ETIMOLOGIA Nǫrfi, cosmonimo. Il nome di questo personaggio viene
presentato nei manoscritti in diverse lezioni. La forma
principale sembra essere Nǫrfi. Le lezioni <Nꜹrvi>, fornita
nella Ljóða Edda,
e <Norvi>, fornita in alcuni manoscritti della
Prose Edda,
sono da intendere come diverse ortografie della forma
Nǫrfi e non come un'ulteriore variante del nome. Infatti, il
nesso ꜹ – fusione delle lettere au – è l'antica grafia per la vocale [ɔ], in seguito segnata
nei manoscritti come ǫ
(e oggi sovente normalizzata in ö); inoltre la pronuncia di f intervocalica è
in norreno [v], ragion per cui i segni f e v sono spesso interscambiabili nei
manoscritti. Il Codex
Uppsaliensis della
Prose Edda è l'unico manoscritto a tramandare la lezione
<Nori>,
da intendere probabilmente come una cacografia. Più ardua la doppia variante
del nome esplicitamente presentata nella
Prose Edda: Nǫrfi o Narfi
[Nǫrfi eða Narfi]. È forse possibile che Snorri si confonda col nome di
Narfi figlio di Loki, anche se
la relazione di quest'ultimo con Nǫrfi è lungi dall'essere stata
chiarita. Si tenga presente che, nel corso della declinazione dei sostantivi,
una a [a] radicale può spesso mutarsi in ǫ
[ɔ] per il fenomeno della
metafonia labiale. L'etimologia è
comunque poco chiara e anche il dizionario antico-islandese
si limita a riportare, alla voce Narfi, la laconica
dicitura «nome proprio», peraltro attestato in alcuni
toponimi, come Narfa-eyrr in Islanda
(Cleasby
~ Vigfússon 1874). |