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GERMANI
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MITI GERMANICI
Bragi
BRAGI
Áss. Il più saggio degli dèi, signore della poesia, marito di Iðunn. Le sue spiegazioni ad Ægir del significato delle kenningar, le metafore della poesia scaldica, fungono da cornice per lo Skáldskaparmál di Snorri Sturluson.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • Uno degli Æsir, dio della poesia.
  • È marito di Iðunn, dea della giovinezza.
  • Dal suo nome, è detta bragr l'arte poetica e bragi viene chiamato chi possiede al massimo grado il dominio sulla parola.
  • Spiega le kenningar ad Ægir nel corso di un banchetto, rivelandogli i miti e i racconti che le hanno originate.
  • È pronto a offrire doni a Loki purché non sparga dissapori tra gli dèi, ma questo lo accusa di essere un vile. Iðunn interviene a mettere pace tra ai due.
  • Dimora nella Valhǫll, dove accoglie i guerrieri morti in battaglia.
RELAZIONI
Padre:
Sposa:
Óðinn
Iðunn
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

MSS.

Norreno Bragi Bragı [R | Rs | W | T | U]

ETIMOLOGIA

In norreno, bragi è forma debole dell'aggettivo bragr «migliore», usato soprattutto in poesia. Come sostantivo, bragr significa invece «guerriero, principe, signore» (cfr. anglosassone brego «principe»). A tale termine è connessa la parola bragarfull, sorta di coppa utilizzata nelle bevute rituali, specie in occasione di solenni giuramenti o festini funebri (Cleasby ~ Vigfússon 1874 | Isnardi 1991). Inoltre il sostantivo bragr contempla, tra i suoi significati, anche l'«arte poetica», o più precisamente, nell'uso più recente del termine, la metrica o la melodia.

È appunto giocando su entrambi i significanti del termine bragr, che Snorri può affermare: «l'arte poetica è da [Bragi] chiamata bragr e dal suo nome viene infatti chiamato uomo migliore [bragr karl] o donna migliore [bragr kvenna], chi possieda un'eloquenza superiore agli altri» (Gylfaginning [26]).

Si noti che Bragi è anche un nome proprio, posseduto tra l'altro dal semimitico scaldo Bragi Boddason, attivo nella prima metà del IX secolo. Non manca chi ha ritenuto che Bragi, dio della poesia, non sia altro che una divinizzazione del poeta.

LETTURATURA

In un carme della Ljóða Edda, si fornisce un piccolo canone degli esseri «migliori» nella loro specie o categoria:

Askr Yggdrasils,
hann er æztr viða,
en Skíðblaðnir skipa,
Óðinn ása,
en jóa Sleipnir,
Bilrǫst brúa,
en Bragi skálda,
Hábrók hauka,
en hunda Garmr.
Il frassino Yggdrasill
è il migliore tra gli alberi,
Skíðblaðnir tra le navi,
Óðinn tra gli Æsir,
e tra i cavalli Sleipnir,
Bilrǫst tra i ponti
e Bragi tra gli scaldi,
Hábrók tra i falchi
e tra i cani Garmr.
Ljóða Edda > Grímnismál [44]

Possiamo chiederci se il Bragi qui elencato sia in realtà Bragi Boddason, lo scaldo del IX secolo. Snorri lo chiama «vecchio scaldo Bragi» [Bragi skáld gamli], citando dei versi tratti dalla Ragnarsdrápa (Gylfaginning [1]). Poiché il brano succitato del Grímnismál presenta un'elenco di nomi mitologici, è probabile che si riferisca piuttosto al dio Bragi, sempre che quest'ultimo non sia – com'è stato detto – un'apoteosi dello scaldo storico.

Snorri dà un piccolo ritratto del dio Bragi in un breve capitolo della sua Edda. Lo definisce di grande saggezza ed eloquenza, e assai abile con le parole. Lo collega quindi all'arte scaldica [skáldskapr], fornendo al riguardo una serie di presunte derivazioni etimologiche:

Bragi heitir einn, hann er ágætr at speki ok mest at málsnild ok orðfimi. Hann kann mest af skáldskap, ok af honum er bragr kallaðr skáldskapr, ok af hans nafni er sá kallaðr bragr karla eða kvenna er orðsnild hefir framar en aðrir, kona eða karlmaðr. Kona hans er Iðunn... Bragi si chiama un dio, famoso per la sua saggezza, ma soprattutto per la sua eloquenza e abilità con le parole. Conosce benissimo l'arte poetica, che da lui è chiamata bragr e dal suo nome viene infatti chiamato bragr, l'uomo o la donna che possieda un'eloquenza superiore agli altri. Sua moglie è Iðunn...
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [26]

Nello Skáldskaparmál, inoltre, Snorri inserisce la spiegazione delle kenningar, o metafore poetiche, in una cornice narrativa in cui, nel corso di un banchetto, Bragi racconta ad Ægir i miti e le leggende che sono alla base delle espressioni poetiche.

Þá gengu æsir at gildi sínu ok settusk í hásæti tólf æsir, þeir er dómendr skyldu vera ok svá váru nefndir: Þórr, Njǫrðr, Freyr, Týr, Heimdallr, Bragi, Víðarr, Váli, Ullr, Hǿnir, Forseti, Loki; slíkt sama ásynjur: Frigg, Freyja, Gefjun, Iðunn, Gerðr, Sigyn, Fulla, Nanna. Ægi þótti gǫfugligt þar um at sjásk, veggþili ǫll váru þar tjǫlduð með fǫgrum skjǫldum. Þar var ok áfenginn mjǫðr ok mjǫk drukkit. Næsti maðr Ægi sat Bragi, ok áttusk þeir við drykkju ok orðaskipti. Sagði Bragi Ægi frá mǫrgum tíðindum, þeim er æsir hǫfðu átt... Giunsero dunque gli Æsir a banchetto e presero posto nei troni i dodici che dovevano essere giudici e così si chiamavano: Þórr, Njǫrðr, Freyr, Týr, Heimdallr, Bragi, Víðarr, Váli, Ullr, Hǿnir, Forseti, Loki. Parimenti le ásinjur: Frigg, Freyja, Gefjun, Iðunn, Gerðr, Sigyn, Fulla, Nanna. Ad Ægir parve meraviglioso ciò che vedeva attorno a sè. Tutti i rivestimenti erano ricoperti di bellissimi scudi. C'era anche un idromele inebriante e molto se ne bevve. L'uomo seduto più vicino ad Ægir era Bragi ed essi rimasero molto a bere e a conversare. Bragi raccontò ad Ægir di molte avvenimenti che erano capitati agli Æsir...
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [1]

E non mancano, nel testo, delle kenningar relative proprio a Bragi, e apprendiamo qui chi sia suo padre:

Hvernig skal kenna Braga? Svá at kalla hann Iðunnar ver, frumsmið bragar ok inn síðskeggja ás af hans nafni er sá kallaðr skeggbragi, er mikit skegg hefir ok sonr Óðins. Quali sono le kenningar per Bragi? Si può chiamarlo marito di Iðunn, primo creatore della poesia, áss dalla lunga barba – da questo nome, chiunque abbia una gran barba è chiamato skeggbragi – e figlio di Óðinn.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [17]

Snorri è sempre utile quando c'è da tirare le somme e introdurre un personaggio. Ma non dimentichiamo che egli dipende, in tutto o in parte, dai poemi mitologici. Torniamo dunque alla Ljóða Edda. Riguardo a Bragi, abbiamo ancora un interessante episodio del Lokasenna, dove non si fa alcun cenno al suo ruolo o alle sue capacità di poeta, ma, in un velenoso scambio di invettive che egli tiene con Loki, si evidenzia piuttosto un carattere incline alla mediazione e alla diplomazia. Loki accusa a più riprese Bragi di essere un vile, buono a evitare gli scontri, e lo definisce «fronzolo da panca» [bekkskrautuðr], suscitando infine un impeto d'orgoglio da parte del poeta, che minaccia di ucciderlo... se la situazione fosse diversa.

Þá stóð Viðarr upp ok skenkti Loka, en áðr hann drykki, kvaddi hann ásuna: Allora si alzò Víðarr e mescé da bere a Loki. Ma prima di bere quest'ultimo apostrofò gli Æsir:
Heilir æsir,
heilar ásynjur
ok ǫll ginnheilǫg goð!
Nema sá einn áss
er innar sitr,
Bragi, bekkjum á.
«Salute agli æsir,
salute alle ásynjur,
e a voi tutti, divinità eccelse!
Meno, unico, all'áss
che siede là in fondo,
Bragi, sulla panca».
Bragi kvað: Disse Bragi:
Mar ok mæki
gef ek þér míns féar,
ok bætir þér svá baugi Bragi,
síðr þú ásum
ǫfund of gjaldir;
grem þú eigi goð at þér!
«Un cavallo e una spada
ti dò dei miei averi,
e ti darà Bragi anche un bracciale;
ma tu agli æsir
non mostrar livore;
non attirarti l'ira degli dèi!».
Loki kvað: Disse Loki:
Jós ok armbauga
mundu æ vera
beggja vanr, Bragi;
ása ok álfa,
er hér inni eru,
þú ert við víg varastr
ok skjarrastr við skot.
«Di destrieri e bracciali
sarai sempre
e di questi e di quelli, povero, Bragi;
degli æsir e degli álfar
che sono qua dentro,
sei tu il più circospetto in battaglia
il più pavido a scoccar le frecce».
Bragi kvað: Disse Bragi:
Veit ek, ef fyr útan værak,
svá sem fyr innan emk
Ægis hǫll of kominn,
hǫfuð þitt
bæra ek í hendi mér;
lykak þér þat fyr lygi.
«Io so che se fuori,
così come ora son dentro,
venissi dalla corte di Ægir,
la tua testa
porterei nella mia mano:
sarebbe il minimo per le tue menzogne!»
Loki kvað: Disse Loki:
Snjallr ertu í sessi,
skal-at-tu svá gera,
Bragi bekkskrautuðr!
vega þú gakk,
ef þú vreiðr séir,
hyggsk vætr hvatr fyrir.
«Abile sei quando siedi:
non devi far così,
Bragi, fronzolo da panca!
Battiti,
se l'ira ti accende:
non ci pensa due volte un valoroso».
Ljóða Edda > Lokasenna [11-15]

A questo punto, interviene Iðunn e cerca di mettere pace tra i due, ma con poco successo. La sposa di Bragi ottiene il solo effetto di farsi ricoprire da ingiurie dal solito Loki:

Iðunn kvad:

Disse Iðunn:

«Bið ek, Bragi,
barna sifjar duga
ok allra óskmaga,
at þú Loka
kveðir-a lastastǫfum
Ægis hǫllu í».
«Ti prego, Bragi,
di pensare ai figli veri
e a quelli adottivi
e contro Loki
di non parlare con ingiurie
nella corte di Ægir».

Loki kvad:

Disse Loki:

«Þegi þú, Iðunn,
þik kveð ek allra kvenna
vergjarnasta vera,
síztu arma þína
lagðir ítrþvegna
um þinn bróðurbana».

«Sta' zitta, tu, Iðunn!
Dico fra tutte
la più vogliosa d'uomini sei:
fra le tue braccia,
ben lavate, hai stretto
l'uccisore di tuo fratello».

Skaði kvad:

Disse Iðunn:

«Loka ek kveðk-a
lastastǫfum
Ægis hǫllu í;
Braga ek kyrri
bjórreifan,
vilk-at ek at it vreiðir vegizk».
«Contro Loki io
non parlo con ingiurie
nella corte di Ægir.
Bragi anzi acquieto,
eccitato dalla birra;
non voglio che, presi d'ira, veniate alle armi».
Ljóða Edda > Lokasenna [16-18]

Quest'ultimo passo contiene un paio di dettagli interessanti. Che Bragi abbia dei figli, innanzitutto, sia veri che adottivi. Non sappiamo chi siano, tuttavia, né conosciamo i loro nomi, né sappiamo se Iðunn ne sia la madre. Ci chiediamo inoltre chi sia l'«uccisore del fratello» [bróðurbani] della dea. A dispetto della variegata vita sentimentale che Loki le attribuisce, l'unica relazione che conosciamo di Iðunn è proprio con Bragi, e possiamo dunque chiederci se sia proprio lui l'uomo che le assassinò il fratello.

Bragi è citato ancora in un brano del Sigrdrífumál, in cui sono elencati i luoghi in cui si trovano incise delle rune. Uno di questi è appunto la lingua di Bragi che, dunque, si configura come luogo magico per eccellenza dove la parola scaturisce in forma di poesia.

Á skildi kvað ristnar,
þeim er stendr fyr skínandi goði,
á eyra Árvakrs
ok á Alsvinns hófi,
á því hvéli, er snýsk
undir reið Hrungnis,
á Sleipnis tǫnnum
ok á sleða fjǫtrum.
Caratteri incisi su scudi, disse,
per chi dinanzi si erga al dio splendente,
sulle orecchie di Árvakr
e sugli zoccoli di Alsviðr,
anche sulla ruota che gira
sotto il carro di Hrungnir,
sui denti di Sleipnir
e sulle corregge delle slitta.
Á bjarnar hrammi
ok á Braga tungu,
á ulfs klóum
ok á arnar nefi,
á blóðgum vængjum
ok á brúar sporði,
á lausnar lófa
ok á líknar spori.
Sull'artiglio dell'orso
e sulla lingua di Bragi,
sulla grinfia del lupo
e sul becco dell'aquila,
sulle ali insanguinate,
all'estremità del ponte,
sul palmo della levatrice
e sull'orma di chi viene in aiuto.
Ljóða Edda > Sigrdrífumál [15-16]

Le presenze di Bragi nella letteratura strettamente mitica si concludono qui, oltre a una rapida apparizione del suo nome nelle þulur dedicate agli Æsir. Vi sono tuttavia un paio di apparizione nella letteratura scaldica, che ora vedremo.

Nell'anonimo Eiríksmál, «discorso per Eiríkr», panegirico scritto per commemorare la morte del re di Norvegia Eiríkr blóðøx, «ascia di sangue», avvenuta nel 954, Óðinn e Bragi attendono nella Valhǫll l'arrivo del defunto sovrano, annunciato da un gran frastuono.

Kvað Bragi: Disse Bragi:
Hvat þrymr þar
sem þúsund bifisk
eða mengi til mikit?
Braka ǫll bekkþili
sem myni Baldr koma
eptir í Óðins sali.
Cos'è questo fracasso?
È il calpestio di mille
o di una folla immensa?
Tutte le panche stridono:
sembra che Baldr ritorni
nella sala di Óðinn.
Kvað Óðinn: Disse Óðinn:
Heimsku mæla
skalat enn horski Bragi,
þvít þú vel hvat vitir;
fyr Eiríki glymr,
es hér mun inn koma
jǫfurr í Óðins sali.
Non raccontare storie,
Bragi, sei troppo saggio.
La verità la sai;
Eiríkr causa il frastuono:
sta per entrare un principe
nella sala di Óðinn.
Eiríksmál [2-3]

Ispirato a quest'ultimo è l'Hákonsmál, il «discorso per Hákon», dove lo scaldo Eyvindr Finnsson skáldaspillir crea una situazione analoga per commemorare Hákon goði, il «buono», fratello di Eiríkr blóðøx, morto nella battaglia di Stǫrð (960) proprio combattendo con i figli di costui. Óðinn manda Hermóðr e Bragi ad accogliere il sovrano

Hermóðr ok Bragi,
kvað Hroptatýr,
gangið í gǫgn grami,
þvít konungr ferr,
sás kappi þykkir,
til hallar hinig.
«Hermóðr e Bragi»
disse Hroptatýr,
«andate incontro al principe,
perché si è messo in strada,
un re che è apparso eroico
verso il nostro palazzo».
Ræsir þat mælti,
vas frá rómu kominn,
stóð allr í dreyra drifinn:
illúðigr mjǫk
þykkjumk Óðinn vesa,
séumk vér hans of hugi.
Il principe racconta
che viene da uno scontro,
dritto, grondando sangue:
«Mi sembra che Óðinn
sia molto maldisposto:
mi spaventa il suo umore».
herja grið
skalt þú allra hafa,
þigg þú at ósum ǫl ;
jarla bági,
þú átt inni hér
átta brœðr - kvað Bragi.
«Godrai la stessa pace
di tutti gli einherjar.
Accetta la birra degli Æsir.
Nemico degli jarlar,
troverai in questa casa
otto fratelli tuoi», disse Bragi.
Eyvindr Finnsson skáldaspillir: Hákonsmál [14-16]

Nell'una e nell'altra di questa composizione, Bragi è descritto presente nella Valhǫll, cosa alquanto curiosa visto il suo carattere non certo marziale. Ma forse la presenza di uno scaldo è considerata necessaria affinché le gesta dei guerrieri vengano fissate in versi. Nell'Hákonsmál, in particolare, Óðinn affianca Hermóðr a Bragi, come se anche quest'ultimo fosse un suo aiutante, e manda l'uno e l'altro ad accogliere il sovrano.

In un verso di Egill Skallagrímsson, si parla infine dell'«occhio di Bragi» [Bragi auga] (Hǫfuðlausn [21]), espressione di oscuro significato.

FONTI PRINCIPALI

Ljóða Edda > Grímnismál [44] = Gyfaginning {49}
Ljóða Edda > Lokasenna [prologo | 11-16 | 18]
Ljóða Edda  > Sigrdrífumál [16]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [26 | 41 {49}]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [1 | 4-7 | 9 | 17 | 24 | 30]
Þulur > Ása heiti [I: 1]
Eíriksmál [2-3]

Eyvindr Finnsson skáldaspillir: Hákonsmál [14 | 16]
Egill Skallagrímsson: Hǫfuðlausn [21]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
IMMAGINI
Iðunn e Bragi
Nils Blommér
(1846)
[MUSEO]
Bragi
Carl Wahlbom
(ca. 1850)
Bragi
 Karl Emil Doepler der Ältere
(1858)
Iðunn e Bragi
Carl Larsson
(1893) 
Bragi
Lorenz Frølich
(1906)
 
Iðunn, Loki,
Heimdallr e Bragi

Lorenz Frølich
(1906)
Iðunn, Loki,
Heimdallr e Bragi

Lorenz Frølich
(1906)
Iðunn e Bragi
Lorenz Frølich
(1906)
Loki e Bragi
Lorenz Frølich
(1906)
 
PAGINE
Æsir e Vanir - Le due stirpi divine
Bragi e Iðunn - La poesia e l'eterna giovinezza
Creazione pagina: 01.03.2010
Ultima modifica: 01.06.2013
 
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