ETIMOLOGIA Árvakr, terionimo.
«[Colui
che] si sveglia
presto».
- ár- | Il primo termine, ár, come sostantivo vuol
dire «anno». Da un protogermanico *jeran (cfr. gotico jēr;
anglosasson ġēar, inglese year, antico sassone jār, antico
alto tedesco jār, tedesco Jahr, olandese jaar; norreno
ár > svedese e danese år).
Come avverbio vuol dire «una volta» (cfr. inglese yore «tempo
antico»; Ulfila
rende con il gotico air il greco palaí «una volta»), ma anche «presto» (cfr.
anglosassone ær, inglese early; antico alto tedesco êr),
come nel verso: Ár vas alda «in principio era il tempo»
(Vǫluspá [3]). Nel
fuþark
antico, la runa *jeran corrisponde a una semiconsonante
j [j]. A sua volta da un indoeuropeo
*JŌR- «anno, estate».
- -vakr | L'aggettivo vakr (con -r radicale) vuol dire «sveglio, desto,
vigile, all'erta»; è derivato dal verbo vaka «svegliarsi» (cfr. inglese
to wake).
Alsviðr, terionimo.
«Tutto ardente».
Il Codex Regius [R], nel Sigrdrífumál,
riporta la lezione Alsvinnr, derivata per normale passaggio -ðr >
-nnr.
- al- | Il prefisso al(l)-
«tutto», indica completezza
e totalità (cfr. antico sassone eal-, inglese all/al-, tedesco all-).
- -sviðr | Dal verbo sviða «bruciare, ardere, arrostire» (in
Norvegia,
sviða è una terra boscosa dissodata col fuoco). Si veda anche l'epiteto
Svíðurr, attribuito a
Óðinn, che significa «ardente», oppure «[colui
che] brucia», «distruttore».
La Isnardi, seguendo la lezione di De Vries, interpreta in senso
figurato:
«velocissimo». (De Vries 1961 | Isnardi 1975) |