KAB’RAQAN |
I GEMELLI PRODIGIOSI SCHIACCIANO IL
TERREMOTO |
Dopo aver sconfitto Sipakna, i prodigiosi gemelli Junajpu
e Xb’alanq’e si muovono verso Kab’raqan, il figlio minore di Wukub’ Kaqix, che
ama mettere alla prova la sua potenza spaccando le montagne. |
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Kab’raqan, il distruttore delle montagne |
Balam Tzibtah, illustrazione |
1 - KAB’RAQAN, IL DISTRUTTORE DELLE MONTAGNE
ei tre esseri superbi e boriosi non restava
che Kab’raqan, «terremoto». Il figlio minore di
Wukub’ Kaqix aveva il potere di scuotere la terra.
— Io sono colui che spacca le montagne! — si vantava Kab’raqan.
Il minimo movimento dei suoi piedi sul suolo era infatti sufficiente ad aprire
una montagna in due, grande o piccola che fosse. |
2 - «QUELLO CHE FA COSTUI NON VA BENE»
l comportamento arrogante di
Kab’raqan era inviso a tutti gli dèi, specialmente
all'Uk’u’x Kaj, il «cuore del cielo». Così
Juraqan, Ch’i’pi Kaqulja, Raxa Kaqulja,
decise di rivolgersi a Junajpu e
X’balanq’e per eliminare l'ultimo dei figli del
falso sole.
— Dovete sconfiggere anche il secondo figlio di Wukub’
Kaqix. Quello che fa costui sulla faccia della terra non va bene. Sta
sorpassando il sole in dimensioni e in peso. Adescate questo
Kab’raqan e conducetelo dove nasce il sole. Questa
è la volontà degli dèi — disse Juraqan ai gemelli.
— Molto bene, ajaw, «signore». C'è da fare di più. Quanto vediamo non va
bene di certo. Non è un problema che riguarda la tua posizione e la tua
eminenza, ajaw, Uk’u’x Kaj —
risposero i due ragazzi. |
3 - «NON CONOSCO I VOSTRI VOLTI»
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Kab’raqan |
Waldo Retamales, Illustrazione |
così Junajpu e
X’balanq’e partirono per compiere gli ordini dell'Uk’u’x Kaj.
Presto trovarono Kab’raqan intento a scuotere le
montagne.
— Tu, ragazzo, dove sei diretto? — domandarono i gemelli.
— Da nessuna parte. Spacco le montagne e questo è quello che intendo fare
finché ci saranno giorni, finché ci sarà luce. —Kab’raqan
girò la testa verso i due fratelli: — Voi piuttosto chi siete? Non conosco i
vostri volti. Qual è il vostro nome?
— Non abbiamo un nome, noi siamo solo degli umili tiratori di cerbottana.
Siamo poveri e vaghiamo per i monti in cerca di uccelli da cacciare. Durante le
nostre peregrinazioni abbiamo notato una montagna altissima, che continua a
crescere. Si sta gonfiando, sta salendo, e già sovrasta tutte le altre cime —
dissero astutamente Junajpu e
X’balanq’e. — Ma non siamo riusciti a catturare nemmeno un uccello su
quella montagna.
— Dove avete detto che si trova questa montagna? Non vedo l'ora di raderla al
suolo! — esclamò Kab’raqan.
— La puoi vedere là, dove sorge il sole — risposero
Junajpu e X’balanq’e. — Bene! Fatemi vedere la strada!
— Certo. Ma tu mettiti in mezzo a noi, in modo che possiamo colpire gli uccelli
con le nostre cerbottane. |
4 - L'UCCELLO DI GESSO
ungo il percorso, i due gemelli catturavano
gli uccelli con le loro cerbottane. Se Kab’raqan
avesse fatto attenzione, avrebbe notato che Junajpu
e X’balanq’e erano superiori a tutte le altre
creature. Difatti, per abbattere le prede non usavano dardi di argilla, ma
bastava un soffio attraverso la cerbottana per abbattere gli uccelli. Ma
Kab’raqan era talmente bramoso di spiegare la
propria forza sul monte, che non si insospettì affatto.
Quando si fermarono a riposare lungo il tragitto,
Junajpu e X’balanq’e trapanarono un fuoco
per cuocere le prede che avevano catturato. Mentre facevano arrostire gli
uccelli, ne ricoprirono uno con della polvere bianca, simile al gesso e ordirono
la vendetta contro Kab’raqan.
— Gli serviremo l'uccello ricoperto di gesso per cena.
Kab’raqan sarà ricoperto dalla terra come questo volatile!
Gli uccelli s'indorarono sul fuoco, il grasso che gocciolava dalle carni con
un irresistibile, fragrante profumo. Intanto Kab’raqan
avvertiva l'odore appetitoso che la pietanza disperdeva nell'aria. Lo scuotitore
della terra era affamato e fremeva dalla voglia di divorare gli uccelli
arrostiti. Quando non poté più trattenere la saliva che gli colava dalla bocca,
chiese ai gemelli uno dei volatili per cena. Junajpu
e X’balanq’e gli diedero l'uccello ricoperto di
gesso e Kab’raqan lo ingurgitò avidamente. |
5 - FINE DI KAB’RAQAN
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Junajpu e Xb’alanq’e uccidono Kab’raqan |
Diego Rivera (1886-1957), dipinto |
opo il pasto, i tre si diressero verso
oriente per raggiungere la montagna. Ma più si avvicinavano, più
Kab’raqan sentiva le braccia e le gambe molli. Le
forze lo abbandonavano a causa della terra bianca che aveva inghiottito insieme
al volatile. Quando arrivarono alla montagna, Kab’raqan
non riusciva più a reggersi in piedi, e non poté distruggerla.
Approfittando della debolezza dell'avversario, i gemelli lo buttarono a
terra, gli legarono i polsi alle caviglie e infine lo seppellirono ai piedi
della montagna.
In questo modo Kab’raqan venne sconfitto da
Junajpu e X’balanq’e,
i gemelli prodigiosi.
Questa fu la fine dei tre falsi dèi, Wukub’ Kaqix,
Sipakna e Kab’raqan.
Il loro orgoglio fu punito con la morte e la loro falsa natura smascherata. |
Fonti
1-5 |
Popol Wuj [-] |
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Bibliografia
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Mesoweb, 2007. [LINK]
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BIBLIOGRAFIA ► |
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Intersezione: Aree -
Holger Danske
Sezione: Miti -
Asteríōn
Area: Amerindia -
Hutzilopochtli |
Ricerche e testi di
Greta Fogliani
Cura di A. Laura Perugini. |
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Creazione pagina: 01.05.2014
Ultima modifica:
25.09.2017 |
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