ETIMOLOGIA Skoll / Skǫll, terionimo.
«[Colui che] incombe»? Il termine, fornito nelle due forme alternative Skoll e Skǫll, è privo di un'etimologia precisa. Forse
deriva dal verbo skolla «incombere». Il verbo significa anche «muoversi
furtivamente». Si noti che Skolli è anche nomignolo della volpe,
«[colei che] si muove furtiva». (Cleasby ~ Vigfússon 1874) |
LETTERATURA
Skoll e
Hati, i due lupi che corrono in cielo, rispettivamente inseguendo e
precedendo il carro di Sól, compaiono in una
strofa del
Grímnismál, dov'è scritto:
Skǫll heitir úlfr,
er fylgir eno skirleita
goði
til varna viðar;
en annarr Hati,
hann er Hróðvitnis sonr,
sá skal fyr heiða brúði
himins. |
Skoll si chiama il lupo
che insegue la divinità splendente
al riparo tra i boschi;
ma un secondo,
Hati;
(lui è di
Hróðvitnir
il figlio)
precederà la chiara sposa del
cielo.
|
Ljóða Edda
>
Grímnismál [39] |
Questa la spiegazione che dà Snorri del passo:
Þat eru tveir úlfar,
ok heitir sá er eptir henni ferr
Skǫll. Hann hræðisk hon, ok hann
mun taka hana. En sá heitir Hati
Hróðvitnisson er fyrir henni
hleypr, ok vill hann taka tunglit,
ok svá mun verða. |
Ci sono due lupi: quello che corre dietro a lei [a Sól] si chiama Skoll. Egli la spaventa e alla fine la prenderà. Si chiama invece
Hati figlio di
Hróðvitnir
quello che corre davanti a
lei [a Sól], il quale vuole prendere la luna, e anche questo accadrà. |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Gylfaginning [12] |
In un altro capitolo della sua opera, trattando della fine dei tempi e del
crollo morale del mondo, Snorri ribadisce il destino a cui andranno incontro il
sole e la luna, ma questa volta non specifica i nomi dei lupi:
Þá verðr þat er mikil tíðindi þykkja at úlfrinn gleypir sólna,
ok þykkir mǫnnum þat mikit mein. Þá tekr annarr úlfrinn tunglit, ok gerir sá ok
mikit ógagn. |
Accadrà in seguito una cosa che sembrerà spaventosa: il lupo inghiottirà il sole
e questo per gli uomini sarà una grande sciagura. L'altro lupo prenderà
la luna,
suscitando anch'esso un grande male. |
Snorri Sturluson:
Prose Edda >
Gylfaginning [51] |
Difficile dire in base a quale autorità Snorri affermi che i due lupi – Skoll e
Hati – siano destinati a sbranare il sole e la luna. Un passo della
Vǫluspá
(anche citato da Snorri in
Gylfaginning
{13}),
si limita a dire semplicemente che toccherà a un lupo, proveniente dalla stirpe
allevata in Járnviðr, divorare in cielo uno degli
astri:
Austr sat en aldna
í Járnviði
ok fæddi þar
Fenris kindir;
verðr af þeim ǫllum
einna nǫkkurr
tungls tjúgari
í trolls hami. |
La vecchia siede ad oriente
in
Járnviðr
e laggiù nutre
la stirpe di
Fenrir.
Di tutti quelli
uno solo si fa
divoratore dell'astro
in forma di troll. |
Fylliz fjǫrvi
feigra manna,
ryðr ragna sjǫt
rauðum dreira... |
Si nutre della vita
degli uomini destinati a morire,
arrossa le case degli dèi
con sangue scarlatto... |
Ljóða Edda
> Vǫluspá [40] |
Di quale lupo si tratti, il testo non lo dice, né
sappiamo con certezza se l'astro in questione sia il sole o la luna. In norreno,
la parola
tungl
significa «astro, luminare» (cfr. latino sidus), indicando indifferentemente il
sole o la luna, e i vari traduttori hanno proposto via via l'una o l'altra delle
interpretazioni. Il
significato di «luna» è quello maggiormente attestato
nella letteratura , dove il termine ha spesso
sostituito il più poetico máni
(Cleasby ~ Vigfússon 1874). In tal caso si tratterebbe, stante
l'informazione di Snorri, di
Hati.
Nel
Vafþrúðnismál, tuttavia, è lo stesso
Fenrir – e non Skoll – a sbranare il sole.
Si noti infine che Skoll non compare nella þula relativa ai nomi dei lupi, mentre
Hati vi fa la sua brava apparizione accanto a
Hróðvitnir.
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