MITI

SLAVI
Russi

MITI SLAVI
MOKOŠĬ
LA SIGNORA DELLA FILATURA
Una sola dea era onorata tra i sei idoli che si levava in cima al colle di Kievŭ: era Mokošĭ, la signora della filatura, patrona della casa e dei lavori domestici.

 

Mokošĭ
Dipinto di Jurij Lazarev

1 - MOKOŠĬ. L'UNICA DEA

nica divinità femminile tra i numi citati nel «Canone di Volodimirŭ», la dea Mokošĭ aveva un posto tra gli idoli che il gran principe aveva eretto in Kievŭ prima della sua conversione al cristianesimo. Chi fosse questa Mokošĭ, non è chiaro. Sembra fosse una dea legata alla terra umida e fertile, patrona dei lavori domestici e della filatura, e forse, di conseguenza, una signora del fato che fila sulla sua conocchia i destini di tutte creature.

Dopo essere stata abbattuta come dea, col nome di Mokoša è sopravvissuta come spirito della casa e dei lavori femminili: con la sua grossa testa e le sue larghe mani, si introduce di notte nelle case, dove disturba le filatrici o fila essa stessa la lana; oppure tosa le pecore nei campi.

Nei tempi cristiani, Mokošĭ è stata identificata con una santa del calendario ortodosso, Svjataja Paraskeva Pjatnica, a cui, come un tempo alla dea, è sacro il quinto giorno della settimana, il venerdì.

Fonti

1 Slovo o pŭlku Igorevě [10 | 36 | 48 | 84]
Slova i poučenija > Slovo Christoljubca
Slova i poučenija > Slovo sv. Grigorija ob idolach

I - PRESENZA DI MOKOŠĬ NELLE FONTI ANTICHE

La dea Mokošĭ è attestata innanzitutto nel Se pověsti vremjanĭnichŭ lětŭ, o «Cronaca degli anni passati», tra gli idoli che il gran principe Volodimirŭ aveva eretto sulla collina di Kievŭ. Unico personaggio femminile citato dal «Canone», il testo non ci offre purtroppo alcuna indicazione riguardo alla sua figura:

И нача княжити Володимеръ въ Киевѣ единъ, и постави кумиры на холму внѣ двора теремнаго: Перуна древяна, а главу его сребрену, а усъ златъ, и Хърса, Дажьбога, и Стрибога и Симарьгла, и Мокошь. I nača knjažiti Volodimerŭ vŭ Kievě edinŭ, i postavi kumiry na cholmu vně dvora teremnago: Peruna drevjana, a glavu ego srebrenu, a usŭ zlatŭ, i Chŭrsa, Dažĭboga, i Striboga i Simarĭgla, i Mokošĭ. E cominciò a regnare Volodimirŭ in Kievŭ, da solo, ed eresse simulacri sulla collina che si trovava dietro il terem: di Perunŭ in legno, con la testa d'argento e i baffi d'oro, e di Chŭrsŭ, di Dažĭbogŭ, e di Stribogŭ, e di Simarĭglŭ, e di Mokošĭ.
Se pověsti vremjanĭnichŭ lětŭ [6488/980]

La dea è citata inoltre in alcune slova i poučenija (lo Slovo Christoljubca, lo Slovo sv. Grigorija ob idolach...), dove si condanna il popolo che, nonostante l'introduzione del Cristianesimo, ancora indugia nella bicredenza e rivolge preghiere e piccoli sacrifici agli dèi, tra cui a Mokošĭ, nonché agli spiriti del libello inferiore.

Queste le presenze letterarie, a cui si aggiungono alcune indicazioni provenienti dal folklore che vedremo in seguito. Nel campo linguistico, sembra che abbiano riferimento con la dea alcuni toponimi russi, come Makuši, Makušenki, Makuševo e altri. Il suo nome comparirebbe anche, secondo Ivanov e Toporov, in una duma ucraina.

Schedario: [Mokošĭ]►

Mokošĭ
Illustrazione di Viktor A. Korol'kov
II - ANALISI ETIMOLOGICA

Il nome della dèa Mokošĭ è forse collegato, attraverso una complessa etimologia, al russo mot «matassa» (cfr. russo motajum, sloveno motâm, cèco motám «annaspo, avvolgo, svolgo») (Pisani 1949). Un'altra etimologia connette invece il teonimo al verbo russo mokryj «umido» (Michajlov 1995).

Una possibilità proposta dagli studiosi, anche se con scarsi consensi, riporterebbe la dea Mokošĭ addirittura al dèmone indiano Machas, passato in Russia attraverso la mediazione scitica (anche se non si può escludere una diretta derivazione da un omologo, anche se inattestato, dèmone iranico).

Schedario: [Mokošĭ]►

III - L'UNICA DEA DEL «CANONE», MOKOŠĬ

Mokošĭ
Illustrazione di Viktor Križanovskij

Secondo una scuola di pensiero, Mokošĭ sarebbe stata un'antica dea della terra.

Che gli antichi Slavi conoscessero una dea della terra è ammesso dalla maggior parte degli studiosi; si tratta di Mat' Syra Zemlja, la «Madre umida terra» dei Russi. Secondo Jakobson e la Gimbutas, un gran numero di popoli slavi, baltici e ugrofinni condividerebbero un'idea abbastanza simile della dea della terra, il cui modello sarebbe da individuare nell'iranica Ardvī Sūra Ānahita «Umida madre della terra» (Jakobson 1950 | Gimbutas 1967). La maggior parte degli studiosi vede appunto in Mokošĭ l'esito russo del mitema della «Madre umida terra». Questa teoria viene giustificata dall'ipotesi etimologica secondo la quale il nome della dea sarebbe appunto da riconnettere al russo mokryj «umido». (Michajlov 1995)

Su questa linea, Henryk Łowmiański ritiene invece che Mokošĭ sia una dea della pioggia e della tempesta. (Łowmiański 1986)

Secondo Boris Rybakov, Mokošĭ sarebbe stata un po' tutte queste cose: dea della fertilità e dell'acqua, patrona dei lavori domestici, signora del destino. Lo studioso crede sia rappresentata su una delle quattro facce dell'idolo di Zbruch, con un corno potorio in una mano. Ritiene anche che a Mokošĭ facciano riferimento certi ricami tradizionali russi che rappresentano un'alta figura posta tra due cavalli, composizione che corrisponde a una tipica immagine della grande dea nell'antico Medio Oriente. (Rybakov 1987)

Ivanov e Toporov si basano invece sull'etimologia alternativa di Mokošĭ quale dea dei lavori femminili e della filatura (dal russo mot «matassa»), per farne una sorta di dea del destino, sul modello delle Moîrai greche e delle Nornir scandinave. (Ivanov ~ Toporov 1974 | Ivanov ~ Toporov 1992).

Schedario: [Mokošĭ]►

IV - SOPRAVVIVENZA DI MOKOŠĬ NEL FOLKLORE

Con la diffusione del cristianesimo in Russia e la fine della dvoeverie, Mokošĭ venne cancellata dal pantheon superiore per sopravvivere tuttavia, al livello inferiore.

Ad esempio nel folklore russo esisteva, fino a tempi molto recenti, uno spiritello domestico di nome Mokoša (Mokoška presso gli Sloveni), una donna dalla grossa testa, le braccia lunghe e le mani larghe, che durante la quaresima andava nelle case e molestava le filatrici; di notte filava essa stessa, inoltre sorvegliava e tosava le pecore. (Ivanov ~ Toporov 1974 | Ivanov ~ Toporov 1992 | Michajlov 1995)

Nel cristianesimo, il ruolo di Mokošĭ fu assunta da Svjataja Paraskeva Pjatnica «Santa Paraskeva del Venerdì», una martire del III secolo, da Iconium (attuale Konya, Turchia), patrona della terra e del lavoro dei campi, celebrata dal calendario ortodosso il 28 ottobre. Il nome della santa vuol dire in greco «venerdì» [paraskeuḗ], e le fu conferito – secondo le varie versioni della sua agiografia – o perché ella nacque di venerdì, oppure perché venne battezzata di venerdì, giorno che vide la passione di Cristo. Anche il suo epiteto finale è la traduzione in russo di «venerdì» [pjatnica]. Questa forte relazione di Paraskeva al quinto giorno della settimana giustifica la sostituzione della dea Mokošĭ con la figura della santa, ed è probabilmente da mettere in correlazione con il fatto che il venerdì era, presso molte culture, il giorno legato alla dea della fertilità, connesso con Venus nelle lingue romanze e con Freyja in quelle germaniche. (Rybakov 1987)

Bibliografia
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  • GIEYSZTOR Aleksander, Mitologija na Slavjanite. Sofia 1986.
  • GIMBUTAS Marija, Ancient Slavic Religion. A Synopsis. In «Honor Roman Jakobson». Parigi 1967.
  • IVANOV Vjačeslav ~ TOPOROV Vladimir, Issledovanija v oblasti slavjanskich drevnostej. Mosca 1974.
  • IVANOV Vjačeslav ~ TOPOROV Vladimir, Slavjanskaja mifologija. In «Mifi narodov mira», II. Mosca 1992.
  • JAKOBSON Roman, Slavic mythology. In Funk and Wagnalls Dictionary of Folklor Mythology and Legend, vol. II. New York 1950.
  • ŁOWMIAŃSKI Henryk, Religia Słowian i jej upadek. Varsavia 1986.
  • MICHAJLOV Nikolaj, Mitologia Slava. Corso di lezioni tenuto all'Università degli Studi di Pisa. In I., [cura], Mitologia Slava. Antologia di studi sulla mitologia dei popoli slavi. Pisa, 1995.
  • MIRCEA Eliade, Il paganesimo slavo. In MIRCEA Eliade, Histoire des croyances et des idées religieuses. → I., Storia delle credenze e delle idee religiose. Firenze 1990.
  • PISANI Vittore, Il paganesimo balto-slavo. In: TACCHI-VENTURI Pietro [cura], Storia delle religioni, II. UTET, Torino 1949.
  • RYBAKOV Boris, Jazyčeskoe drevnej Rusi. Mosca, 1987.
  • STENDER-PETERSEN Adolf: Russian Paganism. In «Russian Studies, Acta Jutlandica», XXVIII.2. Copenhagen 1956.
  • VÁŇA Zdeněk, Svět slovanských bohů a demonů. Praga 1990.
  • VYNCKE Frans, La religion des Slaves. In: PUECH Henry-Charles [cura], Histoire des religions, I. Parigi 1970-1976. → VYNCKE Frans, La religione degli Slavi. In: PUECH Henry-Charles [cura], Le religioni dell'Europa centrale precristiana. Bari 1988.
BIBLIOGRAFIA
Intersezione: Aree - Holger Danske
Sezione: Miti - Asteríōn
Area: Slava - Koščej Vessmertij
Ricerche e testi di Dario Giansanti.
Creazione pagina:26.10.2004
Ultima modifica: 25.08.2014
 
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