1 -
TÖS: GLI SPIRITI ADIUTORI
ltre a un protettore individuale, che egli
considera a volte una sposa divina, il qam o sciamano ha a sua
disposizione uno stuolo di spiriti adiutori, il cui numero può variare a seconda
dell'estensione dei suoi poteri, e un doppio animale che gli funge da
cavalcatura.
Un termine per tali spiriti è tös, «principio, fondamento»,
termine generico designante però tutti gli spiriti (anche alcuni dèi, come
Ärlik Qan, sono definiti tös). Ma tös
sono anche gli antenati clanici divinizzati, divenuti spiriti adiutori degli sciamani. Anche gli antenati dello sciamano, sciamani
anch'essi, possono divenire spiriti adiutori, con il nome di
çalu. Essi non solo provvedono all'elezione
del nuovo sciamano, ma lo aiutano nei suoi viaggi estatici. Gli sciamani possono
recitare lunghi elenchi di antenati sciamani che continuano ad aiutarli, cosa
che generalmente fanno per congedarsi e ringraziare gli spiriti, alla fine della
kamlenie.
Bös è per i Tatari il nome dello spirito di follia
che possiede il corpo del candidato durante l'esperienza sciamanica. Gli
arü nämä, «esseri puri», precedono lo sciamano
nel suo viaggio estatico, andando in avanscoperta lungo la difficile strada che
questi deve percorrere I tabü sono invece
quegli spiriti adiutori che accompagnano le offerte inviate a questo o quel dio,
i quali sembrano essere talvolta con le stesse offerte personificate.
Il qamnïŋ saqçïzï «custode sciamanico» è lo
spirito protettore dello sciamano durante i viaggi estatici. Antropomorfo, è
raffigurato con una spada [qïlïş] in pugno.
Infine, lo yïlan è uno strano serpente
provvisto di mani e piedi. Durante il viaggio estatico dello sciamano, allorché
questi incontra un'anima qut smarrita, l'affida temporaneamente al
serpente yïlan, che la copre col suo corpo e
la custodisce difendendola dagli spiriti maligni, finché lo sciamano non è
tornato indietro per riprenderla e ricondurla all'uomo. |
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Suïla |
Nuray, illustrazione |
2 - GLI ÄLÇI
li Älçi sono
una classe di spiriti che fungono da intermediari sciamanici. I più importanti
di essi sono Suïla, Qarlïq
Qan e Yayq Qan.Figura molto complessa, Suïla sorveglia le
azioni degli uomini per informarne Bay Ülgän.
Ha forma d'aquila con occhi di cavallo, in grado di vedere a una distanza pari a
trenta giorni di viaggio. Ha come aiutante lo spirito
Qarlïq Qan.
Qarlïq Qan, detto talvolta figlio di
Bay Ülgän, ha anch'egli, come
Suïla, caratteri equini: nelle invocazioni appare infatti con testa di
cavallo (ma talora di pecora). Si dice che abiti in un nido su tre larici di ferro [üç
tämir tït] posti in qualche luogo del cielo o degli inferi (la stessa cosa
viene detta anche di Qara Quş). Gli Altai lo
evocano gettando acqua attraverso il foro per il fumo della tenda. È uno degli
accompagnatori sciamanici, insieme a Yayq Qan e a
Suïla.
Di Yayq Qan abbiamo già parlato a suo
tempo.
A questa classe è forse riconducibile anche Mansar Qan,
potente spirito celeste che lo sciamano invoca perché gli permetta di
attraversare gli strati celesti. |
3 - ÄŞ, IL TAMBURO E I SUOI SPIRITI
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Il tamburo sciamanico |
Aleksej Leont'evic Ulturgaşev (1955-). Olio su tela. |
nsostituibile
compagno dello sciamano è il suo tamburo, strumento indispensabile sia per
ottenere l'estraniazione sia come «cavalcatura» per i suoi viaggi estatici (è
noto infatti che tali viaggi sono spesso compiuti spesso a cavallo di questi
tamburi). Con äş la terminologia sciamanica indica lo stesso
spirito-tamburo, in qualità di cavallo-compagno dello sciamano. Quando l'äş
si stanca, esso viene sostituito temporaneamente da certi spiriti-uccelli
sciamanici e mandato sul monte Sürö a riprendere
forza nel lago di latte Süt-aq-Köl.
Ai tamburi sciamanici erano preposti
diversi spiriti-signori. Il più importante di essi è
Qïçqïl Qan, o più precisamente Mar-ǟzi
Aygïr-yaldï Qan Qïçqïl «signore
della tigre dalla criniera di stallone Qïçqïl Qan», spirito-signore di tutti i
tamburi sciamanici. A lui, gli sciamani presentavano i nuovi tamburi,
consacrandoli. (Presso i Tuvin del sud della Siberia, i nuovi tamburi
venivano presentati allo spirito femminile [albïs]
Qōr Albïs. Affine nella funzione a Qïçqïl Qan,
costei abitava in una montagna sacra, Qōr Tayğa, e
proteggeva gli sciamani.)
Ma ai tamburi erano preposti molti altri
spiriti-signori, chiamati collettivamente Aq Adäning Äläri
«signori dei sacri cammelli». Il tamburo era infatti detto nelle
invocazioni sciamaniche aq adan «cammello sacro» poiché dotato di
protuberanze poste sotto la pelle, dalla funzione di casse di risonanza,
chiamate appunto «gobbe». In ogni caso i termini d'uso corrente presso i Teleuti
e presso altri gruppi Tatari erano tïŋgïr e çalu.
A questa categoria apparteneva
Taylïq Qan (pure detto
Pälägäş Qan e Aq Mar Taylïq), figlio di
Qïçqïl Qan. Taylïq Qan
era più precisamente l’aq adanïng ǟzi,
il «signore del sacro cammello». Come suo padre Qïçqïl Qan
era spirito-signore collettivo di tutti i tamburi sciamanici,
Taylïq Qan era lo spirito-signore individuale dal
quale dipendeva ogni tamburo sciamanico.
Un altro degli spiriti-signori del tamburo
sciamanico era Toylü Qan. Questi era più
esattamente l'orbu ǟzi,
il signore del mazzuolo [orbu] con il quale lo sciamano batteva il
tamburo. Era coadiuvato dagli spiriti Pörüçi Qan e
Yȫ Qan.
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Lo sciamano e il suo tamburo |
Aleksej Leont'evic Ulturgaşev (1955-). Olio su tela. |
Pörüçi Qan era
considerato protettore delle mandrie: ma probabilmente questa funzione nacque
secondariamente in rapporto a quella originaria di protettore dei lupi (cfr.
pörü «lupo», da un termine di origine iranica che soppiantò il turco qurt,
soggetto a tabù linguistico).
Pörüçi Qan doveva essere un dio legato alla morte,
in quanto è chiamato signore del talqu (il ceppo di legno al quale
venivano legati i condannati a morte): basti pensare che nei canti popolari
tatari, Pörüçi Qan conduce il cavallo nero di
Ärlik Qan [Adabïstïng qara pūra].
Yȫ Qan era uno
spirito dalla criniera di stallone, invocato dallo sciamano perché gli
concedesse il permesso di compiere il suo viaggio negli strati celesti.
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Il tamburo sciamanico e il tïn-pūra |
Aleksej Leont'evic Ulturgaşev (1955-). Olio su tela. |
4 - IL TÏN-PŪRA
o sciamano disponeva di un'anima animale
chiamata qamnïng tïn-pūra che gli serviva come cavalcatura nei viaggi
estatici. Quest'anima in genere in forma di cavallo [tïn-pūra], ma anche
di renna o alce [tïn-pograzï]: la specie variava a seconda del lignaggio
e del potere dello sciamano: i più forti avevano il toro o l'alce, i più deboli
il cane. La vita dello sciamano era legata a quella del proprio tïn-pūra.
Lo sciamano il cui tïn-pūra veniva ferito o ucciso, perdeva la facoltà di
sciamanizzare, e si ammalava o moriva nel giro di pochi giorni. Quando lo
sciamano non lavorava, teneva il proprio tïn-pūra accuratamente nascosto
in un luogo segreto, per proteggerlo tanto agli altri sciamani quanto agli
spiriti cattivi.Gli sciamani nemici cercavano il
nascondiglio del tïn-pūra dello sciamano rivale per distruggere il loro
avversario. Analogamente, quando due sciamani combattevano, si affrontavano
nella figura dei loro rispettivi tïn-pūra, cercando ognuno di uccidere
quello del proprio rivale. |
5 - GLI YAR-YÖL, GLI SPIRITI DELLE
VENTISETTE STRADE
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Sciamano xaqas |
Aleksej Leont'evic Ulturgaşev (1955-). Olio su tela. |
o sciamano nei suoi viaggi era accompagnato
da molti spiriti, tra i quali spiccavano gli «spiriti delle strade» [yär-yol].
Secondo una nota invocazione sciamanica gli yär-yol
risultano essere ventisette. Di questi i più importanti sono:
Tämir Qan, Ärkay Qan,
Orto Qan, Qurgay Qan,
Yȫ Qan. In onore di questi cinque spiriti i Teleuti
piantavano attorno alle yurt cinque giovani betulle dette som (o
çal); da queste, anche i cinque spiriti sono detti
Som.
Gli altri spiriti risultano essere: Mordoq
Qan, Sō Qan, Yaŋğïs
Qan, Mayğïl, Yïlmay
Qan, Pörüçi Qan, Altay
Qan, Ülbük Qan, Pūday
Qan, Şagay Qan, Qara
Quş, Qazïr Qan, Talay
Qan, Kär Balïq, Oymoq
Arü, Yäläs, Qïçqïl Qan,
Yȫ Qan, Äŋkäy Qan,
Ärlik Qan, più due guerrieri di nome ignoto, che,
detentori di una spada d'acciaio, sottomisero un misterioso essere chiamato
Poytoy Pï.
In particolare, Ärkäy Qan viene descritto come
un guerriero irresistibile, cavalcante un cavallo bardato di ferro, armato e
vestito di ferro egli stesso. Nessuna creatura poteva resistere al suo sguardo.
Detto «figlio del qan di ferro», è probabile che debba essere
identificato come qualche dio infero figlio di Ärlik Qan.
Äŋkäy Qan, la dea dagli occhi risplendenti, era
anche detta «madre degli uccelli». Essa abitava lungo il cammino che conduce
alla dimora fuori dal cielo di Yȫ Qan, in una
fenditura del terreno detta «ombelico della terra» [yär kindigi], o
«apertura della terra» [yär tünügi].
La dea Mayğïl dimorava nel trasparente lago
Tanay (non meglio identificato). Si dissetava dalla bianca marea, possiede gli
uccelli che gracchiano, indossava una pelliccia di tigre e cavalca un cavallo di
straordinaria velocità.
Pūday Qan (Moŋğyur Qan)
era detto padre di Ülbük Qan. Non poteva essere
sostenuto da alcun cavallo, e la sua lingua non era compresa da nessuno.
Qazïr Qan sembra abbia caratteristiche di
forgeron. Così viene invocato dagli sciamani:
Qan creato prima che venisse creata la terra,
qan formato prima che venisse formato il rame,
legato a Bay Ülgän, tu che fai parte dei ventisette
yär-yol,
grande mantice tirato,
martello battuto,
mantice ad acqua dilatato,
grande fucina attrezzata,
soglia di Ülgän, Qazïr Qan,
padre mio nero dalle tre soglie! |
Qurgay Qan (Qïylu Qan,
Açïy Qan) era la dea madre degli uccelli. Guidava
gli uccelli çamgil che lo sciamano incontrava nel suo viaggio verso
Yaŋğïs Qan. Si dice che
Qurgai Qan si fosse fatta il nido intrecciando i rami di sette larici di
ferro.
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Il volo della sciamano xaqas |
Aleksej Leont'evic Ulturgaşev (1955-). Olio su tela. |
Şagay Qan viene descritto a cavallo di un
puledro screziato e con indosso una pelliccia a scacchi, con un bastone di
ciliegio selvatico e una pelle di puzzola. Con la criniera simile a cenere,
aveva caratteristiche di invincibile arciere
Ülbük Qan era detto padre di
Altay Qan, e viveva col figlio su una montagna
dorata, dissetandosi in tre aurei laghi.
Yäläs era definita «vergine dalla criniera di
stallone», epiteto che la ricondurrebbe al dio Qïçqïl Qan.
Yïlmay Qan (Taŋzïr Qan)
era il dio-spirito del bestiame, detto «pastore delle mandrie».
Infine, lo spirito sciamanico Yȫ Qan, dalla
criniera di stallone, era coadiutore dello spirito dei tamburi
Toylū Qan. La sua residenza si trovava al di là
dell'orizzonte, oltre la stella del mattino, oltre il punto in cui il cielo
poggia sulla terra. Lo sciamano, quando sciamanizzava a Yȫ
Qan, doveva passare con la vittima sacrificale attraverso la base del
cielo, che si alzava e si abbassava ritmicamente. Lungo questo pericoloso
passaggio giacevano le ossa di fiere e uccelli periti cozzando contro
l'ostacolo. |
6 - GLI ANTENATI SCIAMANICI COME
SPIRITI-ADIUTORI
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Lo sciamano e i suoi spiriti adiutori |
Aleksej Leont'evic Ulturgaşev (1955-). Olio su tela. |
a tra gli spiriti adiutori dello sciamano
vi sono anche quelli degli sciamani defunti, alcuni dei quali, considerati
antenati degli sciamani in quanto tali, sono divenuti figure archetipiche. È il
caso del personaggio chiamato Qoça Qan. Stando a
una delle numerose varianti raccolte, una figlia di Bay
Ülgän divenne la moglie un potente sciamano, e da lui ebbe tre figli:
Qoça, Ürgän Ǟzi e un
terzo di cui non si conosce il nome. Quando sua figlia tornò in cielo,
Ülgän, irritato da quell'unione, la scacciò, e con
lei cacciò via i suoi tre figli. Ürgän Ǟzi lo
condannò a vivere tra gli uomini, Qoça Qan lo spedì
presso da suo figlio Paqtïğ Qan, il terzo venne
inviato presso Qurultay Qağïr, spirito-signore
della montagna tra Bay Ülgän e Ärlik Qan; questo divenne il protettore degli
artigiani e degli sciamani.
Secondo un'altra versione,
Qoça sarebbe stato un uomo impudico, e per questo lo sciamano
Qadïylbaş lo spedì al settimo cielo per eccesso di
dissolutezza. Il culto a lui rivolto è infarcito di elementi erotici
Altro antenato-sciamano, assurto a
caratteristiche semi-divine, è Mürküt Toroy Qam, il
quale dimora insieme al dio Çäri Su, e gioca e
nuota nelle acque del lago Kös-yätpäs-qïzïl-köl,
dimora di Kär Balïq. Egli è stato creato da
Bay Ülgän e si muove sui monti, corre lungo la
rossa aurora, cavalcando un cavallo rosso-fulvo di due anni e usa arcobaleni per
briglie. Ha enormi artigli, e colloquia con le nere aquile. Se adirato manda
agli uomini malattie della gola. Viene propiziato con il sacrificio di un capro
selvatico e di un montone, mentre alla sua immagine, costituita da un cencio che
rappresenta il suo costume e da due immagini umane in legno che rappresentano le
figlie di Çäri Su, vengono legate le unghie delle
aquile reali. |
7 - I PAĞA
pirito in forma di rana con sei zampe, il
pağa o paqqa, «rana», considerato uno degli spiriti adiutori dello
sciamano. Nella mitologia altai questi mostruosi anfibi abitavano nel mondo
infero. Il pağa veniva normalmente raffigurato sulla parte inferiore del
tamburo. Per i Cumandini essa trasportava in un recipiente di corteccia la birra
fatta in casa per il sacrificio, fino allo spirito protettore del clan,
Paqtïğ Qan. Si invocava così:
I tuoi occhi sono rossi,
il tuo sedere è grasso,
tu possiedi gambe arcuate.
Puoi tu forse raggiungere Bay Ülgän? |
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8 - I QUŞTAR MÄRKÜT E I QUŞTAR ÇAMĞÏL
märküt (mürküt) sono una
classe di uccelli [quştar] celesti della mitologia tatara. In numero di
cinque, hanno il becco di ghiaccio, a forma di luna, e gli artigli di rame. Sono
probabilmente connessi col tuono, secondo il motivo dell'uccello-tuono,
largamente diffuso tra gli Indiani dell'America Settentrionale. In occasione del
sacrificio del cavallo, quando lo sciamano intraprende il suo viaggio estatico
per presentare l'anima del cavallo a Bay Ülgän,
invoca proprio l'uccello Märküt affinché «venga
cantando» e lo aiuti a condurre la sua ascensione. Sono così descritti nelle
invocazioni sciamaniche:
Uccelli del cielo, cinque märküt,
voi, con possenti artigli di rame;
di rame è l'artiglio della luna,
di ghiaccio il becco della luna;
di apertura possente le larghe ali,
come un ventaglio la lunga coda.
L'ala sinistra nasconde la luna,
l'ala destra nasconde il sole.
Tu, madre delle nove aquile,
che non erri vagando attraverso lo Yayq [il fiume Ural],
che non ti stanchi sull'Ädil [il fiume Volga],
vieni cantando a me! |
Ai quştar märküt bisogna associare i quştar çamğïl, le aquile nere, con
artigli e ali a forma di luna, sacre a Bay Ülgän. L’ottava aquila è chiamata
Yäs Tïrmaqtü Qara Quş, «uccello nero dagli artigli di rame» (o
Ülgän Quju Bay Märküt
«uccello di Ülgän grande märküt»). |
Fonti
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BIBLIOGRAFIA ► |
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