NOTE
1 —
(a) In genere
l'arrivo dei
Fomoraig in Ériu non è contato nel novero delle
invasioni, che sono solitamente dette essere cinque,
sebbene a conti fatti siano sei (Muintir
Cesrach,
Muintir
Partholóin,
Clanna Nemid,
Fir Bolg,
Túatha Dé Danann e
Maic Míled), lasciando fuori o i
Muintir
Cesrach, che
spesso non sono considerati una vera e propria
invasione, o i
Maic Míled, in quanto antenati dei Gaeli. La
redazione R1 del
Lebor
Gabála Érenn porta però, a un certo punto,
il novero a sette invasioni, con la
distinzione dei Fir Bolg nelle
tre schiere che li compongono, i Fir Bolg
propriamente detti, i Fir Domnann
e
i Galeóin, trattati come popoli
invasori distinti (R1 [III:
1]).
R2 emenda il passo tornando a cinque invasioni
(R2
[III: 1]), R3 accoglie la versione con
sette (R3 [III: 1]).
Questa è probabilmente la base per cui si arrivi a
contemplare nel novero anche l'arrivo dei
Fomoraig.
Diversi criteri di conteggio possono giustificare il
fatto che il loro arrivo possa essere considerato una «settima
invasione».
3
— Míchél Ó Cléirigh, nella redazione Rk, aggiunge
a questa quartina un distico mai attestato nei codici
precedenti: «ba luaċda doiġerda a dreċ / an fuaṫ
doi-dealbda duiḃseaċ» («È brillante e fiero il suo
sembiante, / un'apparizione malvagia nell'aspetto e
spaventosa»). — Slíab Chaucas è il monte Caucaso.
Nel Tenga Bith-nua,
dove si elenca la lista dei mostri discesi da
Ádam, il Caucaso ricompare
come luogo di origine di una razza di esseri chiamati le
Túatha Ithier, i quali rassomigliano in modo
sospetto a Loth Lúamnach e, in più, sono di aspetto
ammaliante:
Túatha Ithier tuath Ṡlebi Caucaist. A
mbeoil ina mbruinniḃ: cetheora suile ina ndruimniḃ. Elscoth ⁊ rothes ina corpaiḃ
conach rod aim nach cenél aile. |
Le
Túatha Ithier a nord di Slíab Chaucas. Le bocche
nei seni; quattro occhi sulla
nuca. Lussuria e sensualità nei
loro corpi, nessun [uomo] di un
altro popolo può resistere loro. |
Tenga Bith-nua [100] |
Il nome «Ithier» non compare altrove: Macalister lo
riconosce nel nome di Túathmar (Macalister
1940); in realtà ricorda Mag nÍtha, luogo della
battaglia contro i
Muintir
Partholóin.
4
— (b) Tír Émóir,
la «terra di Émór» (Slíab Émóir,
la «montagna di Émór», in
Lebor Gabála Érenn
R2 [IV: 17]), non è stata identificata con
certezza. Macalister propone al riguardo il monte Ḥermôn
(Macalister 1938). Seathrún
Céitinn, che riporta la quartina, corregge Tír Émóir
con Tír Uġṁóir, «terra di Ugmór», cioè
Gúmór, antenato di Cícul nGricenchos.
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Bibliografia
-
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Antiche storie e fiabe
irlandesi. Torino 1985.
-
COMYN David ~ DINEEN
Patrick S. [traduzione]: CÉITINN Seathrún (KEATING Geoffrey),
The History of Ireland.
London 1902-1908.
-
GINZBERG
Louis, The Legend of the Jews,
vol. 1. Philadelphia 1909 (?). → ID.,
Le leggende degli Ebrei,
vol. 1. Adelphi. Milano 1995.
-
GRAVES
Robert ~ PATAÏ Raphael, The Hebrew
Myths. New York 1963. → ID.,
I miti ebraici.
Longanesi, Milano 1980.
- MACALISTER R.A. Stewart [traduzione].
Lebor Gabála
Érenn: The Book of the Taking of Ireland,
3. Irish Texts Society, Vol. XXXIX. Londra 1940 [1993].
-
MacCULLOCH John A.,
The Religion of Ancient
Celts. Edimburgh 1911. → ID.,
La religione degli antichi
Celti. Vicenza 1998.
-
MORGANTI Adolfo [cura]: Nennius (Nennio).
La storia di re Artù e dei
Britanni. Il Cerchio, Rimini 2003.
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