I - IL VECCHIO VATE VÄINÄMÖINEN
Vaka vanha
Väinämöinen è un verso ben conosciuto da tutti i ragazzi
finlandesi che si avvicinano al grande poema nazionale, ed è un po' il
leit-motif del
Kalevala. Potremmo
tradurlo, liberamente, ma rispettando l'allitterazione, «il vecchio vate Väinämöinen».
La traduzione non è però agevole: se vanha è
«vecchio», vaka è una parola disusata in finlandese
moderno, forse da correlare a vakaa «fermo, saldo,
attento». Definire Väinämöinen
un cantore vuol dire muoversi soltanto ai bordi di questa
figura complessa e potente. Väinämöinen è il depositario della sapienza delle cose primordiali. Nato vecchio
all'inizio del mondo, egli conosce i nomi e le origini di
tutte le cose, su cui può esercitare il potere tramite il suo
canto. Significativamente, il poema si apre con la sua
nascita e si chiude con la sua partenza, allorché la vergine
Marjatta partorisce il figlio
meraviglioso destinato a inaugurare una nuova età del mondo.
Väinämöinen è
dunque anche il signore dell'antica età, il testimone e
l'anima dei tempi eroici. Più volte nel
Kalevala ci si lamenta che i tempi odierni non
hanno la grandezza e di quelli antichi e che la sapienza a cui
aveva accesso
Väinämöinen.
La madre di
Väinämöinen è la
stessa Ilmatar e
sembra di capire che il vecchio
Väinö sia stato uno dei primi uomini (se
non il primo in assoluto) a camminare sulla terra. Ma
naturalmente questo secondo il
Kalevala messo insieme dal
Lönnrot: come abbiamo osservato nel capitolo precedente è probabile che nelle versioni più antiche del mito finnico la
gravidanza di Ilmatar
avesse un significato affatto diverso. Il personaggio del «vecchio vate» ha
certamente dei tratti primordiali, ma non ha esattamente i
caratteri di un «primo uomo». D'altronde da dove vengano gli
uomini, il
Kalevala non lo
dice: a partire dal terzo runo troviamo
Väinämöinen
immerso nella consueta civiltà umana, addirittura oggetto di scherno da parte
dei giovani che sottovalutano la sua età e la
sua sapienza. D'altronde in seguito troveremo
Väinämöinen
rivolgersi al gigante Antero Vipunen,
creatura evidentemente più antica e più saggia, per
conoscere alcune parole magiche che gli sono ignote.
Sembra dunque logico
che, in origine,
Väinämöinen avesse altra discendenza. Forse faceva parte
anch'egli del novero dei figli di
Kaleva, di cui nel
testo tutti quanti sembrano più o meno essere discendenti.
Tutte le tradizioni mitologiche del mondo, indistintamente,
dànno grande importanza alle origini dei popoli e delle
stirpi, ma da questo punto di vista il
Kalevala fa eccezione. Il grande poema finnico
non è affatto interessato alle questioni genealogiche. Questo
probabilmente fa capire quanto siano corrotti i miti che ci
tramanda e quanto siano stati rielaborati nel corso del tempo
e quanto, sicuramente, siano stati alterati dallo stesso Lönnrot. Di nuovo non si
può che aggiungere che il
Kalevala,
il meraviglioso poema della natura e del canto di magia, non può essere utilizzato
come fonte mitica.
In quanto depositario
della sapienza primordiale,
Väinämöinen non è
certo un personaggio unico nella letteratura mitologica: in altre tradizioni
troviamo figure che possano essere avvicinate a lui: il greco
Orpheús, il norreno
Bragi, il
cèco Lumír, il russo
Sadko. Ma in
confronto a tutti questi altri personaggi, il poema finnico ha
la straordinaria caratteristica di porre
Väinämöinen al
centro della narrazione. Qui il cantore non è un personaggio
di contorno ma l'effettivo protagonista. Il
Kalevala, al confronto con
le cruente epopee germaniche, non è epica di spada ma di
magia; i suoi eroi non sono guerrieri, ma maghi, cantori, sapienti.
Väinämöinen è probabilmente più vicino ad
Óðinn che
agli altri mitici bardi che abbiamo citato sopra: e non si
può tacere che già gli studiosi hanno notato in
Óðinn dei
tratti sciamanici che lo avvicinano al mondo ugro-finnico. Se
pensiamo che, a quanto affermano gli archeologi finlandesi, i
territori interni della penisola scandinava furono a lungo
disputati tra gli invasori germanici e gli autoctoni finni,
possiamo sottilmente cominciare a capire come un'infinità di
motivi e tradizioni mitiche siano confluite dal mondo finnico
a quello indoeuropeo. E renderci conto di come
Väinämöinen sia
una delle più antiche figure mitiche d'Europa. |