SCHEDARIO

GERMANI
Scandinavi

MITI GERMANICI
Miðgarðr
MIÐGARÐR
«Recinto mediano».
N
ella cosmologia germanica, il mondo centrale, destinato ad accogliere le stirpi umane. Presumibilmente uno dei nove mondi [nío heimar], corrisponde in tutto o in parte alla terra abitata dagli uomini.

* * *

 
MITOLOGIA
MITI
  • Subito dopo l'innalzamento delle terre, i figli di Borr creano il vasto Miðgarðr, al centro dell'universo.
  • Esso è delimitato tutto intorno da un recinto costruito con le ciglia di Ymir, allo scopo di tenere lontani i giganti.
  • Dopo la creazione di Askr ed Embla, viene donato ai figli degli uomini, perché lo popolino.
  • Þórr è il difensore del Miðgarðr e il protettore degli uomini.
  • L'insieme delle terre emerse è circondato dal serpente Jǫrmungandr che, per tale ragione, è chiamato Miðgarðsormr
  • Nel ragnarǫk, le acque sollevate da Jǫrmungandr si rovesceranno sul Miðgarðr, spazzando via il genere umano.
  • In seguito, le acque si ritireranno ancora una volta, lasciando riemergere le terre.
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

FONTI

Norreno Miþgarþr norm. Miðgarðr) Miþgarþr
Miðgarþr
Miðgarðr
Miðgardr
Midgardr
Ljóða Edda | Prose Edda
Gotico Midjungards   Bibbia gotica
Antico alto tedesco Mittilagart Mittilagart
Mittigart
Mittingart
Mūspilli
Sassone Middilgard Middilgard Hēliand
Anglosassone Middelġeard Middelᵹeard Crist | Bēowulf
Medio inglese Middellerde Middellerde
Middellærd

ETIMOLOGIA

Miðgarðr, toponimo.
Il termine significa «recinto mediano», da intendere come «spazio dentro il recinto».

Il composto è attestato in quasi tutte le antiche lingue germaniche: gotico midjungards, antico alto tedesco mittilagart, sassone middilgard, anglosassone middelġeard, norreno miðgarðr.

  1. Mið- | Il primo termine del composto è, in norreno, il sostantivo neutro mið «parte centrale» (í mið «in mezzo»), che come aggettivo dà miðr «mediano» (da un protogermanico *medja-/*meddila-; cfr. anglosassone medel > inglese middle; sassone middi; antico alto tedesco mitti; Ulfila rende con il gotico midjis il greco mésos «centrale»). La parola deriva dalla radice proto-indoeuropea *MEDʰJO-, da cui sono derivati molti esiti nelle varie lingue indoeuropee (sanscrito madhya, avestico maiδya, armeno mēǰ, greco mésos, latino medium, antico irlandese mid, paleoslavo mežda, tutti di analogo significato).
     
  2. -garðr | Il secondo termine, garðr, indica uno spazio chiuso e recintato. Il termine è attestato in diversi importanti toponimi mitologici, come Ásgarðr (il «recinto degli Æsir», nome della fortezza divina), o Útgarðr (il «recinto esterno», dove dimorano i giganti). Si tratta ancora una volta di un termine diffuso in tutte le lingue germaniche (da un protogermanico *garđaz; cfr. anglosassone geard > inglese yard «cortile» e garden «giardino»; antico alto tedesco gart > tedesco Garten «giardino»; norreno garðr > danese e svedese gård «cortile»; Ulfila rende con il gotico gards il greco oîkos «casa»; il prestito germanico ha dato tra l'alto l'italiano giardino, il francese jardin e lo spagnolo jardín). Il termine deriva da una radice indoeuropea *ǴʰER- «recinto» (cfr. ḫittita gurtas; sanscrito harati, avestico gǝrǝdha; greco chórtos «recinto»; latino hortus «giardino»; irlandese gort «campo», gallese garth «fortezza, bastione»; lituano gardas, žardas «recinto, fortificazione»; paleoslavo gorodŭ «fortezza» > russo grad «città», cèco hrad «castello»).

Radice: [*ǴʰER-]►

LETTURATURA

Con il Miðgarðr, il «recinto mediano», regione cosmica abitata dal genere umano, affondiamo nella comune cosmologia germanica. Il termine mantiene però gli addentellati mitologici solo nella letteratura in lingua norrena; nelle fonti cristiane – gotiche, tedesche, sassoni e anglosassoni – è utilizzato semplicemente come sinonimo poetico della terra abitata dagli uomini.

Fonti mitologiche norrene
Fonti cristiane (gotiche, anglosassoni...)

 


FONTI MITOLOGICHE NORRENE

Nella Ljóða Edda, il Miðgarðr è già stabilito come entità cosmologica. Compare per la prima volta nella Vǫluspá, dove viene formato [skapa] dai figli di Borr, nel corso dell'imponente opera di creazione:

Áðr Bors synir
bjǫðum of ypðu,
þeir es Miðgarð
mæran skópu...
Finché i figli di Borr
innalzarono le terre,
loro che Miðgarðr
vasto fondarono...
Ljóða Edda > Vǫluspá [4]

Il brano è piuttosto ambiguo ed è difficile dire se anche il Miðgarðr sia una delle «terre» [bjǫðum] innalzate dai figli di Borr. La parola norrena bjǫðr (o bjóðr) significa innanzitutto «tavola, mensa», ma anche, al plurale, «terre, regioni, distese» (cfr. Englabjǫð «Inghilterra»). Marcello Meli suggerisce che tali «terre» vennero tratte fuori dalle acque, con possibile riferimento al dettato biblico, dove le acque si ritirano al comando di Dio per lasciar emergere la terraferma (cfr. Genesi [I: 9]) (Meli 2008). L'interpretazione appare però improbabile, perché il motivo dell'emersione della terra dalle acque sembra estraneo al mondo germanico (il ritirarsi delle acque dopo il ragnarǫk va collegato all'inondazione precedentemente causata da Jǫrmungandr). Il Miðgarðr, qui definito con l'aggettivo mærr «vasto, famoso, glorioso», sembra piuttosto un mondo a sé stante, separatamente creato dai figli di Borr. Il verbo skapa significa «plasmare, dare forma», ma anche «assegnare un destino», e ancora, nella forma derivativa skepja, «fissare, istituire» (Ulfila rende con il gotico skapjan il greco ktízō «fondare, colonizzare, istituire»). Ci si può dunque chiedere in che senso intendere la creazione del Miðgarðr nell'ambito del sollevamento delle terre.

I dettagli dell'opera di creazione compiuta dai figli di Borr sono definiti in Grímnismál [40-41], dove l'universo viene plasmato a partire dal corpo sacrificato di Ymir: la terra è tratta dalla carne del gigante primordiale, il mare dal suo sangue, le montagne dalle ossa, gli alberi dai capelli, il cielo dal cranio, e così via. È appunto nel contesto di una tale cruenta opera di creazione, che la natura del Miðgarðr viene definita in senso etimologico e cosmologico insieme:

En ór hans brám
gerðo blið regin
miðgarð manna sonom...
Dalle sue sopracciglia
fecero gli dèi benedetti
Miðgarðr per i figli degli uomini...
Ljóða Edda > Grímnismál [41]

Il Miðgarðr è essenzialmente un garðr, uno spazio racchiuso entro un recinto. Il verbo è qui un generico gǫra/gera, «fare, costruire». D'altronde ben adoperato, visto che i figli di Borr stanno fisicamente innalzando una recinzione. La «creazione» del Miðgarðr si configura dunque come la delimitazione di uno spazio. È un'opera di fondazione.

L'helmingr di Grímnismál [41] può essere letta superando la necessità di tradurre il termine Miðgarðr come nome proprio: «fecero gli dèi benedetti un recinto mediano per i figli degli uomini». Nel corso della creazione dell'universo, dunque, la parte centrale dell'universo viene separata e destinata al genere umano. Essa è protetta da un bastione che gli dèi hanno innalzato, utilizzando le ciglia di Ymir. Il Miðgarðr è lo spazio compreso dentro questo imponente bastione cosmico. È il nostro mondo.

È Snorri a spiegare nei dettagli la creazione del Miðgarðr nell'ambito del sistema cosmologico scandinavo:

Hon er kringlótt útan, ok þar útan um liggr hinn djúpi sjár, ok með þeiri sjávarstrǫndu gáfu þeir lǫnd til bygðar jǫtna ættum. En fyrir innan á jǫrðunni gerðu þeir borg umhverfis heim fyrir ófriði jǫtna, en til þeirar borgar hǫfðu þeir brár Ymis jǫtuns ok kǫlluðu þá borg Miðgarð. [La terra] è circolare all'esterno e tutt'attorno vi giace un mare profondo; lungo le rive di quel mare [i figli di Borr] diedero le terre alla stirpe dei giganti perché vi abitassero. Ma all'interno della terra, essi edificarono un bastione tutt'attorno al mondo, contro l'ostilità dei giganti, usando per il loro recinto le ciglia del gigante Ymir, e chiamarono quella rocca Miðgarðr.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [8]

E non appena l'umanità venne creata, aggiunge Snorri, «le fu data dimora entro il Miðgarðr» [þeim er bygðin var gefin undir Miðgarði] (Gylfaginning [9]).

Snorri dipinge dunque una cosmologia fatta di due regioni concentriche, separate dal bastione innalzato con le ciglia di Ymir. Nella parte centrale c'è il Miðgarðr, lo «spazio dentro il recinto». All'esterno vi è la terra abitata dai giganti, a cui andrebbe logicamente attribuito l'opposto termine Útgarðr, lo «spazio fuori dal recinto».

I figli di Borr, dopo aver completato la creazione e aver donato il Miðgarðr al genere umano, decidono di costruire una loro dimora, al «centro del mondo» [í miðjum heimi] (Gylfaginning [9]). Innalzano dunque la rocca di Ásgarðr, completando uno spazio tripartito in senso concentrico. A quel punto, essi vogliono costruire, a loro volta, un giro di mura intorno all'Ásgarðr, e cercano chi possa accollarsi un compito tanto immane.

Þá kom þar smiðr nǫkkvorr ok bauð at gera þeim borg á þrim misserum svá góða at trú ok ørugg væri fyrir bergrisum ok hrímþursum þótt þeir komi inn um Miðgarð. Un giorno giunse un artigiano che offrì loro di costruire in tre misseri una cittadella così ben fatta da essere solida e protetta contro i giganti di montagna e i giganti di brina, anche qualora fossero arrivati fino in Miðgarðr.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [42]

Si comprende come anche il bastione rizzato a proteggere il Miðgarðr, simbolo concreto dell'ordine cosmico istituito dagli dèi, abbia bisogno di continua vigilanza, affinché i giganti non lo superino. A vigilare sull'integrità del garðr è Þórr, il quale tiene a bada i giganti, attento che non oltrepassino i confini stabiliti dagli Æsir. Per tale ragione, Þórr è detto «difensore di Miðgarðr» [Miðgarðs véurr], paladino e garante dell'ordine cosmico (Vǫluspá [56]).

Hvernig skal kenna Þór? Svá at kalla hann [...] verjandi Ásgarðs, Miðgarðs, dólgr ok bani jǫtna ok trǫllkvinna... Quali sono le kenningar per Þórr? Lo si può chiamare [...] difensore di Ásgarðr e Miðgarðr, nemico e uccisore di giganti e trollesse...
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [11]

È anche questo il senso delle parole di Þórr nell'Hárbarðsljóð:

Mikil myndi ætt jǫtna,
ef allir lifði
vætr myndi manna
undir Miðgarði.
Grande sarebbe stata la stirpe dei giganti
se tutti fossero rimasti in vita;
ma uomini non vi sarebbero più stati
nel Miðgarðr.
Ljóða Edda > Hárbarðsljóð [23]

Nemico escatologico di  Þórr è il serpente Jǫrmungandr, il quale è anche chiamato Miðgarðsormr, «serpente di Miðgarðr», perché, giacendo nell'oceano esterno [úthaf], circonda il mondo con il suo lunghissimo corpo, serrando la coda nelle proprie fauci. Ed è proprio Jǫrmungandr, nel ragnarǫk, a determinare la distruzione del Miðgarðr, allorché solleverà le acque dell'oceano per rovesciarle sul mondo degli uomini. Come spiega Snorri:

Þá geysisk hafit á lǫndin fyrir því at þá snýsk Miðgarðsormr í jǫtunmóð ok sǿkir upp á landit. La terra sarà spazzata da onde violente, poiché il Miðgarðsormr si agiterà in preda allo jǫtunmóðr e raggiungerà la terra.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [51]

Þórr si appresta a contrastare il serpente, e nel corso dell'epocale battaglia, profetizza la vǫlva, «tutti gli uomini dovranno | sgombrare il mondo» [munu halir allir | heimstǫð ryðja] (Vǫluspá [56]). In altre parole, l'intera umanità dovrà perire nella catastrofe causata dal serpente. Un solitario semiverso, nella strofa successiva, ci avverte che infine «la terra sprofonda nel mare» [sigr fold í mar] (Vǫluspá [57]). Con l'inondazione del Miðgarðr, è la fine del mondo e del genere umano.

Ma dopo il ragnarǫk, avverte la vǫlva, ecco che la terra si scrolla di dosso le acque del mare e torna ad affiorare ancora una volta, di nuovo verdeggiante e accogliente...

Sér hon upp koma
ǫðru sinni
jǫrð ór ægi
iðjagræna...
Affiorare lei vede
ancora una volta
la terra dal mare
di nuovo verde...
Ljóða Edda > Vǫluspá [59]

Ed è pronta ad accogliere una nuova umanità.

 


FONTI CRISTIANE (GOTICHE, ANGLOSASSONI, TEDESCHE...)

Per quanto intimamente connaturato nella cosmologia pagana, il costrutto «recinto mediano» passò ben presto alla letteratura cristiana e lo ritroviamo utilizzato nelle composizioni poetiche in quasi tutte le lingue germaniche. Il termine ha però un senso ormai estraneo all'imponente struttura cosmologica di cui faceva parte. Il nuovo «recinto mediano» è il mondo terreno, abitato dagli uomini, opposto al mondo celeste, dimora di Dio e dei suoi angeli. Nella traduzione gotica del Vangelo di Luca, ad esempio Ulfila rende con Midjungards il termine greco oikouménē, «mondo civile».

Il costrutto «recinto mediano» è citato innanzitutto nel Mūspilli, poema apocalittico antico-altotedesco risalente alla prima metà del IX secolo. In un passo, in cui si tratta dell'incendio universale che metterà fine al mondo, troviamo l'espressione mittilagart:

Aha artruknent,
muor varsuuilhit sih,
suilizot lougiu der himil.
mano vallit,
prinnit mittilagart,
sten ni kistentit.
Le acque si essiccheranno,
la palude si prosciugherà,
il cielo si dissolverà in fiamma,
la luna cadrà,
brucerà la terra [mittilagart],
non resterà ferma alcuna pietra.
Mūspilli [103-108]

Analogamente, nell'Hēliand sassone, l'espressione middilgard viene utilizzata quasi quaranta volte a indicare la terra.

Per spostarci in ambito anglosassone, troviamo un'interessante citazione nel Crist di Cynewulf (VII secolo), dove il costrutto middanġeard viene utilizzato come sinonimo poetico della terra abitata dagli uomini, mondo materiale opposto alla sfera celeste da cui viene inviato l'angelo Ēarendel:

Ēalā Ēarendel, enġla beorhtast,
ofer middanġeard monnum sended,
ond sōðfæsta sunnan lēoma,
torht ofer tunglas, þū tīda ġehwane
of sylfum þē symle inlīhtes...
Salve, Ēarendel, più splendente fra gli angeli,
sulla terra [middanġeard] mandato fra gli uomini,
e fulgore veritiero del sole,
fulgido sopra le stelle, ogni stagione
da te stesso sempre sei illuminato...
Cynewulf: Crist [I: 104-108]

Il termine middanġeard compare quindi cinque volte nel Bēowulf (VIII sec.), sempre come sinonimo di «mondo». Ad esempio, quando re Hrōðgār ordina che venga costruita la reggia di Heorot, si legge:

Ðā ic wīde gefrægn
weorc gebannan
manigre mǣgþe
geond þisne middanġeard,
folc-stede frætwan.
In largo, ho udito,
fu l'opera ordinata
a monte genti
per tutto il mondo,
di ornare la dimora della nazione.
Bēowulf [74-76]

Più tardi leggiamo che Unferð, uno degli uomini di re Hrōðgār, era contrariato per la fama di Bēowulf, perché non ammetteva...

...þæt ǣnig ōðer man
ǣfre *mǣrða þon mā
middanġeardes
gehēdde under heofenum
þonne hē sylfa.
...che alcun altro uomo
al mondo tenesse
ad atti di gloria
sotto il cielo
più di lui stesso.
Bēowulf [503-505]

Questo passo è particolarmente significativo perché definisce il middanġeard come terra «sotto il cielo» [under heofenum], di nuovo opponendolo alle sfere celesti. Altrettanto interessante è un passo successivo del poema, in cui Grendel, affrontando l'eroe Bēowulf, si rende conto che...

...þæt hē ne mētte
middanġeardes
eorðan scēata
on elran men
mundgripe m
āran.
...che mai aveva incontrato
al mondo [middanġeardas]
nelle contrade della terra [eorðan]
in un altro uomo
stretta maggiore.
Bēowulf [751-753]

Qui, middanġeard si oppone al quasi-sinonimo eorðe «terra», in senso evidentemente rafforzativo (Bēowulf [751-752]).

Passando dall'anglosassone al medio inglese, il costrutto viene ereditato nella forma middellerde o middellærd, col significato non più di «recinto mediano» ma di «terra mediana». Il mutamento semantico è sancito da un'etimologia popolare che, perduto il significato mitologico del termine, ma conservatosi nel senso generale di «mondo, terra», muta il secondo elemento da geard > yard «recinto» a eorðe > erde/ærd «terra». Nell'Orrmulum, un trattato di argomento biblico scritto nel XII secolo da un monaco chiamato Orrm – particolarmente prezioso perché redatto con una speciale ortografia fonetica che preserva molti dettagli della pronuncia inglese del tempo –, troviamo scritto:

...Þatt ure Drihhtin wollde
ben borenn i þiss middellærd
forr all mannkinne nede...
...Che il nostro Signore volle
esser nato in questa terra di mezzo
per la salvezza di tutta l'umanità...
Orrm: Orrmulum [3494-3501]

Curiosamente, è proprio Middle-Earth «terra di mezzo», diretta continuazione del middellærd medio-inglese, la forma utilizzata dallo scrittore J.R.R. Tolkien nei suoi romanzi fantasy.

FONTI

Ljóða Edda > Vǫluspá [4, 56]
Ljóða Edda > Grímnismál [41]
Ljóða Edda > Hárbarðsljóð [23]
Ljóða Edda [minora] > Hyndluljóð [11]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Gylfaginning [8 | 9 {12} | 12 | 42 | 48 | 51 {61}]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [11 | 56]

Mūspilli []
Bēowulf [, , , , ]
Cynewulf: Crist [I: ]
Hēliand [, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ]
Orrm: Orrmulum [-]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
IMMAGINI
     
Miðgarðr
Giovanni Caselli
Miðgarðr
Autore sconosciuto
(2010)
     
PAGINE
Ymir e i suoi figli - Cosmogonia nordica
I nove mondi - E l'albero che li sostiene

Creazione pagina: 01.01.2009
Ultima modifica: 06.03.2013

 
POSTA
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