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ALFABETO IRLANDESE

SOMMARIO
 


LINGUA E LETTERATURA

L'irlandese o gaelico [gaeilge], lingua nazionale della Repubblica d'Irlanda, fa parte del ramo celtico delle lingue indoeuropee. Più precisamente, l'irlandese appartiene al gruppo del «celtico-q», mentre gallese e bretone appartengono al «celtico-p». Questa distinzione è basata sul particolare esito nei due gruppi di lingue di un'antica consonante.

Queste le fasi principali nell'evoluzione della lingua:

  1. Irlandese arcaico (ca. 400-700)

  2. Antico irlandese (ca. 700-950)

  3. Medio irlandese (ca. 950-1250)

  4. Irlandese classico (ca. 1250-1650)

  5. Irlandese moderno (1650-2000)

La letteratura irlandese è, insieme alla greca e alla latina, la più antica d'Europa. La quantità e la qualità di materiale prodotto dalla tarda antichità ad oggi è impressionante. Poesie, racconti epici, agiografie, cronache storiche e genealogiche ne comprendono una buona parte. Scampata alla conquista romana, l'Irlanda rimase per secoli in quasi totale isolamento, grazie al quale la civiltà celtica poté svilupparsi pressoché indisturbata. Nel 432, San Patrizio [Naomh Pádraig] portò il Cristianesimo sull'Isola di Smeraldo e la nuova religione si sposò meravigliosamente con lo spirito celtico. Nel corso dei secoli bui, nei monasteri irlandesi si produsse quella che è forse la più splendida e originale letteratura europea dell'alto Medioevo. Questo straordinario periodo si chiuse con l'arrivo dei vichinghi sul finire dell'VIII secolo. Le incursioni durarono fino al 1014, anno in cui re Brian Boromhe sconfisse gli scandinavi nella battaglia di Clontarf. Ne derivò un secolo e mezzo di anarchia, finché, nel 1166, un re del Leinster ebbe la malaugurata idea di chiedere aiuto ai nobili normanni stanziati nel Galles. Costoro esaudirono subito la richiesta e nemmeno cinque anni dopo re Enrico II d'Inghilterra riceveva atto d'omaggio da tutti i capi irlandesi.

Iniziava così il dominio inglese sull'isola. Signorotti, avventurieri e coloni inglesi sciamarono a schiere nel nuovo dominio. L'Irlanda fu considerata fin dall'inizio una terra da sfruttare, abitata da una razza inferiore che era necessario anglicizzare. Nel 1367 fu promulgata una legge che vietava l'uso della lingua gaelica. I locali proprietari terrieri vennero eliminati, le terre appartenenti ai clan confiscate, secondo un metodo di spogliazione che venne attuato con implacabile crudeltà per trecento anni. Le sventure dell'Irlanda si accrebbero ancor più allorché alle cause politiche si aggiunsero quelle religiose, quando la cattolicissima isola oppose la propria fede a quella dei dominatori passati al protestantesimo. Il regno della regina Elisabetta (1558-1603) vide più di un'insurrezione, l'ultima delle quali fu seguìta da un decreto che sancì l'annessione dell'Irlanda all'Inghilterra (1602). Altre due insurrezioni furono represse da Cromwell fra orribili massacri. Tra il 1642 e il 1652, su un milione e mezzo di isolani gaelici, seicentomila morirono in battaglia, nelle prigioni o per le carestie. È in questo periodo che Sethrún Céitinn (Geoffrey Keating) scrisse la sua enciclopedia storia d'Irlanda: i Fondamenti della Conoscenza d'Irlanda, a ribadire l'orgoglioso atteggiamento degli Irlandesi nei confronti della propria storia nazionale. Nel 1695, con le ingiuriose Leggi Penali, agli Irlandesi di religione cattolica e di lingua celtica vennero tolti tutti i diritti politici e parte di quelli civili. Ma quando le Leggi Penali furono abrogate, nel 1829, i dominatori dovettero constatare con stupore che il popolo continuava a parlare celtico ed a considerare l'inglese una lingua straniera.

La meravigliosa resistenza che la lingua gaelica aveva così a lungo dimostrata crollò tutto d'un tratto nel XIX secolo. Funesta risultò la carestia del 1846-1847 che spopolò l'isola. Il numero dei parlanti irlandese scese nello spazio di pochi decenni da quattro milioni a settecentomila, tanto che nel 1893 fu fondata la Lega Gaelica [Connradh na Gaedhilge] per la conservazione della lingua nazionale. Al risorto interesse per l'irlandese si accompagnò una rinascita letteraria, ma al movimento celtico si sovrappose quello anglo-irlandese che attirò a sé grandi scrittori come John Synge, James Stephens, W. Butler Yeats e James Joyce. Senza dubbio, costoro, esprimendosi in inglese, esplicarono una propaganda più efficace quali interpreti della cultura celtica; ciò non toglie però che, se avessero usato la lingua materna, l'Irlanda sarebbe oggi orgogliosa di nomi che adornano invece la letteratura inglese.

Nel 1922, dopo anni di lotte, fu proclamato lo Stato Libero d'Irlanda [Saorstát Éireann]. La nuova costituzione confermò la piena sovranità e indipendenza dell'Éire e l'irlandese fu dichiarata lingua nazionale. Nonostante gli sforzi effettuati dal governo, però, l'irlandese ha lentamente perduto piede di fronte all'inarrestabile avanzata dell'inglese. Oggi almeno una metà della popolazione d'Irlanda capisce l'irlandese, ma solo ottantamila persone, nell'estremità occidentale del paese [Gaeltacht], lo parlano come lingua madre. Bisogna anche aggiungere, però, che negli ultimissimi anni, con il rinnovato interesse per la cultura e la musica celtica, l'irlandese sta godendo di una nuova e meritata popolarità, soprattutto tra le giovani generazioni.

La grammatica irlandese non è semplice. Si tratta di una lingua flessiva con complesse declinazioni e coniugazioni. Il sistema è meno articolato di quello delle lingue classiche, ma la comprensione è resa difficile da tutta una serie di fenomeni ortografici e grammaticali che modificano continuamente la grafia e la pronuncia delle parole.


LESSICO FONDAMENTALE
 

Uomo

Fear

Donna

Bean

Padre

Athair

Madre

Máthair

Cielo

Spéir

Terra

Talamh

Sole

Grian

Luna

Gealach

Acqua

Uisce

Albero

Crann

Cane

Madra

Gatto

Catt


ALFABETO
 

Le lettere tradizionali irlandesi, derivate dalla scrittura onciale dei monaci medievali, hanno una forma particolare, anche se oggi si usano i normali caratteri tipografici da stampa.

Per essere una delle lingue più ricche di fonemi, paradossalmente l'irlandese dispone di un alfabeto piuttosto esiguo: appena 13 consonanti e 5 vocali. Ne deriva che l'irlandese presenta un forte divario tra scrittura e pronuncia, cosa che invariabilmente sconcerta chi si avvicina a questa lingua per la prima volta. L'ortografia irlandese, riformata intorno agli anni '40, privilegia in alcuni casi la forma tradizionale della parola a sfavore dell'effettiva pronuncia; questa è la ragione di alcune delle sue irregolarità. Detto questo, però, bisogna notare che l'ortografia irlandese, per quanto complessa, è ancora lontana dall'assoluta irrazionalità dell'inglese.


VOCALI

Le vocali dell'alfabeto irlandese moderno sono le cinque fondamentali:

a e i o u

Possono essere brevi o lunghe. Le vocali lunghe sono contrassegnate da un accento acuto

á é í ó ú

Fondamentalmente, le vocali irlandesi hanno il suono puro delle vocali italiane [a] [e] [i] [o] [u]. In realtà solo le vocali lunghe esibiscono questa pronuncia aperta e sonora; nel parlato quotidiano, le brevi slittano generalmente a pronunce intermedie: [ʌ] [ɛ] [ɪ] [ɔ] [ʊ]. La a breve, in particolare, può variare tra un certo numero di alloglotti, presentandosi via via come a posteriore [ʌ], e molto aperta [æ] o addirittura come o molto aperta [ɒ]. Ma si tratta di variazioni fonetiche, non distintive di significato, che qui di seguito saranno ignorate.

In posizione post-tonica quasi tutte le vocali, ma soprattutto a ed e, tendono a perdere di colore e pronunciarsi come vocale muta schwa [ə]. Poiché l'accento irlandese cade sempre sulla prima sillaba, risulta che soltanto la prima vocale viene pronunciata nettamente; nelle sillabe successive, le vocali brevi sono ridotte a una specie di e francese e soltanto le lunghe conservano il loro colore.

Le vocali irlandesi si dividono in «larghe» [caol] e «strette» [leathan]. Sono «larghe» a o u, «strette» e i. Questa suddivisione è molto importante perché, come vedremo, sono proprio le vocali «larghe» o «strette» a definire la pronuncia delle consonanti con le quali vengono a contatto.


VOCALE MUTA

La trascrizione della vocale muta è uno dei problemi principali dell'ortografia irlandese. Storicamente la schwa nasce dalla perdita di colore di tutte le vocali in posizione post-tonica e la trascrizione tradizionale ne conserva le origini storiche. L'ortografia moderna utilizza perlopiù a od e. Ma vi sono anche delle eccezioni: ad esempio è u in agus (la congiunzione «e»).

Grafia Pronuncia Traduzione
asal [asəl] asino
bosca [boskə] scatola
leaba [ʎæbə] letto
duine [dɪɲə] persona
oíche [i:hə] notte
agus [agəs] e

In altre situazioni, la vocale muta è epentetica, non segnata nell'ortografia delle parole. Questo accade in gruppi consonantici che contengano r l n da un lato e m b bh g dall'altro.

Grafia Pronuncia Traduzione
gorm [gorəm] azzurro
balbh [baləv] muto
bolg [boləg] stomaco
borb [borəb] rude


DITTONGHI

Le parole irlandesi sono ricchissime di gruppi formati da due o tre vocali. In realtà, come vedremo, questa abbondanza di accumuli vocalici è il risultato delle complesse regole ortografiche che stabiliscono la corretta pronuncia delle consonanti. I veri dittonghi sono in numero assai più limitato.

Abbiamo innanzitutto i due gruppi

ao ae

che in realtà non sono considerati dittonghi ma vocali a sé stanti. La loro pronuncia originaria è luogo di dispute. Oggi ao è pronunciato come una e aperta e lunga [ɛ:]. Anche ao è pronunciato allo stesso modo, ma solo nel Munster; nel Connacht e nell'Ulster è pronunciato come una i lunga [i:].

Grafia Pronuncia Traduzione
gaelach

[gɛ:lǝx]

gaelico
gaoth [gɛ:h ~ gi:h] vento

Esistono poi altri due dittonghi, specificatamente:

ia ua

Nella lettura tradizionale, ia e ua si pronunciano con la seconda vocale trasformata in una vocale muta schwa, cioè rispettivamente [] e []. Nel parlato, tuttavia, la vocale muta può virare impercettibilmente verso e aperta od o aperta. L'accento cade sulla prima vocale del dittongo.

Grafia Pronuncia Traduzione
iasc [iə̯sk] pesce
uan [uə̯n] agnello

CONSONANTI

L'alfabeto irlandese comprende dodici consonanti:

b c d f g l m n p r s t

Tutte le consonanti hanno il valore delle rispettive italiane, con la sola eccezione di c e g, che sono sempre le occlusive velari [k] e [g], ovvero la c e la g dure dell'italiano. Detto questo, potrebbe sembrare che sia piuttosto semplice leggere in irlandese. Non è così. Come vedremo, l'ortografia di questa lingua presenta tutta una serie di incredibili complicazioni che ne rendono l'apprendimento tanto arduo quanto affascinante.

Il sistema consonantico irlandese comprende ben tre assi di opposizione.

  1. In primo luogo vi è l'opposizione tra consonanti sorde e sonore (ad esempio p e b, t e d, c e g), comune a tutte le lingue indoeuropee, tra cui l'italiano.
  2. In più l'irlandese aggiunge l'opposizione tra consonanti normali e lenite, essendo queste ultime pronunciate con un suono leggero e continuo.
  3. Infine, tutte le consonanti, normali e lenite, possono ancora capitare in opposizione tra forma «larga» e «stretta», a seconda se siano velarizzate o palatalizzate.

Queste peculiarità moltiplicano il numero di fonemi della lingua, rendendone problematica una corretta rappresentazione con le poche lettere rese disponibili dall'alfabeto latino. Il risultato è che nel corso dei secoli i dotti irlandesi hanno escogitato molte curiose soluzioni, che ora vedremo.

CONSONANTI GEMINATE

Anche se alcune consonanti, in irlandese, possono capitare in forma geminata, la loro pronuncia - al contrario di quanto succede in italiano - non si rafforza. Si tratta di alcuni gruppi consonantici, quali

ll nn rr

Nondimeno ll e nn geminate, anche se non rafforzate, vengono rispettivamente a pronunciarsi come liquida velare [ʟ] (inglese will) e nasale uvulare [ɴ] (una n arretrata, articolata quasi all'altezza dell'ugula).

Inoltre, le consonanti geminate ll nn rr, a cui possiamo aggiungere il gruppo rd e la consonante m, hanno l'effetto di rendere lunghe le vocali che le precedono, anche se sono scritte senza accento:

Grafia Pronuncia Traduzione
mall [ma:ʟ] lento
salann [sala:ɴ] sale
barr [ba:r] cima
bord [bo:rd] tavolo
 im  [i:mʲ]  burro


CONSONANTI LENITE

Il fenomeno della lenizione o «addolcimento» [séimhiú] ha origine dal fatto che l'accento tonico, in irlandese, cade di norma sulla prima sillaba, col risultato che nel parlato i suoni post-tonici tendono a indebolirsi. Questo effetto interessa tutte le consonanti, tranne n l r. Un tempo l'irlandese indicava regolarmente tutte le consonanti lenite diacriticando la lettera con un punto posto sopra di essa. In seguito è invalso l'uso di indicare le lenite facendole seguire dalla lettera h:

bh ch dh fh gh mh ph sh th

Nella lenizione, le consonanti perdono energia, raddolcendosi e prolungando la loro durata nel tempo. Più tecnicamente, le occlusive diventano fricative, mentre le fricative s'indeboliscono e in qualche caso scompaiono del tutto.

  • Nel caso delle occlusive bilabiali p b, il contatto con le labbra si dischiude permettendo all'aria di passare. In antico irlandese queste occlusive, una volta lenite, erano diventate le rispettive fricative bilabiali [ɸ] [β]. Oggi il loro attacco è lievemente retrocesso tra labbra e denti. Così ph e bh sono venute a pronunciarsi rispettivamente come le fricative labiodentali sorda [f] e sonora [v]. All'inizio di sillaba bh viene tuttavia a pronunciarsi come la semiconsonante [w].

  • Stessa cosa è accaduta alla nasale bilabiale m, che lenita in mh viene a trasformasi nella labiodentale sonora [v], sovrapponendosi alla pronuncia di bh. E come bh, anch'essa, all'inizio di sillaba, è la semiconsonante [w].

  • La labiodentale sorda f, lenita in fh, è perfettamente muta [  ].

  • Le occlusive velari c g, lenite in ch e gh, si sono trasformate nelle rispettive fricative velari sorda [x] e sonora [ɣ] (rispettivamente il ch tedesco di Bach e la g dello spagnolo daga).

  • Le occlusive dentali t d hanno preso due strade diverse. In antico irlandese si pronunciavano rispettivamente come le fricative interdentali sorda [θ] e sonora [ð] (il th inglese di thing e that), ma col tempo il raddolcimento si è fatto ancora più pronunciato. Oggi la pronuncia di th è la fricativa glottale sorda [h] (l'h della parola inglese house), mentre in fine di sillaba è perfettamente muta [  ]. La pronuncia di dh si sovrappone invece a quella di gh, venendo a pronunciarsi come la fricativa velare sonora [ɣ] (la g dello spagnolo daga).

  • La fricativa dentale s, lenita in sh, è venuta a sovrapporsi a th, venendo anch'essa a pronunciarsi fricativa glottale sorda [h] (l'h della parola inglese house).

Negli esempi che seguono abbiamo messo a confronto l'imperativo di un verbo con il passato remoto (seconda persona singolare) del medesimo verbo, in quanto è proprio la lenizione nella prima sillaba a distinguere i due tempi. (In realtà tale lenizione è il risultato della formazione di un sintagma del verbo col pronome personale, che per semplicità abbiamo omesso).

Grafia Pronuncia Traduzione
pós

[po:s]

sposa!
bog [bog] muovi!
mair [marʲ] vivi!
fan [fan] aspetta!
cosain [kosǝɲ] difendi!
glan [glan] pulisci!
tóg [to:g] prendi!
dún [du:n] chiudi!
sáigh [sai̯] pugnala!
Grafia Pronuncia Traduzione
phós [fo:s] sposasti
bhog [wog] muovesti
mhair [warʲ] vivesti
d'fhan [dan] aspettasti
chosain [xosǝɲ] difendesti
ghlan [ɣlan] pulisti
thóg [ho:g] prendesti
dhún [ɣu:n] chiudesti
sháigh [hai̯] pugnalasti

In morfologia, le lenizione della consonante iniziale di una parola può essere un importante fattore di distinzione. Nel nostro esempio abbiamo messo a confronto due tempi di uno stesso verbo, ma come vedremo meglio in seguito, alla lenizione fanno capo molte distinzioni grammaticali.


CONSONANTI «LARGHE» E «STRETTE»

In irlandese tutte le consonanti, siano esse normali o lenite, possono essere pronunciate in due diverse modalità, anch'esse distintive di significato: possono essere «larghe» [caol] o «strette» [leathan].

La consonante è «stretta» quando preceduta o seguìta dalle vocali «strette» e i; è «larga» quando è preceduta o seguìta dalle vocali «larghe» a o u. In molti casi, la vocale non viene letta, in quanto agisce come un vero e proprio diacritico che modifica il valore della consonante a cui si affianca.

Le consonanti «larghe» sono appena labializzate: sono accompagnate cioè da un lieve arrotondamento delle labbra (una sorta di rapida u semiconsonante) che modifica appena il valore della vocale successiva. È tuttavia corretto, a tutti gli effetti, equipararle al loro valore fondamentale.

Le consonanti «strette» sono palatilizzate, pronunciate cioè come se fossero seguite da una i semiconsonante: il fenomeno modifica intensamente il suono delle consonante, arretrandone il punto di articolazione verso il palato e rendendola più schiacciata. Negli esempi che seguono diamo la pronuncia delle consonanti «strette»:

  • Le occlusive labiali p e b, nella loro forma «stretta», si palatalizzano in [] e  [] (un po' come nelle parole italiane piuma e bianco, ma ancora più schiacciate).

  • La fricativa labiodentale f, «stretta», è palatizzata in  [] (cioè come nella parola italiana fiore, ma ancora più schiacciata).

  • Le occlusive velari c e g, «strette», si pronunciano palatilizzate in [] e  []. Nella realizzazione di questi suoni talvolta il loro punto di articolazione viene spostato in avanti ed essi diventano le occlusive palatali [c] e [ɟ]. In entrambi i casi queste consonanti sono avvicinabili a quelle iniziali delle parole italiane chiave e ghiaia, ma sono ancora più schiacciate.

  • Le fricative velari ch e gh (forme lenite delle occlusive velari c e g), «strette», spostano in avanti il loro punto di articolazione e diventano le fricative palatali  [ç] e [ʝ] (ovvero il ch sordo del tedesco ich e il suo equivalente sonoro, quest'ultimo suono a tutti gli effetti indistinguibile dalla semiconsonante [j]).

  • Le occlusive dentali t e d, «strette», si palatilizzano in [] e [] (un po' come le consonanti iniziali del francese tiens e dieu). In certe regioni d'Irlanda la pronuncia si avvicina alle affricate palatali [ʧ] e [ʤ] (cioè rispettivamente i gruppi c(i) e g(i) dell'italiano).

  • Più difficile il discorso per le lettere th e dh (forme lenite delle occlusive dentali t e d). Come abbiamo visto, nella sua forma «larga» th è la fricativa glottale sorda [h] (l'h aspirata iniziale della parola inglese house): questa pronuncia rimane immutata nella forma «stretta». Invece, dh, che da «larga» si sovrapponeva a gh come fricativa velare sonora [ɣ] (la g dello spagnolo magico), avrà, da «stretta», la medesima pronuncia della gh «stretta», che è una fricativa palatale sonora [ʝ] (ovvero un equivalente sonoro del ch tedesco di ich, suono - abbiamo detto - indistinguibile dalla semiconsonante [j]).

  • La sibilante dentale s, «stretta», è la fricativa postalveolare sorda [ʃ] (ovvero lo sc(i) italiano).

  • Per quanto riguarda le nasali, la labiale m, «stretta», si palatilizza in [] (come la consonante iniziale della parola miele, ma ancora più schiacciata). Invece la dentale n, «stretta», diventa la nasale palatale [ɲ] (e si pronuncia come gn italiana).

  • Le liquide l e r, «strette», si pronunciano fortemente palatilizzate. In particolare, r «stretta» è [] (un po' come nella parola aria), mentre la liquida alveodentale l, «stretta», diventa la palatale [ʎ] (che si pronuncia come gl(i) italiana).

Nei seguenti esempi, mettiamo a confronto consonanti «larghe» con «strette», in parole dalla pronuncia molto simile.

Grafia Pronuncia Traduzione
bó

[bo:]

mucca
poc [pok] daino
fáth [fa:] causa
tacht [taxt] gemito
athair [ahǝrʲ] padre
docht [doxt] attillato
dhocht [ɣoxt] attillata
cad [kad] che cosa?
sceach [skʲæx] biancospino
gal [gal] valore
an ghal [an ɣal] il valore
só [so:] comodità
má [ma:] se
nach [nax] non...?
luí [li:] coricarsi
lár [la:r] suolo
Grafia Pronuncia Traduzione
beo [bʲʊ] vita
pioc [pʲʊk] un po'
f [fʲa:] faggio
teacht [tʲæxt] vieni!
aithin [a:hǝn] identificare
deoch [dʲʊx] bibita
an dheoch [an ʝʊx] la bibita
cead [kʲæd] che cosa?
sceiche [skʲɛçǝ] del biancospino
geal [gʲæl] chiaro
gheal [ʝæl] chiara
seó [ʃo:] spettacolo
m [mʲa:] misura
neach [ɲæx] persona
lí [ʎi:] colore
láir [la:rʲ] giumenta

«LARGA CON LARGA E STRETTA CON STRETTA»

Nel moderno irlandese le consonanti «strette» si trovano associate solo a vocali «strette» (e i), le consonanti «larghe» solo a vocali «larghe» (a o u), creando tra i due gruppi un'incompatibilità che porta all'esigenza di una particolare forma di armonia vocalica. Questa peculiarità è definita dalla legge «larga con larga e stretta con stretta» [caol le caol agus leathan le leathan].

Per questa legge, una consonante «larga» non può stare accanto a una vocale «stretta» e viceversa. Se dunque vi è necessità di articolare una consonante con una vocale contrastiva, è necessario giustapporre tra le due una seconda vocale in armonia con la consonante. In questo modo si creano complessi accumuli vocalici che bisogna tenere distinti dai veri dittonghi. In irlandese la maggior parte delle sequenze vocaliche sussiste unicamente per assecondare la qualità «stretta» o «larga» della vicina consonante.

Facciamo un esempio. In irlandese la parola «passeggiata» si pronuncia [ʃu:l]. Questa parola inizia con una consonante «stretta» [ʃ] articolata con una vocale «larga» [u:]. Poiché una consonante «stretta» non può stare vicino a una vocale «larga», si interpone tra le due una vocale «stretta» in armonia con la consonante: la parola verrà dunque scritta siúl. In questa parola, la lettera i non viene pronunciata: essa non solo funge da interposizione tra una consonante «stretta» e una vocale «larga», ma funge da diacritico indicando che la consonante s deve essere pronunciata «stretta» [ʃ] e non «larga» [s].

Ciò vuol dire che, a volte, le lettere a e i o u sono vocali piene, mentre altre volte si tratta di vocali interposte. È normale che il neofita non sappia riconoscere, in una sequenza di vocali, quali siano da pronunciare e quali invece fungono da vocali interposte modificando il valore delle consonanti, anche considerando che molto spesso gli accumuli presentano pronunce particolari e in questo la lingua irlandese non è sempre coerente.


ACCUMULI VOCALICI (FALSI DITTONGHI)

L'incontro tra una vocale piena e una vocale interposta forma un accumulo vocalico. In irlandese sono attestate quasi tutte le possibili combinazioni vocaliche. Mettiamo dunque un po' d'ordine. Tolti i veri dittonghi (ao ae ia ua), gli accumuli più frequenti di due vocali brevi sono:

ai ea ei eo eu io iu oi ui

La pronuncia ovviamente cambia a seconda di quale delle due vocali sia la piena o la interposta; quando la vocale interposta è «stretta», la pronuncia di questa viene completamente assorbita dalla vicina consonante, che diventa a sua volta «stretta».

  • Il gruppo ai suona generalmente [a], ma in rari casi prevale invece il suono [i].

  • Nel gruppo ea la vocale interposta è quasi sempre a e la pronuncia è in genere una e molto aperta [æ].

  • Nel gruppo ei, formato da due consonanti «strette», la vocale interposta può essere l'una o l'altra; la pronuncia del gruppo può variare, a seconda dei casi, tra [ɛ] [e] [i] o addirittura [ai̯].

  • Il gruppo eo e il gruppo io si comportano similmente: la i e la e interposte svaniscono ed entrambi i gruppi si trasformano in una vocale [ʊ] (una o molto chiusa). Nel caso di io può capitare che ad essere interposta sia la o, allora la pronuncia tende a [i].

  • Il gruppo oi all'inizio di parola è una e chiusa [e], ma dopo consonante, a seconda di quale delle due vocali sia la interposta, può pronunciarsi [i] [ɪ] [o] e in certi casi persino [ai̯].

  • Il gruppo ui all'inizio di parola è i lunga [i:]; in altri casi prevale il suono [u].

Per pronunciare correttamente un accumulo vocalico non serve però definire delle regole, ma è necessario sviluppare l'orecchio e l'intuito. La mutazione nella pronuncia di molti accumuli vocalici è spesso provocata dalla vicinanza di certe consonanti (m ng nn) o di taluni gruppi consonantici (ll rd rl rn rr). Bisogna inoltre tener presente che l'irlandese pronuncia nettamente soltanto le vocali toniche, dunque anche le vocali piene dei gruppi in posizione post-tonica tendono ad essere pronunciate come schwa [ǝ]. Nello schema generale vedremo di distinguere accuratamente la casistica.

Gli esempi che seguono sono solo indicativi:

Grafia Pronuncia Traduzione
ais [a:ʃ] indietro
malairt [malǝrʲtʲ] cambio
bean [bʲæn] donna
leis [lɛʃ] coscia
eolas [ʊlǝs] informazione
siopa [ʃʊ] negozio
fios [fʲɪs] conoscenza
scoil [skeʎ] scuola
clois [kloʃ] ascoltare
coill [kai̯ʟʲ] foresta
uisce [ɪʃkʲǝ] acqua
tuirseach [turʃǝx] stanco

In altri casi può formarsi accumulo tra una vocale piena lunga  (á é í ó ú) e una vocale contrastiva interposta. I più frequenti di tali gruppi sono:

ái aí éa eá éi ío iú ói oí úi uí 

In questo caso, è ovvio che la vocale interposta è quella breve. Nella pronuncia è dunque la vocale lunga a farsi carico del suono, mentre la vocale interposta si limita a scomparire, non senza aver reso «larga» o «stretta» la consonante con cui è a contatto.

Grafia Pronuncia Traduzione
dáil

[da:ʎ]

riunione
maígh [mi:ɟ] reclama!
séan [ʃe:n] negare
Seán [ʃa:n] Giovanni
Éire [ei̯rʲǝ] Irlanda
síol [ʃi:l] seme
sl [ʃu:l] passeggiata
óige [o:gʲǝ] giovinezza
oíche [i:] notte
úim [ui̯mʲ] bardatura
bgh [bi:ʝ] abbronzarsi

ACCUMULI TRIPLICI (FALSI TRITTONGHI)

I dittonghi irlandesi (ao ae ia ua), ma anche alcuni accumuli vocalici (ea eo), possono a loro volta essere seguiti da una i «stretta» interposta, per formare gruppi di tre vocali. Alcuni testi definiscono questi accumuli «trittonghi», ma è termine improprio, in quanto questi gruppi sono formati da una o due vocali interposte.

I più comuni triplici accumuli sono:

aei aoi eai eoi iai uai

Vediamo ora la loro pronuncia.

  • La pronuncia del gruppo aei è [eɪ̯], anche se nella parlata quotidiana la pronuncia di questo accumulo tende ad una e lunga [e:].

  • Il gruppo aoi, frequente in irlandese, si pronuncia come una i lunga [i:].

  • Il gruppo eai suona invece come a lunga [a:].

  • Il gruppo eoi è pronunciato [ɔɪ̯].

  • Nei gruppi iai e uai, la vocale interposta i si fa sentire modificando il suono, originariamente muto, della seconda vocale del dittongo originale (ia e ua); la pronuncia suonerà rispettivamente [iæ̯] e [uɪ̯].

Grafia Pronuncia Traduzione
gaeilge [geɪ̯ʎgʲǝ] gaelico
aois [i:ʃ] età
ceaintín [kʲa:ntʲɲ] mensa
ceoil [kʲɔɪ̯ʎ] regola
bliain [bʲʎiæ̯ɲ] anno
uair [uɪ̯rʲ] ora

Anche gli accumuli vocalici con vocale lunga possono formare, con ulteriore aggiunta di vocale interposta, un accumulo triplice in cui la vocale lunga è la centrale. I più comuni in irlandese sono:

aío eái i oío uío

Com'è prevedibile, il valore della pronuncia è generalmente a carico della vocale lunga. Così aío si pronuncia come una i aperta lunga [ɪ:], i è u lunga [u:], oío ed uío si leggono i lunga [i:]; eái tende a pronunciarsi [ai̯].

Grafia Pronuncia Traduzione
aíonna [ɪ:ɴǝ] ospiti
caisleáin [kaʃʎaɪ̯ɲ] castelli
iúil   [u:ʎ] luglio
croíonna [kri:] cuori
boch [bi:x] grato

DITTONGHI MISTI

Un tipo particolare di dittongo, in irlandese, è il dittongo misto, formato dall'incontro di una vocale a i o con le consonanti lenite dh gh e bh mh. Ma vediamo meglio le varie combinazioni.

Per quanto riguarda dh gh, abbiamo:

adh idh odh
agh igh ogh

  • I gruppi adh agh rappresentano un dittongo pronunciato [ai̥]. E così si pronunciano anche i gruppi adha adhai ed agha aghai. In fin di parola, adh è invece semimuto [ǝ].
  • I gruppi idh igh sono pronunciati come una i lunga [i:]. Più precisamente, questa è la pronuncia settentrionale, come si può udire nel Connaught e nell'Ulster. A sud, nel Munster, si sente ancora la fricativa finale [ɣ]. Negli esempi sottostanti e nello schema finale sarà tuttavia esposta la dizione del nord.
  • I gruppi odh ogh sono invece pronunciati [au̥]. E così si pronunciano anche i gruppi odha odhai ed ogha oghai.
Grafia Pronuncia Traduzione
adh [aɪ̯] fortuna
adharc [aɪ̯rk] corno
adhairt [ai̯rʲtʲ] guanciale
brisidh [bʲrʲi:] della rottura
modh [mau̯] procedura
bodhar [bau̯r] sordo
bodhaire [bau̯rʲǝ] sordità
Grafia Pronuncia Traduzione
baghcat [bai̯kǝt] boicottaggio
laghad [lai̯d] scarsezza
aghaidh

[ai̯:]

viso
coiligh [keʎi:] del gallo
foghlaí [fau̯la:] pirata
ogham [au̯m] ogam
toghair [tau̯rʲ] convocare

Ma anche i dittonghi ai ea ei oi possono essere combinati con dh e gh, formando i gruppi:

aidh eadh eidh oidh
aigh eigh oigh

  • I gruppi aidh aigh rappresentano un dittongo pronunciato [ai̥] se tonico e [i:] se atono. In fin di parola e in certi casi particolari, questi due gruppi sono semimuti [ǝ].

  • Il gruppo eadh si pronuncia ugualmente [ai̥], ma in fin di parola è semimuto [ǝ]. I gruppi eidh eigh si pronunciano sempre [ai̥]: così si pronunciano i gruppi eidhi eidhea ed eighi eighea.

  • Anche i gruppi oidh oigh si pronunciano sempre [ai̥] e così si pronunciano i gruppi oidhi oidhea ed oighi oighea.

Grafia Pronuncia Traduzione
aidhm [ai̥mʲ] proposito
cleachtaidh

[kʲʎæxti:]

della procedura
meadhg [mʲai̯g] siero di latte
briseadh [bʲrʲǝ] rottura
feidhm [fʲai̯mʲ] funzione
oidhre [ai̯rʲǝ] erede
Grafia Pronuncia Traduzione
saighdiúir [sai̯dʲu:rʲ] soldato
bacaigh [baki:] del mendicante
feighlí [fʲai̯ʎi:] guardiano
deighil [dʲai̯ʎ] separare
leigheas [ʎai̯s] medicina
loighic [lai̯kʲ] logico

Per quanto riguarda bh mh, abbiamo:

abh amh obh omh
eabh eamh

La pronuncia è abbastanza regolare:

  • I gruppi abh amh obh si pronunciano tutti quanti [au̥]. I gruppi abha abhai, amha amhai ed obha obhai, presentano la medesima pronuncia.
  • Il gruppo omh che è una o lunga [o:]. I gruppi amha amhai, presentano la medesima pronuncia.
  • Analogamente, eabh eamh si pronunciano [au̥]. I gruppi eabha eabhai ed eamha eamhai, presentano la medesima pronuncia.
Grafia Pronuncia Traduzione
cabhrac [kau̯rǝx] soccorrevole
abhac [au̯k] nano
abhainn [au̯ɴʲ] fiume
lobh [lau̯] decadimento
feabhra [fʲau̯] febbraio
eabhar [au̯r] avorio
leabhair [ʎau̯rʲ] libri
Grafia Pronuncia Traduzione
ramhraigh

[rau̯ri:]

ingrassato
amhantar [au̯ntǝr] avventura
samhain [sau̯ɲ] novembre
domhnach

[do:nǝk]

domenica
leamh [ʎau̯] debole
leamhan [ʎau̯n] tarma
sleamhain [au̯ɲ] liscio

MUTAZIONI INIZIALI

Caratteristici dell'irlandese sono i curiosi mutamenti fonetici che vengono inflitti alla lettera iniziale delle parole. La ragione di tali mutamenti va cercata nel fatto che le lingue celtiche sentono come unità minima del discorso non tanto la singola parola, quanto il sintagma, sistemi di parole strettamente congiunte come possono essere articolo e sostantivo, sostantivo e aggettivo, e così via. Ora l'irlandese ha una forte intonazione discendente: tende cioè ad anticipare il più possibile l'accento tonico. Può così capitare, nell'ambito di un sintagma, che un sostantivo abbia l'accento... sull'articolo, rimanendo completamente in posizione post-tonica.

Poiché, come abbiamo visto, le consonanti post-toniche tendono a subire il fenomeno della lenizione, ecco che, in un sistema congiunto, le consonanti iniziali delle parole mutano di conseguenza. Per tali ragioni la declinazione irlandese risulta ardua per il forestiero, mentre il più incolto contadino del Donegal, guidato dall'intuito della lingua materna, domina con esattezza infallibile ogni schema.

Facciamo un esempio: an bhó dubh «la mucca nera», e mostriamo quali mutamenti, un sostantivo preceduto dall'articolo e seguito da un aggettivo qualificativo, produrrà nel corso della declinazione.

Singolare

Plurale

Nominativo

an bhó dubh

na bá dubha

Genitivo

na bó duibhe

na mbó ndubh

Dativo

ó'n mbuin duibh

do na búaibh dubha

Vocativo

a bhó dhubh

a bhá dubha

Il primo di questi mutamenti fonetici è proprio la lenizione, di cui già abbiamo visto gli effetti. La consonante iniziale di un sostantivo viene lenita dopo l'articolo se il sostantivo è femminile o se il sostantivo maschile è in caso genitivo. I nomi propri femminili vengono invece leniti al genitivo. Un genitivo che segua un sostantivo femminile è lenito a sua volta, così alcune classi di pronomi possessivi leniscono il sostantivo a cui si riferiscono. Nello stesso modo agiscono alcune preposizioni, e via dicendo.

Le regole insomma sono piuttosto complicate, ma sono anche utili, una volta che si sia fatto l'orecchio per la lingua, a captare alcune sottili distinzioni. Per esempio, «suo» in irlandese si dice a e, come in italiano, non specifica se il possessore sia uomo o donna. Tuttavia, qualora il possessore sia uomo, si produce una lenizione nell'oggetto posseduto, cosa che non succede se il possessore è donna. Ad esempio, «sua madre» in irlandese si dice a máthair (senza lenizione) se è la madre di lei, ma a mháthair (con lenizione) se si tratta della madre di lui.


H NUDA

Abbiamo visto che in irlandese moderno tutte le consonanti hanno un suono specifico, tranne

h

Questa lettera, in irlandese, non si trova mai da sola, servendo come diacritico per indicare la lenizione di un'altra consonante. In realtà, h ha ancora un altro uso, che i grammatici chiamano «spogliamento» [lomadh]. In questa funzione, h viene posta dinanzi a un'altra vocale per impedire la liaison. Accade spesso che, nella declinazione di un sistema congiunto, due vocali finiscano col trovarsi vicine: allora viene interposta una h «nuda» per impedire il legame.

Ad esempio, l'espressione an Éire «l'Irlanda» si declina al genitivo na hÉireann «dell'Irlanda». Questa seconda forma produrrebbe appunto un legame tra la vocale finale dell'articolo e quella iniziale del sostantivo, e per questo si inserisce tra l'una e l'altra una h eufonica, perfettamente muta.

Tecnicamente lo «spogliamento» è una forma di lenizione della vocale. Riprendendo l'esempio fatto precedentemente, possiamo dire che «suo padre» in irlandese si dice a áthair (senza lenizione) se si tratta del padre di lei, ma a háthair (con h nuda lenitiva) se indichiamo il padre di lui.

Il fenomeno dello spogliamento presenta tuttavia alcune eccezioni. In alcuni casi, è una t a venire prefissa ai nomi maschili inizianti per vocale. In altri casi, t viene prefissa ai nomi maschili inizianti per s. Quest'ultimo fenomeno, dapprima limitato alla lenizione tra articolo determinativo e sostantivo, si è in seguito esteso, almeno nel discorso parlato, ad altre combinazioni morfologiche.


ECLISSI

In irlandese esiste un altro tipo di mutazione consonantica detto «eclissi», in quanto un suono si sostituisce a un altro, di fatto eclissandolo. La grafia irlandese usa scrivere entrambi i suoni, quello che copre posto prima di quello coperto.

Le parole che iniziano con un suono sordo (c t f p) mutano trasformandolo in sonoro (g d bh f); graficamente la consonante sonora viene fatta precedere alla corrispondente sorda.

Lettera Eclisse Pronuncia
c gc [k]
t dt [d]
f bhf [v]
p bp [b]

Le parole che iniziano con un suono sonoro (g d b) mutano invece trasformandolo in nasale (ng n m); graficamente la consonante nasale viene fatta precedere alla corrispondente sonora.

Lettera Eclisse Pronuncia
g ng [ŋ]
d nd [ɴ]
b mb [m]

Ne risultano delle parole inizianti per gruppi consonantici apparentemente complessi, in cui tuttavia la seconda consonante non si pronuncia essendo stata «eclissata» dalla prima.

PAROLE PRIMITIVE
Grafia Pronuncia Traduzione
carr [ka:r] auto
tráth [tra:] tempo
folc [folk] bagno
pub [pub] gemito
gort [gort] campo
dán [da:n] poema
baile [baʎǝ] città
PAROLE CON ECLISSE
Grafia Pronuncia Traduzione
i gcarr [i ga:r] in auto
i dtráth [i dra:] in tempo
i bhfolc [i wolk] in bagno
i bpub [i bub] in un pub
i ngort [i ŋort] in un campo
i ndán [i ɴa:n] in un poema
i mbaile [i maʎǝ] in città

Nel caso di parole inizianti con vocale, l'eclissi antepone una n- dinanzi alla parola stessa.

Lettera Eclisse Pronuncia
a n-a [na]
e n-e [ne]
i n-i [ni]
o n-o [no]
u n-u [nu]

Gli esempi sono ovvi:

PAROLE PRIMITIVE
Grafia Pronuncia Traduzione
aer [eɪ̯r] aria
Éire [ei̯rʲǝ] Irlanda
ithir [ihǝrʲ] suolo
óstán [o:sta:n] albergo
uacht [uǝ̯xt] volontà
PAROLE CON ECLISSE
Grafia Pronuncia Traduzione
i n-aer [i neɪ̯r] in aria
i n-Éire [i ɲei̯rʲǝ] in Irlanda
i n-ithir [i ɲihǝrʲ] al suolo
i n-óstán [i no:sta:n] in albergo
i n-uacht [i nuǝ̯xt] nella volontà

Un sostantivo può subire l'eclisse della consonante iniziale per molte ragioni. Quando essa viene a cadere dopo alcune proposizioni, come i «in», o dopo i pronomi possessivi plurali. Anche i numerali da sette a dieci causano il medesimo effetto. L'articolo produce eclissi in un sostantivo al genitivo plurale. Alcune forme verbali subiscono eclissi in particolari condizioni.

Tutte queste difficoltà, di cui è irta la fonetica irlandese, rendono forse arduo l'apprendimento di questa lingua, ma contribuiscono moltissimo a crearne il fascino e la bellezza.


SCHEMA GENERALE
 
Lettera Contesto Pronuncia Descrizione
A a [a] Vocale anteriore aperta non-arrotondata breve
Italiano «ballare»
Quando tonica:
        Ard [ard] «alto»
        Salm [salm] «salmo»

[a:]

Vocale anteriore aperta non-arrotondata lunga
Italiano «ballare»
Quando tonica, prima di ll m nn rr rl rn rd:
        Tarlú [ta:rlu:] «avvenimento»
        Carn [ka:rn] «tumulo»
        Garda [ga:rdǝ] «poliziotto»
        Mall [ma:ʟ] «lento»
        Ann [a:ɴ] «là»
        Barr [ba:r] «punta»
        Am [a:m] «tempo»
[ə] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona:
        Ólann [o:lǝɴ] «beve»
        Mála [ma:lǝ] «borsa»
á [a:] Vocale anteriore aperta non-arrotondata lunga
Italiano «ballare»
        Ápa [a:pǝ] «ape»
        Mála [ma:lǝ] «borsa»
abh
abha
abhai
[au̯]

Dittongo discendente
Italiano «aula»
Quando tonico:
        Cabhrach [kau̯rǝx] «soccorrevole»
        Abhac [au̯k] «nano»
        Abhainn [au̯ɴʲ] «fiume»

adh
adha
adhai
[ai̥] Dittongo discendente
Italiano «mai»
Quando tonico:
        Adh [ai̯] «fortuna»
        Adharc [ai̯rk] «corno»
        Adhairt [ai̯rʲtʲ] «guanciale»
[ə] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona e in fin di parola:
        Margadh [marǝgǝ] «mercato»

ae

[eɪ̯ > e:]

Dittongo discendente
      
tende a:
Vocale anteriore mediochiusa non arrotondata lunga
Italiano «tenere»
        Aerach [eɪ̯rǝk] «frivolo»
        Gaelach [geɪ̯lǝk] «gaelico»

aei [eɪ̯ > e:] Dittongo discendente
      
tende a:
Vocale anteriore mediochiusa non arrotondata lunga
Italiano «tenere»
        Aeistétiúil [eɪʃtʲe:tʲuʎ] «estetico»
        Gaeilge [geɪ̯ʎgʲǝ] «lingua gaelica»
agh
agha
aghai
[ai̥] Dittongo discendente
Italiano «mai»
Quando tonico:
        Aghaidh [ai̯ɟ] «viso»
        Saghsanna [sai̯sǝɴǝ] «tipo»
ai [a] Vocale anteriore aperta non-arrotondata breve
Italiano «ballare»
Quando tonica:
        Aimsir [amʃǝr] «tempo»
        Baile [baʎǝ] «casa, città»
[a:]

Vocale anteriore aperta non-arrotondata lunga
Italiano «ballare»
Quando tonica, seguìta da ll nn rr rl rn rd:
        Aill [a:ʟʲ] «rupe»
        Crainn [kra:ɴʲ] «alberi»
        Airde [a:rdʲǝ] «altitudine»
        Airne [a:rɲǝ] «prugnolo»

[ə] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona:
        malairt [malǝrʲtʲ] «cambio»
[i] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata breve
Italiano «ritiro»
Quando seguìta da th:
        Beannaithe [bʲaɴihǝ] «benedetto»
ái [a:] Vocale anteriore aperta non-arrotondata lunga
Italiano «ballare»
        Áireamh [a:rʲǝv] «calcolo»
        Dáil [da:ʎ] «riunione»
aí [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
        Maígh [mi:ɟ] «reclama!»
        Gut [guti:] «vocali»
aidh [ai̥] Dittongo discendente
Italiano «mai»
Quando tonica:
        Aidhm [ai̥] «proposito»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando atona:
        Cleachtaidh [kʲʎæxti:] «della procedura» (genitivo)
[ə] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando è la desinenza di un verbo seguito da un pronome:
        Molfaidh mé [molfǝ mʲe:] «io elogerò»
aigh [ai̥] Dittongo discendente
Italiano «mai»
Quando tonica:
        Saighdiúir [sai̯dʲu:rʲ] «soldato»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando atona:
        Bacaigh [baki:] «del mendicante» (genitivo)
[ə] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando è la desinenza di un verbo seguito da un pronome:
        Bheannaigh mé [vʲæɴǝ mʲe:] «io benedissi»
aío :] Vocale anteriore semichiusa non-arrotondata lunga
Inglese «blitz» ma più lunga
        Aíonna [ɪ:ɴǝ] «ospiti»
        Beannaíonn [bʲæɴɪ:ɴ] «benedizioni»
[ɪə̥] Dittongo discendente
Quando seguito da cht:
        Aíocht [ɪǝ̯xt] «ospitalità»
amh
amha
amhai
[au̥] Dittongo discendente
Italiano «causa»
Quando tonico:
        Ramhraigh [rau̯ri:] «ingrassato»
        Amhantar [au̯ntǝr] «avventura»
        Samhain [sau̯ɲ] «novembre»
ao [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
        Aosta [i:stǝ] «anziano»
        Saol [si:l] «vita, mondo»
[e:] Vocale anteriore mediochiusa non arrotondata lunga
Italiano «tenere»
Soltanto nella parola aon «uno» e derivati:
        Aon [e:n] «uno»
        Aontacht [e:ntǝxt] «unione»
        Na Stáit Aontaithe [na sta:tʲ e:ntihǝ] «gli Stati Uniti»
aoi [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
  
      
Aoife [i:fʲǝ] «Eva»
        Gaois [gi:ʃ] «astuzia»
B b [b] Occlusiva labiale sonora
Italiano «bene»
Se larga (accanto ad a o u):
        Bac [bak] «barriera»
        Scuab [skuǝ̯b] «scopa»
[bʲ] Occlusiva labiale sonora palatilizzata
Italiano «bianco», ma più schiacciata
Se stretta (accanto ad e i):
        Beo [bʲʊ] «vita»
bh [w] Approssimante labiale
Italiano «uomo»
All'inizio di sillaba:
        Bhur [wur] «tuo»
        Ábhar [a:wǝr] «materiale»
[v] Fricativa labiodentale sonora
Italiano «vento»
In fine di sillaba, se larga (accanto ad a o u):
        Scríobh [ʃkʲrʲi:v] «scrisse»
        Dubh [duv] «nero»
[vʲ] Fricativa labiodentale sonora palatilizzata
Italiano «viene», ma più schiacciata
In fine di sillaba, se stretta (accanto ad e i):
        Bhéal [vʲe:l] «bocca» (lenito)
        Sibh [ʃivʲ] «voi»
bhf [w] Approssimante labiale
Italiano «uomo»
Forma eclissata di f larga:
        bhFuinneog [wiɲʊg] «finestra» (eclissato)
[vʲ] Fricativa labiodentale sonora palatilizzata
Italiano «viene», ma più schiacciata
Forma eclissata di f stretta:
        bhFíon [vʲi:n] «vino» (eclissato)
bp [b] Occlusiva labiale sonora
Italiano «bene»
Forma eclissata di p larga:
        bPóg [bo:g] «bacio» (eclissato)
[bʲ] Occlusiva labiale sonora palatilizzata
Italiano «bianco», ma più schiacciata
Forma eclissata di p stretta:
        bPríosún [bʲrʲi:su:n] «buco» (eclissato)
C c [k] Occlusiva velare sorda
Italiano «cane»
Se larga (accanto ad a o u):
        Cáis [ka:ʃ] «formaggio»
        Mac [mak] «figlio»
[kʲ > c] Occlusiva velare sorda palatilizzata
         
tende a:
Occlusiva palatale sorda
Italiano «chiave», ma più schiacciata
Se stretta (accanto ad e i):
        Ceist [kʲɛʃtʲ] «domanda»
        Mic [mʲikʲ] «figli»
ch [x] Fricativa velare sorda
Spagnolo «trabajo» - Tedesco «Bach»
Se larga(accanto ad a o u):
        Cháis [xa:ʃ] «formaggio» (lenito)
        Taoiseach [ti:ʃǝx] «capitano», «primo ministro»
[ç] Fricativa velare sorda
Tedesco «ich»
Se stretta (accanto ad e i):
        Cheist [çɛʃtʲ] «domanda» (lenito)
        Deich [dʲɛç] «dieci»
[h] Fricativa glottale sorda
Inglese «house»
Se stretta (accanto ad e i) e compresa tra due vocali:
        Oíche [i:hǝ] «notte»
D d [d] Occlusiva dentale sonora
Italiano «dono»
Se larga (accanto ad a o u):
        Dall [da:ʟ] «cieco»
        Nead [ɲa:d] «nido»
[dʲ > ʤ] Occlusiva dentale sonora palatilizzata
Francese «dieu»
    tende a:
Affricata palatale sonora
Italiano «giardino»
Se stretta (accanto ad e i):
        Dearg [dʲærǝg] «rosso»
        Cuid [kɪdʲ] «porzione»
dh [ɣ] Fricativa velare sonora
Spagnolo «magico»
Se larga (accanto ad a o u):
        Dhall [ɣa:ʟ] «cieco» (lenito)
[  ] Muta
Se larga (accanto ad a o u), dopo una vocale lunga:
        Ádh [a:] «fortuna»
[ʝ > j] Fricativa palatale sonora
Irlandese «ghéill»
    tende a:
Approssimante palatale
Italiano «ieri»
Se stretta (accanto ad e i):
        Dheargh [ʝærǝg] «rosso» (lenito)
        Fáidh [fa:ʝ] «profeta» (lenito)
dt [d] Occlusiva dentale sonora
Italiano «dono»
Forma eclissata di t larga:
        Dtaisce [daʃkʲǝ] «tesoro» (eclissato)
[dʲ > ʤ] Occlusiva dentale sonora palatilizzata
Francese «dieu»
    tende a:
Affricata palatale sonora
Italiano «giardino»
Forma eclissata di t stretta:
        dTír  [dʲi:rʲ] «terra» (eclissato)
E e [e] Vocale anteriore mediochiusa non-arrotondata breve
Italiano «tenere»
Quando tonica:
        Te  [tʲe] «caldo, bollente»
[ə] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona:
        Míle  [mʲi:ʎǝ] «mille»
é [e:] Vocale anteriore mediochiusa non-arrotondata lunga
Italiano «tenere»
          [kʲe:] «chi? cosa?»
          [ʃe:] «egli»
ea [æ] Vocale anteriore semiaperta non-arrotondata breve
Inglese «cat»
Quando tonica:
        Eachtra  [æxtrǝ] «avventura»
        Bean  [bʲæn] «donna»
:] Vocale anteriore semiaperta non-arrotondata lunga
Inglese «cat», lunga
Quando tonica, seguìta da ll m nn rr rl rn rd:
        Feall  [fʲæ:ʟ] «tradimento»
        Feanntach  [fʲæ:ɴtǝx] «donna»
        Bearna  [bʲæ:rnǝ] «apertura»
[ə] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona:
        Seisean  [ʃɛʃǝn] «egli» (enfatico)
éa [e:] Vocale anteriore mediochiusa non-arrotondata lunga
Italiano «tenere»
        Éan  [e:n] «uccello»
        Buidéal  [bɪdʲe:l] «bottiglia»
[a:] Vocale anteriore aperta non-arrotondata lunga
Italiano «ballare»
        Seán  [ʃa:n] «Giovanni» (nome proprio)
        Caisleán [kaʃʎa:n] «castello»
eabh
eabha
eabhai
[au̯] Dittongo discendente
Italiano «lauro»
Quando tonico:
        Feabhra [fʲau̯rǝ] «febbraio»
        Eabhar [au̯r] «avorio»
        Leabhair [ʎau̯rʲ] «libri»
eadh
eadha
eadhai
[ai̯] Dittongo discendente
Italiano «mai»
Quando tonico:
        Meadhg [mʲai̯g] «siero di latte»
[ə] Vocale media centrale
Francese «petit»
In fine di parola:
        Briseadh [bʲrʲiʃǝ] «rottura»
eai [a:] Vocale anteriore aperta non-arrotondata lunga
Italiano «ballare»
        Ceaintín [kʲa:ntʲi:ɲ] «mensa»
eái [aɪ̯] Dittongo discendente
Italiano «mai», ma con i breve e tendente ad e
        Meáin [mʲaɪ̯ɲ] «centri»
        Caisleáin [kaʃʎaɪ̯ɲ] «castelli»
eamh
eamha
eamhai
[au̯] Dittongo discendente
Italiano «lauro»
        Leamh [ʎau̯] «debole»
  
      
Sleamhain [ʃʎau̯ɲ] «liscio»
ei [ɛ] Vocale anteriore mediocaperta non-arrotondata breve
Italiano «è»
        Eile [ɛʎǝ] «debole»
  
      
Ceist [kʲɛʃtʲ] «domanda»
[i] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata breve
Italiano «ritiro»
Quando seguìta da m mh n:
        Creimeadh [kʲrʲimʲǝ] «corrosione»
  
      
Geimhreadh [gʲivʲrʲǝ] «inverno»
        Seinm [ʃiɲǝmʲ] «giocando»
[e:] Vocale anteriore mediochiusa non-arrotondata lunga
Italiano «tenere»
Quando seguìta da rl rn rd:
        Eirleach [e:rʎǝx] «distruzione»
  
      
Ceirnín [kʲe:rɲi:ɲ] «documento»
        Ceird [kʲe:rdʲ] «mestiere, artigianato»
[ai̯] Dittongo discendente
Italiano «mai»
Quando seguìta da ll:
        Feill [fʲai̯ʟʲ] «eccessivamente»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando seguìta da nn:
        
Seinn [ʃi:ɴʲ] «suonare»
Quando seguìta da m finale di parola:
        Greim [gʲrʲi:mʲ] «presa, «stretta»
éi [ei̯ > e:] Dittongo discendente
Italiano «nei»
       tende a:
Vocale anteriore mediochiusa non-arrotondata lunga
Italiano «tenere»
        Éire [ei̯rʲǝ] «Irlanda»
        Scéimh [ʃkʲei̯vʲ] «bellezza»
eidh
eidhi
eidhea
[ai̯] Dittongo discendente
Italiano «mai»
        
Feidhm [fai̯mʲ] «funzione»
eigh
eighi
eighea
[ai̯] Dittongo discendente
Italiano «mai»
        
Feigh [fʲai̯ʎi:] «guardiano»
        
Deighil [dʲai̯ʎ] «separare»
        
Leigheas [ʎai̯s] «benefico, salubre»
eo [ʊ] Vocale posteriore semichiusa arrotondata breve
Inglese «bull»
        Eolaí [ʊli:] «scienziato»
  
      
Ceol [kʲʊl] «musica»
eoi [ɔɪ̯] Dittongo discendente
Inglese «boy» (pressappoco)
        Feoil [fʲɔɪ̯ʎ] «carne»
eu [ɛǝ̯] Dittongo discendente
Inglese «air»
F f [f] Fricativa labiodentale sorda
Italiano «faro»
Se larga (accanto ad a o u):
        Fada [fadǝ] «lungo»
[fʲ] Fricativa labiodentale sorda
Italiano «fiore», ma più schiacciata
Se stretta (accanto ad e i):
        Fíon [fʲi:n] «vino»
        Stuif [stɪfʲ] «materiale»
fh [  ] Muta
        Fhuinneog [ɪɲʊg] «finestra» (lenito)
        Fhíon [i:n] «vino» (lenito)
G g [g] Occlusiva velare sonora
Italiano «gatto»
Se larga (accanto ad a o u):
        Gasúr [gasu:r] «ragazzo»
        Bog [bog] «soffice»
[gʲ > ɟ] Occlusiva velare sonora palatilizzata
         
tende a:
Occlusiva palatale sonora
Italiano «ghiaia», ma più schiacciata
Se stretta (accanto ad e i):
        Geata [gʲatǝ] «porta»
        Carraig [karǝgʲ] «roccia»
gh [ɣ] Fricativa velare sonora
Spagnolo «daga»
Se larga (accanto ad a o u):
        Ghasúr [ɣasu:r] «ragazzo» (lenito)
[  ] Muta
Italiano «hanno»
Se larga, dopo una vocale dalla pronuncia lunga:
        Eoghan [ʊ:ǝn] «Owen/Eugenio» (nome di persona)
[ʝ > j] Fricativa palatale sonora
Irlandese «ghéill»
    tende a:
Approssimante palatale
Italiano «ieri»
Se stretta (accanto ad e i):
        Gheata [ʝatǝ] «porta» (lenito)
        Dóigh [do:ʝ] «metodo»
gc [g] Occlusiva velare sonora
Italiano «gatto»
Forma eclissata di c larga:
        gCáis [ga:ʃ] «formaggio» (eclissato)
[gʲ > ɟ] Occlusiva velare sonora palatilizzata
         
tende a:
Occlusiva palatale sonora
Italiano «ghiaia», ma più schiacciata
Forma eclissata di c stretta:
        gCeist [gʲeʃtʲ] «domanda» (eclissato)
H h [  ] Muta
Italiano «hanno»
        Na héisc [na e:ʃkʲ] «i pesci»
I i [i] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando tonica:
        Gin  [] «nascita»
        Difear  [dʲifʲǝr] «differenza»
        Ifreann  [ifʲrʲǝɴ] «inferno»
Quando atona seguìta da th:
        Bailitheacht [baʎihǝxt] «seccatura»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando tonica seguìta da ll nn:
        Cill  [i:ʟʲ] «chiesa»
        Cinnte  [kʲi:ɴʲtʲǝ] «sicuro»
Quando seguìta da m finale di parola:
        Im  [i:mʲ] «burro»
[ǝ] Vocale media centrale breve
Francese «petit»
Quando atona non seguìta da th:
        Faoistin  [fi:ʃtʲǝɲ] «confessione»
í [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
        Íde  [i:dʲǝ] «abuso»
        Cailín  [kaʎi:ɲ] «ragazza»
ia [iǝ̥] Dittongo discendente
        Iasc  [iǝ̯sk] «pesce»
        Diarmaid  [dʲiǝ̯rmǝdʲ] «Dermot» (nome proprio)
iai [iæ̥] Dittongo discendente
All'incirca, italiano «si è»
        Bliain  [bʲʎiæ̯ɲ] «anno»
idh [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando atona:
        Brisidh  [bʲrʲiʃi:] «della rottura» (genitivo)
igh [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando atona:
        Coiligh  [keʎi:] «del gallo» (genitivo)
io [ɪ] Vocale anteriore semichiusa non-arrotondata breve
Inglese «blitz»
Seguìta da d l n t th:
        Fios  [fʲɪs] «conoscenza»
        Cion  [kʲɪn] «affetto»
        Giota  [gʲɪtǝ] «parte, pezzo»
        Friotháil [fʲrʲɪhaʎ] «parte, pezzo»
[ʊ] Vocale posteriore semichiusa arrotondata breve
Inglese «bull»
Seguìta da una qualsiasi consonante tranne d l n t th:
        Siopa  [ʃʊpǝ] «negozio»
        Liom  [ʎʊm] «con me»
        Siobhán  [ʃʊwa:n] «Giovanna» (nome proprio)
        Briogáid  [bʲrʲʊga:d] «brigata, squadra»
        Ionga  [ʊŋgǝ] «unghia»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Seguìta da nn finale di parola:
        Fionn  [fʲi:n] «luminoso, bello»
ío [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
        Síol  [ʃi:l] «seme»
        Íoc  [i:k] «paga!» (imperativo)
[iǝ̯] Dittongo discendente
Seguìta da -cht finale di parola:
        Filíocht  [fʲiʎiǝ̯xt] «poesia»
iu [u] Dittongo ascendente
Italiano «iuta»
        Fliuch  [fʲʎux] «bagnato»
iú [u:] Vocale posteriore chiusa arrotondata lunga
Italiano «futuro»
        Siúl  [ʃu:ʎ] «passeggiata»
        Iúl  [u:l] «conoscenza»
        Bailiú  [baʎu:] «assemblea»
iúi [u:] Vocale posteriore chiusa arrotondata lunga
Italiano «futuro»
        Ciúin  [kʲu:ɲ] «quieto»
        Iúil  [u:ʎ] «luglio»
        Inniúil  [iɴʲu:ʎ] «capace»
L l [l] Liquida alveolare
Italiano «luna»
Se larga (accanto ad a o u):
        Lách [la:x] «affabile»
[lʲ > ʎ] Liquida alveolare palatilizzata
Italiano «liana»
         
tende a:
Liquida palatale
Italiano «dirgli»
Se stretta (accanto ad e i):
        Leabhar [ʎævǝr] «libro»
        Leisciúil [ʎeʃkʲu:ʎ] «pigro»
ll [ʟ] Liquida velare
Inglese «will»
Se «larga» (accanto ad a o u):
        Poll [po:ʟ] «buco»
ʲ] Liquida velare palatilizzata
Se stretta (accanto ad e i):
        Coill [kai̯ʟʲ] «boschi»
M m [m] Nasale labiale
Italiano «mare»
Se larga (accanto ad a o u):
        Mór [mo:r] «grande»
[mʲ] Nasale labiale palatilizzata
Italiano «miele», ma più schiacciata
Se stretta (accanto ad e i):
        Milis [mʲiʎiʃ] «dolce»
mh [v] Fricativa labiodentale sonora
Italiano «vento»
In fine di sillaba, se larga (accanto ad a o u):
        Lámh [la:v] «mano»
[w] Approssimante labiale
Italiano «uomo»
All'inizio di sillaba:
        Lámha [la:wa] «mani»
[vʲ] Fricativa labiodentale sonora palatilizzata
Italiano «viene», ma più schiacciata
In fine di sillaba, se stretta (accanto ad e i):
        Uimhir [ɪvʲirʲ] «numero»
mb [m] Nasale labiale
Italiano «mare»
Forma eclissata di b larga:
        Mbaineann [maɲǝn] «preso» (eclissato)
[mʲ] Nasale labiale palatilizzata
Italiano «miele», ma più schiacciata
Forma eclissata di b stretta:
        Mbéal [mʲe:l] «bocca» (eclissato)
N n [n] Nasale dentale
Italiano «nido»
Se larga (accanto ad a o u):
        Naoi [ni:] «nove»
        Ceann [kæ:n] «testa»
[ɲ] Nasale palatale
Italiano «gnomo»
Se stretta (accanto ad e i):
        Neart [ɲært] «forza»
nd [ɴ] Nasale uvulare
Forma eclissata di d:
        Ndorn [ɴo:rn] «pugno» (eclissato)
ng [ŋ] Nasale velare
Inglese «king»
All'inizio di parola: forma eclissata di g larga:
        Ngasúr [ŋasu:r] «ragazzo»
ʲ] Nasale velare palatilizzata
Italiano «ringhio», ma più schiacciata
All'inizio di parola: forma eclissata di g stretta:
        Ngeata [ŋʲatǝ] «porta» (eclissato)
[ŋg] Accumulo consonantico
Italiano «angolo
Al centro e in fine di parola:
        Long [lʊ:ŋg] «nave»
        Teanga [tʲaŋgǝ] «lingua»
        Cuing [kɪŋʲgʲ] «giogo»
ing [ǝɲ] Vocale + Consonante
In fine di parola:
        Scilling [ʃkʲiʎǝɲ] «scellino»
nn [ɴ] Nasale uvulare
        Fionn [fʲɪɴ] «bianco»
O o [o] Vocale posteriore mediochiusa arrotondata breve
Italiano «colore»
Quando tonica:
        Cnoc [knok] «collina»
        Focal [fokǝl] «parola»
[o:] Vocale posteriore mediochiusa arrotondata lunga
Italiano «colore»
Quando tonica, seguìta da ll rd rl rn rr:
        Poll [po:ʟ] «buco»
        Bord [bo:rd] «tavolo»
        Orlach [o:rlǝx] «pollice»
        Corr [kor] «eccentrico»
[ʊ] Vocale posteriore semichiusa arrotondata breve
Inglese «bull»
Quando tonica, seguìta da m n non finali di parola:
        Cromóg [krʊmo:g] «dal naso a uncino»
        Conlán [kʊnla:n] «collezione»
:] Vocale posteriore semichiusa arrotondata lunga
Inglese «bull»
Quando tonica, seguìta da m ng nn finali di parola:
        Trom [trʊ:m] «pesante»
        Donn [dʊ:ɴ] «scuro»
        Long [lʊ:ŋg] «nave»
[ǝ] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona:
        Mo [] «mio»
        Cothrom [korǝm] «uguale»
ó [o:] Vocale posteriore mediochiusa arrotondata lunga
Italiano «colore»
        Ór [o:r] «oro»
        Bacio [po:g] «annuncio»
        Fógair [fo:gǝrʲ] «annuncio»
obh
obha
obhai
[au̥] Dittongo discendente
Italiano «causa»
        Lobh [lau̯r] «decadimento»
        Dobhareach [dau̯ræx] «ippopotamo»
odh
odha
odhai
[au̥] Dittongo discendente
Italiano «causa»
        Bodhar [lau̯r] «decadimento»
ogh
ogha
oghai
[au̥] Dittongo discendente
Italiano «causa»
        Rogha [rau̯] «scelta»
oi [e] Vocale anteriore mediochiusa non-arrotondata breve
Italiano «tenere»
Quando tonica, all'inizio di parola o tra due consonanti:
        Oifig [efʲǝgʲ] «ufficio»
        Scoil [skeʎ] «scuola»
        Troid [tredʲ] «combatti!» (imperativo)
[o] Vocale posteriore mediochiusa arrotondata breve
Italiano «colore»
Quando tonica, seguìta da cht rs rt rth s:
        Clois [kloʃ] «ascoltare»
        Boicht [boktʲ] «del povero» (genitivo)
        Doirse [dorʃǝ] «porte»
        Goirt [gortʲ] «salato»
        Oirthear [orʲhær] «est»
[ɪ]
Vocale anteriore semichiusa non-arrotondata breve
Inglese «blitz»
Quando tonica, seguìta da n:
  Pointe [pɪɲtʲǝ]«punto»
Gloine [glɪɲǝ]
«vetro»
Cnoic [knɪkʲ] «colline»
Loinge [lɪŋʲgʲǝ] «della nave» (genitivo)
Quando tonica, seguìta da m non finale di parola:
  Coimeád [kɪmʲa:d] «tieni!» (imperativo)
Quando tonica, seguìta da mh:
  Roimh [rɪvʲ] «prima»
[ai̥] Dittongo discendente
Italiano «mai»
Quando tonica, seguìta da ll:
        Coill [kai̯ʎ] «foresta»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando tonica, seguìta da nn:
        Foinn [fi:ɲ] «desiderio»
Quando tonica,  seguìta da m finale di parola:
        Coim [kɪmʲ] «cintola»
[o:] Vocale posteriore mediochiusa arrotondata lunga
Italiano «colore»
Quando tonica, seguìta da rl rn rd:
        Coirnéal [ko:rɲe:l] «angolo»
        Oird [o:rdʲ] «martello, maglio»
[ǝ] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona:
        Éadroime [e:drǝmʲǝ] «lucentezza»
ói [o:] Vocale posteriore mediochiusa arrotondata lunga
Italiano «colore»
        Móin [mo:ɲ] «zolla»
        Óige [o:gʲǝ] «giovinezza»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
        Oíche [i:hǝ] «notte»
        Croíleacán [kri:ʎǝka:n] «nucleo»
oidh
oidhi
oidhea
[ai̯] Dittongo discendente
Italiano «mai»
        Oidhre [ai̯rʲǝ] «erede»
oigh
oighi
oighea
[ai̯] Dittongo discendente
Italiano «mai»
        Loighic [lai̯k] «logico»
oío [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
        Croíonna [kri:nǝ] «cuori»
omh
omha
omhai
[o:] Vocale posteriore mediochiusa arrotondata lunga
Italiano «colore»
        Domhnach [do:nǝk] «Domenica»
P p [p] Occlusiva labiale sorda
Italiano «pane»
Se larga (accanto ad a o u):
        Póg [po:g] «bacio»
        Stop [stop] «stop»
[pʲ] Occlusiva labiale sorda palatalizzata
Italiano «piuma», ma più schiacciata
Se stretta (accanto ad e i):
        
Píosa [pʲi:sǝ] «pezzo»
        Truip [trɪpʲ] «viaggio»
ph [f] Fricativa labiodentale sorda
Italiano «faro»
Lenizione di p larga:
        Phóg [fo:g] «bacio» (lenito)
[fʲ] Fricativa labiodentale sorda
Italiano «fiore», ma più schiacciata
Lenizione di p stretta:
        Phíosa [fʲi:sǝ] «pezzo» (lenito)
R r [r] Vibrante alveolodentale
Italiano «remo»
Sempre, all'inizio di parola:
        Rann [ra:ɴ] «verso, rima»:
         [ri:] «re»
Se larga (accanto ad a o u), al centro o in fine di parola:
        Dochar [doxǝr] «dolore, debito»
Nei gruppi rt rth rd rn rl sr:
        Cuairt [kuɪ̯rt] «visita»
        Oirthear [erhǝr] «est»
        Airde [a:rdʲǝ] «peso»
        Sreang [sræŋg] «spago, corda»
[rʲ] Vibrante alveolodentale palatilizzata
Italiano «aria», ma più schiacciata
Se stretta (accanto ad e i), al centro o in fine di parola:
        Tirim [tʲirʲim] «secco»
  rr [r] Vibrante alveolodentale
Italiano «remo»
        Barr [ba:r] «cima»
S s [s] Fricativa dentale sorda
Italiano «sole»
All'inizio di parola nei gruppi sm sp:
        Sméar [smʲe:r] «mora di rovo»
        Spéis [spʲei̯ʃ] «interesse, affetto»
Se larga (accanto ad a o u):
        Sasana [sasǝnǝ] «Inghilterra»
        Tús [tu:s] «principio»
[ʃ] Fricativa postalveolare sorda
Italiano «scemo»
Se stretta (accanto ad e i):
        Sean [ʃæn] «vecchio»
        Cáis [ka:ʃ] «formaggio»
sh [h] Fricativa glottale sorda
Inglese «house»
Lenizione di s sia larga che stretta:
        Shasana [hasǝnǝ] «Inghilterra» (lenito)
  
      Shean [hæn] «vecchio» (lenito)
[ç] Fricativa velare sorda
Tedesco «ich»
In alcuni casi di lenizione stretta:
        Sheáin [çaɪ̯ɲ] «di Giovanni» (lenito)
        Shiopa [çʊpǝ] «negozio» (lenito)
  
      Shiúil [çu:ʎ] «passeggiò»
T t [t] Occlusiva dentale sorda
Italiano «tana»
Se larga (accanto ad a o u):
        Taisce [taʃkʲǝ] «tesoro»
        Ceart [taʃkʲǝ] «tesoro»
[tʲ > ʧ] Occlusiva dentale sorda palatilizzata
Francese «tiens»
    tende a:
Affricata palatale sorda
Italiano «ciliegia»
Se stretta (accanto ad e i):
        Tír [tʲi:rʲ] «terra»
        Beirt [bʲɛrtʲ] «due (persone)»
th [h] Fricativa glottale sorda
Inglese «house»
Nessuna distinzione tra larga e stretta:
        Thaisce [haʃkʲǝ] «tesoro» (lenito)
        Athair [ahǝrʲ] «padre»
[ç] Fricativa velare sorda
Tedesco «ich»
In alcuni casi di lenizione stretta:
        Theann [çæ:ɴ] «impermeabile»
        Theocht [çʊ:xt] «caldo»
        Thiubh [çjuv] «folto»
[  ] Muta
Alla fine della sillaba:
        Bláth [bla:] «fiore»
        Cith [kʲi] «doccia»
        Cothrom [korǝm] «uguale»
ts [t] Occlusiva dentale sorda
Italiano «tana»
Lenizione di s larga, dopo l'articolo:
        An tsolais [ǝn tolǝʃ] «della luce»
[tʲ > ʧ] Occlusiva dentale sorda palatilizzata
Francese «tiens»
    tende a:
Affricata palatale sorda
Italiano «ciliegia»
Lenizione di s stretta, dopo l'articolo:
        An tSín [ǝn tʲi:ɲ] «la Cina»
U u [u] Vocale posteriore chiusa arrotondata breve
Inglese «futuro»
Quando tonica:
        Ucht [uxt] «petto, seno»
        Dubh [duv] «nero»
[o] Vocale posteriore mediochiusa arrotondata lunga
Italiano «colore»
Nelle parole di origine inglese, in luogo di [ʌ]:
        Club [klob] «club, circolo»
        Bus [bos] «autobus»
[u:] Vocale posteriore chiusa arrotondata lunga
Italiano «futuro»
Quando tonica, seguìta da rl rn rd:
        Burla [bu:rlǝ] «fagotto»
        Murnán [mu:rna:n] «caviglia»
        Urlár [u:rla:r] «pavimento»
[ǝ] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona:
        Agus [agǝs] «e» (congiunzione)
ú [u:] Vocale posteriore chiusa arrotondata lunga
Italiano «futuro»
        Úr [u:r] «nuovo»
        Tús [tu:s] «principio»
ua [uǝ̯] Dittongo discendente
        Uacht [uǝ̯xt] «volontà»
        Tuath [tuǝ̯] «tribù»
uai [uɪ̯] Dittongo discendente
        Uair [uɪ̯r] «ora»
        Tuairt [tuǝ̯rʲtʲ] «schianto»
ui [ɪ] Vocale anteriore semichiusa non-arrotondata breve
Inglese «blitz»
        Uisce [ɪʃkʲǝ] «acqua»
        Duine [dɪɲǝ] «persona»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
Quando tonica, seguìta da ll nn finali di sillaba:
        Tuill [ti:ʟʲ] «guadagno»
        Puinn [pi:ɴʲ] «(non) più»
Quando tonica, seguìta da m finale di parola:
        Suim [si:mʲ] «interesse»
[u] Vocale posteriore chiusa arrotondata breve
Inglese «futuro»
Quando tonica, seguìta da cht rs rt:
        Tuirseach [turʃǝx] «stanco»
        Cluichte [kluxtʲǝ] «del disturbo» (genitivo)
[u:] Vocale posteriore chiusa arrotondata lunga
Italiano «futuro»
Quando tonica, seguìta da rl rn rd:
        Tuirling [tu:rʎǝɲ] «discendere»
        Muirín [mu:rʲi:ɲ] «famiglia»
[ǝ] Vocale media centrale
Francese «petit»
Quando atona:
        Aguisín [agǝʃi:ɲ] «addizione»
[ɪ] Vocale anteriore semichiusa non-arrotondata breve
Inglese «blitz»
Quando atona, seguìta da th:
        Scrúduithe [skru:dɪhǝ] «esami»
úi [ui̯ > u:] Dittongo discendente
Italiano «suino»
    tende a:
Vocale posteriore chiusa arrotondata lunga

Italiano «futuro»
        Úim [ui̯mʲ] «bardatura»
        Súil [sui̯ʎ] «occhio»
[i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
        Buígh [bi:ʝ] «abbronzarsi»
uío [i:] Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga
Italiano «ritiro»
        Buíon [bi:n] «banda, truppa»

APPENDICE: NOTE SULL'ANTICO IRLANDESE

Le regole ortografiche qui date riguardano l'irlandese moderno, la cui ortografia riconosciamo già nell'opera di Sethrún Céitinn (Geoffrey Keating). Ma si tratta solo del punto di arrivo di una lunga ricerca ortografica, che oltretutto segnò di pari passo un lento mutamento nella pronuncia. Chiunque si avvicini a dei testi scritti in antico irlandese, troverà delle grosse differenze rispetto alle regole dell'attuale ortografia.

L'attuale parola irlandese per «libro», che è correttamente scritta leabhar, corrisponde in antico irlandese una forma lebor. È subito evidente che questa parola, così com'è scritta, non rispetta la regola del «larga con larga e stretta con stretta». L'opposizione tra consonanti «larghe» e «strette» era distintiva di significato già in irlandese antico e fin d'allora era invalso l'uso di contrassegnare le «strette» ponendole a contatto con una delle due vocali «strette» e o i, ma il sistema lasciava un certo grado di ambiguità, segnando comunque soltanto quelle vocali che venivano pronunciate, senza preoccuparsi di utilizzare vocali aggiuntive per separare una consonante da una vocale contrastiva. Dunque in irlandese antico non esistevano falsi dittonghi, ma soltanto vocali e dittonghi che andavano regolarmente pronunciati. C'è da dire che le vocali avevano una pronuncia più aperta e netta in irlandese antico di quanto non sia in irlandese moderno, ed anche se sussisteva una certa ambiguità nel modo di scrivere i dittonghi, questi erano soltanto cinque, pronunciati: [ai̥] [ui̥] [au̥] [eu̥] [iu̥]. A seconda delle parole, [ai̥] si poteva scrivere , áe, , óe, e nei testi più recenti anche aoi; [au̥] si scriveva áu o áo; [eu̥] éu, éo, e via dicendo.

Assai diverso il sistema in cui l'antico irlandese segnava le consonanti lenite. In antico irlandese, come nel moderno, l'accento cadeva di regola sulla prima sillaba e le consonanti post-toniche risultavano indebolite. Questo fenomeno, allora come oggi, doveva interessare tutte le consonanti tranne l n r, tuttavia esso non veniva di regola indicato, lasciandolo implicito nella parola. Questa è la ragione per cui la forma antica lebar ha una semplice b laddove la moderna leabhar ha invece bh. Nella pronuncia, tuttavia, l'irlandese antico presentava alcune differenze rispetto al moderno. Foneticamente, la forma lenita delle consonanti occlusive, le sorde [k] [p] [t] e le sonore [g] [b] [d], era il regolare risultato di un passaggio alla rispettiva pronuncia fricativa, sicché le consonanti finivano col pronunciarsi rispettivamente [x] [Φ] [θ] e [ɣ] [β] [ð].

L'ortografia venuta a segnalare un tale sistema, tuttavia, era un pochino più complessa. Nel sistema grafico sviluppato dall'antico irlandese, le consonanti occlusive c p t si leggevano sorde [k] [p] [t] in posizione pre-tonica, ma sonore [g] [b] [d] in posizione post-tonica e intervocalica; le consonanti occlusive g b d si leggevano sonore [g] [b] [d] in posizione pre-tonica, ma cessavano di essere occlusive e diventavano fricative [ɣ] [β] [ð] in posizione post-tonica e intervocalica.

Soltanto fricative sorde [x] [Φ] [θ] erano segnalate con la presenza di una h, venendo scritte appunto ch th ph.

(Di contro si sviluppò un'altra notazione, tutto sommato più coerente, in cui le occlusive sorde [k] [p] [t] in posizione post-tonica si scrivevano cc pp tt, e le sonore [g] [b] [d] si scrivevano gg bb dd.)

Riassumendo, così funzionava la grafia delle occlusive nell'antico irlandese:

 
Fonema
Posizione
pre-tonica
Posizione
post-tonica
 
Fonema
Posizione
pre-tonica
Posizione
post-tonica

Occlusive

{

 

[k]

c

cc

 

[g]

g

c (gg)

 

[p]

p

pp

 

[d]

b

p (bb)

 

[t]

t

tt

 

[b]

d

t (dd)

Fricative

{

 

[x]

ch

 

[ɣ]

g

 

[Φ]

ph

 

[β]

b

 

[θ]

th

 

[ð]

d

Le regole qui date sono poi complicate dalla scarsa coerenza dell'ortografia. La parola mac [mak] «figlio» secondo le regole date si dovrebbe leggere [mag]; invece si comportava come se fosse scritto macc e così in effetti si trova a volte nei manoscritti.

I grammatici irlandesi avevano escogitato tali soluzioni dagli esempi attestati dalla letteratura classica, di cui erano buoni conoscitori. Ad esempio, l'uso di contrassegnare le fricative sorde [x] [Φ] [θ] con i gruppi ch th ph derivava dal fatto che così i romani trascrivevano le lettere greche χ θ φ.

Ma l'irlandese leniva anche altre consonanti e fin dal medioevo i grammatici dovettero escogitare altre soluzioni. Ad esempio, per indicare s e f  lenite, che nella pronuncia venivano praticamente a scomparire, si cominciò ad utilizzare un puntino posto sopra il corpo della lettera: anche questa soluzione era stata tratta dalla filologia classica: infatti i latini usavano segnalare con un  punctum delens quelle lettere erroneamente vergate nei manoscritti, indicando così che tale lettere andavano espunte in fase di lettura. In questo modo, i copisti irlandesi cercavano di indicare che la pronuncia di quella s e di quella f andava lenita fin quasi a scomparire. In seguito, entrambi i modi di rendere la lenizione (con h o col punctum delens) vennero estesi a tutte le consonanti lenite e si crearono due grafie contrastanti, le quali, non di rado, si trovavano a convivere l'una accanto all'altra negli stessi manoscritti. Solo agli inizi del XX secolo la grafia in h ha preso definitivamente il sopravvento su quella col punctum delens, anche se, vuoi per vezzo o per gusto di arcaismo, non è difficile vedere ancora oggi iscrizioni gaeliche in alfabeto onciale con il punctum delens a indicare le consonanti lenite.

Il problema è che, trattandosi di una lingua morta, l'ortografia dell'antico irlandese non può più essere riformata e resa coerente come quella delle lingue vive.


BIBLIOGRAFIA E LETTURE CONSIGLIATE
  • Séamus Mac Mathúna - Ailbhe Ó Corráin: Irish Dictionary. Collins 1995.
  • Diarmuid Ó Sé - Joseph Sheils: Irish. Teach Yourself 1995.
  • Giovanni Giusti: Antiche liriche irlandesi. Salerno 1990 (?).

Direzione Rubriche - Galiana.
Rubrica Lingue -
Turris Babel.
Articolo: Dario Giansanti.


Creazione pagina: 10.07.2005
Ultima modifica:
13.07.2006

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