LE DIVISIONI DI ÉRIU
Lo spazio e il territorio

MITOLOGIA CELTICA - Sommario

Ériu fu spartita molte volte nel corso della sua storia, ma la divisione tradizionale del suo territorio è quella in cinque province, o più precisamente, in cinque «quinti», parola che più di ogni altra designa l'unità trascendente di cui ogni provincia è parte integrante e inscindibile.

NARRATIVA
  1. Gli Airt
  2. Le più antiche spartizioni di Ériu
  3. I «cinque quinti» di Ériu
  4. Cinque volte cinque
  5. Creazione del centro
  6. La tradizione dei confini
  7. La metà del capo e la metà del servo
  8. Una gerarchia di province
    Fonti

SAGGISTICA
  1. Geometria dei «quinti»
  2. Ripartizione delle funzioni
  3. Quattro direzioni più un centro
  4. Sensi di rotazione

1 - GLI AIRT

li antichi irlandesi, come molti altri popoli, si orientavano rivolgendosi nella direzione in cui il sole sorge, ad est. In questo modo si aveva a destra il sud, dove si trova il sole, direzione da cui giungevano energia positive, e si aveva a sinistra il nord, direzione con connotati negativi. Alle spalle vi era l'ovest, il grande oceano dove il sole sprofonda nella notte.

In questo modo lo spazio veniva segnato dalla polarità delle quattro direzioni. A ognuno dei quattro punti cardinali [airt], era associato un vento, un colore, una provincia e un evangelista. Quinta direzione era il centro, punto di incontro dei quattro poli, luogo privilegiato di sacralità e regalità.

  • Oirth. È l'est, la direzione da cui sorge il sole. Vi si trova la provincia di Laigin, con i suoi ricchi possidenti. Il suo colore è il giallo bruno [buide] oppure un bruno macchiettato [brecc].

  • Deis. È il sud, dove si volge il corso del sole. Vi si trova la provincia di Múmu, con i suoi musici. Il suo colore è un bianco lucente, bello e luminoso [finn].

  • Tiart. È l'ovest, la direzione in cui il sole tramonta. Vi si trova la provincia di Connacht, con i suoi druidi e veggenti. Il suo colore è un verdazzurro opaco [glas].

  • Tuais. È il nord, la direzione dell'oscurità. Vi si trova la provincia di Ulaid, con i suoi guerrieri. Il suo colore è il nero [dub].

  • Lár. Il centro è il punto dove tutto converge e in cui ogni cosa viene armonizzata. Vi si trova la provincia di Míde, nella cui capitale di Temáir risiedono i Re Supremi di Ériu. Il suo colore è il rosso [ruad], simbolo di regalità.

Poiché lo spazio è l'intersezione di queste direzioni, gli assi geografici di Ériu finivano per definire le varie province dell'isola secondo le loro fisionomie e peculiarità. Le polarità cosmiche tracciate dal corso diurno del sole e ridisegnate dal notturno ruotare delle stelle, segnava a sua volta un dinamismo in cui si privilegiava il movimento in senso orario [deisil], apportatore di influssi benefici; viceversa, il giro in senso antiorario [tuathbet], compiuto in direzione opposta al movimento del cielo, provocava sfrenati influssi negativi.

2 - LE PIÙ ANTICHE SPARTIZIONI DI ÉRIU

'isola di Ériu fu divisa molte volte nel corso della sua storia. Primi a farlo furono i Partoloniani che divisero Ériu in quattro parti. Dopo di loro vennero i Nemediani che la divisero in tre. Tuttavia queste due partizioni non sono sopravvissute.

La prima divisione venne dunque fatta ai tempi dei Partoloniani. Fu lo stesso Partholón a dividere Ériu tra i suoi quattro figli, che avevano nome Er, Orba, Feron e Fergna. Egli diede la prima parte ad Er, tutto il territorio tra Ailech Néit nel nord dell'Ulaid ad Áth Cliath nel Laigin. Diede la seconda parte ad Orba, il territorio tra Áth Cliath ad Oilén Árda Neimed, anche chiamato Oilén Mór an Barraig. Diede la terza parte a Feron, da Oilén Árda Neimed ad Áth Cliath Medruide a Gaillim. E diede la quarta parte a Fergna, da Medruide ad Ailech Néit.

La seconda divisione venne effettuata ai tempi dei Nemediani. Tre capi, tra i figli di Nemed si spartirono Ériu, dividendola in tre parti. I loro nomi: Beothach, Semeon Brecc e Britán Maol. Beothach prese per sé il territorio da Tór Inis al fiume Bóann. Semeon prese la parte dal fiume Bóann a Belach Chonglais presso Corcaig. Britán Maol prese tutto quanto si trovava da Belach Chonglais a Tór Inis.

 

3 - I «CINQUE QUINTI» DI ÉRIU

a la più importante e duratura divisione che venne mai fatta di Ériu, questa volta in cinque parti, fu attuata ai tempi dei Fir Bólg.

Furono i cinque figli di Dela, che guidarono le tre tribù dei Fir Bólg in Ériu, a spartire l'isola in cinque parti, affinché a ciascuno ne toccasse un «quinto» [cóiced].

Giraldo Cambrense ricorda nel suo libro riguardo a questa divisione, e scrive: In quinque enim portiones fere æquales antiquitus hæc regio divisa fuit; videlicet, in Momoniam duplicem, Lageniam, Ultoniam, et Conaciam. «In cinque parti questo paese fu anticamente diviso, che furono il duplice Múmu, il Laigin, l'Ulaid e il Connacht.»

E questi sono i cinque capi dei Fir Bólg che divennero i capi delle cinque province: Slánga, Sengann, Gann, Genann e Rudraige. Slánga prese per sé il «quinto» del Laigin, da Droichedáth a Cumar na dTrí nUisce. Gann prese il «quinto» del Múmu orientale, da Cumar na dTrí nUisce a Belach Chonglais. Sengann ebbe per sé il «quinto» del Múmu occidentale, da Belach Chonglais a Luimnech. Genann ebbe il «quinto» del Connacht da Luimnech a Drobaois. E Rudraige ottenne il «quinto» dell'Ulaid, da Drobaois a Droichedáth.

I cinque «quinti» di Ériu si incontravano nella collina di Uisnech Míde, al centro preciso dell'isola.

4 - CINQUE VOLTE CINQUE

ltre divisioni e altre ulteriori divisioni vennero fatte nel tempo, anche se perlopiù basate in quella in quinti effettuata dai Fir Bólg.

I cinque «quinti» di Ériu furono infatti divisi in cinque parti ciascuno da re Ugaine Mór (627-588 a.C.), il quale divise ulteriormente il territorio di Ériu in venticinque parti, spartendole tra i suoi venticinque figli. In questo modo, ognuna delle cinque province diveniva idealmente una replica in piccolo dell'intero paese, completa in sé stessa per quanto a sua volta parte di un tutto più grande.

 

5 - CREAZIONE DEL «CENTRO»

a divisione di Ériu attuata dai Fir Bólg, che perdurò in varie forme per molti secoli, non era in realtà molto chiara, e non solo perché a quattro punti cardinali corrispondevano cinque «quinti» dell'isola, ma anche perché, mentre i re provinciali disponevano di vasti territori, corrispondenti alle quattro province (Ulaid, Connacht, Múmu e Laigin), il re supremo di Ériu, che risiedeva nella reggia di Temáir, rimaneva in qualche modo privo di un terreno equiparabile.

Nel 56 d.C., nel corso di una rivolta delle tribù irlandesi, cadde Fíacha Finnfolaid, re supremo di Temáir (56 d.C.). A causarne la rovina furono i quattro re provinciali di Ulaid, Connacht, Múmu e Laigin. Dopo vent'anni di anarchia, venne restaurata la legittima dinastia nella persona del figlio del re ucciso, Túathal Techtmar mac Fiachach, che sconfisse le tribù ribelli in ciascuna delle quattro province e assunse a sua volta la suprema regalità.

Egli stabilì nuovamente i confini delle quattro province e ad esse associò una quinta provincia, centrale rispetto alle altre quattro, il Míde, che creò togliendo parti del territorio alle altre quattro province. Prima di allora il Míde era stato soltanto un regno minore intorno a Uisnech Míde, ma da allora divenne il cuore di Ériu, la sede della suprema regalità, il territorio dove si trovavano la reggia di Temáir, sede dei re supremi di Ériu, e Cnocc Úachtair Forcha, il punto centrale di Ériu.

6 - LA TRADIZIONE DEI CONFINI

i narra ancora che, tempo dopo, quando regnava Diarmait mac Cerbaill (545-565 d.C.), i nobili di Ériu insorsero ancora una volta a causa dell'estensione del dominio reale, sicché il re convocò a Temáir il saggio Fintan mac Bóchra per giudicare sulla questione. L'autorità di Fintan per le questioni storiche e genealogiche era giustificata dal fatto che costui era giunto in Ériu prima del Diluvio universale e, reso immortale per opera divina, era stato testimone di tutte le invasioni che si erano succedute da allora sul suolo irlandese.

Fintan giunse dalla sua dimora nel Múmu. Preso posto sul seggio del giudice di Temáir, egli ripassò la storia di Ériu da Cesair ai Milesi, e raccontò di uno strano personaggio chiamato Trefuilngit Tre-eochair che era comparso all'improvviso in un raduno degli uomini di Ériu il giorno in cui Cristo era stato crocifisso. Questo straniero gigantesco, biondo, sembrava controllare il sorgere del sole e della luna. Teneva nella mano sinistra delle tavolette di pietra, nella mano destra un ramo con tre frutti: noci, mele e ghiande. Egli si era informato sulle antiche cronache di Ériu, ma gli uomini gli avevano risposto di non avere resoconti storici.

- Allora ve li darò io! - aveva detto Trefuilngit. - Io stabilirò per voi la progressione delle storie e le cronache della casa di Temáir con tutti gli uomini di Ériu; poiché io sono il saggio testimone che spiega a tutti le cose sconosciute. - E aveva continuato: - Portatemi sette uomini da ognuna delle quattro province, che siano i più saggi, i più prudenti e i più scaltri, e gli archivisti del re stesso che sono nella casa di Temáir; perché è giusto che tutte le province siano presenti alla partizione di Temáir e delle sue cronache, affinché ciascuna possa avere la parte che gli è dovuta.

Quando gli uomini di Ériu si erano riuniti intorno a Trefuilngit, e Fintan mac Bóchra era tra di loro, Trefuilngit gli aveva chiesto: - O Fintan, come è stata fatta la divisione di Ériu, come sono state disposte le cose?

- Facile a dirsi, - aveva risposto Fintan. - La conoscenza ad ovest, la guerra al nord, la prosperità ad est, la musica al sud e la sovranità regale al centro.

Ed approvando la risposta, Trefuilngit aveva indicato in dettaglio gli attributi di ciascun quarto e del centro. Ériu era stata dunque divisa in quattro parti più una. Le quattro parti appartenevano ai re provinciali, il centro al re supremo. E al momento di lasciare gli uomini di Ériu, Trefuilngit aveva dato a Fintan alcune bacche del suo ramo. Fintan le aveva allora piantate dove pensava fossero cresciute e da esse si originarono cinque alberi: il Frassino di Tortu, il Tronco di Ross, la Quercia di Mugna, il Ramo di Dathi e il Frassino della Popolosa Uisnech.

Dopo aver concluso il suo racconto, Fintan mac Bóchra si recò a Uisnech Míde, la collina centrale di Ériu, e tutti i nobili si recarono con lui. Egli vi innalzò un pilastro di pietra con cinque rilievi sporgenti e assegnò un rilievo a ciascuna delle cinque province di Ériu, giudicando giusto far derivare le cinque province dal Míde, in quanto qui si trovavano Uisnech e Temáir, che erano per Ériu come i due reni per un animale. Ma aggiunse che era altrettanto giusto farle derivare a loro volta da ciascuna delle altre province di Ériu.

 

7 - LA METÀ DEL CAPO E LA METÀ DEL SERVO

erma restando la divisione di Ériu in cinque «quinti», vi è anche una seconda divisione, conosciuta in tutta la letteratura irlandese, in cui Ériu è divisa in due parti, di cui la metà settentrionale è conosciuta come Leth Cuinn, quella meridionale come Leth Moga.

Questa divisione ebbe origine al tempo dei Milesi da una disputa che nacque tra due dei figli di Míl, Éremón ed Éber, riguardo al potere regale. Loro fratello Amargin, che era poeta e giudice, dichiarò che l'eredità del capo dovesse andare ad Éremón, il quale dopo la morte di Donn, era il maggiore tra loro. Ma poiché Éber insistette comunque per una spartizione tra loro, Ériu fu divisa lungo l'Eiscir Riada, una catena spezzata di collinette che corre da est a ovest, separando la metà settentrionale del paese da quella meridionale.

Éber si prese la metà meridionale e sei capiclan andarono con lui. Sette capiclan andarono invece con Éremón, il quale si prese la metà settentrionale insieme alla suprema regalità. Prima di separarsi, i due fratelli si divisero anche un poeta e un arpista. Il poeta, uomo dotto e di grande potere, andò con Éremón al nord, cui assicurò da allora in avanti dignità e sapienza; l'arpista andò con Éber al sud, regalando alla parte meridionale di Ériu la dolcezza della musica. Così la divisione di Ériu in due metà conferì differenti attributi al nord e al sud dell'isola, e così sarà fino al giorno del giudizio.

Come canta il poeta:

Éremón prese il nord
come eredità della sua stirpe
con le loro antiche tradizioni, la loro buona fortuna,
le loro leggi.
Con le loro fortezze, con le loro truppe,
feroci, dinamiche:
con le loro aspre battaglie,
con le loro mandrie.

Éber prese il sud,
l'ordine fu così stabilito,
con la sua attività senza potere
la sua armonia.
Con le sue qualità eccellenti, con la sua nobiltà
con la sua ospitalità,
con la sua vivacità unita alla resistenza
con la sua amabilità, con la sua purezza.

Ma sorse poi una nuova disputa tra i due fratelli riguardo tre catene montuose, poiché il nord ne aveva due e il sud una sola. Insoddisfatto, Éber si ribellò ma venne ucciso, così che l'intera Ériu tornò nelle mani di Éremón. La faida si perpetuò nei secoli, tra i discendenti dei due fratelli.

Vi erano ancora motivi di attrito ai tempi in cui i sovrani Cermna Finn e Sobairche governarono congiuntamente su Ériu (1526-1487 a.C.), in quanto essi replicarono ancora una volta tra loro l'antica spartizione tra Éremón ed Éber. Il paese fu diviso ancora una volta da est a ovest, lungo una linea che da Inber Colptha arrivava a Luimnech nel Múmu. Sobairche si prese la metà settentrionale, dove costruì una fortezza chiamata Dún Sobairce. Cermna Finn si prese la metà meridionale e, presso la costa sud di Ériu, costruì la fortezza chiamata Dún Cermna. Alla loro morte, tuttavia, l'intera isola tornò in mano a un solo re.

Molti anni dopo, l'antica spartizione milesia in due parti fu di nuovo attuata. Quando questo accadde, Conn Cétchathach (123-157) regnava nella metà settentrionale, mentre a meridione regnava Éogan Mug Núadat, l'antenato degli Eoganachta, i futuri signori del Múmu. Quest'ultimo aveva conquistato per sé il regno meridionale mettendo da parte dei viveri per una carestia incombente. Come dice il poeta:

Éogan superò Conn
non per numero di battaglie o scontri
ma per l'abbondanza di cibo che l'avventuroso Éogan
distribuì secondo le leggi della pace.

Fu da essi che le due parti presero nome Leth Cuinn e Leth Moga, la «metà di Conn» e la «metà di Moga». Ma poiché conn significa «capo» e mug significa «servo», le due metà di Ériu, Leth Cuinn e Leth Moga, furono anche intese come la «metà del capo» e la «metà del servo».

8 - UNA GERARCHIA DI PROVINCE

a ripartizione di Ériu nelle sue cinque province o «quinti» non era dunque soltanto la proiezione geometrica sul territorio irlandese delle direzioni spaziali, con la provincia centrale come luogo d'incontro dei punti cardinali. La distinzione tra Ulaid a nord e Múmu a sud, tra Laigin ad est e Connacht ad ovest, e con, in mezzo a queste quattro province, il Míde, era anche una distinzione di qualità, ché ognuna delle province aveva il suo carattere e i suoi attributi, eccelleva in qualcosa e in qualche altra cosa scarseggiava.

L'asse nord-sud non era soltanto quello che portava dalla «metà del capo» [Leth Cuinn] alla «metà del servo» [Leth Moga], ma anche il confronto tra poesia e musica, tra sapienza e arte, tra guerra e prosperità.

Ma la partizione delle qualità tra le cinque province era ancora più precisa, come aveva asserito Fintan mac Bóchra quando aveva detto: - La conoscenza ad ovest, la guerra al nord, la prosperità ad est, la musica al sud e la sovranità regale al centro. - Trefuilngit Tre-eochair aveva asserito e aveva dato una più precisa visione della natura delle cinque province.

Laigin. Ad est. È la sede della prosperità [bláth]. Le sue qualità principali sono: la ricchezza, l'abbondanza, l'eleganza, l'ospitalità, il portamento, lo splendore, la nobiltà, la dignità, l'arte e il lavoro.

Múmu. A sud. È la sede della musica [séis]. Le sue qualità principali sono: l'armonia, la musica, il sentimento, il gioco degli scacchi, il rito, la sottigliezza, l'onore e la legge.

Connacht. Ad ovest. È la sede della sapienza [fis]. Le sue qualità principali sono: la conoscenza, l'insegnamento, il giudizio, la scienza, la storia, l'eloquenza, la bellezza e la modestia.

Ulaid. A nord. È la sede della guerra [cáth]. Le sue qualità principali sono: la lotta, il combattimento, il conflitto, la battaglia, l'assalto, il coraggio, l'arroganza, l'orgoglio, la durezza.

Míde. Al centro. È la sede dei Re Supremi di Ériu. Le sue qualità principali sono: la sovranità regale, la stabilità, l'istituzione, l'onore, la guerra, la poesia, l'opulenza, la prosperità, l'idromele, la fama e la notorietà.

Fonti

I - GEOMETRIA DEI «QUINTI»

La parola irlandese per «provincia» è cóiced, che significa «un quinto», e l'espressione «i cinque quinti d'Irlanda» è familiare a tutti coloro che parlano gaelico. La parola è indicativa del modo in cui le province siano intese dalla popolazione irlandese: non come interi, ma come frazioni la cui somma produce l'unità. La parola cóiced, usata per ciascuna delle cinque province, è connaturata all'idea dell'unità trascendente che sorge dall'unione e dalla fusione delle parti.

La tradizione è antichissima, risalendo probabilmente alla preistoria irlandese. Tradizionalmente il paese è diviso in quattro province dirette nelle direzioni cardinali, a cui si unisce una provincia centrale. Esse sono:

  • EST - Laigin [Leinster]

  • NORD - Ulaid [Ulster]

  • OVEST - Connacht [Connaught]

  • SUD - Múmu [Munster]

  • CENTRO - Míde [Meath]

Ma non è l'antichità di questa quintupla divisione da mettere in discussione, quanto piuttosto il fatto che la tradizione non è molto chiara sull'identità del quinto «quinto».

Il Libro delle invasioni d'Irlanda attribuisce la divisione originale in cinque province ai Fir Bólg. Questi mitici invasori erano guidati da cinque fratelli i quali, dopo aver preso possesso di Ériu, si spartirono l'isola dividendola in cinque «spicchi». Perciò, in buona parte della letteratura antica, Ériu risulta divisa in Connacht, Ulaid, Laigin e nei due Múmu (Múmu orientale e Múmu occidentale). Le cinque province si incontravano sulla collina di Uisnech Míde, ritenuta il punto centrale di Ériu.

La divisione alternativa, quella tradizionale, presume invece che la quinta provincia sia il Míde, il «quinto» centrale di Ériu. Questa è anche la convinzione più diffusa tra quanti non conoscono la letteratura storica irlandese, ma non bisogna per questo pensare che la ripartizione tradizionale sia un'invenzione recente. Che sia stato re Túathal Techtmar a creare la provincia centrale, togliendo una parte a ciascuna delle altre province, dopo aver riconquistato il regno strappato a suo padre Fíacha Finnfolaid dalle tribù ribelli delle quattro province, risulta da un poema attribuito a Máel Mura di Othain († 887). Nei Fondamenti della conoscenza d'Irlanda, Keating afferma che, prima della conquista di Túathal, il Míde era soltanto un regno minore [túath] intorno a Uisnech.

Tuttavia, la ripartizione tradizionale, con il Míde al centro e le altre quattro province in direzione dei punti cardinali, è troppo simmetrica per poter essere soltanto il risultato di un banale aggiustamento territoriale. E contemporaneamente la divisione di Ériu in cinque «quinti» è così connaturata nella geografia mitica d'Irlanda, che non è affatto chiaro come la provincia centrale, senza la quale nessuna provincia si sarebbe potuta chiamare «un quinto», potesse essere essere il risultato di una conquista militare del I secolo d.C.. È difficile che la realtà storica si adegui alle forme ideali del pensiero, è più facile piuttosto che la tradizione storica venga interpretata secondo le necessità e le concezioni mitiche del tempo e dello spazio.

È interessante a questo riguardo il racconto che Fintan mac Bóchra fa a re Diarmaid mac Cerbaill ed ai suoi uomini, compreso in un testo medio-irlandese intitolato La fondazione del regno di Temáir. La partizione enunciata da Fintan, secondo cui andrebbero «la conoscenza ad ovest, la guerra al nord, la prosperità ad est, la musica al sud e la sovranità regale al centro», a cui fa eco la dettagliata divisione di Trefuilngit Tre-eochair riguardo alle qualità insite in ciascuna delle cinque province, non sarebbe tanto da vedere come una divisione territoriale d'Irlanda, quanto piuttosto come una definizione di sfere spirituali. Il nord è associato alla guerra, l'ovest alla conoscenza, il sud alla musica, l'est alla ricchezza, il centro alla regalità: si tratta di elementi funzionali che separatamente forniscono determinate categorie necessarie al funzionamento dell'antica società irlandese, ma che non sono completi di per sé stessi e che di conseguenza rimandano, nel momento stesso della loro enunciazione, all'unità che scaturisce dalla loro unione. L'Irlanda sorge nella sua completezza, geografica e metafisica, umana e sociale, dall'intreccio di tali categorie, così come l'universo nasce dall'incrocio e dall'interazione delle dimensioni spaziali. Le province geografiche sono le manifestazioni terrene dei poli spirituali. Nel mito dei cinque alberi piantati da Fintan - il Frassino di Tortu, il Tronco di Ross (forse un tasso), la Quercia di Mugna, il Ramo di Dathi (forse un frassino) e il Frassino della Popolosa Uisnech - c'è sicuramente da vedere l'idea implicita dei quattro quarti intorno a un centro, ma probabilmente gli alberi stessi (ed è un peccato che il testo non sia più preciso riguardo alla loro locazione) indicavano, secondo una simbologia che purtroppo ci sfugge, le qualità insite di ciascuna provincia.

Il punto centrale del mito è forse l'episodio in cui Fintan mac Bóchra pianta la Pietra delle Divisioni a Uisnech Míde, in modo da definire per sempre i confini e le distinzioni di ciascuna provincia. Fintan traccia dei rilievi [forrach] sulla Pietra delle Divisioni, in modo da assegnare a ogni provincia la porzione che le compete. Secondo il testo, Fintan decreta «che è giusto derivare le cinque province di Ériu da Temáir e da Uisnech, e che è anche giusto farle derivare da ciascuna provincia di Ériu» (La fondazione del regno di Temáir). Ora Temáir era la sede del re supremo di Ériu, laddove Uisnech ne era il centro geografico, il luogo dove il druido Míde mac Braith aveva acceso il primo fuoco d'Irlanda. Temáir e Uisnech, che secondo le parole di Fintan erano per Ériu «come i due reni per un animale», rappresentavano, fatte le dovute cautele, il polo temporale e spirituale dell'isola: mentre la regalità suprema risiedeva a Temáir, molte indicazioni fanno supporre che il centro del potere druidico fosse Uisnech Míde.

Secondo Alwyn e Brinley Rees, la fondazione, da parte di Fintan, della Pietra delle Divisioni a Uisnech Míde, conserverebbe una voluta ambiguità, in quanto Fintan ribadirebbe allo stesso tempo sia la divisione dei Fir Bólg, sia la divisione tradizionale. Dunque le due ripartizioni non si escluderebbero a vicenda ma sussisterebbero l'una insieme all'altra, come due visioni alternative, entrambe valide, ma non sovrapponibili. Vi è forse, nei due autori, l'idea che la doppia divisione di Ériu non sia il risultato di due diverse interpretazioni della divisione del paese in «quinti», bensì il risultato di un'autentica concezione primitiva del mondo e della storia. Essi mettono anche in correlazione le province con i popoli invasori di Ériu, giocando su un rapporto tra l'ambiguità contenuta nell'enumerazione delle province e quella presente nell'enumerazione dei popoli invasori (Rees & Rees 1961).

A nostro parere, l'equivalenza, anche se in parte ammissibile sul piano funzionale, rimane alquanto pretestuosa. Anche se si potrebbe pensare che i rilievi [forrach] tracciati da Fintan a Uisnech Míde indicassero, estendendosi radialmente, le linee della divisione dei Fir Bólg, in realtà nulla nel testo fa pensare che ci si riferisca a una ripartizione differente da quella tradizionale. Il racconto de La fondazione del regno di Temáir prende l'avvio da un dissidio tra il Re Supremo Diarmaid mac Cerbaill e i re provinciali, dunque un confronto tra i diritti del Centro e dei Punti Cardinali; le parole pronunciate da Fintan riguardano le caratteristiche delle quattro direzioni e del centro, parole che Trefuilngit approva; perfino i cinque alberi piantati da Fintan (di cui almeno Frassino della Popolosa Uisnech è evidente si trovasse in posizione centrale) indicano che il mito narrato ne La fondazione del regno di Temáir si riferisca alla ripartizione tradizionale di Ériu e non a quella dei Fir Bólg.

È fuor dubbio che gli antichi Celti avessero concezioni molto ben meditate sul mondo e sulla storia, ma questo non autorizza a ricondurre forzatamente a una concezione unitaria quanto è scritto nei testi medievali, senza tener conto di come essi vennero trasmessi, elaborati e messi per iscritto dai loro autori. Il nostro amore per le simmetrie ci porta a considerare la divisione tradizionale come l'unica attinente alla natura e alle necessità del mito, come spero dimostreremo.

 

II - RIPARTIZIONE DELLE FUNZIONI

Quando Fintan mac Bóchra ci spiega come siano ripartite tutte le cose, e cioè «la conoscenza ad ovest, la guerra al nord, la prosperità ad est, la musica al sud e la sovranità regale al centro» (La fondazione del regno di Temáir) , non fa, lo abbiamo detto, una divisione territoriale dell'Irlanda, quanto piuttosto una ripartizione di sfere spirituali. La divisione di Fintan è perfettamente coerente con la quella operata tra i due capi milesi Éremón ed Éber (Libro delle invasioni d'Irlanda), in cui la parte settentrionale di Ériu diventa la «metà del capo» [Leth Cuinn] e la meridionale la «metà del servo» [Leth Moga].

Sappiamo che i poeti, custodi delle storie tradizionali, andarono con Éremón a nord e i musicisti andarono con Éber a sud: ed ecco infatti che Fintan pone la conoscenza nel Connacht e la musica nel Múmu. Sappiamo che Conn Cétchathach conquistò il nord combattendo e che Éogan Mug Núadat conquistò il sud fornendo cibo in un momento di bisogno: ed ecco che la guerra è legata all'Ulaid e la prosperità al Laigin.

Nella distribuzione delle qualità tra le varie province è evidente che vi è una sorta di ripartizione funzionale, vicina alle concezioni di Georges Dumézil. Come è evidente dalle parole di Trefuilngit Tre-eochair riguardo alle qualità insite nelle cinque province (La fondazione del regno di Temáir), ogni territorio si distingue dagli altri in una delle tre categorie duméziliane, le quali erano:

I - la funzione magico-sacrale, propria dei sacerdoti e dei sapienti;
II - la funzione guerriera, da cui derivava anche il principio della regalità;
III - la funzione economica, degli agricoltori e dei proprietari terrieri.

Il Connacht eccelle nella prima funzione. Tra le qualità enumerate nel testo vi sono quelle che riguardano la sapienza, la conoscenze tradizionali, la poesia e l'eloquenza. Tutte qualità inerenti alla sfera druidica. È anche il luogo dove i Túatha Dé Dánann sbarcarono e vinsero le loro battaglie e, come sappiamo, costoro erano soprattutto sapienti druidi.

L'Ulaid eccelle nella seconda funzione. Tra le sue qualità, quasi tutte riguardano il coraggio, la forza e le arti della guerra. Non a caso il ciclo mitico dell'Ulaid s'incentra sulle imprese guerresche degli eroi ulati, tra cui il grande Cú Chulainn.

Il Laigin eccelle nella terza funzione. Tra le sue qualità vi sono l'abbondanza, la ricchezza, l'ospitalità. I due più importanti ostelli del mito irlandese, quello di Mac Dathó e quello di Dá Derga, sorgevano proprio in questa regione.

Il Múmu appartiene alla categoria sub-funzionale. Tra le sue qualità vi è soprattutto la musica e nell'antica Irlanda soltanto gli arpisti potevano aspirare al rango di uomini liberi, mentre tutti gli altri musicisti rimanevano di rango servile. L'antenato eponimo degli Éoganachta, signori del Múmu, era Éogan Mug Núadat «Éogan servo di Núada», che fin dal nome mostra la sua natura essenzialmente servile. Il Múmu aveva inoltre un'ulteriore caratteristica: era legato al regno dei morti. L'isola di Donn si trovava non lontano dalle sue coste e varie tradizioni riferiscono delle anime che attraversano il Múmu per dirigersi all'altro mondo. D'altronde il Múmu era la terra delle contraddizioni, dei paradossi, del mistero.

Il Míde, essendo la provincia centrale, è quella in cui tutte le qualità delle quattro province si intrecciano trovando la loro armonia. Le qualità enumerate per il Míde riguardano tutt'e tre le funzioni duméziliane: sapienza, guerra e ricchezza. Ai re veniva chiesto di eccellere in tutte e tre le funzioni, come è evidente in molti miti che trattano dell'insediamento di un re Temáir. Al contrario, ci informano i testi, un re non doveva conoscere «gelosia, paura e avarizia», in altre parole non doveva essere carente sotto il profilo funzionale. Abbiamo così una ripartizione siffatta:

DIVISIONI

FUNZIONI

CLASSI

PROVINCE

Uomini liberi

I+II+III

Re

Míde

I

Druidi

Connacht

II

Guerrieri

Ulaid

III

Mandriani

Laigin

Servitori

 

Servi

Múmu

Naturalmente ogni provincia, anche se aveva una preminenza in una delle funzioni duméziliane, era in realtà un mondo perfettamente compiuto e completo. La correlazione delle province con le funzioni e le classi sociali era intesa in maniera ideale, ma ovviamente nell'integrazione dei cinque «quinti» nell'unità, ogni provincia diveniva a sua volta un'unità, una replica completa dell'intera serie. Questo fatto viene palesato sotto il regno di Ugaine Mór, il quale divise Ériu in venticinque parti, per spartirla tra i suoi cinque figli. Ognuno dei cinque «quinti» si configurava dunque come un'unità a sua volta costituita di cinque «quinti». Ogni provincia era completa in sé stessa, ma era a sua volta parte di un'unità che si completava con l'integrazione delle parti. C'erano dunque i gruppi dentro i gruppi; c'erano re, druidi, guerrieri, mandriani e servi in ciascuna delle cinque province.

 

III - QUATTRO DIREZIONI PIÙ UN CENTRO

La divisione dell'isola nelle cinque tradizionali province riecheggia una partizione (i quattro punti cardinali più il centro) che troviamo attestata anche tra altri popoli.

La tradizione gallese riferisce di una sistemazione analoga, benché la relazione sia meno precisa del racconto irlandese. In Galles, la regione di Gwynedd (nord-ovest) è la sede tradizionale delle nascite nobili, dei grandi progetti, delle parole di vanto; Powys (nord-est) è la provincia delle virtù marziali; Glarmorgan (sud-est) è il luogo della ricchezza, della generosità e della cortesia; Dyfed (sud-ovest) è considerata il luogo del mistero e del paradosso. Questa suddivisione la ritroviamo nel simbolismo del Mabinogion. Per quanto riguarda i Celti continentali, purtroppo, poco o nulla è stato tramandato sulle loro concezioni riguardo ai punti cardinali. Però pare che possa essere individuato, se non altro, un elemento essenziale di tale modulo, ovvero il culto del centro. Cesare c'informa che tutti i druidi usavano raccogliersi in una località sacra nel territorio dei Carnuti, ritenuta il centro dell'intera Gallia.

Evidentemente questo schema delle quattro direzioni più il centro, deriva da qualche antica dottrina cosmografica che trovava strette analogie in altre grandi tradizioni. In India, la ripartizione delle funzioni divine poneva infatti il mago Varuṇa ad ovest, il guerriero Indra a nord, il ricco Kubera ad est, ed il signore dei morti Yama a sud, con stretta analogia con la tradizione irlandese. Ma gli Indiani condividono con i Celti il medesimo retaggio indoeuropeo: non è dunque un caso individuare correlazioni funzionali tante precise. Che poi siano state trovate attinenze, più o meno pertinenti, con le concezioni cinesi o degli Indiani d'America, alla fine finisce solo per dimostrare che il pensiero cosmologico riguardo la ripartizione spaziale dei poteri divini finiva con lo svolgersi un po' dovunque in forme analoghe.

In realtà la divisione dell'Irlanda nelle cinque province, di cui quattro rivolte nelle direzioni cardinali e la quinta al centro, finisce piuttosto per rassomigliare alle antiche suddivisioni del mondo in «climi». Come abbiamo già avuto modo di dire, la mitologia irlandese nasconde spesso, dietro una prospettiva locale e un'apparenza storica, antichi miti cosmologici e cosmogonici. Si è attuato una sorta di «trasferimento di proporzioni» per cui l'Irlanda viene trattata come fosse un'ipostasi dell'intero cosmo, i cui miti di creazione sono diventati, nel corso della trasmissione effettuata in epoca cristiana, l'attuale ciclo delle invasioni. Una volta assunta questa forma mentis, è facile riconoscere nella struttura quinaria delle province, di cui quattro rivolte nelle direzioni cardinali e la quinta situata al centro, le antiche cosmologie in cui il mondo veniva suddiviso in «climi». I quali non erano tanto dei continenti lontani, ma veri e propri paesi-mondi posti nelle direzioni cardinali. Lo spazio aveva un autentico significato metafisico.

Troviamo questa concezione in India e in Irān. Tra i Germani, si immaginava un mondo centrale, abitato dagli uomini, il Miðgarðr «recinto di mezzo», che aveva a nord un mondo di gelo, a sud uno di fuoco, ad est uno popolato dai giganti, ad ovest uno abitato da una stirpe divina, e via dicendo, per un totale di nove mondi. La concezione germanica presenta qualche analogia con quella irlandese, la più importante della quale è la presenza del luogo centrale. Il Miðgarðr germanico ha una precisa attinenza con il Míde irlandese, soprattutto filologica, in quando entrambe le parole derivano dalla medesima radice indoeuropea per «centro». Naturalmente questa non è garanzia di autenticità: è evidente che l'esperienza umana si pone sempre al centro dell'universo, e questo avviene in tutte le concezioni geografiche tradizionali; i Cinesi, per esempio, definiscono ancora oggi il loro paese Zhong Guo «Regno di mezzo». Ma nell'ottica di una cosmologia mitica questo «trovarsi al centro» ha un significato più profondo, come ben sapeva J.R.R. Tolkien quando diede un nome alla sua «Terra di mezzo» (Il Signore degli Anelli).

La Pietra delle Divisioni, che Fintan mac Bóchra eresse in Uisnech Míde, al centro preciso di Ériu, affinché venissero stabiliti i limiti territoriali e le prerogative delle varie province (La fondazione del regno di Temáir), ricorda l'ómphalos di Delfi. Non è solo una pietra confinaria, ma il punto centrale del mondo, da cui il mondo stesso trae tutte le sue misure, le sue categorie, le sue necessità. È il punto dove dirimere la disputa tra il Centro e i Punti Cardinali, assegnando a ciascuno quel che gli compete e ristabilendo l'ordine cosmico, e corrisponde in un certo senso al frassino Yggdrasill, «l'albero delle misure» della mitologia nordica. E come il frassino sorgeva dal centro del Miðgarðr, così la Pietra delle Divisioni sorgeva al centro del Míde. Quest'idea del punto centrale del mondo, da dove sia possibile prendere le misure del cielo e della terra, per stabilire il corretto ordine ed equilibrio tra regioni cosmiche e climi (in questo caso province), è connaturato con le concezioni riguardanti i cicli cosmici e ne troviamo esempi in Mesopotamia quanto in Cina. Come De Santillana e la Von Dechend hanno mostrato nel loro splendido studio, ad ogni distruzione del cosmo seguiva una rinascita in cui era necessario ristabilire per il mondo le nuove e corrette misure del cielo e della terra (DeSantillana & VonDechend 1961).

Senza addentrarci in questo campo affascinante, le misure del mondo erano basate sulle interazioni tra spazio e tempo astronomici: bisognava creare un nuovo quadro dei punti cardinali, i quali indicavano a loro volta gli equinozi e i solstizi, decidere il nuovo fluire delle costellazioni e quindi degli influssi che esse avevano sulla terra. In genere questo compito era attribuito a colui che, scampato al precedente ciclo cosmico, inaugurava il successivo. Per quanto il racconto irlandese di Fintan mac Bóchra che «prende le misure» delle province per conto di re Diarmaid mac Cerbaill si svolga in un periodo storico ben definito (VI secolo), non bisogna dimenticare che proprio Fintan era stato colui che la tradizione irlandese diceva essere scampato al Diluvio [VEDI], l'ultimo uomo del mondo precedente e il primo uomo di questo. Ma tratteremo meglio questo dettaglio quando parleremo espressamente di Fintan [VEDI].

Segnare i confini delle province significava dunque ristabilire una sorta di ordine universale. La disposizione delle varie province, con le loro qualità e categorie, diventa un intrecci di flussi cosmici. Abbiamo visto che in India i guardiani dei punti cardinali erano posti secondo lo stesso ordine e le stesse categorie funzionali delle province irlandesi. Se noi pensiamo che l'asse cosmico sale a nord verso la stella polare, allora il suo prolungamento in direzione opposta si continua sottoterra, verso le stelle invisibili dell'emisfero australe. Questa è la ragione per cui Indra, il re degli dèi, viene localizzato a nord, e Yama, il re dei morti, a sud. Si tratta di un nord e di un sud celesti, di natura astronomica. Ma Indra è un dio guerriero (la regalità deriva dalla seconda funzione), ragione per cui il nord è la direzione dei guerrieri e l'Ulaid la provincia che eccelle nell'arte della guerra. Ed è anche la ragione per cui il sud è la direzione dei morti: ecco spiegato perché i cortei dei morti procedono attraverso il Múmu. L'isola di Donn, dove i morti si riuniscono in assemblea e che la geografia localizza non lungi dalle coste del Múmu, è una tappa lungo l'asse cosmico che conduce ai regni inferi. Analogamente, la prosperità procede dal sole che sorge, la sapienza dal sole al tramonto.

In conclusione, l'Irlanda dei «cinque quinti» è l'universo, con i suoi climi e le sue categorie. È la metafora geografica di una realtà cosmica. «Tutto l'universo è quintuplice. Al quintuplice si arriva attraverso il quintuplice» afferma il Taittirīya Upaniṣad [I: 7], indicandoci il parallelismo, sempre esistente e sempre presente, tra macrocosmo e microcosmo.

 

IV - SENSI DI ROTAZIONE

Nell'antica Irlanda procedere in senso antiorario era considerato infausto e i re erano legati a tabù che impediva loro di fare il giro annuale della loro terra senza seguire il senso orario. Molti esempi nella mitologia possono attestarlo. Re Conaire Mór dovette morire nella taverna di Dá Derga perché aveva girato in senso antiorario intorno a Temáir. Bóann girò in senso antiorario intorno alla magica fonte di Segaís, e l'acqua della sorgente uscì dal suo alveo e la uccise. Nel Ciclo dell'Ulaid, l'auriga della regina Medb fece compiere al suo carro un giro in senso orario per allontanare i cattivi presagi. All'inizio del V secolo, san Patrizio fece tre volte il giro in senso orario intorno al luogo dove dovrà sorgere la cattedrale di Árd-macha [Armagh]; e san Senan, in compagnia di angeli, fece un giro in senso orario attorno all'isola di Inís Cathaig, che liberò da draghi mostruosi.

Questo concetto della direzione sacra si è conservato tuttora nei moderni pellegrinaggi cattolici in Irlanda. Molti luoghi sacri alla memoria di un santo celtico hanno determinate stazioni o cumuli di pietre intorno ai quali i pellegrini circolano sempre in senso orario, recitando preghiere.

Sezione Miti - Holger Danske.
Area Celtica -
Óengus Óc.

Creazione pagina: 01.12.2003
Ultima modifica:
30.04.2006

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