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MITI CELTICI
LEBOR GABÁLA ÉRENN
POEMA
XXI
«hÉriu, cía ḟiarfaiġter dím»
«Ériu, qualunque cosa mi domandiate»
LEBOR GABÁLA ÉRENN
Lebor Gabála Érenn. Saggio
1. Dalla creazione del mondo...
2. Origine dei Gaeli
3. Muintir Cessrach
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4. Muintir Parthóloin
5. Clanna Nemid
6. Fir Bolg
7. Túatha Dé Danann
8. Meic Míled
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POEMA XXI - Saggio
POEMA XXI - Testo
Note
Bibliografia
LEBOR GABÁLA ÉRENN
XXI
«hÉriu, cía ḟiarfaiġter dím»
«Ériu, qualunque cosa mi domandiate»

Il poema XXI del Lebor Gabála Érenn è un suggestivo riassunto del ciclo delle invasioni di Ériu messo in bocca all'eroe antidiluviano Fintán mac Bochra, l'immortale testimone del mito irlandese. Le strofe [2-5] ricapitolano l'arrivo delle genti di Cessair, e le morti dei principali protagonisti di questa antichissima invasione; la strofa [5] è particolarmente importante in quanto svela come Fintán sia sopravvissuto al diluvio, murato da Dio in una caverna su Tul Tuinne: i dettagli sono infatti taciuti nello stesso Lebor Gabála. Le strofe [6-10] riportano, in breve, l'avvento dei successivi invasori di Ériu, i Muintir Parthóloin, le Clanna Nemid, i Fir Bolg, le Túatha Dé Danann e infine i Maic Míled. Il metro, irregolare, è riconoscibile come un cró cummaisc eti rinnaird ocus lethrannaigecht.

In: Lebor Gabála Érenn R1 [III: 1]; R2 [III: 1]; R3 [III: 1].

LEBOR GABÁLA ÉRENN
XXI
«hÉriu, cía ḟiarfaiġter dím»
«Ériu, qualunque cosa mi domandiate»
     
1 hÉriu, cía ḟiarfaiġter dím,
atá lim co grind
cach gabáil rosgab
ó thús betha bind.
In Ériu, qualunque cosa mi domandiate,
io so la risposta,
ogni conquista che la occupò
dal principio del melodioso mondo.
 
2 Doluid anair Cessair,
ingen Betha in ben;
cona cóicat ingen
cona triar fer
Cessair venne da est,
figlia di Bith era la donna;
con le sue cinquanta fanciulle,
con i suoi tre uomini.
3 Tarraid díliu Bith
i n-a Ṡléib, cen rún:
Ladra i nArd Ladrand,
Cessair i n-a Cul.
Il diluvio coprì Bith,
sulla sua montagna, non è un segreto;
Ladra in Árd Ladrann,
Cessair nel suo cantuccio.
4 Mad misi romadnacht,
Mac Dé din, úas druing:
ro scib dim in dílin
ós Tul Tuindi thruim.
Ma in quanto a me, Egli mi seppellì,
il Figlio di Dio, sopra la compagnia;
Egli allontanò il diluvio via da me
sopra la grave Tul Tuinne.
5 Bliadain dam fo dílind
i Taul Tuinne tend;
ní ḟuaras dom tomaltus
aen-chodlad bud ḟerr.
Rimasi un anno sotto il diluvio
nella possente collina,
non avevo niente per nutrirmi,
meglio mi fu un sonno senza risveglio.
 
6 Missi i nÉrind sund,
ba suthain mo ṡét,
conostoracht Partholón,
anair a tír Gréc.
Io ero in Ériu, qui,
il mio viaggio era eterno,
quando arrivò Partholón
dalla terra dei Greci.
7 Missi sund i nÉrind,
is í Ériu fás,
co toracht mac Agnomain,
Nemed, níamda a gnás.
Io ero qui, in Ériu,
ed Ériu era deserta,
quando arrivò il figlio di Agnoman,
Nemed, fulgido il suo aspetto.
 
8 Fir Bolg is Fir Galian
táncatar, ba cían;
táncatar Fir Domnand,
gabsat irrus thíar.
I Fir Bolg ed i Fir Galeoin
vennero, fu molto tempo fa,
vennero con loro i Fir Domnann:
sbarcarono su un promontorio, a ovest.
9 Íarsin tánic Túath Dé
i n-a cáebaib cíach;
comba tormailt damsa,
cíar bo sáegal cían.
Quindi giunsero le Túatha Dé,
nelle loro nuvole di fumo,
così ci fu nutrimento per me
in quella che fu una lunga esistenza.
10 [Íarsin] táncatar Meic Míled,
a hEspáin andess,
comba tormailt damsa
friu, cíar thrén a tress.
Vennero i Maic Míled
dall'Espáin, da sud,
così ci fu nutrimento per me
dalle loro mani, forti in battaglia.
11 Do roacht sáegul sír
damsa, nocho chél;
conomtharraid creitem
ó Ríg Nime nél.
Una lunga vita mi fu data in sorte,
non lo nasconderò,
finché la Fede non mi ha raggiunto
dal Re del Cielo pieno di nubi.
 
12 Missi Fintán find
mac Bochna, ní chél;
d'éis na dílend sund
am sruith úasal ér.
Io sono Fintán il bianco,
il figlio di Bóchra, non lo nasconderò,
dopo il diluvio, qui,
sono un sapiente nobile e grande.
 
       

NOTE


XXI [2] Questa strofa è citata da Seathrún Céitinn in Foras Feasa ar Érinn [I: 5, iii]. L'andamento è identico – salvo i mutamenti ortografici dal medio irlandese all'irlandese classico –, con l'eccezione dell'aggiunta di una congiunzione agus «e»  al verso d.

XXI [3] — Questa strofa presenta i luoghi di sepoltura dei tre protagonisti dell'invasione dei Muintir Cessrach, toponimi costruiti sul nome in genitivo dei rispettivi personaggi (Slíab Betha, «monte di Bíth»; Cúl Cessrach «cantuccio di Cessair»; Árd Ladrann, «cima di Ladra»), trasponendo il nome in nominativo in una formula del tipo Bith i n-a Ṡléib, «Bíth, nella sua montagna», o Cessair i n-a Cúl «Cessair, nel suo cantuccio». Fa eccezione il verso c, che conserva la voce originale Ladra i nArd Ladrand, «Ladra, nella cima di Ladra», peraltro creando delle difficoltà metriche. I manoscritti R2, quale V, hanno emendato il verso secondo la formula degli altri due: Ladra i n-a hÁrd, «Ladra, nella sua cima».

XXI [4] — (b) Sebbene il nome Druing appaia diverse volte nella toponimia irlandese, non è registrato mai in relazione a una situazione simile a quella di Fintán in Tul Tuinne. Macalister propone di intendere la parola come dativo di drong «gruppo, banda, compagnia» (Macalister 1939).

XXI [6] — (a) Sebbene questa lezione sia riportata in tutti i manoscritti, il verso Missi i nÉrind sund, per motivi metrici andrebbe emendato in Missi sund i nÉrind, come riportato nella strofa successiva.

XXI [8] — (d) Irrus thíar, un «promontorio, a ovest»; si tratta di Irrus Domnann (od. Erris, co. Mayo).

XXI [9] — (d) È interessanti che Fintán affermi che sia stato nutrito dai Túatha Dé Danann e dai Meic Míled.  Di questo dettaglio non vi è traccia in altri testi.

XXI [10] — (a) La parola iniziale íarsin, presente in tutti i manoscritti, è metricamente impossibile. Con ogni probabilità è sorta per confronto con le due quartine precedenti.

Bibliografia

  • COMYN David ~ DINEEN Patrick S. [traduzione]: CÉITINN Seathrún (KEATING Geoffrey), The History of Ireland. London 1902-1908.
  • MACALISTER R.A. Stewart [traduzione], Lebor Gabála Érenn: The Book of the Taking of Ireland, 2. Irish Texts Society, Vol. XXXV. London 1939 [1993].
  • MacCULLOCH John A., The Religion of Ancient Celts. Edimburgo 1911. → ID. La religione degli antichi Celti. Vicenza 1998.
BIBLIOGRAFIA
  Lebor Gabála Érenn - Poema IX
«I QUATTRO CHE GODETTERO...»
    Lebor Gabála Érenn - Poema XXII
«CAPPA E LAIGNE E IL PIACENTE LUASAT»
 
Biblioteca - Guglielmo da Baskerville.
Area Celtica - Óengus Óc.
Traduzione e note della Redazione Bifröst.
Creazione pagina: 10.05.2013
Ultima modifica: 28.10.2015
 
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