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GERMANI
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MITI GERMANICI
Ǫlvaldi / Allvaldi
ǪLVALDI / ALLVALDI
Gigante delle montagne, padre di Þjazi. Si dice fosse molto ricco.

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MITOLOGIA
MITI
  • Alla sua morte, i suoi figli Þjazi, Iði e Gangr si dividono l'eredità e misurano l'oro portandolo alla bocca.
RELAZIONI
Amante:
Figli:
Nipoti:
Greip
Þjazi ~ Iði ~ Gangr.
Mǫrn ~ Skaði
FILOLOGIA
ORTOGRAFIA

  ORTOGRAFIA
NORMALIZZATA
LEZIONE DEI
MANOSCRITTI

FONTI

Norreno Allualdi Allvaldi ) Alvalda [gen.] Ljóða Edda
Ǫlvaldi Ǫlvaldi ) Ꜹlvaldi
Ǫlvaldi
Prose Edda

ETIMOLOGIA

Allvaldi / Ǫlvaldi, gigantonimo.

Il nome del personaggio è attestato in due forme: Allvaldi nella Ljóða Edda, Ǫlvaldi nella Prose Edda. Nel primo caso il significato è «[colui che] ha potere su tutto», nel secondo è «[colui che] ha potere sulla birra».

  1. All- | Norreno, dall'avverbio  allr «tutto».

    Ǫl- | Norreno, dal sostantivo ǫl «birra».
     
  2. -valdi | Norreno, dal verbo valda «essere in grado di» (cfr. anglosassone wealda, inglese to wield «esercitare»; antico alto tedesco waltan, tedesco walten «regnare, dominare»; nel gotico di Ulfila abbiamo waldan, ga-waldan «regnare»).

Difficile tuttavia dire quale sia la forma originale del nome, se Allvaldi (da allr «tutto») e Ǫlvaldi (da ǫl «birra»). Le grafie, nei codici, sono Alvaldi e Ꜹlvaldi, lezioni che suggeriscono la possibilità di un lapsus calami in entrambe le direzioni.

LETTERATURA

Di Ǫlvaldi e dei suoi figli tratta Snorri nello Skáldskaparmál. «Davvero grande mi pare fosse Þjazi», commenta Ægir, «ma a quale stirpe apparteneva?». E questa è la risposta di Bragi:

Ǫlvaldi hét faðir hans [...]. Hann var mjǫk gullauðigr, en er hann dó ok synir hans skyldu skipta arfi, þá hǫfðu þeir mæling at gullinu er þeir skiptu at hverr skyldi taka munnfylli sína ok allir jafnmargar. Einn þeira var Þjazi, annarr Iði, þriði Gangr. En þat hǫfum vér orðtak nú með oss at kalla gullit munntal þessa jǫtna, en vér felum í rúnum eða í skáldskap svá at vér kǫllum þat mál eða orðtak, tal þessa jǫtna. Ǫlvaldi si chiamava suo padre [...]. Egli possedeva molto oro. Quando dunque morì e i suoi figli dovevano spartirsi l'eredità, per stabilire la misura di oro da dividersi decisero che ciascuno ne avrebbe preso a turno una boccata e tutti in egual misura. Il primo fra loro fu Þjazi, il secondo Iði e il terzo Gangr. Difatti adesso noi quale metafora per indicare l'oro diciamo «conto a bocca» di questi giganti, mentre nel formulare le rune e nell'arte poetica lo chiamiamo «discorso», «parola» o «conto» di questi giganti.
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [4]

Nella Ljóða Edda il gigante è citato quale padre di Þjazi, ma il nome è ora scritto nella forma Allvaldi:

Ek drap Þjaza,
inn þrúðmóðga jǫtun,
upp ek varp augum
Allvalda sonar
á þann inn heiða himin...

Io uccisi Þjazi,
quell'impavido gigante,
scagliai in alto gli occhi
del figlio di Allvaldi
lassù nel ciel sereno...

Ljóða Edda > Hárbarðsljóð  [19]

Il nome non è presente nelle þulur.

FONTI PRINCIPALI

Ljóða Edda > Hárbarðsljóð [19]
Snorri Sturluson: Prose Edda > Skáldskaparmál [4]

BIBLIOGRAFIA
RIFERIMENTI
PAGINE
IL RAPIMENTO DI IÐUNN - I giganti e l'immortalità
Creazione pagina: 01.03.2010
Ultima modifica: 16.05.2012
 
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