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CELTI
Irlandesi

MITI CELTICI
LEBOR GABÁLA ÉRENN
POEMA
XXX
«A chóemu cláir Cuinn Cóemḟinn»
«O eruditi della piana del bianco, gentile Conn»
LEBOR GABÁLA ÉRENN
Lebor Gabála Érenn. Saggio
1. Dalla creazione del mondo...
2. Origine dei Gaeli
3. Muintir Cessrach
► 4. Muintir Parthóloi
Poemi:   XXX XXXI XXXII
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POEMA XXX - Saggio
POEMA XXX - Testo
Note
Bibliografia
LEBOR GABÁLA ÉRENN
XXX
«A chóemu cláir Cuinn Cóemḟinn»
«O eruditi della piana del bianco, gentile Conn»

Il poema XXX del Lebor Gabála Érenn è una composizione bardica, di argomento gnomico-sapienziale, che riporta le vicende di due invasioni irlandesi: quella dei Muintir Chesrach, riassunta in cinque strofe, e soprattutto dei Muintir Partholóin. Particolare attenzione è rivolta ai mutamenti morfologici del territorio irlandese: l'autore elenca i laghi e le pianure che si formarono in Ériu dopo l'arrivo di Partholón, distinguendoli dai laghi, dai fiumi e dall'unica pianura già presente prima del suo arrivo. L'autore, che si cita nella chiusa del testo, è il bardo Eochaid úa Fláinn (Eochaid úa Flannucáin ±936-1004).

Seathrún Céitinn cita nella sua opera le seguenti quartine: 8, 15, 17, 21, 23, con minime varianti (Foras feasa ar Éirinn [I: , 2]).

Il metro è il rannaigecht becc. Vi sono allitterazioni [conachlann] tra la parola finale di una quartina e quella iniziale della successiva (allitterazioni che scompaiono comunque dopo l'undicesima quartina). In ogni quartina, almeno tre versi, o due coppie di versi, rimano tra loro, e vi sono frequenti allitterazioni interne. A volte, tuttavia, la tirannia della rima costringe l'autore a soluzioni poco eleganti.

In: Lebor Gabála Érenn R1 [IV: 8]. L, 3 β  | F, 6 α 
In: Lebor Gabála Érenn R2 R3 [IV: 21]. V 5 α  | D 8 γ  | E 3 δ  | R 78 α  (*) | B 13 γ  | M 274 α 

(*) in R: solo prima quartina

LEBOR GABÁLA ÉRENN
XXX
«A chóemu cláir Cuinn Cóemḟinn»
«O eruditi della piana del bianco, gentile Conn»
     
1 A chóemu cláir Cuind Cóemḟind
fuind fer Fáil, feib adféidim,
cía dám íar tustin talman,
cétna tárlad for hÉrinn?
O eruditi della piana del bianco, gentile Conn,
della terra degli uomini di Fál, come io racconto,
quale compagnia, dopo la creazione del mondo,
accese per prima delle luci su Ériu?
2 H-Ériu ría ndílind detha,
feib adrímim a retha,
foḟuair féin fessaig findgil,
im Chessair ingin Betha.
Ériu prima dell'incalzare del diluvio,
ne ho calcolato i tempi, ben informato,
fu trovata dalle bianche, lucenti fíanna,
con Cessair figlia di Bith.
3 Bith mac Nóe na n-il-drem,
cid ro chlói re cladband,
marb i Sléib Bethaid badbu;
atbath Ladru in Ard Ladrand.
Bith, dalle molte schiere, figlio di Nóe,
nonostante i successi conseguiti,
morì nella battagliera Slíab Betha;
Ladra morì in Árd Ladrann. 
4 Luid Fintan for fecht fainne,
frith a lecht, ba léim luinne,
nir bo tricc i clud chilli,
acht a fert úas Tul Tuinne.
Fintán intraprese un debole viaggio, 
trovò la sua tomba, un balzo impetuoso;
non aveva fretta di scendere in un sepolcro,
ma ebbe una fossa su Tul Tuinne. 
 
5 Do Dún Bárc fri fléid fosra
dosnuc trácht cen méid mesra;
oc in charn, ic muir mesra,
marb Cessair i Cúil Chesra.
A Dún na mBárc, celebrando la separazione,
si divisero sbilanciati nei calcoli ch'avevan fatto;
al carn, dinanzi al mare fecondo,
morì Cessair in Cúl Cessrach.
6 Cethracha láthe lán-ṡeng
do ruacht in sathe séim-ṡeng:
inna mbairc, ria ndeilm ndílend,
gabsat áit hírend Érend.
In quaranta disperati giorni,
giunse la slanciata, leggiadra compagnia
sulle sue navi, prima del fragore del diluvio,
e sbarcò sulla terra di Ériu.
 
7 Atracht for fecht fír-fuiglech,
tri nert ind Rig dia n-adrad;
Finntan, ba fer co scélaib
do thoraib trénaid talman.
Si levò nel suo viaggio di verità,
grazie alla potenza del Re che venerava;
Fintán, un uomo che recava storie
alle possenti schiere del mondo.
8 Tri chet bliadan arbágim,
ráidim tria ríagla rímim,
ba fás fri fáidi fáidim,
Ériu aibind íar ndílind.
Trecento anni, mi vanto di questo,
parlo secondo l'autorità del mio calcolo,
e lo proclamo a dispetto degli adulatori,
Ériu rimase deserta, dopo il diluvio.
9 Doluid Partholón prímda
réim rígda dar rían rámda;
a chethrur curad cáemdíl...
ba díb in tsáergein Slánga.
Venne l'eminente Partholón,
la rotta di un re sul mare battuto dai remi,
il suo quartetto di eroi, cari e leali...
era tra loro il nobile Slánga.
 
10 Slanga, Laiglinne lainnech,
clárda, cáidglinne a curach;
a triar urgnaide airech,
ocus Rudraige ruirech.
Slánga, il brillante Laiglinne,
piatto, nobile e forte il suo curach,
questo era l'esperto trio di airig,
e il comandante Rudraige.
 
11 Ro slechta maige a mór-chaill,
leis ar gaire dia grad-chaind;
Mag nItha tes, bri buadchind,
Mag Li luatraind, Mag Lathraind.
Sgombrò lui le pianure dei loro vasti boschi
tenendosi vicini i suoi cari figlioli;
a sud Mag nÍtha, collina di un capo vittorioso,
Mag Lí delle ceneri, Mag Ladrann.
 
11a [Iar ccomgabail sunn sedal
do Partholon nar traottadh
Fea dedla in cech arccdacht
cetna galgat rogaedadh.]
[Dopo che fu trascorso del tempo,
a Partholón che si abbatteva (?),
il coraggioso Fea dalle numerose imprese
fu il primo campione a venire scelto.]
12 Secht loch-madmand cía thoimsid,
co cloth anmand cía thadbsid,
línsat, fo gebind gibsig,
hÉrinn indsig na amsir.
Sette eruzioni di laghi, le ho contate,
con nomi famosi, che renderò noti,
ricoprirono, imprigionati nelle concave valli,
l'isola di Ériu, a quel tempo.
13 Loch Laiglind, Loch Cúán coltra,
Loch Rudraige, rúad cen rechtga,
Loch Techet, Loch Mesc medach,
Loch Con, Loch n-elach nEchtra.
Loch Laiglinne, il rude Loch Cúán,
Loch Rudraige, un signore che non governa,
Loch Dechet, Loch Mesc abbondante di idromele,
Loch Con, Loch Echtra pieno di cigni.
 
14 Úas Érind aille datha,
feib adféidim cach fotha,
noco nḟuair for dind Betha
ar a chind acht trí locha.
Sopra Ériu, dai colori sgargianti,
– io vi narro l'origine di tutto –,
in Dinn Betha egli non trovò
che tre laghi prima di lui.
 
15 Trí locha, aidbli ammáis,
ocus nói m-aibne n-immais:
Loch Fordremain, Loch Luimnig,
Findloch ós imlib Irrais.
Tre laghi, vasti e senza maree (?),
e nove fiumi ricchi di bellezza;
Loch Fordremain, Loch Luimnig,
Finnloch oltre i confini di Irrus.
16 Aband Lifi, Luí lúadem,
diandrechi cach druí dénend:
derbais dég-airde dílend
senchas sen-aibne hErend.
Il fiume Lifé, il Luí ricordiamo,
a cui inneggia ogni druido esperto di metrica:
dimostra l'altezza raggiunta dal diluvio
la storia degli antichi fiumi di Ériu.
17 Muad, Slicech, Samair, sluinde,
Buas, buindi ar bladáeb benne,
Modorn, Find fo gné lanna,
Banna eter Lé is Elle.
Múad, Slicech, Samáir, menzionali,
Buas, torrente in cima a ogni fama,
Modorn, Finn lucente come metallo,
Banna tra Lé ed Elle.
18 Atbath íar n-úaill, co n-ócaib,
Partholón, don chúain chétaig:
ro slechta selbaib, sétaib,
for sén-maig Elta Etair.
Morì con orgoglio, insieme ai guerrieri,
Partholón dalle centuplici schiere;
furono falciati con averi, con tesori,
in Sénmag Élta nÉtair.
 
19 Is aire is sen-mag sona...
is Día delbach fotera:
fo fích ro thesc mein mara,
ni frith frem na flesc feda.
Ed ecco perché è la prospera «antica piana»...
fu Dio il creatore la causa di tutto:
sul suo suolo, separato dal golfo marino,
non fu mai trovata radice, arbusto o bosco.
20 Fail and a ḟert íar fíraib,
cen cop nert eter nóemaib:
be tui a thuil fo támaib
ni cói crábaid diar cáemaib.
Là e la sua tomba, in verità,
sebbene egli non abbia autorità tra i santi:
silenzioso il suo sonno là dove riposa,
dove non vanno a visitarlo gli eruditi.
 
21 Tri chét bliadan cíadfeisid,
ós déisib diamra d'úasaib,
don gasraid glébind grésaig,
for hÉrind áesaig úasail.
Trecento anni, dovreste saperlo,
sopra le terre, segreto da esaltare (?),
stettero le schiere, melodiose-lucenti e durature,
sull'antica, nobile Ériu.
 
22 Fir, mnái, meic, ocus ingin,
i callann Mái, mór derbaid,
ní slán sám-thodáil samraid,
tám Partholóin i mBregmaig.
Uomini, donne, ragazzi e fanciulle,
a callann Mái, grande impedimento,
non fu un salutare esordio d'estate, (?)
la peste di Partholón in Mag mBreg.
23 Bái tricha bliadan bochta
ba fás fri fíanna fechta,
íar n-éc a slúaig fri sechtmain
na n-eltaib for Maig Elta.
Furono trenta sterili anni
in cui [Ériu] fu vuota, davanti alle abili fíanna,
dopo la settimana in cui si estinsero le genti
nelle loro moltitudini a Mag nÉlta.
24 Adram do Ríg na nDúile,
do deg-barr, din ar ndáine,
leis cach drem, leis cach dine,
leis cach cenn, leis cach cáime.
Adoriamo il Re dell'universo,
il buon capo, la fortezza della gente,
di cui è ogni schiera, ogni generazione,
di cui è ogni capo, di cui è ogni conoscenza.
25 Mé in tÚa Flaind fodlas fíru
raind fri rígu doróigu;
rob rád ráith cacha ráide,
rop íar cádo, a chóemo!
Io sono Úa Flánn che diffonde verità,
la porzione dei re lui si è scelto;
possa ogni sua parola essere di grazia,
possa accordarsi alla santità, o eruditi!
       

NOTE

1 (a) Clár Cuind, la «piana di Conn», è ovviamente Ériu. Cáem o cóem «splendido, chiaro, fulgido», «prezioso, caro, amato» è un aggettivo che R.A. Stewart Macalister traduce in inglese con fair (Macalister 1932), ma non ha un preciso corrispettivo in italiano e che quindi, in questa traduzione, verrà via via reso secondo il contesto. In questo caso traduciamo con «gentile», che in italiano mantiene parte della polisemia dell'originale conservando anche il significato di «nobile».

2 — Per quanto riguarda i riferimenti alla vicenda di Cessair, si veda il nostro capitolo apposito.

3 — La redazione K, di Míchél Ó Cléirigh, ha questa e le quartine seguenti in una sequenza differente: 6, 5, 3, 4, 7, etc. Il conaclad, tuttavia, mostra che quest'ordine è sbagliato.

5 — (a) «Celebrando la separazione»: si intenda la separazione di Bith, Fintan e Ladra, ognuno dei quali va in una direzione opposta con le sue donne. — (a) «Sbilanciati nei calcoli ch'avevan fatto»: nel dividere le cinquanta donne, Bith e Fintan ne prendono diciassette ciascuno, lasciando Ladra scontento che le sue sedici.

7 — Questa strofa si riferisce al fatto che Dio permise a Fintan di sopravvivere affinché tramandasse la memoria dei tempi antidiluviani alle generazioni future. Il «viaggio» di cui si parla è in realtà un viaggio attraverso i secoli fino all'epoca di re Diarmaid mac Cerbaill. — (a) L'espressione fír-fuiglech vuol dire «competente per giudicare il vero».

8 ― Una strofa parallela a questa, anche nel computo degli anni (trecento), è citata da Seathrún Céitinn nel Foras feasa ar Éirinn. Potrebbe anche trattarsi di una versione divergente di questo poema, ben conosciuto e citato da Céitinn, sebbene in questo passo non riporti la sua provenienza:

Trí ċéad bliaḋan iar ndílinn,
Is sgél fíre mar ríṁim,
Ba fás Éire uile óġ,
Nó go dtáinig Parṫolón.
Trecento anni dopo il diluvio,
e questa è storia vera, come ho calcolato,
tutta la santa Ériu era deserta,
finché non vi giunse Partholón.
Seathrún Céitinn: Foras feasa ar Éirinn [I: , 2]

11a — Questa strofa non compare in alcun testo antico, ma è citata da Míchél Ó Cléirigh nella redazione K. L'ambiguità dell'ultimo verso lascia a intendere che Fea sia morto in maniera violenta. Macalister suggerisce una possibile implicazione sacrificale (Macalister 1932).

12-13 — Nella redazione K, Míchél Ó Cléirigh sposta le quartine 12 e 13 tra le attuali 17 e 18.

15 — (a) Il primo verso è di difficile traduzione, per la difficoltà a dare un significato alla parola ammáis. Seguiamo qui le ipotesi di Macalister, che a sua volta si basano sulle glosse di Míchél Ó Cléirigh (Macalister 1932).

16 — (c) Diandrechi cach druí, letteralmente «ogni druido che conosce i metri diana»; i diana erano metri studiati e praticati nel primo anno dell'educazione bardica, e venivano ricompensati con un orario del valore di un samaisc, pari a quello di una giovenca di due o tre anni.

17 — (a) La versione contenuta nel ms. L (Lebor Laignech) riporta, al primo verso, la lezione: Muaid, Slicech Samair Sláne, di fatto confondendo la forma verbale sluinde (da sluindid, «dichiarare, menzionare, significare») con il nome di un ulteriore fiume, lo Sláne ⇒ Sláine (angl. Slaney, cos. Wicklow, Wexford).

19 — (c) Mein mara, «bocca del mare», indica solitamente un golfo, o l'estuario di un fiume. Stante la posizione di Sénmag Élta, la pianura posta all'interno della penisola di Benn Étair ⇒ Beinn Éadair (angl. Howth Head), in pratica nel territorio dove oggi sorge Baile Átha Cliath (Dublin, co. Dublin), l'espressione mein mara si riferisce qui, con ogni probabilità, all'attuale baia di Dublin (Cuan Bhaile Átha Cliath, angl. Dublin Bay).

22 — Quartina piuttosto ermetica che le glosse di Míchél Ó Cléirigh non spiegano adeguatamente. La difficoltà è nel verso c: «ní slán sám-thodáil samraid», che Macalister traduce: «was no unbroken summer-apportionment of peace» (Macalister 1932). Il sostantivo todáil vuol dire «versamento di liquido, dose, sorso»; sám è qui «piacevole, quieto, riposante». Il nostro tentativo di traduzione rimanda al fatto che callann Mái (o Beltain), il primo giorno di maggio, era di solito considerato il primo giorno d'estate. Poiché i Muintir Partholóin erano destinati a venir spazzati via da una pestilenza, quell'esordio estivo non preludeva certamente a un'estate «salutare» (slán).

23 — (c) «Íar n-éc a slúaig fri sechtmain», letteralmente: «dopo la morte delle genti nel giro di una settimana».

24 — (a) Ríg na ndúile, «Re dell'universo»; dúil è «creatura, cosa, essere, elemento»; al plurale è anche «universo». Macalister traduce «King of the Elements» (Macalister 1932).

25 — (b) «Raind fri rígu»: secondo Macalister si riferisce al rango quasi regale di cui godevano le più alte classi dei bardi (Macalister 1932). — (d) A chóemo!, la chiusa, identica all'incipit, indica la conclusione del componimento.

Bibliografia

  • CATALDI Melita, Antiche storie e fiabe irlandesi. Torino 1985.
  • COMYN David ~ DINEEN Patrick S. [traduzione]: CÉITINN Seathrún (KEATING Geoffrey), The History of Ireland. London 1902-1908.
  • GINZBERG Louis, The Legend of the Jews, vol. 1. Philadelphia 1909 (?). → ID., Le leggende degli Ebrei, vol. 1. Adelphi. Milano 1995.
  • GRAVES Robert ~ PATAÏ Raphael, The Hebrew Myths. New York 1963. → ID., I miti ebraici. Longanesi, Milano 1980.
  • MACALISTER R.A. Stewart [traduzione], Lebor Gabála Érenn. The Book of the Taking of Ireland, 1. Irish Texts Society, Vol. XXXIV. London 1938 [1993].
  • MacCULLOCH John A., The Religion of Ancient Celts. Edimburgh 1911. → ID., La religione degli antichi Celti. Vicenza 1998.
  • MORGANTI Adolfo [cura]: Nennius (Nennio). La storia di re Artù e dei Britanni. Il Cerchio, Rimini 2003.
BIBLIOGRAFIA
  Lebor Gabála Érenn - Poema XXIX
«LA PRIMA ETÀ DEL MELODIOSO MONDO»
    Lebor Gabála Érenn - Poema XXXI
«ERA BUONA LA GRANDE COMPAGNIA»
 
Biblioteca - Guglielmo da Baskerville.
Area Celtica - Óengus Óc.
Traduzione e note della Redazione Bifröst.
Si ringrazia Matteo Vesa Piludu.
Creazione pagina: 22.01.2014
Ultima modifica: 14.05.2016
 
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