I NEMEDIANI
La seconda invasione

MITOLOGIA CELTICA - Sommario

Un secondo popolo giunge in Ériu cercando una nuova vita. Vi troverà oppressione e schiavitù da parte dei Fomoriani, ma lascerà la sua impronta per sempre.

NARRATIVA
  1. L'arrivo di Nemed
  2. I Nemediani
  3. Morte di Macha
  4. I Nemediani mutano l'assetto di Ériu
  5. Míde accende il primo fuoco di Ériu
  6. Lotta con i Fomoriani
  7. Costruzione delle fortezze reali
  8. Morte di Nemed
  9. Schiavitù dei Nemediani
  10. Liag la satirista
  11. Rivolta dei Nemediani
  12. Assalto alla torre di Conánn
  13. La riscossa dei Fomoriani
  14. Il destino dei Nemediani
  15. Morte di Fergus Leithderg
  16. Coloro che partirono
  17. Coloro che tornarono
    Fonti

SAGGISTICA
  1. Nemed
  2. Questioni genealogiche
  3. Spartizione del mondo

1 - L'ARRIVO DI NEMED

opo la scomparsa della stirpe di Partholón, Ériu rimase disabitata per trent'anni prima che arrivassero le genti guidate da Nemed. Costoro erano greci originari della Scizia, una terra posta tra l'Asia e l'Europa.

Questa è la genealogia di Nemed. Nemed figlio di Agnoman figlio di Pamp figlio di Tat figlio di Sera, figlio di Srú, figlio di Esrú, figlio di Fraimint, figlio di Fáthacht (o Aithecht) figlio di Magog, figlio di Iafeth figlio di Noe.

"Le invasion di Irlandai" - Illustrazione di Roger GarlandDunque Nemed apparteneva alla medesima stirpe di colui che l'aveva preceduto sul suolo di Ériu, Partholón figlio di Sera. I due rami della famiglia sembra si fossero separati ai tempi di Srú, sebbene alcuni storici affermino che Nemed fosse piuttosto discendente diretto di Partholón, pronipote di un figlio di questi, chiamato Adla.

Ma anche se appartenevano alla medesima stirpe, non poteva esserci differenza più grande tra Partholón e Nemed. Partholón era fuggito da Migdonia a causa dei suoi delitti, Nemed e i suoi compagni erano uomini liberi alla ricerca di una terra dove stabilirsi e vivere in pace.

Dopo essere partiti dalla Scizia, Nemed e i suoi uomini si erano diretti a settentrione. Alcuni dicono che avessero compiuto il lungo viaggio via terra, tenendo sulla destra i monti Urali. Ma è più probabile che fossero salpati con una flotta di imbarcazioni sulle acque del Mar Caspio, diretti a nord, per arrivare infine laddove le scogliere dei Monti Rifei segnano il limite settentrionale del mondo. Entrati nell'Oceano Boreale, i Nemediani avevano piegato ad ovest e, tenendo sulla sinistra la costa settentrionale d'Europa, erano giunti, dopo un anno e mezzo di navigazione, alle Isole Britanniche.

Quando già si profilavano all'orizzonte le scogliere di Ériu, i Nemediani avevano avvistato in lontananza un'immensa torre la cui cima si perdeva tra le nuvole. Questa sorgeva da un'isola rocciosa che si stagliava non lontano la costa di Ériu. Nella speranza di trovarvi un tesoro, i Nemediani si erano avvicinati a quegli scogli per cercarvi un approdo, ma d'un tratto si erano levate delle onde così alte e possenti che molte navi erano naufragate, mentre forti correnti avevano respinto le imbarcazioni superstiti lontane dall'isola e dalla sua torre.

Di una flotta di trentaquattro navi, ciascuna delle quali portava trenta uomini, soltanto quella su cui viaggiavano Nemed e i suoi parenti, approdò alle sponde di Ériu.

Era l'anno 2850 dopo la Creazione del Mondo, cioè 2348 anni prima della nascita di Cristo.

I geografi dell'antichità ritenevano che a nord il Mar Caspio si aprisse sull'Oceano Boreale. Era in quel luogo, più o meno, che si levavano le scogliere dei mitici Monti Rifei, forse propaggine boreale degli Urali, i quali segnavano l'estremità settentrionale delle terre emerse.
 

Nei Fondamenti della conoscenza d'Irlanda [II: 5], Keating afferma che la flotta dei Nemediani era costituita da trentaquattro navi e non parla di alcun naufragio, sembrando confermare che tutte le navi arrivassero in Ériu. È il Libro delle invasioni a specificare che soltanto la nave di Nemed approdò sulle coste d'Irlanda. Nessuna delle due fonti cita l'episodio della torre (evidentemente la Torre di Conánn).
 

"Nemed e Macha" - Illustrazione di Jim Fitzpatrick2 - I NEMEDIANI

on Nemed vi erano la sua sposa Macha e i suoi quattro capitani, che erano i suoi stessi figli, chiamati Starn, Iarbonel Fáid il «Profeta», Fergus Leithderg dal «Fianco rosso» e Ainninn. Ciascuno di essi era a sua volta accompagnato dalla sua donna: Medu, Macha, Íba e Cera.

In tutto, il gruppo era formato da trenta persone. Da questo primo nucleo sarebbe disceso quel grande popolo che le cronache irlandesi avrebbero conosciuto come «Figli di Nemed» [Clanna Nemed] o Nemediani.

3 - MORTE DI MACHA

a prima dei Nemediani a morire sul suolo di Ériu fu Macha moglie di Nemed. Ella morì dodici giorni soltanto dopo lo sbarco. Era una veggente: previde in una visione le distruzioni che sarebbero risultate, in un lontano futuro, dalla Razzia del Bestiame di Cúailnge e il suo cuore si spezzò dentro di lei.

La località dove Macha fu seppellita prese da lei il nome di Árd-macha [Armagh]. In quel luogo, ventisette secoli dopo, Pátraic avrebbe fondato il primo luogo di culto dell'Irlanda cristiana.

 

4 - I NEMEDIANI MUTANO L'ASSETTO DI ÉRIU

inché Nemed visse, il suo popolo godette di sicurezza e di prosperità.

Se i Partoloniani aveva dissodato quattro pianure, i Nemediani ne dissodarono dodici: Mág Cera, Mág nEba, Mág Cuile Tolad, Mág Luirg nel Connacht, Mág Tochair in Tír Éogain, Lecmág nel Múmu, Mág mBrésa nel Laigin, Mág Lugaid in Uí Tuirtre, Mág Seired nel Tethba, Mág Seimne nel Dál nÁraide, Mág Muirthemne nel Conaille, Mág Macha in Oirgialla.

Al tempo dei Nemediani si formarono inoltre altri quattro laghi: Loch mBrenainn [o Loch Cal] eruppe nella piana di Mág nAsail in Uí Nialláin; Loch Muinremuir in Mág Sola, presso la terra degli uomini del Laigin; e Loch Dairbrech e Loch nAinninn eruppero nella piana di Mág Mór nel Míde, il decimo anno dopo l'arrivo dei Nemediani in Ériu. Quest'ultimo lago prese il nome da Ainninn figlio di Nemed: si stava scavando una fossa per seppellirlo e si era già sul punto di deporvi la salma, quando le acque di una sorgente sotterranea eruppero dallo scavo e formarono il lago.

Come dice il poeta:

Quattro laghi dalle acque abbondanti
eruppero sulla grande terra di Fódla [Ériu]:
Loch Dairbrech, Loch mBrenainn dal dolce suono,
Loch Muinremuir, Loch nAinninn.

5 - MÍDE ACCENDE IL PRIMO FUOCO DI ÉRIU

l primo fuoco fu acceso in Ériu al tempo dei Nemediani. Ad accenderlo fu il druida Míde figlio di Brath, e lo fece sulla collina sacra di Cnócc Úachtair Forcha, al centro preciso dell'isola. Quel fuoco rimase acceso per sei anni e da esso vennero in seguito accesi tutti i fuochi di Ériu.

Glil altri druidi considerarono l'accensione di quel fuoco come un insulto e si radunarono presso la collina per discutere la faccenda. Ma Míde mozzò la lingua a tutti, seppellì le lingue sotto la collina e su quella collina si mise a sedere tutto soddisfatto.

Sua madre disse allora: - Fieramente [uaisnech] tu siedi lassù questa notte.

Dalle parole della donna, la sacra collina di Cnócc Úachtair Forcha prese anche il nome di Uisnech Míde. E dal nome del druido venne quello dell'intera provincia del Míde, che è la provincia centrale di Ériu, futura sede dei Re Supremi d'Irlanda.

Uisnech Míde è l'attuale Usney o Usnagh Hill, contea di Westmeath, nel Leinster, e corrisponde alla mitica Cnócc Úachtair Forcha, la collina regale posta al centro geografico dell'Irlanda. Secondo altri autori (Matthews), la vicenda di Míde si sarebbe svolta all'epoca dei Milesi, e i druidi a cui fu mozzata la lingua appartenevano a una stirpe precedente.
 

6 - LOTTA CON I FOMORIANI

"Fomoriani" - Dipinto di John Duncanl tempo in cui i Nemediani abitavano in Ériu, i Fomoriani scorrazzavano con le loro navi lungo le coste del paese, depredando e saccheggiando il popolo di Nemed.

I Fomoriani avevano la loro base in Tor Inís, un'isola rocciosa che si ergeva dinanzi alla costa nordoccidentale di Ériu, e tra quelle scogliere essi tenevano la loro flotta. Era la stessa isola che i Nemediani avevano scorto da lontano quando stavano per sbarcare in Ériu. La torre che vi sorgeva era la fortezza in cui dimorava i due temibili capi fomoriani, Conánn mac Febair e Morc mac Dela.

Per lungo tempo i Nemediani si opposero in tutti i modi agli assalti dei Fomoriani, e tra gli uni e gli altri si accesero una serie di scontri sanguinosi.

Una battaglia fu combattuta a Sliab Bádgna, e si concluse vittoriosamente per i Nemediani. Un'altra fu vinta da Nemed a Ross Frocháin nel Connacht. In quest'ultima caddero uccisi Gann e Gennann, due capitani fomoriani. Gann fu abbattuto da Starn figlio di Nemed, Gennann cadde per mano dello stesso Nemed.

Un'altra battaglia fu combattuta a Murbólg, a Dál Ríada, nell'Ulaid. Starn figlio di Nemed cadde per mano di Conánn mac Febair a Leithed Lachtmaige, ma anche questa volta la vittoria arrise ai Nemediani.

Particolarmente cruenta fu una battaglia che ebbe luogo a Cnám Ross nel Laigin, che si risolse in una vera e propria carneficina. Vi morirono Artur figlio di Nemed, che era nato dopo il loro arrivo in Ériu, e Iobcan figlio di Starn figlio di Nemed. Nonostante le gravi perdite, tuttavia, i Nemediani riuscirono a prevalere una volta per tutte. Pesantemente sconfitti, i Fomoriani furono resi schiavi.

 

7 - COSTRUZIONE DELLE FORTEZZE REALI

Nemediani testimoniarono la loro vittoria costruendo due fortezze reali [ríográith]: Ráth Cinneich nel Uí Nialláin e Ráth Cimbaeth nel Seimne.

La costruzione di Rath Cinneich fu portata a termine da quattro schiavi fomoriani. Si chiamavano Boc, Roboc, Ruibne e Rotan, ed erano i quattro figli di Madán Muinremar. Nemed li obbligò a costruire la fortezza nel volgere di un solo giorno e all'alba del giorno successivo li fece uccidere per paura che distruggessero ciò che avevano appena edificato. In Dáire Lige i quattro fratelli furono uccisi e nello stesso luogo furono sepolti.

Ma poiché tra i Nemediani non vi erano re, ci si è chiesti per chi essi avessero innalzato le due fortezze reali. Alcuni storici pensano che essi le avessero costruite non per loro stessi, ma per i loro lontani discendenti, che un giorno sarebbero tornati in Ériu per portarvi l'istituzione della regalità. Dunque i Nemediani avevano già previsto la venuta di questi popoli futuri e avevano provveduto ad onorarli donando loro le due fortezze di Ráth Cinneich e Ráth Cimbaeth.

 

8 - MORTE DI NEMED

odici anni dopo l'arrivo dei Nemediani, scoppiò in Ériu una terribile pestilenza nella quale morì Nemed insieme a tremila persone del suo popolo, uomini e donne.

Nemed si trovava nel Múmu quando la pestilenza lo uccise. Morì sull'isola di Oiléan Mór an Barraig, che poi venne anche chiamata Oiléan Árd Nemed, nel Crích Líathan (il futuro territorio dei Uí Líathan).

 

9 - SCHIAVITÙ DEI NEMEDIANI

inché Nemed era rimasto in vita, i Fomoriani non avevano osato ribellarsi. Ma quando il capo dei Nemediani scese nella tomba, essi decisero che era giunto il momento della riscossa e si levarono in armi contro i loro padroni.

I Nemediani, essendo i loro capi e i migliori campioni periti nelle battaglie e nell'epidemia di cui è stato detto, vennero presto sopraffatti. Da signori dell'isola divennero sudditi dei Fomoriani, i cui capi Morc mac Dela e Conánn mac Febair si rivelarono ben presto duri e spietati sovrani. Dalle scogliere rocciose di Tor Inís, dove si levava la Torre di Conánn, essi tenevano soggiogato il popolo di Ériu.

Fu una triste schiavitù, quella dei Nemediani. Ogni anno, alla vigilia di Samain, dovevano consegnare ai Fomoriani i due terzi del grano, del latte e della primogenitura. La consegna dei tributi avveniva in una radura posta tra il Drabaois e l'Erne, che per questo venne chiamata Mág Cétne, «Stessa pianura». Da ogni famiglia venivano consegnate ai Fomoriani una misura colma di crema di latte, una misura di farina di grano e una di burro, che venivano portate a Morc e Conánn in Tor Inís. Non si osava più lasciar scorgere il fumo dal tetto in nessuna casa.

Fu per questo che i Fomoriani si guadagnarono questo nome, che in gaelico significa «Coloro che vengono dal mare», perché dalla loro isola si arricchivano a spese della popolazione di Ériu.

 

10 - LIAG LA SATIRISTA

entre i Nemediani soffrivano sotto il gioco dei Fomoriani, una donna chiamata Liag viaggiava da un capo all'altro di Ériu per ricordare ai figli di Nemed quanto fosse duro e ingiusto il tributo che i Fomoriani avevano imposto loro, e lo faceva recitando questi versi:

Il tributo che è stato qui stabilito,
tre misure che non sono proprie scarse:
una misura di crema di buon latte,
e una misura di farina di grano,
il terzo obbligo, crediamo sia pesante,
una misura di burro come condimento!

In questo modo, ella teneva viva nel cuore dei Nemediani la scintilla del risentimento, non cessando di ricordare loro quanto fosse vergognoso per un popolo libero sottomettersi a una così triste sudditanza.

 

11 - RIVOLTA DEI NEMEDIANI

a tassa ignominiosa, causa di miseria, finì per scatenare lo sdegno dei Nemediani.

Riuniti in assemblea, i Nemediani deliberarono di recarsi in Tor Inís, dove si trovava la grande flotta dei Fomoriani, e di dar battaglia se non fosse stato alleviato il tributo. Li guidavano Fergus Leithderg figlio di Nemed, Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed, ed Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed, con i suoi due fratelli, Manntán e Iarthacht. Trentamila per mare e trentamila per terra furono i Nemediani che parteciparono alla spedizione, oltre alla plebe che portarono con loro allo scopo di accrescere le file dell'assembramento.

Insediatisi davanti alle spiagge di Tor Inís, i Nemediani mandarono Alma Aonfiachail «Unico dente» alla Torre per chiedere a Conánn mac Febair una delazione che consentisse loro di pagare il tributo alla fine di tre anni. Ma Conánn si sdegnò del messaggio ed Alma tornò a riferire come non avesse ricavato alcun profitto da quel viaggio. I Nemediani lo indussero a ripresentarsi per chiedere a Conánn un rinvio di un solo anno: gli illustrasse la loro povertà e l'impossibilità di mettere insieme l'onerosa tassa annuale, aggiungendo la promessa di una completa remissione al termine della scadenza concessa. Se poi non avesse ottenuto la dilazione, proclamasse la guerra. I Nemediani preferivano cadere tutti insieme: uomini, donne e fanciulli, piuttosto che patire ancora la grande miseria.

- Ve lo concedo - fu la risposta di Conánn, - a condizione che non vi separiate fino alla scadenza fissata. Se a quel termine non avrete pagano il tributo, io ed i miei fomoriani vogliamo che vi raduniate in un unico posto affinché vi si possa distruggere tutti!

 

12 - ASSALTO ALLA TORRE DI CONÁNN

Le scogliere dell'isola di Tory, sulla costa nordoccidentale d'Irlanda. È la mitica Tor Inís, da dove sorgeva la Torre di Conánn. Nemediani accettarono le condizioni. Mandarono intanto messaggeri in Scizia per chiedere soccorso ai loro antichi compatrioti.

Regnava in Scizia Smol mac Esmol, la cui figlia Relbeo era madre di Fergus Leithderg ed Alma Aonfiacail. Non appena essi appresero della situazione in cui si trovavano i figli di Nemed, misero in mare un'enorme flotta che fece subito vela per Ériu. Della spedizione facevano parte non solo valenti guerrieri, ma anche potentissimi druidi d'ambo i sessi, più animali pericolosi come volpi, lupi e maiali velenosi. La flotta gettò le ancore presso Tor Inís e venne intimato a Conánn mac Febair di concedere la libertà al popolo dei Nemediani, altrimenti sarebbe stata la guerra. I messaggeri inviati a Conánn ritornarono riferendo che il capo dei Fomoriani era pronto a combattere.

Ma la principessa Relbeo, che si era unita alla schiere, con le sue arti druidiche cambiò il suo aspetto in quello di una concubina di Conánn e, penetrata nella torre, si mescolò alle amanti del capo fomoriano e così poté spiare i piani di Conánn. Su suo consiglio, i Nemediani costruirono intorno alla Torre di Conánn un muro alto e solido, quindi scatenarono gli animali velenosi contro i Fomoriani. L'impeto di quegli animali strani e pericolosi aprì una serie di brecce in ogni acquartieramento e sulla loro scia vennero all'attacco i Nemediani.

Conánn, che riteneva un'ignominia non affrontare faccia a faccia i propri nemici, si gettò fuori con i suoi squadroni. Pensava fosse più facile dar battaglia in campo aperto che attendere che lupi e maiali penetrassero nella torre attraverso le mura distrutte. Quando gli attaccanti li videro uscire allo scoperto, legarono le bestie velenose e, lasciata una guardia a sorvegliarli, procedettero alla battaglia. Fergus Leithderg si mosse per impegnare personalmente il possente Conánn. Questi non poté rifiutare: feroce fu lo scontro ma alla fine il capo fomoriano cadde ucciso.

L'assedio si protrasse a lungo poiché i druidi di entrambi le schiere opponevano incantesimo a incantesimo. Molti valorosi guerrieri caddero dall'uno e dall'altra parte, ma alla fine, con uno sforzo disperato, i Nemediani ebbero la meglio sui loro nemici. Circondarono e massacrarono tutti i Fomoriani: non uno di essi riuscì a fuggire.

Dopo essere stata depredata, la Torre di Conánn fu data alle fiamme e le donne e i fanciulli fomoriani perirono nel rogo.

 

13 - LA RISCOSSA DEI FOMORIANI

entre la Torre di Conánn bruciava, i Nemediani festeggiavano la vittoria e spartivano tra loro il bottino. Quando, ecco, tre ventine di navi fomoriane comparverso sul mare. Le comandava Morc mac Dela, che era corso in Africa a chiedere soccorso alla gente del suo popolo ed ora, benché tardivamente, giungeva a dare manforte a Conánn mac Febair. Morc apprese con dolore della morte di Conánn e mosse contro i Nemediani ben deciso a vendicarlo.

Benché stanchi, i Nemediani accorsero alla battaglia, risoluti a non tollerare oltre la presenza dei Fomoriani sul suolo di Ériu. Le due flotte si incontrarono sul mare e gli uomini presero a battersi ferocemente. La battaglia si trasformò in un'orribile carneficina ed era così grande l'accanimento dei contendenti, che nemmeno si avvidero della gigantesca ondata di marea che li sovrastava da ogni lato. Ma anche se l'avessero vista, non avrebbe fatto alcuna differenza: lottavano tutti con tale trasporto che nessuno avrebbe potuto staccarsi dall'avversario. Fu così che l'ondata travolse le due flotte e tutti perirono.

Si salvò dal cataclisma soltanto un vascello dei Nemediani con trenta persone a bordo.

Era l'anno 3066 dopo la Creazione del Mondo, cioè 2132 anni prima della nascita di Cristo.

Così Eochaid úa Flainn scrisse su questi fatti:

L'assalto alla Torre di Conánn, grande evento,
contro il grande Conánn mac Febair:
gli uomini di Ériu vi andarono,
tre nobili principi con loro.

Tre volte ventimila dalle imprese brillanti,
sulla terra e sopra il mare,
il numero dei Nemediani
partiti ad assaltare la torre.
Il temibile Conánn mac Febair
cadde per mano del valoroso Fergus;
poi giunse Morc mac Dela,
chiamato per dare soccorso.
Conánn però era già caduto:
fu per Morc dolorosa notizia.

Tre volte venti navi sul mare
la flotta di Morc mac Dela;
la circondarono prima che toccasse la riva
i Nemediani, forza splendente.
Gli uomini di Ériu scesero tutti in battaglia,
dopo la venuta dei Fomoriani;
tutti li inghiottì l'onda del mare,
solo tre volte dieci ne risparmiò.

L'assalto alla Torre di Conánn, grande evento,
contro il grande Conánn mac Febair:
gli uomini di Ériu vi andarono,
tre nobili principi con loro.

14 - IL DESTINO DEI NEMEDIANI

uecentosedici anni i Nemediani erano rimasti in Ériu, dal loro arrivo alla distruzione della Torre di Conánn.

I trenta nemediani sopravvissuti si spartirono Ériu in tre parti, ciascuna sotto la sovranità di un capitano. A Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed toccò il terzo da Tor Inís al fiume Bóann. A Semeon Brecc il «Maculato» figlio di Starn figlio di Nemed, il terzo dal Bóann a Belach Conglais. A Britán Maol figlio di Fergus Leithderg figlio di Nemed, il terzo da Belach Conglais a Tor Inís.

Ma la vita non era facile per i pochi sopravvissuti. Le epidemie li falcidiavano. E come se ciò non bastasse, i Fomoriani erano ritornati e tutti vivevano nel terrore di una loro vendetta.

 

15 - MORTE DI FERGUS LEITHDERG

ergus Leithderg e ventiquattro dei suoi figli morirono avvelenati. Chi preparò per loro la bevanda mortale fu Dreco ingen Chalchmáel, poetessa e druida. Il monte su cui essi perirono prese il nome di Nemthen, «Veleno Possente».

Nemthen è il monte Nephim, nella contea di Mayo.

16 - COLORO CHE PARTIRONO

ra le epidemie e la minaccia fomoriana, la vita dei Nemediani in Ériu era divenuta insostenibile. Fu così che essi decisero di lasciare l'isola di Ériu e di riprendere le vie del mare.

Alcuni dei Nemediani, tuttavia, non vollero lasciare le loro case e preferirono rimanere in Ériu piuttosto che tentare l'avventura in altri paesi. Rimase a guidarli Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed, coadiuvato da dieci guerrieri che vennero scelti per rimanere sull'isola. Beothach purtroppo morì per una delle frequenti epidemie che imperversavano sull'isola.

Intanto coloro che avevano deciso di partire si adoperavano alla costruzione delle navi. Sette anni durarono i preparativi della partenza. Approntata una flotta, i Nemediani si divisero in tre parti, ogni gruppo agli ordini di un capo. Le navi salparono dalle sponde di Ériu, e preso il mare, la flotta si divise in tre parti e ogni flottiglia prese una direzione diversa. Tra navi, vascelli e piccole barche, si dice fossero in tutto centotrenta imbarcazioni.

Semeon Brecc, figlio di Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed, volse le prue a sud e riportò il suo gruppo di uomini in Grecia, senza sapere che andavano incontro a un destino di schiavitù.

Ibáth, figlio di Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed, girò la prua verso nord e si recò a settentrione. Non si sa di certo quali isole abbia trovato nei freddi mari boreali. Alcuni dicono che i suoi discendenti si siano insediati in una terra chiamata «Boezia», dove coltivarono le arti druidiche e diedero vita a un grande popolo di maghi e guerrieri.

Il terzo gruppo girò invece la prua ad est. Érglann e Manntán e Iarthacht, i tre figli di Béoan figlio di Starn, volsero le prue ad est e si diressero a Dobar e Iardobar, nel nord di Alba [la Scozia]. La loro posterità si stabilì in quelle terre, finché i Crutheni [i Pitti] giunsero a loro volta in Alba da Ériu, costringendoli a lasciare il paese. Dello stesso gruppo faceva parte Britán Maol figlio di Fergus Leithderg, il quale sbarcò più a sud, in quella terra che da lui prese il nome di Britannia. Da lui discesero i Britanni, che popolarono quel paese ed erano ancora là ai tempi dei Romani, finché Hengist e Horsa, i due figli di Guictglis re dei Sassoni, non vennero a sottometterli respingendoli verso le spiagge occidentali.

Un antico poeta così canta:

Generoso figlio di Fergus Leithderg,
tutti i Britanni, vittoria con gran fama,
da lui senza eccezione discesero.

Ed altri poeti confermano con questi versi:

Britán Maol, figlio del guerriero,
nobile discendenza sortì da lui,
figlio di Leithderg da Lecmág
da cui discendono i Britanni nel mondo.

Quei pochi tra i Nemediani che erano rimasti in Ériu, tornarono ben presto a soffrire sotto il giogo dei Fomoriani. Fu una lunga e triste schiavitù, che ebbe fine soltanto quando giunse in Ériu a liberarli il popolo dei Fir Bólg.

 

17 - COLORO CHE TORNARONO

i ricorderà che i Nemediani avevano costruito le due fortezze regali di Ráth Cinnech e Ráth Cimbaeth non per loro, ma per quei loro lontani discendenti che avrebbero portato in Ériu l'istituzione della regalità. Si dice anche che delle dodici pianure dissodate, solo un terzo fosse destinata per sé stessi: i rimanenti due terzi ognuno per ogni gruppo di discendenti di cui si preparava la venuta.

E in effetti, dai tre sparuti gruppi di fuggiaschi che avevano lasciato Ériu, sarebbero discesi altrettanti popoli forti e fieri. Di questi popoli, due erano destinati a tornare in Ériu per invaderla e colonizzarla ancora una volta.

Dal gruppo di Semeon Brecc , figlio di Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed, che aveva fatto ritorno in Grecia, discese una forte e fiera posterità, il popolo dei Fir Bólg. Costoro tornarono in Ériu per conquistarla.

Settanta anni e duecento
è questo il computo, senza esagerare,
da quando Nemed venne dall'est
sopra il mare con i suoi figli,
a quando i discendenti di Starn vennero
dalla Grecia, severi e terribili.

I discendenti di Ibáth, che si erano stabiliti nelle regioni settentrionali del mondo, divennero un popolo di valenti guerrieri e di sapienti druidi. I Túatha Dé Dánann, i quali erano a loro volta destinati a ritornare in Ériu per strapparla ai Fir Bólg e per chiudere una volta per tutte il conto con i Fomoriani.

 

FONTI

I - NEMED

Il nome Nemed vuol dire «privilegio» o forse «santità». È possibile rapportarlo a una dea dei Celti continentali, Nemetona, il cui nome ricompare in iscrizioni della Germania celto-romana e che, a quanto pare, godeva di particolare importanza. Il nome Nemetona è sicuramente connesso al termine nemeton «santuario», indicante un bosco sacro, forse da interpretarsi come «colei che è venerata nei sacri boschi» o forse, ancora meglio, «Santissima». Nemetona è a sua volta omologa ad una dea irlandese, la Némain, una delle tre furie guerriere sempre presenti nel furore delle battaglie.

Entrambi i nomi si accordano a quello di Nemed, la cui sposa Macha, un'antica dea della terra, fu venerata come patrona dei convegli degli Ulati in Emain Macha. Chi è dunque questo Nemed, a cui vengono attribuiti terreni dissodati e colonie? Certo un'antica figura mitica, forse divina, evemerizzata e trasformata in un semplice eroe culturale. Secondo Dumézil vi è da vedere un personaggio della prima funzione (Dumézil 1954).

Parallelamente, sembra che Nemed sia assimilabile a Nefyed Naf Nefion, l'eroe del diluvio del mito gallese, ricordato nelle Triadi dell'isola di Britannia. Qui il diluvio sarebbe stato causato da uno straripamento del Llyon-Llion, il Lago delle Onde. Nefyed costruì una barca, su cui fuggirono Dwyvan e sua moglie Dwyvach (Berresford-Ellis 1999). Se l'omologia tra Nemed e Nefyed fosse confermata, Nemed sarebbe ben più di un semplice eroe culturale, ma una sorta di Nóe gaelico, che naviga sulle acque del diluvio per poi sbarcare in Irlanda con la sua gente e popolarla.

 

II - QUESTIONI GENEALOGICHE

La genealogia dei Nemediani che abbiamo dato nel testo, è quella riferita da Keating nei Fondamenti della conoscenza d'Irlanda. Essendo l'ultimo grande compilatore della tradizione mitologica irlandese, Keating ha il pregio di condensare l'intera tradizione in un tutt'uno organico e coerente. Naturalmente, essendo anche l'autore più lontano dalle fonti originali, è legittimo chiedersi quanto sia «autentico». Essendo impossibile ricostruire la forma letterale del mito originale (sempre che sia davvero esistita una tradizione canonica più autorevole delle varie tradizioni locali), abbiamo preferito scegliere una linea integrandola con particolari e dati tratti da altre opere, a cominciare dal Libro delle invasioni d'Irlanda e dalle Storie toponomastiche.

Le genealogie raccolte nel Libro delle invasioni e in altri testi differiscono solo per pochi dettagli da quelle di Keating, anzi, molto spesso quelle di Keating appaiono decisamente più convincenti. Mentre vi è una perfetta intesa riguardo ai nomi dei quattro figli di Nemed, suoi capitani nel corso dell'invasione di Ériu (Ainninn, Fergus Leithderg, Iarbonel Fáid e Starn), i testi si trovano in lieve disaccordo per quanto riguarda i loro discendenti. Ad esempio, Keating dice che i tre comandanti nemediani che si levarono contro i Fomoriani furono:

  1. Fergus Leithderg figlio di Nemed;

  2. Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed;

  3. Érglann e Manntán e Iarthacht, figli di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed.

Questi personaggi sono rispettivamente un figlio, un nipote e tre bisnipoti di Nemed. Se teniamo conto che Ainninn morì senza discendenti anni prima dell'insurrezione contro i Fomoriani, e quindi non è rappresentato nello schieramento, i tre capi nemediani che giunsero in Tor Inís a sfidare e forze fomoriane rappresentano le tre linee di sangue della schiatta di Nemed. Il fatto di porsi a tre diversi livelli generazionali (figlio, nipote e bisnipoti) li dispone tra loro in un mutuo rapporto che si estende tanto nella dimensione spaziale quanto in quella temporale, dunque insieme sincronico e diacronico. È allora giustificata l'espressione «Figli di Nemed» [Clanna Nemed], più esattamente «Discendenza di Nemed», con cui i testi irlandesi definiscono i Nemediani.

Il Libro delle invasioni è d'accordo sul primo e sul terzo dei tre capitani, ma pone un Semeon o Semul, al posto di Beothach, quale figlio di Iarbonel Fáid. Non sembra essere lo stesso Semeon che, più avanti, nello stesso testo, è detto figlio di Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed e di cui si narra il ritorno in Grecia con il suo seguito. Quest'ultimo, viceversa, è da identificare con quel Semeon Brecc che Keating afferma, saltando due generazioni, essere direttamente figlio di Starn figlio di Nemed.

Nel ridurre il numero delle filiazioni della genealogia di Semeon Brecc, Keating era forse spinto da considerazioni razionali: difficile conciliare in un unico episodio personaggi appartenenti a generazioni tanto distanti. Ma in questo caso potremmo anche risultare giustificati se ci distaccheremo a nostra volta dalla versione di Keating. Nel Libro delle invasioni i tre capi che lasciarono Ériu, diretti rispettivamente in Britannia, nelle terre boreali e in Grecia, sono proprio i figli dei tre capi nemediani che Keating poneva sotto le mura di Tor Inís. Se non la coerenza storica, è giustificato l'equilibrio interno della narrazione:

  1. Britán Maol figlio di Fergus Leithderg figlio di Nemed;

  2. Ibáth figlio di Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed;

  3. Semeon Brecc figlio di Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed.

Naturalmente vi sono ancora vari punti da verificare. Alma Aonfiacail per esempio, figlio di Nemed e di Relbeo, figlia del re degli Sciti o dei Greci (i due termini nelle nostre fonti sono interscambiabili), viene citato soltanto nel Libro delle invasioni e nei testi ad esso collegati. In Keating non solo non si nomina mai Alma (e manca del tutto l'episodio in cui i Nemediani si recano a parlamentare presso Conánn), ma non si cita altra sposa di Nemed che non sia Macha. Il che naturalmente non indica che tutti i quattro figli di Nemed fossero figli di Macha. Significa soltanto che nella nostra conoscenza delle genealogie mitiche irlandesi mancano parecchi tasselli.

III - SPARTIZIONE DEL MONDO

Nel corso della storia mitica di Ériu, che abbiamo esaminato altrove [MITI], l'Irlanda fu più volte spartita in due, tre, quattro o cinque parti, anche se la canonica divisione in cinque province o «quinti» è tradizionalmente attribuita ai Fír Bólg. Questo punto riecheggia le antiche cosmologie e la divisione del mondo in «climi».

La spartizione di Ériu tra i Nemediani avviene soltanto al termine del loro tempo, quando i sopravvissuti alla guerra contro i Fomoriani dividono Ériu in tre parti, ciascun terzo al comando di uno dei capitani.

  1. A Britán Maol figlio di Fergus Leithderg figlio di Nemed, il territorio da Belach Conglais a Tor Inís.

  2. A Semeon Brecc figlio di (Érglann figlio di Béoan figlio di) Starn figlio di Nemed, il territorio dal Bóann a Belach Conglais.

  3. A Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed, il territorio da Tor Inís al fiume Bóann.

Ma questa divisione di Ériu è soltanto propedeutica alla successiva divisione del mondo da parte dei medesimi discendenti di Nemed.

  1. Britán Maol figlio di Fergus Leithderg figlio di Nemed, si dirige a est con i suoi uomini. Da questo gruppo discenderanno i Britanni.

  2. Semeon Brecc figlio di (Érglann figlio di Béoan figlio di) Starn figlio di Nemed, si dirige a sud e torna nella Grecia/Scizia da cui erano partiti i suoi avi. Da questo gruppo discenderanno i Fír Bólg, i quali in seguito faranno ritorno ad Ériu.

  3. Ibáth figlio di Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed, si dirige nelle lontane regioni boreali. Da questo gruppo discenderanno i Túatha Dé Dánann, i quali parimenti faranno ritorno ad Ériu, scontrandosi con i Fír Bólg.

Questo è un punto molto importante. Nell'intera mitologia irlandese tutte le spartizioni avvengono sempre all'interno di Ériu. Nel mito dei Nemediani , invece, vi è l'unico caso di spartizione che avviene all'esterno.

Tale tripartizione è legata alle tre funzioni fondamentali che, secondo gli studi di Georges Dumézil, nel pensiero comune delle antiche culture indoeuropee, presiedevano all'organizzazione della società umana e del cosmo. La prima funzione riguardava la conoscenza magico-sacrale, la seconda funzione la regalità e la guerra, la terza funzione le attività economiche e la prosperità (Dumézil 1985). Abbiamo visto che i popoli che invasero Ériu dopo il diluvio non fecero altro che condurre nell'Isola di Smeraldo le categorie di ciascuna delle funzioni duméziliane. I Partoloniani erano dei fuori-casta, i quali introdussero in Irlanda i rudimenti del vivere civile ma erano privi dei diritti religiosi e politici (e quindi non appartenevano a nessuna funzione). Ma i Nemediani sono agricoltori in possesso dei loro pieni diritti civili (prima funzione); mentre, tra i loro discendenti, i Fír Bólg introdurranno l'istituzione della regalità (seconda funzione) ed i Túatha Dé Dánann il druidismo e le conoscenze sacre (terza funzione). [VEDI]

La distinzione tra i tre popoli, e quindi la creazione delle tre funzioni che verranno successivamente introdotte in Eriu, viene attuata appunto dalla separazione dei figli di Nemed nelle tre regioni del mondo.

Si tratta della versione irlandese del mito della spartizione del mondo, ben conosciuto ai comparatisti, di cui sono stati individuate gli omologhi in altri sistemi mitologici. Nel Libro dei re di Ferdousī, ad esempio, si narra di come re Ferīdūn (il Θrētāona avestico) abbia diviso i regni del mondo tra i suoi tre figli. Al primo, che chiese in dono grandi ricchezze (terza funzione), assegnò l'ovest con Roma; al secondo, che chiese in dono la prodezza e la forza guerriera (seconda funzione), assegnò il nord-est con il Turkestān; al più giovane, che chiese la legge e la religione (prima funzione), assegnò l'Irān e l'India.

Un simile racconto compare nel mito indiano (Mahābhārata [I]), nella versione erodotea del mito scitico (Storie [IV: 5-7]), e addirittura nelle chansons de geste francesi, laddove Aymeri di Narbona manda i suoi figli nel mondo ripartendo tra loro, equamente, funzioni e punti cardinali (I Narbonesi) (Grisward 1989). I punti cardinali non hanno una precisa corrispondenza con le funzioni, essendo questi condizionati dalla regione in cui il mito viene riattualizzato.

Questo motivo della spartizione del mondo è appunto sopravvissuto tra i Celti d'Irlanda nell'episodio dei Nemediani. Qui è la terza funzione ad essere spedita ad est per dare origine al popolo dei Britanni, mentre la seconda va a sud per dare origine ai Fír Bólg e la prima va a nord per dare origine ai Túatha Dé Dánann. Naturalmente ci sono ancora molti dettagli da definire, ma è evidente che in Europa furono soprattutto Germani e Celti a conservare meglio le antiche tradizioni indoeuropee.

 

Sezione Miti - Holger Danske.
Area Celtica -
Óengus Óc.

Creazione pagina: 15.12.2003
Ultima modifica: 24.02.2010

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