxi.
  • Sempre cavalcando Sleipnir, Óðinn scese nel Niflheimr per interrogare la vǫlva sui sogni di Baldr.
  • Viene prestato a Hermóðr affinché possa scendere nel Niflheimr per riscattare Baldr. Cavalca per nove notti di seguito e infine scavalca con un balzo i cancelli della dimora di Hel.
  • Grani, cavallo di Sigurðr, è suo discendente.
RELAZIONI
Padrone:
Padre:
«Madre»:
Óðinn
Svaðilfǿri
Loki (trasformato in giumenta)
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

FONTI

Norreno

Sleipnir

Sleipnir
Slæipni[r]
Sleipner
Sleifnir
Prose Edda

ETIMOLOGIA

Sleipnir, terionimo.
«[Colui che] scivola».

  • Sleip- | Dall'aggettivo sleipr «sdrucciolevole, viscido», anche nel senso di «infido, ingannevole».

Cfr. Svaðilfǿri, «[colui che] avanza su un terreno infido».

ARCHEOLOGIA

Per quanto riguarda le fonti archeologiche, un cavallo a otto zampe, facilmente identificabile con Sleipnir, è perfettamente visibile su due pietre runiche, entrambe trovate nel Götland e risalenti all'VIII secolo.

La prima, la pietra di Tjängvide, fu scoperta nel 1844 nell'omonima fattoria. Le immagini sono evidenziate da uno sfondo rosso. In basso è tracciata una splendida nave vichinga, con le polene finemente lavorate. In alto, un cavaliere si avvicina da destra in groppa a un cavallo a otto zampe, ed è assai probabile che si tratti di Óðinn in groppa a Sleipnir; alternativamente, potrebbe trattarsi di Sleipnir che trasporta nella Valhǫll (rappresentata forse nell'edificio che gli si staglia di fronte) un guerriero ucciso: la pietra è infatti corredata da una scritta runica che la dedica alla memoria di un certo Jórulfr. Dinanzi al destriero, una figura femminile, forse una valkyrja, lo accoglie porgendogli qualcosa, probabilmente un corno. Intorno e sopra si vedono altre figure umane e anche quello che sembrerebbe un cane.

La seconda immagine, appartiene all'ottava e più importante delle dieci pietre runiche di Ardre, risalenti al periodo tra l'VIII e l'XI secolo, e ritrovate intorno al 1900 sotto il plancito di legno di una chiesa nella località omonima. L'immagine è evidenziata qui da uno sfondo blu. Assai più complessa e ricca di figure che non nella pietra di Tjängvide, non meno presenta molti dettagli simili, tra cui la nave ritratta nella parte inferiore e il cavaliere in groppa a Sleipnir posto in alto a destra, con l'edificio posto dinanzi al suo galoppo.

 
Pietra di Tjängvide   Pietra di Ardre VIII
Entrambe le pietre sono oggi collocate nel Museo delle Antichità Nazionali [Statens historiska museum] di Stoccolma (Svezia).
LETTERATURA

Di Sleipnir, il demoniaco destriero di Óðinn, vi è un gran numero di citazioni in tutta la letteratura eddica e scaldica. È impossibile passarle tutte in rassegna, e vedremo qui soltanto le principali. La prima, in ordine di tempo – fatte le dovute cautele riguardo alle date di composizione dei poemi eddici – si trova nel Grímnismál, in una strofa dove si elencano gli esseri «migliori» nella loro specie o categoria:

Askr Yggdrasils,
hann er æztr viða,
en Skíðblaðnir skipa,
Óðinn ása,
en jóa Sleipnir,
Bilrǫst brúa,
en Bragi skálda,
Hábrók hauka,
en hunda Garmr.
Il frassino Yggdrasill
è il migliore tra gli alberi,
Skíðblaðnir tra le navi,
Óðinn tra gli Æsir,
e tra i cavalli Sleipnir,
Bilrǫst tra i ponti
e Bragi tra gli scaldi,
Hábrók tra i falchi
e tra i cani Garmr.
Ljóða Edda > Grímnismál [44]

Snorri ha senz'altro presente il Grímnismál, quando elenca i destrieri con i quali gli dèi cavalcano ogni giorno per recarsi al þing presso la sorgente di Urðarbrunnr, e inizia l'enumerazione proprio da Sleipnir:

Sleifnir er beztr, hann á Óðinn, hann hefir átta fǿtr. Annarr er Glaðr, þriði Gyllir, fjórði Glenr, fimti Skeiðbrimir, sétti Silfrintoppr, sjaundi Sinir, átti Gils, níundi Falhófnir, tíundi Gulltoppr, ellipti Léttfeti. Sleipnir è il miglior [cavallo], appartiene a Óðinn e possiede otto zampe; il secondo è Glaðr, il terzo Gyllir, il quarto Glenr, il quinto Skeiðbrimir, il sesto Silfrintoppr, il settimo Sinir, l'ottavo Gils, il nono Falhófnir, il decimo Gulltoppr, l'undicesimo Léttfeti.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [42]

Questo elenco dipende a sua volta dalle þulur dedicate ai «nomi dei cavalli» [hesta heiti], dove Sleipnir è parimenti elencato insieme a un gran numero di destrieri mitologici. Parimenti, la Þórgrímsþula, un poema che riprende gli stilemi enumerativi delle þulur, esordisce così:

Hrafn ok Sleipnir,
hestar ágætir...
Hrafn e Sleipnir,
eccellenti destrieri...
Þórgrímsþula [1]

Nel lungo ammaestramento sulle rune impartito dal Sigrdrífumál, si dice, del destriero, che abbia segni runici incisi sui denti, dettaglio di cui non sappiamo spiegarci la ragione:

Á skildi kvað ristnar,
þeim er stendr fyr skínandi goði,
á eyra Árvakrs
ok á Alsvinns hófi,
á því hvéli, er snýsk
undir reið Hrungnis,
á Sleipnis tǫnnum
ok á sleða fjǫtrum.
Caratteri incisi su scudi, disse,
per chi dinanzi si erga al dio splendente,
sulle orecchie di Árvakr
e sugli zoccoli di Alsviðr,
anche sulla ruota che gira
sotto il carro di Hrungnir,
sui denti di Sleipnir
e sulle corregge delle slitta.
Ljóða Edda > Sigrdrífumál [15]

Il Baldrs Draumar è la prima composizione dove Sleipnir compaia direttamente, appunto come cavalcatura di Óðinn.

Upp reis Óðinn,
alda gautr,
ok hann á Sleipni
sǫðul of lagði...
Si alzò Óðinn,
gautr dell'umanità,
e mise la sella
a Sleipnir...
Ljóða Edda > Baldrs Draumar [15]

Ma è solo nell'Hyndluljóð che ci viene detto chi siano i genitori del destriero, e si tratta, guarda caso, di due maschi: il dio Loki e lo stallone Svaðilfǿri:

Ól úlf Loki
vid Angurbodu,
en Sleipni gat
vid Svaðilfara...
Il lupo generò Loki
con Angrboða
e Sleipnir partorì
con Svaðilfǿri...
Ljóða Edda > Hyndluljóð [39]

Il mito che sta dietro a questa bizzarra nascita è narrato da Snorri nella Gylfaginning. Gangleri domanda: «Chi possiede quel cavallo, Sleipnir, e cosa c'è da dire su di esso?». «Tu non puoi conoscere le abilità di Sleipnir e le circostanze della sua nascita, ma la cosa ti parrà degna di esser narrata» risponde Hár.

Loki, racconta Hár, deve intervenire per distogliere dal suo lavoro il gigante che sta costruendo le mura dell'Ásgarðr, il quale ha chiesto un compenso troppo alto per la sua opera. Non trova di meglio da fare che presentarsi, nottetempo, in forma di giumenta, e attrarre a sé Svaðilfǿri, il possente cavallo da tiro dell'artigiano, in modo che non possa aiutare più il suo padrone nel lavoro. Loki riesce nell'impresa, e il gigante perde insieme sia il contratto che la vita. Tuttavia, aggiunge Hár a mo' di postilla a una simile, infamante impresa:

En Loki hafði þá ferð haft til Svaðilfǿra at nǫkkvoru síðar bar hann fyl. Þat var grátt ok hafði átta fǿtr, ok er sá hestr beztr með goðum ok mǫnnum. Nel frattempo Loki aveva giaciuto con Svaðilfǿri e in seguito diede alla luce un puledro. Esso era grigio, aveva otto zampe ed è il miglior cavallo fra gli dèi e gli uomini.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [42]

Snorri, elencando le kenningar su Loki, lo definisce «congiunto di Sleipnir» [Sleipnis frænda] (Skáldskaparmál [23]).

Sleipnir compare almeno altre due volte nella Prose Edda. È innanzitutto il destriero in sella al quale Óðinn gareggia in una gara mozzafiato col gigante Hrungnir, e in questo passo viene data una splendida descrizione di Sleipnir come di un destriero capace di cavalcare attraverso l'aria e l'acqua:

...Óðinn reið Sleipni í Jǫtunheima ok kom til þess jǫtuns er Hrungnir hét. Þá spyrr Hrungnir, hvat manna sá er með gullhjálminn er ríðr lopt ok lǫg ok segir at hann á furðu góðan hest. Óðinn sagði at þar vill hann veðja fyrir hǫfði sínu at engi hestr skal vera jafngóðr í Jǫtunheimum. Hrungnir sagði at sá er góðr hestr, en hafa lézk hann mundu myklu stórfetaðra hest; sá heitir Gullfaxi. ...Óðinn cavalcava con Sleipnir in Jǫtunheimr, e giunse presso quel gigante chiamato Hrungnir. Allora Hrungnir chiese che tipo di uomo fosse colui che portava l'elmo dorato e cavalcava attraverso l'aria e l'acqua; e aggiunse che aveva proprio un cavallo meraviglioso. Óðinn disse che avrebbe scommesso la propria testa che in Jǫtunheimr nessun cavallo fosse pari al proprio. Hrungnir rispose che quello era un buon cavallo, ma dichiarò di possederne uno dal passo molto più lungo, che si chiamava Gullfaxi.
Hrungnir varð reiðr ok hleypr upp á hest sinn ok hleypir eptir honum ok hyggr at launa honum ofrmæli. Óðinn hleypti svá mikit at hann var á ǫðru leiti fyrir... Hrungnir divenne furioso; montò in sella al proprio cavallo e galoppò dietro [a Óðinn], pensando di fargli pagare le sue sbruffonate. Óðinn galoppava così veloce che giunse per primo sulla sommità della collina più vicina...
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [24]

Altrettanto appassionante è la scena in cui Óðinn presta il suo cavallo a Hermóðr, in modo che questi possa cavalcare verso gli inferi per riscattare l'anima di Baldr. Il valente destriero si presta meravigliosamente al difficile viaggio, che dura nove giorni e nove notti. Giunto presso i cancelli di Helgrind, è capace di superarli con un solo balzo. I dettagli sono descritti con attenzione e partecipazione:

Þá var tekinn Sleipnir, hestr Óðins, ok leiddr fram, ok steig Hermóðr á þann hest ok hleypti braut. [...]. At hann reið níu nætr døkkva dala ok djúpa svá at hann sá ekki. [...] Venne dunque preso Sleipnir, il cavallo di Óðinn, fu portato avanti e Hermóðr montò in groppa e galoppò lontano. [...]. Cavalcò nove notti per valli scure e profonde, tanto che non vedeva nulla. [...]
Þá reið Hermóðr þar til er hann kom at Helgrindum. Þá sté hann af hestinum ok gyrði hann fast, steig upp ok keyrði hann sporum, en hestrinn hljóp svá hart ok yfir grindina at hann kom hvergi nær. Þá reið Hermóðr heim til hallarinnar ok steig af hesti, gekk inn í hǫllina... Hermóðr cavalcò fino a quando non giunse ai cancelli di Hel. Scese da cavallo, strinse le cinghie, rimontò in sella, lo spronò e il cavallo saltò con tanta foga oltre i cancelli che nemmeno li sfiorò. Hermóðr cavalcò verso una casa, scese da cavallo, entrò nella hǫll...
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [49]

Esaurita la letteratura mitologia, Sleipnir viene citato, seppur di straforo, in alcune saghe. Ad esempio, nella Vǫlsunga saga, Óðinn, comparso qui sotto le mentite spoglie di un vecchio con la barba, consiglia al giovane Sigurðr di scegliersi come destriero un certo cavallo, che in seguito verrà chiamato Grani, e gli spiega:

Þessi hestr er kominn frá Sleipni, ok skal hann vandliga upp fæða, því at hann verðr hverjum hesti betri. Questo cavallo discende da Sleipnir e deve essere allevato accuratamente perché diventi migliore di ogni altro cavallo.
Vǫlsunga saga [13]

Nella Hervarar saga ok Heiðreks compare invece uno strano indovinello posto dal misterioso Gestumblindi (Óðinn) a re Heiðrekr. Quest'ultimo lo risolve all'istante.

Þá mælti Gestr:

Così disse Gestumblindi:
«Hverir eru þeir tveir,
er tíu hafa fætr,
augu þrjú
ok einn hala?
Heiðrekr konungr,
hyggðu at gátu!»
«Chi sono quei due
che han dieci piedi,
tre occhi
e una coda?
Re Heiðrekr,
risolvi l'enigma!»

[Heiðrekr svarar:]

[Rispose Heiðrekr:]
«Þat er þá, er Óðinn ríðr Sleipni». «Si tratta di questo: Óðinn che cavalca Sleipnir
Hervarar saga ok Heiðreks [10]
FONTI

Ljóða Edda > Grímnismál [44] = Gylfaginning {49}
Ljóða Edda [minora] > Baldrs Draumar [2]
Ljóða Edda [minora] > Hyndluljóð [42]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [15 | 41 {49} | 42 | 49]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [23 | 24 | 33 | 73]
Vǫlsunga saga [13]
Hervarar saga ok Heiðreks [10]
Þulur > Hesta heiti [1]
Þórgrímsþula [1]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
IMMAGINI
Pietra runica di Tjängvide
VIII sec.
Pietra runica di Ardre VIII
VIII-XI sec.
Óðinn su Sleipnir
Ólafur Brynjúlfsson
(1760) [MUSEO]
Hermóðr su Sleipnir
Ólafur Brynjúlfsson
(1760) [MUSEO]
Sleipnir
 Constantin Hansen
(±1850)
Óðinn su Sleipnir
Gerhard Munthe
(±1880-1890)
Óðinn su Sleipnir
Lorenz Frølich
(1906)
I sogni di Baldr
Lorenz Frølich
(1906)
Óðinn contro Fenrir
Lorenz Frølich
(1906)
I sogni di Baldr
William Gershom Collingwood
(1908)
Hermóðr presso Hel
John Charles Dollman
(1909)
Óðinn cavalca Sleipnir
John Bauer
(1911)
Óðinn cavalca Sleipnir
Arthur Rackham
(1911)
Óðinn cavalca Sleipnir
(Yggdrasilfrisen)

Dagfin Werenskiold
(1950)
Ragnarǫk
Giovanni Caselli
(1978)
 
Sleipnir a Wednesbury
Steven Field
(1998)
Óðinn cavalca Sleipnir
Michael Peters
Sleipnir
Keith Thompson
Óðinn cavalca Sleipnir
Artista non identificato
 
PAGINE
Le mura dell'Ásgarðr - Una scommessa pericolosa
Óðinn - La sapienza e il furore

Creazione pagina: 12.03.2009
Ultima modifica: 23.05.2012

 
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