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Norreno |
Valaskiálf
→
Valaskjálf |
Valaſcıalf
Valaſkıalf
Valaſkıaf
Vala ſkıalf
Vala ſkıalp |
[R]
[A]
[Rs]
[W | U]
[T] |
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ETIMOLOGIA Valaskjálf vuol dire «rocca
dei caduti».
- vala- | Dal sostantivo maschile valr (s.m.), «ucciso,
caduto». Cfr. anglosassone wæl o walre; antico alto tedesco wala-. È la stessa radice presente nelle parole
Valhǫll «sala dei caduti» e
Valkyrjur «[coloro che] scelgono i caduti».
- -skjálf
| Il sostantivo femminile skjálf indica un ripiano o una piattaforma. Scomparso in quasi tutte le lingue
germaniche, il termine rimane nell'inglese shelf «scaffale, mensola, sporgenza».
In norreno il termine è rimasto quasi unicamente nei nomi di Valaskjálf e
Hliðskjálf, che sono rispettivamente un
palazzo e un trono. L'idea sembra essere quella di un luogo sopraelevato dal
quale sia possibile dominare un vasto spazio. Da qui le varie traduzioni con il
quale si è voluto rendere skjálf nei due toponimi: «rocca, seggio, nido,
vetta». Gianna Chiesa Isnardi propone «rocca montana».
Una lettura
alternativa, Válaskjálf (con la á lunga), porterebbe il
significato del toponimo a «rocca di Váli», dal nome del
figlio di Óðinn che vendicò
Baldr. Se così fosse, tuttavia, manca la
giustificazione mitologica. Il nome della dimora resta nel toponimo norvegese
Valaskioll. |
LETTERATURA Di Valaskjálf, residenza di Óðinn,
tratta innanzitutto nel
Grímnismál, dov'è detta essere la terza
delle dodici – in realtà tredici – dimore celesti che compongono il mondo degli
Æsir:
Bær er sá inn þriði,
er blið regin
silfri þǫkðo sali;
Valaskjálfr heitir,
er vélti ser
áss i árdaga. |
Altra dimora è la terza
che gli dèi soavi
con argento ricoprirono a farne una
corte.
Valaskjálf si chiama
quel [palazzo] che costruì per sé
l'áss al principio dei tempi. |
Ljóða Edda
>
Grímnismál
[6] |
Il testo non ci dice qui chi sia il dio [áss]
che abbia costruito Valaskjálfr, anche se è
probabile sia stato Óðinn, visto che,
stando a Snorri, il palazzo apparteneva proprio a lui. In un passo della sua
Prose Edda, lo scrittore islandese
aggiunge alcuni dettagli:
Þar er enn mikill
staðr er Valaskjálf heitir. Þann
stað á Óðinn, þann gǫrðu guðin ok
þǫkðu skíru silfri, ok þar er
Hliðskjálfin í þessum sal, þat
hásæti er svá heitir. Ok þá
Allfǫðr sitr í því sæti, þá sér
hann um alla heima. |
C'è poi
[in cielo] un grande posto che si chiama Valaskjálf, che appartiene a
Óðinn. Lo fecero gli dèi e lo ricoprirono d'argento puro; in quella sala si
trova Hliðskjálf, l'alto seggio, così come è chiamato, e quando
Allfǫðr siede su quel trono, vede tutto il mondo. |
Snorri
Sturluson: Prose Edda >
Gylfaginning [17] |
Si noti che, nel
Grímnismál fu
Óðinn a edificare Valaskjálf, e gli dèi lo ricoprirono d'argento.
Snorri afferma invece che il palazzo venne tanto costruito quanto ricoperto
d'argento dagli dèi.
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FONTI
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BIBLIOGRAFIA
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