LE ORIGINI D'EUROPA
Genealogia dei popoli di Ériu

MITOLOGIA CELTICA - Sommario

Nulla è rimasto delle antiche teogonie ed antropogonie dei Celti d'Irlanda. Se non i nomi di alcuni mitici capostipiti che, nella rilettura biblica delle antiche genealogie tradizionali, finirono per venire innestati sulla discendenza di Iafeth figlio di Noè.

MITI
NARRATIVA

 

  1. La divisione del mondo
  2. Discendenza di Noè
  3. I figli di Iafeth
  4. Discendenza di Magog: gli invasori di Ériu
  5. Discendenza di Gomer: i Gaeli
  6. Alanus: il primo europeo
  7. Altre tradizioni genealogiche
    Fonti

SAGGISAGGISTICA

 

  1. Le genealogie celto-bibliche
  2. Un punto di partenza: il «Catalogo delle Nazioni»
  3. La nascita delle nazioni nell'interpretazione medievale
  4. L'incontro tra le due tradizioni
  5. Gli assestamenti successivi
  6. Tutti figli di Magog: una genealogia alternativa
  7. Ulteriori contraddizioni
  8. Un tentativo di ricostruzione
  9. Alanus e i suoi figli: i primi europei
    Bibliografia

1 - LA DIVISIONE DEL MONDO

el diluvio universale annegò l'intero seme di Adamo, eccetto coloro che erano sull'arca. Noè e sua moglie Coba; i tre suoi tre figli, Sem, Cam e Iafeth, e le loro tre mogli, Olla, Oliva e Olivana. Per questa ragione Noè è detto essere il secondo Adamo: perché da lui discendono tutti gli uomini della Terra.

Noè divise il mondo in tre parti: a Sem assegnò l'Asia, a Cam l'Africa ed Iafeth l'Europa, e ognuno si trasferì nella parte che gli era stata assegnata. Ben presto la loro discendenza riempì ciascuna delle tre divisioni della terra.

La discendenza di Sem occupò tutta l'Asia, dal fiume Eufrate fino alle regioni orientali della terra. Quella di Cam si diffuse in tutta l'Africa e nella fascia meridionale dell'Asia. Quella di Iafeth occupò tutta l'Europa, dal fiume Don fino all'oceano, compresa l'isola di Britannia nel nord e la Spagna nel sud, e inoltre le isole del Mediterraneo; e ancora occupò tutta la fascia settentrionale dell'Asia, la Scizia, l'Asia Minore e l'Armenia, fino ai lontani contrafforti del Tauro. Come dice il poeta:

Sem s'insediò nella piacevole Asia,
Cam con i suoi figli in Africa;
il nobile Iafeth e la sua discendenza,
furono loro a insediarsi in Europa.

«Sem s'insediò nella piacevole Asia» [ANTOLOGIA]

Ciascuno dei tre figli di Noè morì nella porzione della porzione della terra che gli era stata assegnata. Sem morì sulla vetta del monte Radrap, a causa del calore del sole; Iafeth morì sulla vetta del monte dell'Armenia, Cam morì sulla cima del monte Rafan.

 

2 - DISCENDENZA DI NOÈ

am figlio di Noè ebbe quattro figli: Chus, Mesraim, Phut e Chanaan. Da loro e dai loro discendenti sarebbero discese trenta nazioni.

Sem figlio di Noè ebbe cinque figli: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram. Da loro e dai loro discendenti sarebbero discese ventisette nazioni (alcuni dicono trenta, ma non è corretto). Il popolo ebraico appartiene alla stirpe di Sem.

Iafeth ebbe sette figli: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Thubal, Mosoch e Thiras. Da loro e dai loro discendenti sarebbero discesequindici nazioni.

In tutto fanno settantadue nazioni, le quali si sarebbero divise ai piedi della Torre di Nemrod, allorché Dio diede a ciascuna la propria lingua. Come dice il poeta:

Trenta razze, detto chiaro e puro,
nacquero da Cam figlio di Noè:
ventisette discesero da Sem,
quindici da Iafeth.
«Padre di tutti, Signore del cielo» [41] [ANTOLOGIA]

 

3 - I FIGLI DI IAFETH

li antiquari forniscono diversi computi del numero dei figli di Iafeth e citano differenti liste dei loro nomi. Gli eruditi irlandesi affermano che Iafeth avesse quindici figli e che Gomer, Magog, Danaus, Græcus e Hispanus fossero cinque di essi. Probabilmente essi equivocano sul fatto che quindici furono i popoli discesi da Iafeth, i quali non corrispondono necessariamente al numero dei figli. In tali questioni conviene tuttavia rifarsi all'alto magistero della Bibbia, secondo i quali i figli di Iafeth erano sette, e precisamente Gomer, Madai, Iavan, Thubal, Mosoch, Thiras e Magog. Gomer ebbe tre figli: Aschenez, Rifath e Thogorma. E Iavan ne ebbe quattro: Elisa, Tharsis, Cetthim e Dodanim. Questo è quanto affermano le Scritture.

Da Gomer discendono i Galati, i quali non sono altro che i Galli di Grecia, donde sono anche detti «Gallogreci». Da Aschenez figlio di Gomer discendono i Sarmati, da Rifath i Paflagoni, da Thogorma i Frigi e - sembra - i Troiani.

Da Madai discendono i Medi, otto re dei quali assunsero la regalità del mondo.

Da Iavan, che le antiche cronache irlandesi chiamano Grécus, discendono gli Ioni e gli Eoli, i quali ebbero la Grecia, la Piccola Grecia e la Magna Grecia. Pure il mar Ionio prese nome da lui. A Iavan viene fatta risalire la schiatta di Alessandro figlio di Filippo, re dei Macedoni. Da suo figlio Elisa discendono gli Etoli, antenati dei Siculi. Da Tharsis discendono gli abitanti della Cilicia ed ha preso nome la città di Tarso. Da Cetthim discende la popolazione cipriota di Citii ed ha preso nome la loro capitale, Citium. Da Dodanim, discendono gli abitanti delle isole: di Rodi, Scarpanto, Citera e di tutte le isole del mar Egeo, di Creta, della Sicilia e delle isole del mar Mediterraneo. Le cronache irlandesi nominano un altro figlio di Grécus, Thessalus, il quale fondò la città di Tessalonica e diede nome alla Tessaglia.

Da Thubal, che le antiche cronache irlandesi chiamano Espáinus, discendono gli Iberi, i Celtiberi e gli Italici. Da Eperrus, del seme di Thubal, discendono gli Epiroti, A questa stirpe apparteneva Ianus, il primo sovrano del Lazio, colui che diede nome al mese di gennaio.

Da Mosoch discendono gli abitanti della Cappadocia. Da Thiras i Traci.

Da Magog discendono gli Sciti, altri dicono i Goti.

Le fonti irlandesi citano a volte - erroneamente - un ottavo figlio di Iafeth, Maisechda, intorno al quale però non forniscono informazioni.

 

4 - DISCENDENZA DI MAGOG: GLI INVASORI DI ÉRIU

li eruditi indicano in Aithecht figlio di Magog figlio di Iafeth l'antenato dei vari popoli che invasero l'isola di Ériu dopo il Diluvio: i Partoloniani, i Nemediani, i Fir Bolg ed i Túatha Dé Danann.

Infatti, Partholón era figlio di Sera figlio di Srú figlio di Esrú figlio di Braiment figlio di Aithecht figlio di Magog. Nemed era figlio di Agnoman figlio di Pámp figlio di Tat figlio di Sera figlio di Srú, etc.. E da Nemed discendevano le tre tribù dei Fir Bolg (i Galeóin, i Fir Bolg ed i Fir Domnann) ed i Túatha Dé Danann.

 

5 - DISCENDENZA DI GOMER: I GAELI

iguardo alla discendenza del popolo dei Gaeli o Scoti, i quali per ultimi invasero Ériu strappandola ai Túatha Dé Danann, non vi è uniformità di vedute. Alcuni affermano discendano da Gomer figlio di Iafeth, anche se l'esatta genealogia è oggetto di controversie. Nonostante le Scritture affermino che Gomer avesse tre figli, Aschenez, Rifath e Thogorma, le fonti irlandesi riferiscono di due suoi figli chiamati Emoth ed Ibáth. Questo Ibáth viene identificato con Rifath, il quale è anche chiamato Rifath Scot in quanto fu lui l'antenato degli Scoti o Gaeli (altri dicono che Rifath Scot fosse un quarto figlio di Gomer, distinto da Rifath, ma questo non sembra probabile).

 

6 - ALANUS: IL PRIMO EUROPEO

iciassette anni prima della divisione delle lingue, venne in Europa il primo uomo della stirpe di Iafeth. Egli era Alanus figlio di Dothe figlio di Bodb figlio di Ibáth figlio di Gomer figlio di Iafeth figlio di Noè.

Alanus ebbe tre figli: Airmen, Negúa e Isacón.

Gothus fu l'antenato dei Goti, Gebidus dei Gepidi, Valagothus dei Viligoti o Goti d'Italia, Burgundus dei Burgundi e Longobardus dei Longobardi. Saxus fu l'antenato dei Sassoni, Boguarus dei Bavaresi, Vandalus dei Vandali. Romanus fu l'antenato dei Romani, Francus dei Franchi, Britus dei Britanni e Albanus delle genti di Alba [la Scozia]. In seguito Albanus guidò i suoi fratelli attraverso la Manica e giunse in Italia: da lui discesero gli Albani del Lazio.

 

7 - ALTRE TRADIZIONI GENEALOGICHE

ome abbiamo visto, tutti i popoli che invasero Ériu dopo il Diluvio appartenevano alla discendenza di Iafeth.

I più autorevoli tra gli eruditi irlandesi affermano che i Partoloniani, i Nemediani, i Fir Bolg ed i Túatha Dé Danann discendessero da Aithecht figlio di Magog figlio di Iafeth e che i Gaeli discendessero da Gáedel Glas figlio di Nél figlio di Féinius Farsaid figlio di Báth figlio di Ibáth (Rifath Scot) figlio di Gomer figlio di Iafeth. 

Gli antiquari riportano però altre tradizioni. Alcuni sostengono che anche i Gaeli discendessero da Magog e riportano diverse genealogie in cui la stirpe di Báth e quella di Aithecht appaiono strettamente intrecciate. Taluni affermano, ad esempio, che Aithecht fosse figlio di Báth figlio di Magog. Altri che Partholón e Nemed discendessero da Gáedel Glas figlio di Nél figlio di Féinius Farsaid figlio di Báth figlio di Magog.

Alcuni antiquari registrano una tradizione secondo la quale Magog aveva cinque figli: Báth, Ibáth, Barachán, Emoth, Aithecht. Secondo costoro, Báth fu il padre di Féinius Farsaid, antenato degli Sciti; Ibáth fu il padre di Alanus, antenato dei popoli d'Europa; Barachán fu il padre di Tai, che fu padre di Bai, che fu il padre di Etheór, che fu padre di Gáedel, il quale però è incerto se vada identificato con Gáedel Glas antenato dei Gaeli; Emoth fu il progenitore del popolo del nord del mondo; ed Aithecht fu l'antenato dei popoli che giunsero in Ériu prima dei Gaeli.

 

Fonti

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I - LE GENEALOGIE CELTO-BIBLICHE

Un'analisi puntuale delle genealogie «celto-bibliche» del Libro delle invasioni d'Irlanda, è resa difficoltosa dal fatto che nelle varie redazioni del testo compaiono diverse discendenze tra loro contraddittorie. In particolare, la terza redazione riporta molte linee genealogiche tra loro incompatibili, riferite di seguito l'una all'altra, una chiara conseguenza del fatto che il testo si formò dalla convergenza di differenti documenti e tradizioni. I tardi redattori - quasi come i moderni antropologi - preferirono riportare tutte le versioni piuttosto che operare una scelta tra di esse. Li mosse un evidente amore per la tradizione, che erano restii a censurare anche quando i dati non erano coerenti tra loro, oltre naturalmente alla coscienza del fatto che era impossibile scegliere una versione «corretta» tra le molte presentate dai documenti antichi.

È ragionevole presumere che le tradizioni celtiche precristiane facessero risalire le varie tribù irlandesi a un certo numero di mitici capostipiti. Con l'introduzione in Irlanda della cultura classico-cristiana, si sentì il bisogno - in un periodo imprecisato tra il 500 e il 900 - di accordare questa tradizione con quella biblica. La ragione della scelta fu forse quella di conservare la sapienza irlandese rendendola coerente con l'alto magistero delle Scritture. Il tentativo di innestare le genealogie tradizionali irlandesi su quelle bibliche deformò irrimediabilmente l'antica mitologia celtica, ma allo stesso tempo contribuì a salvarla, tramandola fino a noi in una forma in cui possiamo cercare di indovinare il mito originale lavorando per sottrazione del materiale biblico e classico.

Difficile dire se questo avvenne in ambiente monastico, oppure se furono i grandi bardi che fiorirono negli ultimi secoli prima del 1000 ad operare l'adattamento, nel tentativo di rendere «accettabile» la tradizione di cui erano depositari accordandola con il dato biblico. Il Libro delle invasioni si presenta, già nella prima redazione a noi pervenuta, come un insieme di materiale eterogeneo, in cui i poemi bardici vengono citati dai redattori come loro fonte primaria. Lo sviluppo delle successive redazioni - com'è facile stabilire mettendole a confronto - mostra che i loro autori continuarono ad integrare del materiale, commentandolo con glosse successive, cercando di renderlo coerente con le Scritture e di interpretarlo tramite le opere dei padri della chiesa.

 

II - UN PUNTO DI PARTENZA: IL «CATALOGO DELLE NAZIONI»

Ma cerchiamo di capire come si siano formate le varie genealogie celto-bibliche che troviamo nel Libro delle invasioni. Il tronco a cui i redattori cristiani dovevano ricondurre le genealogie tradizionali irlandesi non poteva che essere il famoso Catalogo delle Nazioni della Genesi, il documento etnografico più antico e completo della letteratura mondiale. Più esattamente i redattori irlandesi guardarono a quella parte che si riferiva alla discendenza di Iafeth. Riportiamo il testo nella vulgata latina:

Filii Iafeth Gomer Magog et Madai Iavan et Thubal et Mosoch et Thiras. Porro filii Gomer Aschenez et Rifath et Thogorma. Filii autem Iavan Elisa et Tharsis Cetthim et Dodanim. Ab his divisæ sunt insulæ gentium in regionibus suis unusquisque secundum linguam et familias in nationibus suis.

I figli di Iafeth sono: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Thubal, Mosoch e Thiras. I figli di Gomer sono: Aschenez, Rifath e Thogorma. I figli di Iavan sono: Elisa, Tharsis, Cetthim e Dodanim. Da questi uscirono quelli che si divisero le isole delle genti, nelle diverse regioni, ciascuno secondo la sua lingua, secondo la sua famiglia, nella sua nazione.

 Genesi [X: 2-5]

La maggior parte di questi nomi sono evidentemente gli antenati eponimi dei popoli europei, così come erano conosciuti nel Medio Oriente nella prima metà del Primo Millennio avanti Cristo. L'analisi etimologica non è sempre agevole. Senza entrare nei dettagli, l'opinione accettata dalla maggior parte degli studiosi è all'incirca seguente (Ginzberg 1909, Graves & Pataï 1963, Asimov 1981):

Gomer [Gōmẹr] viene generalmente identificato con i Cimmeri (accadico Gimirrai), stanziati nelle steppe a nord del Mar Nero. Magog [gôg] rappresenta probabilmente la «terra di Gog» (il re Gige delle fonti greche), cioè i Lidi dell'Anatolia. Madai [day] sono i Medi. Iavan [Yāwān] corrisponde agli Ioni, i quali intorno al 1000 a.C. occupavano le isole dell'Egeo e la cosiddetta costa ionica dell'Asia Minore: essi erano la popolazione ellenica più vicina agli Ebrei ed è naturale che il loro nome fosse applicato ai Greci in generale. Thubal [Tubāl] e Mosoch [Mẹšẹk] rappresentano forse i Tibareni ed i Moschi, due popolazioni di possibile lingua caucasica, stanziate nel sud-est dell'Anatolia. Thiras [Tîrās] è da identificare con uno dei popoli del mare, i Tereš/Turša, stanziati sulle coste dell'Asia Minore; sembra si tratti di coloro che i Greci chiamavano Tyrsenoí e i cui discendenti, secondo Erodoto, si trasferirono poi nel Tirreno, dando origine al popolo degli Etruschi.

I figli di Gomer sembra vadano riferiti ai popoli delle steppe. Questo è senz'altro vero per Aschenez [Aškenaz], il quale va forse messo in correlazione con l'etnonimo Ašguza delle iscrizioni accadiche; sembra che tale nome si riferisca agli Sciti o ai Sarmati, che abitavano a nord del Mar Nero. Riguardo a Rifath [pat] ed a Thogorma [Tōgarmāh] non si può dire molto.

I figli di Iavan sono coloro che «si divisero le isole delle genti». Elisa [Ĕlîšāh] è da avvicinare ad Alašiya, nome accadico di Cipro (a sua volta possibile deformazione del greco Hellás). Tharsis [Taršîš] riguarda probabilmente i Cilici, la cui capitale era Tarso, sulla costa meridionale dell'Anatolia. Chettim [Kittîm] è forse da identificare con gli Hittiti dell'Anatolia. Dodanim [Dōdānîm], corretto in *Rodanim, è considerato l'antenato degli abitanti di Rodi e per estensione delle isole del Mar Egeo; d'altro canto, potrebbe anche riguardare la Dardania, la regione nord-occidentale dell'Anatolia dove, prima del 1200 a.C., sorgeva la città di Troia.

 

III - LA NASCITA DELLE NAZIONI NELL'INTERPRETAZIONE MEDIEVALE

Stabilire di quali popoli i vari figli e nipoti di Iafeth furono esattamente i progenitori è un argomento sul quale, dall'antichità ad oggi, sono stati versati i proverbiali fiumi d'inchiostro. Gli studiosi del Medioevo, privi dei moderni mezzi filologici, interpretarono le voci della discendenza giapetica rifacendosi alle opinioni dei padri della chiesa, i quali seguivano evidentemente le interpretazioni tradizionali dell'esegesi biblica.

Isidoro di Siviglia dedicò a questo problema un lungo capitolo delle sue Etimologie, fornendo una serie di interessanti interpretazioni del Catalogo delle Nazioni.

Item tribus filiorum Iafeth. Filii igitur Iaphet septem nominantur: Gomer, ex quo Galatæ, id est Galli. Magog, a quo arbitrantur Scythas et Gothos traxisse originem. Madai, a quo Medos existere putant. Iavan, a quo Iones, qui et Græci. Vnde et mare Ionium. Thubal, a quo Iberi, qui et Hispani; licet quidam ex eo et Italos suspicentur. Mosoch, ex quo Cappadoces. Vnde et urbs apud eos usque hodie Mazaca dicitur. Thiras, ex quo Thraces; quorum non satis inmutatum vocabulum est, quasi Tiraces.

Lo stesso dicasi delle tribù dei discendenti di Iafeth. Si conoscono i nomi di sette figli di quest'ultimo. Gomer, da cui discesero i Galati, cioè i Galli. Magog, da cui si crede abbiano avuto origine gli Sciti ed i Goti. Madai, dal quale si ritiene siano discesi i Medi. Iavan, da cui discesero gli Ioni, chiamati anche Greci, donde anche il nome del mar Ionio. Thubal, da cui discesero gli Iberi, chiamati anche Ispani, sebbene alcuni sospettino che da lui siano discesi anche gli Italici. Mosoch, da cui discesero i Cappadoci, donde anche il nome Mazaca, dato sino ad oggi alla loro capitale. Thiras, da cui discesero i Traci, con nome appena immutato, quasi fosse Tiraces.

Filii Gomer, nepotes Iaphet. Aschanaz, a quo Sarmatae, quos Græci Rheginos vocant. Riphath, a quo Paphlagones. Gotorna, a quo sunt Phryges.

I figli di Gomer, nipoti di Iafeth. Aschenez, da cui discesero i Sarmati, che i Greci chiamano Regini. Rifath, da cui discesero i Paflagoni. Thogarma, da cui ebbero origine i Frigi

Filii Iavan. Elisa, a quibus Graeci Elisæi, qui vocantur Æolides. Vnde et lingua quinta Græce Αιολίς appellatur. Tharsis, a quo Cilices, ut Iosephus arbitratur. Vnde et metropolis civitas eorum Tharsus dicitur. Cethim, a quo Citii, id est Cyprii, a quibus hodieque urbs Citium nominatur. Dodanim, a quo Rhodii.

I figli di Iavan. Elisa, da cui i discesero i greci Elisei, chiamati Eoli, donde la quinta lingua greca è chiamata eolica. Tharsis, da cui secondo Giuseppe [Flavio] discesero i Cilici, donde la loro capitale è detta Tarso. Cetthim, da cui discesero i Citiei, ossia i Ciprioti, dai quali deriva il nome della città di Cizio, tuttora in uso. Dodanim, da cui discesero i Rodii.

Hæc sunt gentes de stirpe Iaphet, quæ a Tauro monte ad aquilonem mediam partem Asiæ et omnem Europam usque ad Oceanum Brittanicum possident, nomina et locis et gentibus reliquentes.

Questi sono i popoli della stirpe di Iafeth: essi occupano la parte centrale dell'Asia, dal monte Tauro siano al nord, dove soffia l'aquilone, nonché tutta l'Europa sino all'Oceano Britannico, dando a luoghi e genti nomi nuovi.

 Isidoro di Siviglia: Etimologie [IX: II: 26-37]

Un elenco simile lo fornisce Nennio nella Storia dei Britanni (IX secolo):

Iafeth vero habuit septem filios. primus Gomer, a quo Galli; secundus Magog, a quo Scythas et Gothos; tertius Madai, a quo Medos; quartus Iuvan, a quo Graeci; quintus Tubal, a quo Hiberei et Hispani et Itali; sextus Mosoch, a quo Cappadoces; septimus Tiras, a quo Traces. hi sunt filii Iafeth filii Noe filii Lamech.

Iafeth ebbe infatti sette figli: il primo era Gomer, da cui discendono i Galli, il secondo Magog, da cui gli Sciti e i Goti, il terzo Madai, dal quale discendono i Medi, il quarto era Iavan, da cui discesero i Greci, il quinto Thubal, da cui discesero Irlandesi, Ispanici e Italici, il sesto era Mosoch, da cui nacquero i Cappadoci; il settimo era Thiras, da cui discendono i Traci. Questi sono i figli di Iafeth figlio di Noè figlio di Lamech.

 Nennio: Storia dei Britanni [18]
Traduzione di Emanuela Somalvico, con qualche variazione

L'uno e l'altro elenco dipendono infine (come d'altronde esplicita lo stesso Isidoro) dall'ebreo Giuseppe Flavio (37/38-100), il controverso scrittore filoromano del I secolo, che così esordisce la sua imponente storia del popolo ebraico:

Iaphtha men oun tou Nōchou paidos ēsan hepta huioi. katoikousi de houtoi apo Taurou kai Amanou tōn orōn arxamenoi kai proēlthon epi men tēs Asias achri potamou Tanaidos, epi de tēs Eurōpēs heōs Gadeirōn gēn hēn etuchon katalambanontes, kai mēdenos prokatōikēkotos ta ethnē tois hautōn ekaloun onomasin.

Iafeth, figlio di Noè, ebbe sette figli. Costoro iniziarono ad abitare le montagne del Tauro e dell'Amano, avanzarono nell'Asia verso il fiume Tanai e in Europa fino a Gadeira occupando il territorio sul quale andavano; e siccome nessuno li aveva preceduti diedero alle regioni i propri nomi.

Tous gar nun huph' Hellēnōn Galatas kaloumenous, Gomareis de legomenous, Gomaros ektise. Magōgēs de tous ap' autou Magōgas onomasthentas ōikisen, Skuthas de hup' autōn prosagoreuomenous. Tōn de Iaphtha paidōn Iauanou kai Madou apo men toutou Madaioi ginontai ethnos, hoi pros Hellēnōn Mēdoi keklēntai, apo de Iauanou Iōnia kai pantes Hellēnes gegonasi. katoikizei de kai Theobēlous Theobēlos, hoitines en tois nun Ibēres kalountai. Kai Meschēnoi de hupo Meschou ktisthentes Kappadokes men arti keklēntai, tēs de archaias autōn prosēgorias sēmeion deiknutai: polis gar esti par' autois eti kai nun Mazaka, dēlousa tois sunienai dunamenois houtōs pote prosagoreuthen pan to ethnos. Theirēs de Theiras men ekalesen hōn ērxen, Hellēnes de Thraikas autous metōnomasan.

Quelli che oggi dai Greci sono chiamati Galati, un tempo erano detti Gomariti essendo stati fondati da Gomer. Magog fondò i Magogiani e li chiamò col suo nome, sono costoro che i Greci chiamarono Sciti. ai due figli di Iafeth, Iavan e Mado, ebbero inizio, da Mado, la stirpe dei Madei, che dai Greci sono detti Medi, e dall'altro, Iavan, ebbero origine la Ionia e tutti i Greci. Thubal fondò i Teobeliani che oggi si chiamano Iberi. I Mescheniani fondati da Mesco, oggi si chiamano Cappadoci, ma rimane ancora una chiara traccia della loro antica designazione: hanno, infatti, ancora una città di nome Mazaca che, secondo gli esperti, era il nome di tutta la loro stirpe. Thiras chiamò i suoi sudditi Teiriani, che i Greci in seguito mutarono in Traci.

Kai tosauta men ethnē hupo tōn Iaphethou paidōn katoikeitai: Gomarou de triōn huiōn genomenōn Aschanaxēs men Aschanaxous ōikisen, hoi nun Rhēgines hupo tōn Hellēnōn kalountai, Rhiphathēs de Rhiphathaious tous Paphlagonas legomenous, Thugramēs de Thugramaious, hoi doxan Hellēsi Phruges ōnomasthēsan.

Tante furono le nazioni fondate dai figli di Iafeth. Gomer ebbe tre figli: Aschenez, uno di essi, fondò gli Aschenaxiani, che ora i Greci chiamano Regini; l'altro, Rifath diede origine ai Rifatei, che sono gli attuali Paflagoni; Thogarma, il terzo, diede origine ai Tugramei, che i Greci pensarono bene di chiamare Frigi.

Iauanou de tou Iaphthou triōn kai autou paidōn genomenōn Halisas men Halisaious ekalesen hōn ērchen, Aioleis de nun eisi, Tharsos de Tharseis: houtōs gar ekaleito to palaion hē Kilikia. sēmeion de: Tarsos gar par' autois tōn poleōn hē axiologōtatē kaleitai mētropolis ousa to tau pros tēn klēsin anti tou thēta metabalontōn.

Anche da Iava, figlio di Iafeth, sono nati tre figli: Elisa diede il proprio nome ai suoi sudditi, gli Elisei, che ora sono gli Eoli. Tharsis, il secondo, diede nome ai Tarsi, regione che una volta si chiamava Cilicia, e se ne ha una traccia nel fatto che la sua città principale e capitale è detta Tarso: la thēta fu mutata in ti.

Chethimos de Chethima tēn nēson esche, Kupros hautē nun kaleitai, kai ap' autēs nēsoi te pasai kai ta pleiō tōn para thalattan Chethē hupo Hebraiōn onomazetai: martus de mou tōi logōi mia tōn en Kuprōi poleōn ischusasa tēn prosēgorian phulaxai: Kition gar hupo tōn exellēnisantōn autēn kaleitai mēd' houtōs diaphugousa tou Chethimou to onoma. Iaphtha men dē paides te kai huiōnoi tosauta eschon ethnē.

Cetthim occupò l'isola di Chetima, l'attuale Cipro: di qui il motivo per cui gli Ebrei chiamarono Chette quasi tutte le isole e la maggioranza delle località marittime. Di quanto dico mi è testimone una delle città di Cipro che serbò fedelmente la denominazione, poiché anche nella forma ellenizzata, Cizio, non è molto lontana da Cetimo. Questi furono i paesi posseduti dai figli e nipoti di Iafeth

 Giuseppe Flavio: Antichità giudaiche [I: vi: 1 (122-128)]
Traduzione di Luigi Moraldi, con qualche variazione

Queste interpretazioni del Catalogo delle Nazioni furono la base da cui gli antiquari irlandesi partirono per tracciare i loro alberi genealogi celto-biblici. Bisognava innanzitutto stabilire a quale dei vari figli e nipoti di Iafeth si dovessero ricondurre i mitici antenati dei Gaeli e degli altri popoli d'Irlanda. Esaminando i testi di Isidoro e di Nennio, i quali a loro volta citavano Giuseppe Flavio, la scelta più logica si riduceva a tre possibili candidati:

  1. Gomer, tradizionale antenato dei celti Galati, chiamati nelle fonti antiche anche Gallogreci;
  2. Magog, tradizionale antenato degli Sciti (secondo le tradizioni irlandesi tutti i popoli che invasero Ériu erano originari dalla Scizia, compresi gli stessi Gaeli); a volte Magog è detto antenato dei Goti, anch'essi storicamente stanziati a nord del Mar Nero, ma si tratta di una confusione dovuta alla quasi omonimia con i Gaeli;                 

  3. Thubal, antenato degli Iberi secondo Giuseppe, degli Iberi e degli Itali secondo Isidoro. Ad essi il britannico Nennio aggiungeva anche gli Irlandesi, in quanto la tradizione celtica insulare presumeva che gli antenati dei Gaeli fossero giunti in Irlanda partendo appunto dalla Spagna.

Come vedremo, le tradizioni genealogiche irlandesi finiranno per ricondurre le genealogie degli invasori di Ériu - in particolare quella dei Gaeli - proprio a Gomer ed a Magog.

 

IV - L'INCONTRO TRA LE DUE TRADIZIONI

La rielaborazione cristiana del materiale genealogico irlandese partì presumibilmente da uno o più tentativi di ricondurre i mitici capostipiti dei popoli e delle tribù d'Irlanda ai figli e nipoti di Iafeth riportati dalla tradizione biblica. I primi commentatori irlandesi mostrano una notevole confusione già nel definire quanti fossero i figli di Iafeth, e questo nonostante che la Genesi citi complessivamente sette figli e sette nipoti.

La prima redazione del Libro delle invasioni afferma che i figli di Iafeth siano quindici (evidentemente equiparando il numero di figli col numero di nazioni che sarebbero da loro discese) e fornisce una lista di quattro nomi, di cui soltanto l'ultimo appartiene al testo biblico: Dannai, Grécus, Espáinus e, appunto, Gomer.

Una glossa ci informa che Gomer figlio di Iafeth aveva due figli, Emoth e Ibáth (mentre nella Bibbia i figli di Gomer sono tre: Aschenez, Rifath e Thogorma). Emoth sarebbe stato l'antenato stato del «popolo settentrionale del mondo» [fine thúascirt in domain], mentre di Ibáth viene detto che aveva a sua volta due figli, Bodb e Báth. Come verrà specificato in seguito, Bodb è padre di Dothe e costui padre di Alanus, il primo uomo della stirpe di Iafeth a giungere in Europa. Báth è invece padre di Féinius Farsaid, antenato eponimo dei Gaeli. Poco dopo, il testo aggiunge Magog ai quattro figli di Iafeth già citati e afferma fosse padre di Aithecht, l'antenato degli invasori pregaelici d'Irlanda (Libro delle invasioni d'Irlanda R1 [I: 12-17]) [ANTOLOGIA].

A cóic déc imorro oc Iafeth, im Dannai, im Grégus, im Hispáinius, in Goimarus.

Iafeth ne ebbe quindici, inclusi Dannai, Grécus, Espáinus, Gomer.

Libro delle invasioni R1 [I: 12]

Goimerus mac Iafeth, dá mac laiss, Emoth 7 Ibath. Emoth, is úadh fine thúascirt in domain. Ibath, dúa mac leis, .i. Bodb 7 Baath. Bodb, diar bo mac Dohe.

Gomer figlio di Iafeth ebbe due figli, Emoth e Ibáth. Emoth, da lui discese il popolo settentrionale del mondo. Ibáth ebbe due figli: Bodb e Báth. Bodb, che ebbe un figlio, Dothe.

Libro delle invasioni R1 [I: 14]

Magog mac Iafiath, is dia chlaind-sin na túatha táncatar Érinn ría nGáedelaib: .i. Parthalón mac Sera meic Srú meic Esrú meic Bimbind meic Aaithechta meic Magoth meic Iafeth; 7 Nemedh mac Aghnumaind meic mPaimp meic Tait meic Sera meic Sriú; 7 clanna Nemid, .i. Gaileóin, 7 Fir Domnan, 7 Fir Bolg, 7 Túatha Dé Danann.

Magog figlio di Iafeth, della sua stirpe sono i popoli che vennero in Irlanda prima dei Gaeli: vale a dire Partholón figlio di Sera figlio di Srú figlio di Esrú figlio di Braiment figlio di Aithecht figlio di Magog figlio di Iafeth; e Nemed figlio di Agnoman figlio di Pámp figlio di Tat figlio di Sera figlio di Srú; e la progenie di Nemed, cioè i Galeóin, i Fir Domnann, i Fir Bolg ed i Túatha Dé Danann.

Libro delle invasioni  R1 [I: 17]

Tra le varie soluzioni escogitate dagli antiquari irlandesi, è questa quella attestata nel documento più antico, la redazione R1 del Libro delle invasioni (contenuta il Libro di Leinster). La riportiamo nella Tav. II, segnando i nomi biblici in azzurro, quelli aggiunti dai redattori irlandesi in rosso:

I nomi di Ibáth, Báth e Aithecht rappresentano con ogni probabilità i punti dove venne eseguita la cucitura tra la tradizione biblica e quella irlandese. È proprio in corrispondenza di questi nomi che le successive redazioni del Libro delle invasioni entrano in disaccordo. La soluzione escogitata dagli autori irlandesi della prima redazione fu appunto quella di far discendere Aithecht, antenato degli invasori pregaelici d'Irlanda, da Magog; e Báth figlio di Ibáth, antenato dei Gaeli, da Gomer.

 

V - GLI ASSESTAMENTI SUCCESSIVI

Le successive redazioni del Libro delle invasioni cercano di ammorbidire le asperità dell'albero genealogico biblico-celtico, riconducendo le incoerenze nel solco della tradizione scritturale. L'autore della terza redazione del testo attinge a piene mani dai padri della chiesa, soprattutto da Isidoro di Siviglia, il cui passo sopra riportato viene tradotto in irlandese quasi parola per parola (Libro delle invasioni (R3 [I: 23-35]). La lunga citazione consente al redattore di identificare alcuni dei figli di Iafeth citati nelle precedenti redazioni del testo (R1 [I: 12]) con quelli effettivamente citati dalla Bibbia. Scopriamo così che Espáinus, antenato degli Iberi e degli Itali, corrisponde al biblico Thubal, antenato degli Iberi e degli Ispani. Grécus, antenato dei Greci, è da identificare con Iavan, eroe eponimo degli Ioni, anche se un secondo Grécus ricompare per errore nella discendenza dello stesso Iavan. Rimane fuori Dannai, il quale è forse da identificare con Dodanim.

La terza redazione del Libro delle invasioni riconduce il numero dei figli di Iafeth dai quindici della prima redazione ai sette citati dalla Bibbia, pur con l'erronea aggiunta di un ottavo:

Iafeth dono mac Náe 7 Oliuana a bean, ro thechtsad ocht maccu, .i. Gomer, Magóg, Maigia, Iabal [no Eónae][.i. an scindser], Tubal, Masoch, Tirus, Maisegda.

Iafeth figlio di Noè e sua moglie Olivana ebbero otto figli, Gomer, Magog, Madai, Iavan [o Eónae][il maggiore], Tubal, Mosoch, Thiras, Maisechta.

 Libro delle invasioni R3 [I: 23][ANTOLOGIA]

L'ottavo nome, Maisechta, è un refuso. Si tratta della città cappadociana di Mazaca , citata da Isidoro di Siviglia ed erroneamente scambiata per un ulteriore figlio di Iafeth. Tanto che più tardi il redattore irlandese scopre di non poter fornire notizie su questo «ottavo figlio» di Iafeth e annota nel testo: «Maisechta manca» [Maissegda dibaid-sein] (R3 [I: 35]) [ANTOLOGIA].

Un passo successivo del testo presenta un ulteriore assestamento: Ibáth (padre di Báth, antenato dei Gaeli) viene identificato con Rifath Scot, uno dei mitici antenati dei Gaeli, colui che, secondo una tradizione, avrebbe portato via la lingua scotica dalla confusione della Torre di Babele. Poiché tra i discendenti di Gomer vi era già un Rifath, è logico presumere che proprio costui sia Rifath Scot, cioè Ibáth. Per qualche ragione, però, quest'identificazione non convince tutti gli esegeti (forse perché Isidoro di Siviglia aveva già fatto discendere da Rifath il popolo dei Paflagoni). L'autore della terza redazione del Libro delle invasioni preferisce distinguere Rifath Scot dal biblico Rifath, arrivando addirittura ad affermare, in contrasto con la Genesi, che furono quattro (non tre) i figli di Gomer:

Ceitri meic la Goimer, .i. Ripad Scot o taid Scuit; 7 dob eisein Ibath mac Goimeir, senathar Feiniusa Fharrsaid [.i. Feinius Farrsaid mac Baaith meic Ibaith meic Goimeir meic Iafeth].

Gomer ebbe quattro figli, Rifath Scot da cui discendono gli Scoti; questi fu Ibáth figlio di Gomer, nonno di Féinius Farsaid [Féinius Farsaid figlio di Báth figlio di Ibáth figlio di Gomer figlio di Iafeth].

 Libro delle invasioni R3 [I: 27][ANTOLOGIA]

L'infelice soluzione non impedisce però di pensare che il personaggio di Rifath Scot (di cui tratteremo parlando delle origini dei Gaeli) sia proprio sorto come adattamento irlandese del biblico Rifath, e non c'è ragione perché in una fase anteriore dell'elaborazione celto-biblica non fosse stato proprio quest'ultimo l'antenato dei Gaeli. Macalister ritiene che l'equazione Ibáth = Rifath sia soltanto una paraetimologia, ma è fuor di dubbio che nei testi genealogici i due personaggi appaiano spesso come interscambiabili (Macalister 1932).

La Tav. III rappresenta l'adattamento finale della genealogia irlandese del Libro delle invasioni (Tav. II) con quella biblica (Tav. I).

 

VI - TUTTI FIGLI DI MAGOG: UNA GENEALOGIA ALTERNATIVA

L'autore della terza redazione del Libro delle invasioni, trattando della discendenza di Gomer aveva fatto del tutto per far coincidere le genealogie fornite dalle precedenti redazioni del testo con quelle bibliche. Ma quando, subito dopo, passa alla discendenza di Magog, egli fornisce una genealogia completamente differente, incoerente con l'altra, in cui si dice che Báth, Ibáth, Barachán, Emoth ed Aithecht erano i cinque figli di Magog (R3 [I: 36-39]).

Magóg, is uada ataid fir na Sceithia 7 n Gaith, .i. Gaidil. Cuig meic lá Magóg, .i. Baath, 7 Ibath, 7 Barachan, 7 Emoth, 7 Aithechta. Baath dono, mac dó-sein Feinius Farrsaid, athair na Sceithegda. Feinius Farrsaid dono, mac Baaith, meic Magóg meic Iafeth. Adberaid araile imorro is

Magog, suoi discendenti sono gli uomini di Scizia ed i Goti, vale a dire i Gaeli. Magog aveva cinque figli, Báth, Ibáth, Barachan, Emoth, Aithecht. Per quanto riguarda Báth, suo figlio fu Féinius Farsaid, padre degli Sciti. Per quanto riguarda Féinius Farsaid, egli fu figlio di Báth figlio di Magog figlio di Iafeth.

Libro delle invasioni R3 [I: 36][ANTOLOGIA]

Emoth mac Magóc, is úad fine thuaiscert an domuin. Barachán, a quo Gaeidel, mac Eitheoir meic Bai meic Tai meic Baracháin meic Magoch. Aitheachtaig mac Magóch, is dia chloind-sein na thuatha thangadar an Erinn ria nGaidelaib...

Emoth figlio di Magog, da lui il popolo nel nord del mondo. Barachán, a quo Gáedel figlio di Etheór figlio di Bai figlio di Tai figlio di Barachán figlio di Magog. Aithecht figlio di Magog, della sua progenie sono i popoli che giunsero in Ériu prima dei Gaeli...

 Libro delle invasioni R3 [I: 39][ANTOLOGIA]

Questa tradizione non solo è in contraddizione con le redazioni precedenti del Libro delle invasioni, i quali traevano il loro magistero su un poema genealogico attribuito a Fintan mac Bóchra e regolarmente citato nel poema IV, «Magog figlio di Iafet», ma anche con quanto il redattore stesso aveva riportato poco sopra, e cioè che Féinius Farsaid era figlio di Báth figlio di Ibáth (Rifath Scot) figlio di Gomer (R3 [I: 27]) [ANTOLOGIA]. In questa genealogia alternativa invece accade che: (1) Báth non è figlio di Ibáth ma suo fratello; (2) sono entrambi fratelli di Aithecht; (3) discendono tutti da Magog. Gáedel figlio di Etheór figlio di Bai figlio di Tai figlio di Barachán, citato in questa genealogia alternativa (R3 [I: 39]), non è probabilmente da identificare con il Gáedel Glas antenato dei Gaeli.

Sembra che questa genealogia lasci un po' perplesso lo stesso redattore, tanto che subito dopo questi si vede costretto ad aggiungere: «altri dicono che Féinius Farsaid fu figlio di Báth figlio di Ibáth figlio di Gomer figlio di Iafeth» [Feinius Farrsaid mac Baaith meic Ibáith meic Goimer mec Iafeth] (R3 [I: 36]).

Che il redattore citi questo passo discordante è segno che vi fossero, ai suoi tempi, opinioni diverse di quali fossero gli antenati dei popoli irlandesi, sicuramente il risultato del fatto che fu compiuto più d'un tentativo per mandare d'accordo le genealogie celtiche con quelle bibliche. Se la prima redazione del Libro delle invasioni sosteneva che i Gaeli discendessero da Gomer e che (secondo il poema IV, «Magog figlio di Iafet» [ANTOLOGIA]) gli invasori pregaelici discendessero da Magog, circolavano evidentemente altre composizioni in cui gli uni e gli altri venivano ricondotti al solo Magog. Ad esempio anche il Sex Ætates Mundi, il breve testo genealogico che apre la raccolta del Libro della mucca bruna, cita un «Féinius figlio di Báth figlio di Magog figlio di Iafeth» [Fenius mac Baath meic Magog meic Iafeth], riconducendo dunque i Gaeli alla stirpe di Magog. È evidente che vi erano diverse opinioni sul punto dove la genealogia celtica si innestava in quella biblica: queste opere genealogiche erano il risultato di un lavoro di cucitura tra tradizioni diverse, di cui si scorgono qua e là i rammendi.

Ancora Seathrún Céitinn (Geoffrey Keating), nel XVII secolo, fa discendere i Gaeli dalla stirpe di Magog, e fornisce al proposito un albero genealogico che è in pratica una variante di quello presente nel Libro delle invasioni (R3 [I: 36]). Egli così scrive:

Ionnus, iomorro, go dtiocfadh linn bunadhas cinidh Scoit do lorgaireacht go préimh, eadhon, go Jafeth: an dias mac is oirrdhearca do bhí ag Iafeth, mar atá, Gomer agus Magóg. Cuiridh Maoise i san deachmhadh caibidil do Ghenesis, mar a ndéin craobhsgaoileadh ar shliocht Jafeth, eadhon, go rabhadar trí mic ag Gomer, mar atá, Ascenez, Riphat agus Togorma: gidheadh, ní ainmnigheann go cinnte clann Mhagóg do réir a n-anmann. Thairis sin, do bhrígh gurab ar sheanchadhaibh cinidh Scoit atá d'fhiachaibh craobhsgaoileadh cinnte na n-uasal do ghein ó Mhagóg do leanmhain, agus go háirithe sleachta Féiniusa Farsaidh, cuirfeam síos ann so craobhsgaoileadh sleachta Mhagóg, do réir an Leabhair Gabhála d'á ngairthear Cin Droma Sneachta, agus sul táinig Pádraic i n-Éirinn do bhí an t-úghdar soin ann. Is eadh adeir, go rabhadar triar mac ag Magóg, mar atá, Báath, Iobáth agus Fáthachta. Ó Bháath táinig Féinius Farsaidh, sinnsear sleachta Ghaedhil: ó Iobáth tángadar Amazones, Bactriani agus Parti: ó Fháthachta táinig Partholón [do chéad ghabh Éirinn iar ndílinn], agus Neimheadh mac Agnomain, agus, d'á réir sin, Fir Bolg agus Tuatha Dé Danann [amhail adubhramar thuas i sna gabhálaib.]

Al fine di poter risalire le origini degli Scoti fino alle radici, cioè a Iafeth, [prendiamo in considerazione] i due più illustri figli di Iafeth, ovvero Gomer e Magog. Mosè, nel decimo capitolo della Genesi, dove registra la dispersione della stirpe di Iafeth, afferma che Gomer aveva tre figli, chiamati Aschenez, Rifath e Thogorma; egli però non menziona i nomi dei figli di Magog. Nonostante ciò, poiché gli antiquari della nazione degli Scoti hanno accertato le genealogie delle stirpi discese da Magog, in particolare la stirpe di Féinius Farsaid, non ci resta che prendere in considerazione i resoconti genealogici della stirpe di Magog secondo il libro delle invasioni intitolato Libro di Droma Snechta, [considerato] di grande autorità ancora prima che Patrizio venisse in Irlanda. Qui viene detto che Magog aveva tre figli, chiamati Báth, Ibáth ed Aithecht. Da Báth discese Féinius Farsaid, antenato della stirpe di Gáedal; da Ibáth discesero le Amazzoni, i Battriani e i Parti; da Aithecht discesero Partholón [che fu il primo a invadere Ériu dopo il diluvio] e Nemed figlio di Agnoman e, di conseguenza, i Fir Bolg ed i Túatha Dé Danann, [come abbiamo detto altrove nel racconto delle invasioni].

 Sethrún Céitinn (Geoffrey Keating): Fondamenti della conoscenza d'Irlanda [I: 13]

Céitinn afferma di aver tratto questa tradizione dal perduto Libro di Droma Snechta, che risalirebbe a un'epoca addirittura precedente all'arrivo di Patrizio in Irlanda (V secolo). Non sappiamo di quanto sia esagerata tale affermazione (è assai difficile che l'inserimento delle genealogie tradizionali irlandesi su quelle bibliche sia avvenuto prima dell'introduzione del Cristianesimo in Irlanda), ma è comunque certo che le tradizioni riferite siano piuttosto antiche e che la versione secondo la quale Báth, Ibáth ed Aithecht fossero figli di Magog, e che quindi a Magog vadano fatti risalire sia i Gaeli che gli invasori pre-gaelici d'Irlanda, appartiene con ogni probabilità allo strato più antico della rielaborazione genealogica celto-biblica.

 

VII - ULTERIORI CONTRADDIZIONI

Che i redattori irlandesi, nel tentativo di conciliare la tradizione biblica con quella celtica, siano andati incontro a enormi difficoltà, appare ancora più evidente se andiamo a confrontare tra loro i molti alberi genealogici che compaiono nel Libro delle invasioni. La terza redazione ne fornisce parecchi, di cui è arduo trovarne due uguali. Se gli invasori pregaelici vengono fatti risalire a Magog, l'ascendenza dei Gaeli oscilla tra Gomer e Magog. La stirpe di Aithecht e quella di Báth paiono a volte intrecciate in maniera irrisolvibile.

Ad esempio, è pacifico che i quattro invasori pregaelici si riconnettano alla stirpe di Partholón, la cui discendenza, secondo la prima redazione, è la seguente: «Partholón figlio di Sera figlio di Srú figlio di Esrú figlio di Braiment figlio di Aithecht figlio di Magog figlio di Iafeth» [Parthalón mac Sera meic Srú meic Esrú meic Bimbind meic Aaithechta meic Magoth meic Iafeth] (R1 [I: 17]) [ANTOLOGIA]. Il personaggio qui chiamato Bimbind è evidentemente una variazione ortografica di Braiment. (Cfr. supra Tav. II)

Nella redazione Míniugudh troviamo un passo che computa: «Partholón figlio di Sera figlio di Srú figlio di Esrú figlio di Braiment figlio di Aithecht figlio di Báth figlio di Magog figlio di Iafeth» [Parthalón mac Sera meic Srú meic Esru meic Briamin mec Fathecht meic Baaidh meic Magoch meic Iafeth] ( [I: 11]) [ANTOLOGIA]. Qui Aithecht (scritto Fathecht nel testo, ma la consonante iniziale non si pronuncia per via della lenizione), diviene figlio di Báth, che sappiamo essere l'antenato dei Gaeli, il quale viene a sua volta ricondotto alla discendenza di Magog (cfr. infra Tav. VI).

La confusione tra le due genealogie è spinta ancora più avanti in un passo della terza redazione, dove la genealogia di Partholón viene così esposta: «Partholón figlio di Sera figlio di Srú figlio di Esrú figlio di Gáedel Glas figlio di Nél figlio di Féinius Farsaid figlio di Báth figlio di Magog figlio di Iafeth» [Parrthalón mac Sera meic Srú meic Easrú meic Gáeidil Glais meic Niúil meic Féiniusa Farrsaig meic Bathatha meic Magog] (R3 [I: 51]) [ANTOLOGIA]. (Cfr. infra Tav. V). Qui non solo Aithecht è stato sostituito con Báth (attestato nella variante Bathath), ma anche Braiment figlio di Aithecht è stato eliminato e sostituito con un'intera sezione tratta dalla discendenza dei Gaeli, da Gáedel Glas a Báth. Srú ed Esrú, rispettivamente nipote e e figlio di Gáedel Glas, vengono poi di fatto identificati con i loro omonimi Srú ed Esrú, rispettivamente padre e nonno di Partholón.

 

Ma facciamo un confronto ancora più serrato di alcune delle genealogie presentate dalle varie fonti. Riprendiamo la genealogia «principale» dei popoli d'Irlanda, presentata nella prima redazione del Libro delle invasioni (cfr. supra Tav. II), e confrontiamolo con le due genealogie alternative che abbiamo appena esposto (cfr. supra Tavv. V e VI))

Genealogia «principale»  Tav. II

 

Variante 2 - Tav. V 

 

Variante 3 - Tav. V

         

R1 [I: 17] et al.

R1 [II: 1-6] et al.

PREGAELICI

GAELI

Partholón
Sera
Éber Scot
Srú
Esrú
Srú
Esrú
Braiment Gáedel Glas
Nél
Féinius Farsaid
Aithecht Báth
Ibáth
(Rifath Scot)
Magog
Iafeth
Gomer
Iafeth
 

R3 [I: 51]

PREGAELICI

Partholón
Sera
Srú
Esrú
Gáedel Glas
Nél
Féinius Farsaid
Báth
Ibáth
Magog
Iafeth
 

[I: 11]

PREGAELICI

Partholón
Sera
Srú
Esrú

Braiment
 
Aithecht
Báth
Magog
Iafeth

Esaminiamo dapprima le due linee della genealogia tratta dalla Tav. II. La prima linea si diparte dal capostipite Aithecht (qui figlio di Magog) per generare gli invasori pregaelici d'Irlanda (Partoloniani, Nemediani, Fir Bolg e Túatha Dé Danann); la seconda si diparte da Báth figlio di Ibáth (qui figlio di Gomer) per portare ai Gaeli. Se si esamina la Tav. II si vedrà che la linea pregaelica e quella gaelica hanno in comune due nomi strettamente congiunti: Srú ed Esrú. È evidente che i redattori del testo hanno considerato Esrú e Srú della linea pregaelica degli omonimi di Esrú e Srú della linea gaelica, ma distinti da essi.

Esaminiamo ora la seconda variante, che compare nella terza redazione Libro delle invasioni (R3 [I: 51]) (Tav. V). La linea si diparte da Báth figlio di Ibáth (qui figlio di Magog), riproduce fedelmente l'intera linea degli antenati dei Gaeli (Ibáth Báth Féinius FarsaidNél Gáedel Glas), arriva ad Esrú e Srú, e quindi produce a sorpresa gli invasori pregaelici! Si può naturalmente pensare alla confusione di un redattore, il quale, inciampando su Esrú e Srú, abbia cucito insieme le due linee della genealogia «canonica» di Tav. II creando la genealogia alternativa di Tav. V. Insomma, Esrú e Srú avrebbero fatto da traît-d'union tra le due linee.

In realtà è probabile che sia avvenuto esattamente il contrario: che vi fosse in origine un'unica linea e che questa sia stata divisa in due linee distinte allorché i redattori, nel corso dei vari adattamenti eseguiti per adattare le genealogie tradizionali al Catalogo delle Nazioni della Genesi, separarono la linea gaelica da quella pregaelica, riconducendole a due progenitori diversi.

 

VIII - UN TENTATIVO DI RICOSTRUZIONE

È naturalmente impossibile seguire a ritroso il ragionamento dei redattori medievali e ritornare alle genealogie originarie, prima che esse venissero alterate per essere adattate al mito biblico. Ma possiamo imbastire qualche ipotesi.

È ragionevole pensare che nel mito celtico originale tutti i popoli invasori d'Irlanda venissero fatti discendere da un unico capostipite, se non altro perché è questo il modello di tutti i miti di origine. Si può pensare, per confronto, al Mannus sorto dalla terra citato da Tacito (Germania), all'Ymir scandinavo, o al Gāyōmart iranico, e naturalmente ai miti sui loro discendenti e di come diedero origine alla varie razze, nazioni e classi sociali dell'umanità. Non sapremo mai chi fosse il mitico progenitore delle genti celtiche e non conosceremo la forma originale del mito che lo riguardava. Tutto questo è perduto per sempre. Ci rimane soltanto una serie di nomi, di cui i più importanti sembrano essere Aithecht, Báth ed Ibáth.

I nomi di Ibáth e Báth appaiono sempre strettamente congiunti: sono generalmente padre e figlio (Tav. II), oppure fratelli (Tav. IV). Nella genealogia «principale» Aithecht viene posto su una linea diversa da quella di Ibáth e Báth, ma questo sembra essere un assestamento posteriore. Come abbiamo visto, una variante pone Aithecht come fratello di Ibáth e Báth (Tav. IV), un'altra vuole che Aithecht sia figlio di Báth (Tav. VI). È in ogni caso arduo stabilire quale fosse il rapporto originale tra questi personaggi. Tutto quello che possiamo ipotizzare è che i Celti di Irlanda consideravano Ibáth e Báth ed Aithecht come gli antenati più lontani delle tribù celtiche, dei popoli europei, o forse addirittura di tutta l'umanità, nell'ipotesi che si stia esaminando il residuo di un antico mito antropogonico. Báth (attestato anche nella variante Báthath) potrebbe essere tutt'uno con l'enigmatico Bith «mondo», padre di Cesair, personaggio che sicuramente appartiene ai perduti miti cosmogonici dei Celti insulari.

Stando alle versioni a noi pervenute, Aithecht fu l'antenato degli invasori pregaelici d'Irlanda e Gáedel Glas l'antenato dei Gaeli. Si può supporre, mettendo insieme i suggerimenti di alcuni alberi genealogici alternativi, che in origine sia Aithecht che Gáedel Glas fossero entrambi considerati discendenti di Ibáth e/o Báth.

Dopo l'introduzione del cristianesimo in Irlanda, allorché bardi ed eruditi cominciarono a rivedere le tradizioni mitologiche celtiche alla luce delle Sacre Scritture, la genealogia tradizionale irlandese venne trapiantata su quella biblica. Si cercò tra i figli di Iafeth a chi si potesse far risalire la discendenza dei popoli irlandesi e la scelta cadde evidentemente su Magog, il quale era considerato l'antenato degli Sciti e/o dei Goti (questi ultimi confusi con i Gaeli). Accadde così che il mito antropogonico celtico venne eliminato in favore del racconto di creazione biblico, e i mitici progenitori Ibáth e Báth vennero fatti risalire alla progenie di Magog.

In seguito, la linea che da Aithecht portava agli invasori pregaelici d'Irlanda venne sciolta da quella principale, e lo stesso Aithecht venne fatto discendere direttamente da Magog, quale fratello di Ibáth e Báth. Più tardi, la linea che da Ibáth/Báth ortava a Gáedel Glas e quindi ai Gaeli, venne spostata, per ragioni sconosciute, dalla discendenza di Magog a quella Gomer. La separazione delle linee lasciò la duplicazione di alcune sezioni che poi risultarono ripetute nelle varie linee. Può essere la ragione per cui nelle genealogie Esrú e Srú compaiono due volte, sia nella linea pregaelica che in quella gaelica (cfr. supra Tav. II).

Com'è avvenuta questa duplicazione? Difficile dirlo. Possiamo notare che la vicenda mitica della lotta di Éber Scot figlio di Srú contro i suoi parenti per il trono di Scizia, alla quale seguì l'esilio che avrebbe portato i suoi discendenti in Irlanda [MITO], è analoga a quanto si riferisce riguardo a Partholón figlio di Sera figlio di Srú, il quale aveva ucciso suo padre, il re di Scizia, ed era partito in esilio, finendo con lo sbarcare in Irlanda [MITO]. È possibile che il mito di Partholón sia una versione alternativa di quello dei Éber Scot.

Se esaminiamo l'albero genealogico dei Túatha Dé Danann (gli ultimi invasori pregaelici d'Irlanda), noteremo che tra i loro progenitori è di nuovo annoverato un Báth figlio di Ibáth, di stirpe nemediana. I redattori li ritennero ovviamente degli omonimi degli antichi Báth ed Ibáth che si trovavano all'origine della linea gaelica. Questa duplicazione è facilmente spiegabile, se solo ricordiamo che i Túatha Dé Danann furono gli dèi celtici, che i redattori irlandesi evemerizzarono ed inserirono nel ciclo delle invasioni, facendoli arrivare in Irlanda prima dei Gaeli. Si ha ragione di presumere che, nella genealogia originale, gli dèi celtici discendessero direttamente da Báth ed Ibáth (si può pensare, per confronto, al mito germanico degli dèi che discendono da Borr figlio di Búri figlio del gigante primigenio Ymir). Quando i redattori provvidero a dare una nuova disposizione al materiale, spostarono i Túatha Dé Danann in coda alle invasioni pregaeliche, innestarono i loro antenati sulla discendenza di Nemed e non si preoccuparono del fatto che, così facendo, avevano duplicato Báth ed Ibáth.

Forse è questa la ragione per cui alcune varianti non contemplano i Túatha Dé Danann tra gli invasori pregaelici. È il caso della genealogia della redazione Míniugudh che, dopo aver ricapitolato la stirpe di Partholón e di Nemed (fatti discendere da «Aithecht figlio di Báth»), scrive: «e la discendenza di Nemed, i Galeóin, i Fir Bolg ed i Fir Domnann» [7 clanna Nemhid, .i. Gaileóin 7 Fir Bolgc 7 Fir Domnann], senza menzionare i Túatha Dé Danann. ( [I: 11]) (cfr. supra Tav. VI). Nel racconto delle invasioni d'Irlanda citato da Nennio, che appartiene a un'epoca più antica ancora dei racconti irlandesi, si fa cenno all'invasione di Partholón [Partholomus] ed a quella di Nemed [Nimeth], si citano i «Fir Bolg» [Builc autem cum sui] e i Gaeli (Storia dei Britanni [13-15]), ma non si fa alcun accenno ai Túatha Dé Danann.

Il ciclo dei Túatha Dé Danann fu dunque incorporato per ultimo nel ciclo delle invasioni e la ragione è evidente: i Túatha Dé Danann erano gli dèi celtici: le loro imprese e le loro gesta appartenevano al livello delle teogonie e delle teomachie. Soltanto in seguito essi vennero storicizzati e collocati nel ciclo delle invasioni. Poiché i Túatha Dé Danann erano stati gli dèi dei Gaeli, vennero fatti arrivare in Irlanda prima dei Gaeli stessi. Per quanto i redattori irlandesi si sforzarono di collocare i loro antenati Báth ed Ibáth tra i discendenti di Nemed, ovvero a un punto già molto avanzato della genealogia dei popoli d'Irlanda [GENEALOGIA], questi erano quegli stessi Báth ed Ibáth che comparivano quali remoti capostipiti delle stirpi d'Irlanda. La loro collocazione originale li poneva probabilmente al centro di qualche perduto mito antropogonico, se non addirittura cosmogonico.

 

IX - ALANUS ED I SUOI FIGLI: I PRIMI EUROPEI

Come abbiamo visto le genealogie del Libro delle invasioni sono delle strutture composite, in cui la materia tradizionale irlandese è stata opportunamente innestata sulle genealogie bibliche esposte nel «Catalogo delle Nazioni». Vi sono però molti altri elementi di diversa origine, uno dei quali è l' interpolazione riguardante Alanus [Alainius, Elinus], il primo uomo a giungere in Europa. Nella prima redazione del Libro delle invasioni, Alanus è detto discendente di Gomer (Alanus figlio di Dothe figlio di Bodb figlio di Ibáth figlio di Gomer figlio di Iafeth).

Elinus mac Doi, trí meic leis .i. Armen, Negua, Isacon. Armen ón, cóic meic leis, Gotus, Cibidus, Uiligotus, Burgantus, 7 Longbardus. Negua, trí meic leis, .i. Saxsus, Boarus, Uandalus. hIsicon imorro, in tres mac Eline, ceitre meic lais, Romanus, Francus, Britus, Albus.

Alanus figlio di Dothe ebbe tre figli, Airmen, Negúa, Isacón. In quanto ad Airmen, ebbe cinque figli: Gothus, Gebidus, Valagothus, Burgundus, Longobardus. Negúa ebbe tre figli: Saxus, Boguarus, Vandalus. Isacón, perdipiù, uno dei tre figli di Alanus, ebbe quattro figli: Romanus, Francus, Britus, Albanus.

Is é in tAlbanus dogab Albin ar tús cona chlaind, 7 is úadh ainmigter Albo: cor indarb a brátair tar Muir nIcht, conad úad Albanaig Leatha hOidia.

Questi è quell'Albanus che per primo giunse in Alba con i suoi figli, ed è da lui che ebbe nome Alba: poi guidò suo fratello attraverso la Manica e da lui discendono gli Albani del Lazio, in Italia.

 Libro delle invasioni R1 [I: 15-16]

Di Alanus e dei suoi tre figli, dai quali sarebbero discesi i capostipiti dei principali popoli europei, si parlerà con maggior dovizia di particolari nella terza redazione del Libro delle invasioni. Quest'ultimo brano sembra però provenire da una fonte diversa, innanzitutto perché Alanus viene fatto discendere da Magog e non da Gomer (Alanus figlio di Ibáth figlio di Magog figlio di Iafeth), poi perché il novero dei suoi discendenti presenta qualche piccolo spostamento dall'uno all'altro dei tre figli di Alanus.

Riportiamo il brano apportando qualche piccola variazione nell'ordine dei paragrafi:

Ibath dono, an mac aili do Magóg, mac dosaidi Alainius. Tri meic aigi-sidi, .i. Airmein, Negua, Isicón. Per quanto riguarda Ibáth, uno dei due figli di Magog, suo figlio fu Alanus. Questi ebbe tre figli, Airmen, Negúa, Isacón.

Secht mbliadna decc ré scailead na mberlad tanig an ced fer do shil Iáfeth is an Eóraip, .i. Alainius mac Ibaith meic Magog meic Iafeth meic Náe. [...]. 7 is amlaid thanig a tri meic laiss, .i. Airmein, Neagua, Issicon.

Diciassette anni prima della divisione delle lingue, venne in Europa il primo uomo del seme di Iafeth: Alanus figlio di Ibáth figlio di Magog figlio di Iafeth figlio di Noè. [...]. Ed i suoi tre figli andarono con lui, cioè Airmen, Negúa, Isacón.

Coic meic ag Armón [sic], .i. Gotus, Uiligotus, Cebitus, Brugandus, Longbardus. Negúa dono, ceitre meic lais, .i. Uandalus, Saxus, Bogardus, Longbardus. Isicon imorro, an tresmac Elainius, ceitri meic lais, .i. Frangcus, Romanus, Albanus [...] 7 Britus, o raiter Indsi Bretan. Cinque figli ebbe Airmen: Gothus, Valagothus, Gebidus, Burgundus, Longobardus. Negúa ebbe cinque figli: Vandalus, Saxus, Boguarus, Longobardus. Isacón, il terzo figlio di Alanus, ebbe quattro figli: Francus, Romanus, Albanus [...] e Britus, da cui hanno preso nome le isole di Britannia..

 Libro delle invasioni R3 [I: 37-38]

I figli dei tre figli di Alanus sono gli eponimi capostipiti di alcune popolazioni europee, perlopiù germaniche. Fanno eccezione i Romani e due popolazioni celtiche: i Britanni e gli Albani (abitanti di Alba, cioè della Scozia). Riassumiamo dalla prima redazione:

 
Alanus
{ Airmen { Gothus
Gebidus
Valagothus
Burgundus
Longobardus
Goti
Gepidi
Viligoti o Goti d'Italia
Burgundi
Longobardi
  Negúa { Saxus
Boguarus
Vandalus
Sassoni
Bavaresi
Vandali
  Isacón { Romanus
Francus
Britus
Albanus
Latini
Franchi
Britanni
Scozzesi

La tradizione su Alanus ed i suoi figli era ben nota in Irlanda. La ritroviamo nel Sex Ætates Mundi, dove Alanus è detto - come nella terza redazione - figlio di Ibáth figlio di Magog:

Ibad dano in mac aile do Magog mac doside Elonius |^ Alanius. Tri meic aiciside .i. Armon Negua Hisicón. Coic meic ic Armón .i. Gothus. Uolegothus. Cebidus, Burgandus. Longubardus. Negua dano .iii. meic les .i. Uandalus. Saxus. Bogardus. Hisicón dano .iiii. meic aice .i. Francus. Romanus Albanus o ta Albannai i nAsia Britus ó rater Inis Bretan.

Ibáth figlio di Magog ebbe il figlio Elonius o Alanus. I suoi tre figli: Airmen, Negúa, Isacón. Cinque figli ebbe Airmen: Gothus, Valagothus, Gebidus, Burgundus, Longobardus. Tre figli ebbe Negúa: Vandalus, Saxus, Bogardus. Quattro figli ebbe Isacón: Francus, Romanus, Albanus, da cui l'Albania in Asia, Britus, da cui l'isola di Britannia.

Sex Ætates Mundi [r7-r12]

Ma questa curiosa genealogia non era peculiare dell'Irlanda, ma a quanto pare era abbastanza nota nell'Alto Medioevo. Nennio stesso ne fa cenno nella sua Storia dei Britanni, e questa volta riconduce la genealogia di Alanus né a Gomer né a Magog, ma ad un altro ancora dei figli di Iafeth, Iavan:

Primus homo venit ad Europam de genere Iafeth Alanus cum tribus filiis suis, quorum nomina sunt Hessitio, Armenon, Negue. Hessitio autem habuit filios quattuor: hi sunt Francus, Romanus, Britto, Albanus. Armenon autem habuit quinque filios: Gothus, Valagothus, Gebidus, Burgundus, Longobardus. Negue autem habuit tres filios: Vandalus, Saxo, Boguarus. ab Hisitione autem ortae sunt quattuor gentes Franci, Latini, Albani et Britti. ab Armenone autem quinque: Gothi, Valagothi, Gebidi, Burgundi, Longobardi. a Neguio vero quattuor Boguarii, Vandali, Saxones et Turingi. istae autem gentes subdivisae sunt per totam Europam. Alanus autem, ut aiunt, filius fuit Fetebir, filii Ougomun, filii Thoi, filii Boib, filii Simeon, filii Mair, filii Ethach, filii Aurthach, filii Echthet, filii Oth, filii Abir, filii Ra, filii Ezra, filii Izrau, filii Baath, filii Iobaath, filii Iovan, filii Iafeth, filii Noe, filii Lamech, filii Matusalae, filii Enoch, filii Iareth, filii Malalehel, filii Cainan, filii Enos, filii Seth, filii Adam, filii dei vivi. hanc peritiam inveni ex traditione veterum.

Il primo uomo della stirpe di Iafeth che venne in Europa fu Alanus, con i suoi tre figli, i cui nomi sono Hessitio, Armenon e Negue. Hessitio a sua volta ebbe quattro figli: questi sono Francus, Romanus, Britus e Albanus. Armenon ebbe invece cinque figli: Gothus, Valagothus, Gebidus, Burgundus, Longobardus. Negue ebbe tre figli: Vandalus, Saxus, Bogardus. Dalla stirpe di Hessitio nacquero quattro popoli: i Franchi, i Latini, gli Albani e i Britti; da Armenon cinque: i Goti, i Valagoti, i Gepidi, i Burgundi, i Longobardi. Da Negue quattro: i Bavaresi, i Sassoni, i Vandali e i Turingi. Queste popolazioni si dispersero per tutta l'Europa. Dicono che Alanus fosse figlio di Fetebir, figlio di Ougomun, figlio di Thoi, figlio di Boib, figlio di Simeon, figlio di Mair, figlio di Ethach figlio di Aurtach figlio di Echthet figlio di Oth figlio di Abir figlio di Ra figlio di Ezra figlio di Izrau figlio di Baath figlio di Iobaath figlio di Iavan figlio di Iafeth figlio di Noè figlio di Lamec filgio di Matusalemme figlio di Enoc figlio di Iaret figlio di Malaleel figlio di Cainan figlio di Enos figlio di Set figlio di Adamo figlio del Dio vivente. Questo appresi dalla tradizione degli antichi.

Nennio: Storia dei Britanni [17]
Traduzione di Emanuela Somalvico, con qualche variazione

Ci si può divertire a confrontare somiglianze e differenze con i popoli delle liste irlandesi, ed anche a confrontare molti nomi della genealogia di Alanus - qui parecchio lunga - con le genealogie irlandesi fornite in questa pagina: si ritroveranno parecchi nomi in comune (come Báth [Baath] ed Ibáth [Iobaath]), tanto che alcuni studiosi hanno ritenuto che Nennio possa aver tratto il suo materiale proprio da una fonte irlandese. Gli ultimi nomi della genealogia sono ovviamente i patriarchi antidiluviani della Bibbia.

Ci si può a questo punto chiedere quanto sia antica la tradizione su questo «primo europeo» Alanus. La prima citazione del personaggio la troviamo nella Tavola etnologica franca, una sorta di «Catalogo delle Nazioni» teutonico, che, sulla base dei nomi inclusi ed esclusi dal testo, è stata fatta risalire all'anno 520 (Müllenhoff 1862). I tre fratelli si chiamano qui Erminius, Ingvo, Istio, i quali corrispondono ovviamente agli irlandesi Airmen, Negúa, Isacón. In due manoscritti della Tavola il padre dei tre fratelli è detto Alanus/Alaneus e viene addirittura definito il «primo re di Roma».

Più esattamente, nella Tavola etnologica alla discendenza di Erminius vengono assegnati i Goti, i Valagoti, i Vandali, i Gepidi, i Sassoni. A Ingvo sono assegnati i Burgundi, i Turingi, i Longobardi ed i Bavaresi [Baioarii], qui citati per la prima volta in assoluto. A Istio sono ricondotti i Romani (evidentemente i Romani di Gallia), i Franchi, i Bretoni e gli Alemanni, i quattro popoli che al tempo in cui la Tavola venne compilata si trovavano sotto la dominazione di Clodoveo, re dei Franchi. Diventa a questo punto chiaro che, nel tramandarsi tale tradizioni, i redattori britannici e irlandesi dovettero travisare il senso dei nomi degli ultimi due popoli: i Bretoni divennero dunque i Britanni, gli Alemanni gli Albani (Scozzesi). Questo non significa tuttavia che il collegamento tra Albanus e Alba [la Scozia] sia un'interpretazione posteriore, in quanto è concepibile che il teutonico Alemanus - così nella Tavola etnologica - sia stato identificato con un preesistente eroe eponimo degli Albani. Naturalmente risulta più forzata l'attribuzione della fondazione di Alba Longa in Italia allo stesso Albanus, probabilmente originata dalla somiglianza tra nomi etnici.

ma c'è un altro punto da considerare. L'autore della Tavola etnologica franca, nel creare i nomi dei tre fratelli (Erminius, Ingvo, Istio) ha senz'altro presso le mosse dal famoso passo di Tacito in cui vengono illustrate le origini mitiche delle genti germaniche:

Celebrant carminibus antiquis, quod unum apud illos memoriæ et annalium genus est, Tuistonem deum terra editum. Ei filium Mannum, originem gentis conditoremque, Manno tris filios assignant, e quorum nominibus proximi Oceano Ingæuones, medii Herminones, ceteri Istæuones uocentur.

In antichi poemi, unica loro forma di trasmissione storica, [i Germani] cantano il dio Tvisto nato dalla terra. A lui assegnano come figlio Mannus, progenitore e fondatore della razza germanica e a Mannus attribuiscono tre figli, dal nome dei quali derivano proprio gli Ingevoni, i più vicini all'oceano, gli Erminoni, stanziati in mezzo, e gli Istevoni, cioè tutti gli altri.

Cornelio Tacito: La Germania [2]
Traduzione di Mario Stefanoni

Ci si può chiedere se i nomi dei tre mitici capostipiti della Tavola etnologica franca siano stati inventati a posteriori sulla falsariga dei tre etnonimi citati da Tacito, o se non risalgano essi stessi a qualche antico mito germanico. Secondo l'analisi di Jacob Grimm, Alanus altri non sarebbe che un'errata grafia del Mannus tacitiano. I nomi dei mitici antenati eponimi delle tre grandi tribù germaniche - gli Herminones, gli Ingævones e gli Istævones - possono a loro volta essere rispettivamente ricostruiti in *Herminus ~ *Ingævus ~ *Istævus (*Irmin- ~ *Ingæv- ~ *Istæv-/Iscio-). Di questi nomi il primo può essere ricondotto un ipotetico dio celeste dei Germani continentali, identificabile con Týr od Óðinn (cfr. la colonna Irminsūl adorata dai Sassoni nella foresta di Teutoburgo), il secondo al nomen antico-nordico Yngvi (epiteto di Freyr), il terzo, secondo Jacob Grimm, ad Askr, primo uomo della mitologia nordica  (Grimm 1835). I tre nomi avrebbero prodotto sia Armenon, Negue e Hessitio citati da Nennio, sia Airmen, Negúa e Isacón del Libro delle invasioni.

 

Bibliografia
  • ASIMOV Isaac: In the Beginning... New York, 1981. - ID.: In principio. Mondadori, Milano 1981 [1994].

  • COMYN David & DINEEN Patrick S. [traduzione]: CÉITINN Seathrún (KEATING Geoffrey): The History of Ireland. Londra 1902-1908.

  • DE VRIES Jan: Keltische Religion < «Schröder. Die Religionen der Menschheit». Kohlhammer, Stoccarda 1961. - ID.: I Celti: Etnia, religiosità, visione del mondo. Jaca Book, Milano 1981.

  • GINZBERG Louis: The Legend of the Jews, vol. 1. Filadelfia 1909 (?). ~ ID. Le leggende degli Ebrei, vol. 1. Adelphi. Milano 1995.

  • GRAVES Robert • PATAÏ Raphael: The Hebrew Myths. New York 1963. ~ ID.: I miti ebraici. Longanesi, Milano 1980.

  • GRIMM Jacob: Deutsche Mythologie. Göttingen, 1835.

  • MACALISTER R.A. Stewart [traduzione]: Lebor Gabála Érenn: The Book of the Taking of Ireland, 1. Irish Texts Society, Vol. XXXIV. Londra 1938 [1993].

  • MacCULLOCH John A.: The Religion of Ancient Celts. Edimburgo 1911. ~ La religione degli antichi Celti. Vicenza 1998.

  • MORALDO Luigi [cura]: GIUSEPPE Flavio: Antichità giudaiche. UTET, Torino 2000.

  • MÜLLENHOFF Karl: Die fränkische Völkertafel. Berlin, 1862.

  • MORGANTI Adolfo [cura]: NENNIO: La storia di re Artù e dei Britanni. Il Cerchio, Rimini 2003.

  • REES Brinley: Origini: il popolamento mitico dell'Irlanda < BONNEFOY Yves [cura]: «Dictionnaire des Mythologies». Parigi 1981. ~ «Dizionario delle mitologie e delle religioni», 3. Milano 1989.

  • VALASTRO CANALE Angelo [cura]: ISIDORO di Siviglia: Etimologie o origini. UTET, Torino 2004.

[BIBLIOGRAFIA CELTICA COMPLETA]
 

Direttore generale - Holger Danske.
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Asteríōn
Area Celtica -
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Consulenza Biblica: Yedāh Κqeriyyôt.

Creazione pagina: 01.05.2006
Ultima modifica: 18.11.2006

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