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YFR TALIESIN
XXIII
Traỽsganu Cynan Garỽyn mab Brochỽael
Eulogia per Cynan Garỽyn figlio di Brochỽael
ỺYFR TALIESIN
Ỻyfr Taliesin. Libro di Taliesin
x. Daronỽy
xxiii. Traỽsganu Cynan Garỽyn
xxvi. «...Y gofeisỽys byd»
xxvii. Ỻurig Alexander
xl. Marỽnad Ercỽlff
xliii. Marỽnadd Dylan Eil Ton
xlvi. Marỽnadd Cunedda
lv. Canu y byd maỽr
lvi. Canu y byd bychan
Avviso
Saggio introduttivo
Lezione dal ms. del Ỻyfr Taliesin
Testo medio-gallese normalizzato
Traduzione italiana
Traduzione inglese
Note
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Bibliografia
YFR TALIESIN
XXIII
Traỽsganu Cynan Garỽyn mab Brochỽael
Eulogia per Cynan Garỽyn figlio di Brochỽael
LA COMPOSIZIONE

Traỽsganu Cynan Garỽyn mab Brochỽael, «Eulogia per Cynan Garỽyn figlio di Brochỽael», è una composizione di cinquanta versi contenuta nel Ỻyfr Taliesin (nlw Peniarth, ms. 2, prima metà del xiv sec.), oggi custodito nella Ỻyfrgeỻ Genedlaethol Cymru («Biblioteca Nazionale del Galles»), ai ff. 22 e 22 (pp. 45-46).

Il termine traỽsganu, «satira» in gallese moderno, indicava probabilmente, all'epoca della stesura del componimento, un genere di poesia che iniziava e finiva con la stessa parola, equivalente del dunad irlandese. La parola che apre e chiude il componimento è in questo caso Cynan, nome del dedicatario dell'eulogia, nelle forme <kynan> e <gynan> (lenito). Sir Ifor Williams (1881-1965) classifica il Traỽsganu tra le composizioni ascrivibili con certezza al Taliesin storico (Williams 1960 | Williams 1967), posizione che offre tuttavia ben pochi appigli.

Il poema è infarcito di arcaismi nell'ortografia, nella grammatica e nel lessico. Ad esempio, <nerthi athwlat> [] ricorda un antico-gallese *nerthiat-u(u)lat, «aiuto della terra»; <phympỽnt> «cinquanta» [] preserva il gruppo mp (laddove glosse antico-gallesi all'inizio del ix secolo portano già pimmunt); un gruppo g(ỽ)o (< celtico *o) è attestato due volte nel significato di «sotto»: <katlan godaran>, «fragoroso campo di battaglia» (godaran significa «sotto il tuono») [], e <kylch byt goch gỽochuan>, «circolo del mondo rosso sotto il sole» [].

In quanto al suo contenuto, il Traỽsganu Cynan Garỽyn è una composizione celebrativa di Cynan Garỽyn, descritto come condottiero valoroso in battaglia e munifico principe, il cui periodo di attività viene collocato tra il 575 e il 610. Il poeta enumera le numerose battaglie vinte dal sovrano, sul fiume Ỽye, contro gli uomini del Gỽent, a Môn (l'isola di Anglesey), nel Dyfed, nel Brycheiniog e nel Cornyỽ (Cornovaglia); fornisce i doni elargiti da Cynan; infine lo esalta ricordando alcuni dei suoi antenati: viene infatti definito <mab bꝛochuael> («figlio di Brochỽael») [], <kateỻig yſtret> («della stirpe di Cadell») [] e <kyngen kymangan>(«della natura di Cyngen») [].

IL PERSONAGGIO: CYNAN GARỼYN

Quasi tutte le nostre informazioni su Cynan Garỽin derivano dalla presente composizione. Pochi altri dati sono forniti dalle genealogie gallesi. Apprendiamo che era figlio di Brochỽael map Cyngen, detto Ysgithrog, dai «denti canini», brenhin del Poỽys († ±570); sua madre era Ardydd Benasgel, figlia di Pabo Post Prydein, brenhin del Hen Ogledd, figlio a sua volta di Cenau, figlio di Coel Hen (Harleian Genealogies, ms. 3859). Non è nemmeno chiaro se il suo epiteto sia Garỽin, «stinco bianco», o se dobbiamo intenderlo come forma lenita di Ca(r)rỽin, «carro bianco».

La lista dei regni nemici elencati dal Traỽsganu Cynan Garỽyn – il Gỽynedd, ynys Môn, il Dyfed, il Brycheiniog e il Cornyỽ –, fanno pensare che le alleanze di Cynan volgessero verso gli Anglosassoni stanziati a est della Britannia. Questo in aperto contrasto con il fato che sarebbe toccato al figlio Selyf.

Cynan ebbe almeno tre figli: Selyf Sarffgadau, «serpente di battaglia», Dinogad e Afandreg Ddu, la quale sposò Cadfan ab Iago, brenhin del Gỽynedd. Selyf cadde nel 613 nella battaglia di Caer Legion (di Chester, datata però al 603 da Bǣda Venerabilis, in Historia ecclesiastica gentis Anglorum [II, 2]), forse guidando una coalizione di Britanni contro Æþelfriþ, re del Norþhymbra rīċe, come riportato negli Annála Ulaid, dove si legge, all'anno 613:

Bel[lum] Caire Legion ubi sancti occisi sunt & ceci[dit] Solon m. Conaen, rex Britanorum.

La battaglia di Caer Legion, dove vennero uccisi santi uomini e cadde Selyf map Cynan, re dei Britanni.
Annála Ulaid [613]

La battaglia è riportata al 613 anche negli Annales Cambriae:

Gueith cair legion . et ibi cecidit selim filíí cinan. Et iacob filíí beli dormitatio.

Battaglia di Caer Legion, e qui venne ucciso Selyf map Cynan. Giace Iago map Beli.
Annales Cambriae [A170 / 613]

La morte di Iago map Beli, brenhin del Gỽynedd e consuocero di Cynan, è datata al medesimo anno, ma nulla ci assicura che sia avvenuta nel corso della battaglia.

YFR TALIESIN
XXIII
Traỽsganu Cynan Garỽyn mab Brochỽael
Eulogia per Cynan Garỽyn figlio di Brochỽael
Ꞇꝛỽſganu ꟏ynɑn ꟊɑrwyn .m. bꝛocꟌ., lezione dal ms. del Ỻyfr Taliesin
Tarỽyn mab Brochỽael, testo medio-gallese normalizzato
Eulogia per Cynan Garỽyn figlio di Brochỽael, versione italiana
Satire Of Cynan Garwyn son of Brochwael, traduzione inglese di William Forbes Skene
 
Lezione dal ms. del Ỻyfr Taliesin
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                              Ꞇꝛỽſꟊɑnu ꟏ynɑn ꟊɑr
ynɑn ꟏ɑt ꝺıffret ɑmɑrllof   wyn .m. bꝛocꟌ.
eıſ꟏et. ꟏ɑnyt ꟊeu ꟊofyꟊet. GỽꝛtꟌelꟊỽn tref
bꝛet. ꟏ɑnt ꟊoꝛỽyꝺ ꟏yfret ɑryɑnt eu tuꝺet. Gɑnt
llen ėꟌoec o vn o vɑen ꟊyffret. Cɑnt ɑrmell ym
ɑrffet.  pꟌympỽnt cɑtꟌet. Cleꝺyf ꟊỽeın ꟏ɑrrec
ꝺyrnꟊell ꟊỽell Ꟍoneb. cɑnt ꟏ynɑn ꟏ɑffɑt. ꟏ɑs
ɑnwelet ꟏ɑtellıꟊ yſtret. ꟏ɑt ɑnyſcoꟊet. ꟏ɑt ɑr
ỽy ꟏yrcꟌet. ꟊỽɑywɑỽꝛ ebꝛıfet. GỽenꟌỽyſ ɑlɑꝺet.
 lɑfyn ꟊỽy ɑrlet. ꟏ɑt ymon mɑỽr tec. eꝛꟊlyt
ɑmolet. Ꞇꝛɑ meneı mynet ꟊỽoꝛỽyꝺ ɑꟊỽoꝛꟊret.
꟏ɑt yꟊ cruc ꝺymet. ɑercol ɑr ꟊerꝺet. Nɑc ny ry
welet. ybıỽ rɑc ffrıỽ neb. ꟔ɑb bꝛocꟌuɑel bꝛolet.
ıꝺywet eıꝺunet. ꟏ernyỽ ꟏yfḍɑrcꟌet. ny mɑỽl
ıeu tyꟊꟌet. Dyſtỽc ɑꟊꟌyffret ynyꝺ ɑm ıolet.
꟔yꟊ꟏ynnelỽ oꟊynɑn. ꟏ɑꝺeu erꟊynnɑn. eleu
fflɑm lyꝺɑn. ꟏yfỽyreın mɑỽꝛtɑn. ꟏ɑt yꟊwlɑt
bꝛɑcꟌɑn. ꟏ɑtlɑn ꟊoꝺɑrɑn. Ꞇeꟊyrneꝺ truɑn

 

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46:2
46:3
46:4

crınyt rɑc ꟏ynɑn. lluryc yn ymwɑn. eıſſoꝛ llyỽ
ꟌeecꟌɑn. ꟏ynꟊen ꟏ymɑnꟊɑn nertꟌı ɑtꟌwlɑt
lyꝺɑn. ꟏ıꟊleu ymꝺıꝺɑn. pɑỽb yny ꟊocꟌvɑn. ꟏y
lcꟌ byt ꟊocꟌ ꟊỽocꟌuɑn. ꟏eıtꟌ ynt ꝺyꟊynɑn. 
Traỽsganu Cynan Garỽyn mab Brochỽael
Dal Llyfr Taliesin, nlw Peniarth, ms. 2.,
folii
22 (p. 45) e 22 (p. 46)
  Traỽsganu Cynan Garỽyn
mab Brochỽael
Eulogia per Cynan Garỽyn
figlio di Brochỽael
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  Cynan cad diffred
am arllofes ced
cynyd gau gogyfed
gỽrthelgỽn trebred
cant gorỽydd cyfred
ariant eu tudded
cant ỻen ehoec
o un oflaen gyffred
cant armeỻ im arffed
a phympỽnt cathed
ceddyf gỽein carreg
dyrngeỻ gỽeỻ no neb
cant cynan caffad
cas anỽeled
cateỻig ystred
cat ynysgoged
cad ar ỽy cyrched
gỽayỽaỽr ebrifed
gỽenhỽys a ladded
a ỻafn gỽyarỻed
cad ym Mon maỽr teg
erglyd moled
tra menei myned
gorỽydd a gỽorgred
cad ynghrug Dymet
aercol ar gerdded
nac ny ryỽeled
ey biỽ rhag ffriỽ neb
mab Brochỽael broled
ei ddyỽed eidduned
Cernyỽ cyfarched
ny maỽl ieu tynged
dyſtỽg angyffred
ynyd am ioled
myngynnelỽ o Gynan
cadeu ergynnan
aeleu fflam lydan
cyfỽyrein maỽrdan
cat ygỽlad Brachan
cadlan godaran
tegyrned truan
crinyd rhag Cynan
ỻỽryg yn ymỽan
eissor ỻyỽ hoechan
cyngen cymangan
nerthi ath ỽlad ỻydan
cigleu ymddiddan
paỽb yn y gochfan
cylch byd goch gỽochuan
ceith ynt dy Gynan
Cynan, baluardo di battaglia,
mi assegnò un tesoro:
perché non era falso l'onore
del generoso dispensatore di fattorie.
Un centinaio di destrieri di egual passo,
d'argento le loro gualdrappe.
Un centinaio di verdi tende
unite in un'unica copertura.
Un centinaio di porcospini in petto
e cinquanta gatti [?].
Una spada con il fodero di pietra
dall'elsa migliore di ogni altra.
Un centinaio [ne] aveva Cynan.
Celato rancore [nemico invisibile?]
della stirpe di Cadell,
salda in battaglia.
Nella battaglia sul Ỽye ricorsero
a innumerevoli lance.
I Gỽenhỽys furono uccisi
con lame fradice di sangue.
Uno scontro a Môn, vasta e bella,
celebrata con lodi;
oltrepassò il Menei,
rapido e ancora in vita.
Lo scontro sul colle del Dyfed,
battaglia che incita all'azione:
né si vedevano più
mandrie al cospetto di alcuno.
Il figlio di Brochỽael si vanti,
proclami il suo volere.
Il Cernyỽ si presenti [alla battaglia],
il più giovane non loderà il fato:
sopporterà l'angoscia
nel giorno della supplica.
Glorioso esempio da Cynan:
rinomate battaglie.
Una dolorosa ampia fiamma
produce un grande fuoco.
Uno scontro nel paese di Brychan,
fragoroso campo di battaglia.
Sovrani miserabili,
tremate davanti a Cynan.
Una corazza nel dare battaglia,
simile a un timone, lui, per la stirpe,
della stessa natura di Cyngen,
forza del tuo vasto paese.
Ascoltai il discorso
di ciascuno fino alla lode.
Il circolo del mondo, rosso sotto il sole:
i prigionieri appartengono a Cynan.
YFR TALIESIN
XXIII
Satire of Cynan Garwyn son of Brochwael
English Translation
 
Satire Of Cynan Garwyn son of Brochwael
Translation of William Forbes Skene
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  Cynan, the exciter of battle,
bestowed on me treasure,
for not, false the glory
of the stout hunting dogs of the domain.
Ahundred steeds of equal pace,
silver their covering.
Ahundred legions in green
of one front running together.
A hundred urchins in my bosom
and a battalion of cats.
Asword with sheath of stone.
A fist-cell better than any.
A hundred Cynan had,
hateful not to see,
from the vales of Cadell.
In battle they were not shaken.
To the battle on Wy there resorted
spears innumerable.
The Gwentians were slain,
with the gore-drenched blade.
A battle in Mona, great, fair,
hovering over, and praised
over the Menei, there went
horses and confident ones.
A battle on the hill of Dyved.
Slaughter stings in motion.
nor were seen
the kine before the countenance of any one.
Let the son of Brochwael boast,
he will declare his wish.
Let Cornwall greet,
yhe younger will not praise fate.
The incomprehensible will depress
in the day that is praised by me,
my patron of Cynan.
Battles arose.
A woeful spreading flame,
there raises up a great fire.
A battle in the country of Brachan,
a warring scene of tumult,
miserable princes.
Were made to tremble before Cynan.
The breastplate being transfixed,
like a ruler, they cried out,
Cyngen of perfect song
thou wilt help with thy wide country.
A saying was heard.
Every one in his red place,
be the circle red, they say ironically,
they will enslave thy Cynan.
    Traduzione: [Download]▼

NOTE
 

    <Kynan kat diffret> | Cynan cad diffred — Il verso originale sembra significhi letteralmente, «Cynan, battaglia di difesa»;  ma già il Myvyrian Archaiology of Wales emenda diffred, «difesa, protezione», in gyffred, forma lenita di cyffred (cfr. []), che può significare tanto «rotta, tiro, lancio», tanto «comprensione» (o anche «uniti insieme») (Myfyr ~ Pughe 1801-1807). Il risultato è la traduzione di William Forbes Skene: «Cynan, the exciter of battle» (Skene 1868). Preferiamo attenerci al testo originale, d'accordo con la traduzione di John Gwenogvryn Evans: «Kynan, the bulwark of battle» (Evans² 1915).

3-4     <kanyt geu gofyget Gỽꝛthelgỽn trefbꝛet> | cynyd gau gogyfed gỽrthelgỽn trebred — Nell'interpretazione di Evans, questi due versi fanno già parte dell'elencazione dei doni. Lo studioso li emenda in <cant ge[m i·m] o·δyged / [y]·wrth or·gun trevred>, «a hundred gems have been brought / from the overlord of the province» (Evans² 1915). Curiosa l'interpretazione di Skene: «for not false the glory / of the stout hunting dogs of the domain» (Skene 1868).

    <Gant ỻen ėhoec> | cant ỻen ehoec — Nel manoscritto originale, la parola <ỻen> è caratterizzata da un punctum delens sottoscritto alla lettera g: esso indicava le lettere vergate per errore e che, quindi, andavano espunte in lettura. La parola non può dunque essere ỻeng, «legione» (nel suo significato originale, proprio nel senso di «legione romana»), ma sarà piuttosto ỻen «tenda, velo, tappezzeria, arazzo, mantello, cappa» (o magari anche ỻên, «letteratura, dottrina, scrittura, erudizione, studio»). Skene, che generalmente si basa sul Myvyrian Archaiology of Wales, restituisce al testo la lettura ỻeng, e traduce il verso «a hundred legions in green»; se abbia fatto ciò perché non aveva il manoscritto originale sotto gli occhi, è assai probaibile; o forse emenda il testo semplicemente perché gli sembra che delle «legioni in verde» siano più suggestive di «verdi mantelli» o «verdi tende». Possiamo solo notare che, nel dubbio, Skene sceglie spesso l'interpretazione guerresca (Skene 1868). Notiamo in ogni caso il numero spropositato di combattenti indicati dalla resa di Skene: sotto Diocleziano il numero complessivo delle legioni dell'intero impero romano non era superiore a cinquantasei. Seguiamo qui l'interpretazione di Evans: «a hundred green tents».

8     <o vn o vaen gyffret> | o un oflaen gyffred — Il Myvyrian Archaiology of Wales normalizza la lezione <o vaen> in oflaen, forma lenita di goflaen, «punto», ma anche «fronte» (Myfyr ~ Pughe 1801-1807). Skene, che interpreta il verso precedente come «a hundred legions in green», non può che proseguire la sua interpretazione con «of one front running together» («un centinaio di legioni in verde / che corrono insieme in unico fronte») (Skene 1868); gyffred è «uniti insieme»; ciò che manca nel testo è però la parola «correre». Se intendiamo, con Evans, <vaen> come gaen, forma lenita di caen «stoffa, copertura», il distico [-] può essere risolto in «un centinaio di verdi tende / unite in un'unica copertura». La traduzione di Evans è un po' ridondante: «a hundred green tents, with every / covering complete in one piece» (Evans² 1915).

9     <cant armeỻ ym arffet> | cant armeỻ im arffed — L'interpretazione di questo verso dipende dalla parola armeỻ: nel suo significato fondamentale significa «riccio, porcospino»; da qui la traduzione di Skene: «a hundred urchins in my bosom» (che tradotto in italiano «un centinaio di ricci nel mio petto» potrebbe far pensare, equivocando, a un bel torace villoso) (Skene 1868). In gallese esiste però la parola arfeỻ, derivata da un *armella, «bracciale» (cfr. latino armilla), e la parola qui riportata potrebbe essere tale arcaismo. È questa l'interpretazione di Evans, che emenda <ym arffet> ym arffed «in petto» in <arved> arfedd, «approntati, lavorati» [studded], continuando la frase al verso successivo (Evans² 1915).

10     < phympỽnt cathet> | a phympỽnt cathed — Il termine <phympỽnt> viene di solto inteso come pymỽnt o pumỽnt, «cinquanta». Il problema è piuttosto nella seconda parola: cath in gallese vuol dire «gatto», parola che al plurale dà cathau, cathod. Skene, che al verso precedente aveva letto un centinaio di porcospini, non ha qui difficoltà a vedervi dei gatti, anche se per pudore non indica il loro numero preciso: «and a battalion of cats» (Skene 1868). John Gwenogvryn Evans, che al verso precedente aveva invece visto un centinaio di bracciali, ignora la congiunzione a «e», che coordina il v. [] e il v. [], e traduce il tutto, con il solito eccesso di spiegazioni: «a hundred armlets, studded with / five spikes in their rim-bands», scindendo <phympỽnt> in phym[p] pỽnt, «cinque punte», e intendendo <cathet> con cantel, «bordo» (Evans² 1915). Certamente l'interpretazione di Evans sembra rendere giustizia alla casistica dei doni che un sovrano come Cynan può aver elargito al poeta che lo ha elogiato, e delle armille sembrano un dono più sensato che non cento ricci e cinquanta gatti. Ma poi dobbiamo chiederci che senso abbiano le cinque punte, e se un centinaio di bracciali non siano una quantità ridondante. Non dimentichiamo, inoltre, che l'interpretazione di Evans richiede sei modifiche testuali, alcune piuttosto invadenti. Preferiamo, nonostante l'imbarazzo, conservare il significato letterale del testo: un centinaio di porcospini e cinquanta gatti.

12     <dyrngeỻ gỽeỻ honeb> | dyrngeỻ gỽeỻ no neb — La parola <dyrngeỻ> viene solitamente interpretata come dỽrn, «pugno», più geỻ, forma lenita di ceỻ, «cella, cubicolo, spazio»: quindi forse «elsa», con possibile riferimento al verso precedente. Dubbioso, Skene traduce alla lettera: «fist-cell» (Skene 1868). Il verso viene emendato dal Myvyrian Archaiology of Wales in <dyrngeỻ gỽeỻ no neb> (Myfyr ~ Pughe 1801-1807), dove la parola gỽeỻ  («migliore») dà senso al no neb («di ogni altro»). Da qui la traduzione di Skene: «a fist-cell better than any». Curiosamente, Skene separa con un punto i vv. [] e [], nonostante al rigo precedente si parli di «una spada con il fodero di pietra» [a sword with sheath of stone] e ora di «un'elsa migliore di ogni altra» [a fist-cell better than any] (Skene 1868). La traduzione di Evans dei due versi, che emenda in <cleδyv – gwain galched – / dỽrn [mo]el, gweỻ honed>, come sempre, è piuttosto ridondante: «a sword, its scabbard had been enamelled, / the handle was deemed better plain» (Evans² 1915). Una possibilità potrebbe essere di intendere <honeb> come choned, forma lenita di coned, «gloria, onore, orgoglio, superbia», dove la correzione di -eb in -ed trova riscontro nella rima dominante della composizione. In tal caso la traduzione del verso potrebbe suonare «un'elsa migliore dell'orgoglio». Emendando in questo modo, tuttavia, si perde la particella no, che introduce il secondo termine di paragone nei comparativi, rendendo difficoltosa la traduzione.

14     <kas anwelet> | cas anỽeled — Skene traduce «hateful not to see» (Skene 1868). Evans corregge in <pob cas an·elwad>, traducendo «every enemy was confounded» (Evans² 1915). La parola cas può avere molti significati: fondamentalmente è «amarezza, ostilità, inimicizia», da cui, per estensione, «nemico»; o, come aggettivo, «odiato, sgradevole».

15     <kateỻig yſtret> | cateỻig ystred Cadell è il nome di un antenato di Cynan. La parola ystred, vuol dire letteralmente «linea», «serie», «successione», o anche, per estensione, «discendenza». Si noti che il Myvyrian Archaiology of Wales normalizza però in ystrad, «pianura, valle» (Myfyr ~ Pughe 1801-1807), da cui la traduzione di Skene: «from the vales of Cadell» (Skene 1868).

17     <kat ar ỽy kyrchet> | cad ar ỽy cyrched — L'afon Ỽye è un fiume del Galles orientale, il quinto più lungo corso d'acqua del Regno Unito. Ha la sua sorgente nel Poỽys e segna attualmente, per buona parte del suo corso, il confine naturale tra Galles e Inghilterra.

19     <Gỽenhỽys aladet> | gỽenhỽys a ladded Gỽenhỽys sono gli abitanti del Gỽynedd, in origine tribù dei Guenedoti.

24     <gỽoꝛỽyd agỽoꝛgret> | gorỽydd a gỽorgred — Skene traduce «horses and confident ones», sebbene gorỽydd e gỽorgred («destriero» e «superstite») siano singolari (Skene 1868). Evans corregge in <gwârwyd a orgred>, traducendo i vv. [-] con «while crossing the Menei, the rash were brought to their senses» (Evans² 1915). Poiché come aggettivo, gorỽydd vuol dire «rapido», il testo potrebbe essere tradotto tanto con due sostantivi: «il destriero e il sopravvissuto», quanto con due aggettivi: «rapido e superstite».

26     <aercol ar gerdet> | aercol ar gerdded — Skene scinde <aercol> in aer, «battaglia, scontro», e anche «massacro», e col, «incitare», traducendo quindi «slaughter stings in motion» (Skene 1868). Evans lo interpreta come nome proprio e traduce «when Aircol was on his travels» (Evans² 1915). Entrambi intendono <ar gerdet> come ar cerddaf, «in movimento, in viaggio».

29     <Mab bꝛochuael bꝛolet> | mab Brochỽael broled — Il  «figlio di Brochỽael» è, ovviamente, Cynan.

30     <eidywet eidunet> | ei ddyỽed eidduned — Evans emenda in <Dyved, i eiδuned> e traduce i vv. [-] «let the son of Brochvael boast / of Dyved, (the object) of his desire», interpretando la frase come desiderio di Cynan di conquistare il regno del Dyfed.

31     <kernyỽ kyfḍarchet> | Cernyỽ cyfarched — Il Cernyỽ o Cornyỽ è la Cornovaglia. Il verbo cyfarch significa «salutare, invocare, chiamare, convocare»: espressione a cui si potrebbe dare un senso bellico: «la Cornovaglia si presenti a battaglia». I traduttori tendono tuttavia a dare alla frase il significato più immediato: «let Cornwall greet» (Skene 1868); «let him Cornwall greet» (Evans² 1915).

32     <ny maỽl ieu tynged> | ny maỽl ieu tynged — Skene legge <ieu> come iau, «il più giovane», comparativo (superlativo relativo?) di ieuach «giovane»; dunque «the younger will not praise fate» (Skene 1868), lezione che abbiamo accettato nel nostro tentativo di traduzione. Evans ritiene si tratti del sostantivo iau, «giogo», e legge «who / will not praise the yoke of fate» (Evans² 1915).

34     <ynyd am iolet> | ynyd am ioled — Skene interpreta ynyd come yn («in») + dydd («giorno») = yn nydd, con mutazione nasale nel sostantivo, ipotizzando una crasi nell'assimilazione, e traduce «in the day that is praised by me» (Skene 1868). La particella am significa «intorno, verso, oltre, a causa di» e non sembra correttamente tradotta. Evans emenda il verso in <yn yd an·ialed>, intendendo yn come «dove» e correggendo <am iolet> in anialedd, «deserto, desolato». I vv. [-] vengono così tradotti «he undergoes hardship / where (the land) has been laid waste».

35    <Mygkynnelỽ ogynan> | myngynnelỽ o Gynan — Il termine <mygkynnelỽ> può essere scisso in myg, «glorioso, benedetto, sacro», e cynnelỽ, «soccorso, protezione, favore, encomio», oppure «modello, esempio, patrono». Evans emenda myg in mygr, dal significato affine di «magnifico, splendido, glorioso», e traduce «glorious the example of Kynan» (Evans² 1915). Accettando la lezione del Myvyrian Archaiology of Wales (Myfyr ~ Pughe 1801-1807), Skene interpreta my(n)- come una forma arcaica, non lenita, di fy, «mio» (cfr. antico gallese mi < brittonico *men), e traduce «my patron of Cynan» [sic] (Skene 1868).

36     <kadeu ergynnan> | cadeu ergynnan — Cadeu è il plurale di cad, «battaglia», e su questo punto tutti i traduttori sono d'accordo; ergynnan, nel suo significato fondamentale, è l'aggettivo «famoso, rinomato», o «chiaro, lucente»; oppure, come sostantivo, «capo, condottiero». Skene traduce «battles arose», forse da un verbo cwnnu, «sorgere» (Skene 1868). Proposte di correzione tendono a dividere la seconda parola in er gynnan, ma tale traduzione richiede una correzione testuale. Il Myvyrian Archaiology of Wales emenda in <kadeu er gymman>, «battaglie per il nemico» (da cynan, «assemblea, compagnia, schiera nemica») (Myfyr ~ Pughe 1801-1807). Evens corregge in <cadeu er gynran>, letteralmente «battaglie per il condottiero», sebbene poi traduca, collegandosi al verso precedente, «[Kynan] who participates actively in battles» (Evans² 1915).

37-38     <eleu fflam lydan kyfỽyrein maỽꝛtan> | aeleu fflam lydan cyfỽyrein maỽrdan — Più che emendare questa coppia di versi, Evans li stravolge in <a·i lew lavn ỻydan / cyv·wyrein vawrdan>, traducendo «and his brave, broad sword / gives rise to a conflagration» (Evans² 1915).

42     <crinyt rac kynan> | crinyd rhag Cynan — Crinyd è imperativo seconda persona plurale del verbo crinaf, «farsi fragile, cedevole», o, con lieve correzione, del verbo crynaf, «tremare». Evans cambia il suffisso del verbo: <crinynt rhag Cynan>, «tremarono davanti a Cynan» (Evans² 1915).

43     <ỻỽryc yn ymỽan> | ỻỽryg yn ymỽan — Il sostantivo ỻurig o ỻỽryg, dal latino lorica, è un pettorale, una corazza; yn ymwan è forse una costruzione con nome verbale: «nel dare battaglia», «nel giostrare». Skene traduce «the breastplate being transfixed», correggendo evidentemente ymwan in ŷm (g)wan, «è perforato» (Skene 1868). Evans è, al solito, spericolato nell'alterare il testo: <ỻyỽid yr ymỽan>, «he controls the fighting» (Evans² 1915).

44     <eissoꝛ ỻyỽ heechan> | eissor ỻyỽ hoechan — Un verso piuttosto lambiccato: eisor è «simile a, della natura di». Invece ỻyỽ nel suo significato principale significa «timone, ruota, coda»; può anche indicare l'impugnatura di una lancia o di un'aratro; figurativamente può significare «capo, sovrano, guida». Il problema principale è però nella parola heechan, che è stata variamente interpretata dai traduttori. Skene connette quest'ultima parola al verbo (h)ochaf, «piangere, lamentarsi», e traduce «like a ruler, they cried out», evidentemente sulla linea dell'interpretazione del verso precedente, dove fa trafiggere il pettorale di Cynan (Skene 1868). Evans corregge il verso in un sorprendente <eisor ỻyỽethan>, dove il termine ỻyỽethan è la resa gallese del biblico Līwǝyāṯān, significando per estensione «drago, bestia, balena, anguilla». Ma una volta emendato il testo in questo modo, Evans traduce, continuando nel verso successivo, con un improbabile «as a piece of gut / harmonizes the orchestra», intendendo evidentemente la corda di budello di uno strumento musicale (Evans² 1915). Proponiamo una nostra interpretazione: <eissoꝛ ỻyỽ he echen>, «come un timone, lui, per la stirpe».

45     <kyngen kymangan> | Cyngen cymangan — Cyngen, è il nome del nonno di Cynan. Evans interpreta la seconda parola come crasi di cyman, che come aggettivo vuol dire «sublime, nobile, perfetto», e can, «canto», dando una lettura particolare ai vv. [-]: «like a ruler, they cried out, / Cyngen of perfect song / thou wilt help with thy wide country». Secondo Skene il senso di questi versi sembra essere che, una volta che il pettorale di Cynan sia stato trafitto, il popolo abbia implorato Cyngen di proteggere il paese (Skene 1868). Evans emenda in <gynghein gymangan> e traduce, connettendo al verso precedente, «as a piece of gut / harmonizes the orchestra» (Evans² 1915). In realtà la parola cymangan è una costruzione di cyf- (< com/cyn, «con», cfr. latino cum) e anian, «natura»; quindi «connaturale, della stessa natura». Il verso connette idealmente Cynan al nonno Cyngen.

46     <nerthi ath ỽlad ỻydan> | nerthi ath ỽlad ỻydan — Skene traduce «thou wilt help with thy wide country» (Skene 1868). Evans emenda in <nerthiad gỽlad lydan> e traduce «he is the stay of England» (!) (Evans² 1915). Ma il significato principale di nerthi è «forza, potenza».

48     <paỽb yny gochvan> | paỽb yn y gochfan — I problemi d'interpretazione di questo rigo vertono soprattutto sulla parola <gochfan>. La si è interpretata scindendola in och, «rosso», + fan, forma lenita di man, «luogo, posto»: dunque «il posto rosso». È questa la lettura di Skene, che accetta la la lezione del Myvyrian Archaiology of Wales, separando la preposizione yny («fino») in yn y («nel»)  (Myfyr ~ Pughe 1801-1807), e traduce «every one in his red place» (Skene 1868). Una possibile spiegazione sulla natura di questo enigmatico «posto rosso» la fornisce Evans, il quale emenda yny in yn eu («nel loro»), elimina la lenizione in coch e traduce <paỽb yn eu cochvan> con «all / in their gory beds (Evans² 1915). La nostra ipotesi è che <gochfan> sia da normalizzare in gochan/gochân, «canto, lode», termine che creerebbe un parallelismo con il ymddiddan, «discorso», del verso precedente.

49     <kylch byt goch gỽochuan> | cylch byd goch gỽochuan — La parola cylch è «circolo, circonferenza, zona, anello». Skene traduce «be the circle red...», intendendo byt come forma del verbo «essere», ma non è chiaro di quale cerchio stia parlando. Il verso completo proposto da Skene è «be the circle red, they say ironically», e francamente ci sfugge la ragione di tale traduzione (Skene 1868). Ci sembra piuttosto che <byt> vada normalizzato in byd, «mondo, universo, globo»: cylch byd viene dunque ad essere un assai più sensato «cerchio del mondo». È questa la lettura di Evans, che però emenda il verso in <cylch byd go·chỽiban> e traduce «round the world it goes whispering», dal verbo gochỽiban, «fischiare» (Evans² 1915). La parola g(ỽ)ohuan significa in realtà «sotto il sole», da cui la nostra traduzione: «il cerchio del mondo, rosso sotto il sole».

50     <keith ynt dygynan> | ceith ynt dy Gynan — Skene intende <dygynan> come dy («tuo») + Cynan, traducendo «they, will enslave thy Cynan» (Skene 1868). Evans emenda in <ceith ynt δi Gynan>, intendendo <δi> ddi come proposizione «a», «di»: «the captives are Cynan's» (Evans² 1915). In entrambe le traduzioni, ynt è considerata terza persona plurale, presente indicativo, del verbo «essere». Una possibilità alternativa potrebbe considerarlo una forma lenita di gynt, «tribù, popolo»; in tal caso, una possibile traduzione del verso potrebbe essere «prigioniera la gente di Cynan»: possibilità incoerente con il resto della composizione, trionfalistica nei confronti del sovrano.

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Llyfr Taliesin
by W.F. Skene.
±500 kb
Llyfr Taliesin
by D.W. Nash.
±500 kb

Il Ỻyfr Taliesin, tradotto in italiano da Valeria Muscarà sulle versioni inglesi di William Forbes Skene (1868) e David William Nash (1868). I due files verranno aggiornati man mano che verranno aggiunte altre composizioni del Corpus Talgesinianum.

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Bibliografia
  • BENOZZO 1998. Poeti della marea. Testi bardici gallesi dal vi al x secolo, a cura di Francesco Benozzo. In «In forma di parole», xviii, 2. Bologna, 1998.
  • DAVIES¹ 1809. Edward Davies, The Mythology and Rythes of the British Druids ascertained by National Documents. J. Booth, London 1809.
  • DAVIES² 2001. Daniel R. Davies, The Development of Celtic Linguistics, 1850-1900. Torino 1985.
  • EVANS² 1910. Facsimile & Text of the Book of Taliessin, a cura di John Gwenogvryn Evans. Tremban, Llanbedrog 1910.
  • EVANS² 1915. Poems from the Book of Taliessin, cura e traduzione di John Gwenogvryn Evans. Tremban, Llanbedrog 1915.
  • MacCULLOCH 1988. John A. MacCulloch, The Religion of Ancient Celts. Edimburgh 1911. → John A. MacCulloch, La religione degli antichi Celti. Vicenza 1998.
  • MORGANWG 1862. Edward Williams [Iolo Morganwg], Barddas. A Collection of original Documents, illustrative of the Theology, Wisdom and Usages of the Bardo-druidic System of the Isle of Britain (2 volls.), a cura di John Williams ab Ithel (Welsh Manuscripts Society). D.J. Roderick, London 1862-1874.
  • MORRIS-JONES 1918. Sir John Morris-Jones, Taliesin. In «Y Cymmrodor», XXVIII. Society of Cymmrodorion, London 1918.
  • MYFYR ~ PUGHE 1801-1807. Owen Jones [Owain Myfyr], William Owen Pughe, Myvyrian Archaiology of Wales (3 volls.)Gwyneddigion Society / Cymdeithas y Gwyneddigion, London 1801-1807.
  • NASH 1868. David William Nash, Taliesin; or, the Bards and Druids of Britain. John Russel Smith, London 1868.
  • SKENE 1868. William Forbes Skene, Four Ancient Books of Wales (2 volls.). Edmonston & Douglas, Edinburgh 1868.
  • STEPHENS ~ EVANS¹ 1849. Thomas Stephens, Daniel Silvans Evans, The literature of the Kymry; being a critical essay on the history of the language and literature of Wales during the twelfth and two succeeding centuries, containing numerous specimens of ancient Welsh poetry in the original and accompanied with English translations. Longmans, London 1849.
  • WILLIAMS 1960. Canu Taliesin, a cura di sir Ifor Williams. Caerdydd 1960.
  • WILLIAMS ~ WILLIAMS 1967. The Poems of Taliesin, a cura di sir Ifor Williams, traduzione in inglese di J.E. Caerwyn Williams. Dublin Institute of Advanced Studies, Dublin 1967.
BIBLIOGRAFIA
  Ỻyfr Taliesin
X - DARONỼY
    Ỻyfr Taliesin
XVI - «...Y GOFEISỼYS BYD»
 
Biblioteca - Guglielmo da Baskerville.
Area Celtica - Óengus Óc.
Traduzioni dall'inglese di Valeria Muscarà.
Confronto sul testo gallese di Valeria Muscarà, in collaborazione con Dario Giansanti.
Si ringrazia Colin Parmar per i preziosi suggerimenti.
Creazione pagina: 20.05.2015
Ultima modifica: 20.01.2019
 
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