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GERMANI
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MITI GERMANICI
GRAMMATICA NORRENA
GLI AGGETTIVI
INDICE
§ 4.1 - Gli aggettivi qualificativi.

Gli aggettivi norreni – come in altre lingue germaniche –  posseggono due flessioni distinte: debole e forte (indeterminata e determinata). Pr ognuna delle quali vi sono tre persone (maschile, femminile e neutro) e due numeri (singolare e plurale).

È possibile formare aggettivi dai sostantivi. La desinenza specifica in questo caso è -legr. Esempio: vænlegr «promettente».

La declinazione debole si usa:

  • Se l'aggettivo è di grado comparativo.
  • Se l'aggettivo è posposto al sostantivo: maðr góði «uomo buono».
  • Se si trova in caso vocativo: góði maðr «o buon uomo».
  • Se è preceduto dall’articolo: inn góði maðr «il buon uomo».

La declinazione forte si usa in tutti gli altri casi.

Quest'ultima si esplica in tre declinazioni aggettivali, più residui di altre declinazioni di cui rimangono forme in abbondanza. Per questo, le classi di aggettivi vengono differenziate secondo la declinazione forte.

§ 2.2 - Aggettivi forti: prima declinazione.

In questa declinazione rientra la maggior parte degli aggettivi forti.  Essi si declinano nello stesso modo dei sostantivi, secondo il modello 1A per i maschili, 2F per i femminili e 1F per i neutri. Tuttavia in alcuni casi vengono usate altre desinenze (per l'esattezza le desinenze dei pronomi) per distinguere i tre generi tra di loro.

Prendiamo come modelli i paradigmi degli aggettivi:

  • spakr «saggio», gamall «vecchio», grár «grigio», kristinn «cristiano».
 
M F N M F N
NS spakr spǫk spakt gamall gǫmol gamalt
GS spaks spakrar spaks gamals gamallar gamals
DS spǫkom spakri spǫko gǫmlom gamalli gǫmlo
AS spakan spaka spakt gamlan gamla gamalt
NP spakir spakar spǫk gamlir gamlar gǫmol
GP spakra spakra spakra gamalla gamalla gamalla
DP spǫkom spǫkom spokǫm gǫmlom gǫmlom gǫmlom
AP spaka spakar spǫk gamla gamlar gǫmol
 
M F N M F N
NS kristinn kristin kristit grár(r) gr grátt
GS kristins kristinar kristins grás(s) grár(r)ar grás(s)
DS kristnom kristini kristno grm grár(r)i gr
AS kristinn kristna kristit grán grá grátt
NP kristnir kristnar kristin gráir grár gr
GP kristina kristina kristina grár(r)a grár(r)a grár(r)a
DP kristnom kristnom kristom grm grm grm
AP kristna kristnar kristin grá grár gr
  • — Questo modello non comporta problemi.
  • — A questo modello fanno parte anche i participi passati dei verbi deboli, che terminano nella caratteristica desinenza -ðr. Qui le forme trisillabiche producono la sincope della vocale mediana; tale sincope non si produce in quegli aggettivi dove la vocale mediana è seguita da -l o da -g, nonché in tutti i participi passati in -ðr.
  • — A questo modello appartengono gli aggettivi che terminano in -inn, e quindi anche i participi passati dei verbi forti, che escono con la stessa desinenza. Quasi uguali agli aggettivi del modello , gli aggettivi hanno l'AS maschile in -n, invece che in -an. Le forme trisillabiche producono quasi sempre una sincope nella vocale mediana.
  • — A questo modello appartengono gli aggettivi che terminano in vocale lunga.
  • In tutti i modelli vi è metafonia labiale nelle seguenti forme: DS DP maschile; NS DP femminile; DS NP DP AP neutro.

NOTE

1 — In NS AS neutri la desinenza può essere -t o -tt. Si ha -t quando la desinenza segue una vocale radicale breve: spakt è il neutro di spakr «saggio». Qualora la radice termini in -d/-ð, questa si assimila alla desinenza -t: blint (< blindt) è il neutro di blindr «cieco». Viceversa, si ha -tt quando la desinenza cade subito dopo una vocale radicale lunga: grátt è il neutro di grár «grigio».

§ 2.3 - Aggettivi forti: seconda declinazione.

La seconda declinazione degli aggettivi forti comprende gli aggettivi tratti da antichi temi in -ja -jo. Essi seguono la declinazione dei sostantivi dei modelli 1D e 2D.

  • nýr «nuovo», sekr «debitore».
 
M F N M F N
NS nýr nýtt sekr sek sekt
GS nýs(s) nýr(r)ar nýs(s) seks sekrar seks
DS nýjom ný(r)i nýjo sekjom sekri sekjo
AS nýjan nýja nýtt sekjan sekja sekt
NP nýer nýjar sekir sekjar sek
GP nýr(r)a nýr(r)a nýr(r)a sekra sekra sekra
DP nýjom nýjom nýjom sekjom sekjom sekjom
AP nýja nýjar sekja sekjar sek
  • — Questi due modelli sono caratterizzati dalla semivocale -j- tra la radice e la desinenza.
§ 2.4 - Aggettivi forti: terza declinazione.

La terza declinazione comprende gli aggettivi tratti da antichi temi in -wa -wo. Essi seguono la declinazione dei sostantivi dei modelli 1C e 2C. Un solo modello:
  • fǫlr «pallido».
  3α
M F N
NS fǫlr fǫl fǫlt
GS fǫls fǫlrar fǫls
DS fǫlom fǫlri fǫlo
AS fǫlvan fǫlva fǫlt
NP fǫlvir fǫlvar fǫl
GP fǫlra fǫlra fǫlra
DP fǫlom fǫlom fǫlom
AP fǫlva fǫlvar fǫl
  • — Questo modello è caratterizzato dalla semivocale -v- tra la radice e la desinenza.
§ 4.5 - Aggettivi deboli: declinazione.

Passiamo ora alla declinazione debole degli aggettivi.

Al singolare questa corrisponde alla declinazione dei sostantivi 4A per il maschile, 4G per il femminile e 4G per il neutro. Al plurale, alla declinazione del modello 4G.

Così si declinano quasi tutti gli aggettivi deboli:

  • spaki «il saggio» e grái «il grigio».
  M F N M F N
NS spaki spaka spaka grái grá grá
GS spaka spǫko spaka grá gr grá
DS spaka spǫko spaka grá gr grá
AS spaka spǫko spaka grá gr grá
NP spǫko spǫko spǫko gr gr gr
GP spǫko spǫko spǫko gr gr gr
DP spǫkom spǫkom spǫkom grm grm grm
AP spǫko spǫko spǫko gr gr gr
  • Si noti la metafonia palatale che appare dove le desinenze terminano in -o. Nel paradigma di grá si notano fenomeni di contrazione tra vocali.
  • Gli aggettivi forti appartenenti alla seconda e terza declinazione forte, nella declinazione debole presentano ancora le semivocali -v- e -j-.
  • Alcuni aggettivi sono indeclinabili, con la desinenza di tutti i casi in -a. Esempi: samfeðra «di ugual padre», sammǿðra «di ugual madre», frumvaxta «appena cresciuto», sjalfala «che si nutre da sé stesso».
§ 4.6 - Aggettivi comparativi e superlativi.

Oltre al grado positivo, gli aggettivi possono trovarsi anche ai gradi comparativo e superlativo. I comparativi hanno solo la declinazione debole. I superlativi hanno la declinazione debole quanto quella forte.

Gli aggettivi comparativi si costruiscono ampliando il tema degli aggettivi con il suffisso -ar. Dopodiché avviene la declinazione (sempre e solo debole). I superlativi si costruiscono invece ampliando il tema degli aggettivi positivi con il suffisso -ast. Dopodiché avviene la declinazione (forte o debole).

Diamo qui qualche esempio (tutti i termini sono dati al NS):

  positivo comparativo superlativo
«lieto» feginn fegnari fegnastr
«eminente» gǫfogr gǫfgari gǫfgastr
«santo» heilagr helgari helgastr
«acuto» hvass hvassari hvassastr
«potente» máttegr mátkari máttkastr
«vicino» náenn nánari nánastr
«saggio» spakr spakari spakastr
«astuto» vitr vitrari vitrastr
«liberale» ǫrr ǫrvari ǫrvastr
In alcuni aggettivi monosillabici, i suffissi -ar/-ast non si mantengono in forma piena, ma si produce la sincope della vocale mediana, ovvero -a-. Se possibile si produce anche la metafonia palatale.

Ecco alcuni esempi di aggettivi con suffissi sincopati (tutti i termini sono dati al NS):

  positivo comparativo superlativo
«bello» fagr fegri fegrstr
«poco» fár fær(r)i fæstr
«piatto» grunnr grynnri grynstr
«alto» hár hærri hæstr
«puro» hreinn hreinni hreinstr
«basso» lágr lægri lægstr
«lungo» langr lengri lengstr
«breve» skam(m)r skem(m)i skemstr
«piccolo» smár(r) smær(r)i smæstr
«grande» stórr stǿrri stǿrstr
«giovane» ungr yngri yngstr
«stretto» þrǫngr þrøngri þrøngstr

In altri aggettivi, i suffissi -(a)r/-(a)st possono mostrarsi sia in forma piena che sincopata (tutti i termini sono dati al NS):

  positivo comparativo superlativo
«profondo» djúpr djúpari
dýpri
djúpastr
dýpstr
«caro» dýrr dýrari
dýrri
dýrastr
dýrstr
«eminente» framr framari
fremri
framastr
fremstr
«famoso» fregr frægari
frægri
frægastr
fregstr
«potente» ríkr ríkari
ríkri
ríkastr
ríkstr
«profetico» skygn skygnari
skygni
skygnastr
skygnstr

A un quarto tipo appartengono le formazioni di comparativo e superlativo in cui, a fungere da aggettivo positivo, è un avverbio. Mentre l'avverbio è indeclinabile, comparativo e superlativo sono però aggettivi e come tali si declinano. In tal caso, nel comparativo il suffisso -(a)r si presenta sempre in forma sincopata, mentre nel superlativo il suffisso -(a)st può apparire, a seconda dei casi, in forma piena o sincopata. Se possibile, si produce anche la metafonia palatale, salva qualche eccezione per gli aggettivi con sillaba radicale lunga. Esempî:

positivo comparativo superlativo
af «fuori» efri «più tardo» efstr «ultimo»
fjar «lontano» fjarri «più lontano» fistr «lontanissimo»
handan «laggiù» hindri «più laggiù» hinztr «ultimo laggiù»
aptan «dietro» eptri «posteriore» epztr «postremo»
inn «dentro» innri «interiore» inztr «intimo»
út «fuori» ýtri «esteriore» ýztr «estremo»
neðan «dal basso» neðri «inferiore» neztr «infimo»
of «sopra» øfri «superiore» øfstr «supremo»
síð «tardi» síðri «più tardo» síðastr «tardissimo»
norðan «da nord» nørðri «più a nord» nørztr «assai a nord»
sunnan «da sud» syðri «più a sud» synztr «assai a sud»
austan «da est» eystri «più a est» austastr «assai a est»
vestan «da ovest» vestri «più a ovest» vestastr «assai a ovest»

NOTE

Questi modi di ottenere il comparativo e il superlativo sono comuni alla maggior parte delle lingue indoeuropee. In inglese moderno, le desinenze del comperativo e del superlativo sono rispettivamente -er ed -est («grande» fa big, bigger, biggest).

§ 4.7 - Aggettivi comparativi: declinazione.

I comparativi, che avremo formato con il suffisso -(a)r, secondo le modalità sopra esposte, hanno solo la declinazione debole.

Al singolare maschile essi seguono il modello 4A dei sostantivi. Al singolare femminile il modello 4C. Al singolare neutro il modello 4G.  Al plurale dei tre generi seguono il modello 4C.

Questi i modelli:

  • spakari «più saggio» e fegri «più bello».
  M F N M F N
NS spakari spakari spakara fegri fegri fegra
GS spakara spakari spakara fegra fegri fegra
DS spakara spakari spakara fegra fegri fegra
AS spakara spakari spakara fegra fegri fegra
NP spakari spakari spakari fegri fegri fegri
GP spakari spakari spakari fegri fegri fegri
DP spǫkorom spǫkorom spǫkorom fegrom fegrom fegrom
AP spakari spakari spakari fegri fegri fegri
§ 4.8 - Aggettivi superlativi: declinazione.

I superlativi, che avremo formato con il suffisso -(a)st, secondo le modalità sopra esposte, hanno sia la declinazione debole che quella forte. La differenza di significato tra l'una e l'altra è grossomodo quella che in italiano scorre tra superlativo relativo e superlativo assoluto.

Per esempio, spakr «saggio» fa al superlativo forte spakastr «saggissimo», al superlativo debole spakastri «il più saggio»; fagr «bello» al superlativo forte fa fegrstr «bellissimo» e al superlativo debole fegrsti «il più bello».

I superlativi forti si declinano come se fossero normali aggettivi modello , i superlativi deboli come qualsiasi altro aggettivo debole.

§ 4.9 - Comparazione suppletivistica degli aggettivi.

Come tutte le lingue germaniche, il norreno possiede diverse forme di comparazione suppletivistica.

Ecco qualche esempio:

positivo comparativo superlativo
gamall «vecchio» ellri «più vecchio» elztr «vecchissimo»
góðr «buono» betri «migliore» beztr
baztr
«ottimo»
illr
vándr
«cattivo» verri «peggiore» verstr «pessimo»
lítell «piccolo» minni «minore» minztr «minimo»
mikell «grande» meire «maggiore» mestr «massimo»
margr «molto» fleiri «più» flestr «moltissimo»
§ 2.10 - Participi presenti: declinazione.

Tra gli aggettivi vanno compresi anche i participi. Abbiamo visto che la declinazione dei participi passati segue la declinazione aggettivi forti ed (a seconda che si tratti di participi di verbi deboli o forti).

Il modello è:

  • gefandi «donante».
  M F N
NS gefandi gefandi gefanda
GS gefanda gefandi gefanda
DS gefanda gefandi gefanda
AS gefanda gefandi gefanda
NP gefandi gefandi gefandi
GP gefandi gefandi gefandi
DP gefǫndom gefǫndom gefǫndom
AP gefandi gefandi gefandi
Sezione: Rubriche - Galiana.
Rubrica: Lingue - Turris Babel.
Area: Germanica - Brynhilldr.
Compilato da: Oliviero Canetti.

Creazione pagina: 22.06.2009
Ultima modifica: 18.02.2017

 
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