SCHEDARIO

GERMANI
Scandinavi

MITI GERMANICI
Jǫtunheimr
JǪTUNHEIMR
Nella cosmologia scandinava, è forse uno dei nove mondi [nío heimar],  posto a oriente o a nord, oltre i fiumi cosmici Élivágar. Vi dimorano i giganti [jǫtnar], e vi si reca spesso Þórr nei suoi viaggi a oriente.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • È il mondo dove dimorano i giganti [jǫtnar o þursar].
  • Oscuro, brullo e freddo, si colloca a oriente o a settentrione.
  • Si trova oltre i fiumi cosmici Élivágar. Altrimenti è il fiume Ífing separarlo dal mondo degli dèi.
  • È circondato dall'oceano esterno [úthaf], in cui giace il serpente Jǫrmungandr.
  • Vi dimora l'antico gigante Nǫrfi.
  • Vi dimora Angrboða e vi vengono allevati i tre figli avuti con Loki: Fenrir, Jǫrmungandr ed Hel.
  • Vi si trova probabilmente Járnviðr, il bosco dagli alberi di ferro, dove viene allevata la stirpe dei lupi.
  • Vi si reca Skírnir, attraversando oscurità e fiamme, come pronubo del suo padrone Freyr.
  • Vi si trova Þrymheimr, dimora di Þjazi e Skaði. Qui Þjazi vi conduce Iðunn, dopo averla rapita. La dea verrà in seguito salvata da Loki.
  • Þórr e Týr vi si recano alla ricerca del calderone di Hymir. Þórr si reca in barca sull'oceano esterno [úthaf], per pescare il serpente Jǫrmungandr.
  • Óðinn si reca nei Grjóttúnagarðar per provocare il gigante Hrungnir, il quale poi viene sconfitto in combattimento da Þórr.
  • Þórr vi si reca senza il martello. Giunge prima alla dimora della gigantessa Gríðr. Arriva poi, dopo aver guadato il fiume Vimur, a Geirrøðargarðr, dimora di Geirrøðr.
  • Þórr e Loki vi si recano, vestiti da donne, per recuperare il martello, rubato da Þrymr.
  • Þórr vi trova Aurvandill, marito di Gróa; e lo porta a casa dentro una gerla.
  • Vi proviene la gigantessa Hyrrokkin, giungendo al funerale di Baldr.
  • Nel giorno di Ragnarǫk, Hrymr arriva da oriente, guidando le armate dei giganti.
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

FONTI

Norreno Iǫtunheimr Jötunheimr) Iǫtvn heimr 
Iotvn heimr 
Iotvn hæimr
Ljóða Edda | Prose Edda

ETIMOLOGIA

Jǫtunheimr, toponimo.
«Mondo dei giganti».

  1. Jǫtun- | Dal sostantivo norreno jǫtunn  (si veda per l'etimologia).
     
  2. -heimr | Sostantivo maschile heimr, «casa, patria, mondo». Il termine deriva da un protogermanico *haimaz. Cfr. antico alto tedesco haim > tedesco Heim «casa» ed Heimat «patria»; olandese heem «casa»; anglosassone hām > inglese home «casa»; norreno heimr > danese e norvegese hjem «casa», svedese hem «casa». È lo stesso elemento che caratterizza i nomi di alcuni dei nove mondi della cosmologia norrena: Álfheimr. Niflheimr, Jǫtunheimr, Múspellsheimr, etc.

Schedario [Jǫtnar]►

LETTURATURA

Dello Jǫtunheimr, i testi mitologici parlano con una certa generosità. È il luogo da cui provengono i giganti [jǫtnar o þursar], nemici degli dèi, e dove è ambientata la maggior parte delle avventure di Þórr. Non è possibile citare tutte le occorrenze in letteratura, e ci atterremo alle più importanti.

Nei poemi più antichi, lo Jǫtunheimr ha già una fisionomia ben stabilita, segno che la tradizione è ben affermata. Nella Vǫluspá, lo Jǫtunheimr è innanzitutto il luogo da cui provengono le tre enigmatiche «fanciulle di giganti» [þursa meyjar] che misero fine all'età dell'oro degli Æsir:

Teflðu í túni,
teitir váru,
vas þeim véttergis
vant ór gulli,
unz þríar kómu
þursa meyjar,
ámátkar mjǫk,
ór Jǫtunheimum.
Nel cortile [gli Æsir] giocavano a scacchi;
erano ricchi:
non sentivano affatto
mancanza d'oro.
Fino a quando tre giunsero,
fanciulle di giganti
oltremisura possenti,
da Jǫtunheimr.
Ljóða Edda > Vǫluspá [8]

Il paese dei giganti viene citato in una strofa che descrive l'inquietudine e l'agitarsi di tutte le creature alla vigilia del Ragnarǫk. Lo Jǫtunheimr è detto risuonare, probabilmente perché i giganti si scuotono e brontolano in vista della prossima battaglia.

Hvat 's með ásum?
hvat 's með álfum?
gnýr allr Jǫtunheimr,
æsir 'ro á þingi,
Cosa incombe sugli Æsir?
Cosa incombe sugli elfi?
Risuona tutto Jǫtunheimr,
gli dèi sono a consiglio.
Ljóða Edda > Vǫluspá [8]

Nello Skírnismál, assistiamo al viaggio di Skírnir nel paese dei giganti, come pronubo del suo padrone Freyr. Il luogo in cui egli si reca è evidentemente dato per scontato, tanto da non venire mai citato per l'intera composizione. Solo alla fine del testo, al ritorno di Skírnir, Freyr gli chiede cos'abbia «concluso in Jǫtunheimr» [hvat þú árnaðir í jǫtunheima?] (Skírnismál [40]). Inoltre, il redattore del Codex Regius si sente in dovere di definire esplicitamente la destinazione del viaggio di Skírnir, per ben due volte, negli incisi prosastici del poema.

Il viaggio verso lo Jǫtunheimr viene descritto con accenni piuttosto enigmatici. Dapprima Skírnir chiede a Freyr un cavallo che lo conduca attraverso una strana, oscura barriera fiammeggiante:

Mar gefðu mér þá,
þann er mik um myrkvan beri
vísan vafrloga...
Il cavallo consegnami allora
che per l'oscura mi porti
guizzante fiamma famosa...
Ljóða Edda > Skírnismál [8]

Poi, rivolgendosi al cavallo, Skírnir rincara l'idea di un luogo tenebroso e oscuro, oltreché pericoloso per via dei giganti che vi dimorano:

Myrkt er úti,
mál kveð ek okr fara
úrig fjǫll yfir,
þyrja þjóð yfir;
báðír vit komumk,
eða okr báða tekr
sá inn ámátki jǫtunn.
Buio è là fuori,
è tempo, dico, di metterci in viaggio
attraverso montagne brumose,
attraverso paesi di giganti.
O entrambi passeremo
o ci prenderà entrambi
quel gigante oltremodo possente
Ljóða Edda > Skírnismál [10]

Seppure non esplicitamente nominato, lo Jǫtunheimr è comunque il luogo dove si recano Þórr e Týr nell' Hymiskviða, per farsi consegnare il calderone dal gigante Hymir. È evidente che Þórr, nell'Hárbarðsljóð, sia di ritorno dalla terra dei giganti, per quanto in questo poema non si citi mai il termine Jǫtunheimr. Al contrario, nella buffonesca Þrymskviða, dove Þórr e Loki si recano travestiti da donne nella terra dei giganti, il termine ricorre ben sette volte: essendo un poema più tardo degli altri, è possibile che il compositore sentisse il bisogno di ricordare continuamente ai suoi ascoltatori dove si svolgesse la vicenda.

Nella sua Edda, Snorri cita continuamente il mondo dei giganti, che è il luogo dove si svolgono la maggior parte delle avventure di Þórr. Esso è innanzitutto la terra da cui Gefjun porta i buoi con cui strappa la terra a re Gylfi (Gylfaginning [1]). È il luogo dove abita Nǫrfi [10], e da dove provengono le fanciulle giganti (già citate in Vǫluspá [8]) che misero fine all'età dell'oro degli Æsir [14]. È il luogo da cui proviene Angrboða e dove vengono allevati i tre figli che costei ha con dove Loki: il lupo Fenrir, il serpente Jǫrmungandr ed Hel [34]. Quest'ultima notizia, confrontata con Vǫluspá [40]...

Austr sat en aldna
í Járnviði
ok fæddi þar
Fenris kindir...
La vecchia siede ad oriente
in Járnviðr
e laggiù nutre
la stirpe di Fenrir.
Ljóða Edda > Vǫluspá [40]

...suggerisce che Járnviðr, il bosco dagli alberi di ferro, si trovi appunto nel mondo dei giganti, ad oriente.

In seguito, trattando del mito della costruzione delle mura dell'Ásgarðr, gli dèi si chiedono «chi avesse consigliato di consegnare Freyja allo Jǫtunheimr», dando per scontato che l'artigiano, venuto a proporre il grottesco scambio, fosse giunto proprio dal mondo dei giganti (Gylfaginning [42]). Lo Jǫtunheimr è anche il luogo da cui proviene Hyrrokkin, la gigantessa che spinge la nave funeraria di Baldr [49].

Nel libro successivo, Loki si reca nello Jǫtunheimr alla ricerca di Iðunn (Skáldskaparmál [3]); possiamo dunque arricchire la geografia del paese dei giganti, collocandovi Þrymheimr, dimora di Þjazi e, in seguito, di Skaði. Anche il viaggio che Þórr compie presso il gigante Geirrøðr è evidentemente da collocare nello Jǫtunheimr, anche se Snorri non ritiene necessario chiarirlo. Ed è probabilmente sempre nello Jǫtunheimr che si trova la dimora di Gríðr (Skáldskaparmál [26]). Anche la dimora di Hrungnir, Grjóttúnagarðar, si trova nello Jǫtunheimr: qui Óðinn provoca il borioso gigante e, sempre qui, Þórr lo sconfigge in combattimento (Skáldskaparmál [24]).

Nel capitolo successivo, Þórr informa la vecchia Gróa di aver trovato suo marito Aurvandill, fornendoci una notizia interessante:

At hann hafði vaðit norðan yfir Élivága ok hafði borit í meis á baki sér Aurvandil norðan ór Jǫtunheimum... Le raccontò dunque di essere giunto da nord guadando gli Élivágar e di aver portato Aurvandill fuori dallo Jǫtunheimr, dentro una gerla sulla schiena.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [3]

Lo Jǫtunheimr va qui collocato a settentrione, oltre i fiumi Élivágar. La notizia va confrontata con una preziosa annotazione presente in Hymiskviða [5], dove leggiamo:

Býr fyr austan
Élivága
hundvíss Hymir
at himins enda.
Dimora a oriente
degli Élivágar,
il sapiente Hymir,
alla fine del cielo.
Ljóða Edda > Hymiskviða [5]

Curioso l'appunto «alla fine del cielo» [at himins enda] che in genere è riferito alla rocca di Himinbjǫrg: in questo caso è forse da intendere che il mondo dei giganti confini con quello celeste degli dèi, da cui lo separano gli Élivágar.

Nell'Haustlǫng di Þjóðólfr ór Hvíni (citato da Snorri in Skáldskaparmál [30]), la dea Iðunn, rapita da Þjazi, viene detta giungere dal sud, direzione del sole e della luce, da cui si deduce il mondo dei giganti è rivolto a nord:

Urðut brattra barða
byggvendr at þat hryggvir;
þá vas Ið með jǫtnum
unnr nýkomin sunnan...
Non fu certo un momento di tristezza
per gli abitanti delle rupi ripide
l'arrivo, dalle vie del mezzogiorno,
di Iðunn nel paese dei giganti...
Þjóðólfr ór Hvíni: Haustlǫng [10]

D'altra parte, nei testi è detto spesso che Þórr si diriga «a oriente», quando deve combattere i giganti (Gylfaginning [42 | 45]), ed è da oriente che i giganti attaccheranno quando verrà il giorno di Ragnarǫk (Vǫluspá [50-51]). Lo Jǫtunheimr può venire insomma collocato indifferentemente a oriente o a settentrione, senza che in questa ambiguità vada necessariamente vista una contraddizione. Se ci si mette dal punto di vista degli Scandinavi, l'est e il nord erano direzioni che conducevano comunque a regioni gelide e desolate.

D'altra parte, non vi è alcuna sorpresa che, a oriente o a nord che sia, lo Jǫtunheimr sia collocato oltre i fiumi cosmici Élivágar, i quali scorrono, come sappiamo, dal cielo, alla terra, agli inferi. Che il mondo dei giganti sia separato da un confine di questo genere, è anche suggerito da una strofa del Vafþrúðnismál, dove leggiamo:

Ífing heitir á,
er deilir með jǫtna sonom
grund ok með goðom;
opin renna
hón skal um aldrdaga,
verðrat íss á á.
Ífing si chiama il fiume
che divide tra i figli dei giganti
la terra e tra gli dèi.
Libero scorrerà
fino alla fine dei tempi:
non gelerà mai quel fiume.
Ljóða Edda > Vafþrúðnismál [16]

Nella prezioso cosmografia disegnata dall'Hymiskviða, d'altra parte, l'oceano esterno [úthaf], in cui Þórr si reca in barca per pescare il serpente Jǫrmungandr, sembra lambire le coste dello Jǫtunheimr. La terra dei giganti viene qui collocata sul bordo del mondo, identificandosi in certa misura con l'Útgarðr, o «recinto esterno», descritto da Snorri in uno dei più affascinanti episodi del suo libro (Gylfaginning [45-47]). L'espressione «alla fine del cielo» [at himins enda] (Hymiskviða [5]) potrebbe alternativamente indicare il bordo del mondo, proiettandoci in una prospettiva che non è più terrestre, ma cosmologica.

FONTI

Ljóða Edda > Vǫluspá [8 | 48]
Ljóða Edda > Vafþrúðnismál [15-16]
Ljóða Edda > Hymiskviða [passim]
Ljóða Edda > Skírnismál [prologo | 40]
Ljóða Edda > Þrymskviða [7 | 12-13 | 20-21 | 26 | 28]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [1 | 10 | 14 | 34 | 42 | 45 | 49 | 51 {55}]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [3 | 24-25 | 26 | 30]
Cfr. Þjóðólfr ór Hvíni: Haustlǫng [10]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
IMMAGINI
 
I Nove Mondi
Rappresentazione grafica della cosmologia scandinava
I Nove Mondi
Rappresentazione grafica della cosmologia scandinava
Jǫtunheimr
© Óðindís
Jǫtunheimr
Autore sconosciuto
(2010)
 
PAGINE
Gylfaginning - L'inganno di re Gylfi
I nove mondi - E l'albero che li sostiene

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 24.04.2013

 
POSTA
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